Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 2 - 17

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la più bella luna del mondo: e l'ombra della chiesa e del campanile si
disegnava bruna e distinta[172] sul piano verde e liscio del sagrato.
Per quell'ombra veniva tranquillamente, con un gran mazzo di chiavi
pendente alla mano, il sagrista, il quale, dopo suonata l'avemaria, era
rimasto a governare non so che arredi dell'altare. A quel gridìo levò
egli la testa.
--Lorenzo[173]! gridò don Abbondio: accorrete: gente in casa: aiuto!
aiuto!
Lorenzo, quantunque sbigottito, non perdette la testa; trovò in su
l'istante ch'egli poteva dar più aiuto che non gliene fosse domandato,
senza cacciarsi egli nel tafferuglio, quale ch'e' fosse. Corse
indietro alla porta della chiesa; tolse nel mazzo la grossissima
chiave, entrò, andò difilato al campanile, prese la corda della campana
maggiore e suonò a martello[174].


X.
LE CORREZIONI ALL'«ADDIO AI MONTI».

_A_) PRIMA STESURA.

I viaggiatori silenziosi, volgendosi addietro, guardavano [_il paese_]
le montagne e il paese, che la luna illuminava. Si distinguevano i
villaggi, i campanili, le capanne: il castelletto di Don Rodrigo colla
vecchia sua torre [_sovrastava fra le capanne e le signoreggiava_]
alto sulle capanne pareva un [_superbo_] feroce ritto nelle tenebre
che [_medita il delitto_] in mezzo ad una folla di coricati nel
sonno [_stesse_] vegliasse meditando un delitto. Lucia [_scorreva
coll'occhi_] lo vide, e rabbrividì; scerse coll'occhio verso il sito
della sua umile casa, vide un pezzo di muro bianco che usciva da una
macchia verde scura, riconobbe la [_ca_] sua casetta, e il fico che
ombreggiava la stessa: e seduta com'era sul fondo della barca, poggiò
il gomito sulla sponda, chinò su quello la fronte come per dormire; e
pianse segretamente.
Addio, monti [_ritti negli abissi dell'acque_] [_appoggiati negli
abissi delle acque ed elevati verso il cielo;_] posati sugli abissi
dell'acque ed elevati al cielo; cime ineguali, conosciute a colui [_che
vi guardò colle prime sue occhiate_] che fissò sopra di voi i primi
suoi sguardi, e che visse fra voi, come egli distingue all'aspetto
[_gli uomini coi_] l'uno dall'altro i suoi famigliari, [_valli
segrete_] valloni segreti, ville sparse e biancheggianti sul pendìo
come branco disperso di pecore pascenti, addio! Quanto [_spiacevole_]
è [_doloroso il lascia_] tristo il lasciarvi a chi vi conosce
dall'infanzia! quanto è nojoso l'aspetto della pianura [_che fastidisce
l'occhio e lo conduce per lontani spazj dov'egli non trova che_] dove
[_quello_] [_lo spazio che si percorre somiglia a q_] il sito a cui si
aggiunse è simile a quello che si è lasciato addietro, dove l'occhio
[_fastidito_] cerca invano [_negli_] nel lungo spazio, dove riposarsi
e [_guardare_] contemplare, e si [_abbassa_] ritira fastidito come dal
fondo d'un quadro su cui l'artefice non abbia ancor figurata alcuna
immagine della creazione. Che importa che nei [_deserti_] piani deserti
surgano città superbe ed affollate? il montanaro che le passeggia [_non
può stupirsi degli edificj_] avvezzo alle alture di Dio, non sente il
diletto della maraviglia nel mirare edificj che il cittadino chiama
[_alti_] elevati perchè gli ha fatti egli ponendo a fatica pietra
sopra pietra. Le vie che [_si lodano_] hanno vanto di ampiezza, gli
sembrano valli [_anguste_] troppo anguste; [_ed_ [_egli_] _egli sa_]
l'afa immobile lo opprime, ed egli che nella vita operosa del monte non
[_aveva_] [_pensava alla sanità che allor quando_] aveva forse provato
altro malore che la fatica, divenuto [_sospettoso_] timido e delicato
come il cittadino, [_parla_] si lagna del clima e della temperie, e
dice che morrà se non torna ai suoi monti. Egli che sorto col sole non
riposava che al mezzo giorno, e [_alla sera_] al cessare delle fatiche
diurne, [_ora_] passa le ore intere nell'ozio malinconico ripensando
alle sue montagne.
Ma questi sono piccioli dolori[175]. L'uomo sa tormentar l'uomo
[_nell'animo_] nel cuore; e amareggiargli il pensiero di modo che anche
la memoria dei [_tempi_] momenti [_lieti già pa_] passati lietamente
[_gli porta un rancore_] [_senza_] [_non misto di compiacenza_]
[_invece è tutta dolorosa_. _Addio, casa natale_] affacciandosi
ad esso perde ogni bellezza, e porta un rancore non temperato da
alcuna compiacenza; è tutta dolorosa: reca all'afflitto una certa
maraviglia che abbia potuto altre volte godere, e non desidera più
quelle contentezze delle quali non gli par più capace la sua mente
trasformata[176]. Addio, casa natale, casa dei primi passi, dei primi
giuochi, delle prime speranze; casa [_dalla_] nella quale sedendo
con un pensiero s'imparò a distinguere [_dalle orme degli_] [_fra i
passi degli uomini_] dal romore delle orme comuni il romore d'un'orma
desiderata con un misterioso timore. Addio, addio casa altrui, nella
quale la fantasia [_commossa_, _e_] intenta, e sicura vedeva [_il
soggiorno_] [_si era fabbricato il_] un soggiorno di [_compagna_]
sposa, e di compagna. Addio, Chiesa dove nella prima [_inf_] puerizia
si stette in silenzio e [colla gravità] con adulta gravità, dove si
[_cantò_] cantarono colle compagne le lodi del Signore, dove ognuno
esponeva tacitamente le sue preghiere a Colui che tutte le intende
e le può tutte esaudire; Chiesa, dove era preparato un rito, dove
l'approvazione e la benedizione di Dio doveva aggiungere all'ebbrezza
della gioja il gaudio tranquillo e solenne della santità. Addio! Il
serpente nel suo viaggio [_tortuoso e_] torto e insidioso, si posta
talvolta vicino all'abitazione dell'uomo, e vi pone il suo nido, vi
conduce la sua famiglia, [_e l'uomo che_] riempie il suolo e se ne
impadronisce; [_ne scaccia l'uomo il quale_] perchè l'uomo il quale
ad ogni passo incontra il [_rettile_] velenoso vicino pronto ad
avventarglisi, che è obbligato di guardarsi e di non dar passo senza
sospetto, che trema pei suoi figli [_abbandona la sua abitazione,
maledice il serpente sente_] sente venirsi in odio la sua dimora,
maledice [_il vicino nuovo_] il rettile usurpatore, e parte. E l'uomo
pure caccia talvolta l'uomo [_dalla_] sulla terra come se [_fosse una_]
gli fosse destinato per preda: [_fino a quel giorno in cui_] allora il
debole non può che fuggire dalla faccia del potente oltraggioso: [_fino
a quel giorno in cui_] [_un giorno poi_] ma i passi affannosi del
debole sono contati, e un giorno ne sarà chiesta ragione.
La barca giunta alla riva, urtando sull'arena [_tra_] scosse Lucia, la
quale [_si alzò asciugand_] dopo avere asciugate in segreto le lagrime,
si alzò come dal sonno.

_B_) SECONDA STESURA.
I passeggieri silenziosi, volgendosi addietro, guardavano le montagne e
il paese rischiarato dalla luna, e svariato qua e là di grandi ombre.
Si distinguevano i villaggi, le case, le capanne: il castellotto di don
Rodrigo colla vecchia sua torre, elevato sulle casucce ammucchiate alla
falda del promontorio, pareva un feroce che ritto nelle tenebre sopra
una folla di giacenti addormentati, vegliasse meditando un delitto.
Lucia lo vide, e rabbrividì; discese coll'occhio a traverso la china
fino al suo paesello: [_affisò l'estremità_] guardò fiso all'estremità,
scerse la sua casetta, scerse la chioma folta del fico che usciva
[_dal_] di sopra il muro: e seduta com'era sul fondo della barca,
appoggiò il gomito sulla sponda, chinò su quello la fronte come per
dormire; e pianse segretamente.
Addio, montagne sorgenti dalle acque ed [_elevate a_] erette al cielo;
cime ineguali, conosciute a chi è nato fra voi, e distinte nella sua
mente non meno che lo sieno gli aspetti dei suoi più famigliari;
valloni segreti, ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi
di pecore pascenti, addio! Quanto è tristo il passo dell'indigena che
si allontana da voi! [_Quegli_] A quello stesso che volontariamente
vi volge le spalle, [_che va a procacciarsi fortuna_,] [_sente ad
un tratto_] [_vede nella_] [_vede e corre a_] [_e_] dirizzato a
procacciarsi fortuna, si disabbelliscono in quel momento i sogni
della ricchezza, e nulla gli sembra [_più_] desiderabile se non il
soggiornare tra voi. Il suo occhio si ritrae fastidito [_dal vuoto
uniforme aspetto della pianura_ [_dalla u_...] _e affaticato_] e
stanco dalla uniforme ampiezza della pianura; [_dinanzi agli edificii
delle città affollate_ [_egli pensa_] _egli entra_] l'aere gli simiglia
gravoso e senza vita: egli entra mesto e disattento nelle città
tumultuose; e dinanzi agli edificii ammirati dallo straniero, egli
pensa [_con diletto affannoso_] con amore affannoso [_ai suoi monti_]
al camperello [_che egli s_... _del vicino su cui egli ha posti gli
occhi prima di partire_] a cui egli ha posto [_add_] gli occhi addosso
da gran tempo, ch'egli si compererà tornando a casa dovizioso, e [_pel
quale solo si_] per amore [_del quale_] di cui egli si affatica ad
acquistare, e sopporta il tedio di viver lontano da' suoi monti.
Ma chi [_mai_] non aveva mai spinto al di là di quelli pure un
desiderio, nè una vaghezza aerea, chi aveva composti e intrecciati
con l'immagine di quelli tutti i disegni dell'avvenire, d'un avvenire
sospirato segretamente, e che [_pareva_] si credeva certo e imminente,
e ne è sbalzato [_lungi_] da una forza perversa! [_lungi_] e strappato
in una volta [_dalle_] alle costumanze più care [_e alle più care
speranze_] e turbato nelle più care speranze! [_e parte senza sapere
fra qua_] s'avvia in cerca di stranieri che non ha mai desiderato
di conoscere, e [_senza_] non può colla immaginazione [_precorrere
al_] trascorrere per uno spazio misurato all'assenza, al momento
stabilito del ritorno! Addio, casa natale, dove sedendo con un pensiero
[_nascosto_] segreto s'imparò a distinguere dal romore delle orme
comuni il romore d'un'orma desiderata con un misterioso timore. Addio,
casa ancora straniera, casa guardata tante volte alla sfuggita passando
e non senza rossore, nella quale la [_fantasia_] mente [_vedeva_] si
compiaceva di figurarsi un tranquillo e perpetuo soggiorno di sposa.
Addio, chiesa, dove [_era_] si cantarono tante volte le lodi del
Signore, dove era promesso [_un_], preparato un rito, dove il sospiro
segreto [_dell'animo_] del cuore doveva essere solennemente benedetto,
e l'amore chiamarsi santo; addio!
Di tal genere, se non tali affatto, erano i pensieri di Lucia, e poco
dissimili i pensieri degli altri due pellegrini, mentre [_il battello_]
la barca gli andava avvicinando alla destra riva dell'Adda[177].

_C_) TERZA STESURA.
L'onda segata dalla barca, riunendosi dietro la poppa, segnava una
striscia [_fuggente che_] increspata, che si andava allontanando
dal lido. I passeggieri silenziosi, [_volgendosi_ [_addietr_...]
_indietro, guardavano le mont_...] [_coi dorsi volti a quello, ma_]
[_coi vol_] _colle facce_ [_piegate_] _converse_ [_rivolte indietro_,]
[_girate indietro_] [_seduti colle spalle converse_] coi dorsi volti
a quello, [_ma coi volti girati_] e la faccia conversa indietro,
guardavano le montagne e il paese rischiarato dalla luna, e svariato
qua e là di grandi ombre. Si discernevano i villaggi, le case, le
capanne: il castellotto di don Rodrigo, colla [_vecchia_] sua torre
piatta, elevato [_sulle_] sopra le casucce ammucchiate alla falda
del promontorio, pareva un feroce, che ritto nelle tenebre sopra una
[_folla_] compagnia di giacenti addormentati, vegliasse, meditando un
delitto. Lucia lo vide, e rabbrividì; discese coll'occhio a traverso
la china, fino al suo paesello; guardò fiso all'estremità, scerse la
sua casetta, scerse la chioma folta del fico che sopravanzava [_le
muraglie_] sulla cinta del cortile; scerse la [_sua_] finestra della
sua stanza: e seduta com'era sul fondo della barca, appoggiò il gomito
sulla sponda, chinò su quello la fronte, come per dormire; e pianse
segretamente.
Addio, montagne sorgenti dalle acque, ed erette al cielo; cime
ineguali, [_conosciute_] note a chi è [nato] cresciuto tra voi, e
[_distinte_] impresse nella sua mente non meno che lo sia l'aspetto dei
suoi più famigliari; torrenti dei quali egli [_riconosce il fragore_]
distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche: ville
sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti;
addio! Quanto è tristo il passo dell'indigena che si allontana da
voi! Alla fantasia di quello stesso che [_volontariamente vi lascia_]
[_si parte da voi in cerca del guadagno_,] [_si di_] se ne parte
volontariamente, a procacciarsi guadagno, si disabbelliscono in quel
momento i sogni della fortuna; egli [_non sa capire come ab_] si
maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro,
se non pensasse che un giorno tornerà dovizioso. [_A misura ch'egli
discende_] Quanto più s'avanza nel piano, il suo occhio si ritrae
fastidito e stanco da quella ampiezza uniforme; l'aere gli simiglia
gravoso e senza vita; egli s'inoltra mesto e disattento nelle città
tumultuose; le case aggiunte a case, le vie che sboccano nelle vie
[_gli tolgono il fiato_] pare che gli tolgano il fiato; e dinanzi agli
edifizii ammirati [_agli_] dallo straniero, egli pensa con desiderio
inquieto [_alla casuccia_] al camperello del suo paese, alla casuccia a
cui egli ha già posti gli occhi addosso da gran tempo, e che compererà,
tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli nè pure un desiderio
sfuggevole, chi aveva [_intrecciati_] composti e intrecciati con essi
tutti i disegni dell'avvenire, d'un avvenire tacitamente bramato,
[_e_] che pareva [_ormai_] certo ormai e imminente, e ne è sbalzato
[_da una forza_] lontano da una forza perversa! Chi strappato ad un
tempo alle più care costumanze, e sturbato nelle più care speranze,
[_s'avvia_] lascia quei monti per avviarsi in traccia di stranieri
che non ha mai desiderato di conoscere; e non può colla immaginazione
trascorrere ad un momento stabilito [_del_] pel ritorno! Addio, casa
natale, dove sedendo con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere
dal romore delle orme comuni il romore d'un'orma aspettata con un
misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata
tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale
la mente si compiaceva di figurarsi un soggiorno tranquillo e perpetuo
di sposa. Addio, chiesa, [_nella quale si cantarono tante volte le lodi
del Signore_] dove la mente si rasserenò tante volte, e tante cure
svanirono, cantando le lodi del Signore; dove era promesso, preparato
un rito, dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente
benedetto, e l'amore chiamarsi santo: addio! Quegli che dava a voi
tanta giocondità è dapertutto; ed Egli non turba mai la gioia dei suoi
figli, se non per prepararne loro una più certa e maggiore.
Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco
dissimili i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli
andava avvicinando alla destra riva dell'Adda[178].
_D_) IL TESTO DELLA PRIMA EDIZIONE, CON LE CORREZIONI DI QUELLA DEL
1840, RIVEDUTA DALL'AUTORE[179].
I passeggieri silenziosi, [_colla faccia rivolta_] con la testa voltata
indietro, guardavano [_le montagne_] i monti, e il paese rischiarato
dalla luna, e [_svariato_] variato qua e là di [_grandi_] grand'ombre.
Si [_discernevano_] distinguevano i villaggi, le case, le capanne: il
palazzotto di don Rodrigo, [_colla_] con la sua torre piatta, elevato
sopra le casucce ammucchiate alla falda del promontorio, pareva un
feroce che, ritto nelle tenebre, [_sopra una_] in mezzo a una compagnia
[_di giacenti_] d'addormentati, vegliasse, meditando un delitto. Lucia
lo vide, e rabbrividì: [_discese coll'occhio a traverso la china_]
scese con l'occhio giù giù per la china, fino al suo paesello, guardò
[_fiso_] fisso [_alla_] all'estremità, [_scerse_] scoprì la sua
casetta, [_scerse_] scoprì la chioma folta del fico che sopravanzava
[_sulla cinta del cortile_] il muro del cortile, [_scerse_] scoprì la
finestra della sua [stanza] camera; e, seduta, com'era, [_sul_] nel
fondo della barca, [_appoggiò il gomito_] posò il braccio sulla sponda,
[_chinò_] posò [_su quello_] sul braccio la fronte, come per dormire, e
pianse segretamente.
Addio, [_montagne_] monti sorgenti [_dalle_] dall'acque, ed [_erette_]
elevati al cielo; cime [_ineguali_] inuguali, note a chi è cresciuto
tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che sia l'aspetto [_dei_]
de' suoi più [_famigliari_] familiari; torrenti, [_dei_] de' quali
[_egli_] distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche;
ville sparse e biancheggianti sul [_pendìo_] pendio, come branchi di
pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto
tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne
parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna,
si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si
maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro,
se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più s'avanza
nel piano, il suo occhio si [_ritrae fastidito e stanco_] ritira,
disgustato e stanco, da [_quella_] quell'ampiezza uniforme; [_l'aere_]
l'aria gli [_simiglia gravoso e senza vita_] par gravosa e morta;
s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte
a case, le [_vie_] strade che sboccano nelle [_vie_] strade, pare
che gli [_tolgano_] levino il respiro; e [_dinanzi_] davanti agli
[_edifizii_] edifizi ammirati dallo straniero [_egli_] pensa, con
desiderio inquieto, al [_camperello_] campicello del suo paese, alla
casuccia a cui [_egli_] ha già [_posti_] messi gli occhi addosso, da
gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli [_nè pure_] neppure
un desiderio [_sfuggevole_] fuggitivo, chi aveva composti in essi
tutti i disegni dell'avvenire, e [_ne è_] n'è sbalzato lontano, da
una forza perversa! Chi, [_strappato_] staccato [_ad_] a un tempo
[_alle_] dalle più care abitudini, e [_sturbato_] disturbato nelle più
care speranze, lascia [_quei_] que' monti, per avviarsi in traccia di
[_stranieri_] sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e
non può [_colla_] con l'immaginazione [_trascorrere_] arrivare [=ad=]
a un momento stabilito [_pel_] per il ritorno! Addio, casa [_natale_]
natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere
dal [_romore_] rumore [_delle orme_] de' passi comuni il [_romore_]
rumore [_di un'orma aspettata_] d'un passo aspettato con un misterioso
timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte
alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si
[_compiaceva dì figurarsi_] figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo
di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno,
cantando le lodi del Signore; [_dove era_] dov'era promesso, preparato
un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente
benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio!
[_Quegli che]_ Chi dava a voi tanta giocondità è [_da_] per tutto; [_ed
Egli_] e non turba mai la gioia [_dei_] de' suoi figli, se non per
prepararne loro una più certa e [_maggiore_] più grande.
Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco
[_dissimili_] diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre
la barca gli andava avvicinando alla [_destra riva_] riva destra
dell'Adda[180].


XI.
L'INNOMINATO; BRANO DELLA SECONDA MINUTA, STRALCIATO POI
DALL'AUTORE[181].

Nello schizzo che siam per dare della vita e del carattere di
quell'innominato noi collocheremo alcuni passi del Ripamonti,
traducendoli alla meglio dal suo bel latino[182]. Pel rimanente non
abbiamo altra autorità che quella del nostro manoscritto.
L'innominato era un tiranno, nel senso che si dava allora alla
parola, che non mi andaste ad accusar per giacobino: tiranni,
nell'uso comune e nelle gride erano nominati coloro che col mezzo dei
loro servi o bravi, resistevano più o meno agli ordini ed alla forza
pubblica, e ne esercitavano una arbitraria, capricciosa, più o meno
iniqua sopra i meno possenti. Fra quelli ai quali le ricchezze e la
nascita rendevano, in quella condizione di tempi, possibile una tale
tirannia, ben radi erano che non ne usassero un pochetto, almeno
in certe occasioni, talvolta forse senza averne una coscienza ben
distinta; molti la usavano come una professione; fra i molti spiccava
quest'uno. Unico erede d'una famiglia primaria, nato con un talento
superbo, imperioso, feroce, cresciuto fra l'apparato d'una grande
opulenza e d'una gran forza domestica, fra il chinar riverente di
facce bellicose e le dimostrazioni d'una servilità pronta a tutto
intraprendere, fra il concerto di cento voci che esaltavano a gara la
potenza della casa; e divenuto padrone in età assai giovanile, egli non
fu contento della porzione di superiorità che avevano goduta i suoi
maggiori. Queglino erano riveriti; egli volle esser terribile: eran
lasciati stare anche dai più potenti e irrequieti; a lui pareva di
scadere, quando non facesse stare nessuno: erano per lo più rimasti
al di sopra in ogni impegno dove avessero parte; egli volle essere
arbitro negli altrui, in quelli dove non aveva pure un pretesto per
intromettersi. Già da più generazioni la sua casa spiccava per una
sontuosità principesca; egli riformò tutto quello sfoggio di conviti,
di caccie, di torneamenti, e ne impiegò il costo in aumento di forza,
in bravi, in armi, in ispedizioni. Passava allora una gran parte del
tempo in città, e quivi la sua prima occupazione o il suo divertimento
fu di andare in cerca di quelli che nella turba dei soverchiatori di
mestiere erano i più famigerati, di pararsi loro dinanzi in qualunque
occasione, per tastarli, per provarsi con loro e diminuire quella loro
gran riputazione, o farsegli amici, d'un'amicizia però subordinata
dalla parte loro, che era la sola che gli piacesse, la sola, per dir
così, ch'egli sapesse intendere. In poco tempo ne ridusse molti a
desistere da ogni rivalità e a dargli la mano in ogni congiuntura, ne
conciò male qualcheduno dei più superbi e indomiti, e n'ebbe molti
amici al modo ch'egli desiderava. Nessun d'essi lo avrebbe confessato,
ma tutti sentivano alla sua presenza, e pensando a lui, una certa
inferiorità, che gli sforzava a risguardarlo e a trattarlo piuttosto
come un capo, che come un amico. Nel fatto però egli veniva ad essere
il faccendone, lo strumento di tutti coloro, e alle volte in affari in
cui la cooperazione sarebbe sembrata anche a lui vile, obbrobriosa, se
non vi fosse entrata la difficoltà e la forza, cose che nel concetto
comune, e più nel suo, nobilitavano tutto. Era a quei tempi cosa trita
e quotidiana, massime fra i soverchiatori di professione, il richiedere
negli impegni scabrosi l'aiuto e l'opera degli amici; cosa disonorevole
il rifiutarla senza buone ragioni; e perchè l'ingiustizia o il pericolo
dell'impresa fossero contate come tali, bisognava che arrivassero a un
grande eccesso. Una simile consuetudine, che era pei tiranni un mezzo e
un carico del mestiere, secondo le occasioni, doveva naturalmente dar
molte faccende a un tiranno come questo. I molti suoi amici avevano
molte e varie passioni da soddisfare; la predominante in lui era
quella di far cose vietate e difficili, e di non iscapitare, massime
appo loro, di quel gran concetto di audacia e di potenza. Pigliava
quindi facilmente i loro impegni, concorreva alle loro spedizioni e le
dirigeva; mandava i suoi bravi a minacciare i loro rivali di amorazzi
e di precedenze; a questo faceva intimare che non passasse nella tal
contrada, a quello che non persistesse nella tal lite, risguardava il
renitente come suo nemico personale, lo affrontava nella via con un
pretesto, e gli dava una pena infamante sulla superficie del corpo,
o una più nobile al di dentro, secondo la condizione della persona.
E in quanti ebbe di questi scontri, in tanti rimase al di sopra, più
gagliardo, più coraggioso, più destro, com'era, e meglio accompagnato
d'ogni altro. Per una strada tale, e di quel passo, non si poteva,
manco in allora, andar lungo tempo senza incontrarsi colla giustizia.
Ben è vero che l'innominato non lasciava di adoperare tutte le cautele
usitate dagli altri per eluderla e scansarla; e massime nelle cose più
gravi, come per esempio quando si trattasse d'un omicidio premeditato,
o d'un ratto, andava travestito, cercava i luoghi, aspettava i momenti
scuri: anche i suoi bravi a fare le intimazioni più arrischiate e le
spedizioni più atroci, andavano acconciati in forma, parlavano in modo,
da lasciar conoscere a cui appartenevano, quanto era necessario per
incuter più terrore, non tanto che bastasse a provare che appartenevano
a lui. Di modo che ad ognuno di quei suoi attentati, la giustizia non
aveva fatta altra dimostrazione che di pubblicare una di quelle gride,
chiamate d'impunità, colle quali si prometteva questa e un premio
al complice che facesse conoscere l'autor principale o i principali
autori del delitto, dando indizii sufficienti a procedere: gride
che nei casi di quest'uomo non avevano mai prodotto alcun effetto,
per ragioni che in parte s'indovinano facilmente, e che in parte
accenneremo in appresso. Quanto alle violenze ch'egli aveva commesse a
fronte scoperta, in pien meriggio, nella via, v'era ad una per una il
verso di rappresentarle come necessitate dalla difesa, o dall'onore,
il codice del quale era allora molto più rigido e sofistico riguardo
alle offese, e infinitamente più largo riguardo alla misura e ai modi
delle soddisfazioni, che non lo sia al presente; e nello stesso tempo
era più considerato come obbligatorio anche dove fosse in opposizione
colle leggi, non solo dal più dei privati, ma anche da quelli che
promulgavano ed eseguivano le leggi. Con questi mezzi un uomo del suo
grado poteva assicurarsi l'impunità di mal fare, fino ad un certo
segno; ma costui passava tutti i segni. Ne faceva più che nessun altro
del suo mestiere; offendeva piccoli e grandi senza distinzione; e nello
stesso tempo trascurava altri mezzi indispensabili anche per fare
impunemente meno di lui.
Gli altri tiranni (prescindo da alcuni disperati, che in guerra aperta
colle potestà e colla società, vivevano or raminghi, or rintanati
nei loro castellacci, e stavano anche alla strada come veri capi di
masnadieri; parlo di quelli che volevano abitare in città e godere i
comodi, gli spassi, gli onori della vita civile) gli altri tiranni
mantenevano più aderenze che fosse possibile col poter legale, si
valevano delle parentele, coltivavano cogli ufici e col corteggio le
amicizie degli uomini più graduati si obligavano i subalterni colle
protezioni e con certi atti di cortesia degnevole, e avevano dipendenti
e creati fino tra gli infimi esecutori, ai quali compensavano le
minacce coi regali, Cercavano insomma di tenere una mano su le
bilance della giustizia, per farle tracollare dalla parte loro in
una occasione, in un'altra farle sparire che non si trovassero, per
darle anche, se veniva un bel tratto, su la testa di qualcheduno che
non avevano potuto finire colle armi della violenza privata. Costui,
all'opposto, dopo essersi inimicati molti potenti, dei quali aveva
toccati in varie occasioni i protetti, gli amici, i congiunti, non solo
aveva sempre sdegnato di fare il più leggiero uficio per raddolcire
quegli odii e per soddisfare quegli orgogli irritati, ma non s'era nè
anche curato mai di procacciarsi almeno amici egualmente potenti da
contrapporre a quelli. Le sommissioni, le pratiche, anco le cerimonie
necessarie a questo fine, gli erano insopportabili: affettare una gran
noncuranza per ogni autorità era un elemento della sua passione, uno
di quei piaceri per cui egli affrontava tanti pericoli e faceva tante
male vite. I suoi parenti stessi, che ne aveva più d'uno in alti posti,
oltre che gli era lor divenuto un peso con quel suo metterli sempre a
petto or d'un collega, or d'un superiore, col porli sempre al partito
di combattere con rischio, o di cedere con diminuzione di credito, se
gli era poi anche disgustati col suo tratto verso di loro. Avrebbero
essi voluto difenderlo, ma insieme regolarlo; rattoppar bensì certe
sue malefatte, ma tenersi in possesso di fargliene qualche buona
riprensione, e dì prescrivergli norme dì prudenza e di moderazione
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