La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 21

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[6] Pe' sussidi accordati in questo parlamento, veggasi il diploma
del 29 aprile 1283, nel citato Elenco delle pergamene del r.
archivio di Napoli, tom. I, pag. 250, e la nota 2, alla pag. 254.
Quanto al resto, Capitoli del regno di Napoli, tom. II, capitoli
di Carlo principe di Salerno promulgati a 30 marzo 1283.
Saba Malaspina, cont., pag. 402, 403, riferisce questo parlamento;
ma sbaglia il tempo e il luogo, confondendolo col sinodo diocesano
che s'ebbe in Melfi.
Intorno il detto uficio di censura a favor de' governati, oltre lo
statuto de' capitoli, abbiam due diplomi di Carlo lo Zoppo, dati
di Nicotra a 26 settembre duodecima Ind. (1283), nel r. archivio
di Napoli, reg. segn. 1283, A, fog. 60. Sono eletti Rostano de
Ageto milite, il vescovo di Troia, e il giudice Gualtiero di
Catanzaro avvocato del fisco, per investigare e punire in tutto il
reame dal Faro ai confini degli stati ecclesiastici, le
trasgressioni alle costituzioni di Carlo I, ed ai capitoli per
_nos in plano sancti Martini olim editorum._
[7] Raynald, Ann. ecc., 1282, §. 23, 24, 25.
Saba Malaspina, cont., pag. 392.
[8] Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 2, 3, 4.
[9] Raynald, Ann. ecc., 1283, §, 15 a 23.
Saba Malaspina, cont., pag. 392, 393.
[10] Saba Malaspina, cont., pag. 392, 393, 394.
[11] Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 36, 38, breve del 6 luglio.
[12] Ibid., §. 39, breve del 7 giugno.
[13] Ibid., §. 47, breve del papa a 26 giugno, ed epistola di re
Carlo a 23 novembre.
[14] Ibid., §. 54 a 57.
[15] Nangis, in Duchesne, Hist. franc. script., tom. V, pag. 542.
Bolla di Martino, da Orvieto, a 9 maggio 1283. Ibid., pag. 886.
[16] Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 51.
[17] Ibid., §. 28 e seg.
Giachetto Malespini, cap. 215.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 80 e seg.
Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., in Muratori, R. I. S., tom. XI, pag.
1188.
[18] Vita di Martino IV, in Muratori, R. I. S., tom. III, pag. 610.
Lo stesso carico si dà a Pier d'Aragona nella bolla del 10 maggio
1284, con cui il papa comandava contro di lui la predicazione
della croce: _Et ut nihil omitteret ad persecutionem nostram et
ipsius ecclesie intemptatum, ad pacificum statum urbis, Patrimonii
beati Petri, aliarumque terrarum ipsius ecclesie, necnon et
aliarum partium Italie subvertendum, et urbem, terras, ac partes
easdem a nostre obedientie debito avertendas, sicut ex multorum
fida relatione percepimus, nunc per nuncios, nunc per litteras,
variis machinationibus nitebatur et nititur, ac nisibus
fraudulentis institit et insistit, etc._ Negli archivi del
reame di Francia, J. 714, 6.
[19] Bart. de Neocastro, cap. 75.
[20] Saba Malaspina, cont., pag. 398.
D'Esclot, cap. 110.
Nic. Speciale, lib. I, cap. 26.
Montaner, cap. 81.
Quanto al numero delle navi provenzali, il Malaspina dice 27
galee, ch'è esattamente il numero de' legni che combatterono a
Malta tra galee e d'altro nome; d'Esclot porta venute di Provenza
20 galee; e gli altri qual più qual meno, ma con pochissimo
divario: talchè riscontransi col diploma dato di Nicotra il 2
giugno (1283), nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, E, fog.
12, col quale si comandava di fornir viveri per due mesi a'
vascelli venuti di Provenza, cioè 18 galee, un _Panfilio_, ed
8 _vaccettas_.
Ibid. a fog. 13, diploma dato di Nicotra il 3 giugno per lo stesso
affare, nel quale si parla di Bartolomeo Bonvin, e si dice che le
galee eran già venute a Napoli.
[21] Il d'Esclot, cap. 110, dice espressamente questo caso delle
barche di Principato cariche di frutta e vini per Sicilia. Io
dapprima non sapea piegarmi a credere che dal reame di Napoli si
portassero di tali derrate in Sicilia, massime i vini. Ma bisogna
accettar questo fatto economico, alla irrefragabile testimonianza
di due diplomi dati di Napoli il 2 maggio duodecima Ind. (1284),
pei quali si fece severo divieto alla furtiva estrazione di vini
per Sicilia, che si commettea in Sorrento e in Castellamare di
Stabia, infingendosi imbarcarli per terre fedeli al re. Dal r.
archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 85, a t. 88, a t. E
sempre più si vede la grandissima informazione e diligenza del
d'Esclot.
[22] E in vero 27 erano tutti i legni, secondo il diploma del 2
giugno 1283, citato di sopra. La differenza con d'Esclot non
sarebbe nel numero totale, ma solo in quello delle galee.
[23] Montaner, cap. 83 e 131, dà lunghe lezioni militari intorno il
vantaggio de' balestrieri scritti, o vogliam dire stanziali, e
l'impaccio de' terzi remiganti, che nel combattimento facessero da
balestrieri. Ei li chiama _tersols_; ed è una voce ch'io non
seppi comprendere nell'originale catalano, ma la veggo benissimo
spiegata dal Buchon nella sua versione francese, ed. Paris, 1840,
pag. 288, _rameurs surnuméraires, attachés en tiers au service
d'une rame_. I balestrieri stanziali son detti da Montaner
_en taula_, perchè l'uficio dell'arruolamento si chiama taula
in catalano. A quest'ordine di balestrieri, non gravati d'altra
fatica sulle galee, Montaner dà le continue vittorie de' Catalani
in giusta battaglia navale; ma pur confessa che in un'armata era
necessario un certo numero di galee co' terzi vogatori, per potere
al bisogno dar più vigorosamente una caccia.
[24] La presura di costui nella battaglia di Malta si ritrae da un
diploma di re Giacomo, dato di Messina il 19 luglio 1286, in di
Gregorio, Bibl. arag., tom. II, pag. 500.
[25] D'Esclot, cap. 110, 114 e 116.
Montaner, cap. 82, 83, 84, 93.
Bart. de Neocastro, cap. 76.
Nic. Speciale, lib. I, cap. 26.
Saba Malaspina, cont., pag. 398, 399.
Il solo d'Esclot, degnissimo di fede, narra quest'ultima correria
a Napoli. Montaner, sovente poco esatto, la scrive con qualche
divario, e pria della vittoria di Malta.
[26] Giachetto Malespini, cap. 217, 218.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 86, 87.
Nello error loro cadde ancora l'autore del Memoriale de' podestà
di Reggio, in Muratori, R. I. S., tom. VIII, pag. 1156.
[27] Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 8 a 12, breve dato d'Orvieto a 3
aprile.
Nangis, in Duchesne, Hist. franc. script., tom. V, pag. 541.
[28] Raynald, ibid., §. 13; e Nangis, ibid., pag. 542.
[29] Raynald, ibid., §. 7.
Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, tom. II, pag. 242 a 244.
Questo divieto del papa è affermato ancora nella Cronaca del
Monastero di S. Bertino, in Martene e Durand, Thes. Anecd., tom.
III, pag. 763.
[30] Breve del 20 aprile 1283. Negli archivi del reame di Francia, J.
714, 3.
[31] Nangis, loc. cit.
[32] Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, diplomi del 25 marzo e 5
aprile 1283, tom. II, pag. 239, 240.
Ivi nell'epistola a re Carlo si legge: _Kar sachez de verité qe
pur gainer teus deus Reaumes come celui de Cezile e de Aragon nous
n'en serrions gardeins du chaump où la susdite bataille se fest;
mes mettroms peine et travail en totes les maneres qe nous
saverons qe pes e acord fust mist entre vous, come celui qe mout
le vodroit_.
[33] Ibid. La frase è, avere rifiutato _tut outre_.
[34] Ibid., pag. 241.
[35] D'Esclot, cap. 104.
Questo attestato, che non si legge in alcun altro contemporaneo,
toglie tutte le contraddizioni che si troverebbero nell'operare di
Eduardo, il quale negava prima il campo, e lasciava poi costruir
la lizza, e venire i combattenti. Consegnata per que' giorni la
città a' Francesi, s'impediva il duello senz'altra briga.
[36] Questo è accettato dal Nangis, e da altri scrittori di parte
francese.
[37] Tutto questo racconto, nel quale non mi è paruto possibile
scriver le citazioni a ogni parola, è tratto da:
Saba Malaspina, cont., pag. 399 a 402.
D'Esclot, cap. 104, 105.
Montaner, cap. 80, 85 e seg.
Bart. de Neocastro, cap. 67, 68, 69.
Nic. Speciale, lib. 1, cap. 25.
Anon. Chron. sic., cap. 44.
Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap. 7, ed 8, in Muratori,
R. I. S., tom. XI, pag. 1188.
Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, op. cit.
Frate Francesco Pipino, lib. 3, cap. 17, in Muratori, R. I. S.,
tom. IX.
Ferreto Vicentino, ibid., pag. 954.
Vite di Martino IV, ibid., tom. III, pag. 609, 610.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 31, 32.
Nangis, in Duchesne, Hist. franc. script, tom. V, pag. 542.
Paolino di Pietro, in Muratori, R. I. S., agg. tom. XXVI, pag. 39.
Giachetto Malespini, cap. 218.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 87.
Memoriale dei podestà di Reggio, in Muratori, R. I. S., tom. VIII,
pag. 1155, 1156.
Chron. Mon. S. Bertini, in Martene e Durand, Thes. Anecd., tom.
III, pag. 764.
Il manifesto di re Carlo al comune di Modena contro Pier
d'Aragona, si legge in Muratori, Antiquitates Italicae Medii Ævi,
tom. III, Diss. 39, pag. 650.
[38] D'Esclot, cap. 115.
[39] Diploma del 24 gennaio 1284, citato nel seguito di questo
capitolo in nota.
[40] Elenco delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I,
diplomi a pag. 254, 255, 259 e le annotazioni, pag. 254.
[41] Raynald, Ann. ecc., 1283, breve del 25 novembre, a §. 46.
Saba Malaspina, cont., pag. 403.
[42] Montaner, cap. 84.
[43] Da quaranta a venti tarì la salma, dice il Malaspina.
[44] D'Esclot, cap. 119.
Saba Malaspina, cont., pag. 403, 404.
Il primo dice dell'occupazione di quelle quattro terre; il
Malaspina della sola Scalea.
I due appelli al servigio feudale nel reame di Puglia si leggono
nel diploma del 30 ottobre 1283, nel citato Elenco delle pergamene
del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 257; e nei diplomi del 21
e 31 maggio 1284, ibid., pag. 266, 298. Nel r. archivio di Napoli,
reg. seg. 1283, A. fog. 81 a. t., leggesi un diploma dato di
Napoli a 28 aprile duodecima Ind. (1284) per 100 balestrieri e 200
lancieri a piè, venuti poco prima da Firenze, che si mandavano a
Ruggiero Sangineto per ingrossar l'oste all'assedio di Scalea.
Montaner, cap. 113, nomina alcuna delle terre occupate, e dice del
mal contento nel reame di Puglia; ma confonde questa fazione con
quella dell'armata che combattè poi nel golfo di Napoli.
[45] Saba Malaspina, cont., pag. 404.
[46] Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 52.
[47] Ibid., 1284, §. 1.
[48] Risposta del podestà, capitani, consiglio e comune di Genova al
re di Francia negli archivi del reame di Francia, J. 499, 42.
Il re avea inviato due ambasciadori a richieder Genova che desse
_favore, aiuto e giovamento_ al papa e al re di Sicilia, zio
del re di Francia, contro il re d'Aragona, _che avea operato
contro la Chiesa, contro le inibizioni del papa, e contro il re di
Sicilia_, la qual cosa ognun sapea _quanto interessasse la
corona di Francia_. Genova risponde essere in pace col re
d'Aragona da 170 anni, e non aver cagione di rompere; ma promette
che non darà aiuto di navi nè d'armi al re d'Aragona. Non vi ha
data in questo diploma, nè nomi sia dei magistrati di Genova, sia
dei re; ma le narrate particolarità, infallibilmente il pongono
tra gli anni 1282 e 1284. È uno lungo ruolo di pergamena scritto
in caratteri del secol XIII, con suggello in cera verde, pendente
da una stretta striscia di pergamena e impresso da un lato
solamente. V'ha un grifone alato, chiuso in un poligono ad angoli
salienti e rientranti a forma di stella, e fuori il poligono la
leggenda: _Sigillum Comunis et populi Janue_.
[49] Raynald, Ann. ecc., 1284, §. 10.
[50] Ibid., 1283, §. 40. Il breve al principe Carlo, posteriore al
fatto, è dato il 22 aprile 1284.
D'Esclot, cap. 115, riferisce la risposta dei Veneziani.
[51] Raynald, Ann. ecc., 1285, §. 63 e 64.
Quivi si legge la bolla di Onorio, data di Tivoli il 4 agosto,
anno 1.
[52] Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 40, nel detto breve del 22 aprile
1284.
Saba Malaspina, cont., pag. 418. Veggansi anche i diplomi citati
qui appresso per vari imprestiti del papa.
[53] Raynald, Ann. ecc. 1284, §. 13 e 48.
[54] Raynald, ibid., §. 2 e 3.
[55] Saba Malaspina, cont., pag. 402.
[56] Saba Malaspina, ibid.
I viaggi del principe di Salerno si veggono dai vari suoi diplomi,
dati di Nicotra, Napoli, Foggia, Brindisi, Bari, nel citato Elenco
delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 260, 261 e
263; da que' citati nelle annotazioni seguenti, cavati dai
registri del medesimo archivio; e da altri dati di Napoli 1
gennaio, Foggia 24 e 29 gennaio, Barletta 1 febbraio, Brindisi 23
a 26 febbraio, Spinacchiola 6 marzo, Melfi 10 a 16 detto, nel
registro 1283, A, fog. 15, 16, 16 a. t. 28, 28 a. t.
[57] Diploma dato di Nicotra il 25 novembre duodecima Ind. (1283),
indirizzato a tutti gli uomini di tutti i giustizierati del reame
di Puglia. Proponendosi il principe di Salerno di andar nella
vegnente primavera sopra la Sicilia, con grandissima flotta ed
esercito, al totale sterminamento dell'isola, chiedea per tutte le
province di terraferma il sussidio «che non pativa differimento,
ed era appunto conforme alle recenti costituzioni del re suo
genitore.» Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 71.
Altro diploma, ibid., fog. 80 a t., dato di Napoli il 26 aprile
duodecima Ind. (1284). È una sollecitazione del sussidio per la
impresa contro i ribelli.
Diploma dato di Foggia il 24 gennaio duodecima Ind. (1284) sulle
querele _universorum gallicorum et aliorum ultramontanorum in
civitate Neapolis commorantium_, lagnantisi che da lor si
volesse riscuotere la presente sovvenzione generale. Il principe
di Salerno comandava non fossero molestati; perocchè per
privilegio di re Carlo erano stati francati da tutte le collette e
sovvenzioni, pel passaggio contro la ribelle isola di Sicilia.
Ibid., fog., 19, a t.
Diploma dato di Melfi a dì 8 marzo duodecima Ind. (1284), pel
quale furon cedute a un condottiere, pei suoi stipendi, once 400
su le sovvenzioni generali dovute da alcune terre. Si legge
bandita la sovvenzione _in subsidium expensarum futuri nostri
passagii in proximo futuro vere contra rebellem insulam Sicilie_.
Ibid., fog. 2, a t.
Un altro diploma, ibid., dato di Napoli 12 aprile duodecima Ind.
mostrava queste sovvenzioni non eccedere i limiti, che s'eran
posti nei capitoli del parlamento di San Martino.
[58] Diploma del 2 dicembre duodecima Ind. (1283). È la scritta del
ricevuto per once 15,000, che la compagnia de' Bonaccorsi di
Firenze avea pagato per conto del principe di Salerno in Roma, nel
corso dell'anno 1283, in carlini e fiorin d'oro, i primi ragionati
a 4, i secondi a 5 per oncia. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg.
1283, A fog. 75.
Altro del 13 febbraio duodecima Ind. (1284), ibid., fog. 99, dato
di Bari, dove il principe di Salerno confessa avere ricevuto once
10,000, da papa Martino, tolte in prestito per virtù del permesso
di accattare infino a 100,000 once con sicurtà su i beni qualunque
della corona; permesso datogli dal padre, con un altro diploma che
si trascrive, dato _Salorum in Andegavia_, 1283, 14 luglio
undecima Ind., anno 7 del regno di Gerusalemme e 19 di Sicilia.
Conti di Adamo de Dussiaco tesoriere, dal 1 settembre a tutto
febbraio duodecima Ind. In que' sei mesi si eran maneggiate meglio
che 36 mille once, ritratte da varie partite, tra le quali sono
notevoli: once 10,175 di tasse straordinarie, once 16,319 per
decime pagate dal papa e da mercatanti lucchesi, once 500 prestate
del suo dal cardinal Gherardo, once 695 da mercatanti romani a
usura, che sono per l'argento impegnato come nel docum. XII. Le
spese sono per arredi, soldi alla famiglia del re, e a cavalli e
fanti dell'esercito di Calabria con Artois: e 5,000 once per
acconciamento di galee, delle quali once 4,000 mandate in
Provenza. Vi si leggono i nomi di vari condottieri: Goffredo di
Joinville, il visconte di Tereblaye, Ugone de Grenat, Giovanni de
Alnect, Pietro de Bremur, Giovanni de Montfort conte di Squillaci,
ec. Nel citato reg. 1283, A, fog. 132, 134.
Diploma dato di Melfi a 16 marzo duodecima Ind. (1284) per
l'imprestito di once 1,918 da mercatanti senesi. Ibid., fog. 29.
Diploma dato di Napoli a 26 aprile duodecima Ind. (1284). Carlo
principe di Salerno a papa Martino. Per l'autorità datagli dal
padre di accattare infino a 100,000 once d'oro, avea tolto altre
somme di danari. Confessa qui avere ricevuto da Bullono e
Vermiglietto, mercatanti lucchesi, once 15,608 di oro sul danaro
delle decime ecclesiastiche accordate per la guerra, con
guarentigia della santa sede. Richiede il papa che ne dia credito
a que' mercatanti. Ibid., fog. 131.
[59] Diploma del 24 settembre duodecima Ind. (1283), Docum. XII. Ivi
si leggono i nomi delle varie maniere di vasellame impegnato, e il
peso, e quel de' rottami d'argento, e fin di alcuni baltei con
borchie d'argento. Vi si trova ancora il riscontro co' pesi di
Cologna; talchè pare documento assai importante per cui si
travagli delle antichità di que' tempi.
[60] Veg. i conti di Adamo de Dussiaco, citati nella pagina
precedente, e un altro diploma del 2 maggio duodecima Ind. (1284)
pei danari che lo stesso tesoriero avea tolto in prestito a nome
del fisco. Nel r. archivio di Napoli, reg. 1283, A, fog. 117.
Ibid., a fog. 75 a t., leggesi un altro diploma per altro
imprestito da uomini di Solmone.
[61] Diploma dato di Napoli il 29 novembre duodecima Ind. (1283), pel
quale si voltavano alle spese della flotta le seguenti somme
promesse da città in sovvenzione della presente guerra: da Napoli
once 1,000, da Salerno 500, e 100 delle once 200 che avea promesso
Nocera. Nel r. archivio di Napoli, reg. 1283, A, fog. 74.
[62] Diploma del 27 maggio duodecima Ind. (1284), pel quale si rendea
la grazia regia e, mercè once 1,000, anco i beni ai figliuoli di
Galgano di Marra giustiziato. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg.
1283, A, fog. 149. Ibid., a fog. 119 a t., leggesi un altro
diploma del 6 maggio duodecima Ind. a favor di Giovanni di Marra
figliuolo di Angelo, ch'era stato appiccato, _suis culpis
exigentibus_; cioè i mali consigli dati al governo per
iscorticare i sudditi.
[63] Diploma dato di Napoli a 25 maggio duodecima Ind. (1284), reg.
1283, A, nel r. archivio di Napoli, fog. 136. Divieto all'entrata
de' carlini d'argento stranieri, perchè non si ravvilissero que'
del governo, ai quali s'era fissato il valore di grana 12 per
ciascuno.
[64] Diploma dato di Napoli il 1 giugno duodecima Ind. (1284). Son
lettere circolari per tutte le province, per le quali si destinano
commissari regî sopra la esazione delle decime dei beni
ecclesiastici. _Sane Reverendus in Cristo pater Dominus G.
Sabinensis Episcopus Apostolice Sedis legatus, provida nuper
ordinacione decrevit quod super exactionem decimarum omnium
fructuum reddituum et provetuum Ecclesiarum quarumlibet
existencium in decreta vobis provincia, duorum annorum videlicet,
per universos prelatos et Clericos Regni Sicilie citra farum
domino patri nostro et nobis gratanter in ipsius legati presencia
commissarum_, ec.
Perciò il vicario del re provvedea che N. N. _dilectus et
devotus noster in quo nos plene confidimus debeat personaliter
interesse_, ec., nella esazione di queste decime. Nel r.
archivio di Napoli, registro 1283, A, fog. 147 a t. Ibid. fog.
148, leggesi la circolare indirizzata al medesimo effetto a'
prelati, nella quale son da notarsi le seguenti parole: _Quum
pridem Reverendo in Cristo Domino G. dei gratia venerabili
episcopo Sabinensi apostolice sedis legato apud Melfiam residente,
prudentia vestra diligenter attendens quod dominus pater noster et
nos sumus sacrosancte romane Ecclesie Speciales filii et athlete,
quodque in prosecucione finalis exterminii Sicule factionis.....
decimas omnium fructuum_, ec....._in ipsius legati presencia,
pro ut veridico relatu didicimus, per biennium liberaliter obtulit
et gratiose promisit_, ec. Ibid. a fog. 154, altro diploma dato
di Napoli il 2 giugno al medesimo effetto.
Mi par che resti dubbio se questi due anni di decime
_promesse_ nel concilio di Melfi per influenza del legato
Gherardo da Parma, cardinale vescovo di Sabina, siano state oltre
quelle accordate già dal papa; ovvero se il legato abbia voluto
richiedere di faccia a faccia tal promessa a' prelati per
incontrar minori ostacoli a quel pagamento, che d'altronde dovean
fare per lo comandamento del papa. Io penderei al primo di tali
supposti.
In questo o in altro concilio di Melfi, gli ordini religiosi
militari furon tassati di gente, ma forse poi detter danaro in
compenso. Ciò si vede da un diploma dato di Napoli il 26 aprile
duodecima Ind. (1284): _Fratri Falconi de ordine militie Templi
Vice Preceptori in Apulia. Cum pridem in Concilio per Venerabilem
in Christo patrem Dominum G. Sabinensem Episcopum apostolice sedis
legatum apud Melfiam sollempniter celebrato, quatuor milites et
sexdecim scutiferos armigeros equis et armis decenter munitis,_
ec., furono promessi da voi; mandateli senza dimora, o, in vece di
essi, once 50. Reg. med. 1283, A, fog. 83. Al fog. 123 a t. si
leggon altri simili diplomi dati il 29 aprile, indirizzati agli
Spedalieri di S. Giovanni in Barletta e Capua.
[65] Diploma dato di Napoli 5 maggio duodecima Ind. Il vicario chiama
alcuni armigeri pisani in suo aiuto, a' suoi soldi. Nel r.
archivio di Napoli reg. cit. 1283, A, fog. 131 a t.
Ibid. diploma di Napoli 7 maggio duodecima Ind. A tutti i soldati
che dovean venire a' suoi stipendi sotto Giovanni de Apia
(d'Eppe). Promette loro che appena messo piè in Napoli, avran la
moneta del soldo par tre mesi; e che non vedendosi pagati, vadano
pur via.
Ibid. diploma del dì 8 maggio a Giovanni d'Eppe, negli stessi
sensi, aggiungendo che a S. Germano toccherà i primi tre mesi di
stipendio, e poi sarà pagato di trimestre in trimestre.
Ibid. diploma del 19 maggio, docum. XVII.
Ibid. diploma del 20 maggio. Mandato fatto ad Adamo Forrer
capitano del patrimonio di San Pietro, a richiedere con qualche
condizione quegli aiuti ch'avean profferto i comuni di Perugia,
Viterbo, Orvieto e altri degli stati pontificî.
[66] Diplomi del 28 gennaio, 24 febbraio, 3, 7, e 17 aprile, 3, 4, 5,
e 21 maggio 1284, dalle pergamene del r. archivio di Napoli, nel
citato elenco, tom. I, pag. 260 a 266.
[67] Concessioni di beni allodiali e feudali se ne trovan molte fatte
in questo tempo, reg. cit. 1283, A, fog. 117 a t. 126, ec.
[68] Docum. XVI.
[69] Diploma dato di Napoli a 15 maggio duodecima Ind. (1284) per
pagarsi once 100 per nolo della nave genovese di Simone Malleno.
Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 104 a t. E un
altro del 20 giugno 1284, per la nave di un genovese Navarro,
citato nel seguito del presente capitolo.
[70] Dapprima il principe di Salerno avea affidato l'armata a
Guglielmo Alamanno, e Arrigo Girardi. Diploma dato di Nicotra il
27 settembre duodecima Ind. (1283), nel citato registro 1283, A,
fog. 59 a t.
Nel mese di novembre cominciò a incalzare nei provvedimenti per la
flotta; e preposevi un uomo di maggior nome, Iacopo de Brusson,
come si vede da' seguenti diplomi del medesimo registro.
Napoli 24 novembre per l'armamento delle navi in Napoli, fog. 71,
a t.
Napoli 26 novembre, parecchi diplomi per le navi in Salerno, ibid.
Napoli 26 novembre a Iacopo de Brusson vice ammiraglio. Lunghi
ordinamenti a racconciar la flotta; e si dice data ad
_extaleum_ in Napoli la costruzione di dodici galee per la
somma di once 120 per ciascuna, fornite di tutto, fog. 73.
Napoli 27 novembre, altri provvedimenti; e si fa nota la elezione
di Brusson a vice ammiraglio, fog. 72.
Napoli 4 gennaio, duodecima Ind. (1284), per farsi biscotto da
servire alla flotta nel passaggio di Sicilia, nella primavera
vegnente. Ibid. fog. 15.
Altro ibid. fog. 16, dato di Foggia il 29 gennaio al medesimo
effetto.
Altri ibid. fog. 42, dati di Brindisi, 20 e 24 febbraio allo
stesso fine.
Nella primavera del 1284, come strignea il tempo all'impresa, il
governo angioino raddoppiava le sue cure per la flotta.
Diploma dato di Napoli a 15 aprile duodecima Ind. vietando che
niuna nave uscisse da' porti di Puglia, poichè tutte servivano
alla imminente impresa siciliana. Reg. cit. 1283, A, fog. 30, a t.
Diplomi dati di Napoli l'ultimo aprile duodecima Ind. perchè
fosser subito varate le galee in Gaeta, e fornite di tutto per
l'immediato passaggio in Sicilia. Reg. citato, fog. 84 a t. e 89 a
t.
Altri diplomi della stessa data e del 3 aprile, ibid. fog. 88,
100, a t. e 30, dai quali si vede raccolta su i porti
dell'Adriatico, grande copia di grasce e altre vittuaglie per
l'impresa di Sicilia.
Diploma dato di Melfi a 13 marzo, per dar favore ad alcuni
mercatanti de' Bonaccorsi, incaricati dal re ad incettar frumento.
Se i proprietari facessero mal viso, fossero sforzati a dar il
grano a giusto prezzo. Reg. citato, fog. 43.
Altro diploma del 26 aprile, perchè dalle regie armerie si
fornissero all'ammiraglio 400 giachi, e due casse di quadrella, da
armarne nove galee in Salerno. Ibid., fog. 121.
Altro del 1 maggio, dato anche di Napoli, perchè si consegnassero
20 migliaia di quadrella di due piedi e 40 migliaia d'un piede,
per uso della flotta. Ibid. fog. 113 a t. E al medesimo effetto
parecchi altri diplomi che tralascio per brevità; ma è da notarne
uno del 12 maggio indirizzato al castellano di castel Capuano di
Napoli, ov'eran le armerie, la zecca, ec. Da questo si veggono i
nomi delle varie maniere d'armi da consegnarsi al vice ammiraglio:
_balistas, quarrellos ad unum et duos pedes, conuculos pro.....
igne, lanceas, Jaccarolos, rampicullos, prodas cum catenis earum,
scuta, squarzavella, pavensia, et queque alia arma_, fog. 113.
a t.
Nello stesso tempo Carlo lo Zoppo, che fu questa sola volta
guerriero in tutta la sua vita, si facea fabbricare armature per
sè. Un diploma del 27 febbraio, ibid. fog. 114, accenna il
pagamento di cent'once fatto a questo fine; e un altro del 12
maggio provvede al soddisfacimento del compiuto prezzo. Ibid. fog.
108.
Si prepararono ancora molte macchine da guerra, delle quali par
che fossero espertissimi i Saraceni della colonia siciliana
trapiantata in Lucera dall'imperator Federigo, una o due
generazioni innanzi quest'epoca. Due diplomi del 23 aprile, reg.
citato, fog. 91 a t. e 104 provvedono di mandarsi a Manfredonia
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