Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 01

Total number of words is 4500
Total number of unique words is 1542
40.3 of words are in the 2000 most common words
53.7 of words are in the 5000 most common words
61.1 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.

FOSCOLO
MANZONI, LEOPARDI

SAGGI
DI
ARTURO GRAF
AGGIUNTOVI
PRERAFFAELLITI, SIMBOLISTI ED ESTETI
E
LETTERATURA DELL'AVVENIRE
(Ristampa)

TORINO
Casa Editrice
GIOVANNI CHIANTORE
Successore ERMANNO LOESCHER

1920


Proprietà Letteraria
Torino — Tipografia VINCENZO BONA (13500).


ALLA MEMORIA
DELL'UNICO MIO FRATELLO
OTTONE
CHE A ME IN OGNI COSA PREVALSE
FUORCHÈ NEL FAVORE
DELLA FORTUNA


RILEGGENDO LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS[1]

I.
Molto fu scritto intorno alle _Ultime lettere di Jacopo Ortis_, e da
molti, che con varii intendimenti, con criterii di giudizio o dissimili
solo o a dirittura contrarii, con disposizione d'animo quando avversa
e quando benevola, ne indagarono la origine e la storia, ne scrutarono
la intenzione e lo spirito, ne notarono le qualità buone e cattive.
Ne scrisse a più riprese il Foscolo stesso, il quale pochissimo amico
del criticismo in teoria, da lui, come da altri, giudicato un vero e
pessimo flagello delle lettere, fu più volte, in pratica, forzato a
fare il critico di sè stesso, e ad esporre pubblicamente le ragioni
e i propositi dell'arte sua; e se è provato oramai ch'egli affermò
circa il suo romanzo assai cose non vere, è fuor di dubbio altresì
che dell'indole de' personaggi, del procedimento dell'azione, della
moralità della favola recò alcuni giudizii che per aggiustatezza ed
acume non furono sorpassati da chi ne prese a ragionar dopo lui. Su
taluno de' suoi giudizii tuttavia ci sarebbe molto a ridire, e più ci
sarebbe a ridire su certi giudizii di critici posteriori, anche sommi.
Io non intendo già di riprendere e gli uni e gli altri ordinatamente in
esame, e confrontarli e discuterli, chè sarebbe lavoro lungo, minuto
e fastidioso; ma avendo riletto di questi giorni il romanzo, e ancora
molte altre cose foscoliane, e il _Werther_ per giunta, ho pensato di
gittar sulla carta alcune considerazioni suggeritemi da quella lettura,
dalle quali può darsi che o l'uno o l'altro di quei giudizii riceva o
correzione o compimento.
Fra i molti dubbii che le _Ultime lettere_ possono sollevare nell'animo
di un lettore non più giovane, non appassionato, non disattento, è
questo forse uno dei principali: Com'è che Jacopo s'innamora? Data la
condizione dell'animo suo, quale egli stesso la viene manifestando, è
cosa naturale, è cosa conforme alle leggi da cui è governata la nostra
vita morale, che l'amore s'insinui in quell'animo? e che s'insinui in
esso con tanta prontezza e senza contrasto? e che se ne insignorisca
a quel modo? L'innamoramento di Werther, il quale per tanti rispetti
si riscontra con l'innamoramento di Jacopo, ci appare cosa in tutto
verisimile e naturale; ma Jacopo non è Werther; e che anzi sia
profondamente diverso da quello ognuno può conoscere da sè, anche se
ignori le giustissime osservazioni che il Foscolo stesso ebbe a fare
sulla grande disparità loro; e anche se sappia ciò che inutilmente esso
Foscolo da prima tentò di occultare, avere cioè Jacopo, sino dal tempo
della prima orditura del romanzo, avuto il suo prototipo in Werther[2].
Jacopo non ha se non ventitrè anni quando scrive la lettera con cui
principia il romanzo. Egli è assai giovane d'anni, ma da questa in
fuori non si direbbe esservi in lui altra giovinezza. Dell'antecedente
sua vita poco accenna egli stesso, e noi non intendiamo bene perchè
sia così invecchiato innanzi tempo; ma ben ci avvediamo che molto
visse con la mente e col cuore, e che giunto all'età in cui gli altri
giovani si affacciano alla vita, egli, per contro, è oramai maturo alla
morte. Vedete l'anima sua da quali pensieri, da quali affetti è presa
e soggiogata. Egli odia quel mondo in cui appena si può dire che abbia
mutati i primi passi; insorge contro la società de' suoi simili, che
tutta gli par fondata sull'ingiustizia e retta dalla menzogna; dispera
di tutta la razza umana, irreparabilmente malvagia, codarda, infelice;
non crede alla scienza, indagatrice oziosa d'inutili veri. Ha un senso
doloroso, profondo, perpetuo della propria e della universale miseria,
della disperata vanità di tutte le cose. Nell'ardente e commossa
fantasia gli si colora il sogno d'una felicità ch'egli nè cerca, nè
spera, fatto conscio ormai dell'universa illusione, e che patria,
gloria, amore, virtù non sono se non fantasmi. A sorreggerlo, quasi
con la lusinga di non so quale orgogliosa e solitaria grandezza, gli
entra nell'animo una opinione, per cui egli si stima un tratto in tutto
diverso dagli altri uomini, e diviso da essi e da ogni loro opera e
cura; ma anche di questa illusione si ravvede, e conosce, e confessa di
non essere altro che _uno dei tanti figliuoli della terra_, ingombro
di _tutte le passioni e le miserie_ della sua specie. Non nega Dio;
ma lo teme più che non l'adori; e non sa se il cielo badi alla terra,
e non sa se qualche cosa dell'uomo sopravvive alla morte. E la morte
egli aspetta _tranquillamente_ quando la stima vicina; ma se gli appaja
ancora lontana, eccolo che smania di cacciarsi un _coltello nel cuore_,
o che solo s'acqueta _dimenticandosi_ d'esser vivo.
Ora, così fatto giovane vede Teresa, _la divina fanciulla_, della
quale forse nemmeno il nome gli era noto innanzi, e il vederla e il
sentirsene preso gli è un punto solo, e frutto dell'averla veduta
il tornarsene _a casa col cuore in festa_. Io non domando già se
sia possibile ciò, perchè i limiti del possibile, quando si tratta
della natura dell'uomo, sono troppo incerti e mal noti; ma domando
se l'autore abbia ciò giustificato abbastanza, e se abbia condotto
l'avvenimento in guisa da lasciare appagato l'animo di chi legge, senza
suscitarvi dentro alquanta di quella perplessità e di quella ritrosia
che, secondo i casi, o si risolvono in un vago e quasi inconsapevole
scontentamento, o provocano la critica precisa e consapevole. E a me,
se ho a dire il vero, pare che non abbia.
Intendo, se non tutte, parecchie delle ragioni che mi si possono
opporre. L'anima di Jacopo non è così distrutta come può sembrare a
primo aspetto. Il processo della dissoluzione è bensì cominciato in
lei, è anche andato molt'oltre, ma non ha però compiuto il suo corso,
non è nemmeno giunto a quel segno di là dal quale nessuna ripresa di
vita o di speranza è più possibile. Molte energie durano in Jacopo,
le quali, pur essendo dannate a morire tra breve, non vogliono ancora
morire. Considerate che il suo intelletto e il suo cuore sono in pieno
dissidio fra loro; considerate ch'egli è un vortice di contraddizioni.
Se lo guardate da un lato, egli vi appare quale un pessimista disperato
e incurabile; se lo guardate da un altro, egli si dà a conoscere
per un entusiasta focoso e indomabile. Ha in conto di fantasmi, gli
è vero, la patria, la gloria, l'amore, la virtù; ma la illusione
non è ancor tanto lontana da lui che una qualche riverberazione non
gliene rimanga nell'animo; e quei fantasmi egli adora, e per quei
fantasmi egli spasima. S'infiamma di generoso entusiasmo leggendo
Plutarco; si scioglie in dolcissime lagrime leggendo il Petrarca;
e mette la compassione sopra tutte le altre virtù; e lo rapisce lo
spettacolo della viva natura; e lo empie quasi di un senso di religiosa
venerazione lo spettacolo della bellezza e della grazia muliebre. Egli
è così lontano ancora da quell'atonia in cui si sommerge lo spirito
caduto d'ogni speranza e orbato d'ogni fede, che sente sempre dentro di
sè _un demone che l'arde, lo agita, lo divora_. E il suo cuore non è un
cuor morto; anzi è un cuore che _non può soffrire un momento, un solo
momento di calma_, e che, _ove gli manchi il piacere, ricorre tosto al
dolore_. Chi dirà che un sì fatto uomo, il quale, per giunta, fa assai
più stima della passione che non della ragione, non sia più in grado
d'innamorarsi? Chi dirà che un animo aperto a tanti altri affetti debba
esser chiuso all'amore? Forse domani, o doman l'altro, egli non si
potrà più innamorare; ma oggi egli può innamorarsi ancora.
Queste ragioni hanno la loro forza, e non possono essere negate.
Gli è certo che Jacopo si trova in una condizione d'animo duplice e
ambigua; ch'egli passa alternatamente da uno stato a un altro stato
contrario; e che se nell'uno sembra impenetrabile all'amore, nell'altro
sembra tutto aperto all'amore. Nè questa è maniera di contraddizione
che ripugni alla umana natura, la quale può ricevere, e riceve
tuttodì, infinite altre contraddizioni, onde molto di romanzesco e
di drammatico si deriva nella vita di ciascun uomo. Dirò di più, che
quando incomincia il romanzo di Jacopo, c'è una ragione particolare
dispositiva perchè Jacopo s'innamori. Jacopo ha perduto la patria e con
essa la occasion principale e il principal fine di ogni sua operosità.
Egli ha come un vacuo nell'anima, e la naturale tendenza ch'è in
ciascuno di noi a ristorare in qualche modo il perduto, promuove ed
agevola quanto può colmare quel vacuo. Perduta una ragione di vivere,
l'istinto ne sollecita un'altra, che la possa supplire. Con la patria
ancora incolume, forse Jacopo non si sarebbe innamorato, o il suo
amore sarebbe stato d'indole più temperata, e circoscritto entro più
angusti confini: con la patria disfatta, Jacopo s'innamora a guisa
d'uomo perduto, perchè innamorarsi è vivere; e l'amore cresce in lui
prepotente e smodato.
Non perchè dunque Jacopo s'innamori potrà essere rimproverato al
Foscolo di non avere osservato la verisimiglianza e d'esser venuto
meno alle naturali convenienze del suo soggetto; anzi al Foscolo stesso
noi potremo credere quando afferma che esso Jacopo _è presentato tale
qual era, ne' casi della sua vita, nell'età ch'egli aveva, nelle sue
opinioni e passioni, e in tutti i moti tempestosi dell'anima sua_; e
gli potremo credere senza andare troppo minutamente a cercare se diceva
in tutto in tutto il vero quando scriveva ad Antonietta Fagnani: _Mi
sono fedelmente dipinto con tutte le mie follie nell'Ortis_; e quando
scriveva a madama Bagien che i Francesi, leggendo tradotte le _Ultime
lettere_, avrebbero potuto conoscere tutti i sentimenti e tutte le idee
di lui. Non di avere immaginato un personaggio e un'azione inverisimile
accuseremo il Foscolo, ma bensì di non aver saputo scorgere tutte le
molte difficoltà del suo soggetto; di non avere avuto sempre a mano
l'arte che si richiedeva a fare della pittura di quel personaggio e
del racconto di quell'azione un tutto sempre coerente e intelligibile,
tale da ottenere senza fatica il pieno assentimento dei leggitori.
Il romanzo ci presenta certi effetti e certe conclusioni, ma delle
cause di quelli e delle premesse di queste non porge idea abbastanza
chiara. La passione e l'azione si svolgono presso a poco alla maniera
di un ragionamento a cui sieno state tolte più e più proposizioni
intermedie, necessarie a legare e compiere il senso. Il racconto rimane
come ingombro di nodi insoluti: la _motivazione_ è insufficiente; e
tropp'altre cose mancano in esso, le quali non tutte si può pretendere
che sieno supplite dalla fantasia del lettore, per quanto si voglia
fare del lettore intelligente un collaboratore dell'autore. Appunto
perchè Jacopo ci appare duplice, avremmo voluto che la storia dell'amor
suo ritraesse un po' più particolarmente e un po' più fedelmente
il contrastare di quei due uomini che si affrontano in lui, e il
soverchiare e il ritrarsi quando dell'uno e quando dell'altro. Tale
quale si legge, la storia sembra esser quasi di un solo dei due anzichè
d'entrambi; il che parrebbe giustificato qualora, in virtù appunto
dell'amore, l'uno riuscisse a sloggiar l'altro; ma giustificato non
può parere quando si vede che i due seguitano a contrapporsi ed a
contrastare sino alla fine. Insomma, essendo questo dell'_Ortis_ un
romanzo psicologico, mi sembra che lasci desiderare una più diligente,
più sottile e più ricca psicologia. Il Foscolo avrebbe forse potuto
supplire, almeno in parte, al difetto con porre a fronte di Jacopo una
Teresa meno eterea, meno astratta, meno incomunicabile; una Teresa
che non fosse una immagine dipinta, buona solo ad essere adorata in
silenzio, ma donna viva e parlante; una Teresa che, pur rimanendo
fermissima nel suo proposito di virtù, avesse saputo in qualche modo
farsi incontro al povero Jacopo, e mutare di tanto in tanto in un
dialogo l'eterno e disperato soliloquio di lui. Parlando con Teresa,
Jacopo avrebbe potuto dire a schiarimento dell'esser proprio assai
cose le quali non riesce a scrivere all'amico Lorenzo. Ma il Foscolo
cadde ancor egli in questo errore di credere che per fare di una donna
un oggetto in tutto degno di ammirazione convenga farne una essenza
angelica, una idea, un'astrazione; per figurare la donna perfetta
cancellare la donna. Questo errore gli può essere perdonato facilmente;
ma non così facilmente gli può essere perdonata la opinione, da lui
mantenuta negli anni provetti, che questa impalpabile Teresa sia
creatura superiore alla Carlotta del _Werther_, per quanto alcune
osservazioni ch'egli viene facendo intorno a quella Carlotta possano
parere giuste e ingegnose[3]. E la astrattezza essendo carattere, non
della sola Teresa, ma di tutti più o meno, i personaggi del romanzo,
i quali (notava il De Sanctis) _appariscono sulla scena come i primi
schizzi su di un cartone, disegni appena sbozzati e rimasti in idea_,
si vede come sempre più venisse tolto a Jacopo il modo e l'opportunità
di esplicare e chiarire tutta quella parte di sua vita interiore che
noi a fatica possiamo andar congetturando e indovinando.
Certo, fare che egli stesso la venisse esplicando e chiarendo, o altri
per lui, era cosa di somma difficoltà; e non è da meravigliare che il
Foscolo, giovanissimo quando compose il romanzo, o non l'avvertisse
tutta, o non riuscisse a vincerla; e, del resto, non so veramente
s'egli ebbe mai, nemmeno negli anni maturi, le particolarissime qualità
d'ingegno che ci sarebbero volute al bisogno, e che mai non mancarono
al Goethe. Ma gli è certo altresì che se il Foscolo fosse riuscito a
mettere, per questa parte, nel suo romanzo, ciò che vi manca, il suo
romanzo non avrebbe dato argomento a un altro sfavorevole giudizio, il
quale non può essere notato d'ingiusto, sebbene non mi paja scevro di
qualche esagerazione.
Il De Sanctis, parlando del romanzo da par suo, scriveva: «Siamo alla
fine del quinto atto; la catastrofe è succeduta, pubblica e privata;
al protagonista non resta che puntarsi la spada nel petto come Catone,
o, come un personaggio di Alfieri, _cacciarsi un coltello nel cuore
per versare il sangue fra le ultime strida della patria_. Qui comincia
il libro: qui, dove cala il sipario, comincia la rappresentazione». E
soggiungeva che «il suicidio era già compiuto nell'anima»; e che «la
tragedia non ci è più: ci è una situazione lirica nata dalla tragedia»;
e che «una situazione così esaltata nel suo lirismo, non può troppo
protrarsi senza che la diventi monotona e sazievole»; e che «una
situazione così tesa fin dal principio potea dar materia ad un canto,
com'è la Saffo; non se ne potea cavare un romanzo, se non stirandola
e riempiendola di accessori fortuiti, non generati intrinsecamente
dal fatto»[4]. Chiunque abbia letto il romanzo senz'essere trascinato
egli stesso da un po' di quella passione che trascina il protagonista,
conoscerà che c'è molto del vero in queste parole, ma forse non
tutto il vero. Che da quella situazione, benchè tanto tesa sin da
principio, si potesse pur ricavar un romanzo, anche senza inzepparlo
di accessorii fortuiti, a me sembra certissimo. Che nel _Werther_
ci sia, come nota lo stesso De Sanctis, una _storia psicologica_
molto più abilmente svolta che non nell'_Ortis_, io concedo assai di
buon grado, nè parmi si possa negare; ma che nell'_Ortis_ non ci sia
punto storia psicologica, e che per contro vi stagni _la palude e
l'acqua morta_, non mi pare si possa asserir con ragione. Proponete
quella stessa stessissima situazione ad uno dei sottilissimi nostri,
e talvolta troppo sottili romanzieri psicologi, e vedrete s'e' saprà
cavarne una storia psicologica, e se anzi non c'è pericolo che ne
cavi troppa. Anche nell'_Amleto_ la situazione è tesissima sin da
principio, ed è sempre sostanzialmente la stessa dal primo all'ultimo
atto; eppure guardate che macchina di dramma seppe formarci sopra lo
Shakespeare. E quanti altri esempii a questo proposito si potrebbero
ricordare opportunatamente! La colpa dunque fu assai più del Foscolo
che della situazione; e del resto nell'opera stessa del Foscolo c'è più
romanzo e più storia psicologica che a primo aspetto non paja. Appunto
quando il racconto incomincia, incomincia pel protagonista un ordine
nuovo di casi, che susciteranno nell'anima sua nuove passioni, e lui
trarranno a nuovi cimenti. Egli era dannato, perduto, finito; ma ecco
che in quella vita già prossima a spegnersi irrompe una subitanea,
non preveduta energia; e questa energia è l'amore, la più rigogliosa
e trasformatrice di quante mai ne può ricevere l'anima umana. Che
avverrà di Jacopo? Il poeta ci dice che Jacopo era «suicida per indole
d'anima e per sistema di mente»; ma anche ci dice che l'amore cominciò
a «ristorar dolcemente» quell'anima, e ad adescarla «in segreto di
care speranze», e a spargervi dentro alcun poco di refrigerio; e
che le due passioni, la politica e l'amorosa, sostennero «d'alcuna
speranza per diciotto mesi quel giovine disperato». Dunque, sia pure
per poco, la situazione è mutata. Dunque c'è materia a romanzo. Jacopo
stesso consiglia il suicidio all'uomo cui più non rimanga ragione di
vivere; ma come si potrà dire che manchi ragion di vivere all'uomo
innamorato, tanto che duri in lui qualche speranza dell'amor suo? «La
catastrofe», ci dice ancora il poeta, «non che volerla occultare, è
manifestata sin dalle prime pagine e dal titolo del volume», e ciò
è vero; ma non tanto vero che molti dubbi non possano nascere in noi
intorno a ciò che Jacopo sarà per fare: e ogni nuovo dubbio è come una
nuova via aperta all'azion del romanzo. Però mi pare che avesse qualche
ragione il Carrer quando diceva che nel _Werther_ «il caso è regolare»,
mentre «nell'_Ortis_ ha una grande individualità, ed ora si arresta e
fa mostra di dare addietro, ora va a balzi impetuosi e divora in un
attimo lunghissima via». Che farà Jacopo? Amando con tanta passione
Teresa, permetterà egli che altri gliela tolga? E sapendosi riamato
da Teresa permetterà ch'ella viva infelicissima tutto il tempo della
vita sua a fianco di un uomo aborrito? E se Jacopo, a furia di pensarci
su, riuscisse a persuadersi che il signor T. e il signor Odoardo e
gl'interessi e la quiete di quella famiglia non meritano ch'egli faccia
il sacrificio del proprio amore e della vita? E se scrutando un po' a
fondo certe sue riluttanze morali, e discutendo certi suoi scrupoli,
riuscisse a scoprire non essere cosa gran fatto morale che una
fanciulla dia la mano di sposa ad un uomo quando ha già dato il cuore
ad un altro, e che la osservanza di una promessa già fatta non è in tal
caso tanto morale quanto potrebbe sembrare a chi confonde la morale
col formalismo farisaico? E se in un momento di ebbrezza, trovandosi
_soli e senza alcun sospetto_, Jacopo e Teresa imitassero senza alcuna
meraviglia da parte del lettore, il presumibile esempio di Paolo e
di Francesca? E se dopo di ciò Jacopo portasse via Teresa per andar
a morire insieme con lei in qualche luogo ignoto e lontano? Oppure
se Jacopo ammazzasse Odoardo, come gliene viene la tentazione? O se,
colto da un furor pazzo e bestiale, ammazzasse, oltre al rivale, anche
l'amata e il padre di lei e poi sè stesso?
Come si vede, non sono poche le congetture che il lettore, anche
sapendo che Jacopo finirà con l'ammazzarsi, potrebbe formare; nè io
ho preteso di numerarle tutte. E se mi si concede che almeno alcune di
esse sono tali che il lettore non ha ragione di ricusarle prima d'esser
giunto alla conclusione, mi si dovrà ancora concedere che il cammino
dell'azione non sia poi così rigorosamente e immutabilmente prescritto
come parve al De Sanctis, e che, almeno in potenza, sia nel romanzo
alquanta più storia psicologica ch'ei non disse.

II.
Un altro non lieve difetto fu rimproverato al romanzo del Foscolo:
quello di menare ostentatamente di fronte due grandi e ben diverse
passioni, le quali sembrano doversi intralciare e impedire a vicenda:
la politica e l'amore; e di chiudere in sè quasi due anime, delle quali
l'una non troppo sappia dell'altra. E anche qui bisogna riconoscere
che il rimprovero non manca d'esser giusto. Non so se mai vi sia
stato lettore delle lettere dell'Ortis, il quale non abbia ricevuto
un pochin di noja da quell'alternarsi di sfoghi politici e di sfoghi
amorosi, da quella, non so se dire crudezza o improntitudine, con cui
l'una passione s'intraversa nell'altra; e che non abbia desiderato, o
che il patriota fosse meno acceso di Teresa, o che l'innamorato fosse
meno caldo della patria. Dicono che quella duplicità di passione scema
l'interesse invece di accrescerlo, disperde l'attenzione, raffredda il
sentimento; e certo non dicono male. Dicono ancora che nel _Werther_ è
assai più interezza ed unità; e credo dican benissimo. Già il Foscolo
sentì la forza della censura, e nella _Notizia bibliografica_ cercò di
rispondervi. «Che poi due passioni così diverse», egli scriveva, «quali
pur sono il furore di patria e l'amore, possano ardere simultaneamente
nell'anima d'un solo individuo, e tutte due si manifestino spesso in
uno stesso periodo e, talvolta, in una sola frase, è fenomeno naturale
e può ammettere spiegazione; ma sì strano a ogni modo, che se fu
alcuna rara volta mostrato in una o due scene di qualche tragedia non
deve essere ripetuto per duecento e più facciate in un libro: e chi
disse che quelle lettere _hanno due anime_, le censurò con argutissima
verità». Ciò nondimeno, alquanto più oltre reca parecchi argomenti co'
quali s'ingegna di far vedere, non solo che le due passioni possono, a
un tempo stesso, capire nella stessa anima umana; ma, ancora, che nel
caso particolare dell'Ortis deriva dal concorso loro più d'un effetto
per cui l'azione rimane, in alcune sue parti, meglio giustificata e
chiarita. Della possibilità del concorso egli poteva recare in prova,
oltre che l'esempio di Giulio Cesare e l'autorità del Montaigne,
come fa, anche l'esempio suo proprio, dacchè nel tempo appunto in
cui attendeva a dar l'ultima forma al romanzo, egli, perduto dietro
alla Fagnani, scriveva l'_Orazione a Bonaparte pel Congresso di
Lione_[5]. Quanto poi al giovamento che l'azione del romanzo trae da
quel concorso, io veramente credo che avrebbe potuto essere di molto
maggiore se maggiore fosse stata, anche in questo caso, l'arte del
poeta; o che, almeno, avrebbe potuto essere molto minore il danno, se,
per esempio, il poeta avesse scritto il romanzo quando invece scriveva,
molto più maturo di anni e di animo, la _Notizia bibliografica_.
Se non che si può forse dire a difesa di quel concorso una cosa che
non cadde in mente al Foscolo. Le due passioni sono veramente legate
nell'idea del romanzo assai più di quanto appajano legate nella
narrazione. Infatti, se Jacopo non avesse perduta la patria; se la
condizione dell'Italia non fosse quale egli la vien descrivendo nelle
sue lettere, i casi della vita di lui potrebbero prendere tutt'altra
piega, riuscire a tutt'altro fine. Profugo, sprovveduto, insidiato,
egli non può sperare, e non può quasi desiderare, di ottenere Teresa
in isposa; ma perchè non avrebbe potuto e desiderare e sperare di
ottenerla se non fosse stato nè profugo, nè sprovveduto, nè insidiato?
L'esser ella di famiglia nobile, ed egli di plebea, poteva dar luogo a
difficoltà, ma forse non invincibili, malgrado delle idee del padre.
Dunque una ragione politica è quella, se ben si guarda, che prima
condanna l'amore di Jacopo a una fine infelice. Da altra banda, se
diversa fosse stata la condizione dell'Italia, il padre di Teresa
non avrebbe avuto bisogno di schermirsi da pericolosi sospetti, e di
assicurare la sorte propria e di tutta la famiglia imparentandosi col
marchese Odoardo. Dunque una ragione politica è quella che condanna
Teresa al sacrificio. Come scindere in tale condizione di cose la
politica dall'amore? Come non confondere in una sola sventura le
due sventure che fanno sanguinare il cuore del giovane? Questi non
può pensare alla fanciulla amata senza che la sua mente subito corra
alle più forti ragioni che gliene contrastano il possesso, e perciò
alla patria; e non può pensare alla patria senza che la sua mente
subito corra all'ultimo danno che gli viene dalla rovina di quella,
l'impossibilità, cioè, di ottenere la fanciulla amata. Così l'anima sua
rimbalza perpetuamente da Teresa alla patria, e dalla patria a Teresa.
Se il lettore non s'avvede della necessità di questo giuoco doloroso,
e s'impazienta, e grida che propriamente Jacopo non sa quel che si
voglia, la colpa non è già tanto della situazione, quanto dell'autore,
che non seppe adoperarvi attorno gli avvedimenti opportuni.

III.
Che il Foscolo sia stato un campione ardentissimo e indomabile del
classicismo quando già il classicismo piegava alla fine, è cosa così
universalmente risaputa, e tante volte ripetuta, che il ricordarla e
il ripeterla ancora potrebbe parere peggio che ozioso. Anche lasciando
di considerare quelli tra' suoi migliori componimenti poetici ov'egli
trasfuse veramente un'anima greca; anche mettendo da banda quelle
innumerevoli lettere sue, e quelle tante altre sue prose, dove i
ricordi classici d'ogni maniera ricorrono con così fitta e spesso
così importuna frequenza da stancar ogni lettor più longanime; basta
ricordare la sua dottrina intorno alla lirica, e la sua dottrina
intorno alla tragedia, per dover subito riconoscere che l'Italia non
ebbe altro classico più classico di lui, e che il Monti, nonostante
il sermone sulla mitologia, deve contentarsi di venirgli secondo.
Perciò non è a meravigliare s'egli ebbe in odio il romanticismo; se nel
_Gazzettino del Bel Mondo_ diede addosso a quei giovani che «cavalcando
i destrieri nuvolosi di Odino... rompono lance in onore della _poésie
romantique_»; e se prendendo occasione dal _Carmagnola_ del Manzoni,
di quel Manzoni a cui non aveva altra volta risparmiata la lode, fece
fronte alla nuova scuola in modo non meno risoluto che disdegnoso.
Ma un dubbio nasce in chi legge le opere ed esamina la vita di
questo singolare poeta e singolarissimo uomo. Fu proprio il Foscolo
così interamente e sostanzialmente classico quale ce lo vengono
predicando? Non ebbe lacune il suo classicismo, non ebbe inquinamenti?
E per ispiegarci meglio: se alcuno venisse a dirci che per entro al
classicismo del Foscolo serpeggia più di una vena di romanticismo,
direbb'egli cosa da doverglisi rinfacciare come un'eresia? Non credo.
E primamente, per parlare in generale, nessun classicista mai fu
tutto classico, perchè non è possibile ad un uomo moderno farsi greco,
latino, pagano, checchè la credula e sciocca albagia si possa andar
persuadendo in proposito. I classicisti non furono classici che per
approssimazione e in variabile misura, secondo che riuscirono, più
o meno, a conformare al modo antico il modo loro di pensare e di
sentire, e la loro arte all'arte antica. Nè vi fu classicista mai per
quanto classico, che non desse luogo dentro di sè a molte, benchè non
confessate, o non sapute, modalità mentali del suo tempo, tutt'altro
che classiche. Poi, quanto al Foscolo in particolare, mi sembra si
possa dire che l'indole sua e la vita gli dovevan permettere anche
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 02
  • Parts
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 01
    Total number of words is 4500
    Total number of unique words is 1542
    40.3 of words are in the 2000 most common words
    53.7 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 02
    Total number of words is 4508
    Total number of unique words is 1630
    36.0 of words are in the 2000 most common words
    49.8 of words are in the 5000 most common words
    57.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 03
    Total number of words is 4646
    Total number of unique words is 1666
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 04
    Total number of words is 4530
    Total number of unique words is 1743
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    49.5 of words are in the 5000 most common words
    56.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 05
    Total number of words is 4651
    Total number of unique words is 1684
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 06
    Total number of words is 4532
    Total number of unique words is 1795
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    52.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 07
    Total number of words is 4544
    Total number of unique words is 1689
    35.4 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 08
    Total number of words is 4634
    Total number of unique words is 1666
    36.6 of words are in the 2000 most common words
    53.6 of words are in the 5000 most common words
    60.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 09
    Total number of words is 4703
    Total number of unique words is 1592
    36.4 of words are in the 2000 most common words
    51.6 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 10
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1736
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    47.8 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 11
    Total number of words is 4497
    Total number of unique words is 1607
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    57.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 12
    Total number of words is 4503
    Total number of unique words is 1694
    36.4 of words are in the 2000 most common words
    50.7 of words are in the 5000 most common words
    58.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 13
    Total number of words is 4447
    Total number of unique words is 1715
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    48.8 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 14
    Total number of words is 4519
    Total number of unique words is 1851
    30.6 of words are in the 2000 most common words
    44.5 of words are in the 5000 most common words
    52.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 15
    Total number of words is 4363
    Total number of unique words is 1737
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    54.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 16
    Total number of words is 4556
    Total number of unique words is 1828
    32.5 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    55.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 17
    Total number of words is 4406
    Total number of unique words is 1694
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 18
    Total number of words is 4450
    Total number of unique words is 1687
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    55.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 19
    Total number of words is 4465
    Total number of unique words is 1625
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    51.2 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 20
    Total number of words is 4544
    Total number of unique words is 1753
    32.4 of words are in the 2000 most common words
    46.2 of words are in the 5000 most common words
    53.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 21
    Total number of words is 4519
    Total number of unique words is 1709
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 22
    Total number of words is 4555
    Total number of unique words is 1631
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 23
    Total number of words is 4562
    Total number of unique words is 1747
    31.6 of words are in the 2000 most common words
    44.3 of words are in the 5000 most common words
    51.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 24
    Total number of words is 4517
    Total number of unique words is 1838
    31.2 of words are in the 2000 most common words
    43.9 of words are in the 5000 most common words
    50.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 25
    Total number of words is 4582
    Total number of unique words is 1611
    33.6 of words are in the 2000 most common words
    48.5 of words are in the 5000 most common words
    55.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 26
    Total number of words is 4532
    Total number of unique words is 1508
    33.7 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 27
    Total number of words is 4049
    Total number of unique words is 1617
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    49.4 of words are in the 5000 most common words
    55.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 28
    Total number of words is 4180
    Total number of unique words is 1764
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    50.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 29
    Total number of words is 3939
    Total number of unique words is 1701
    28.3 of words are in the 2000 most common words
    38.8 of words are in the 5000 most common words
    44.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 30
    Total number of words is 3933
    Total number of unique words is 1565
    32.8 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    51.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Foscolo, Manzoni, Leopardi: saggi - 31
    Total number of words is 36
    Total number of unique words is 36
    52.7 of words are in the 2000 most common words
    74.7 of words are in the 5000 most common words
    74.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.