Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 24
Total number of words is 4307
Total number of unique words is 1695
36.4 of words are in the 2000 most common words
51.4 of words are in the 5000 most common words
59.3 of words are in the 8000 most common words
che cessi da impinguarsi a spese della nazione.... Le chiese siano
private di tutto il superfluo. Li antichi credenti onoravano Dio con
altari di pietra e calici di legno, ec.
«_Soppressi tutti li ordini cavallereschi_, ed incamerarne i
tesori.»[290]
E vedete com'era libero io, quando, _tutto giorno_, i rappresentanti
della Emigrazione Lombarda venivano a _rammentarmi_ i loro
proponimenti, e, le armi brandendo, mostravano come intendessero
sostenerli: «Noi ci troviamo in momenti di supremo pericolo; non
bisogna nè esitare nè oscillare sulla via che abbiamo eletta a
percorrere, poichè _la nostra salute è sola nell'azione rapida e
vigorosa. — Lo verremo tutto giorno rammentando agli uomini a cui è
fidato reggere i destini della Patria_.
«La reazione tenta qua e là sollevare la testa; non rifugge da nissuna
arte feroce e sovversiva, _da nessuna passione, per quantunque bassa e
antisociale, per giungere al suo scopo_. Ella ha deciso riconquistare
il potere fuggitole di mano _attraverso al caos della anarchia,
attraverso alla guerra civile_: ella non rifuggirà dal comparirvi
innanzi come vanguardia ed alleata alla invasione straniera.
«La reazione stimola i ciechi istinti delle popolazioni più ignare
della campagna, mette in atto la molla segreta della superstizione, si
rafforza della influenza dei vasti possessi, della colleganza con un
clero che abusa il facile dominio delle coscienze. _Ella ha sospinto
il Granduca a Siena, lo ha consigliato alla fuga_. Il Principe, docile
alle sue insinuazioni, ha assunto di rappresentare la sua parte nel
dramma sanguinoso della ricostruzione del dispotismo; ora tocca ai
vecchi suoi sostenitori a sottentrare alla riscossa ed adempire alla
propria.
«_Ma noi siamo preparati a riceverli e a rintuzzare_ convenientemente
questa perfidia nuova, che lavora e cospira nel secreto, che getta i
germi della divisione nel momento in cui l'Austriaco minaccia alle
porte, che vuol renderci all'Austria, anzichè arrendersi a questa
forza rinnovatrice e _irresistibile_, che avvia l'Italia verso un nuovo
destino.
«Stoltezza troppa ci hanno supposta i nostri nemici, e semplicità
inaudita, se credettero persuaderci causa vera della fuga di Leopoldo
essere state le paure della sua timorata coscienza.»[291]
E già fino dal giorno _dieci febbraio_ 1849, se non adempio gli ordini
imposti della fusione, mi si minaccia la vita: «In qualunque Governo è
sacramento, ma in un Governo che fu decretato dal Popolo, _e che solo
per suo volere sussiste e comanda, è condizione di vita, è necessità
ineluttabile_. Nè si dee, nè si può dire — Domani — a chi oggi non
ha da vivere. — Domani, o _non sarebbe più vivo lui, o nol sareste
voi_.»[292]
I soldati che rifiutavano prendere il giuramento, comecchè da me
lasciati liberissimi di prestarlo o no, e di tornare, volendo, alle
proprie case, sono vilipesi e percossi; avviso ai renitenti: «I pochi
soldati che stamani si rifiutavano di prestare giuramento, uscendo
di Fortezza, _venivano accolti a fischi e sassate dal Popolo_: essi
tornano tutti contriti a domandare di prestarlo; ma non lo si concedeva
loro, e, posti in luogo appartato, si dava loro agio di riflettere
affinchè il voto fosse spontaneo e non estorto dalla paura.»[293]
«Ieri, 12 stante, le truppe prestarono giuramento al Governo
Provvisorio toscano, salvo poche eccezioni. Coloro che recalcitrarono
_furono respinti in fortezza a furia di Popolo, ed i loro commilitoni
ricusarono riceverli_.»[294]
Avanti: perchè ogni uomo, anche a me più fieramente avverso, si
persuada come potessi operare spontaneo io in mezzo al turbine
rivoluzionario. E se si obiettasse che i Livornesi erano chiamati a
Firenze dal Governo, risponderei ch'è vero, ma che, innanzi di partire
da Livorno ammoniti come a Firenze si chiamassero contro i nemici
interni, non già per dimostrazione politica,[295] essi avrebbero
osservato il precetto, dove non fossero stati provocati dal Popolo e
dal Circolo accorrenti.
«Ogni discussione del Circolo fu interrotta quando fu fatto il
lietissimo annunzio del pronto arrivo dei Livornesi per la strada
ferrata, con cinque cannoni, sessanta artiglieri e seicento uomini.
Fra i clamorosi applausi fu scelta una deputazione per andare ad
attenderli. Erano le 9 ¼ di sera (11); ma ad un tratto altre voci
annunziarono un _moto di Popolo che andava ad incontrarli_; ed allora
il Circolo tutto, tranne gli obbligati al seggio e gli armati, con
moto spontaneo, si volse incontro ai Livornesi che furono salutati, in
Borgo Ognissanti, col sublime grido di unione, di _Viva la Repubblica
italiana_, a cui i fieri Livornesi non furono tardi a rispondere
col medesimo grido. _È indicibile la gioia di questo minuto popolo
fiorentino al nome di Repubblica!_ Ciò mostra come in esso non si sieno
mai spente le abitudini repubblicane, come dalle due infami dinastie
dei Medici e degli Austriaci non se ne sono potute distruggere, in tre
secoli, le memorie. E ciò porge la più salda speranza che in tutte le
città italiane, vissute a Repubblica, i medesimi spiriti repubblicani
abbiano, con egual forza e vigore, a risorgere. È però vero che se
alcuno gridava semplicemente: _Viva la Repubblica_, non mancava chi
subito avvertisse di aggiungere un altro grido: _Italiana_. Ciò mostra
che se noi Italiani vogliamo la libertà municipale delle passate
Repubbliche, fatti accorti che l'Italia non può vivere di fronte ai
grandi Stati europei se non è unita in un solo Stato con Roma per sua
metropoli, la Repubblica Italiana deve regolare le libertà municipali.
Allora ogni città sarà libera, e l'Italia sarà un solo Stato con leggi
a tutti gli Italiani comuni.
«Nel suo passaggio in Piazza del Popolo, di faccia alla linea, fu
notato il grido: _Abbasso li Uffiziali codini_, alludendo chiaramente a
quelli che nelle Fortezze avevano tentato di spingere alla diserzione
i soldati e di sciogliere l'esercito; al quale grido i _nostri bravi
italianissimi soldati prontamente risposero: Abbasso_!»[296]
Il Circolo fiorentino fino dal giorno _11 febbraio 1849_, col pretesto
di avvantaggiare la opera del Governo Provvisorio, tira a sè le
milizie; così togliendogli ogni mezzo di resistenza si apparecchia a
proclamare la Unione con Roma e la Repubblica: «Fino dalla mattina
dell'11 il Circolo aveva mandato un proclama a stampa nelle due
Fortezze, da Basso e di Belvedere, per avvertire i soldati delle _mene
traditrici_ di alcuni loro Uffiziali. Nè ciò fu senza effetto; perchè,
nella sera, appena il Circolo, _adunato in permanenza e armato_, aperse
la ordinaria discussione, molti militi, da bravi e buoni Italiani,
sì dell'artiglieria che della linea, presentarono al Circolo una
dichiarazione firmata ove proclamavano i loro patrii e italianissimi
sensi, e la piena fede che avevano nel nuovo Governo, mostrandosi
pronti a spargere il loro sangue per l'amatissima patria, l'Italia.
Gli amplessi e i baci fraterni coronarono l'opera. Quindi fu fatto,
discusso e dato loro un altro Indirizzo da recarsi in Fortezza agli
altri fratelli della milizia, per sempre più riaffratellare tutti i
cuori in un desiderio comune: la salvezza d'Italia.»[297]
L'Accusa m'incolpa (e si è veduto) di avere conferito impieghi ai
rivoluzionarii; i rivoluzionarii fino dal 12 febbraio mi rampognano
all'opposto per non averli ricevuti. Chi di loro ha torto, chi ragione?
Ambedue torto, imperciocchè la passione ingombri la mente, e alla
pacata disquisizione del giudizio sostituisca l'astiosa agonia di
nuocere.
«Noi crediamo fermamente e con religione professiamo la massima che
il nuovo Governo sia per dovere obbligato a collocare tutta l'autorità
governativa e tutta l'autorità militare _negli uomini che hanno saputo
fare la rivoluzione_, perchè altronde la rivoluzione repubblicana non
è sicura. Tanto per loro massima.»[298]
L'Accusa sostiene, ch'e' fu un nonnulla combattere quotidiana
battaglia, e spesso quasi vinto tornare a pertinace difesa, affinchè la
Toscana nella Unione romana non precipitasse, e il Popolo prima intorno
alle sue sorti, come padrone di sè, s'interrogasse, e decidesse.
Gli Esuli Lombardi all'opposto non la pensavano così; tengono essere
questo negozio supremo, e vi si affaticano intorno con tutti i nervi;
di Assemblea non vogliono sentire parlare; àncora di salute ultima la
Unione con Roma, donde uscirebbero la guerra, e le forze per poterla
vincere. Quanto questo partito potesse avvantaggiare i loro disegni, io
non compresi allora, e nè anche adesso giunsi a capirlo: non importa:
essi lo pensavano, oltremisura smaniosi a conseguirlo.
«Lasciate dormire in pace le Assemblee Legislative; non evocatele
adesso nel momento del pericolo, alla vigilia della guerra. A che
mai un'Assemblea convocata a 34 giorni d'intervallo, un'Assemblea
che dovrà precedere la Costituente, perchè chiamata a sanzionare la
legge? Fate tesoro del tempo, non rimettete la vita del Paese a così
lontana epoca; non date agio alla reazione di diffondere le malvagie
influenze, non fate disperdere con lunghi conflitti elettorali quella
forza che dovete tutta concentrare nella difesa dello Stato. Funesto
esempio di debolezza potrebbe essere questo procrastinare, questo
invocare una remota sanzione legale al potere, che il Popolo diede
intero nelle vostre mani. Ben è dritto che l'Unione della Toscana colla
Romagna, _che voi ora proclamerete per impeto di volontà popolare_,
per suprema necessità di circostanza, abbia a risultare, anche qual
forma temporaria, voto legalmente espresso dal Popolo. Ma in tal caso
basterà promulgare all'atto dell'Unione la legge sulla Costituente
Italiana, fare eleggere i 37 Deputati, spedirli a Roma, e ottenere dai
Deputati Romani e Toscani insieme raccolti la prima sanzione di quella
forma, che poscia dovrà essere sottoposta al supremo giudizio della
Costituente di tutta Italia. E le elezioni devono essere compite in 10,
in 8 giorni, in meno se pur si può, giacchè il tempo urge, e per poco
che aspettiamo, i registri elettorali dovranno cambiarsi in ruoli di
combattenti.»[299]
E poco più oltre sentite con quali _insistenze_ c'intronavano le
orecchie, e ce le facevano intronare dal Popolo; e nonostante, tutto
questo parrà poco all'Accusa. Ma che dico io, parrà poco? Sembrerà al
contrario, che sia nulla, anzi che sia prova di piena libertà, — se
non superiore, almeno uguale a quella di cui nelle appartate stanze
godevano i Giudici alloraquando bastava loro il cuore per dettare le
pagine, che di me, della mia fama, e delle mie opere, fanno così acerbo
governo!
«Noi rammentiamo con insistenza sempre più forte il debito che ha il
Governo Provvisorio di rispondere con alacrità, con energia, ai supremi
bisogni del Paese. La patria è in pericolo; questo è il grido che
vogliamo risuoni continuamente alle orecchie dei governanti, questo sia
il pensiero consigliatore d'ogni loro provvedimento. Gli avvenimenti
incalzano, il tempo fugge rapidissimo; è d'uopo prevenire gli uni,
economizzare, moltiplicare l'altro. Le rivoluzioni si compiono solo
per virtù di ardimenti: osiamo, osiamo; affrettiamoci; l'avvenire è dei
confidenti e degli audaci.
«Una potenza somma d'attività è nel Popolo, l'entusiasmo. Non lasciamo
che dorma inoperoso nei cuori, risuscitiamolo, facciamo che alla prima
sua ebbrezza sottentri il coraggio dei forti propositi... è solo dalle
intime fonti dell'anima commossa, agitata, che si traggono le virtù che
fanno le nazioni.
«Osate, osate, noi ripetiamo ai cittadini del Governo Provvisorio;
siate quali il Popolo vi ha fatto, dittatori nell'ora del pericolo;
abbiate la coscienza di questa forza ond'egli vi riveste e vi sorregge,
non vi arrestate davanti alle temerità consacrate dalle estreme
circostanze. Ogni titubanza, ogni indugio può tornare fatale, e _la
Patria ve ne chiederà un giorno strettissimo conto_... Siate veramente
governo di rivoluzione, organizzate a rivoluzione il Paese, non
impedite con larve pericolose di legalità la vostra azione, bisognosa
di prontezza e di vigore. Troppo furono finora funeste le lentezze ai
poteri emanati dalle rivoluzioni; vi giovi, per Dio! l'esempio degli
errori passati ad evitarne la prova.
«Il voto del Popolo, la forza irresistibile delle cose, il bisogno di
concentrazione e di potenza, chiedono oggi imperiosamente l'Unione
della Toscana colla Romagna. Lo chiede l'Assemblea Romana... Non
esitate, non indugiate a risolvere; Romagna e Toscana non debbono da
questo punto formare che uno Stato solo, nucleo della futura unità...
I Toscani vogliono essere uniti in un solo Stato co' Romani... Dite
dunque la solenne parola... È il Popolo che ve lo chiede; non temete
d'usurpare sulla sua sovranità...
«Noi lo ripetiamo ancora una volta ai cittadini del Governo
Provvisorio: osate, osate; la salute della Toscana sta tutta da queste
parole: Unione con Roma e convocazione della Costituente. L'istinto
popolare, nel suo squisito buon senso, ha già precorso il vostro
giudizio, e domanda questa Unione. Voi avete udito le sue grida
di gioia e il suo saluto a quella Repubblica, nel cui nome ei vuol
combattere e morire; voi potete e dovete sanzionare quel saluto e
quelle grida. In nome dell'Italia, non esitate. L'ardimento vi renderà
gloriosi; il dubbio potrebbe perdere la patria.»[300]
E non è tutto ancora: nel _12 febbraio_ Popolo e Soldati invadono
i cortili di Palazzo Vecchio e urlano: _Repubblica_! Per l'Accusa
questa pure è prova _esclusiva di coazione_... Ma è di pietra, è di
ferro, o di che cosa è mai cotesta Accusa? Veramente ella in durezza
disgrada le sfingi di granito dello antico Egitto; non v'ha metallo,
che possa rassomigliarsi a lei; io rimango sbalordito a tanta sovrumana
costanza... Solo mi rassicuro alquanto pensando, che ella tale
argomentava nel _gennaio del 1851_; posso io venirle senza tremore
innanzi, e domandarle se nel _febbraio 1849_ ella avrebbe voluto, o
potuto procedere come insegna nel _gennaio del 1851_? — No; ella non lo
avrebbe potuto, nè voluto, perchè se le fosse bastato il cuore avrebbe
pensato sopra tutto a salvare (in Dio confidando e nella sua coscienza)
la Società che agonizzante le stava abbandonata fra le braccia.
«Alle ore tre pomeridiane, il Circolo accoglieva un numeroso drappello
di militi d'ogni arma, che venivano ad affratellarsi. Poco appresso,
dopo le calde accoglienze e gli applausi, il Circolo, con bandiere
alla testa portate dai militi, moveva incontro ad altra schiera
di militi, che attendeva da Santa Maria Maggiore; e tutti uniti al
sublime grido di: _Viva la Repubblica Italiana_! e sempre ingrossando,
si sono condotti fino nei cortili del Palazzo della Signoria, ad
applaudire al Governo della nostra Repubblica. Poi sono andati con
grande ilarità a cantare il _De profundis_ all'aborrita dinastia,
innanzi alla porta del Palazzo Pitti, fra le risa e gli applausi fino
degli Anziani. Tre soldati, arrampicatisi ad una finestra, vi hanno
collocato una bandierina rossa, fra le acclamazioni d'immenso Popolo.
Quindi il corteggio ha salutato a Santo Spirito i Livornesi,[301]
poi si è recato fuori di Porta San Frediano; e dal ponte di ferro e
dalle Cascine è rientrato, per Porta al Prato, in mezzo alle faci, in
città, ove percorrendo Borgo Ognissanti, Lung'Arno, Piazza del Popolo,
Via Calzaioli e altre principali vie, si è, dopo tre ore di gioia
repubblicana, sciolto tranquillamente.»[302] —
Questi fatti, notati dai Giornali nel giorno _13 febbraio_, accadevano
_il 12_; per la quale cosa, irridendomi (e l'ho notato anche altrove)
il _Popolano_ intorno alla mia lettera inserita nel _Monitore_ gridava:
«La Toscana, e il suo Governo Provvisorio, hanno sentito questa sera
la voce del Popolo, _fragorosa e terribile_ come il tuono, empiere
l'aria del grido: _Viva la Repubblica_! — La Toscana, e il suo Governo
Provvisorio, hanno veduto come il Popolo sia maturo per la libertà,
e quanto andassero errati coloro che lo dicevano ligio troppo ancora
alle tradizioni del principato (e fra questi eranvi ancora gli oracoli
del Giornale officiale il _Monitore_). — Toscana decida, e il Governo
Provvisorio _sanzioni_ tale decisione.»[303]
Vediamo adesso i fatti successi nel _13_, e raccontati il _14_. — Una
Deputazione di Circoli fiorentini, ed un'altra di Popolo livornese,
vengono tumultuariamente a impormi la Repubblica; io con le ragioni più
efficaci che seppi mi schermiva, e li conforto ad aspettare. I Giornali
subito mi pongono segno al feroce sospettare del Popolo commosso.
«Firenze, 13. — Una deputazione dei Circoli e del Popolo livornese,
recatasi a Firenze, si presentò stamattina a Palazzo Vecchio, esponendo
al Governo Provvisorio i desiderii di tutta la popolazione: venisse
cioè proclamata la Repubblica, e tosto si unisse la Toscana a Roma,
atterrandosi tutti i segnali di separazione fra le due Repubbliche.
La Deputazione venne accolta dall'attuale Presidente del Governo,
Guerrazzi, molto freddamente, e non potè ricavarne parola di promessa,
essendo a suo dire da aspettarsi l'Assemblea, che viene convocata pel
15 marzo.»[304]
Il Circolo fiorentino manda Deputazioni al Governo, per essere
ragguagliato intorno alle condizioni delle cose; intanto spedisce
_uomini armati_ di _sua autorità_ contro Empoli.
«... Riferirono notizie che spinsero ad inviare deputazioni al Governo.
Intanto fu reso pubblico, come una piccola spedizione del Circolo,
composta di soli 20 uomini, guidati dal socio Spinazzi, avesse la
prima e sola avuto l'ardire, frammezzo le voci minacciose che si
spargevano, di spingersi verso Empoli.... La Deputazione ottenne
dal Governo conferma delle cose già note, e migliori speranze pel dì
seguente.»[305]
Inviando la seguente circolare a tutti i Circoli della Toscana,
l'_Alba_ apparecchia la rivoluzione repubblicana; il _Popolano_ si leva
con l'_Alba_, e la promuove caldamente.
«A voi che vi siete addossata una sì nobile missione nel regolare e
manifestare i desiderii del Popolo da voi rappresentato, a voi spetta
una generosa iniziativa in questi momenti, nei quali la patria nostra
attende ansiosamente la salute invocata. A voi, giovani e forti
creature del Popolo, sostenitori de' suoi dritti, ammaestratori de'
suoi doveri, a voi il compiere al più presto l'opera di rigenerazione
che incominciaste sì bene. Sollecitate lo invio delle Deputazioni
vostre a Firenze. Tutte abbiano uno scopo solo, una voce sola: _Unione
immediata con Roma_. — A questo patto sta il Governo Provvisorio
in Toscana. Il Popolo appose questa condizione, la consacrarono
nell'Assemblea i Rappresentanti di tutta Toscana con unanime voto;
altro non grida, altro non domanda Firenze: _Unione con Roma_. Questa
è la calda preghiera, la volontà irremovibile di quanti amano Italia
e lei vogliono prima che Toscana e Romagna e Sardegna, nomi di un
tempo. — Voi, o membri dei Circoli Toscani, questo dovete ripetere,
con la energia di uomini maturi a libertà, al Governo Provvisorio che
accettaste con noi. — Questo unicamente voi dovete ripetere. — E le
invocate legalità, che non basterebbero a salvarci dalla possibile
e probabile invasione dell'Austria, cadano davanti all'urgenza del
pericolo, alla volontà del Popolo toscano, al fremito che irrompe
dal cuore di quanti vogliono che _Italia sia_. — Roma ci ha chiamati
con una suprema parola, con una parola di fede schietta, d'amore
ineffabile. — Toscani! Come vorrete rispondere a Roma? Le direte voi:
per renderti lo addio, per stringerci a te, noi aspettiamo il 15 marzo?
Ed allora quale sarà il giorno che attenderete voi, o Toscani, per
assistere alla Costituente nazionale? — Deh, correte, o Rappresentanti
dei Circoli, correte in nome di Dio! e presto, a Firenze! — Noi
vi attendiamo con ansia indicibile, con inenarrabile affetto;
noi vi apriremo le braccia, noi vostri confratelli nel sostenere
pubblicamente i diritti del Popolo. E vi accoglieremo col giubbilo,
con la riconoscenza di chi vede rifiorire una cara vita e minacciata e
soffrente.»[306]
E per ben tre volte questo Proclama mandavasi per tutta Toscana, e con
tali comenti lo accompagnavano:
«Questo indirizzo noi ripetiamo anche quest'oggi, e lo ripeteremo
sempre finchè ne sia mestieri. — Preghiamo i Circoli Toscani a fare
noto all'Uffizio dell'_Alba_ lo INVIO delle loro deputazioni, o di
spedirci copia dei loro Indirizzi al Governo Provvisorio in proposito
della Unione con Roma. Noi li pubblicheremo immediatamente, ed avremo
uno incoraggiamento di più a non ismettere in quella perseveranza, che,
se ci suscita le velleità dei pochi, ci frutta d'altronde la simpatia
di ogni buono Italiano, e il soddisfacimento della nostra propria
coscienza.»[307]
Così un Governo fuori del Governo avevano creato i Settarii, e
tutti infiammati in quei loro smaniosi spiriti, per venire a capo
dei concepiti disegni, non badavano con accuse di ogni maniera, ed
insinuazioni di tradimento a mettermi in mala voce del Popolo, ed
anche, poichè docile benchè nelle mani loro non mi trovarono, a farmi
capitare sinistramente.
I Comitati di pubblica sicurezza eletti dal Governo, screditati:
«Creansi Comitati di pubblica sicurezza, ma si compongono di elementi
eterogenei, impossibili; ove al buono fa contrasto insormontabile
il tristo, l'inerte allo energico, al liberale repubblicano il
codino-tricolore.»[308]
Accusano il Governo, e perchè? Perchè la decadenza della Casa di
Lorena non dichiara, un sospettoso timore per la Repubblica diffonde;
perchè _il Granduca e la sua famiglia lasciò fuggirsi dalle mani_, e
mandò a Empoli un uomo egregio, di temperato consiglio, ad assettare
le cose. La _maggiore colpa_ è per Empoli per avere tumultuato, _il
restante per noi_ per non avere spento il tumulto nel sangue. Il Popolo
deve reprimere da sè gli _eccessi del Popolo malvagio_ (e questo mena
diritto allo scannare per le piazze); ma al Governo corre obbligo
di mostrarsi rivoluzionario _rovinando innanzi a suon di cannonate e
moschettate_. A mente riposata, e in tempi tranquilli, coteste più che
vane jattanze sarebbero festevoli smargiasserie, ma non era così quando
servivano a gittare olio e zolfo sur un fuoco che minacciava divorarne
tutti.
«Ma il democratico Ministero, ma il Provvisorio Governo, volendo
contentar tutti, non contenteranno nessuno: _volendo salvar tutto, non
salveranno nulla_.
«Non sono questi i tempi, nè sono i governi rivoluzionarii, i
governi a Popolo, che permettere debbono alle fazioni politiche di
avvalorarsi, di diffondersi col mezzo della impunità, e di far causa
comune coi ladri e coi briganti. — _Non è più la stagione di lasciare
pazientemente perorare la causa della Dinastia Sabauda ad un Massimo
D'Azeglio a Lucca, ad altri in altri luoghi_.
«Non vi basta, o_ uomini del Governo Provvisorio_, non vi basta _non
volere proclamata la decadenza della Dinastia di Lorena, non vi basta
lo insinuare un sospettoso timore per la parola Repubblica, non vi
basta lo esservi lasciato sfuggire di mano l'ostaggio prezioso del
Reale Arciduca e della sua famiglia che voleva oggi prestar mano, non
ispegnendola in tempo, ad accendere la reazione_?
«Quando a voi si presentò una Deputazione empolese per invocare
l'assistenza vostra contro l'impeto di una turba di masnadieri, che
cosa faceste voi?... Inviaste _uno dei più tiepidi fra gli amici
vostri, il Manganaro, ottimo conciliatore di cose conciliabili, ma
inetto a far marciare ad un passo disordine e tranquillità, moderazione
di gastigo ed esorbitanza di colpa_.
«E il tumulto divenne aperta rivolta; la masnada, esercito; il danno
che lieve saria stato riparare, divenne danno difficilmente riparabile.
«A Empoli la maggior copia della colpa; — _a voi il restante_;
giacchè se il vero Popolo deve sapere, occorrendo, da per sè stesso
reprimere gli eccessi del Popolo malvagio, _un Governo che vuol nome
di democratico non deve aborrire da quello di rivoluzionario; e le
rivoluzioni, per Dio, non si fanno a furia di sermoncini in piazza, ma
coi fucili e coi cannoni_.»[309]
Si mandano Deputazioni in Fortezza per giustificare i soldati che
non erano comparsi allo appello; e _ciò per onore della disciplina_!
E agli ufficiali trasognati, per cotesti singolari onori renduti
alla soldatesca disciplina, invece di cacciare la gente contumace
in prigione, toccava a farle di berretta e a dirle: brava! Nuovo
argomento della forza che a quei giorni esercitavano i Circoli, e della
necessità di obbedirli. Nel Circolo si parla della mia opposizione
allo inalzamento dell'Albero; coteste brevi parole somigliano la nuvola
nera pregna del fulmine: «Nella pubblica discussione di ieri sera (13)
_fu risoluto di spedire, per espresso desiderio dei militi e per onore
della disciplina_, una Deputazione ai comandanti delle due Fortezze
di Firenze, perchè fossero giustificati tutti quei militi i quali non
poterono rispondere all'appello serale per far parte delle pubbliche
dimostrazioni in favore della libertà e della unità italiana, che
occuparono il Popolo fiorentino nella giornata.
«Dipoi, per la tanta affluenza di Popolo, convenne trasferire il
Circolo negli ampii corridori del Convento di Santa Trinita. — Il
soggetto che più trattenne la discussione fu l'Unione da farsi con
Roma. Su di che non poteva esservi pensiero discorde. Solo parlossi di
varii modi, ed ogni conclusione fu differita.
«_Fu ragionato ancora della erezione di un Albero della Libertà che
nella sera era stato portato in Piazza del Popolo per piantarvelo. Fu
udito come il Guerrazzi avesse dissuaso il Popolo_.»[310]
Il Circolo tratta comporre una schiera repubblicana di 1,000 uomini,
seguita da un tribunale, per iscorrere il Paese e giudicare i
colpevoli; se ne rimane, _per ora_, a cagione dei tumulti empolesi
repressi. Voi da ciò lo vedete; il Circolo si affatica a procedere
come Governo separato: sola via a trattenerlo, e sventare le insidie
per farmi segno ai sospetti e alle ire popolari, sta nel preoccupargli
il passo su quanto egli minaccia imprendere fra mezzo agli orrori
rivoluzionarii. «Visti i presenti casi della Patria, il Circolo
si occupò della formazione intanto di una schiera di _1000 uomini
eletti, di puro sangue repubblicano_, da percorrere in tutti i sensi
il Paese ovunque si manifestassero accidentalmente macchinazioni
tedesche; _schiera seguita da un tribunale per giudicare i colpevoli_.
Ma l'ultimazione dei ladronecci e degli scandali d'Empoli ne fece
respingere, almeno per ora, la proposta.»[311]
Comecchè dei fatti che seguono occorra traccia nei Giornali posteriori
al 14 febbraio, io gli riporto perchè appartengono ad epoca anteriore.
Il Circolo fiorentino, avvisando i modi di cacciare il Granduca da
Porto Santo Stefano, delibera: «Quindi fu trattato dei mezzi di
scacciare il Despota dall'ultimo suo nido di Santo Stefano, e di
avviare spedizioni popolari da tutte le città del presente Stato
provvisorio, a fare una crociata verso quel punto, e percorrere il
Paese affine d'infiammarlo e muoverlo tutto per la santa causa;
_e fu proposto che Firenze desse cominciamento a queste patrie
spedizioni coll'inviare intanto 1000 uomini a Siena, italiani e
repubblicani_.»[312]
I Lombardi, uomini intendenti assai delle faccende politiche, a quanto
il Governo in quei giorni operava costretto, non si acquietavano punto;
non pareva loro che ei desse sicurezza di compimento finale; nulla
per essi era fatto, se con la decadenza del Principe e la proclamata
Repubblica non si varcava il Rubicone; appunto come adesso per l'Accusa
è nulla non averlo passato, ed avere impedito che altri lo passasse!
Ma la Emigrazione Lombarda, è da credersi che dei suoi interessi
intendesse meglio nel febbraio del 1849 che non l'Accusa nel gennaio
del 1851; quindi, mentre questa reputa lo accaduto fra l'_8_ e il _14
febbraio_ completo elemento di colpa, quella rampogna non lo contare
niente, e dai sei giorni, cioè dal _9 febbraio_ in poi, cercare invano
negli atti del Governo eseguito quanto essa era venuta ordinando.
Finora dunque stetti in mano a Faziosi? — E ardite giudicare voi?
Guardi tutto il Paese, e consideri se sono io, o se sono i miei Giudici
quelli che devono essere giudicati.
«Questa è la condotta, questa è la missione che vi è tracciata, o
private di tutto il superfluo. Li antichi credenti onoravano Dio con
altari di pietra e calici di legno, ec.
«_Soppressi tutti li ordini cavallereschi_, ed incamerarne i
tesori.»[290]
E vedete com'era libero io, quando, _tutto giorno_, i rappresentanti
della Emigrazione Lombarda venivano a _rammentarmi_ i loro
proponimenti, e, le armi brandendo, mostravano come intendessero
sostenerli: «Noi ci troviamo in momenti di supremo pericolo; non
bisogna nè esitare nè oscillare sulla via che abbiamo eletta a
percorrere, poichè _la nostra salute è sola nell'azione rapida e
vigorosa. — Lo verremo tutto giorno rammentando agli uomini a cui è
fidato reggere i destini della Patria_.
«La reazione tenta qua e là sollevare la testa; non rifugge da nissuna
arte feroce e sovversiva, _da nessuna passione, per quantunque bassa e
antisociale, per giungere al suo scopo_. Ella ha deciso riconquistare
il potere fuggitole di mano _attraverso al caos della anarchia,
attraverso alla guerra civile_: ella non rifuggirà dal comparirvi
innanzi come vanguardia ed alleata alla invasione straniera.
«La reazione stimola i ciechi istinti delle popolazioni più ignare
della campagna, mette in atto la molla segreta della superstizione, si
rafforza della influenza dei vasti possessi, della colleganza con un
clero che abusa il facile dominio delle coscienze. _Ella ha sospinto
il Granduca a Siena, lo ha consigliato alla fuga_. Il Principe, docile
alle sue insinuazioni, ha assunto di rappresentare la sua parte nel
dramma sanguinoso della ricostruzione del dispotismo; ora tocca ai
vecchi suoi sostenitori a sottentrare alla riscossa ed adempire alla
propria.
«_Ma noi siamo preparati a riceverli e a rintuzzare_ convenientemente
questa perfidia nuova, che lavora e cospira nel secreto, che getta i
germi della divisione nel momento in cui l'Austriaco minaccia alle
porte, che vuol renderci all'Austria, anzichè arrendersi a questa
forza rinnovatrice e _irresistibile_, che avvia l'Italia verso un nuovo
destino.
«Stoltezza troppa ci hanno supposta i nostri nemici, e semplicità
inaudita, se credettero persuaderci causa vera della fuga di Leopoldo
essere state le paure della sua timorata coscienza.»[291]
E già fino dal giorno _dieci febbraio_ 1849, se non adempio gli ordini
imposti della fusione, mi si minaccia la vita: «In qualunque Governo è
sacramento, ma in un Governo che fu decretato dal Popolo, _e che solo
per suo volere sussiste e comanda, è condizione di vita, è necessità
ineluttabile_. Nè si dee, nè si può dire — Domani — a chi oggi non
ha da vivere. — Domani, o _non sarebbe più vivo lui, o nol sareste
voi_.»[292]
I soldati che rifiutavano prendere il giuramento, comecchè da me
lasciati liberissimi di prestarlo o no, e di tornare, volendo, alle
proprie case, sono vilipesi e percossi; avviso ai renitenti: «I pochi
soldati che stamani si rifiutavano di prestare giuramento, uscendo
di Fortezza, _venivano accolti a fischi e sassate dal Popolo_: essi
tornano tutti contriti a domandare di prestarlo; ma non lo si concedeva
loro, e, posti in luogo appartato, si dava loro agio di riflettere
affinchè il voto fosse spontaneo e non estorto dalla paura.»[293]
«Ieri, 12 stante, le truppe prestarono giuramento al Governo
Provvisorio toscano, salvo poche eccezioni. Coloro che recalcitrarono
_furono respinti in fortezza a furia di Popolo, ed i loro commilitoni
ricusarono riceverli_.»[294]
Avanti: perchè ogni uomo, anche a me più fieramente avverso, si
persuada come potessi operare spontaneo io in mezzo al turbine
rivoluzionario. E se si obiettasse che i Livornesi erano chiamati a
Firenze dal Governo, risponderei ch'è vero, ma che, innanzi di partire
da Livorno ammoniti come a Firenze si chiamassero contro i nemici
interni, non già per dimostrazione politica,[295] essi avrebbero
osservato il precetto, dove non fossero stati provocati dal Popolo e
dal Circolo accorrenti.
«Ogni discussione del Circolo fu interrotta quando fu fatto il
lietissimo annunzio del pronto arrivo dei Livornesi per la strada
ferrata, con cinque cannoni, sessanta artiglieri e seicento uomini.
Fra i clamorosi applausi fu scelta una deputazione per andare ad
attenderli. Erano le 9 ¼ di sera (11); ma ad un tratto altre voci
annunziarono un _moto di Popolo che andava ad incontrarli_; ed allora
il Circolo tutto, tranne gli obbligati al seggio e gli armati, con
moto spontaneo, si volse incontro ai Livornesi che furono salutati, in
Borgo Ognissanti, col sublime grido di unione, di _Viva la Repubblica
italiana_, a cui i fieri Livornesi non furono tardi a rispondere
col medesimo grido. _È indicibile la gioia di questo minuto popolo
fiorentino al nome di Repubblica!_ Ciò mostra come in esso non si sieno
mai spente le abitudini repubblicane, come dalle due infami dinastie
dei Medici e degli Austriaci non se ne sono potute distruggere, in tre
secoli, le memorie. E ciò porge la più salda speranza che in tutte le
città italiane, vissute a Repubblica, i medesimi spiriti repubblicani
abbiano, con egual forza e vigore, a risorgere. È però vero che se
alcuno gridava semplicemente: _Viva la Repubblica_, non mancava chi
subito avvertisse di aggiungere un altro grido: _Italiana_. Ciò mostra
che se noi Italiani vogliamo la libertà municipale delle passate
Repubbliche, fatti accorti che l'Italia non può vivere di fronte ai
grandi Stati europei se non è unita in un solo Stato con Roma per sua
metropoli, la Repubblica Italiana deve regolare le libertà municipali.
Allora ogni città sarà libera, e l'Italia sarà un solo Stato con leggi
a tutti gli Italiani comuni.
«Nel suo passaggio in Piazza del Popolo, di faccia alla linea, fu
notato il grido: _Abbasso li Uffiziali codini_, alludendo chiaramente a
quelli che nelle Fortezze avevano tentato di spingere alla diserzione
i soldati e di sciogliere l'esercito; al quale grido i _nostri bravi
italianissimi soldati prontamente risposero: Abbasso_!»[296]
Il Circolo fiorentino fino dal giorno _11 febbraio 1849_, col pretesto
di avvantaggiare la opera del Governo Provvisorio, tira a sè le
milizie; così togliendogli ogni mezzo di resistenza si apparecchia a
proclamare la Unione con Roma e la Repubblica: «Fino dalla mattina
dell'11 il Circolo aveva mandato un proclama a stampa nelle due
Fortezze, da Basso e di Belvedere, per avvertire i soldati delle _mene
traditrici_ di alcuni loro Uffiziali. Nè ciò fu senza effetto; perchè,
nella sera, appena il Circolo, _adunato in permanenza e armato_, aperse
la ordinaria discussione, molti militi, da bravi e buoni Italiani,
sì dell'artiglieria che della linea, presentarono al Circolo una
dichiarazione firmata ove proclamavano i loro patrii e italianissimi
sensi, e la piena fede che avevano nel nuovo Governo, mostrandosi
pronti a spargere il loro sangue per l'amatissima patria, l'Italia.
Gli amplessi e i baci fraterni coronarono l'opera. Quindi fu fatto,
discusso e dato loro un altro Indirizzo da recarsi in Fortezza agli
altri fratelli della milizia, per sempre più riaffratellare tutti i
cuori in un desiderio comune: la salvezza d'Italia.»[297]
L'Accusa m'incolpa (e si è veduto) di avere conferito impieghi ai
rivoluzionarii; i rivoluzionarii fino dal 12 febbraio mi rampognano
all'opposto per non averli ricevuti. Chi di loro ha torto, chi ragione?
Ambedue torto, imperciocchè la passione ingombri la mente, e alla
pacata disquisizione del giudizio sostituisca l'astiosa agonia di
nuocere.
«Noi crediamo fermamente e con religione professiamo la massima che
il nuovo Governo sia per dovere obbligato a collocare tutta l'autorità
governativa e tutta l'autorità militare _negli uomini che hanno saputo
fare la rivoluzione_, perchè altronde la rivoluzione repubblicana non
è sicura. Tanto per loro massima.»[298]
L'Accusa sostiene, ch'e' fu un nonnulla combattere quotidiana
battaglia, e spesso quasi vinto tornare a pertinace difesa, affinchè la
Toscana nella Unione romana non precipitasse, e il Popolo prima intorno
alle sue sorti, come padrone di sè, s'interrogasse, e decidesse.
Gli Esuli Lombardi all'opposto non la pensavano così; tengono essere
questo negozio supremo, e vi si affaticano intorno con tutti i nervi;
di Assemblea non vogliono sentire parlare; àncora di salute ultima la
Unione con Roma, donde uscirebbero la guerra, e le forze per poterla
vincere. Quanto questo partito potesse avvantaggiare i loro disegni, io
non compresi allora, e nè anche adesso giunsi a capirlo: non importa:
essi lo pensavano, oltremisura smaniosi a conseguirlo.
«Lasciate dormire in pace le Assemblee Legislative; non evocatele
adesso nel momento del pericolo, alla vigilia della guerra. A che
mai un'Assemblea convocata a 34 giorni d'intervallo, un'Assemblea
che dovrà precedere la Costituente, perchè chiamata a sanzionare la
legge? Fate tesoro del tempo, non rimettete la vita del Paese a così
lontana epoca; non date agio alla reazione di diffondere le malvagie
influenze, non fate disperdere con lunghi conflitti elettorali quella
forza che dovete tutta concentrare nella difesa dello Stato. Funesto
esempio di debolezza potrebbe essere questo procrastinare, questo
invocare una remota sanzione legale al potere, che il Popolo diede
intero nelle vostre mani. Ben è dritto che l'Unione della Toscana colla
Romagna, _che voi ora proclamerete per impeto di volontà popolare_,
per suprema necessità di circostanza, abbia a risultare, anche qual
forma temporaria, voto legalmente espresso dal Popolo. Ma in tal caso
basterà promulgare all'atto dell'Unione la legge sulla Costituente
Italiana, fare eleggere i 37 Deputati, spedirli a Roma, e ottenere dai
Deputati Romani e Toscani insieme raccolti la prima sanzione di quella
forma, che poscia dovrà essere sottoposta al supremo giudizio della
Costituente di tutta Italia. E le elezioni devono essere compite in 10,
in 8 giorni, in meno se pur si può, giacchè il tempo urge, e per poco
che aspettiamo, i registri elettorali dovranno cambiarsi in ruoli di
combattenti.»[299]
E poco più oltre sentite con quali _insistenze_ c'intronavano le
orecchie, e ce le facevano intronare dal Popolo; e nonostante, tutto
questo parrà poco all'Accusa. Ma che dico io, parrà poco? Sembrerà al
contrario, che sia nulla, anzi che sia prova di piena libertà, — se
non superiore, almeno uguale a quella di cui nelle appartate stanze
godevano i Giudici alloraquando bastava loro il cuore per dettare le
pagine, che di me, della mia fama, e delle mie opere, fanno così acerbo
governo!
«Noi rammentiamo con insistenza sempre più forte il debito che ha il
Governo Provvisorio di rispondere con alacrità, con energia, ai supremi
bisogni del Paese. La patria è in pericolo; questo è il grido che
vogliamo risuoni continuamente alle orecchie dei governanti, questo sia
il pensiero consigliatore d'ogni loro provvedimento. Gli avvenimenti
incalzano, il tempo fugge rapidissimo; è d'uopo prevenire gli uni,
economizzare, moltiplicare l'altro. Le rivoluzioni si compiono solo
per virtù di ardimenti: osiamo, osiamo; affrettiamoci; l'avvenire è dei
confidenti e degli audaci.
«Una potenza somma d'attività è nel Popolo, l'entusiasmo. Non lasciamo
che dorma inoperoso nei cuori, risuscitiamolo, facciamo che alla prima
sua ebbrezza sottentri il coraggio dei forti propositi... è solo dalle
intime fonti dell'anima commossa, agitata, che si traggono le virtù che
fanno le nazioni.
«Osate, osate, noi ripetiamo ai cittadini del Governo Provvisorio;
siate quali il Popolo vi ha fatto, dittatori nell'ora del pericolo;
abbiate la coscienza di questa forza ond'egli vi riveste e vi sorregge,
non vi arrestate davanti alle temerità consacrate dalle estreme
circostanze. Ogni titubanza, ogni indugio può tornare fatale, e _la
Patria ve ne chiederà un giorno strettissimo conto_... Siate veramente
governo di rivoluzione, organizzate a rivoluzione il Paese, non
impedite con larve pericolose di legalità la vostra azione, bisognosa
di prontezza e di vigore. Troppo furono finora funeste le lentezze ai
poteri emanati dalle rivoluzioni; vi giovi, per Dio! l'esempio degli
errori passati ad evitarne la prova.
«Il voto del Popolo, la forza irresistibile delle cose, il bisogno di
concentrazione e di potenza, chiedono oggi imperiosamente l'Unione
della Toscana colla Romagna. Lo chiede l'Assemblea Romana... Non
esitate, non indugiate a risolvere; Romagna e Toscana non debbono da
questo punto formare che uno Stato solo, nucleo della futura unità...
I Toscani vogliono essere uniti in un solo Stato co' Romani... Dite
dunque la solenne parola... È il Popolo che ve lo chiede; non temete
d'usurpare sulla sua sovranità...
«Noi lo ripetiamo ancora una volta ai cittadini del Governo
Provvisorio: osate, osate; la salute della Toscana sta tutta da queste
parole: Unione con Roma e convocazione della Costituente. L'istinto
popolare, nel suo squisito buon senso, ha già precorso il vostro
giudizio, e domanda questa Unione. Voi avete udito le sue grida
di gioia e il suo saluto a quella Repubblica, nel cui nome ei vuol
combattere e morire; voi potete e dovete sanzionare quel saluto e
quelle grida. In nome dell'Italia, non esitate. L'ardimento vi renderà
gloriosi; il dubbio potrebbe perdere la patria.»[300]
E non è tutto ancora: nel _12 febbraio_ Popolo e Soldati invadono
i cortili di Palazzo Vecchio e urlano: _Repubblica_! Per l'Accusa
questa pure è prova _esclusiva di coazione_... Ma è di pietra, è di
ferro, o di che cosa è mai cotesta Accusa? Veramente ella in durezza
disgrada le sfingi di granito dello antico Egitto; non v'ha metallo,
che possa rassomigliarsi a lei; io rimango sbalordito a tanta sovrumana
costanza... Solo mi rassicuro alquanto pensando, che ella tale
argomentava nel _gennaio del 1851_; posso io venirle senza tremore
innanzi, e domandarle se nel _febbraio 1849_ ella avrebbe voluto, o
potuto procedere come insegna nel _gennaio del 1851_? — No; ella non lo
avrebbe potuto, nè voluto, perchè se le fosse bastato il cuore avrebbe
pensato sopra tutto a salvare (in Dio confidando e nella sua coscienza)
la Società che agonizzante le stava abbandonata fra le braccia.
«Alle ore tre pomeridiane, il Circolo accoglieva un numeroso drappello
di militi d'ogni arma, che venivano ad affratellarsi. Poco appresso,
dopo le calde accoglienze e gli applausi, il Circolo, con bandiere
alla testa portate dai militi, moveva incontro ad altra schiera
di militi, che attendeva da Santa Maria Maggiore; e tutti uniti al
sublime grido di: _Viva la Repubblica Italiana_! e sempre ingrossando,
si sono condotti fino nei cortili del Palazzo della Signoria, ad
applaudire al Governo della nostra Repubblica. Poi sono andati con
grande ilarità a cantare il _De profundis_ all'aborrita dinastia,
innanzi alla porta del Palazzo Pitti, fra le risa e gli applausi fino
degli Anziani. Tre soldati, arrampicatisi ad una finestra, vi hanno
collocato una bandierina rossa, fra le acclamazioni d'immenso Popolo.
Quindi il corteggio ha salutato a Santo Spirito i Livornesi,[301]
poi si è recato fuori di Porta San Frediano; e dal ponte di ferro e
dalle Cascine è rientrato, per Porta al Prato, in mezzo alle faci, in
città, ove percorrendo Borgo Ognissanti, Lung'Arno, Piazza del Popolo,
Via Calzaioli e altre principali vie, si è, dopo tre ore di gioia
repubblicana, sciolto tranquillamente.»[302] —
Questi fatti, notati dai Giornali nel giorno _13 febbraio_, accadevano
_il 12_; per la quale cosa, irridendomi (e l'ho notato anche altrove)
il _Popolano_ intorno alla mia lettera inserita nel _Monitore_ gridava:
«La Toscana, e il suo Governo Provvisorio, hanno sentito questa sera
la voce del Popolo, _fragorosa e terribile_ come il tuono, empiere
l'aria del grido: _Viva la Repubblica_! — La Toscana, e il suo Governo
Provvisorio, hanno veduto come il Popolo sia maturo per la libertà,
e quanto andassero errati coloro che lo dicevano ligio troppo ancora
alle tradizioni del principato (e fra questi eranvi ancora gli oracoli
del Giornale officiale il _Monitore_). — Toscana decida, e il Governo
Provvisorio _sanzioni_ tale decisione.»[303]
Vediamo adesso i fatti successi nel _13_, e raccontati il _14_. — Una
Deputazione di Circoli fiorentini, ed un'altra di Popolo livornese,
vengono tumultuariamente a impormi la Repubblica; io con le ragioni più
efficaci che seppi mi schermiva, e li conforto ad aspettare. I Giornali
subito mi pongono segno al feroce sospettare del Popolo commosso.
«Firenze, 13. — Una deputazione dei Circoli e del Popolo livornese,
recatasi a Firenze, si presentò stamattina a Palazzo Vecchio, esponendo
al Governo Provvisorio i desiderii di tutta la popolazione: venisse
cioè proclamata la Repubblica, e tosto si unisse la Toscana a Roma,
atterrandosi tutti i segnali di separazione fra le due Repubbliche.
La Deputazione venne accolta dall'attuale Presidente del Governo,
Guerrazzi, molto freddamente, e non potè ricavarne parola di promessa,
essendo a suo dire da aspettarsi l'Assemblea, che viene convocata pel
15 marzo.»[304]
Il Circolo fiorentino manda Deputazioni al Governo, per essere
ragguagliato intorno alle condizioni delle cose; intanto spedisce
_uomini armati_ di _sua autorità_ contro Empoli.
«... Riferirono notizie che spinsero ad inviare deputazioni al Governo.
Intanto fu reso pubblico, come una piccola spedizione del Circolo,
composta di soli 20 uomini, guidati dal socio Spinazzi, avesse la
prima e sola avuto l'ardire, frammezzo le voci minacciose che si
spargevano, di spingersi verso Empoli.... La Deputazione ottenne
dal Governo conferma delle cose già note, e migliori speranze pel dì
seguente.»[305]
Inviando la seguente circolare a tutti i Circoli della Toscana,
l'_Alba_ apparecchia la rivoluzione repubblicana; il _Popolano_ si leva
con l'_Alba_, e la promuove caldamente.
«A voi che vi siete addossata una sì nobile missione nel regolare e
manifestare i desiderii del Popolo da voi rappresentato, a voi spetta
una generosa iniziativa in questi momenti, nei quali la patria nostra
attende ansiosamente la salute invocata. A voi, giovani e forti
creature del Popolo, sostenitori de' suoi dritti, ammaestratori de'
suoi doveri, a voi il compiere al più presto l'opera di rigenerazione
che incominciaste sì bene. Sollecitate lo invio delle Deputazioni
vostre a Firenze. Tutte abbiano uno scopo solo, una voce sola: _Unione
immediata con Roma_. — A questo patto sta il Governo Provvisorio
in Toscana. Il Popolo appose questa condizione, la consacrarono
nell'Assemblea i Rappresentanti di tutta Toscana con unanime voto;
altro non grida, altro non domanda Firenze: _Unione con Roma_. Questa
è la calda preghiera, la volontà irremovibile di quanti amano Italia
e lei vogliono prima che Toscana e Romagna e Sardegna, nomi di un
tempo. — Voi, o membri dei Circoli Toscani, questo dovete ripetere,
con la energia di uomini maturi a libertà, al Governo Provvisorio che
accettaste con noi. — Questo unicamente voi dovete ripetere. — E le
invocate legalità, che non basterebbero a salvarci dalla possibile
e probabile invasione dell'Austria, cadano davanti all'urgenza del
pericolo, alla volontà del Popolo toscano, al fremito che irrompe
dal cuore di quanti vogliono che _Italia sia_. — Roma ci ha chiamati
con una suprema parola, con una parola di fede schietta, d'amore
ineffabile. — Toscani! Come vorrete rispondere a Roma? Le direte voi:
per renderti lo addio, per stringerci a te, noi aspettiamo il 15 marzo?
Ed allora quale sarà il giorno che attenderete voi, o Toscani, per
assistere alla Costituente nazionale? — Deh, correte, o Rappresentanti
dei Circoli, correte in nome di Dio! e presto, a Firenze! — Noi
vi attendiamo con ansia indicibile, con inenarrabile affetto;
noi vi apriremo le braccia, noi vostri confratelli nel sostenere
pubblicamente i diritti del Popolo. E vi accoglieremo col giubbilo,
con la riconoscenza di chi vede rifiorire una cara vita e minacciata e
soffrente.»[306]
E per ben tre volte questo Proclama mandavasi per tutta Toscana, e con
tali comenti lo accompagnavano:
«Questo indirizzo noi ripetiamo anche quest'oggi, e lo ripeteremo
sempre finchè ne sia mestieri. — Preghiamo i Circoli Toscani a fare
noto all'Uffizio dell'_Alba_ lo INVIO delle loro deputazioni, o di
spedirci copia dei loro Indirizzi al Governo Provvisorio in proposito
della Unione con Roma. Noi li pubblicheremo immediatamente, ed avremo
uno incoraggiamento di più a non ismettere in quella perseveranza, che,
se ci suscita le velleità dei pochi, ci frutta d'altronde la simpatia
di ogni buono Italiano, e il soddisfacimento della nostra propria
coscienza.»[307]
Così un Governo fuori del Governo avevano creato i Settarii, e
tutti infiammati in quei loro smaniosi spiriti, per venire a capo
dei concepiti disegni, non badavano con accuse di ogni maniera, ed
insinuazioni di tradimento a mettermi in mala voce del Popolo, ed
anche, poichè docile benchè nelle mani loro non mi trovarono, a farmi
capitare sinistramente.
I Comitati di pubblica sicurezza eletti dal Governo, screditati:
«Creansi Comitati di pubblica sicurezza, ma si compongono di elementi
eterogenei, impossibili; ove al buono fa contrasto insormontabile
il tristo, l'inerte allo energico, al liberale repubblicano il
codino-tricolore.»[308]
Accusano il Governo, e perchè? Perchè la decadenza della Casa di
Lorena non dichiara, un sospettoso timore per la Repubblica diffonde;
perchè _il Granduca e la sua famiglia lasciò fuggirsi dalle mani_, e
mandò a Empoli un uomo egregio, di temperato consiglio, ad assettare
le cose. La _maggiore colpa_ è per Empoli per avere tumultuato, _il
restante per noi_ per non avere spento il tumulto nel sangue. Il Popolo
deve reprimere da sè gli _eccessi del Popolo malvagio_ (e questo mena
diritto allo scannare per le piazze); ma al Governo corre obbligo
di mostrarsi rivoluzionario _rovinando innanzi a suon di cannonate e
moschettate_. A mente riposata, e in tempi tranquilli, coteste più che
vane jattanze sarebbero festevoli smargiasserie, ma non era così quando
servivano a gittare olio e zolfo sur un fuoco che minacciava divorarne
tutti.
«Ma il democratico Ministero, ma il Provvisorio Governo, volendo
contentar tutti, non contenteranno nessuno: _volendo salvar tutto, non
salveranno nulla_.
«Non sono questi i tempi, nè sono i governi rivoluzionarii, i
governi a Popolo, che permettere debbono alle fazioni politiche di
avvalorarsi, di diffondersi col mezzo della impunità, e di far causa
comune coi ladri e coi briganti. — _Non è più la stagione di lasciare
pazientemente perorare la causa della Dinastia Sabauda ad un Massimo
D'Azeglio a Lucca, ad altri in altri luoghi_.
«Non vi basta, o_ uomini del Governo Provvisorio_, non vi basta _non
volere proclamata la decadenza della Dinastia di Lorena, non vi basta
lo insinuare un sospettoso timore per la parola Repubblica, non vi
basta lo esservi lasciato sfuggire di mano l'ostaggio prezioso del
Reale Arciduca e della sua famiglia che voleva oggi prestar mano, non
ispegnendola in tempo, ad accendere la reazione_?
«Quando a voi si presentò una Deputazione empolese per invocare
l'assistenza vostra contro l'impeto di una turba di masnadieri, che
cosa faceste voi?... Inviaste _uno dei più tiepidi fra gli amici
vostri, il Manganaro, ottimo conciliatore di cose conciliabili, ma
inetto a far marciare ad un passo disordine e tranquillità, moderazione
di gastigo ed esorbitanza di colpa_.
«E il tumulto divenne aperta rivolta; la masnada, esercito; il danno
che lieve saria stato riparare, divenne danno difficilmente riparabile.
«A Empoli la maggior copia della colpa; — _a voi il restante_;
giacchè se il vero Popolo deve sapere, occorrendo, da per sè stesso
reprimere gli eccessi del Popolo malvagio, _un Governo che vuol nome
di democratico non deve aborrire da quello di rivoluzionario; e le
rivoluzioni, per Dio, non si fanno a furia di sermoncini in piazza, ma
coi fucili e coi cannoni_.»[309]
Si mandano Deputazioni in Fortezza per giustificare i soldati che
non erano comparsi allo appello; e _ciò per onore della disciplina_!
E agli ufficiali trasognati, per cotesti singolari onori renduti
alla soldatesca disciplina, invece di cacciare la gente contumace
in prigione, toccava a farle di berretta e a dirle: brava! Nuovo
argomento della forza che a quei giorni esercitavano i Circoli, e della
necessità di obbedirli. Nel Circolo si parla della mia opposizione
allo inalzamento dell'Albero; coteste brevi parole somigliano la nuvola
nera pregna del fulmine: «Nella pubblica discussione di ieri sera (13)
_fu risoluto di spedire, per espresso desiderio dei militi e per onore
della disciplina_, una Deputazione ai comandanti delle due Fortezze
di Firenze, perchè fossero giustificati tutti quei militi i quali non
poterono rispondere all'appello serale per far parte delle pubbliche
dimostrazioni in favore della libertà e della unità italiana, che
occuparono il Popolo fiorentino nella giornata.
«Dipoi, per la tanta affluenza di Popolo, convenne trasferire il
Circolo negli ampii corridori del Convento di Santa Trinita. — Il
soggetto che più trattenne la discussione fu l'Unione da farsi con
Roma. Su di che non poteva esservi pensiero discorde. Solo parlossi di
varii modi, ed ogni conclusione fu differita.
«_Fu ragionato ancora della erezione di un Albero della Libertà che
nella sera era stato portato in Piazza del Popolo per piantarvelo. Fu
udito come il Guerrazzi avesse dissuaso il Popolo_.»[310]
Il Circolo tratta comporre una schiera repubblicana di 1,000 uomini,
seguita da un tribunale, per iscorrere il Paese e giudicare i
colpevoli; se ne rimane, _per ora_, a cagione dei tumulti empolesi
repressi. Voi da ciò lo vedete; il Circolo si affatica a procedere
come Governo separato: sola via a trattenerlo, e sventare le insidie
per farmi segno ai sospetti e alle ire popolari, sta nel preoccupargli
il passo su quanto egli minaccia imprendere fra mezzo agli orrori
rivoluzionarii. «Visti i presenti casi della Patria, il Circolo
si occupò della formazione intanto di una schiera di _1000 uomini
eletti, di puro sangue repubblicano_, da percorrere in tutti i sensi
il Paese ovunque si manifestassero accidentalmente macchinazioni
tedesche; _schiera seguita da un tribunale per giudicare i colpevoli_.
Ma l'ultimazione dei ladronecci e degli scandali d'Empoli ne fece
respingere, almeno per ora, la proposta.»[311]
Comecchè dei fatti che seguono occorra traccia nei Giornali posteriori
al 14 febbraio, io gli riporto perchè appartengono ad epoca anteriore.
Il Circolo fiorentino, avvisando i modi di cacciare il Granduca da
Porto Santo Stefano, delibera: «Quindi fu trattato dei mezzi di
scacciare il Despota dall'ultimo suo nido di Santo Stefano, e di
avviare spedizioni popolari da tutte le città del presente Stato
provvisorio, a fare una crociata verso quel punto, e percorrere il
Paese affine d'infiammarlo e muoverlo tutto per la santa causa;
_e fu proposto che Firenze desse cominciamento a queste patrie
spedizioni coll'inviare intanto 1000 uomini a Siena, italiani e
repubblicani_.»[312]
I Lombardi, uomini intendenti assai delle faccende politiche, a quanto
il Governo in quei giorni operava costretto, non si acquietavano punto;
non pareva loro che ei desse sicurezza di compimento finale; nulla
per essi era fatto, se con la decadenza del Principe e la proclamata
Repubblica non si varcava il Rubicone; appunto come adesso per l'Accusa
è nulla non averlo passato, ed avere impedito che altri lo passasse!
Ma la Emigrazione Lombarda, è da credersi che dei suoi interessi
intendesse meglio nel febbraio del 1849 che non l'Accusa nel gennaio
del 1851; quindi, mentre questa reputa lo accaduto fra l'_8_ e il _14
febbraio_ completo elemento di colpa, quella rampogna non lo contare
niente, e dai sei giorni, cioè dal _9 febbraio_ in poi, cercare invano
negli atti del Governo eseguito quanto essa era venuta ordinando.
Finora dunque stetti in mano a Faziosi? — E ardite giudicare voi?
Guardi tutto il Paese, e consideri se sono io, o se sono i miei Giudici
quelli che devono essere giudicati.
«Questa è la condotta, questa è la missione che vi è tracciata, o
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 25
- Parts
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 01Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4251Total number of unique words is 179636.4 of words are in the 2000 most common words52.9 of words are in the 5000 most common words60.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 02Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4346Total number of unique words is 176434.5 of words are in the 2000 most common words50.5 of words are in the 5000 most common words58.8 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 03Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4266Total number of unique words is 171536.6 of words are in the 2000 most common words52.8 of words are in the 5000 most common words61.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 04Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4347Total number of unique words is 180236.3 of words are in the 2000 most common words52.8 of words are in the 5000 most common words60.5 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 05Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4326Total number of unique words is 185834.9 of words are in the 2000 most common words50.5 of words are in the 5000 most common words57.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 06Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4439Total number of unique words is 187534.0 of words are in the 2000 most common words49.3 of words are in the 5000 most common words57.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 07Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4364Total number of unique words is 183035.4 of words are in the 2000 most common words51.3 of words are in the 5000 most common words59.1 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 08Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4222Total number of unique words is 175036.6 of words are in the 2000 most common words52.6 of words are in the 5000 most common words59.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 09Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4347Total number of unique words is 168636.3 of words are in the 2000 most common words52.1 of words are in the 5000 most common words59.5 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 10Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4262Total number of unique words is 168436.8 of words are in the 2000 most common words52.6 of words are in the 5000 most common words60.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 11Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4184Total number of unique words is 148335.8 of words are in the 2000 most common words51.7 of words are in the 5000 most common words59.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 12Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4270Total number of unique words is 179236.5 of words are in the 2000 most common words51.5 of words are in the 5000 most common words59.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 13Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4332Total number of unique words is 183236.6 of words are in the 2000 most common words51.6 of words are in the 5000 most common words59.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 14Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4334Total number of unique words is 173037.7 of words are in the 2000 most common words54.5 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 15Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4345Total number of unique words is 167235.9 of words are in the 2000 most common words51.3 of words are in the 5000 most common words58.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 16Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4431Total number of unique words is 179536.2 of words are in the 2000 most common words51.2 of words are in the 5000 most common words59.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 17Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4394Total number of unique words is 171037.0 of words are in the 2000 most common words52.0 of words are in the 5000 most common words60.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 18Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4324Total number of unique words is 173636.9 of words are in the 2000 most common words52.4 of words are in the 5000 most common words61.8 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 19Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4394Total number of unique words is 168837.9 of words are in the 2000 most common words54.7 of words are in the 5000 most common words63.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 20Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4372Total number of unique words is 176238.0 of words are in the 2000 most common words53.3 of words are in the 5000 most common words61.5 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 21Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4325Total number of unique words is 169537.1 of words are in the 2000 most common words53.0 of words are in the 5000 most common words61.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 22Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4300Total number of unique words is 170235.8 of words are in the 2000 most common words52.6 of words are in the 5000 most common words60.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 23Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4292Total number of unique words is 159238.1 of words are in the 2000 most common words54.0 of words are in the 5000 most common words61.4 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 24Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4307Total number of unique words is 169536.4 of words are in the 2000 most common words51.4 of words are in the 5000 most common words59.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 25Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4310Total number of unique words is 170335.9 of words are in the 2000 most common words51.5 of words are in the 5000 most common words59.8 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 26Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4276Total number of unique words is 157936.4 of words are in the 2000 most common words52.4 of words are in the 5000 most common words60.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 27Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4327Total number of unique words is 167737.7 of words are in the 2000 most common words54.3 of words are in the 5000 most common words61.4 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 28Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4292Total number of unique words is 174336.2 of words are in the 2000 most common words51.3 of words are in the 5000 most common words58.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 29Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4221Total number of unique words is 164536.7 of words are in the 2000 most common words52.0 of words are in the 5000 most common words59.1 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 30Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4323Total number of unique words is 188036.7 of words are in the 2000 most common words52.7 of words are in the 5000 most common words60.4 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 31Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4314Total number of unique words is 188836.2 of words are in the 2000 most common words50.9 of words are in the 5000 most common words58.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 32Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4337Total number of unique words is 171438.3 of words are in the 2000 most common words54.4 of words are in the 5000 most common words62.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 33Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4324Total number of unique words is 170436.3 of words are in the 2000 most common words52.8 of words are in the 5000 most common words61.1 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 34Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4287Total number of unique words is 172337.6 of words are in the 2000 most common words53.4 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 35Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4238Total number of unique words is 170036.5 of words are in the 2000 most common words52.5 of words are in the 5000 most common words61.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 36Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4305Total number of unique words is 164836.4 of words are in the 2000 most common words53.3 of words are in the 5000 most common words62.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 37Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4334Total number of unique words is 172136.4 of words are in the 2000 most common words50.6 of words are in the 5000 most common words59.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 38Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4372Total number of unique words is 178637.0 of words are in the 2000 most common words53.2 of words are in the 5000 most common words61.5 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 39Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4305Total number of unique words is 170936.3 of words are in the 2000 most common words51.6 of words are in the 5000 most common words59.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 40Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4317Total number of unique words is 174035.9 of words are in the 2000 most common words52.2 of words are in the 5000 most common words60.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 41Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4201Total number of unique words is 157136.0 of words are in the 2000 most common words50.1 of words are in the 5000 most common words57.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 42Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4271Total number of unique words is 160135.2 of words are in the 2000 most common words50.7 of words are in the 5000 most common words59.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 43Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4376Total number of unique words is 176237.5 of words are in the 2000 most common words53.1 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 44Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4342Total number of unique words is 177735.5 of words are in the 2000 most common words50.0 of words are in the 5000 most common words59.3 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 45Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4279Total number of unique words is 174038.0 of words are in the 2000 most common words54.2 of words are in the 5000 most common words61.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 46Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4349Total number of unique words is 173237.5 of words are in the 2000 most common words52.5 of words are in the 5000 most common words60.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 47Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4370Total number of unique words is 174836.8 of words are in the 2000 most common words51.0 of words are in the 5000 most common words58.4 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 48Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4404Total number of unique words is 177737.0 of words are in the 2000 most common words52.4 of words are in the 5000 most common words61.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 49Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4394Total number of unique words is 169836.3 of words are in the 2000 most common words50.0 of words are in the 5000 most common words58.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 50Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4311Total number of unique words is 166137.8 of words are in the 2000 most common words54.0 of words are in the 5000 most common words61.8 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 51Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4327Total number of unique words is 156236.8 of words are in the 2000 most common words52.1 of words are in the 5000 most common words60.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 52Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4387Total number of unique words is 168337.3 of words are in the 2000 most common words52.3 of words are in the 5000 most common words61.1 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 53Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4352Total number of unique words is 167139.1 of words are in the 2000 most common words53.6 of words are in the 5000 most common words60.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 54Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4349Total number of unique words is 177938.5 of words are in the 2000 most common words55.2 of words are in the 5000 most common words62.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 55Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4433Total number of unique words is 173937.4 of words are in the 2000 most common words51.0 of words are in the 5000 most common words58.4 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 56Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4299Total number of unique words is 185435.5 of words are in the 2000 most common words50.4 of words are in the 5000 most common words56.8 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 57Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4250Total number of unique words is 174138.5 of words are in the 2000 most common words53.3 of words are in the 5000 most common words60.5 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 58Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4437Total number of unique words is 190737.8 of words are in the 2000 most common words53.4 of words are in the 5000 most common words60.4 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 59Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 3582Total number of unique words is 154039.0 of words are in the 2000 most common words53.9 of words are in the 5000 most common words61.5 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 60Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4154Total number of unique words is 172536.9 of words are in the 2000 most common words53.8 of words are in the 5000 most common words60.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 61Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 3993Total number of unique words is 152635.5 of words are in the 2000 most common words52.3 of words are in the 5000 most common words59.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 62Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4121Total number of unique words is 166937.6 of words are in the 2000 most common words53.3 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 63Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4036Total number of unique words is 165637.3 of words are in the 2000 most common words52.3 of words are in the 5000 most common words59.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 64Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4093Total number of unique words is 169436.7 of words are in the 2000 most common words52.4 of words are in the 5000 most common words60.9 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 65Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 3657Total number of unique words is 135739.8 of words are in the 2000 most common words54.3 of words are in the 5000 most common words62.7 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 66Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4213Total number of unique words is 169339.5 of words are in the 2000 most common words53.8 of words are in the 5000 most common words62.1 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 67Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4015Total number of unique words is 165136.3 of words are in the 2000 most common words51.6 of words are in the 5000 most common words59.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 68Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4077Total number of unique words is 159537.5 of words are in the 2000 most common words52.4 of words are in the 5000 most common words61.1 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 69Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4081Total number of unique words is 164638.6 of words are in the 2000 most common words53.7 of words are in the 5000 most common words62.2 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 70Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4055Total number of unique words is 170539.2 of words are in the 2000 most common words55.0 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 71Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4132Total number of unique words is 153839.4 of words are in the 2000 most common words55.0 of words are in the 5000 most common words63.0 of words are in the 8000 most common words
- Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi - 72Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 3724Total number of unique words is 149039.6 of words are in the 2000 most common words54.5 of words are in the 5000 most common words62.2 of words are in the 8000 most common words