Storia della Repubblica di Firenze v. 3/3 - 01

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STORIA
DELLA
REPUBBLICA DI FIRENZE
DI
GINO CAPPONI.
SECONDA EDIZIONE RIVISTA DALL’AUTORE.
TOMO TERZO.

FIRENZE,
G. BARBÈRA, EDITORE.
1876.


Depositata al Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio per
godere i diritti accordati dalla legge sulla proprietà letteraria.
G. BARBÈRA.
_Gennaio 1875._


SOMMARI DEL TOMO TERZO.

LIBRO SESTO.
_Capitolo_ I. — IMPRESA DI CARLO VIII IN ITALIA. — RIBELLIONE
DI PISA, CACCIATA DE’ MEDICI. [AN. 1492-1495.]. Pag. 1
Grande mutazione di cose avvenuta nel mondo in quell’anno
1492. — Natura e governo di Piero dei Medici. — Alessandro
VI creato papa. — Primi accenni dello scomporsi
l’equilibrio che era tra’ principi italiani. — Lodovico
Sforza, che governava Milano, chiama in Italia Carlo VIII
re di Francia. — Apparecchi di questo Re; esercito raccolto
da lui in Lione. — Suoi ambasciatori a Firenze; ambasciate
in Francia dei Fiorentini. — Morte in Napoli di Ferrando. —
Apparecchi d’Alfonso per la difesa del Regno. Carlo giunge
in Asti ai 9 settembre 1494. — Paragone tra le armi
francesi e le italiane. — Carlo in Pavia visita l’infermo
Giovanni Galeazzo duca di Milano, cugino suo. Isabella di
Aragona. Morte improvvisa di Giovanni Galeazzo mentre Carlo
giungeva in Piacenza. — Questi entra in Toscana come
nemico. Piero de’ Medici, andato segretamente al Re in
Pontremoli, gli cede il dominio di Sarzana e d’altri
castelli. Tumulto in Firenze; ambasceria al Re. — Piero de’
Medici in quel mentre tornato in Firenze è impedito
d’entrare in Palagio. Fuggono egli e i suoi due fratelli.
La Casa Medici va a sacco. — Carlo in Pisa, alle preghiere
dei Pisani dona ad essi la libertà. — Muovendo verso
Firenze, si ferma a Signa. Dopo alcuni giorni fa ingresso
solenne nella città armato con la lancia sulla coscia. —
Negoziati: rumori di popolo; infine è stretto un accordo
per cui rimase libera. Piero Capponi. — Carlo entra in
Roma: il Papa si chiude in Castel Sant’Angelo, poi fa lega
col Re: questi procede senza ostacoli fino a Napoli, dove
entra ai 21 di febbraio 1495. — Alfonso cede il regno al
figlio Ferdinando e fugge in Sicilia: il giovane Re si pone
in salvo con la sua famiglia nell’isola d’Ischia. — Incuria
e malgoverno dei Francesi in Napoli. — Una lega possente di
Principi si forma contro essi. — Carlo dopo tre mesi parte
da Napoli con la maggior parte delle sue forze. — Traversa
la Toscana, trattenendo con parole ambigue i Fiorentini e i
Pisani. Questi per ogni modo attendono a munirsi. —
Battaglia del Taro, dove i Francesi si aprono il passo a
traverso l’esercito unito dei Veneziani e dello Sforza.
Assediano lungamente Novara; il Re, fatta pace con lo
Sforza, torna in Francia. — Insurrezione generale dei
Napoletani. Un’armata veneta scende in Puglia. Ferdinando
passa in Calabria, avendo seco Consalvo di Cordova
sopraggiunto con poca forza di Spagnuoli. — Ributtato il Re
si presenta in Napoli, donde il popolo armato caccia i
Francesi. — Grossa guerra in Puglia e in Basilicata;
vittoria di Consalvo; le ultime reliquie dei Francesi
ottengono tornare in Francia.
_Capitolo_ II. — NUOVA FORMA DI REPUBBLICA. — FRA GIROLAMO
SAVONAROLA. [AN. 1495-1498.] 23
Lo Stato da principio torna qual’era avanti i Medici.
L’elezione agli uffici data per un anno a venti
Accoppiatori. — Nuova forma di Governo. La sovranità
risedesse in un Consiglio di mille le cui famiglie avessero
seduto nei tre maggiori uffici. Da questi uscisse un Senato
di quaranta, per l’esame delle Provvisioni vinte dai
Signori e Collegi, che poi andassero al Consiglio Grande. —
Fra Girolamo Savonarola ferrarese. Autorità somma da lui
acquistata con le predicazioni: suo zelo acceso per la
forma dei costumi e contro ai vizi del clero; sua indole
popolare. — Qualità della sua predicazione: la previdenza
dei gastighi in lui era fede. — Sua vita precedente. Forti
studi introdotti nel suo Convento insieme a una scuola di
pittura. Suoi scritti filosofici e sue poesie. —
All’appressarsi di Carlo VIII annunzia i flagelli. — Fin
dove s’ingerisse in cose civili. — Come il popolo si
esaltasse alle predicazioni del Frate: pigliò Firenze
aspetto d’una città penitente: arsioni in Piazza di cose
oscene e di strumenti di giuoco. — Favore ai Pisani non che
dei Francesi, di molti in Italia. — Nella guerra contro
Pisa muore Piero Capponi. — Massimiliano imperatore scende
in Maremma, assedia Livorno, poi torna in Germania. —
Edificazione di una sala per il Gran Consiglio: divisioni
in seno di questo. — Piero de’ Medici con soldati Veneziani
s’accosta a Firenze, ma tosto poi se ne ritira. — Cinque
cittadini sospettati di congiura pei Medici sono dannati a
morte; è negato ad essi l’appello al Consiglio generale. —
Il Savonarola in tutto questo si tacque. Non era più il
capo effettivo della sua Parte, venuta in mano ai politici:
Francesco Valori. — Il Frate ebbe veementi passioni civili,
ma era sempre frate. Inalzato dal grande seguito ch’egli
aveva, passò dalle minaccie dell’ira di Dio alle
affermazioni di profeta. — Avea devoti e partigiani, ma non
aveva una parte da sè ordinata e che egli guidasse a un
fine pratico e pensato. — Fra Girolamo è chiamato in Roma
dal Papa. La Signoria di Firenze s’interpone, ma ingrossano
i nemici contro lui: tumulti alle sue prediche. Infine ai
22 giugno 1497 è pubblicata una scomunica non contro alle
dottrine sue ma contro lui per disubbidienza. — La Signoria
era amica a lui, devoti i _Piagnoni_, nemicissimi i
_Compagnacci_ e gli _Arrabbiati_. — Fra Girolamo si astiene
dal predicare, poi ricomincia nei primi del 98; il che fu
occasione di gravi tumulti. — Il Papa ne chiede la
consegna, minacciando l’interdetto sulla città; in questa
incerti i Consigli. — Ultima predica di commiato. — Nelle
precedenti aveva messo innanzi l’idea di un Concilio, ma
non fece pratiche per esso. — Il convento di San Marco e il
Clero in Firenze. — Fra Domenico da Pescia, predicando,
offre la prova del fuoco; un Francescano accetta la sfida.
La Signoria favorisce quell’esperimento, per il quale
assegna il giorno settimo d’aprile. — Grande e solenne
apparato in Piazza. Contegno provocatore dei frati.
Vertenze e difficoltà sul modo di fare la prova. Tumulto in
Piazza; una grande pioggia costringe tutti a tornare a
casa. — Il giorno seguente la città in arme: i Piagnoni
percossi o insultati; i più arditi si raccolgono armati in
Convento, che viene assalito e infine sforzato non senza
uccisioni. La Signoria fa da’ suoi mazzieri porre le mani
addosso a Fra Girolamo e a Fra Domenico, i quali sono
condotti nelle carceri del Palagio. — Francesco Valori
ucciso per via. — Fra Silvestro terzo carcerato: la
Signoria nega consegnarli al Papa. Elegge una Commissione
d’esaminatori tra’ più avversi ai frati. — Atti e modi del
processo. — Fra Girolamo, non reggendo alla tortura,
confessa cose che indi subito contradice; la reputazione di
lui è abbattuta. — Nuovo esame e nuovi martori: Atti del
processo falsificati. — Esami di Fra Domenico e di Fra
Silvestro e di altri. — Lettera dei frati di San Marco al
Papa. — La Signoria accetta che mandasse questi in Firenze
due Commissari a rinnovare il processo. — Meditazioni del
Savonarola scritte in carcere e pubblicate subito dopo. —
Nuovo esame fatto dai Commissari, i quali cercano per via
di tormenti se il Savonarola avesse aderenti alla proposta
del Concilio, ma nulla si trova. — Il giorno dopo esce la
condanna dei tre Frati a essere impiccati e poi arsi. — La
sentenza si eseguisce sulla Piazza ai 23 maggio 1498,
presente una grande e varia moltitudine: le ceneri gettate
in Arno. — Vittoria in Firenze della parte più mondana, che
si scatena contro al Frate. Prime impressioni sul conto
suo, poi grandi testimonianze che a lui fecero i più gravi
uomini. Dalla scuola del Savonarola uscivano quelli che poi
difesero la libertà o la piansero. — Culto del Frate
continuato nei conventi Domenicani. — Cercò la riforma, ma
dentro al seno della Chiesa.
_Capitolo_ III. — GUERRA DI PISA. — I FRANCESI A MILANO, GLI
SPAGNOLI A NAPOLI — IL DUCA VALENTINO. — PIERO SODERINI
GONFALONIERE A VITA. [AN. 1498-1503.]. 63
Lega tra ’l Papa e Luigi XII nuovo re di Francia. Il Duca
Valentino. — Disegni dei Veneziani sopra Pisa, oppugnati da
Lodovico il Moro. — Piero dei Medici in Casentino: assalti
a Pisa: sospetti contro a Paolo Vitelli Capitano dei
Fiorentini; questi è imprigionato, poi messo a morte. —
[1499]. Luigi XII in Milano; Lodovico Sforza fugge in
Allemagna, poi torna indietro e i Francesi si chiudono in
Novara. [1500]. Lo Sforza tradito dagli Svizzeri, va
prigioniero a finire la vita in Francia. — Soldati francesi
chiamati dai Fiorentini, parteggiano co’ Pisani. — Il
Valentino con l’aiuto dei Francesi conquista la Romagna
della quale è dal Papa creato Duca: entrato in Toscana, si
pone presso a Firenze; quivi il Governo è senza forza;
stragi in Pistoia. — Piero de’ Medici seguita il Borgia,
che si fa dare segretamente la signoria di Pisa, poi tratta
co’ Fiorentini, e andando a Roma investe Piombino. —
Federigo d’Aragona, nuovo re in Napoli. Trattato segreto
tra Ferdinando di Spagna e Luigi XII per la divisione di
quel Reame. Consalvo di Cordova ne piglia possesso in nome
di Spagna. Federigo si rifugia in Francia. — Piero de’
Medici in Arezzo, recuperata poi dalla Repubblica di
Firenze con l’aiuto del re Luigi. — Il Valentino soggioga
le Marche, poi viene a porsi in Imola. I condottieri che
seguivano il Valentino, si erano dichiarati contro lui; poi
si conciliano seco, ed egli venuto sotto Sinigaglia, con
inganno gli fa pigliare, 31 dicembre 1502. Orsini e altri
strangolati o ritenuti; il Borgia torna in Roma, dopo aver
sottomesso Città di Castello e Perugia. — La guerra si
rompe tra Spagnoli e Francesi. Consalvo si chiude in
Barletta; disfida tra’ cavalieri francesi e italiani,
questi rimanendo superiori. — Consalvo, ottenuta grande
vittoria alla Cerignola, entra in Napoli a’ 14 di maggio
1503. — Consiglio Grande, sua composizione; popolarmente
bene accetto. Difetto d’uomini nei quali fossero scienza e
tradizioni, e che intendessero le cose di fuori. Le scelte
agli uffici cadevano sopra gli uomini più mediocri. —
Infine consentono a una riforma, purchè non si andasse a un
governo stretto e che il Consiglio Grande si mantenesse. —
Proposta di fare un Gonfaloniere a vita, che viene
approvata, ma negato mettergli intorno un Consiglio
stretto. È commessa l’elezione della persona al Gran
Consiglio, dove intervennero più di duemila cittadini. Fu
quivi eletto Piero Soderini, ch’entrò in ufficio il 1º
novembre 1502. Sue qualità e sua natura. — Il giorno stesso
cessò l’ufficio del Potestà, essendo a quello sostituita
una Ruota di cinque Giudici forestieri.
_Capitolo_ IV. — GIULIO II. — RIACQUISTO DI PISA. — GRANDE
LEGA CONTRO A’ VENEZIANI. — GUERRE IN ITALIA; RITORNO
DE’ MEDICI IN FIRENZE. [AN. 1503-1512.] 94
Morte d’Alessandro VI; tumulti in Roma. — Il Valentino
raccolto in Napoli da Consalvo, indi prigione in Ispagna,
d’onde fuggito, muore combattendo pe’ suoi parenti re di
Navarra. — [1503]. Giulio II. — Nuovo esercito francese al
Garigliano, distrutto per opera di Consalvo. Morte di
Piero dei Medici. — Guerra di Pisa; costanza dei Pisani.
Disegni di vari Principi sopra Pisa. L’Alviano per proprio
suo conto muovendo al soccorso di Pisa, è vinto alla torre
di San Vincenzio in Maremma. Assalto a Pisa, ributtato. —
Governo di Piero Soderini. Milizie paesane in tutto lo
Stato di Firenze, create per consiglio e con l’opera di
Niccolò Machiavelli: loro buoni ordini. — [1506]. Giulio II
venuto a Perugia, toglie ai Baglioni la signoria di quella
città; va in Urbino, poi entra in Bologna con l’aiuto dei
Francesi, ordina il governo di questa città; poi torna a
Roma. — Ferdinando il Cattolico viene a Napoli, poi
s’abbocca in Savona con Luigi XII; questi recupera Genova,
che gli si era ribellata. — Massimiliano imperatore muove
guerra ai Veneziani, nella quale perde gli Stati limitrofi
all’Adriatico. — [Dicembre 1508]. Lega di Cambray, già
preparata in Savona: Spagna, Francia e Germania si uniscono
alla distruzione della Repubblica di Venezia; il Papa entra
di mala voglia in quella Lega. — I Fiorentini stringono
Pisa; vari trattati, dopo i quali i Fiorentini entrano in
Pisa [9 giugno 1509]. — Rotta dei Veneziani alla
Ghiaradadda; assedio di Padova; Massimiliano si ritira a
Verona. — Conferma per danaro i privilegi alla Repubblica
di Firenze. — Il Papa si distacca dalla Lega: viene di
persona all’assedio della Mirandola e assolda Svizzeri.
Spagnoli in Italia contro Francia. — Il re Luigi promuove
un Concilio contro a Papa Giulio; il Soderini concede
radunarlo in Pisa, dove pochi intervengono. — Nuovo
esercito francese in Italia con Gastone di Foix: ribellione
e stragi di Brescia: battaglia di Ravenna, dove muore il
Foix vincitore [aprile 1512]. — Ma in breve essendo scesi
altri Svizzeri, i Francesi sono cacciati d’Italia; gli
Sforza tornano a Milano. — Un Congresso tenuto in Mantova
delibera la restituzione dei Medici in Firenze. — Il
cardinale Giovanni de’ Medici, e suoi accorgimenti. Stato
della città. Bernardo Rucellai. — Filippo Strozzi seniore,
suo palazzo. Filippo suo figlio prende in moglie Clarice
nata da Piero dei Medici. La Quarantía. — Il vicerè
Cardona, entrato con gli Spagnoli in Toscana, intima ai
Fiorentini la mutazione dello Stato. Sincero contegno del
gonfaloniere Soderini: sollevamento degli animi in Firenze.
— Saccheggio di Prato, cittadini prigioni e venduti [29
agosto 1512]. — Terrore in Firenze. Il Gonfaloniere deposto
dal magistrato, quindi accompagnato fino al porto di
Ancona, d’onde egli passa in Ragusi. — Il Cardinale si
ferma in Campi. Gli Spagnoli abbandonano la Toscana. Gian
Battista Ridolfi Gonfaloniere. Il Cardinale e Giuliano
tornano alle loro case devastate. Chiamano con la forza dei
soldati una Balía, per la quale mutato il Governo, è
abolito il Gran Consiglio. — Debolezza del governo dei
Medici e male contentezze; inimicizia contro ai Medici dei
seguaci del Savonarola. — Cospirazione di Pietro Paolo
Boscoli e di Agostino Capponi contro alla vita del
Cardinale: ultime ore del Boscoli narrate da Luca della
Robbia.
_Capitolo_ V. — PONTIFICATO DI LEONE X. [AN. 1513-1521.] 127
Morte di Giulio II. Leone X fatto Papa [11 marzo 1513];
allegrezze, magnificenze. — Nature di Giulio II e di Leone
X. — In Firenze tutti gli animi si volgono al nuovo Papa. —
Famiglia dei Medici, governo della città e vari umori del
popolo. — Giulio dei Medici; il Cardinale da Bibbiena. — I
Francesi avendo la peggio in Lombardia, Venezia ed il Papa
ad essi si accostano; pericoli e fermezza dei Veneziani. —
[1º gennaio 1515] morte di Luigi XII. Francesco I, giovane
re, entra in Italia, distrugge le bande Svizzere a
Marignano, ed acquista la signoria di Milano. — Trattato di
Leone X con Francesco I. — Leone X in Firenze. Congresso e
Concordato di Bologna. — Morte di Giuliano dei Medici.
Leone X priva del ducato d’Urbino Francesco Maria della
Rovere, e ne fa la conquista in nome del suo nipote Lorenzo
[1516]. — Morto Ferdinando di Aragona, il nipote Carlo
diviene re di tutte le Spagne. — Venezia, riavuto l’intero
stato di Terraferma si mette in pace. — Francesco Maria
cerca di ripigliare lo Stato: guerra d’otto mesi, dopo la
quale il Della Rovere abbandona e cede il ducato. —
Pensieri d’alcuni Cardinali per uccidere Leone X. Il Papa
fa in un sol giorno promozione di 31 Cardinali. — Cerca
spogliare il Duca di Ferrara. Chiamato in Roma Paolo
Baglioni, lo fa morire. — Contegno principesco di Lorenzo
de’ Medici in Firenze: nuovi costumi e abiti cortigiani. Il
Duca, da un pezzo infermo, muore [4 maggio 1519]: pochi
giorni prima gli era nata Caterina che fu regina di
Francia. — Il cardinale Giulio dei Medici viene a reggere
lo Stato in Firenze. — Carlo V eletto Imperatore [28 giugno
1519]. — Negoziati vari del Papa con Francia e Spagna. —
Lega tra ’l Papa e l’Imperatore [1521]. — Grande guerra in
Lombardia: l’esercito della Lega entra in Milano. — Morte
di Leone X [1º dicembre 1521].
_Capitolo_ VI. — FIRENZE SOTTO IL GOVERNO DEL CARDINALE
GIULIO DE’ MEDICI, POI CLEMENTE VII. — BATTAGLIA DI
PAVIA. — SACCO DI ROMA. [AN. 1521-1527.]. 152
Elezione di Adriano VI. — Francesco Maria della Rovere
racquista lo Stato: movimenti di guerra nel Senese. —
Governo del cardinale Giulio dei Medici in Firenze. Pareri
scritti per una riforma dello Stato. — Orti Oricellari:
congiura per la quale un Diacceto e alcuni altri sono
decapitati, fuggendo il poeta Luigi Alamanni. — In
Lombardia gli Svizzeri, che andavano co’ Francesi, sono
sconfitti alla Bicocca; Lautrech abbandona la Lombardia:
Prospero Colonna entra in Genova con gli Spagnoli, che vi
danno il sacco. — Adriano giunge in Roma dove, uomo
semplice e severo, è male accetto. — Prepotenze spagnole in
Italia. — Disegno di Francesco I interrotto per il
tradimento del Borbone. — Adriano stringe lega con Carlo V:
muore, [1523]. — [19 novembre] Giulio dei Medici è fatto
Papa col nome di Clemente VII. — Stato della città di
Firenze: ondeggia tra i Medici e la libertà. Cauto
procedere di Clemente. Iacopo Salviati, Filippo Strozzi.
Giovanni dell’altro ramo della Casa Medici, già chiaro
nelle armi. — Ma la successione della famiglia si riduce
nei due bastardi Ippolito e Alessandro: da principio
Ippolito è messo innanzi per il governo di Firenze. Il
cardinale Silvio Passerini governatore per il Papa. — Carlo
V dalla Spagna governa e dirige le cose d’Italia; suoi
Generali. — Malo stato della Lombardia. — Guerra in
Provenza, fallita. Francesco I scende in Lombardia. —
Antonio da Leyva si chiude in Pavia dal Re assediata.
Battaglia di Pavia, dove il re Francesco è fatto prigione
[24 febbraio 1525]. — Irresolutezze di Clemente. Fra
Niccolò Schomberg arcivescovo di Capua. I Fiorentini tutti
francesi. — Francesco I condotto in Ispagna, stipula un
trattato per cui torna in libertà [18 marzo 1526]. —
Sottili disegni del Morone per la liberazione d’Italia:
morte del Pescara. Il Morone va con gli Imperiali. — Lega
di Cognac. Giovanni Medici dalle Bande Nere. Francesco
Guicciardini. — Il Papa mette in difesa Firenze; è tradito
dal Moncada e dai Colonna, i quali invadono e saccheggiano
il palazzo stesso di San Pietro; il Papa in Castel
Sant’Angelo fa un trattato con gli Spagnoli, subito
violato. — Morte di Giovanni delle Bande Nere. — I
Lanzichenecchi varcano il Po: gli Spagnoli si uniscono a
loro. Dubbia fede di Francesco Maria della Rovere: consigli
del luogotenente Guicciardini. — Volteggiamenti del Papa.
L’esercito del Borbone entra in Toscana e quindi avanza
fino ai prati di Roma. — Combattimento in Trastevere con la
morte del Borbone. Sacco di Roma [6 maggio 1527]: Clemente
prigioniero in Castel Sant’Angelo.
_Capitolo_ VII. — NICCOLÒ MACHIAVELLI. — FRANCESCO
GUICCIARDINI — MICHELANGELO BUONARROTI. DESCRIZIONE DELLA
CITTÀ E STATO DI FIRENZE. 183
_Capitolo_ VIII. — CACCIATA DE’ MEDICI E GOVERNO POPOLARE. —
CARLO V IN ITALIA E SUO ACCORDO COL PAPA. [AN. 1527-1529.] 208
Mala disposizione contro alla Casa Medici dei maggiori tra
gli Ottimati. — In Firenze i giovani chiedono le armi;
quindi all’appressarsi dei due eserciti la città insorge e
si dichiara contro ai Medici. Ma essendovi entrati i
Capitani della Lega, si fa un compromesso. — Pel caso di
Roma i moti crescono in Firenze. Filippo Strozzi e madonna
Clarice sua moglie. I due giovani Medici obbligati a
partirsi di Firenze. — I popolani armati impongono la
riapertura del Consiglio Grande e un Governo com’era nel
dodici. — Niccolò Capponi eletto Gonfaloniere per tredici
mesi. — La città è divisa tra chi voleva e chi non voleva
romperla affatto co’ Medici. — Evasione del Papa. — Feste
in Firenze. Rigori contro ai partigiani dei Medici; guardia
di giovani al Palagio. — [1528]. Distruzione dell’esercito
francese sotto Napoli: finiscono le Bande Nere, che erano
al soldo dei Fiorentini. — Andrea Doria, fattosi amico a
Carlo V, costituisce in Genova una forma nuova di governo.
— I Francesi dopo altre sconfitte abbandonano anche la
Lombardia. — Istituzione in Firenze d’una milizia per cui
si danno le armi in mano al popolo. Solennità; orazioni che
furono recitate. — Sedizione dei giovani che avevano preso
la guardia del Palagio. Condanna di Iacopo Alamanni e sua
decapitazione. — Ingrossa la parte avversa al Capponi. —
Ippolito dei Medici è fatto Cardinale. — Pratiche di
Clemente per fare tornare i suoi in Firenze come semplici
cittadini. Il Gonfaloniere ascolta queste pratiche. — Una
lettera caduta di mano a lui è occasione a destituirlo dal
magistrato e farlo mettere in accusa. Viene assoluto in
quel giudizio, e torna a casa onorato. Francesco Carducci
eletto in sua vece. — Pratiche di pace tra ’l Papa e
Cesare. In Firenze i più esperti consigliavano accostarsi a
questo. Andrea Doria ne faceva formale proposta e mandava
qui a tal fine, ma inutilmente, Luigi Alamanni. — Trattato
di Barcellona, pel quale il Papa e Cesare si obbligano a
rimettere i Medici in Firenze. — Pace di Cambray: Francesco
I promette l’abbandono dei suoi alleati, intanto che egli e
la Corte addormentavano l’ambasciatore Baldassarre Carducci
di vane promesse. — Moti diversi degli animi in Firenze. —
Carlo V a Genova [12 agosto 1529]: nuovo assetto allora
dato da lui all’Italia. — Quattro ambasciatori mandati a
Cesare, dal quale sono rinviati al Papa. I quattro sono
divisi tra loro. È ad essi vietato seguirlo in Piacenza. —
L’ambasceria si discioglie, e Niccolò Capponi muore in
Castelnuovo di Garfagnana.
_Capitolo_ IX. — APPARECCHI DI GUERRA E NEGOZIATI. — STATO
DELLA CITTÀ. — PRIMI SEI MESI DELL’ASSEDIO.
[AN. 1529-1530.] 238
Carlo V fa muovere contro Firenze il Principe d’Orange; come
si componesse l’esercito da lui condotto. — Alfonso da Este
abbandona i Fiorentini, ai quali Venezia ricusa mandare
aiuto di soldati. — Clemente invia contro Perugia il
Principe d’Orange. — Malatesta Baglioni soccorso dai
Fiorentini, si accorda col Papa di loro consentimento. —
L’Orange [14 settembre] assale Cortona che resiste, poi
s’arrende. — Castiglione Fiorentino saccheggiato. — I
nemici investono Arezzo, di dove il Commissario fiorentino
si ritira. — L’Orange pone il campo a Figline, e intanto fa
dai suoi occupare il Casentino. — In Firenze si delibera
mandare al Papa quattro ambasciatori: andò innanzi agli
altri Pier Francesco Portinari a fare istanza perchè il
Papa fermasse l’esercito: parole del Papa che invia
l’Arcivescovo di Capua. — Questi giunto in Firenze, non vi
è ascoltato. Mandano all’Orange ambasciatori. I tre che
raggiungono in Roma il Portinari trovano il Papa sulla
partenza: sono ascoltati da lui in Cesena, ed hanno
risposte che in Firenze non sono accolte. — Il Gonfaloniere
aveva chiamato una Pratica generale dove da tutti i
Gonfaloni, eccetto uno solo, viene deliberata la
resistenza. — Fautori dei Medici fuggiti e banditi o
ritenuti o condannati. Arsioni delle loro ville. — Arsioni
e guastamenti per decreto pubblico degli edifizi e giardini
a un miglio dalla città. — Fortificazioni alla città. Fanti
assoldati e milizie cittadine; Malatesta Baglioni e Stefano
Colonna. Balzelli, vendita di beni. — Fuga e poi ritorno di
Michelangelo Buonarroti che dirigeva le fortificazioni. —
Stato degli animi in Firenze. — Devastazione del Val
d’Arno. Lucrezia Mazzanti. L’Orange si conduce fino ad un
miglio dalla città [14 settembre]. — Descrizione del campo
dei Fiorentini. — Descrizione del campo degli assedianti,
Italiani, Tedeschi e Spagnoli. — Malatesta disfida i
nemici: questi la notte degli 11 novembre danno l’assalto
alla città, che si difende popolarmente. — Gli assediati
assalgono il campo nemico, da cui si ritraggono
onoratamente. — Morte di Mario Orsini e di Giorgio Santa
Croce. — Un nuovo esercito scende di Lombardia: la città
chiusa da ogni parte; perdita di Signa, di Pistoia e
d’altri luoghi. — Francesco Ferrucci Commissario d’Empoli,
ripiglia Castel Fiorentino, assale ed espugna San Miniato;
distrugge una banda di Spagnoli presso Palaia. — Francesco
Carducci esce di Gonfaloniere, a cui succede Raffaello
Girolami [1º gennaio 1530]. — Il Gonfaloniere, convocato un
grande Consiglio, lo interroga circa al mandare
ambasciatori al Papa; il che fu approvato, ma poi annullano
il voto e mettono condizioni che sono respinte duramente. —
Leggi spietate per fare danari sopra i beni dei ribelli;
ori e argenti dei luoghi sacri mandati alla Zecca. —
Predicatori popolari che promettevano liberazione: Fra
Benedetto da Foiano. — Caterina dei Medici: disegni
attribuiti al Principe d’Orange. — Malatesta Baglioni fatto
Capitano generale. Suo concetto sopra i pericoli
dell’impresa; di qual sorta fosse il suo intendersi con
Clemente. Propositi forti delle milizie cittadine.
Scaramuccie continue, disfide. — Combattimento particolare
con la morte di Lodovico Martelli. — Carlo Capello
ambasciatore veneziano. — Valore di Lorenzo Carnesecchi
nella difesa della Romagna. — Proposte vane di Francia;
pensieri del Vescovo di Tarbes Oratore francese a Roma:
parole di Clemente e suo infelice stato dell’animo.
_Capitolo_ X. — IMPRESA DI FRANCESCO FERRUCCI E SUA MORTE. —
LA CITTÀ SI RENDE A PATTI. [Dall’aprile all’agosto 1530.] 277
Il territorio della Repubblica per grandissima parte occupato
dai nemici. Francesco Ferrucci da Empoli sostiene la guerra
nelle provincie circostanti. — Ribellione di Volterra. — Il
Ferrucci, rinforzato di genti, assale Volterra, che dopo
fiera battaglia nelle strade si dà a discrezione. —
Fabbrizio Maramaldo, entrato nei borghi di Volterra, vi
fortifica. Il Marchese del Vasto, venuto dal campo sotto
Firenze, assalta Volterra, dalla quale è cacciato indietro
dopo replicati combattimenti. — Perdita d’Empoli per
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