La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 27

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1285, aggiugnendovi del rimanente con grande esattezza quanto
sopra si è ritratto dai documenti di Raynald e Rymer.
Montaner, cap. 119 e altrove, chiama Carlo di Valois «re del
cappello.»
Surita, Ann. d'Arag., lib. 4, cap. 41.
[14] Raynald e Rymer, nei luoghi citati.
[15] Raynald, Ann. ecc., 1284, §§. 4 e 10.
Bolla del 5 maggio 1284, negli archivi del reame di Francia, J.
714. 6.
Saba Malaspina, cont., pag. 394.
Nangis, loc. cit., pag. 542.
Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap 12, in Muratori, R. I.
S., tom. XI.
Le decime estese in Alemagna si ritraggono da un breve d'Onorio,
in Raynald, Ann. ecc. 1285, §. 23.
Veggansi ancora Nic. Speciale, lib. 2, cap. 1.
Bart. de Neocastro, cap. 70, 71 e 91, per questi preliminari
dell'impresa d'Aragona.
[16] Brevi di Martino IV, dati d'Orvieto, il 10 e il 26 maggio 1284,
trascritti in un diploma del cardinal di Santa Cecilia, dato di
Vaugirard il 7 luglio seguente, negli archivi del reame di
Francia. J. 714, 6.
Raynald, Ann. ecc., 1283, §§. 24 e 35.--1284, §. 4.
Saba Malaspina, cont., pag. 394.
[17] Breve dato d'Orvieto, il 25 giugno 1284, negli archivi del reame
di Francia, J. 714, 7.
[18] Breve dato di Perugia, il 30 ottobre 1284. Ibid. J. 714, 8.
[19] Raynald, Ann. ecc. 1285, §. 25. In questa bolla forse è errato
l'anno, o il nome del papa.
[20] Diplomi di Giacomo, re di Maiorca, dati di Palayrac, il 16, e di
Carcassonne, il 17 agosto 1283, negli archivi del reame di
Francia, J. 598, 4, 5.
[21] Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 42.
[22] Montaner, cap. 104.
[23] Lello (Michele del Giudice) Descriz. del tempio di Santa Maria
di Morreale, parte 2, pag. 21. Maurolico, Hist. Sic., lib. 1, pag.
15, ed. Messina 1716; il quale aggiugne ch'eran d'eccellente oro,
e n'entravan 72 in una libbra.
Paruta, Numismatica Sic. in Burmanno, Thes. Ant. Sic., tom. VI,
pag. 1231.
Vero egli è che nel secol XIII la leggenda «Cristo vince» fu posta
in varie monete siciliane, costantinopolitane, e di altri stati;
ma sembra che da Pietro fosse scelta apposta all'intendimento che
io ho detto; e la rincalzò con quell'altra più significativa «La
somma possanza in Dio è.»
[24] Veg. il cap. 8.
[25] Gio. Villani, lib. 7, cap. 87.
Accenno senz'altro una diceria di papa Martino su la deposizione
di Pietro d'Aragona, e una risposta di Pietro, scritte in versi
leonini, che ho trovato nei Mss. latini della Bibl. reale di
Parigi, 2477, fog. 83. Quattordici di questi versi son regalati al
papa, quattordici al re; e tutto è manifestamente la fattura d'uno
dei più ottusi ingegni del tempo, senza una sola frase che possa
meritare attenzione, sia istorica, sia letteraria.
[26] Le Parnasse Occitanien, ou Choix de Poésies originales des
Troubadours, Toulouse, 1819, pag. 290, 291. Ivi si leggono questi
versi di Pietro d'Aragona, e le risposte del trovadore Pietro
Selvaggio e del conte di Foix.
[27] D'Esclot, cap. 108 e 109.
Montaner, cap. 104.
[28] Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 52.
[29] Diploma del 12 gennaio 1284, in Rymer, Atti pubblici
d'Inghilterra, tom. II, pag. 264.
La politica d'Eduardo è spiegata in un'altra lettera del 12
gennaio 1283, presso Rymer, loc. cit. Edoardo rispondeva alla
regina Costanza, che governando l'Aragona in assenza di Pietro,
avea caldamente pregato il re d'Inghilterra a intervenire in suo
favore contro le minacce di Filippo l'Ardito. Eduardo promettea di
fare a ciò ogni sforzo con le negoziazioni; nessuno con le armi.
[30] Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 52.
[31] Montaner, cap. 102 e 120.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 34, 47, 51, 59.
[32] Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 37.
[33] Raynald, Ann. ecc., 1284, §§. 11 e 12.
[34] Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, nel Baluzio, Marca
Hispanica. «_Quae recte doloris insula nuncupatur_,» scrive
della Sicilia il frate cronista, a proposito delle scomuniche e
guerre che per cagion di lei erano piombate addosso al suo paese.
[35] Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 37, 38.
[36] D'Esclot, cap. 106.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 83, 85.
Nangis, Vita di Filippo l'Ardito, in Duchesne, Hist. franc.
script. tom. V, pag. 542.
Montaner, cap. 111.
[37] D'Esclot, cap. 132.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 38 e 39,
Bart. de Neocastro, cap, 91.
Carbonell, Chron, fog. 76. Carbonell scrisse nel secolo XV, ma con
gli archivi d'Aragona a sua disposizione. Ei dice che i Catalani
furono men baldanzosi verso Pietro, «così ne ottennero maggiori
concessioni, o per dir meglio la restituzione di quelle franchige
che Pietro avea annullato per collera e naturale avversione. Il
Carbonell narra in quest'incontro un fatto assai bizzarro: che i
Catalani chiamati al servigio militare, vi si presentarono con le
lance senza ferri e le guaine senza spade né pugnali; e richiesti
di tale strana apparenza, risposero umilmente: esser così venuti
per non fallare il giuramento al re, che avea bruciato lor carte
di costituzioni, libertà, e privilegi; e che a rischio di perder
beni e persone il seguirebbero così inermi dovunque ei volesse.
Pietro, mitigato a tal sommissione, rese le franchige per un
diploma dato di Barcellona a dì 11 gennaio 1283 (1284 secondo il
nostro computo dell'anno che comincia dal 1º gennaio). Veg. anche
Feliu, Anales de Cataluña, lib. 11. cap. 17.
L'autor delle Geste de' conti di Barcellona (nella Marca Hispanica
del Baluzio), che è catalano assai caldo, si lagna de' nobili e
comuni d'Aragona che negarono gli aiuti al re, ma non fa parola
delle dissensioni civili di Catalogna, che in vero furono men
aspre.
Del rimanente io ho ritratto più particolarmente quest'abbozzo
delle discordie di Pietro coi sudditi dal diligentissimo Surita,
il quale, ancorchè non contemporaneo, compilò gli annali su'
documenti e scritti de' contemporanei; perchè il Neocastro le
accenna appena ancorchè con candore; il d'Esclot sa di troppo
cortigiano.
Montaner, cap. 110, con manifesta bugia loda il grande accordo
delle corti di Saragozza col re, e la loro prontezza alla difesa.
A un di presso dice il medesimo a cap. 112, per le corti di
Barcellona.
[38] Surita, Ann. d'Aragona lib. 4, cap. 39, 40, 41, 45, 54, 58, 63.
[39] D'Esclot, cap. 117 e 118
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 44 e 46.
[40] D'Esclot, cap. 130, 132, 133.
Bart. de Neocastro, cap. 91.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 53 a 55.
Montaner, cap. 111, riferisce solamente la scorreria degli
Aragonesi in Navarra. In tutti gli altri fatti che gli parean
disonorevoli al re, o tace o mentisce.
[41] D'Esclot, cap. 134, 135, 136.
Geste de' conti di Barcellona, cap. 28.
Bart. de Neocastro, cap. 91.
Nic. Speciale, lib. 2, cap. 1.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 56.
[42] D'Esclot, cap. 181 e 187.
Montaner, cap. 119.
Bart. de Neocastro, cap. 91.
Nic. Speciale, lib. 2, cap. 1.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 102.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit. Il cronista dice 20,000 i
cavalli, e infiniti i fanti.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 54.
Veggasi anche il Nangis, nella Vita di Filippo l'Ardito, in
Duchesne, Hist. franc. script., tom. V, pag. 544.
[43] D'Esclot, cap. 136.
Montaner, cap. 103, 119 e 121.
[44] D'Esclot, cap. 137, 138, 140, 141.
Montaner, cap. 121.
Nangis, Vita di Filippo l'Ardito, loc. cit., pag. 545, che narra
le istigazioni del legato, e scrive male il nome di questa città,
_Janua_: e il Villani, Janne, nel lib. 7, cap. 102.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
[45] D'Esclot, cap. 144 e 145.
L'autor delle Geste de' conti di Barcellona, loc. cit., narra
anche delle pietre scagliate a voto contro gli Spagnuoli per
guadagnar l'indulgenza. Ma non lo dice fatto a dileggio, nè dai
soldati, ma dalle turbe inermi, anche di donne, che avean seguito
l'esercito a questo solo fine. Trasporta il fatto all'assedio di
Girona.
[46] D'Esclot, cap. 139, 140, 142, 143 il quale porta il capitolo
delle consuetudini di Barcellona, che prescrivea la leva in massa
in caso d'invasione.
Montaner, cap. 119 e 120.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 53 a 60.
Nangis, loc. cit., pag. 545.
Veg. il trattato col re di Tunis, in Capmany, Memorias, etc., tom.
IV.
[47] D'Esclot, cap. 146.
Montaner, cap. 122.
[48] D'Esclot, cap. 147 a 155.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Bart. de Neocastro, cap. 92.
Montaner, cap. 123 a 127.
Forte da questo tempo Carlo di Valois cominciò ad usare il
suggello di re d'Aragona, che si vede in molti suoi diplomi fino
al tempo della rinunzia in mano di Bonifazio VIII. Da un lato v'ha
il re armato di tutto punto, montato sopra un destriero che
corvetta ed è coperto di un lungo drappo sparso a gigli: il re
tien la spada in alto e lo scudo al petto in atto di combattere.
Dall'altro lato il re siede sur una scranna, in sottana e manto
reale, con la corona a punte di gigli, e un giglio alla sinistra,
alla destra uno scettro sormontato anche del fiordaliso. La
leggenda è: _Karolus Dei gracia rex Aragonie et Valencie, comes
Barchinonie, filius regis Francie_. Archivi del reame di
Francia, J. 587, e in altri fascicoli.
[49] Montaner, cap. 127.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
[50] D'Esclot, cap. 157.
Montaner, cap. 128 e 129.
Bart. de Neocastro, cap. 92.
Nangis, loc. cit., pag. 546.
Chron. Mon. S. Bertini, in Martene e Durand, Thes. Anecd., tom.
III, pag. 766.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 61 a 63.
[51] Bart. de Neocastro, cap. 92.
Nic. Speciale, lib. 2, cap. 2.
Montaner, cap. 112, 129, 135.
Veggasi anche d'Esclot, cap. 158 e 165.
[52] D'Esclot, cap. 160 a 164.
[53] Nic. Speciale, lib. 2, cap. 1.
Bart. de Neocastro, cap. 92 e 97.
D'Esclot, cap. 160.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Montaner, cap. 128.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 102.
Nangis, loc. cit., pag. 546.
Chron. Mon. S. Bertini, loc. cit., pag. 766.
[54] Bart. de Neocastro, cap. 92.
[55] D'Esclot, cap. 157, 158.
Montaner, cap. 128 a 133.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Nangis, loc. cit., pag. 546.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 63, 64.
[56] D'Esclot, cap. 159.
Bart. de Neocastro, cap. 92.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 65.
[57] D'Esclot, cap. 159 e 165.
Montaner, cap. 134.
Bart. de Neocastro, cap. 92.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit. Quivi si legge che Pietro
escì col peggio da questo combattimento.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 65.
Di questa scaramuccia fan motto ancora Gio. Villani, lib. 7, cap.
103, Nangis, loc. cit, pag. 547, la Cronaca di S. Bertino, loc.
cit., pag. 766, Ricobaldo Ferrarese, Francesco Pipino, la Cronaca
di Parma, Tolomeo di Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap. 15 e 16, in
Muratori, R. I. S. tom. XI, e l'Anonymi Chron. sic. narrando
brevemente la guerra d'Aragona ne' luoghi citati. Secondo essi,
Pietro ebbe una ferita e poi ne morì. Di questa ferita non parlano
i contemporanei catalani e siciliani, che potean meglio sapere i
particolari, e non aveano ragione a occultar con manifesta
menzogna, che un re guerriero morisse di ferita tre mesi appresso
la battaglia.
[58] D'Esclot, cap. 165.
[59] Bart. de Neocastro, cap. 93, 94, 95.
Nic. Speciale, lib. 2, cap. 3, e lib. 4, cap. 13.
D'Esclot, cap. 166.
Montaner, cap. 131 e 135.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 104.
Anon. chron. sic., cap. 45.
Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap. 17, in Muratori, R. I.
S., tom. XI.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Surita, Annali d'Aragona, lib. 4, cap. 68, che cita un diploma di
re Pietro, relativo al numero de' nemici morti in questa
battaglia.
Di questi scrittori, il Neocastro porta a 36 il numero delle galee
siciliane, più le 12 catalane di Marquet, che secondo lui si
trovarono nella battaglia. L'armata francese era di 40 galee,
oltre 15 lasciatene a Roses. Riferisce la particolarità delle 18
galee mandate da Loria a porsi tra la terra e l'armata francese, e
delle 30 rimagnenti, con le quali ei di fuori assalì, con le
fiaccole accese.
Lo Speciale dice 40 le galee di Loria, 10 le catalane, non assegna
il numero delle francesi, ma lo confessa un po' minore.
D'Esclot porta a 30 le galee siciliane recate da Loria, 4 che
vennero a raggiugnerlo di Sicilia, e 10 catalane; e oltre a
queste, 48, tra saettie e altri legni sottili. Le galee provenzali
secondo lui furono 25, ma sì ben armate d'uomini, da valer 40
galee ordinarie.
Montaner dice, 80 le galee tra francesi e italiane, 66 quelle di
Sicilia, e che l'armatetta catalana non si trovò nella battaglia.
L'autor delle Geste de' conti di Barcellona, tacendo i
particolari, afferma pur l'importanza della cosa; cioè, che
Ruggier Loria presso Roses distrusse tutta la flotta nemica, e
prese l'ammiraglio G. de Lodeva.
Gli altri o forniscono men particolari, o son da attendersi meno.
Ma tra' cinque sopraddetti, e massime tra Montaner e d'Esclot, è
grandissima la disparità quanto al numero delle navi francesi. Io
terrei pel d'Esclot, che suol essere più veridico del Montaner e
più informato; ma mi fa molta specie: 1º. ch'ei non dice il luogo
della battaglia, indicato dagli altri con esattezza, ancorchè i
più minuti la portino alli scogli delle Formiche, e gli altri al
capo di San Filippo, che son luoghi presso il capo di San
Sebastiano: 2º. ch'ei confessa, al par che tutti gli altri senza
eccezione, distrutta in questa battaglia la flotta francese, da
lui portata di sopra a 150 galee; onde ancorchè si voglia supporre
disarmata la più parte, e menomate le ciurme, non è probabile che
perdute 13 galee delle 25, Filippo l'Ardito non avesse potuto con
le 12 fuggite ristorare una flotta uguale almeno a quella di
Loria: 3º. che il numero de' morti, e de' prigioni, ch'ei porta a
5,560 e si dee riferire nella più parte alle galee prese, fa
sempre supporre la flotta francese assai più numerosa di 25 galee.
Computando a un di presso per 210 l'equipaggio d'ogni galea munita
al doppio del solito, com'ei dice in questo incontro, e avea già
riferito della battaglia di Malta del 1284, si avrebbero da 26 le
galee prese o affondate alle Formiche, come furon 12 senza dubbio
quelle guadagnate a Malta, le cui genti montavano a un di presso a
2,600 uomini secondo il numero de' prigionieri e de' morti che
assegna d'Esclot, anche aggiugnendovi tanti altri feriti quanti
morti, e non contando que' delle 8 galee fuggite con Bonvin alla
detta battaglia di Malta: 4º. che finalmente i vanti di Ruggier
Loria riferiti dallo stesso d'Esclot e gli effetti della
battaglia, mal s'accorderebbero con la facile vittoria di 44 galee
e tanti altri legni contro 25 galee. Perciò io penso, che il testo
del d'Esclot sia stato corrotto da qualche copista, e che si debba
creder poco disuguale la forza delle due armate, forse di 40 galee
nella nemica, e di poche più nella siciliana; stando al Neocastro
il quale si mostra assai bene informato, e poteva esserlo. Ei
sbaglia solamente, se non è questo un errore del copista o
dell'editore della sua istoria, il giorno della battaglia, che
dice avvenuta il 1 ottobre 1285. Credo senza dubbio che seguì nel
primo o ne' primi di settembre, da' riscontri di d'Esclot,
Speciale, e della ritirata de' Francesi, che fu conseguenza di
questa battaglia, ed avvenne certamente in fin di settembre.
[60] Montaner, cap. 136.
[61] Nic. Speciale, lib. 2, cap. 4.
Bart. de Neocastro, cap. 95.
La sconfitta de' cavalli francesi a Roses è riferita anco dal
Montaner, cap. 136.
[62] D'Esclot, cap. 166.
[63] D'Esclot, cap. 165.
Nangis, loc, cit., pag. 546.
[64] Chron. Mon. S. Bertini, loc. cit., pag. 766.
[65] D'Esclot, cap. 167.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
[66] Fu questo dì nel 1285 la prima domenica appresso san Michele,
nella quale incominciò secondo il d'Esclot il passaggio dell'oste
francese.
[67] D'Esclot cap. 166 e 167.
Montaner, cap. 137, 138 e 139.
Bart. de Neocastro, cap. 97.
Nic. Speciale, lib. 2, cap. 5.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 105.
Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap. 15 e 17, in Muratori,
R. I. S., tom. XI.
Nangis, loc. cit., pag. 548.
Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S., tom. IX, pag. 807.
Ricobaldo Ferrarese, ibid., pag. 142.
Francesco Pipino, ibid., pag. 693.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 69.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
[68] D'Esclot, cap. 168.
Montaner, cap. 140, 141, 142.
Bart. de Neocastro, cap. 97, 100.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 71.
[69] Montaner, cap. 143.
[70] Montaner, cap. 144.
Bart. de Neocastro, cap. 97.
[71] Nic. Speciale, lib. 2, cap. 6.
[72] Bart. de Neocastro, cap. 99.
[73] Diploma in Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, tom. II, pag. 296.
[74] Bart. de Neocastro, cap. 99; ed a cap. 112 replica questi patti
la bocca dello stesso Carlo, quando liberato vedea per la prima
volta il papa.
Montaner a cap. 115 narra con manifesto anacronismo questo
passaggio di Carlo lo Zoppo in Catalogna.
Il Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 72, afferma che ci fossero
strumenti pubblici de' preliminari di Cefalù.
In un breve d'Onorio IV, dato il 4 marzo 1287, presso Raynald,
Ann. ecc., detto anno, §. 6, si legge che Carlo lo Zoppo, essendo
prigione in Sicilia, avea trattato la cessione di quest'isola con
le adiacenti e la diocesi di Reggio.
Veggasi anche Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, tom. II, bolla
di Niccolò IV, data a 15 marzo 1288.
[75] D'Esclot, cap. 168.
Montaner, cap. 145, 146.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Nic. Speciale, lib. 2, cap. 7.
Bart. de Neocastro, cap. 100.
Cronaca di Parma, Ricobaldo Ferrarese, Francesco Pipino, ne'
luoghi citali.
Bofarull, tom. II, pag. 245, non porta di Pietro altro testamento
che quello di Port Fangos.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 71, il quale contro il detto
del Montaner prova che Pietro non fe' altro testamento. Così
dunque non die' alcuna ultima disposizione per lo reame di
Sicilia, evitando un passo che l'avrebbe privato della assoluzione
della Chiesa, e non lasciando men saldo sul trono di Sicilia
Giacomo, fatto riconoscere già dal parlamento di Messina. In morte
d'Alfonso senza figliuoli, sostituì al trono d'Aragona
successivamente Giacomo, Federigo, e Pietro.
[76] Queste particolarità son cavate da tutti gli storici del tempo
che inutile sarebbe citare. Alcune ne dobbiamo al Surita, lib. 4,
cap. 71.
Quel che par sì membruto, e che s'accorda
Cantando con colui dal maschio naso,
D'ogni valor portò cinta la corda.
. . . . . . . . . . . . . . .
Tant'è del seme suo minor la pianta,
Quanto, più che Beatrice e Margherita,
Costanza di marito ancor si vanta.
DANTE, _Purg_., c. 7.
Carbonell, op. cit., fog. 70, scrive, che Pietro fu chiamato
ancora il Francese: ma il vanto mi sembra troppo; e questo
soprannome si è dimenticato a ragione.
[77] Purgatorio, canto 7.
[78] Questa particolarità è riferita da Francesco Pipino, in
Muratori, R. I. S., tom. IX, cap. 19.
[79] Morì fuggendo e disfiorando 'l giglio.
_Purg_., c. 7.

FINE DEL PRIMO VOLUME.


INDICE.

CAPITOLO PRIMO.
Intendimento dell'opera. Viver civile del secolo XIII. Potenza della
Chiesa e della corte di Roma. Condizioni d'Italia e dei reami di Sicilia
e di Puglia infino alla metà del secolo. Federigo II imperatore; e papa
Innocenzo IV.... Pag. 1

CAPITOLO II.
Papa Innocenzo perseguita Corrado; e alla morte di lui occupa le province
di terraferma, e turba la Sicilia. Repubblica in Sicilia. Manfredi ristora
l'autorità regia; e l'usurpa. A spegner lui, la corte di Roma pratica con
Inghilterra e con Francia. In fine concede i reami a Carlo conte di Angiò.
Passata di Carlo in Italia. Manfredi è rotto, e morto a Benevento. Carlo
prende il regno. Dall'anno 1251 al 1266.... 11

CAPITOLO III.
La vittoria di Carlo innalza parte guelfa in Italia. Risorgon pure i
Ghibellini, e chiaman Corradino all'impresa del regno. Sollevasi per
lui la Sicilia. È sconfitto a Tagliacozzo, e dicollato a Napoli. Carlo
spegne la rivoluzione in terraferma con rigore, in Sicilia con
immanità. Eccidio d'Agosta. 1266-1268.... 32

CAPITOLO IV.
Re Carlo continua e trapassa gli abusi della dominazione sveva.
Immunità ecclesiastiche. Novello baronaggio. Gravezze, e modi del
riscuoterle. Demani, e bandite. Servigi, e soprusi che nascon da
quelli. Amministrazione della giustizia, crimenlese, matrimoni,
violenze alle donne. Violazione dei dritti politici. Riscontro delle
condizioni di Sicilia e di Puglia. 1266-1282.... 42

CAPITOLO V.
Relazioni straniere di Carlo I d'Angiò. Crociata e trattato di Tunisi.
Carlo aspira all'impero greco. S'ingrandisce in Italia. È raffrenato da
Gregorio X. Disegni di Niccolò III e nimistà di lui con Carlo. Pretensione
di Pier d'Aragona al reame di Sicilia: supposte pratiche di lui per mezzo
di Giovanni di Procida. Preparamenti di guerra in Aragona. Esaltazione di
Martino IV. Armamenti di Carlo per l'Oriente. Sentimento nazionale
manifestato in Italia contro i Francesi. Novelli aggravî che soffrono i
Siciliani: richiami, umori, disposizioni loro. 1266-1282.... 73

CAPITOLO VI.
Nuovi oltraggi de' Francesi in Palermo. Festa a Santo Spirito il dì 31
marzo: sommossa: eccidio feroce per la città. Gridasi la repubblica.
Sollevazione di altre terre. Adunanza in Palermo, e partiti gagliardi
che prende. Lettere de' Palermitani ai Messinesi, i quali seguon la
rivoluzione. Ordini pubblici con che si regge la Sicilia, e si prepara
alla difesa. Opinione sulla causa prossima di questa rivoluzione.
Marzo a giugno 1282.... 114

CAPITOLO VII.
Dolore e rabbia di Carlo all'annunzio della rivoluzione. Ordina la
passata in Sicilia. con l'esercito disposto alla guerra di Grecia. Bolla
del papa contro i ribelli; risposta loro. e legazione del cardinal
Gherardo da Parma. Preparamenti di Carlo. e de' Messinesi. Rotta dei
nostri a Milazzo. Sbarco di re Carlo. Principî dell'assedio. Pratiche del
cardinale entrato in Messina. Assalti minori. Stormo generale contro la
città. Respinti i Francesi. Tentata la fede d'Alaimo capitano del popolo
di Messina. Aprile a settembre 1282.... 146

CAPITOLO VIII.
Cagione della debolezza del governo preso nella rivoluzione. Si pensa
a Pier d'Aragona. Sua partenza di Catalogna per Affrica; fatti
militari; ambasceria a Roma. Parlamento in Palermo. che sceglie Pietro
a re. Com'ei guadagna gli animi de' suoi, e accetta la corona. Viene a
Trapani. È gridato re in Palermo. Disposizioni per soccorrer Messina;
oratori di Pietro a Carlo; ultimi fatti d'arme nell'assedio. Carlo sen
ritrae con perdita e onta. Giugno a settembre 1282.... 172

CAPITOLO IX.
Andata di re Pietro a Messina. Macalda moglie d'Alaimo. Fazioni navali.
Pietro libera i prigioni di guerra. Parlamento in Catania. Trattato del
duello tra i due re. Primi affronti delle soldatesche in Calabria. Carlo
parte, lasciando le sue veci al principe di Salerno. Almugaveri. Vittorie
di Pietro in Calabria. Vien la reina Costanza co' figli in Sicilia.
Principî di scontento tra i baroni siciliani e il re. Parlamento in
Messina; ove Giacomo è chiamato alla successione, e ordinato il governo.
Movimenti repressi da Alaimo. Gualtier da Caltagirone. Partenza di Pietro
per Catalogna. Ottobre 1282 a maggio 1283.... 200

CAPITOLO X.
Nuovi preparamenti degli Angioini contro la Sicilia. Capitoli del
parlamento di Santo Martino nel regno di Napoli. Nuove intimazioni del
papa a re Pietro e a' Siciliani: bando della croce: sentenza di
deposizione di Pietro dal reame d'Aragona, e altre pratiche. Aperta
ribellione di Gualtiero da Caltagirone. Vittoria dell'armata siciliana
su la provenzale, nel porto di Malta, il dì 8 giugno 1283, e
conseguenze di essa. Pratiche del papa a sturbare il duello. Andata di
re Pietro in Catalogna e a Bordeaux; esito della scena del duello.
Umori dei popoli del regno di Napoli. I nostri occupano alcune terre
in val di Crati. Preparamenti di una nuova impresa sopra la Sicilia.
Loria assalta con l'armata il regno di Napoli. Battaglia del golfo di
Napoli il 5 giugno 1284, e presura di Carlo lo Zoppo. Sollevazione
della plebe in Napoli. Maggio 1283 a giugno 1284.... 230

CAPITOLO XI.
Carlo, fatta cruda vendetta in Napoli, s'appresta a un ultimo sforzo
contro la Sicilia. Vano assedio di Reggio. Seconda ritirata di Carlo.
e audaci fazioni de' nostri, che occupano molte terre in Calabria, val
di Crati e Basilicata. Impresa dell'isola delle Gerbe. Sospetti del
governo aragonese, e ruina d'Alaimo. Casi dei prigioni in Messina.
Morte di re Carlo e di papa Martino. Provvedimenti della corte di
Roma. Capitoli di Onorio. Insidia di due frati messaggi suoi in
Sicilia. Giugno 1284-1285.... 272

CAPITOLO XII.
Opere della corte di Roma contro Pietro d'Aragona. Concessione di quel
reame a Carlo di Valois. Protestazioni e pratiche di Pietro. Contese di
lui con le corti di Aragona. Lega di que' baroni; grande esercito e
armata che apparecchiansi in Francia. Invasione del Rossiglione. poi
della Catalogna. Straordinaria fortezza e perseveranza di re Pietro;
assedio di Girona. Morìa nel campo francese. Pietro ripiglia le offese.
Fazioni di mare. Loria con l'armata siciliana riporta segnalata vittoria
su i Francesi. Ritirata di re Filippo, e sua morte. Carlo lo Zoppo
mandato prigione in Catalogna. Morte di Pietro. 1282-1285.... 308

FINE DELL'INDICE DEL PRIMO VOLUME.
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