Marocco - 21

Total number of words is 3884
Total number of unique words is 1577
37.7 of words are in the 2000 most common words
52.3 of words are in the 5000 most common words
60.2 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
imprestiti rovinosi coi negozianti europei, ammontato debiti su debiti,
fatto ira di Dio in casa sua e fuori, era stato arrestato e condotto a
Fez per ordine del Sultano, il quale credendolo possessore di tesori
nascosti, aveva fatto spianare la sua casa, frugare fra i ruderi,
scavare fra le fondamenta, e bandito dalla provincia, sotto pena di
morte, tutta la sua famiglia, per timore che, conoscendo il
nascondiglio, non s'impadronisse dei denari. Ma non essendosi trovato,
forse perchè non c'era, il tesoro che si cercava, e persistendo il
Sultano a credere che ci fosse, e che il prigioniero non lo volesse
rivelare, questo non aveva più rivisto la luce del sole ed era forse
condannato a morire in prigione. E il caso di Sid-Bomedi non è raro fra
i governatori del Marocco, i quali, chi più chi meno, arricchendosi a
spese del loro popolo, forniscono sempre al Governo che vuole
impadronirsi dei loro averi, il vantaggio di poterlo fare sotto colore
di punire un colpevole. Il Governatore o il Pascià a cui il Sultano ha
posto gli occhi addosso, è chiamato, in forma amichevole, a Fez o a
Marocco, oppure arrestato improvvisamente, di notte, da un drappello di
soldati imperiali che lo conducono a marcie forzate alla capitale,
legato supino sulla groppa d'una mula, colla testa spenzoloni e il viso
rivolto al sole. Appena giunto, vien caricato di catene e gettato in una
segreta. Se rivela dove ha nascosto il tesoro, è rimandato con tutti gli
onori alla sua provincia, dove in poco tempo, facendo peggio di prima,
può rifarsi di quello che gli è stato carpito. Se non rivela, è lasciato
marcire nel suo sepolcro, e bastonato a sangue una volta al giorno,
finchè, ridotto agli estremi, si decide a parlare per non morire fra le
catene. Se non rivela che in parte, è bastonato ugualmente, fin che
abbia fatto la rivelazione completa. Qualche governatore più accorto,
subodorando per tempo la catastrofe, la scongiura, recandosi in persona
alla Corte con una lunga carovana di cammelli e di mule cariche di doni
preziosi; ma per far questi doni, dovendo spendere gran parte delle
proprie ricchezze, ne segue che la sua salvezza non riesce meno funesta
alla provincia governata da lui, di quello che riuscirebbe il suo
ritorno dalla prigionia, quando fosse stato spogliato a forza dei suoi
tesori. Qualcuno, anche, muore in carcere o sotto il bastone, ma non
rivela, per lasciare il tesoro alla famiglia; che sa dov'è e lo scoverà
a tempo opportuno; ed altri muoiono perchè non hanno nulla da rivelare.
Ma son rari, perchè è uso comune nel Marocco di nascondere le ricchezze,
e si sa che i mori sono meravigliosi maestri in quest'arte. Si parla di
tesori murati sotto la soglia della porta di casa, nei pilastri dei
cortili, negli scalini, nelle finestre; di case demolite dalle
fondamenta, pietra per pietra, senza che vi si trovasse un tesoro che
pure c'era; di schiavi uccisi e sepolti segretamente, dopo aver aiutato
il padrone a nascondere; e il volgo mescola a queste verità dolorose ed
orribili, le sue amene leggende di spiriti e di prodigi.
§ § § § §
Il Governatore el-Abbassi ci accompagnò, verso sera, fino
all'accampamento, ch'era a due ore di cammino dalla sua casa, in un
prato pieno di fiori e di tartarughe, tra il fiume Dà, che si divide là
presso in un gran numero di canali, e una bella collina coronata d'una
tomba di santo dalla cupola verde. A un tiro di fucile dalle nostre
tende v'era un gran duar circondato d'aloé e di fichi d'India. Al nostro
passaggio, tutti gli abitanti saltaron fuori. Allora vedemmo quanto il
governatore el-Abbassi era amato dal suo popolo. Vecchi cadenti, frotte
di bimbi, uomini maturi, giovanetti, tutti correvano da lui a farsi
mettere la mano sul capo, e se ne tornavano contenti, voltandosi
indietro a guardarlo con un'espressione d'affetto e di gratitudine. La
presenza però dell'amato Governatore non bastò a salvar noi dai soliti
sguardi biechi e dai soliti improperi. Le donne, mezzo nascoste dietro
alle siepi, spingevano con una mano uno dei loro figliuoletti a farsi
benedire dal Governatore, coll'altra mano un altro figliuolo a dirci
ch'eravamo dei cani. Vedemmo dei bimbi alti due palmi, tutti nudi, che
appena si reggevano in piedi, venir verso di noi barcolloni, e
mostrandoci il pugno grosso come una noce, gridare:--Maledetto il padre
tuo!--E siccome avevano paura ad avanzarsi soli, si radunavano in sette
o otto, e così stretti in un gruppo, che si sarebbe potuto portar tutto
ritto sopra un vassoio, s'avanzavano con aria minacciosa fino a dieci
passi dalle nostre mule a balbettare la loro insolenzina. Quanto ci
divertimmo! Un gruppo, fra gli altri, s'avanzò contro il Biseo per
augurargli che fosse arrostito non so quale suo parente. Il Biseo alzò
la matita: i due primi, dando indietro atterriti, urtarono gli altri; e
mezzo l'esercito andò in terra a gambe levate. Persino il Governatore
diede in uno scoppio di risa.


ARZILLA

Dopo lo spettacolo delle grandi città decadute, di un popolo moribondo e
d'un paese bello ma triste; dopo tanto sonno tanta vecchiezza e tante
rovine, ecco il lavoro eterno e la gioventù immortale; ecco l'aria che
ravviva il sangue, la bellezza che rallegra il cuore, l'immensità in cui
s'espande l'anima! Ecco l'Oceano! Con che fremito di piacere lo
salutammo! L'apparizione inaspettata d'un amico o d'un fratello, non ci
sarebbe riuscita più cara della vista di quella lontana curva luminosa
che recideva netto dinanzi a noi, come una immensa falce, l'islamismo,
la schiavitù, la barbarie, e pareva che portasse più diritto e più
libero il nostro pensiero all'Italia.--_Bahr-el-Kibir!_--(Il gran mare)
esclamarono alcuni soldati. Altri dissero:--_Bahr-ed-Dholma!_--(Il mare
delle tenebre). Tutti, involontariamente, affrettarono il passo; le
conversazioni, che cominciavano a languire, si rianimarono; i servi
intonarono i canti sacri; l'intera carovana, in pochi minuti, prese
un'aria d'allegrezza e di festa.
§ § § § §
La sera del 19 Giugno ci accampammo a tre ore da Laracce, e la mattina
seguente entrammo in città, ricevuti alle porte dal figlio del
Governatore, da venti soldati senza fucili e senza calzoni schierati
lungo la strada, da un centinaio di ragazzi cenciosi, e da una banda
composta d'un tamburino e d'un trombettiere, che vennero poco dopo a
chiedere la mancia con uno straziante concerto nel cortile dell'agente
consolare d'Italia.
§ § § § §
Su quella costa sparsa di città morte,--come Salè, Azamor, Safi,
Santa-Cruz,--Laracce conserva ancora un po' di vita commerciale che le
basta per essere considerata uno dei principali porti del Marocco.
Fondata da una tribù berbera nel secolo XV, fortificata sulla fine dello
stesso secolo da Mulei-ben-Nassar, abbandonata alla Spagna nel 1610,
ripresa da Mulei Ismael nel 1689, ancora fiorente sul principio di
questo secolo, popolata ora da quattromila circa tra mori ed ebrei,
sorge sopra la china d'un colle a sinistra della foce del Kus, il Lixus
degli antichi, il quale le forma un porto ampio e sicuro, chiuso però da
un banco di sabbia, che impedisce l'entrata ai grandi bastimenti. Nel
porto marciscono le carcasse di due piccole cannoniere, ultimo miserando
avanzo della flotta che altre volte portò gli eserciti conquistatori in
Ispagna e sgomentò il commercio europeo. Sulla riva destra del fiume,
rimane qualche rovina di Lixus, città romana. Dietro la collina si
stende un ampio bosco d'alberi giganteschi. La città non ha dentro altro
di notevole che una piazza di mercato circondata da piccoli portici
sorretti da colonnine di pietra; ma vista dal porto, tutta bianca sul
verde cupo della collina, stretta in una cerchia di alte mura merlate
d'un fosco color calcare, riflessa dalle acque azzurre del fiume, sotto
quel cielo limpido, presenta un aspetto grazioso, e malgrado la vivezza
dei colori, quasi malinconico, come se facesse pietà il veder quella
gentile città così sola e silenziosa su quella costa barbaresca, dinanzi
a quel porto deserto, in faccia a quel mare immenso.
§ § § § §
L'accampamento fu posto la sera sulla riva destra del Kus e levato per
tempo la mattina seguente. Si doveva andare ad Arzilla, distante
quattr'ore da Laracce. Il convoglio dei bagagli partì la mattina;
l'Ambasciata verso sera. Io, per veder la carovana sotto un nuovo
aspetto, partii col convoglio dei bagagli.
E me ne trovai contento, perchè fu un tragitto pieno d'avventure.
Le mule cariche, accompagnate dai mulattieri e dai servi, andavano a
gruppi, a gran distanza gli uni dagli altri. Partii solo e camminai per
quasi un'ora sulle colline dove non vidi che una mula, condotta da un
servo arabo, la quale portava due bisaccie di paglia, di cui una
conteneva la testa e l'altra i piedi d'un palafreniere dell'Ambasciatore
preso da una fortissima febbre, che gemeva da far pietà ai sassi. Il
poveretto stava così coricato a traverso la mula, colla testa
spenzoloni, col corpo inarcato, col sole negli occhi, e in quella
maniera era venuto da Karia-el-Abbassi e doveva andare a Tangeri! E in
quella maniera sono trasportati nel Marocco tutti i malati che non han
denaro da noleggiare una lettiga e due mule, e fortunati coloro che
possono almeno ficcar la testa in una bisaccia!
Dalle colline discesi sulla riva del mare.
Qui raggiunsi il cuoco, il Ranni e Luigi il calafato, che s'unirono a me
e non mi lasciarono più fino ad Arzilla.
Per un'ora trottammo sulla sabbia, deviando di tratto in tratto dal
cammino diritto, per scansare la marea.
In quel tempo il cuoco, che per la prima volta in tutto il viaggio
poteva parlarmi liberamente, m'aprì il suo cuore.
Pover'uomo! Tutte le avventure del viaggio, tutte le grandi cose vedute,
non lo avevano liberato da un pensiero doloroso che gli toglieva la pace
fin dalla prima settimana del suo soggiorno in Tangeri. E questo dolore
era una gelatina mal riuscita, fatta da lui un giorno che aveva pranzato
in casa il Ministro di Francia; gelatina che aveva dato il primo crollo
alla sua riputazione nel concetto dell'Ambasciatore, e che pure era
riuscita male non per colpa sua, ma perchè il Marsala era cattivo. Fez,
la corte, Mechinez, il Sebù, l'Oceano, egli li aveva visti, egli vedeva
tutto a traverso quel disco di brodo condensato. O piuttosto non aveva
visto e non vedeva niente perchè il suo corpo era bensì nel Marocco, ma
l'anima viveva in piazza Castello. Gli domandai le sue impressioni di
viaggio: erano poca cosa. Egli non sapeva _capire chi potesse essere
quella bestia che aveva stampato quel paese_. Mi raccontò delle sue
fatiche, delle sue liti cogli sguatteri arabi, delle difficoltà di far
da mangiare in mezzo ai _deserti_, del suo desiderio immenso di riveder
Torino; ma ricadeva poi sempre su quella desolante gelatina del Ministro
di Francia.--Io non so far cucina? Mi faccia il piacere, vada Lei,
quando sia a Torino,--mi diceva toccandomi il braccio per distrarmi
dalla contemplazione dell'Oceano;--vada a domandarlo al conte tale, alla
contessa tale, ecc., che ho serviti per anni ed anni! Vada dal generale
Ricotti, ministro della guerra, che son cinque anni che è ministro e fa
tutto quello che vuole, vada da lui a domandargli se so far la gelatina!
Ma vada, mi dia questa soddisfazione, ci passi un momento quando saremo
ritornati al paese!--E insistette tanto che per poter contemplare in
pace l'Oceano, dovetti promettergli che ci sarei passato.
Intanto raggiungevamo di cento in cento passi due o tre mule cariche,
soldati a cavallo, servi a piedi; piccoli frammenti della carovana che
si stendeva per più d'un ora di cammino. Fra i soldati ve n'erano alcuni
di Laracce, stracciati, con un fazzoletto annodato intorno al capo e un
fucile rugginoso fra le mani; e fra i servi, dei ragazzi di dodici o
quindici anni, non mai visti prima d'allora, i quali erano scappati, mi
fu detto, da Mechinez e da Karia-el-Abbassi, e s'erano aggregati alla
carovana, senz'altro addosso che una camicia, per andare a Tangeri, la
città civile, a cercar fortuna, campando intanto delle limosine dei
soldati. In alcuni di questi gruppi c'era uno che raccontava una storia;
altri cantavano; tutti parevano allegri.
A metà strada ci fermammo all'ombra d'uno scoglio per far colezione.
Qui vidi una scena che mi rivelò l'indole di quella gente meglio d'un
volume di considerazioni psicologiche.
Vicino a noi c'era un soldato seduto sulla sabbia, più in là un altro,
più lontano un servo, e a una cinquantina di passi da questo, sulla
china d'un piccolo colle, un altro servo, seduto vicino a una sorgente,
con una brocca fra le ginocchia. Desiderando di bere, gridai al primo
soldato:--_Elma!_ (acqua)--e gli accennai la sorgente. Il soldato
rispose di sì con un gesto cortese e ordinò imperiosamente all'altro
soldato d'andare a prendere dell'acqua. Costui accennò che avrebbe
obbedito subito, e con un accento minaccioso rimproverò il servo che era
là presso, di non essere ancora corso a fare il suo dovere. Il servo
rimproverato balzò in piedi e facendo due o tre passi impetuosi verso
l'altro servo seduto accanto alla sorgente, gli gridò che facesse
presto. Costui, vedendo che io non gli badavo, non si mosse. Passarono
cinque minuti, l'acqua non venne. Mi rivolsi daccapo al primo soldato e
seguì la stessa scena di prima. Infine, se volli aver l'acqua, dovetti,
spolmonandomi, dar l'ordine direttamente al servo della brocca il quale,
dopo qualche momento di riflessione, si decise ad attingerla e me la
portò a passo di tartaruga.
Ci rimettemmo in cammino. Tirava un ventolino fresco e una nuvola
nascondeva il sole, era una passeggiata deliziosa; ma continuando a
crescere la marea, e restringendosi man mano quel po' di strada sabbiosa
su cui camminavamo ad uno ad uno, ci trovammo ben presto imprigionati
fra il mare e le colline rocciose che pendevano quasi a picco sul nostro
capo, e costretti a camminare fra gli scogli, contro cui si venivano a
frangere le onde. Parecchie volte, la mula arrestandosi spaventata, mi
trovai circondato dall'acqua, ravvolto in un nuvolo di spruzzi,
assordato, acciecato, e mi girò il capo, e intravvidi l'intestazione
degli articoletti necrologici che avrebbero scritto i miei amici. Ma la
nostra ora, come diceva il cuoco, non era ancora sonata; e dopo un
miglio di cammino, arrivammo a una collina accessibile, sulla quale ci
arrampicammo in fretta e in furia, volgendoci indietro _a rimirar lo
passo_.
Veniva con noi, a cavallo, un vecchio soldato di Laracce, un po' tocco
nel cervello, che rideva continuamente; ma che, grazie al cielo,
conosceva la strada. Costui ci fece girare intorno alla collina e ci
menò a traverso una macchia fittissima di quercie nane, di cisti, di
betulle, di sugheri, di ginestri, d'arbusti d'ogni sorta, per mille
avvolgimenti di sentieri scoscesi, fra i macigni, fra le spine, nel
fango, nell'acqua, al buio, in recessi dove pareva che non fosse mai
penetrata una creatura umana, e sempre ridendo, ci ricondusse, dopo un
lungo e lentissimo giro, scorticati e stracciati, sulla riva del mare,
dove rimaneva ancora un po' di spazio libero dalle acque.
Qui la carovana non essendo ancora arrivata, la spiaggia era deserta, e
camminammo per un pezzo non vedendo altro che cielo e mare, e il piede
delle colline ripidissime che, formando tanti piccoli seni successivi,
ci nascondevano l'orizzonte dinanzi e alle spalle. Camminavamo in
silenzio, l'un dietro l'altro, sopra la sabbia intatta e morbida come un
tappeto, tutti colla testa, io credo, mille miglia lontana dal Marocco,
quando improvvisamente saltò fuori di dietro a uno scoglio uno spettro,
un vecchio orribile, mezzo nudo, con una gran corona di fiori gialli
intorno alla fronte,--un Santo--; il quale prese a inveire contro di noi
urlando come un pazzo furioso e facendo con tutt'e due le mani l'atto di
graffiarci il viso e di strapparci la barba. Ci fermammo a contemplarlo.
Diventò più feroce. Il Ranni, senza tanti complimenti, s'avanzò per
applicargli una bastonata. Io lo trattenni e gettai al santo una moneta.
Questo briccone tacque immediatamente, raccolse la moneta, la guardò di
sopra e di sotto, se la mise in seno, e poi ricominciò ad urlare peggio
di prima.--Ah! questa volta,--disse il Ranni;--una legnata ci sta!--E
alzò il bastone. Ma il soldato, fattosi serio ad un tratto, lo trattenne
e dicendo al Santo qualche parola a bassa voce con un accento di
profondo rispetto, lo indusse a tacere. L'orribile vecchio ci slanciò
un'ultima occhiata fulminea e si rinascose in mezzo agli scogli, dove ci
fu detto che vive, nutrendosi d'erbe, da più di due anni, coll'unico
scopo di maledire i bastimenti dei Nazareni che passano all'orizzonte.
Di là risalimmo sui monti e camminammo lungo tempo per sentieri
serpeggianti fra i lentischi, le ginestre e le roccie. In alcuni punti
il sentiero correndo sull'orlo del monte tagliato a picco, vedevamo
sotto, a una grande profondità, il mare che flagellava gli scogli, e un
lunghissimo tratto di spiaggia, in cui si stendeva a perdita d'occhi la
carovana, e l'immenso orizzonte dell'Oceano azzurro picchiettato di
macchiettine bianche da qualche lontano bastimento a vela. I monti per
cui ci avanzavamo formavano colle loro cime schiacciate un vasto piano
ondulato, tutto coperto d'alti arbusti, dove non si vedeva alcuna
traccia di coltivazione, nè una cuba, nè una capanna, nè una creatura
umana, e non si sentiva altro rumore che il mormorio fioco del
mare.--Che paese!--esclamava il cuoco girando lo sguardo inquieto su
quella solitudine;--purchè non si faccia qualche cattivo incontro.--E mi
domandò più volte se non c'era pericolo d'incontrare dei leoni. Salendo
e scendendo, perdendoci di vista e ritrovandoci più volte in mezzo agli
arbusti, camminavamo da quasi due ore per quei monti deserti, e
cominciavamo a temere d'aver sbagliata la strada, quando dalla sommità
d'un'altura vedemmo a un tratto le torri d'Arzilla e tutta la costa fino
alla montagna del capo Spartel, che disegnava nettamente il suo contorno
azzurro nella chiarezza limpidissima del cielo.
Fu un vivo piacere per tutta la mia piccola carovana; ma di breve
durata.
Scendendo verso il mare scoprimmo lontano fra gli alberi un gruppo di
cavalli e d'uomini accovacciati, i quali, appena ci videro, si rizzarono
in piedi, saltarono in sella e si diressero verso di noi, distendendosi
sopra una sola linea in forma di mezzaluna, come se volessero impedirci
di fuggire per una scorciatoia verso la città.
--Ci siamo,--pensai;--questa volta non c'è scampo; è una banda.
E feci cenno agli altri di fermarsi.
--_Ca manda avanti 'l moro!_ gridò il cuoco.
Il soldato moro accorse.
--Giù una trombonata!--gli gridò il cuoco fremente.
--Un momento;--io dissi;--prima d'ammazzar loro, vediamo se vogliono
veramente ammazzar noi.
Li guardai attentamente; s'avanzavano di trotto; eran dieci, parte
vestiti di color oscuro, parte di bianco; mi parve che nessuno avesse il
fucile; il capo era un vecchio colla barba bianca; mi rassicurai.
--Formiamo il quadrato!--gridò il cuoco.
--Non c'è bisogno--risposi. Il vecchio della barba bianca s'era scoperto
il capo e si dirigeva verso di me colla berretta in mano.
Era un Israelita.
A dieci passi, si fermò col suo seguito, ch'era composto di altri
quattro Israeliti e di cinque servi arabi, e fece cenno di volermi
parlare.
--_Hable Usted_, risposi.
--Sono il tale dei tali,--disse in spagnuolo, con una voce dolce
inchinandosi in atteggiamento di profondo rispetto;--agente consolare
d'Italia e di tutti gli altri stati d'Europa nella città d'Arzilla. Ho
l'onore di essere al cospetto di sua eccellenza l'Ambasciatore d'Italia,
reduce da Fez, partito questa mattina da Laracce e diretto a Tangeri?
Caddi dalle nuvole.
Poi presi un atteggiamento grave e girai un lento sguardo sul mio
corteo, che sfolgorava di maestà e di gioia.
Dopo aver così assaporato per un minuto secondo gli onori del
ricevimento ufficiale, disingannai, sospirando, il vecchio israelita, e
dissi chi ero.
Ne parve un po' spiacente, ma non cangiò modo per questo. Mi offerse la
sua casa per riposarmi, e io non accettando, volle ad ogni costo
accompagnarmi nel luogo destinato all'accampamento.
Ci dirigemmo dunque tutti insieme, girando intorno alla città, verso la
riva del mare. Ah! se m'avessero visto, in quel breve tragitto, l'Ussi e
il Biseo! Quanto dovevo esser pittoresco io, rappresentante d'Italia in
groppa a una mula, con una ciarpa bianca attorcigliata intorno al capo,
seguito dal mio stato maggiore composto d'un cuoco in maniche di
camicia, di due marinai armati di bastone e d'un moro stracciato! O arte
italiana, quanto hai perduto!
§ § § § §
Arzilla, Zilia dei Cartaginesi, _Julia Traducta_ dei Romani, passata
dalle mani di questi in potere dei Goti, saccheggiata dagl'Inglesi verso
la metà del decimo secolo, rimasta per trent'anni un mucchio di sassi,
poi rifabbricata da Abd-er-Rhaman ben Alì califfo di Cordova, posseduta
dai Portoghesi e ripresa dai Marocchini, non è più che una cittaduzza di
poco più di mille abitanti tra mori ed ebrei; circondata, dalla parte di
terra e dalla parte di mare, da alte mura merlate, che cadono in rovina;
bianca e quieta come un chiostro, e improntata, come tutte le altre
piccole città maomettane, di quella ridente malinconia, che fa pensare
al sorriso d'un moribondo, il quale goda di sentirsi mancare la vita.
§ § § § §
La sera, sul tramonto, arrivò l'Ambasciatore, che venne all'accampamento
attraversando la città; e ho ancor vivo dinanzi agli occhi lo spettacolo
di quella bella cavalcata piena di colori e di vita, che uscendo da una
gran porta merlata, s'avanzava in un pittoresco disordine, lungo la riva
dell'Oceano, gettando sulla sabbia rosata dal crepuscolo, le sue
lunghissime ombre nere; e risento la tristezza che provai in quel
momento dicendo tra me:--Peccato! Peccato che questo bel quadro si debba
dissolvere, questo bel quadro che contiene tant'Affrica e tanta Italia,
tanti lieti pronostici e tante care memorie!--E là infatti si può dire
che terminasse il nostro viaggio, poichè la mattina seguente ci
accampavamo a Ain-Dalia, e due giorni dopo rientravamo in Tangeri, dove
la carovana si scioglieva in quella medesima piazzetta del piccolo
mercato, da cui due mesi prima era partita.
§ § § § §
Il comandante, il capitano, i pittori ed io partimmo insieme per
Gibilterra. L'Ambasciatore, il viceconsole, tutta la gente della
legazione ci accompagnò fin sulla riva del mare. Gli addii furono molto
affettuosi. Tutti erano commossi, anche il buon generale Hamed ben
Kasen, il quale stringendo la mia mano contro il suo largo torace, mi
disse tre volte l'unica parola europea che sapesse:--_A Dios!_--con una
voce che veniva dal cuore. Appena mettemmo il piede sul bastimento, oh!
quanto ci parve lontana e di spazio e di tempo tutta quella
fantasmagoria di pascià, di neri, di tende, di moschee, di torri
merlate! Non era soltanto un paese, era un mondo che in quel momento
spariva ai nostri occhi, e un mondo che eravamo quasi certi di non
rivedere mai più. Un po' d'Affrica, però, ci accompagnò fino a bordo, e
furono i due Selam, Alì, Hamed, Abed-er-Rhaman, Civo, i servi del Morteo
ed altri bravi giovanotti, a cui la superstizione mussulmanna non aveva
impedito di voler bene ai Nazareni e di servirli con devozione. E
anch'essi si accommiatarono da noi con vivaci dimostrazioni d'affetto e
di rammarico, e Civo più degli altri, che facendo sventolare per
l'ultima volta ai miei occhi il suo camicione bianco, mi s'attaccò al
collo come un amico d'infanzia, e mi stampò due baci in un orecchio. E
quando il piroscafo partì, ci salutarono ancora, tutti ritti in una
barca, sventolando i loro fez rossi, e gridando fin che li potemmo
sentire:--Allà sia sulla vostra strada! Tornate al Marocco! Addio ai
Nazareni! Addio agli Italiani! Addio! Addio!
FINE.
You have read 1 text from Italian literature.
  • Parts
  • Marocco - 01
    Total number of words is 4452
    Total number of unique words is 1839
    33.2 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 02
    Total number of words is 4471
    Total number of unique words is 1879
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    55.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 03
    Total number of words is 4587
    Total number of unique words is 1810
    33.3 of words are in the 2000 most common words
    47.6 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 04
    Total number of words is 4474
    Total number of unique words is 1853
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    49.7 of words are in the 5000 most common words
    57.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 05
    Total number of words is 4316
    Total number of unique words is 1711
    33.8 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 06
    Total number of words is 4461
    Total number of unique words is 1744
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 07
    Total number of words is 4355
    Total number of unique words is 1834
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    48.3 of words are in the 5000 most common words
    55.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 08
    Total number of words is 4364
    Total number of unique words is 1807
    32.5 of words are in the 2000 most common words
    47.7 of words are in the 5000 most common words
    55.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 09
    Total number of words is 4469
    Total number of unique words is 1809
    32.0 of words are in the 2000 most common words
    47.5 of words are in the 5000 most common words
    53.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 10
    Total number of words is 4581
    Total number of unique words is 1822
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    50.5 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 11
    Total number of words is 4489
    Total number of unique words is 1824
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    47.0 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 12
    Total number of words is 4496
    Total number of unique words is 1772
    31.6 of words are in the 2000 most common words
    46.8 of words are in the 5000 most common words
    54.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 13
    Total number of words is 4460
    Total number of unique words is 1795
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    49.8 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 14
    Total number of words is 4446
    Total number of unique words is 1773
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 15
    Total number of words is 4463
    Total number of unique words is 1854
    34.0 of words are in the 2000 most common words
    49.1 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 16
    Total number of words is 4494
    Total number of unique words is 1872
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    59.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 17
    Total number of words is 4449
    Total number of unique words is 1884
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 18
    Total number of words is 4565
    Total number of unique words is 1814
    36.0 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 19
    Total number of words is 4492
    Total number of unique words is 1820
    35.0 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 20
    Total number of words is 4452
    Total number of unique words is 1777
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    56.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Marocco - 21
    Total number of words is 3884
    Total number of unique words is 1577
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    60.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.