La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 03

Total number of words is 4032
Total number of unique words is 1618
35.9 of words are in the 2000 most common words
51.1 of words are in the 5000 most common words
59.4 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
Pugliesi credea fedeli, e i Saraceni siciliani trapiantati in
terraferma, che odiosi a tutti teneano a lui solo: e attendeva a
ingrossare l'esercito, e temporeggiarsi col nemico, cui l'indugio era
ruina. Correa rigidissimo il verno. Carlo d'Angiò con la regina, s'era
incoronato già in Vaticano a dì sei gennaio del sessantasei:
stringealo la diffalta di danari a vincer tosto, o sciogliere
l'esercito. Ondechè difilato e precipitoso veniane, con un legato del
papa, con aiuti de' Guelfi: e a Ceperano pria si mostrò; dove
tradimento o codardia sgombravagli il passo del Garigliano[11], e per
lieve avvisaglia schiudeagli {31} San Germano et Rocc'Arce; e valicar
gli facea senza trar colpo il Volturno. Solo a Benevento si pugnò, a
dì ventisei di febbraio, perchè v'era Manfredi, nè Carlo udir volle di
pace. Pugnaron, dico, i Tedeschi, e i Saraceni di Sicilia; fuggiron
gli altri; vinse con grande strage l'impeto francese. Allor Manfredi
avventossi tra' nemici a cercar morte; e se l'ebbe. Tra mille cadaveri
trovato il suo, gli alzarono i soldati nemici una mora di sassi; e poi
pur quell'umile sepoltura gli negò l'odio del legato pontificio: e le
ultime esequie dello eroe svevo, fur di gettarlo a' cani sulle sponde
del Verde.
E Napoli fe' plauso al conquistatore: la ribellione, la rotta dello
esercito, il fato del re, fecer piegare il resto di Puglia e di
Calabria, e la Sicilia arrendersi; sol tenendo fermo que' Saraceni
fortissimi in Lucera. Alla grossa partironsi i tesori del vinto, tra
Carlo, Beatrice, e lor cavalieri: s'ebbono quei soldati di ventura,
dignità e terre. E i popoli, che per mutar di signori rado mutano al
meglio lor sorti, ne avean pure l'usata speranza; parendo che nella
pace s'allevierebbero i tributi, ordinati a sostenere quella
pertinacissima guerra contro la corte di Roma.

NOTE
[1] Manfredi nacque di Federigo, e di una nobile donna della famiglia
de' Lancia, che poi vicina al morire fu sposata dall'imperatore,
divenuto già vedovo. Con questo alcuni pretendeano legittimare
Manfredi.
[2] Scorrendo rapidamente i preliminari, e toccando punti istorici
notissimi, io lascerò indietro le citazioni infino al
cominciamento della dominazione angioina. Le noterò solo in alcun
luogo più importante. Così è questo delle pratiche di papa
Innocenzo a fomentare gli umori repubblicani in Puglia e in
Sicilia. Esse ritraggonsi non solo dagli storici contemporanei, ma
sì da' brevi del papa, dati a 24 aprile 1246--23 gennaio e 13
dicembre 1251--18 ottobre e 2 novembre 1254, recati da Raynald,
Ann. eccl., negli anni rispettivi, §§. 11--2, 3, 4--63, 64.
_Quod vobis sicut gentibus coeteris aliqua provenirent solatia
libertatis:--universitas vestra in libertatis et quietis gaudio
reflorescat:--habituri perpetuam tranquillitatem et pacem, ac
illam iustissimam et delectabilem libertatem qua coeteri
speciales Ecclesiæ filii feliciter et firmiter sunt
muniti_--queste e somiglianti son le frasi del papa.
[3] Il numero delle città grosse era considerevole in Sicilia, molto
più che nel regno di Napoli, come io farò osservare in piè del
Docum. II.
È da avvertire che il di Gregorio (Considerazioni su la storia di
Sicilia, lib.2, cap. 7; lib. 3, cap. 5, e lib. 4, cap. 3) non
sembra molto esatto nelle sue idee su l'importanza de' comuni
siciliani, nei secoli duodecimo e decimoterzo. Forse i tempi
sospettosi in cui scrisse questo valente uomo, l'indole morbida, i
timori, le speranze, i riguardi di lui, ch'era istoriografo regio
e prelato, lo portarono a presentare in tal guisa l'elemento
democratico, se così può chiamarsi, dell'antica nostra
costituzione. Sforzato dai molti documenti, egli accetta che
alcune città avessero proprietà comunali, che le adunanze popolari
deliberassero sopra alcuni negozi municipali, ed eleggessero
alcuni officiali pubblici; accetta la tendenza, com'ei dice,
pericolosissima delle nostre città alle forme repubblicane, e il
sospetto che n'avea preso l'imperator Federigo, e le caute
concessioni alle quali si mosse; e con tutto ciò, credendo
commesso ad officiali regî il maneggio di faccende che piuttosto
poteano appartenere a' magistrati municipali, conchiude assai
frettolosamente, che infino a' tempi di Federigo imperatore non
v'ebbero in Sicilia forme municipali propriamente dette; che
quegli ne creò un'ombra; e che i comuni non presero stabilità e
forza che ai tempi aragonesi. Io credo che ben altro risulterebbe
da una ricerca de' documenti, da una investigazione delle
tradizioni storiche, da una istoria infine delle municipalità
siciliane, che con tempo, spesa, fatica, si potrebbe compilare. E
pur mancando questo lavoro, parmi poter giudicare l'importanza di
quelle municipalità nel secolo decimoterzo: in primo luogo dalla
loro tendenza repubblicana, evidente ancorchè immatura; e in
secondo dall'esistenza delle adunanze popolari, le quali son
certamente l'elemento più forte di governo municipale, e poco
importano del resto i nomi e gli ufici dei sindichi, giurati,
borgomastri o somiglianti magistrati esecutivi. S'aggiunga a
questo, che il di Gregorio cita i maestri de' borghesi ne' tempi
normanni, e poi non ne fa più caso; e che il suo argomento,
fondato su poche carte, potrebbe valere forse pei tempi nostri in
cui la legge municipale è uniforme e universale, ma non per que'
secoli in cui non v'erano che privilegi speciali, difformi l'un
dall'altro, dati in tempi e in circostanze diverse. E ricordinsi
infine le parole di Ugone Falcando egregio istorico del secol XII,
che narrando la ripugnanza de' borghesi siciliani a soffrire i
dritti pretesi da qualche novello barone francese, li chiama
_cives oppidanos_, _cives liberos_; e nota espressamente
ch'essi godeano libertà e franchige, _non juxta Galliæ
consuetudinem_. Il vocabolo _cives liberos_, usato con tal
significazione, ci rende certi della esistenza delle corporazioni
municipali.
Perciò io tengo per fermo, che le nostre municipalità, avanzo de'
tempi greci, romani, bizantini, e forse non distrutte da'
Saraceni, i quali non aveano la smania di vestir tutto il mondo
alla lor foggia, furono parte dell'ordine dello stato nei tempi
normanni: che anzi, crescendo gli umori municipali in Sicilia sì
come nella terraferma italiana l'imperator Federigo pensò
ripararvi dall'una parte con le minacce, dall'altra con le
concessioni: che, falliti i disegni repubblicani del 1254, le
municipalità sotto Manfredi e Carlo d'Angiò continuarono ad essere
un utile strumento di governo, massime nella riscossione delle
entrate pubbliche, nell'armamento delle navi, de' fanti, e simili
bisogni pubblici: che nella rivoluzione del vespro senza dubbio si
levarono a maggior potenza, senza mutare perciò i loro ordini
semplici e gagliardi: e che sotto gli Aragonesi la esclusione de'
nobili dagli ordini municipali, e la istituzione dei giurati,
furono senza dubbio grandi passi, ma non costituirono l'importanza
del governo comunale, che stava nelle adunanze popolari. I giurati
furono dapprima un tribunato, o un pubblico ministero, che
vegliava alla retta amministrazione della giustizia nel proprio
comune, e alla condotta degli uficiali regi; nè amministravano in
quella prima istituzione le cose del municipio, ch'è stato per lo
più un uficio insignificante, e, come dicono gl'Inglesi, «servente
il tempo,» e stromento docilissimo del potere assoluto.
Oltre a ciò è noto, che nelle monarchie feudali le nazioni furon
piuttosto aggregati di vari piccioli corpi politici, che comunanza
di uomini regolata dall'azione diretta del governo. Il poter
sovrano in molte parti dell'ordinamento civile non operava su
gl'individui, ma su i loro rappresentanti: volgeasi a ciascun
corpo di vassalli feudali per mezzo del barone, a ciascun corpo di
borghesi per mezzo della municipalità. Ondechè, se in tutt'altra
monarchia feudale de' secoli XII e XIII era ormai necessaria la
esistenza delle municipalità, sembrerà impossibile che mancassero
in Sicilia, ove la feudalità nacque sì moderata; ov'erano molte
proprietà allodiali, grosse e superbe città, e perciò una vasta
massa di popolazione su la quale il governo non avrebbe saputo
agire senza il mezzo de' corpi municipali, massime in ciò che
risguardasse la contribuzione ai bisogni, pubblici, sia con
servigio personale, sia con moneta.
[4] Chron. Mon. S. Bertini, presso Martene e Durand, Thes. nov. Anec.
tom. III, pag. 732.
[5] Questo è il medesimo cognome di Dante, che si scrivea
_Aldigherius_ nel secolo XIV, come veggiamo nel comento di
Benvenuto da Imola. Ma non v'ha alcuna memoria del comun lignaggio
tra Leonardo Aldighieri e 'l poeta fiorentino.
[6] La narrazione di questa repubblica in Sicilia è cavata da:
Bart. de Neocastro, Hist. sic., cap. 2, 4, 5, 47, 87.
Saba Malaspina, in Caruso, Bibl. sic., v. 1, pag. 726 a 736, e
753, e in Muratori, R. I. S. tom. VIII.
Nic. di Jamsilla, in Muratori, R. I. S. tom. VIII.
Cronaca di Fra Corrado, in Caruso, Bibl. sic., v. 1, anni 1254 e
1255.
Appendice al Malaterra, in Muratori, R. I. S. tom. V, pag. 605.
Raynald, Ann. eccl., 1254, §§. 63 e 64, e 1256, §§. 30, 31, 32.
Breve di papa Alessandro IV ai Palermitani, dato a 21 gennaio
1255, tra' Mss. della Biblioteca comunale di Palermo Q. q. G. 2;
pubblicato dal Pirri, Sic. sacra t. II, p. 806, dove si legge:
_ut per convenciones et pacciones inter civitates et castra et
alia loca tocius loci Siciliæ inhitas, nec non et per privilegia
super iis eis concessa, vobis in Ecclesiæ romanæ devocione
persistentibus et civitati vestræ nihilum in posterum præjudicium
generetur_. Un altro breve di Alessandro al podestà, consiglio,
e comune di Palermo, dato di Laterano l'8 gennaio an. 2º, li
ammonisce alla restituzione del castello, rocca, e altri beni
occupati da loro al vescovo di Cefalù. Ne' Mss. della Biblioteca
com. di Palermo Q. q. G. 12; e citato dal Pirri, Sic. sacra, tom.
II, pag. 806.
Breve dato di Napoli a 29 gennaio 1255, indirizzato a frate
Ruffino de' minori, cappellano e penitenziere del papa, vicario
generale in Sicilia e Calabria del cardinale Ottaviano legato.
Bolla data di Anagni a 21 agosto 1255, al medesimo frate Ruffino,
che comincia così: _Eximia dilecti filii nobilis viri Roglerii
Finectae fidelis nostri merita sic preeminent et prefulgent,
etc._ Il papa, non sapendo abbastanza premiar questo Ruggiero
Fimetta, gli concedeva in feudo Vizzini, Modica, Scicli, e
Palazzolo, castelli che rendeano, dice la bolla, a un di presso
dugento once all'anno.
Bolla del 27 agosto del medesimo anno al medesimo frate Ruffino.
Concedesi in feudo a Niccolò di Sanducia, fratel cognato di
Ruggier Fimetta e testè tornato in fede della Chiesa, il casale
_Scordiæ Suitan situm in territorio Lentini_.
Questi tre diplomi, cavati da' registri Vaticani, Epistole n. 574
e 121, leggonsi in Luca Wadding, Ann. minorum, Roma, 1732, tom.
III, pag. 387, 537 e 539.
Breve di Urbano IV, cavato da' diplomi della Chiesa di Girgenti, e
pubblicato dal Pirri, Sic. sacra, tom. I, p. 704, nel quale si fa
parola dell'imprigionamento del vicario frate Ruffino.
Di costui in fine dà notizia un altro breve del 13 novembre 1254,
recato dal Pirri nello stesso luogo; nel quale diploma è notevole,
che il papa concedea al vescovo di Girgenti alcuni dritti del
regio fisco.
Il guasto dei poderi della corona in Caltagirone, si scorge da un
privilegio in favore di quella città, dato da Manfredi, balio di
Corradino; il quale è citato dal P. Aprile, Cronologia della
Sicilia, cap. 27.
[7] Si narra che in una festa a corte di Francia, Beatrice, contessa
di Provenza, fu cacciata dal gradino ove sedeano le due sorelle
minori, regine, l'una di Francia, l'altra d'Inghilterra (la terza,
ch'era assente, fu moglie di Riccardo d'Inghilterra, re de'
Romani); ond'ella si tornò dispettosa e piangendo alle sue stanze;
e Carlo, saputa la cagione di questo femminile cordoglio,
baciandola in bocca, le dicea: «Contessa datti pace, che io ti
farò tosto maggiore reina di loro:» e ciò lo stigava oltremodo
all'impresa di Sicilia.
Gio. Villani, lib. 6. cap. 90. ed di Firenze 1323.
Ramondo Montaner, cap. 32.
Cron. di Morea, lib. 2, pag. 39, ed. Buchon 1840.
[8] Raynald, Ann. eccl., an. 1253 e seg.
Si vegga altresì Hume, Storia d'Inghilterra--Arrigo III, cap. 12,
dov'è citato Matteo Paris.
Duchesne Hist Franc. Script. tom. V, pag. 869 a 873.
I documenti delle pratiche de' papi per la concessione del reame
ad alcuno de' principi nominati, leggonsi presso:
Lünig, Codice diplomatico d'Italia--Napoli e Sicilia--tom. II, n.
30 a 42.
Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, ed. Londra, 1739, tom. I, pag.
477 e seg. ove son citati questi documenti:
3 agosto 1252.--Innocenzo IV, a re Arrigo III, tom. I, pag. 477.
28 gennaio 1253.--Diploma d'Arrigo III, pag. 893.
14 maggio 1254.--Innocenzo IV all'arcivescovo di Canterbury, etc.,
pag. 511.
Questo è il primo documento ove si parli della concessione al
principe Edmondo. Il papa comanda si accatti danaro per la
impresa, con sicurtà su i beni delle chiese d'Inghilterra.
14 maggio 1254.--Altri quattro brevi d'Innocenzo IV, pag. 512 e
513, dall'ultimo de' quali si vede che re Arrigo era stato
dubbioso a muovere contro un principe congiunto suo, e che il papa
il confortava.
22 maggio 1254.--Innocenzo IV ad Arrigo III. Che non ispenda
danaro in cose profane, nè sacre, e tutto serbi alla impresa di
Sicilia, p. 515. Allo stesso effetto ci è una epistola alla
regina, una a Pietro di Savoia.
23 maggio 1254.--Innocenzo IV ad Arrigo III.
31 detto.--Innocenzo IV ad Arrigo III.
9 giugno 1254.--Innocenzo IV ad Arrigo III.
14 ottobre 1254.--Arrigo III, come tutore di Eduardo re di Sicilia
a' prelati, conti, baroni, militi e liberi nomini di questo reame,
p. 530.
17 novemb. 1254.--Innocenzo IV ad Arrigo III.
...... 1255.--Alessandro IV. È uno scritto delle condizioni alle
quali si concede il reame di Sicilia e Puglia a Edmondo, p. 893.
21 aprile 1255.--Alessandro IV ad Arrigo III. Perchè paghi una
somma di danaro, spesa dalla corte di Roma per l'occupazione di
Puglia, pag. 547.
3 maggio 1255.--Alessandro IV commuta nella impresa di Sicilia il
voto preso da re Arrigo per Terrasanta, pag. 547.
7 detto.--Altra bolla sullo stesso soggetto, p. 548.
11 detto.--Alessandro IV scrive aver commutato alla impresa stessa
il voto del re di Norvegia e de' suoi, pag. 549.
12 detto.--Altra bolla allo effetto stesso.
13 detto.--Alessandro IV ad Arrigo III, p. 550.
15 detto.--Bolla dello stesso perchè si riscuotessero da Arrigo
per la impresa siciliana que' denari in cui erano stati mutati i
voti presi da molte persone per guerreggiare in Terrasanta; e si
richiedessero anche dagli eredi, p. 551.
16 detto.--Bolla dello stesso pel voto del re Arrigo III, pag. 552.
21 detto.--Per lo giuramento di Edmondo alla corte di Roma. Pag. 553
30 novembre 1255.--Per lo giuramento di Edmondo alla corte di Roma.
pag. 573
5 febbraio 1256.--Alessandro IV al vescovo di Hereford, perchè
sulle decime d'Inghilterra si pagassero i debiti contratti dal
papa per l'impresa di Sicilia, pag. 581.
27 marzo 1256.--Arrigo III al papa. Scrive non potere, per le
turbazioni del regno suo, mandar forze in Italia, nè fare al papa
il pagamento, ch'ei volea prima di ogni altro, per le spese
sostenute da Roma negli assalti del regno. Era di 135,541 marchi;
e dice Arrigo: _Non enim credimus quod hodie princeps aliquis
regnet in terris, qui ita subito tantam pecuniam possit habere ad
manus._
Altre lettere simili a vari cardinali leggonsi a pag. 587.
.... 1256.--Eduardo primogenito di Arrigo III, dà un giuramento
per questo negozio di Sicilia, pag. 586.
11 giugno 1256.--Alessandro IV a re Arrigo III, pag. 593.
27 settembre 1256.--Bolla che proroga il termine dato ad Arrigo
per l'impresa di Sicilia, pag. 608.
.... detto.--Bolla che obbliga i prelati di Scozia a pagare il
danaro tolto in presto dal papa per la guerra di Sicilia, pag.
608.
6 ottobre.--Alessandro ad Arrigo III, pag. 611.
9 novembre.--..... pag. 612.
10 maggio 1257.--Arrigo III al papa. Scrive avere con
l'arcivescovo di Morreale, legato del papa, ordinato l'impresa, e
scelto il capitano, pag. 620.
.. Maggio 1257.--Arrigo al papa. A questo effetto ha fermato pace
col re di Francia.
3 giugno 1257.--Alessandro IV al suo nunzio in Inghilterra.
Riscuota il danaro tolto in presto sulle decime, non ostante il
divieto del re, che già si noiava della spesa.
E moltissime altre, che sarebbe lungo e non utile a noverare.
Leggonsi anche questi ed altri documenti negli Ann. eccl. di
Raynald, tom. II et III. Nè li ho citato, parendomi inutile
replicare le autorità per fatti sì certi.
[9] Le trattative leggonsi in una bolla d'Urbano IV, data d'Orvieto
il 26 giugno 1263, che contiene a un di presso le condizioni della
bolla di concessione di Clemente IV; se non che il papa domandava
o quelle ricche province col censo di due mila once d'oro, o, per
tutto il regno, il censo di dieci mila; riserbandosi sempre
Benevento. Si contentò poi di dare tutto il regno per once otto
mila all'anno. Questa bolla sarà in breve pubblicata dall'erudito
sig. Alessandro Teulet, che l'ha cavato dagli Archivi del reame di
Francia, e me l'ha gentilmente comunicato.
[10] Lünig, loc. cit. n. 43.
Ecco il sommario di questa bolla, data di Perugia il quarto dì
anzi le calende di marzo dell'anno primo di Clemente IV.
Discorso a lungo della concessione precedente a Edmondo
d'Inghilterra, la quale si replica esser nulla, per le non
adempiute condizioni, e per la mancanza di un atto in buona forma;
il regno di Sicilia, con tutta la terra tra lo stretto e i confini
dello stato della Chiesa, è dato a Carlo d'Angiò, che prima della
festa prossima di san Pietro, vada a Roma per l'investitura,
mentre il cardinale delegato a questo negozio in Francia gli
darebbe un sussidio sulla decima delle chiese, e predicherebbe la
croce contro Manfredi.
Le condizioni della concessione sono:
1. Resti Benevento alla Chiesa.
2. Carlo, e i suoi, e gli eredi non possano avere proprietà, nè
autorità in alcuna terra appartenente alla Chiesa di Roma.
3. Diansi alcuni privilegi a Benevento.
4. Ordine della successione, con la ricadenza alla Chiesa, in
difetto di eredi legittimi e del sangue.
5. Censo di ottomila once di oro alla Chiesa, in ogni anno; e
scomuniche e caducità dal regno se non si paghi.
6. Dopo l'acquisto del reame, in tutto o in parte, Carlo paghi
alla Chiesa 50,000 marchi per le spese sostenute da lei.
7. Presenti al papa un palafreno bianco ogni tre anni.
8. Ne' bisogni della Chiesa mandi 300 uomini d'arme (cioè da 900,
a 1,200 cavalli) per tre mesi in ciascun anno; il qual servigio si
possa rendere in vece con navi armate.
9. I re di Sicilia e Puglia prestin omaggio ad ogni papa.
10. Non dividano il territorio. Qui è la formola del giuramento
ligio che debban rendere a Roma.
11. Non possano essere imperatori, nè re de' Romani, o di
Teutonia, nè signori in Lombardia, o Toscana.
12. Gli eredi loro, se eletti ad alcuna di queste signorie,
lasciala.
13. Le eredi del regno non si maritino a principi di quelle
regioni.
14. Stabilito un giuramento per le condizioni dell'art. 12.
15. Se il re sia eletto imperatore, emancipi il figlio, e gli
lasci questo reame.
16. Simile condizione per le donne eredi del trono.
17. La donna erede del trono non si mariti senza piacimento del
papa.
18. Esclusi i bastardi dalla successione.
19. Il regno non si unisca mai ad altro d'Italia, nè all'impero.
20. Caducità e scomunica, se il re occupi terre della Chiesa.
21. Restituiscansi, sotto gli occhi di commissari del papa, i beni
mobili e immobili tolti alle Chiese.
22. Libertà delle elezioni ecclesiastiche, salvo il padronato
regio. Facciansi in Roma le cause ecclesiastiche.
23. Rivocazione degli statuti svevi contro le immunità
ecclesiastiche.
24. Immunità degli ecclesiastici da' giudizi ordinari.
25. E dalle gravezze.
26. Restino alla Chiesa i frutti delle sedi vacanti.
27. I feudatari e i sudditi abbiano le immunità e i privilegi
goduti sotto Guglielmo II.
28. Rientrino gli esuli a piacer della Chiesa.
29. Divieto di ogni lega contro la Chiesa.
30. Liberazion de' prigioni sudditi del papa. Restituzione dello
stato al duca di Sora. Rivocazione delle concessioni di feudi o
altri beni per Federigo, Corrado, e Manfredi.
31. Carlo venga all'impresa, con esercito non minore di 1,000
uomini di arme (contando 4 cavalli per ogni uomo di arme), 300
balestrieri, ec, ec.
32. Venga in tre mesi dopo la concessione.
33. Le condizioni scritte di sopra valgano pei successori di lui.
34. E compiuta che sia l'impresa, abbia il privilegio di
concessione con la bolla di oro.
35. Non tenga per tutta la sua vita l'uficio di senator di Roma.
36. Lascilo anzi nel termine di anni tre; e intanto lo eserciti a
favor della Chiesa, e disponga per lei i Romani.
[11] Tutti questi casi della conquista di Carlo ritraggonsi da:
Saba Malaspina, lib. 3, cap. 1.
Ricordano Malespini, cap. 179, ambo, presso Muratori R. I. S.,
tom. VIII, e da molti altri contemporanei.
Del resto ved. Muratori, Annali d'Italia, 1266.
E ricordisi in Dante:
A Ceperan, là dove fu bugiardo
Ciascun Pugliese. _Inf._, c. 28.
L'ossa del corpo mio sarieno ancora
In co' del ponte, presso a Benevento,
Sotto la guardia della grave mora:
Or le bagna la pioggia, e muove 'l vento
Di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde,
Ove le trasmutò a lume spento. _Purg._, c. 3.


CAPITOLO III.
La vittoria di Carlo innalza parte guelfa in Italia. Risorgon pure i
Ghibellini, e chiaman Corradino all'impresa del regno. Sollevasi per
lui la Sicilia. È sconfitto a Tagliacozzo, e dicollato a Napoli. Carlo
spegne la rivoluzione in terraferma con rigore, in Sicilia con
immanità. Eccidio d'Agosta. 1266-1268.

S'eran riscossi i Guelfi alla passata di Carlo, aiutato l'aveano
all'impresa, ed ora partecipando della vittoria, tutta Italia
ingombravano, rafforzati dalla riputazione e dalle armi del re. E
vacando tuttavia l'imperial seggio, papa Clemente, che alcuna autorità
non n'avea, dette al re il titolo di vicario dell'impero in Toscana,
per aprirgli la strada a più larga ambizione. Così mutossi per parte
guelfa lo stato di tutte le province italiane; al nome ghibellino non
restando che Siena e Pisa: gli altri uomini di questa parte, attoniti
più che spenti, cedeano il campo, chi esule, chi acquattato in patria;
e tutti covavan rancori. Ond'e' guardarono in Lamagna a Corradino,
entrato già nell'adolescenza, e verace signore di Sicilia e di Puglia;
i quali stati, com'or feano piegar le bilance pe' Guelfi, l'avrebber
mandato giù, se renduti a casa sveva. Con loro s'intendeano gli usciti
di que' reami, e i partigiani che s'eran sottomessi a Carlo; i quali
non avean saputo difender Manfredi, ed or pensavano a rifar guerra.
Rincoravali la mala contentezza di questi popoli, che sotto Carlo non
sentiano scemare i tributi, crescer anzi la molestia de' ministri e
degli officiali infiniti del re, ingordi, inquisitivi, superbi, più
insopportabili come stranieri, e in Sicilia peggio, perchè ai non domi
con le armi peggio puzza un'insolente dominio. Amaramente piangean
Manfredi, da loro lasciato correre alla morte come quei che togliea
parte {33} di lor sostanze, per trovar ora chi tutte rapiale, e per
ammenda le persone manomettea.
Entro un anno dunque dal subito conquisto, risvegliansi, congiurano e
Ghibellini, e usciti del regno, e baroni sottomessi a Carlo, e
stranieri principi. Adunan moneta i Ghibellini; volenteroso entra
Corradino nell'impresa; il duca d'Austria il segue, giovanetto e
congiunto suo; seguonlo per amor di parte o d'acquisto molti baroni e
uomini d'arme di Lamagna. Fin d'Affrica sursero per lui due perduti
uomini del sangue regio di Castiglia, Arrigo e Federigo; che di lor
patria fuggiti, combatteano a' soldi del re di Tunisi; e infastiditi,
o a lui venuti in sospetto, rituffaronsi nelle brighe de' battezzati:
ma Arrigo ancora cocea privato rancore contro Carlo, perchè avendogli
dato in presto, quand'ei si preparava alla impresa, una grossa somma
di danari raccolta da lui in Affrica e serbata a Genova, Carlo, preso
il regno, nè dette feudi o stati ad Arrigo, nè rendea la moneta, ma
menzogne di cortesia; e stucco de' richiami dello Spagnuolo, gli parlò
leonino[1]. Perciò Arrigo cercava vendetta. Ad annodar que' fili
giravan di qua, di là i più vivi partigiani; Corrado Capece corse e
ricorse tra Lamagna e Tunisi. E fur sì destri, che l'anno stesso
sessantasette Corradino, con quattro migliaia di cavalli tedeschi e
parecchie di soldati a piè, calava in Verona: Roma tumultuando
chiamava senatore don Arrigo di Castiglia: si levavano da per tutto i
Ghibellini: tumultuava la Sicilia contro re Carlo.
Perchè don Federigo e Capece non prima sepper la passata di Corradino,
che mosser d'Affrica, sì come s'era ordinato, a rizzare in quest'isola
l'insegna sveva. Con una ventina di cavalli, e poche centinaia di
fanti raunaticci, spagnuoli, toscani, tedeschi, saraceni, posero sulle
spiagge meridionali {34} a Sciacca. Capece si promulga vicario del re;
spaccia messaggi ai già disposti e consapevoli; bandisce la
proclamazione di Corradino, esortante i popoli a sorger nella santa
causa di lui: fanciullo, l'avevan tradito il fratel del padre suo, il
pastor supremo della Chiesa; or adulto, e in sull'armi, e affidato
nella lealtà dei sudditi, veniva a scacciare l'oppressor loro,
l'usurpatore del regno. Rapida corse dell'arrisicato sbarco la fama,
gratissima ai nostri, poco formidabile dapprima a' Francesi, che fecer
sembiante di spregiarla; e Fulcone di Puy-Richard, reggitor dell'isola
per Carlo, tutto sdegnoso mosse con forte oste de' suoi e di milizie
feudali siciliane a schiacciare gli assalitori. I quali come videro il
nimico vicino, fidati nelle lor pratiche, escon tosto al
combattimento: e al primo scontro i feudatari siciliani s'infingon di
fuggire; poi s'arrestano, straccian le bandiere d'Angiò, spiegan le
sveve, e minacciosi stringonsi a schiera. Fulcone allora, lasciato il
campo, più che di passo si rifuggì in Messina. E questa, con Palermo e
Siracusa, restaron sole in fede; nel rimanente della Sicilia divampò
un subito incendio, gridando tutti il nome di Corradino: nè a lui però
ubbidirono, nè a Carlo, ma a posta sua ciascun disordinatamente si
You have read 1 text from Italian literature.
Next - La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 04
  • Parts
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 01
    Total number of words is 4377
    Total number of unique words is 1769
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    59.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 02
    Total number of words is 4421
    Total number of unique words is 1776
    33.8 of words are in the 2000 most common words
    49.4 of words are in the 5000 most common words
    56.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 03
    Total number of words is 4032
    Total number of unique words is 1618
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 04
    Total number of words is 4353
    Total number of unique words is 1866
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.3 of words are in the 5000 most common words
    55.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 05
    Total number of words is 4404
    Total number of unique words is 1898
    31.1 of words are in the 2000 most common words
    44.6 of words are in the 5000 most common words
    52.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 06
    Total number of words is 3900
    Total number of unique words is 1123
    40.2 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    61.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 07
    Total number of words is 4334
    Total number of unique words is 1878
    37.0 of words are in the 2000 most common words
    50.9 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 08
    Total number of words is 4421
    Total number of unique words is 1890
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 09
    Total number of words is 3789
    Total number of unique words is 1425
    40.1 of words are in the 2000 most common words
    53.8 of words are in the 5000 most common words
    61.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 10
    Total number of words is 4295
    Total number of unique words is 1897
    32.5 of words are in the 2000 most common words
    47.0 of words are in the 5000 most common words
    54.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 11
    Total number of words is 4265
    Total number of unique words is 1706
    36.8 of words are in the 2000 most common words
    52.0 of words are in the 5000 most common words
    59.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 12
    Total number of words is 4150
    Total number of unique words is 1705
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    51.9 of words are in the 5000 most common words
    59.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 13
    Total number of words is 4394
    Total number of unique words is 1977
    31.2 of words are in the 2000 most common words
    44.9 of words are in the 5000 most common words
    51.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 14
    Total number of words is 4193
    Total number of unique words is 1677
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    60.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 15
    Total number of words is 4090
    Total number of unique words is 1700
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    49.5 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 16
    Total number of words is 4146
    Total number of unique words is 1566
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    60.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 17
    Total number of words is 4460
    Total number of unique words is 1888
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    49.0 of words are in the 5000 most common words
    55.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 18
    Total number of words is 3954
    Total number of unique words is 1397
    40.7 of words are in the 2000 most common words
    56.1 of words are in the 5000 most common words
    63.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 19
    Total number of words is 4432
    Total number of unique words is 1864
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    47.0 of words are in the 5000 most common words
    54.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 20
    Total number of words is 4422
    Total number of unique words is 1836
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    49.7 of words are in the 5000 most common words
    57.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 21
    Total number of words is 3852
    Total number of unique words is 1337
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    55.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 22
    Total number of words is 4247
    Total number of unique words is 1743
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    55.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 23
    Total number of words is 4479
    Total number of unique words is 1908
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    49.3 of words are in the 5000 most common words
    57.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 24
    Total number of words is 3833
    Total number of unique words is 1233
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    51.4 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 25
    Total number of words is 4370
    Total number of unique words is 1773
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 26
    Total number of words is 4432
    Total number of unique words is 1847
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La guerra del Vespro Siciliano vol. 1 - 27
    Total number of words is 3689
    Total number of unique words is 1213
    43.0 of words are in the 2000 most common words
    58.2 of words are in the 5000 most common words
    66.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.