Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 61
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si tratti di pubbliche azioni sieno queste discusse e deliberate dal
Municipio nel modo consueto per essere poi mandate ad esecuzione dalla
Commissione eligenda dal seno del Municipio stesso. — Approvato con
Partito unanime di voti favorevoli.
«_Proposizione quinta_. — Tutti i Dispacci che riceverà il Municipio
saranno partecipati immediatamente alla Commissione esecutiva, onde
provveda e risponda al Municipio, e da questo sia la risposta trasmessa
nelle forme al Ministero, o a cui altro di ragione. — Approvata con
Partito unanime di voti favorevoli.
«Disponendosi ora la Civica Magistratura ad eleggere i due Soggetti
che dovranno comporre la Commissione esecutiva Provvisoria, il Signor
Luigi Baganti f. f. di Gonfaloniere ha nominati i Signori Avvocato
Francesco Domenico Guerrazzi e Antonio Petracchi, ambedue appartenenti
alla Magistratura; e mandati separatamente a Partito questi due Nomi, è
stato ritrovato che ciascuno di essi aveva riportati i voti favorevoli
ad unanimità.
«Passando finalmente le SS. LL. Illustrissime alla elezione della
Commissione Provvisoria di Sicurezza, il prelodato Signore Baganti ha
proposto i seguenti Soggetti estranei al Corpo Magistrale:
«1. Malenchini Dottor Tito.
«2. Poli Dottor Adriano.
«3. Adami Dottor Giovan Salvadore.
«4. Lambardi Dottor Emilio.
«E detti quattro Soggetti mandati separatamente a Partito è stato
ritrovato che ciascuno di essi aveva riportati voti favorevoli otto,
contrarii nessuno.
«Per copia conforme etc.
«_Pel Gonfaloniere_
«L. BAGANTI f. f.
«_Il Cancelliere_
«J. CERAMELLI.»
[89] Quando questa Deliberazione fu disfatta non so; rammento solo, che
fu fatta il 9 settembre 1848.
[90] _Deliberazione per determinare i limiti entro ai quali doveva
restringersi l'autorità della Commissione esecutiva._
«Seduta del 12 settembre 1848.
«Adunati servatis servandis
«Gl'illustrissimi signori Gonfaloniere, e Priori componenti il
Magistrato della Comunità di Livorno, in numero sufficiente di otto per
trattare:
«La Commissione Municipale esecutiva onde bene conoscere la latitudine
del suo mandato, ha fatto istanza che venga circoscritta la sfera delle
sue attribuzioni.
«In conseguenza di ciò il Magistrato ha stabilito:
«1º Si confermano le attribuzioni conferitele nelle precedenti
deliberazioni.
«2º Le si dà facoltà piena d'impiegare persone che reputerà più adatte
consultando i Parrochi di ogni Cura, non meno che ad adoperare i mezzi
più opportuni per eseguire la costituzione della Guardia Municipale,
e la ricostituzione della Guardia Civica in conformità delle cose
deliberate.
«3º Però tutte le pubblicazioni ed avvisi devono farsi a nome del
Municipio in unione della Commissione esecutiva Municipale e delle
persone aggiunte.
«4º In quanto alle spese occorrenti, la Commissione esecutiva
Municipale, in unione al signor Francesco Bombardieri delegato a questo
ufficio per quello che concerne la Guardia Civica, avrà ricorso alla
cassa del Municipio, e per quello che spetta alla Guardia Municipale si
dirigerà al Commissariato di Guerra e Marina.
«E quanto sopra approvato per voti favorevoli otto, contrarj nessuno.
«Per copia conforme ec.
«Visto. _Il Gonfaloniere_.
«_Il Cancelliere_
«J. CERAMELLI.»
[91] «L'Ordinanza sulla Guardia Civica Provvisoria, approvata in
genere, se siamo bene informati, avrebbe incontrato la superiore
disapprovazione in alcuni particolari, che a noi sembrano d'importanza
minima. Si crederebbe lesa la prerogativa Reale, per la nomina degli
ufficiali superiori, ec. ec.; ma questa Guardia Civica nuovamente
organizzata per ricondurre la quiete e la pace nella città, non si
chiama e non è provvisoria? Dovendosi essa in tutta fretta costituire
pel pronto ristabilimento dell'ordine, come si poteva seguire
scrupolosamente le tracce del Regolamento del settembre, — adempiendo
le lunghe formalità delle nomine? — Ogni buon cittadino di Livorno sa
che qualunque grado sia per ottenere dal voto de' suoi concittadini
nella nuova Guardia Provvisoria sarà provvisorio. Egli sarà pronto a
tornare semplice soldato della milizia cittadina, appena il Principe,
valendosi delle prerogative che la legge gli accorda, nominerà gli
ufficiali di cui gli spetta la scelta.
«Insomma quello che fu fatto provvisoriamente, e per urgenza, noi
crediamo non possa in alcun modo redarguirsi, nè offendere minimamente
le leggi e la regia autorità. E ripetiamo: i provvedimenti adottati
dal Municipio e dalla Commissione hanno rassicurato gli animi, hanno
ristabilito in Livorno la pace, e la fiducia reciproca.» — (_Corriere
Livornese_ del 12 settembre 1848.)
[92] «I signori Torello Borgheri ed Eugenio Pignatel si recarono ieri
a Firenze come Deputati della Camera del Commercio per chiedere, che
sieno tolte _finalmente_ di mezzo queste cause del pubblico malcontento
tanto dannose agl'interessi della nostra città.» — (_Corriere
Livornese_ del 13 settembre 1848.)
[93] «La Camera di Commercio penetrata ogni dì più della causa della
nostra città, — onde testimoniare pubblicamente in qual concetto ella
tenga i provvedimenti adottati per l'ordinamento della cosa pubblica si
è impegnata a sopperire alla metà della spesa richiesta al mantenimento
della Guardia Municipale, ed ha già messo a disposizione del Municipio
L. 7000 pel primo mese.» — (_Corriere Livornese_ del 12 settembre
1848.)
[94] Egli è proprio un miracolo se nelle frequenti _razzia_ (e lo dirò
in arabo perchè le sono cose da Beduini) fatte sopra le mie carte se ne
potè salvare qualcheduna, che porga lume in questa materia. Ecco tre
documenti, che consacro ad Apollo liceo, come pei Pastori di Arcadia
costumavasi quando salvavano l'agnello dalla bocca del Lupo.
1º _Lettera diretta ai signori del Municipio, dimostrativa gli ostacoli
sconsigliati opposti dal Ministro dello Interno ai partiti di Polizia
da me suggeriti e fatti adottare_.
«Illustrissimi Signori,
«Ci ha recato maraviglia non piccola la Ministeriale comunicataci dalle
VS. Illustrissime intorno ai partiti che abbiamo dovuto prendere onde
tutelare la pubblica sicurezza.
«Certamente la mole delle faccende fu colpa dell'oblio di S. E. il
Ministro dello Interno.
«Noi e Voi, o Signori, nello arrestare persone sospette, pregiudicate,
e in parte trasgressore dei precetti ricevuti, abbiamo proceduto
non per vie eccezionali, ma in virtù della Legge del 26 novembre
1847, la quale, come si accenna nel Proemio, ha da durare fino alla
pubblicazione del regolamento organico di Polizia.
«Le attribuzioni da noi adoperate si contemplano nello Art. 2 della
allegata Legge.
«La pratica poi viene in conferma di quanto affermiamo, imperciocchè
dai Protocolli della Delegazione di San Marco consideriamo una serie
non interrotta di processi e di risoluzioni di simile natura con le
quali — per misura di prevenzione reclamata dalle loro pregiudicate
qualità — furono condannati parecchi individui a dimora coatta di
4, 6, 8 mesi, e allo esilio per 3, 4 e 6 mesi, con la comminazione
trasgredendo di reclusione nella Casa di Forza di Piombino.
«Egregiamente commetteste la compilazione dei processi alle Cancellerie
dei Delegati di Governo, così ordinando l'Art. 9 della rammentata
Legge.
«Solo rimanevaci il dubbio se per l'Art. 1, la Commissione preposta
a conoscere e deliberare intorno cotesti fatti avendosi a comporre
del Governatore e degli Assessori legali, essendosi dispersa, in
Voi risiedessero le facoltà alla medesima conferite: ma siccome
ripensandovi sopra, le facoltà tutte governative troviamo essere a VS.
partecipate, e considerando ancora che il provvedimento di cacciare via
dalla città uomini perversi e rotti ad ogni maniera di delitti è legge
suprema di sicurezza, così noi vi preghiamo avvertire S. E. il Ministro
che voglia coadiuvarci con tutti i nervi nelle misure che saremo per
prendere.
«Il ristabilimento dell'ordine è a questi patti, e andiamo sicuri che
nella sua alta perspicacia il Ministero sarà per accettarli.
«Ci valghiamo poi della occasione per richiamare la grave avvertenza
del Ministero intorno alla necessità di vestire presto la Guardia
Municipale: temiamo che abbia a perdere della rispettabilità sua;
e consumata anche questa forza noi riusciremmo poveri di consigli e
non sapremmo a che cosa ricorrere; — e intorno allo altro fatto del
cacciatore a cavallo Berni: queste mene perniciosissime non possono
tollerarsi, e mantengono sempre vivo lo Stato di suspicione del Popolo
contro il Governo, che noi tutti ci affatichiamo con indefesse cure
sopire. Tanto per governo delle SS. VV. Illustrissime, mentre ci
confermiamo
«Livorno, 26 settembre 1848.»
2º _Lettera al Commissario di Guerra intorno alle sofisticherie
ministeriali per le spese della Municipale_.
«Illustrissimo Signore,
«Le accludiamo lettera del capitano Roberti, e le facciamo osservare
che S. E. il Ministro dello Interno avendo consentito a pagare la
Guardia Municipale è venuto implicitamente a consentire il pagamento
delle spese accessorie. Ora se il pagamento del soldo è appoggiato
al Commissariato, come razionalmente deve non appoggiarsegli la
soddisfazione di queste altre spese? Per l'amore di Dio non creiamo
altre difficoltà, che noi ci anneghiamo dentro. Letto che l'abbia si
compiacerà ritornarmi il foglio Roberti.
«Le recheranno la presente due ufficiali che vogliono foglio di rotta,
e paga per ripartire. Con Ministeriale di stamane S. E. il Ministro
dello Interno concede al Municipio sussidiare tutti i Volontarj che
tornano a casa entro i limiti del bisogno, per rivalerci sopra il
Governo. _Per iscansare inutili giri, e poi perchè noi non vogliamo
maneggiare danari, e finalmente perchè poco adatti a distinguere quello
che si meritano_, reputiamo prudente inviarli immediatamente a VS.
«E con vera stima ci confermiamo
«Livorno, 27 settembre 1848.»
3º _Lettera al Gonfaloniere relativa alle compagnie dei ladri, e alla
insufficienza delle misure dal Ministero prescritte. Raccomandazione
a non attraversare. Fiducia della classe commerciale al Governo;
imprestito offerto al 4 per %_.
«Illustrissimo signore Gonfaloniere,
«Si compiacerà avvertire S. E. il Ministro dello Interno che in quanto
alla prima parte del suo Dispaccio ci referiamo alla nostra di ieri; e
di più aggiunga come valendoci dei pochi mezzi che stanno in potestà
nostra noi eravamo giunti a penetrare come s'intendesse comporre
in Livorno una compagnia di ladri giovandosi dello scompiglio che
immaginarono crescente. Ora in così grave emergenza la misura indicata
nella Ministeriale non basta, sia perchè la nostra Guardia Municipale
è scarsa e insufficiente a tanta faccenda, sia perchè si tratta dovere
procedere con gente audacissima e capace di ogni estremo partito.
«Noi che stiamo sul luogo, conosciamo la materia e imploriamo che ci
lascino fare, sempre che le disposizioni che saremo per prendere non
si allontanino dalla legalità, e fin qui ci sembra avere dimostrato
che non ce ne siamo dipartiti. Bisogna allontanare questi facinorosi
dalla città. Per le altre cose tutte parci bene quanto ci suggerisce
la Ministeriale, e sarà osservato con diligenza. Pensiamo che giovi
eziandio avvertire il Ministro come le cose procedano di bene in
meglio, e della fiducia riposta nell'attuale Governo dalla classe
commerciale, e della carità patria mostrata in sovvenirci in tanta
strettezza di danaro al modico cambio del 4 per %, e questo ne sia
pegno della opinione di sicurezza che impera quaggiù. E con questo la
riveriamo.
«Li 27 settembre 1848.»
[95] _Corriere Livornese_, 18 settembre 1848, e numeri antecedenti;
Atti del Municipio.
_Corriere Livornese_, 5 settembre 1848. «Le nostre osservazioni non
sono dirette contro l'ottimo Principe, ma contro i Ministri che sono
responsabili del linguaggio che gli fanno tenere.»
_Corriere Livornese_, 6 settembre 1848. «Il Guerrazzi non prendendo
consiglio che dal suo cuore, e desiderando vedere pacificata la sua
patria, mostrò i mali di una divisione di Livorno dalla Toscana, separò
la causa del Principe da quella del suo Ministero, invocò il sussidio
della Religione.»
[96] Corriere Livornese, 12 e 16 settembre 1848.
«Per buona ventura, se il Principe non trovava a Pisa le armi dei
cittadini, che vi aspettava, vi trovò il _rispetto, e lo amore dei suoi
sudditi, il quale non gli verrà meno giammai_, perchè tutti sanno che
egli non può nè deve corrispondere degli sbagli dei suoi Ministri.
Crediamo poi, che la bontà e la clemenza di questo nostro Principe sia
_tanto elevata e grande_ da non limitarsi alla disapprovazione dello
abuso del potere, ma sibbene anche da renunziare _piuttosto al diritto
della sua sovranità prima di ordinare lo spargimento di nuovo sangue
cittadino_.
Il Principe e il suo Governo, sempre sotto le medesime formule, e
con la stessa religione promettono non inviare forza alcuna contro la
nostra città..... il _nostro Principe piange il suo scettro intriso di
sangue contro la sua volontà, e contro ai suoi ordini_.»
[97] _Corriere Livornese_, 12 settembre 1848.
«Un nome solo _conosce ed onora_ la Italia fra tutti quelli che
compongono il Ministero attuale, quello di _Gino Capponi_....
La dignità del Principe, e la salute della Nazione richiedono che.....
si conservi il solo _Capponi_.....
Nonostante non lo crediamo, riuscendoci acerbissimo supporre che un
Ministero il quale assume il titolo da un _Gino Capponi_ abbia ordinato
si mitragliasse una città innocente.»
[98] Parole del Ministro dello Interno.
[99] Vedi Relazione officiale diretta al Ministro dello Interno il
28 settembre 1848 dai signori Tartini, Bandi, e Duchoqué.-(Documento
dell'Accusa pag. 677.) «Il signor Guerrazzi, cercato e interpellato,
emise la sua opinione, ma offerse accompagnare gl'inviati del Governo,
dichiarandosi pronto a parteciparne le fortune. Ciò è taciuto nel
Rapporto.» — (_Corriere Livornese_ del 30 settembre 1848.)
[100] Vedi lettere del Montanelli nei Documenti dell'Accusa, a pag. 16.
[101] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 36, 39, 679.
[102] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 679.
[103] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 30.
[104] Fra i Documenti dell'Accusa, pag. 679, trovo questo Manifesto.
«Amici e Fratelli.
«Le vostre domande furono soddisfatte. L'oblio con la formula completa
da voi desiderata venne concesso. I poteri eccezionali gittati come un
velo sopra la faccia della Libertà, saranno tolti per non rinnovarsi
mai più.
«Io spero che voi abbiate così meritato ottimamente della Toscana, e
quella ve ne sarà grata.
«Io mi allontano da questa amatissima terra con la persona; col cuore
rimango fra voi. Avrete a governarvi Giuseppe Montanelli, nome caro ai
buoni; per detti e per fatti bello ornamento della Patria. Amatelo,
riveritelo. Se voi avete fiducia in lui, com'egli ha fiducia in voi,
la opera della quiete dignitosa e con sicurezza sarà confermata; opera
alla quale non io, ma la bontà, la temperanza, e la egregia indole
vostra tanto potentemente hanno contribuito. Addio.
«Livorno, 4 ottobre 1848.
«F. D. GUERRAZZI.»
[105] A questo accennano l'espressioni della lettera del sig.
Gonfaloniere Fabbri del 9 ottobre 1848 stampata a p. 23 nei Documenti
dell'Accusa: «Sto preparando cosa, che ti sarà gradita; adesso non
voglio dirti nulla....» Nel medesimo Documento occorre quest'altro
periodo: «dimani comunicherò ai miei Colleghi la tua lettera, e sono
certo che sarà da loro bene accetta tanto per la sua _forma materiale,
che spirituale_.» Il sig. Gonfaloniere, richiesto, mi aveva fatto
sperare copia delle Deliberazioni del Municipio di Livorno che mi
riguardano, e le lettere private a lui stesso dirette, onde me ne
valessi nel presente bisogno; — mi duole che non abbia potuto mandarmi
queste carte per difetto di superiore permesso.
[106] Documenti, pag. 9.
[107] _Monitore_ del 6 febbraio 1849.
[108] Però importa avvertire in proposito, che se il Ministero mi
avesse lasciato in Livorno, nè vi sarebbe venuto Montanelli, nè la
Costituente sarebbe stata bandita, il Ministero approvante.
[109] Vedi Documenti dell'Accusa, pag. 456. Dispaccio telegrafico del
Gonfaloniere di Livorno al Ministero.
[110] L'Accusa sembra ritenere autore il Montanelli dell'articolo
stampato nella _Italia_; anche in questo s'inganna: esso appartiene a
certo Professore della Università di Pisa, di cui taccio il nome per
amore di pace.
[111] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 899.
[112] «Giuseppe Massari si recava a visitare per sè, e per parte di
Vincenzo Gioberti, il nostro concittadino F.-D. Guerrazzi il quale
si affrettò a recarsi da lui...» — (_Corr. Livornese_, del 25 Maggio
1848.) — Per avventura il signor Massari veniva a visitarmi mosso dal
desiderio medesimo, che conduce quei strani cervelli degl'Inglesi a
vedere Gasparone in Civitavecchia? — Avverta, che io conservo il suo
biglietto lasciato sul mio banco, me assente, dettato di cortesi parole
quali il signor Massari sa usare allorchè di tratto in tratto lo prende
vaghezza di mostrarsi onesto, e gentile.
[113] Io non ricordo tutte le persone presenti alla conferenza narrata;
in nome della onestà le prego a mostrarsi per renderne testimonianza.
[114] _Seduta del dì 13 ottobre 1848._
«Adunati servatis servandis
«Gl'Illustrissimi Signori Gonfaloniere, e Priori componenti il
Magistrato della Comunità di Livorno, in numero sufficiente di sei per
trattare:
«Essendosi questa mattina adunata sotto il Palazzo Comunitativo una
quantità di Popolo con bandiere e tamburi, unitamente alla Banda
Civica, ed avendo presentato un Indirizzo del seguente tenore:
(_Qui è riportato l'Indirizzo del Popolo_.)
«Il Municipio adunatosi per urgenza,
«Considerando essere indispensabile al bene del paese e dell'intiera
Toscana, che il nuovo Ministero sia composto di uomini adattati ai
tempi ed aventi la pubblica fiducia;
«Considerando che il Popolo di questa città accenna il desiderio che
sieno eletti a detto ufficio l'attuale nostro Governatore Montanelli e
l'Avvocato Guerrazzi;
«Considerando che mentre da un lato il Municipio ritiene essere
prerogativa Regia la nomina dei Ministri, e che conseguentemente
la loro Elezione deve emanare dall'animo del Principe, dall'altro
lato ravvisa che senza offendere la detta prerogativa potevasi
rappresentargli il voto del Popolo;
«Perciò Delibera:
«Di accogliere l'Indirizzo succitato del Popolo come _semplice
espressione di un desiderio_, e di farsi organo, onde tale
manifestazione pervenga all'Ottimo nostro Principe.
«E quanto sopra è stato approvato ad unanimità.
«Per Copia ec.
«_Il Gonfaloniere_
«Avv. L. FABBRI.
«_Il Cancelliere_
«J. CERAMELLI.»
[115] Prova manifesta che quantunque benevole le disposizioni a favor
mio, per certo da me non provocate, non avrebbero avuto virtù di
costringere persona, ha pure registrata nel suo volume l'Accusa. Parte
del Municipio invitando il Governo a mandare Governatore in Livorno
sollecitava in nome del Popolo cotesto ufficio per me; il Ministero
ricusò; io mi partii da Livorno, e Montanelli fu accolto. I Documenti
a pag. 679 narrano così: «Questa mattina (4 ottobre, 11 ant.) sono
stati affissi per tutte le contrade della città proclami stampati
che esprimevano un _voto_ perchè Guerrazzi fosse eletto Governatore,
Montanelli Ministro. È tornata la Deputazione da Firenze, ma le
risoluzioni che ha portato non sono state di _piena_ soddisfazione,
giacchè _alcuni del Popolo_ che amano Guerrazzi avrebbero voluto
vedere in qualche modo ricompensate le _sue tante cure pel bene di
Livorno_.... — In Piazza vi sono grandi attruppamenti di Popolo
attendente che venga affissa la officiale risposta portata dalla
Deputazione; non so come verrà accolta; _forse il Popolo si calmerà, e
sacrificherà alla quiete del paese l'uomo da lui amato, ed in cui aveva
riposta grande fiducia_. — (Ore 3 pom.) Guerrazzi _è già partito_ alla
volta di Firenze lasciando uno addio al Popolo, ch'è stato affisso in
istampa per tutti i canti e che t'invio. Questa repentina partenza ha
fatto molta sensazione. Intanto _gli scritti aumentavano per le vie,
tutti esprimenti il desiderio, che Guerrazzi fosse eletto Governatore
ed il Montanelli Ministro_. — (Ore 4 pom.) Il Gonfaloniere..... ha
detto, che la Deputazione tornata da Firenze portava l'annuenza del
Governo a tutto quanto domandava la città, tranne però la nomina del
Guerrazzi a Governatore. — Il Gonfaloniere ha quindi dimostrato la
necessità di accettarlo (il Montanelli), _ed il Popolo ha aderito_.»
[116] Eppure la opinione pubblica non era avversa al Ministero
nostro, non dirò degli amici, ma degli avversarii, e degli emuli. La
_Riforma_, foglio per certo a noi non parziale, scriveva: «Il nuovo
Ministero fu accettato come termine di agitazione rovinosa, e come
pegno di tranquillità.» — (3 novembre 1848). — Il _Nazionale_, che
fece professione di _Costituzionalismo_ anche in mezzo alla procella
repubblicana, si esprime sul conto nostro in guisa da far comprendere
due cose: che potevo aspettarmi l'appoggio anche della passata
Assemblea, e che gli agitatori si reputavano non istrumenti, ma nemici
del Ministero:
«Noi crediamo che il presente Ministero potesse presentarsi anco
alla passata Assemblea, ed averne quell'appoggio che nessun uomo
ragionevole deve negare a chi governando il paese chiede per il paese
cose necessarie e veramente utili. Molto più pensiamo, che oggi egli
sia per ottenere questa giusta cooperazione. — Diciamo _molto più_;
non solamente perchè alcuni atti del Ministero hanno _attenuato le
sinistre prevenzioni destate al suo nascere_; ma perchè i furibondi,
che hanno dato con le loro grida e co' loro fatti alla santa parola
di _democrazia_ un senso contrario al suo senso nativo, e un senso
non accettevole nè dagli onesti nè dai sensati, hanno persuaso
l'universalità, che il Ministero non può secondare costoro senza
distruggere sè medesimo.» — (_Il Nazionale_, 2 dicembre 1848.)
[117] L'Atto di Accusa, § VIII, cita in parte la lettera del Pigli
dell'11 ottobre; a che fine l'allega? Essa contiene una dichiarazione
di principii; e quali sono eglino? _L'applicazione sincera della
Costituzione_. Egli mi conforta a sperare, che il Governo presto
entrerà nel mio sistema: aggiunge, il Ministero attuale non potere
durare; repudiarlo il paese; tornassi a Firenze, assistessi con
attenzione al Dramma, e fossi presente quando sarei chiamato. È
un Deputato della Opposizione, che scrive ad altro Deputato della
Opposizione. Che cosa contiene la lettera, che perfettamente regolare
non sia? — Non di Costituente vi si ragiona, nè di Repubblica; non di
maneggi, non di dimostrazioni, non di concerti illegali; ma di speranza
che il Ministero mutasse, e di chiamata mia ad attuare il sistema
della sincera Costituzione. Questa lettera non solo non ha nulla che
mi pregiudichi, ma non ha nulla che non mi favorisca. Io pertanto
l'accetto; quantunque non possa astenermi da domandare: e dove mai
l'Accusa apprese il costume di costruire laboriosamente l'edifizio
delle sue imputazioni sopra atti che non si partono da me?
[118] Il _Conciliatore_ (organo semi-ufficiale dei precedenti Ministeri
Ridolfi e Capponi) del 22 gennaio 1849, parlando delle diverse
voci correnti in quel giorno, avverte come alcuni dicessero, che il
Ministero avrebbe presentato egli stesso la legge: «_e così dovrebbe
essere_, egli soggiunge, _giacchè il Ministero entrò al Potere con
questo programma, e mal si comprende come oggi lo consideri lettera
morta, e se lo lasci imporre dal Popolo_.»
[119] Ho presentato a S. A. rispettosa Istanza, onde si degni
autorizzarmi a manifestare le conferenze ch'ebbi l'onore di tenere con
lui.
[120] Non rechi maraviglia se io pongo i sentimenti di lingua a pari
di quelli di religione gagliardi: tali essi sono più che altri non
pensa; e comecchè con qualche esagerazione, Paolo Bourgoing, in certo
suo opuscolo che ha titolo — _Guerra d'idiomi e di nazionalità_, non
dubitava attribuire il precipuo motivo della guerra tra Magiari e Slavi
alla pretensione dei primi d'imporre il proprio linguaggio ai secondi.
[121] E la Costituente montanelliana dalla stessa Opposizione
salutavasi splendida e generosa.
«Intanto fu lanciata in mezzo d'Italia la bandiera della Costituente.
Noi ne apprendemmo allora tutti i pericoli. Assentimmo in genere
l'idea, perchè a tutto quello ci siamo proposti assentire che conduca
al fatto che propugnamo, la _Nazionalità Italiana_. — Credemmo _più
splendida e generosa l'idea del Montanelli_; credemmo praticamente
esser meglio possibile l'idea del Gioberti che si moveva dal fatto,
lo rispettava, e non lo contradiceva.» — (_Conciliatore_, 14 gennaio
1849.)
[122] Atto di Accusa a pag. 77.
[123] «Art. 12. La Costituente italiana avrà due stadii: il 1º
anteriore, il 2º posteriore alla cacciata dello straniero. Tutte le
quistioni di ordinamento interno della Nazione non si dovranno agitare
se non che nel secondo stadio, poichè alla loro risoluzione è richiesto
il voto di tutto il Popolo italiano, gran parte del quale non potrà
eleggere i suoi rappresentanti finchè geme nel dolore della servitù
straniera. La Costituente del primo stadio deve occuparsi di tutti
i problemi, che si riferiscono direttamente o indirettamente allo
acquisto della Indipendenza. Essa impedirà quello sparpagliamento di
forze, che fu la causa principale dello esito infelice della ultima
guerra. _A tale effetto la Costituente, potrà incominciare le sue
operazioni appena due Stati italiani si sieno intesi per iniziarla_.»
«Art. 13. § 3. Se vanno d'accordo, che le quistioni di ordinamento
interno si aggiornino tutte fino alla cacciata dello straniero, senza
che alla Costituente iniziatrice sia vietato preparare gli elementi per
la loro più facile soluzione.» — Potrei citare altri atti, ma questi
spero che basteranno.
[124] Il _Popolano_ dell'8 novembre 1848 riporta un articolo dallo
_Indipendente_ di Venezia, che critica il Programma Ministeriale,
dicendolo «un po' pallido, un po' cattedratico, un poco troppo
pacifico;... che se vi è abbastanza per la libertà civile e pel
progresso morale della Toscana, vi è nulla o poco più di nulla per la
guerra ec.» E continua con l'invitare i Circoli Toscani a _spingere_
il nuovo Ministero per la via rivoluzionaria; perchè, siegue: «Ci
sembra poi di una estrema gravità il riserbo che i nuovi Ministri
si prefiggono nel loro Programma rispetto alla Costituente Italiana,
per cui si limitano a tenere alzata la bandiera ed a richiamare del
continuo l'attenzione dei Principi. A noi pare non sia tutto il da
farsi, ma che anzi si aspetti e si voglia molto di più. Perchè dove si
tratta dei grandi destini di tutta una Nazione, bisogna voler riuscire
ad ogni costo, e non basta il dire: se non riesciamo, la colpa non
sarebbe nostra. La questione non è di colpa o di responsabilità; la
questione è della sorte di 23 milioni di persone.»
E finisce con lo spronare i popoli a _forzare_ i Governi alla
accettazione piena della Costituente Italiana.
Il medesimo _Popolano_ dell'11 gennaio 1849, il quale rende conto del
Discorso della Corona proferito all'apertura delle Assemblee, così si
esprime: «Ciò che riguarda la Costituente in questo discorso è anche
più incerto e più dubbio di quello che sia permesso ad un discorso di
apertura.»
«Non ci voleva altro che il S......... od uomini della sua stampa o
Municipio nel modo consueto per essere poi mandate ad esecuzione dalla
Commissione eligenda dal seno del Municipio stesso. — Approvato con
Partito unanime di voti favorevoli.
«_Proposizione quinta_. — Tutti i Dispacci che riceverà il Municipio
saranno partecipati immediatamente alla Commissione esecutiva, onde
provveda e risponda al Municipio, e da questo sia la risposta trasmessa
nelle forme al Ministero, o a cui altro di ragione. — Approvata con
Partito unanime di voti favorevoli.
«Disponendosi ora la Civica Magistratura ad eleggere i due Soggetti
che dovranno comporre la Commissione esecutiva Provvisoria, il Signor
Luigi Baganti f. f. di Gonfaloniere ha nominati i Signori Avvocato
Francesco Domenico Guerrazzi e Antonio Petracchi, ambedue appartenenti
alla Magistratura; e mandati separatamente a Partito questi due Nomi, è
stato ritrovato che ciascuno di essi aveva riportati i voti favorevoli
ad unanimità.
«Passando finalmente le SS. LL. Illustrissime alla elezione della
Commissione Provvisoria di Sicurezza, il prelodato Signore Baganti ha
proposto i seguenti Soggetti estranei al Corpo Magistrale:
«1. Malenchini Dottor Tito.
«2. Poli Dottor Adriano.
«3. Adami Dottor Giovan Salvadore.
«4. Lambardi Dottor Emilio.
«E detti quattro Soggetti mandati separatamente a Partito è stato
ritrovato che ciascuno di essi aveva riportati voti favorevoli otto,
contrarii nessuno.
«Per copia conforme etc.
«_Pel Gonfaloniere_
«L. BAGANTI f. f.
«_Il Cancelliere_
«J. CERAMELLI.»
[89] Quando questa Deliberazione fu disfatta non so; rammento solo, che
fu fatta il 9 settembre 1848.
[90] _Deliberazione per determinare i limiti entro ai quali doveva
restringersi l'autorità della Commissione esecutiva._
«Seduta del 12 settembre 1848.
«Adunati servatis servandis
«Gl'illustrissimi signori Gonfaloniere, e Priori componenti il
Magistrato della Comunità di Livorno, in numero sufficiente di otto per
trattare:
«La Commissione Municipale esecutiva onde bene conoscere la latitudine
del suo mandato, ha fatto istanza che venga circoscritta la sfera delle
sue attribuzioni.
«In conseguenza di ciò il Magistrato ha stabilito:
«1º Si confermano le attribuzioni conferitele nelle precedenti
deliberazioni.
«2º Le si dà facoltà piena d'impiegare persone che reputerà più adatte
consultando i Parrochi di ogni Cura, non meno che ad adoperare i mezzi
più opportuni per eseguire la costituzione della Guardia Municipale,
e la ricostituzione della Guardia Civica in conformità delle cose
deliberate.
«3º Però tutte le pubblicazioni ed avvisi devono farsi a nome del
Municipio in unione della Commissione esecutiva Municipale e delle
persone aggiunte.
«4º In quanto alle spese occorrenti, la Commissione esecutiva
Municipale, in unione al signor Francesco Bombardieri delegato a questo
ufficio per quello che concerne la Guardia Civica, avrà ricorso alla
cassa del Municipio, e per quello che spetta alla Guardia Municipale si
dirigerà al Commissariato di Guerra e Marina.
«E quanto sopra approvato per voti favorevoli otto, contrarj nessuno.
«Per copia conforme ec.
«Visto. _Il Gonfaloniere_.
«_Il Cancelliere_
«J. CERAMELLI.»
[91] «L'Ordinanza sulla Guardia Civica Provvisoria, approvata in
genere, se siamo bene informati, avrebbe incontrato la superiore
disapprovazione in alcuni particolari, che a noi sembrano d'importanza
minima. Si crederebbe lesa la prerogativa Reale, per la nomina degli
ufficiali superiori, ec. ec.; ma questa Guardia Civica nuovamente
organizzata per ricondurre la quiete e la pace nella città, non si
chiama e non è provvisoria? Dovendosi essa in tutta fretta costituire
pel pronto ristabilimento dell'ordine, come si poteva seguire
scrupolosamente le tracce del Regolamento del settembre, — adempiendo
le lunghe formalità delle nomine? — Ogni buon cittadino di Livorno sa
che qualunque grado sia per ottenere dal voto de' suoi concittadini
nella nuova Guardia Provvisoria sarà provvisorio. Egli sarà pronto a
tornare semplice soldato della milizia cittadina, appena il Principe,
valendosi delle prerogative che la legge gli accorda, nominerà gli
ufficiali di cui gli spetta la scelta.
«Insomma quello che fu fatto provvisoriamente, e per urgenza, noi
crediamo non possa in alcun modo redarguirsi, nè offendere minimamente
le leggi e la regia autorità. E ripetiamo: i provvedimenti adottati
dal Municipio e dalla Commissione hanno rassicurato gli animi, hanno
ristabilito in Livorno la pace, e la fiducia reciproca.» — (_Corriere
Livornese_ del 12 settembre 1848.)
[92] «I signori Torello Borgheri ed Eugenio Pignatel si recarono ieri
a Firenze come Deputati della Camera del Commercio per chiedere, che
sieno tolte _finalmente_ di mezzo queste cause del pubblico malcontento
tanto dannose agl'interessi della nostra città.» — (_Corriere
Livornese_ del 13 settembre 1848.)
[93] «La Camera di Commercio penetrata ogni dì più della causa della
nostra città, — onde testimoniare pubblicamente in qual concetto ella
tenga i provvedimenti adottati per l'ordinamento della cosa pubblica si
è impegnata a sopperire alla metà della spesa richiesta al mantenimento
della Guardia Municipale, ed ha già messo a disposizione del Municipio
L. 7000 pel primo mese.» — (_Corriere Livornese_ del 12 settembre
1848.)
[94] Egli è proprio un miracolo se nelle frequenti _razzia_ (e lo dirò
in arabo perchè le sono cose da Beduini) fatte sopra le mie carte se ne
potè salvare qualcheduna, che porga lume in questa materia. Ecco tre
documenti, che consacro ad Apollo liceo, come pei Pastori di Arcadia
costumavasi quando salvavano l'agnello dalla bocca del Lupo.
1º _Lettera diretta ai signori del Municipio, dimostrativa gli ostacoli
sconsigliati opposti dal Ministro dello Interno ai partiti di Polizia
da me suggeriti e fatti adottare_.
«Illustrissimi Signori,
«Ci ha recato maraviglia non piccola la Ministeriale comunicataci dalle
VS. Illustrissime intorno ai partiti che abbiamo dovuto prendere onde
tutelare la pubblica sicurezza.
«Certamente la mole delle faccende fu colpa dell'oblio di S. E. il
Ministro dello Interno.
«Noi e Voi, o Signori, nello arrestare persone sospette, pregiudicate,
e in parte trasgressore dei precetti ricevuti, abbiamo proceduto
non per vie eccezionali, ma in virtù della Legge del 26 novembre
1847, la quale, come si accenna nel Proemio, ha da durare fino alla
pubblicazione del regolamento organico di Polizia.
«Le attribuzioni da noi adoperate si contemplano nello Art. 2 della
allegata Legge.
«La pratica poi viene in conferma di quanto affermiamo, imperciocchè
dai Protocolli della Delegazione di San Marco consideriamo una serie
non interrotta di processi e di risoluzioni di simile natura con le
quali — per misura di prevenzione reclamata dalle loro pregiudicate
qualità — furono condannati parecchi individui a dimora coatta di
4, 6, 8 mesi, e allo esilio per 3, 4 e 6 mesi, con la comminazione
trasgredendo di reclusione nella Casa di Forza di Piombino.
«Egregiamente commetteste la compilazione dei processi alle Cancellerie
dei Delegati di Governo, così ordinando l'Art. 9 della rammentata
Legge.
«Solo rimanevaci il dubbio se per l'Art. 1, la Commissione preposta
a conoscere e deliberare intorno cotesti fatti avendosi a comporre
del Governatore e degli Assessori legali, essendosi dispersa, in
Voi risiedessero le facoltà alla medesima conferite: ma siccome
ripensandovi sopra, le facoltà tutte governative troviamo essere a VS.
partecipate, e considerando ancora che il provvedimento di cacciare via
dalla città uomini perversi e rotti ad ogni maniera di delitti è legge
suprema di sicurezza, così noi vi preghiamo avvertire S. E. il Ministro
che voglia coadiuvarci con tutti i nervi nelle misure che saremo per
prendere.
«Il ristabilimento dell'ordine è a questi patti, e andiamo sicuri che
nella sua alta perspicacia il Ministero sarà per accettarli.
«Ci valghiamo poi della occasione per richiamare la grave avvertenza
del Ministero intorno alla necessità di vestire presto la Guardia
Municipale: temiamo che abbia a perdere della rispettabilità sua;
e consumata anche questa forza noi riusciremmo poveri di consigli e
non sapremmo a che cosa ricorrere; — e intorno allo altro fatto del
cacciatore a cavallo Berni: queste mene perniciosissime non possono
tollerarsi, e mantengono sempre vivo lo Stato di suspicione del Popolo
contro il Governo, che noi tutti ci affatichiamo con indefesse cure
sopire. Tanto per governo delle SS. VV. Illustrissime, mentre ci
confermiamo
«Livorno, 26 settembre 1848.»
2º _Lettera al Commissario di Guerra intorno alle sofisticherie
ministeriali per le spese della Municipale_.
«Illustrissimo Signore,
«Le accludiamo lettera del capitano Roberti, e le facciamo osservare
che S. E. il Ministro dello Interno avendo consentito a pagare la
Guardia Municipale è venuto implicitamente a consentire il pagamento
delle spese accessorie. Ora se il pagamento del soldo è appoggiato
al Commissariato, come razionalmente deve non appoggiarsegli la
soddisfazione di queste altre spese? Per l'amore di Dio non creiamo
altre difficoltà, che noi ci anneghiamo dentro. Letto che l'abbia si
compiacerà ritornarmi il foglio Roberti.
«Le recheranno la presente due ufficiali che vogliono foglio di rotta,
e paga per ripartire. Con Ministeriale di stamane S. E. il Ministro
dello Interno concede al Municipio sussidiare tutti i Volontarj che
tornano a casa entro i limiti del bisogno, per rivalerci sopra il
Governo. _Per iscansare inutili giri, e poi perchè noi non vogliamo
maneggiare danari, e finalmente perchè poco adatti a distinguere quello
che si meritano_, reputiamo prudente inviarli immediatamente a VS.
«E con vera stima ci confermiamo
«Livorno, 27 settembre 1848.»
3º _Lettera al Gonfaloniere relativa alle compagnie dei ladri, e alla
insufficienza delle misure dal Ministero prescritte. Raccomandazione
a non attraversare. Fiducia della classe commerciale al Governo;
imprestito offerto al 4 per %_.
«Illustrissimo signore Gonfaloniere,
«Si compiacerà avvertire S. E. il Ministro dello Interno che in quanto
alla prima parte del suo Dispaccio ci referiamo alla nostra di ieri; e
di più aggiunga come valendoci dei pochi mezzi che stanno in potestà
nostra noi eravamo giunti a penetrare come s'intendesse comporre
in Livorno una compagnia di ladri giovandosi dello scompiglio che
immaginarono crescente. Ora in così grave emergenza la misura indicata
nella Ministeriale non basta, sia perchè la nostra Guardia Municipale
è scarsa e insufficiente a tanta faccenda, sia perchè si tratta dovere
procedere con gente audacissima e capace di ogni estremo partito.
«Noi che stiamo sul luogo, conosciamo la materia e imploriamo che ci
lascino fare, sempre che le disposizioni che saremo per prendere non
si allontanino dalla legalità, e fin qui ci sembra avere dimostrato
che non ce ne siamo dipartiti. Bisogna allontanare questi facinorosi
dalla città. Per le altre cose tutte parci bene quanto ci suggerisce
la Ministeriale, e sarà osservato con diligenza. Pensiamo che giovi
eziandio avvertire il Ministro come le cose procedano di bene in
meglio, e della fiducia riposta nell'attuale Governo dalla classe
commerciale, e della carità patria mostrata in sovvenirci in tanta
strettezza di danaro al modico cambio del 4 per %, e questo ne sia
pegno della opinione di sicurezza che impera quaggiù. E con questo la
riveriamo.
«Li 27 settembre 1848.»
[95] _Corriere Livornese_, 18 settembre 1848, e numeri antecedenti;
Atti del Municipio.
_Corriere Livornese_, 5 settembre 1848. «Le nostre osservazioni non
sono dirette contro l'ottimo Principe, ma contro i Ministri che sono
responsabili del linguaggio che gli fanno tenere.»
_Corriere Livornese_, 6 settembre 1848. «Il Guerrazzi non prendendo
consiglio che dal suo cuore, e desiderando vedere pacificata la sua
patria, mostrò i mali di una divisione di Livorno dalla Toscana, separò
la causa del Principe da quella del suo Ministero, invocò il sussidio
della Religione.»
[96] Corriere Livornese, 12 e 16 settembre 1848.
«Per buona ventura, se il Principe non trovava a Pisa le armi dei
cittadini, che vi aspettava, vi trovò il _rispetto, e lo amore dei suoi
sudditi, il quale non gli verrà meno giammai_, perchè tutti sanno che
egli non può nè deve corrispondere degli sbagli dei suoi Ministri.
Crediamo poi, che la bontà e la clemenza di questo nostro Principe sia
_tanto elevata e grande_ da non limitarsi alla disapprovazione dello
abuso del potere, ma sibbene anche da renunziare _piuttosto al diritto
della sua sovranità prima di ordinare lo spargimento di nuovo sangue
cittadino_.
Il Principe e il suo Governo, sempre sotto le medesime formule, e
con la stessa religione promettono non inviare forza alcuna contro la
nostra città..... il _nostro Principe piange il suo scettro intriso di
sangue contro la sua volontà, e contro ai suoi ordini_.»
[97] _Corriere Livornese_, 12 settembre 1848.
«Un nome solo _conosce ed onora_ la Italia fra tutti quelli che
compongono il Ministero attuale, quello di _Gino Capponi_....
La dignità del Principe, e la salute della Nazione richiedono che.....
si conservi il solo _Capponi_.....
Nonostante non lo crediamo, riuscendoci acerbissimo supporre che un
Ministero il quale assume il titolo da un _Gino Capponi_ abbia ordinato
si mitragliasse una città innocente.»
[98] Parole del Ministro dello Interno.
[99] Vedi Relazione officiale diretta al Ministro dello Interno il
28 settembre 1848 dai signori Tartini, Bandi, e Duchoqué.-(Documento
dell'Accusa pag. 677.) «Il signor Guerrazzi, cercato e interpellato,
emise la sua opinione, ma offerse accompagnare gl'inviati del Governo,
dichiarandosi pronto a parteciparne le fortune. Ciò è taciuto nel
Rapporto.» — (_Corriere Livornese_ del 30 settembre 1848.)
[100] Vedi lettere del Montanelli nei Documenti dell'Accusa, a pag. 16.
[101] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 36, 39, 679.
[102] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 679.
[103] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 30.
[104] Fra i Documenti dell'Accusa, pag. 679, trovo questo Manifesto.
«Amici e Fratelli.
«Le vostre domande furono soddisfatte. L'oblio con la formula completa
da voi desiderata venne concesso. I poteri eccezionali gittati come un
velo sopra la faccia della Libertà, saranno tolti per non rinnovarsi
mai più.
«Io spero che voi abbiate così meritato ottimamente della Toscana, e
quella ve ne sarà grata.
«Io mi allontano da questa amatissima terra con la persona; col cuore
rimango fra voi. Avrete a governarvi Giuseppe Montanelli, nome caro ai
buoni; per detti e per fatti bello ornamento della Patria. Amatelo,
riveritelo. Se voi avete fiducia in lui, com'egli ha fiducia in voi,
la opera della quiete dignitosa e con sicurezza sarà confermata; opera
alla quale non io, ma la bontà, la temperanza, e la egregia indole
vostra tanto potentemente hanno contribuito. Addio.
«Livorno, 4 ottobre 1848.
«F. D. GUERRAZZI.»
[105] A questo accennano l'espressioni della lettera del sig.
Gonfaloniere Fabbri del 9 ottobre 1848 stampata a p. 23 nei Documenti
dell'Accusa: «Sto preparando cosa, che ti sarà gradita; adesso non
voglio dirti nulla....» Nel medesimo Documento occorre quest'altro
periodo: «dimani comunicherò ai miei Colleghi la tua lettera, e sono
certo che sarà da loro bene accetta tanto per la sua _forma materiale,
che spirituale_.» Il sig. Gonfaloniere, richiesto, mi aveva fatto
sperare copia delle Deliberazioni del Municipio di Livorno che mi
riguardano, e le lettere private a lui stesso dirette, onde me ne
valessi nel presente bisogno; — mi duole che non abbia potuto mandarmi
queste carte per difetto di superiore permesso.
[106] Documenti, pag. 9.
[107] _Monitore_ del 6 febbraio 1849.
[108] Però importa avvertire in proposito, che se il Ministero mi
avesse lasciato in Livorno, nè vi sarebbe venuto Montanelli, nè la
Costituente sarebbe stata bandita, il Ministero approvante.
[109] Vedi Documenti dell'Accusa, pag. 456. Dispaccio telegrafico del
Gonfaloniere di Livorno al Ministero.
[110] L'Accusa sembra ritenere autore il Montanelli dell'articolo
stampato nella _Italia_; anche in questo s'inganna: esso appartiene a
certo Professore della Università di Pisa, di cui taccio il nome per
amore di pace.
[111] Vedi Documenti dell'Accusa, a pag. 899.
[112] «Giuseppe Massari si recava a visitare per sè, e per parte di
Vincenzo Gioberti, il nostro concittadino F.-D. Guerrazzi il quale
si affrettò a recarsi da lui...» — (_Corr. Livornese_, del 25 Maggio
1848.) — Per avventura il signor Massari veniva a visitarmi mosso dal
desiderio medesimo, che conduce quei strani cervelli degl'Inglesi a
vedere Gasparone in Civitavecchia? — Avverta, che io conservo il suo
biglietto lasciato sul mio banco, me assente, dettato di cortesi parole
quali il signor Massari sa usare allorchè di tratto in tratto lo prende
vaghezza di mostrarsi onesto, e gentile.
[113] Io non ricordo tutte le persone presenti alla conferenza narrata;
in nome della onestà le prego a mostrarsi per renderne testimonianza.
[114] _Seduta del dì 13 ottobre 1848._
«Adunati servatis servandis
«Gl'Illustrissimi Signori Gonfaloniere, e Priori componenti il
Magistrato della Comunità di Livorno, in numero sufficiente di sei per
trattare:
«Essendosi questa mattina adunata sotto il Palazzo Comunitativo una
quantità di Popolo con bandiere e tamburi, unitamente alla Banda
Civica, ed avendo presentato un Indirizzo del seguente tenore:
(_Qui è riportato l'Indirizzo del Popolo_.)
«Il Municipio adunatosi per urgenza,
«Considerando essere indispensabile al bene del paese e dell'intiera
Toscana, che il nuovo Ministero sia composto di uomini adattati ai
tempi ed aventi la pubblica fiducia;
«Considerando che il Popolo di questa città accenna il desiderio che
sieno eletti a detto ufficio l'attuale nostro Governatore Montanelli e
l'Avvocato Guerrazzi;
«Considerando che mentre da un lato il Municipio ritiene essere
prerogativa Regia la nomina dei Ministri, e che conseguentemente
la loro Elezione deve emanare dall'animo del Principe, dall'altro
lato ravvisa che senza offendere la detta prerogativa potevasi
rappresentargli il voto del Popolo;
«Perciò Delibera:
«Di accogliere l'Indirizzo succitato del Popolo come _semplice
espressione di un desiderio_, e di farsi organo, onde tale
manifestazione pervenga all'Ottimo nostro Principe.
«E quanto sopra è stato approvato ad unanimità.
«Per Copia ec.
«_Il Gonfaloniere_
«Avv. L. FABBRI.
«_Il Cancelliere_
«J. CERAMELLI.»
[115] Prova manifesta che quantunque benevole le disposizioni a favor
mio, per certo da me non provocate, non avrebbero avuto virtù di
costringere persona, ha pure registrata nel suo volume l'Accusa. Parte
del Municipio invitando il Governo a mandare Governatore in Livorno
sollecitava in nome del Popolo cotesto ufficio per me; il Ministero
ricusò; io mi partii da Livorno, e Montanelli fu accolto. I Documenti
a pag. 679 narrano così: «Questa mattina (4 ottobre, 11 ant.) sono
stati affissi per tutte le contrade della città proclami stampati
che esprimevano un _voto_ perchè Guerrazzi fosse eletto Governatore,
Montanelli Ministro. È tornata la Deputazione da Firenze, ma le
risoluzioni che ha portato non sono state di _piena_ soddisfazione,
giacchè _alcuni del Popolo_ che amano Guerrazzi avrebbero voluto
vedere in qualche modo ricompensate le _sue tante cure pel bene di
Livorno_.... — In Piazza vi sono grandi attruppamenti di Popolo
attendente che venga affissa la officiale risposta portata dalla
Deputazione; non so come verrà accolta; _forse il Popolo si calmerà, e
sacrificherà alla quiete del paese l'uomo da lui amato, ed in cui aveva
riposta grande fiducia_. — (Ore 3 pom.) Guerrazzi _è già partito_ alla
volta di Firenze lasciando uno addio al Popolo, ch'è stato affisso in
istampa per tutti i canti e che t'invio. Questa repentina partenza ha
fatto molta sensazione. Intanto _gli scritti aumentavano per le vie,
tutti esprimenti il desiderio, che Guerrazzi fosse eletto Governatore
ed il Montanelli Ministro_. — (Ore 4 pom.) Il Gonfaloniere..... ha
detto, che la Deputazione tornata da Firenze portava l'annuenza del
Governo a tutto quanto domandava la città, tranne però la nomina del
Guerrazzi a Governatore. — Il Gonfaloniere ha quindi dimostrato la
necessità di accettarlo (il Montanelli), _ed il Popolo ha aderito_.»
[116] Eppure la opinione pubblica non era avversa al Ministero
nostro, non dirò degli amici, ma degli avversarii, e degli emuli. La
_Riforma_, foglio per certo a noi non parziale, scriveva: «Il nuovo
Ministero fu accettato come termine di agitazione rovinosa, e come
pegno di tranquillità.» — (3 novembre 1848). — Il _Nazionale_, che
fece professione di _Costituzionalismo_ anche in mezzo alla procella
repubblicana, si esprime sul conto nostro in guisa da far comprendere
due cose: che potevo aspettarmi l'appoggio anche della passata
Assemblea, e che gli agitatori si reputavano non istrumenti, ma nemici
del Ministero:
«Noi crediamo che il presente Ministero potesse presentarsi anco
alla passata Assemblea, ed averne quell'appoggio che nessun uomo
ragionevole deve negare a chi governando il paese chiede per il paese
cose necessarie e veramente utili. Molto più pensiamo, che oggi egli
sia per ottenere questa giusta cooperazione. — Diciamo _molto più_;
non solamente perchè alcuni atti del Ministero hanno _attenuato le
sinistre prevenzioni destate al suo nascere_; ma perchè i furibondi,
che hanno dato con le loro grida e co' loro fatti alla santa parola
di _democrazia_ un senso contrario al suo senso nativo, e un senso
non accettevole nè dagli onesti nè dai sensati, hanno persuaso
l'universalità, che il Ministero non può secondare costoro senza
distruggere sè medesimo.» — (_Il Nazionale_, 2 dicembre 1848.)
[117] L'Atto di Accusa, § VIII, cita in parte la lettera del Pigli
dell'11 ottobre; a che fine l'allega? Essa contiene una dichiarazione
di principii; e quali sono eglino? _L'applicazione sincera della
Costituzione_. Egli mi conforta a sperare, che il Governo presto
entrerà nel mio sistema: aggiunge, il Ministero attuale non potere
durare; repudiarlo il paese; tornassi a Firenze, assistessi con
attenzione al Dramma, e fossi presente quando sarei chiamato. È
un Deputato della Opposizione, che scrive ad altro Deputato della
Opposizione. Che cosa contiene la lettera, che perfettamente regolare
non sia? — Non di Costituente vi si ragiona, nè di Repubblica; non di
maneggi, non di dimostrazioni, non di concerti illegali; ma di speranza
che il Ministero mutasse, e di chiamata mia ad attuare il sistema
della sincera Costituzione. Questa lettera non solo non ha nulla che
mi pregiudichi, ma non ha nulla che non mi favorisca. Io pertanto
l'accetto; quantunque non possa astenermi da domandare: e dove mai
l'Accusa apprese il costume di costruire laboriosamente l'edifizio
delle sue imputazioni sopra atti che non si partono da me?
[118] Il _Conciliatore_ (organo semi-ufficiale dei precedenti Ministeri
Ridolfi e Capponi) del 22 gennaio 1849, parlando delle diverse
voci correnti in quel giorno, avverte come alcuni dicessero, che il
Ministero avrebbe presentato egli stesso la legge: «_e così dovrebbe
essere_, egli soggiunge, _giacchè il Ministero entrò al Potere con
questo programma, e mal si comprende come oggi lo consideri lettera
morta, e se lo lasci imporre dal Popolo_.»
[119] Ho presentato a S. A. rispettosa Istanza, onde si degni
autorizzarmi a manifestare le conferenze ch'ebbi l'onore di tenere con
lui.
[120] Non rechi maraviglia se io pongo i sentimenti di lingua a pari
di quelli di religione gagliardi: tali essi sono più che altri non
pensa; e comecchè con qualche esagerazione, Paolo Bourgoing, in certo
suo opuscolo che ha titolo — _Guerra d'idiomi e di nazionalità_, non
dubitava attribuire il precipuo motivo della guerra tra Magiari e Slavi
alla pretensione dei primi d'imporre il proprio linguaggio ai secondi.
[121] E la Costituente montanelliana dalla stessa Opposizione
salutavasi splendida e generosa.
«Intanto fu lanciata in mezzo d'Italia la bandiera della Costituente.
Noi ne apprendemmo allora tutti i pericoli. Assentimmo in genere
l'idea, perchè a tutto quello ci siamo proposti assentire che conduca
al fatto che propugnamo, la _Nazionalità Italiana_. — Credemmo _più
splendida e generosa l'idea del Montanelli_; credemmo praticamente
esser meglio possibile l'idea del Gioberti che si moveva dal fatto,
lo rispettava, e non lo contradiceva.» — (_Conciliatore_, 14 gennaio
1849.)
[122] Atto di Accusa a pag. 77.
[123] «Art. 12. La Costituente italiana avrà due stadii: il 1º
anteriore, il 2º posteriore alla cacciata dello straniero. Tutte le
quistioni di ordinamento interno della Nazione non si dovranno agitare
se non che nel secondo stadio, poichè alla loro risoluzione è richiesto
il voto di tutto il Popolo italiano, gran parte del quale non potrà
eleggere i suoi rappresentanti finchè geme nel dolore della servitù
straniera. La Costituente del primo stadio deve occuparsi di tutti
i problemi, che si riferiscono direttamente o indirettamente allo
acquisto della Indipendenza. Essa impedirà quello sparpagliamento di
forze, che fu la causa principale dello esito infelice della ultima
guerra. _A tale effetto la Costituente, potrà incominciare le sue
operazioni appena due Stati italiani si sieno intesi per iniziarla_.»
«Art. 13. § 3. Se vanno d'accordo, che le quistioni di ordinamento
interno si aggiornino tutte fino alla cacciata dello straniero, senza
che alla Costituente iniziatrice sia vietato preparare gli elementi per
la loro più facile soluzione.» — Potrei citare altri atti, ma questi
spero che basteranno.
[124] Il _Popolano_ dell'8 novembre 1848 riporta un articolo dallo
_Indipendente_ di Venezia, che critica il Programma Ministeriale,
dicendolo «un po' pallido, un po' cattedratico, un poco troppo
pacifico;... che se vi è abbastanza per la libertà civile e pel
progresso morale della Toscana, vi è nulla o poco più di nulla per la
guerra ec.» E continua con l'invitare i Circoli Toscani a _spingere_
il nuovo Ministero per la via rivoluzionaria; perchè, siegue: «Ci
sembra poi di una estrema gravità il riserbo che i nuovi Ministri
si prefiggono nel loro Programma rispetto alla Costituente Italiana,
per cui si limitano a tenere alzata la bandiera ed a richiamare del
continuo l'attenzione dei Principi. A noi pare non sia tutto il da
farsi, ma che anzi si aspetti e si voglia molto di più. Perchè dove si
tratta dei grandi destini di tutta una Nazione, bisogna voler riuscire
ad ogni costo, e non basta il dire: se non riesciamo, la colpa non
sarebbe nostra. La questione non è di colpa o di responsabilità; la
questione è della sorte di 23 milioni di persone.»
E finisce con lo spronare i popoli a _forzare_ i Governi alla
accettazione piena della Costituente Italiana.
Il medesimo _Popolano_ dell'11 gennaio 1849, il quale rende conto del
Discorso della Corona proferito all'apertura delle Assemblee, così si
esprime: «Ciò che riguarda la Costituente in questo discorso è anche
più incerto e più dubbio di quello che sia permesso ad un discorso di
apertura.»
«Non ci voleva altro che il S......... od uomini della sua stampa o
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