Storia di un'anima - 04

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fossi abbastanza poeta per te, esultando con tutta l'anima d'avere la
coscienza ch'eri un fiore e che io non ero la mano villana che lo
toccava.. E t'avrei baciata in fronte e t'avrei detto:--Piangi!
La mia penna è impotente alle povere fantasie del cuore!

_1.° aprile_.--Vorrei ricordarmi e rischiararmi dei paesaggi
carissimi, dei boschi, delle rive, dei cieli... Anima ammalata: sento
le donne nei fiori, nelle gemme, nei prati, nei cieli, nei raggi del
sole... Non scrivo perchè non so scrivere: le parole che adopero
sono parole che hanno tutti nei vocabolari; i sentimenti che mi
ammalano sono sentimenti miei, e il mio cuore è diverso da quello
degli altri.
Oh come penso! come vedo! come fremo! Ho avuto il tristo dono della
fantasia. E come soffro! Ma oh! venga il mio pensiero qualche volta a
turbarti!
Ho aperto il mio cassetto: il profumo che ne uscì mi ricordò
dolcissimamente il giugno del 74, quando scrivevo le _Confidenze_, mi
illudevo tanto e speravo tanto! Allora mi sentivo una fanciulla: e la
mia convalescenza era per me una scusa alla languidezza del mio
sentimento....
Crescere in dignità per lei, è lo scopo di questo mio anno. Nel
mese scorso, venendo qui, nel mio cassetto presi un foglio di carta e
scrissi due versi di Byron: oggi ho scritto due versi di
Schiller.--Sogno dolcemente: a Limbiate le mie speranze, le mie
certezze, il mio avvenire!--Ma quando sono qui, e vedo i luoghi di
tante mie meditazioni, e quando vedo la casetta di..... e quando suona
la campanella della chiesa di sotto, e quando vedo il _suo_ giardino, e
la finestra dove era affacciata quella sera di settembre, e quando....
oh come sento che tutto è passato! che la mia vita è decisa! che
il mio avvenire è spezzato!--Deserto!
Prego la primavera, i fiori, le rondini, i bambini, il sole,
Dio.--Rendetela felice!
E di fronte alla primavera, ai fiori, alle rondini, ai bambini, al
sole, a Dio, mi sento innamorato e casto!

_Venerdì Santo_.--Compiono oggi sei mesi da che... Sei mesi! mezzo
anno! A me paiono sei giorni!
O quale sconforto il mio.
Oggi tutte le donne pregano.... Prega per me! Prega Dio che mi faccia
morire!...
Morire? imputridire? essere dimenticato? E il mio desiderio, il mio
bisogno era la vita, l'amore, la poesia!

_Sabbato Santo_.--Le campane annunciano che Cristo è risorto. Qual
vuoto in me! Ma come potrò io mostrare l'anima mia! a chi?

_Martedì, 23 aprile_.--Come per certi dispiaceri certi uomini
ricorrono ai liquori, pe' miei io ricorro (ricorsi) a Byron, Foscolo,
Rousseau, Shakespeare: mi sostengo con questi alcool.--Ora gli
abbattimenti, il vuoto.... e quali battaglie!... I miei _balocchi_
antichi cominciano a distrarmi poco poco. Ma perchè forzare la
natura?

_24, mercoledì_.--Ho fatto la comunione. Ieri il prete mi disse di
meditare mezz'ora. Ecco come medito.... Per quattr'anni di seguito,
quando a primavera andavo alla chiesa per la comunione, io portavo con
me il portafogli col tuo nome! Sante illusioni! E quando l'ostia
toccava le mie labbra io mi concentravo nel pensiero:--Lidia crede in
Dio!--E la comunione del 74, quando ero convalescente? Oh nessuna
preparazione di teologo, nessun libro, nessuna madre, poteva rendermi
tanto degno di Iddio, quanto la mia speranza e la tua memoria! Santa
religione, santa poesia, fede gentile: _Vita_, Donna e Dio!--Dimenticavo
di non esser bello, d'essere ignorante, d'essere timido alla pratica,
sentivo Te, speravo, sentivo la fede che è la vita! O vergine, o
bionda, o straniera, chi t'avrebbe detto che tu dovevi tanto deliziare
e tanto tormentare un'anima italiana. Io italiano? goffo, ridicolo,
senz'azioni.
O vergine, o vergine! o Lidia, io ti ringrazio! Quei momenti in cui io
pensavo a Te e la tua memoria veniva col pensiero di Dio, erano
momenti soavi, pii, forti, si, e non verranno più! O Lidia, o
Lidia, o _mia sorella_, prega per me!--Alcune volte voglio ribellarmi al
tuo ricordo, e chiamarti causa d'ogni mio tormento, e odiarti....
Potessi odiarti!... Tu non ti sei manco accorta di me!--La realtà
è troppo triste: è meglio l'illusione, la poesia.
Ed oggi?--Vuoto, sconfortato, col solo pensiero che sono brutto e
ridicolo!--Senza speranza, senza fede, senza amore,--sono andato alla
chiesa.... Ho pensato alla tua comunione di sposa.--Ho sentito come,
anch'io, riceverei la mia ultima comunione, a letto, ammalato,
moribondo, pensando alle mie Memorie, a Limbiate, al cimitero, dove
voglio giacere, al mio libriccino _Lagrime e Sorrisi_, al mio
portafogli, pensando a quelle carte che lascio nel mio scrignetto, al
tuo ritratto che cadrà sotto gli occhi di mia madre.... pensando al
di che saprai ch'io sono morto!...
Oh io mi sento buono!
Non voglio più annotare!
_Maggio, 3._--Guardo il cranio.... e guardo il tuo ritratto. Il tuo
ritratto! Ecco la vita, la speranza, l'amore, la Donna, la _Fede_!
Ed io ancora ho la speranza, la vita, l'amore, la fede per te, per te
che non sei più mia!--Piango con dolcissime lagrime.--Mia Lidia,
quale scoraggiamento!
Nel teschio vedo la materia: in te lo spirito: in quello il vuoto; in
te il pensiero.... In te Dio!
Ho riletto le memorie di quest'anno! Mio Dio, mi vedi? Non so
scrivere. _Je ne vous oublierai pas_, ella scrisse: e nel cassetto mio
tengo la sua lettera mezzo aperta per leggere.
* * *
Tento di scriver oggi, 22. Ho veduto Lidia qui a Milano. Da quindici
giorni ero abbattuto, stanco, annoiato, avvilito, senza più un
pensiero alle cose antiche, senza passione per lo studio del tedesco,
indifferente ad Heine e Goethe.... a tutto! Oh come mi erano cari
quest'inverno i miei studi di tedesco su nel mio studiolo, quando
tentavo di tradurre _Lagrime e Sorrisi_, e scrivevo, imitando il
carattere di Lidia! Eppure guardavo di rado il suo ritratto. E la
domenica in Duomo? Sempre, sempre passeggiavo sotto le arcate
ricordandomi le espressioni della mia lettera, le espressioni della
sua: e pensando che avrei studiato, e che avrei fatto.... In questi
giorni studio in Biblioteca: e ogni sera, su nel mio studio, guardo le
teste da morto e poi guardo il suo ritratto.
L'ho veduta ieri dopo pranzo alle 7 1/2. Tre volte l'ho veduta. Essa
mi ha fissato, si è rivolta, mi ha atteso.... Ed io?
Che farà? È sposa? Era con sua madre? Colla sua tutrice? Ho
influito sulla sua vita? Viene da Mantova o da Catanzaro? Va a
Catanzaro o forse _per sempre_ in Germania? È felice?
Era pallida.
Ma era proprio lei?
Quando nell'ottobre scorso l'ho vista a Limbiate aveva la faccia rosea
sotto il velo.
Ieri era pallida.
Se non fosse stata lei, perchè avrebbe mostrato di accorgersi tanto
di me?
Il mio turbamento fu immenso. Poi mi acquietai. Ho dormito sognando
dell'incontro. A mattina mi rinacquero mille speranze e pensai a cento
ipotesi, mi sentii felice. Sono andato sul corso, in Galleria Vecchia,
vicino a Dumolard, in Duomo.--Forse è partita! Per dove? Avrà
dormito stanotte? Che avrà pensato?
Dio mio! Dio mio! Ho letto tutta la mia lettera a Lei. Ho schifo delle
mie sconce mani. E ho l'anima che sente Dio.
Era lei?--O è tutta mia illusione?-
Da Limbiate potrei saper qualcosa, ma non oso, non oso affrontare
nuove emozioni, e forse tristissime!
Stamattina ancora ho sperato. Ma e se fosse a Milano per provvedere il
suo corredo da sposa? Doveva sposarsi nel febbraio, mi dissero (a
Limbiate).
(Fosse qui per collocarsi nuovamente in qualche casa!)
Quali incertezze! Se mio padre e se mia madre sapessero!
L'incontrerò ancora?
(Non so scrivere).
Ma che cosa vorrebbe adunque l'anima mia! Oh! nella morte ci deve
essere una gran _pace_. Mi ricordo sempre il _Suicidio_, dramma di
Ferrari, e so di voler bene a mia madre! O mamma! o mamma! Come da Te
è uscita la mia anima ardente?
E sono brutto e ho dei difetti che mi rendono ridicolo nell'amore.
Sono tormentato, ma mi sento _vivo! vivo! vivo!_ meglio è l'inferno
che il nulla.
Ogni speranza di attività, di amore, di avvenire, di vita è in
Lei.... E la vedo per l'ultima volta o la rincontrerò?--Tormento di
incertezza--Basta! basta: ma come passerò i giorni?
Ma ci vuol altro! Leggere cinque o sei ore al giorno tedesco, è
questa la vita? la pratica? la realtà? Ma che cos'è la _vita_
dunque?
Vorrei divenir pazzo per non pensare _più_.
_Un'anima che ama_, in un corpo nervoso è tale tormento che gli
uomini serii non sapranno mai,
A che scrivere?
E se questa Provvidenza che io bestemmio mi preparasse la felicità?
se?...--Se lei potesse entrare in casa mia? Se sua madre o la sua
tutrice....
Sogni! sogni inutili.
--_Sei brutto e sei tormentato: e sarai brutto e sarai tormentato:_
ecco l'unica verità. Ti morirà la mamma, e che farai? Ti
morirà il padre, e che farai?--Resterai solo a far la vita
dell'ortica--solo--o con un fratello che ebbe aspirazioni diverse
dalle tue.--Solo senza illusioni, senza egoismo e senza virtù
proficue agli altri, solo e sempre memore che hai _amato_ hai amato, hai
amato. Allora leggerò queste note?

_22, dopopranzo_.--O suicidio! o suicidio! Ecco un orribile momento!

_7 agosto_.--A che cosa è attaccata la mia speranza? Tutto quello che
ho sofferto in quattr'anni! Come ho bisogno d'esser felice! E come amo
Te sola!

_20 agosto, giovedì_.--Compie oggi l'anno. Come avevo deciso di
uccidermi?--Andrò a Parigi: ma l'anima mia è a Limbiate: a
Limbiate la mia _illusione_!
O Lidia, come ti amo!
23 _agosto_.--Andrò a Parigi. Mio padre oggi mi ha dato i denari.
Rimasi avvilito:--Che cosa ho fatto per meritarmeli?
O Lidia, penso malvolontieri al viaggio. _Mi pare_ che Tu debba ancora
essere a Limbiate.

Limbiate, 8 ottobre 1878. Martedì.
So che il suo matrimonio è andato in fumo, perchè lo zio le
negò il consenso.... Che parte ho avuto io in quell'animo?--Che
deserto! È vuoto quel palazzo, e piove, e mi ritiro (santa
illusione) a scrivere un po' di tedesco e di inglese, pensando a
Lei.... E Lei penserà a me?
Spero sempre: e benedico le mie melanconie. Mi illudo che Ella capiti
a Milano, ch'io la riveda, ch'io... O Ella ha _l'anima mia_: ella
leggerà i miei pensieri. Potrà sprezzarmi?

_Domenica, 24 novembre 1878_.--Sono a Milano, da quasi una settimana: e
come mi sento triste! Sempre il tuo pensiero, o Lidia! Come all'anima
mia abbisogna la tua! Come mi sento bisogno di amare, di credere, di
sperare!--Un amico mi ha domandato se sono divenuto _filosofo_, anch'io.
Sì, ho risposto, ed ho riso.
Filosofo gaudente e indifferente? Filosofo?--Ohimè, come mi diventa
indifferente l'idea del suicidio!
Oh gli amici non mi comprendono! Sono anime piccine: Sono corpi
oscuri:--Sono mezze creature.--Come desidero di morire! Oh mia madre,
come ti voglio bene! Ma perchè hai soccorso sì poco all'anima
mia!

_18 dicembre_.--O mio avvenire! Mi si presentano sogni, e imagini e
speranze, con una evidenza e una serietà di particolari che quasi
mi illudo... e sogni e imagini e speranze si fondano su di Te. Da tre
mesi e mezzo, non ho più guardato il Tuo ritratto, o mia vergine, e
mi sforzo a ricordarti tutta, coll'anima!
Tre grandi illusioni sono il mio grande tormento: tre grandi illusioni
nella vita di un giovine bennato, Dio--la Donna--l'Arte.
Mi sento solo--e la notte mi turba con mille paure.
Un altro pensiero che pareva sopito da tanto tempo risorge a
infastidirmi nell'amor proprio,--ma non scrivo; su queste pagine,
consacrate al Tuo nome, o Lidia, non scriverò nessun altro nome di
donna.

_Martedì, 24_.--Ecco un'ora triste!--Ieri sono stato fra la gente, ho
visto dei giovinotti eleganti; delle belle signore.--Non so
scrivere:--i sogni mi perseguitano con maliarda voluttà. Che ho
provato io della _vita_? Nulla e mi sento stanco, vecchio, senza
speranze, e senza scopo.
Oh qual bisogno d'esser felice!
Ma a che tradurre Byron? a che tradurre Heine? Byron e Heine hanno
_vissuto_: ecco la poesia.
Ho ingegno sì o no? E che cosa faccio?
O come desidero di morire!
Rileggo un poco del mio _Tintoretto_! O che giorni erano quelli in cui
scrivevo quelle scene, appena guarito dal tifo! Che vita! che
speranze! che amore! Come mi sentivo artista, buono, solitario!--Sono
scorsi già quattro anni. Quattro anni! E come sono io oggi?--Oh!
leggo, leggo alcune scene.--E ricordo quello che mi dissero Marenco,
Lombardi, Ferrari.--Oh come ho bisogno di risvegliarmi, di
risvegliarmi alla vita, e dire ho la _donna, e le gioie dell'Arte_!
Ma è un sogno. E desidero di morire.
--L'anima mia che è?
Oh! s'io morissi! Ma s'io morissi, le fanciulle continuerebbero a
prendere marito.
Mi è pure uscita una triste parola.--Oh la donna! valgono tanti
tormenti dell'anima per lei?
La donna! avessi ascese le scale del lupanare, quando, a diciott'anni
mi vennero le prime melanconie, e correvo tutti i giorni a pregare
Dio, e non per me! Ah! ero troppo stupido!
Ma uno scopo ci dev'essere all'attività; alle febbri della mia
età. Non sono nato per i divertimenti, non per lo studio, non per
la gloria--oh potessi fare il bene, sì, e obliarmi nel beneficare
chi soffre. Unico scopo, la _carità_.

_31 dicembre 1878_.--Ultimo giorno di un anno inutile nella mia
vita.--Ho studiato l'inglese e il tedesco: ho letto molto: ora leggo
molto, e con un ordine. Voglio farmi un'idea netta della letteratura
del nostro secolo, e passo le giornate al tavolo colle grammatiche, e
alla biblioteca con Monti e Manzoni e--sono sempre scoraggiato.

_1° gennaio 1879_.--È passato anche il 78!
E Lidia ove sarà? che farà? Si ricorderà di me? Ho riletto
tutte queste memorie. Ho sperato sempre e spero ancora.

_3 gennaio._--Oh se potessi andare a Venezia! E le conseguenze? E mio
padre?
Perchè Lidia non si è maritata?--Non ho ancora aperto la busta del suo
biglietto, ma ho intravisto.... Nemmeno il carattere della carta da
visita è cambiato. Dunque non ha aggiunto nessun nome al suo.... E se
avessi intravvisto male? Vorrei vedere subito.--No,--domani.--E in
quante speranze mi perdo!
Si era un po' assopita l'anima mia. Perchè torno a svegliarmi? e
sento tanto tormento di incertezze e di speranze?--Vorrei.

_5 gennaio._--A che studiare? È una bellissima giornata: sole, luce,
vento sciroccale: l'atmosfera nettissima: suonano campane e campanone; la
ballerina si affaccia al balcone discinta e canta a squarciagola.... e
senza sentimento! Oh la vita!--Io sono nè triste, nè allegro: sono
nervoso, impaziente.
E penso.--Io ho mandato a Lidia il mio biglietto di visita senza una
mia parola, senza il mio indirizzo--e Lei mi manda gli auguri e scrive
il suo indirizzo.... Il suo indirizzo non è un invito a scriverle?
O forse avrà bisogno di una parola amica?--Ed io tacerò se è
dovere.--Ma c'è un altro dovere....--Ma se è destino?--Stamane
pensai agli amici, ai parenti, al mondo, e mi spaventai....
Quali incertezze!
_6 gennaio_.--O Lidia! (scrivo dalla Biblioteca di Brera: è
mezzogiorno, suonano le campane: e mi pare di essere in una città
di provincia, e mi faccio triste, per gustare quella melanconia che
avrai gustato Tu tante volte a Mantova e a Venezia! Questa estate,
qui, le campane mi avevano il suono delle campane di Limbiate, e
sospiravo!) O Lidia, ho qui il biglietto che mi spedisti Tu ieri da
Venezia, in ricambio.... La busta non l'ho ancora aperta: e tutt'oggi
non l'aprirò, gusto questa incertezza. Oh sono felice!--A Limbiate
non sapevo più nulla di te: a Milano nulla. Quattro mesi erano
scorsi: potevi esser morta. Io affidai al caso (no, no, a Dio!) il mio
biglietto di visita per te.... Così era lontano dal credere che tu
lo ricevessi!--E l'hai ricevuto! Oh qual gioia per me avere una busta
scritta da Te.... e dico nel mio cuore, scrivendo il mio nome, avrà
pur dovuto, fosse solo per un minuto, pensare a me!--Una volta ho
ricevuto il tuo ritratto (10 ottobre 1877): una seconda volta la tua
lunga lettera (23 ottobre 1877): ed ora un tuo biglietto.... avrà
qualche frase? l'indirizzo? la data?--Non so! Non apro la busta: ma mi
sento felice.--Rispondendo al mio biglietto mi hai dato una gran prova
di stima.... potevi lasciarmi supporre di non aver ricevuto il mio....
Ma a che ragionare? Mi sento felice.--Nell'ultimo giorno dell'anno
1878, io ruppi i suggelli a certe mie carte, e rilessi, rilessi le mie
annotazioni! Trovai una grande disperazione e una grande
speranza--anche quando _ero certo_ che Tu eri la moglie di un altro.--Ed
ora lo sei? Se il tuo biglietto portasse un altro cognome?-
O Lidia! Lidia! a che studiare? quando si è così felici
nell'amore santamente?--Oh come ti amo! E come spero? Dio può
ingannarmi? Dio ha fissato che tu sii la mia donna! senza confidenza,
senza speranza, ho gettato in buca il mio biglietto... ed oggi... oh
non l'aspettavo più il Tuo!--Col tuo biglietto sul cuore, volli
entrare nella Chiesa di San Marco a osservare le sculture antiche e
fingevo d'essere a Venezia, poi sono andato al Duomo.--Sotto le arcate
del Duomo, l'inverno scorso, ho sperato e temuto mille volte
d'incontrarti col tuo sposo; sotto quelle arcate ho ricordato tutte le
domeniche le espressioni della Tua lettera, e ho cercato di tradurle
in inglese e in tedesco (soave illusione!); sotto quelle arcate Ti
cercai più giorni nell'estate, dopo che t'avevo vista a Milano...
Rileggendo le memorie del 1878 mi dicevo:--_Ma come speravo ancora?_
_Sento_ che un giorno rileggeremo insieme queste annotazioni, e saremo
contenti, e pregheremo Iddio, sento che la castità e la mia vita
ritirata non sono un castigo per me, sono un _voto_, una preparazione...
O Lidia, mi inganno? E allora che cosa è della mia vita? Ho già
27 anni! E sento tanto bisogno d'avere al mio fianco una donna, una
giovane, una sorella, una vergine! I miei anni passano! Io spero,
spero, o Lidia, spero.
Che importa se per quattro anni Tu non hai risposto al mio amore: Mi
hai amato, quando Ti dichiarai: «Siate felice!» e avrai cominciato ad
amarmi dopo l'addio.
Oh! se sono derivate a Te sventure, io dico: «benedette sventure se
possono farti ricordare di me e potessi io un giorno farti dimenticare
le sventure che hai avuto e rifarti con me una vita nuova, tranquilla,
anche nella nostra età matura!»
Quale incertezza!--Oh spero, e _sento_ che Dio mi vede... Vorrei andare
al Santuario di Saronno, e là affisandomi in quei due angioli
purissimi di Gaudenzio che ho tanto amato, là aprire la busta e
leggere il suo Nome. Così nel 1877 ho letto la sua lettera: in
faccia a Dio, nella quiete, nell'ombra, nella poesia santa di un
sacrario antico!--Lontano dagli amici che ridono!
Senz'aprire la busta ho voluto spiare mettendola su un vetro della
finestra quello ci fosse scritto sul biglietto. C'è l'indirizzo
suo... gli auguri.
Mi sento triste--Le scriverò? Uscirò dall'incertezza? Oh s'io
fossi libero della mia volontà che cosa Le scriverei!--Mi viene in
mente di far stampare dei pensieri, e mandarli a Lei,--E poi?--Quale
tormento!
_7 gennaio 1879._--Imparare una lingua difficilissima, come la tedesca,
per far sentire a una fanciulla tedesca le note di un suo grande poeta
(note piene di religione e di amore di patria) è un pensiero che
non sarebbe venuto in capo a due su mille innamorati nel mio caso. Oh
che dico?--Darle una speranza o un addio con voce dignitosa, con sì
faticosa costanza, con sì nobile poesia! Mi accingerei con fiducia
e lavorerei anche cinque ore al giorno, per un anno, se sapessi.... Ma
in queste incertezze!
Piuttosto che vivere così combattuto desidero morire e desidero che
queste mie memorie tutte siano lette da mio padre e da mia madre.
Tarsis e Ricci sono morti giovani. Oh che darebbero i loro genitori
per farli rivivere? E come tutto diventa santo dopo la nostra
morte!--E i miei desideri, che sono santissimi ora, diverrebbero una
religione di memorie sulla mia tomba. O mia vergine, come io ho
sentito l'amore puro, nobile, felice! Oh! come io ho bisogno di Iddio.
_10 gennaio._--Quali incertezze sempre! Ieri sera ero deciso a mandarle
il _Tintoretto_--quel _Tintoretto_ che ho tanto amato!--E come mi spaventa
il giudizio del _mondo_!
Ah potessi essere egoista e avere i mezzi di esserlo con i fatti!
Essere egoista, osceno, pigro, poltrone, ghiotto, e consumare il
cervello coi vizî, non coi pensieri nobili--Ma che faccio
infine?--Ho riletto il mio _Tintoretto_ e sono mestissimo! Quante
illusioni e quanto amore!
_11 gennaio._--Come mi spaventa il _mondo!_ E chi è questo mondo?... Oh
come sto meglio nella solitudine di Limbiate! dove non sento nemmeno
questi nomi!? E il _mondo_ dopo aver ciarlato una settimana, s'annoia, e
cerca un nuovo pettegolezzo: e ad esso si dovrebbe sacrificare tutta
una vita?--Ma perchè questi pensieri, con tanta evidenza?--O Lidia,
come stanotte ho vegliato penosamente! Ho pensato al mio avvenire.
Sono stanco di studiare, così, senza uno scopo. Eppure quando a
teatro sento qualche bella cosa, santa, morale, scritta coll'anima e
col cuore, mi dico:--Mi sento anch'io chiamato _a fare del bene?_ Sì,
e bene!--Bisogna combattere la nuova letteratura da postribolo. Ho
pensato a fare pratica di notaio o di avvocato, e fare gli esami. Ma
che carriera sarebbe per me?--Oh che tormento! E che cosa faccio?--Da
un poco di giorni penso seriamente di parlare al Parravicini e farmi
da lui occupare nella Congregazione di Carità. Almeno fare un po'
di bene! giacchè non posso essere egoista!--Che faccio? Che
farò?--Studio, studio, mi occupo a leggere operone e non elzevir,
riconduco il mio pensiero al grande, al bello, al dignitoso. Ma mi
annoio anche! Non ho una parola gentile che mi aiuti!
_13 gennaio._--Mio Dio! come veglio penosamente la notte! Perchè
questo strazio? Amo quella vergine, e _sento la vita_ de' miei
ventisette anni, vita ribollente, immensa, condensata, perchè non
l'ho mai sfogata colle tremende voluttà della carne.--Amo! e devo
reprimere _tutto in me_: e sperare, sperare vagamente, sperare.... È
ben tristo quello che io penso.
No, no, non mi sento creato per questa vita nulla che conduco! no, no,
no, non mi seducono le scettiche prospettive di una vita negli anni
venturi... no, no!
Io amo come Dio vuole che alla mia età si ami. Io amo come la
Natura vuole che con un viscere che si chiama cuore l'uomo ami.
Una donna! un bambino!--Ecco il sogno del poeta, del credente,
dell'artista, del felice, dell'infelice... dell'uomo!--Che importa a
me della filosofia, di Iddio!--ammetto i bisogni della terra, e di
questi bisogni faccio un tesoro di religione, una filosofia contro cui
non si può lottare, un Dio che non è in cielo nè in chiesa,
ma è un Dio--Amore!
* * *
--No, non sono pazzo: sono infelice, giacchè lo studio accresce i
miei dolori, mi crea sempre nuove speranze che diventano sempre nuove
illusioni e poi sempre nuove delusioni, giacchè non posso essere
egoista come i giovani ricchi e eleganti, giacchè, coll'anima mia
d'amante e col mio cuore di poeta, non potrò fare mai una carriera
seria,--voglio provare a fare il bene colla mano, voglio entrare nella
Congregazione di Carità, e vedere le vere miserie della folla, e
soccorrerle forse anche co' miei denari! Sì, il _bene_!
Io mi tormento; ma ecco sento una calma, una fiducia, una
speranza;--mi inginocchio....
Mio Dio! perchè mi arrabbatto tanto? Tu forse hai già preparato
tutto il mio avvenire nella Tua Bontà; mi vedesti! mi vedi! mi
vedrai! Io so nulla e Tu sai tutto! Io bestemmio e Tu sei e mi
perdoni! O santa fiducia! Chi sa le tua fila, o Dio? E mia madre Ti
prega? Che Ti dice? E Tu la ascolti? Ed io sarò felice? O Dio, io
leggo il tuo Vangelo e sento che se i miei pensieri non si conformano
alle sciocchezze del mondo, si accordano co' tuoi precetti santi,--io
sento la gioia di amare coll'anima e d'essere casto!--E, se vuoi,
fammi pure morire... morire casto, tranquillo, pensando al mio
cimitero di Limbiate, alle mie soavi speranze di vita che mi
lusingavano un giorno, e alla placida certezza di riposo che avrò
sotterra: Oh io mi sento buono!--Sai, ho sempre pensato a Lidia
davanti a quel cimitero: era un cattivo augurio o un buon augurio? Ma
che volevo? che voglio? La pace!
Come ho vergogna, in faccia a mio padre, di non avere una carriera
seria!
La mia vita in sei anni fu eterna e brevissima, felicissima e
infelicissima: speranze, scoraggiamenti, voli, cadute a precipizio:
certezze, febbri, languori, tormenti... chi può dire? oblio, anche
oblio! deliri, pazzie nei sogni, nei desideri: e santa castità, e
santìssimi, rossori! O Dio! ma _un solo il voto_: quando, febbrile,
crudele, briaco, promettevo a me stesso di gettarmi fra le braccia di
una femmina qualunque, e di raccontarle i miei dolori, per farmi
almeno deridere da lei, per istigarmi, per istigarla, quando... No!
no! «Avrai dei figli da guardare negli occhi» mi diceva una voce
segreta... e sentivo che ancora al mondo c'è mia madre, e forse
lei, la mia vergine!
Rileggo la lettera di Lidia! «_Aimons! c'est le bonheur suprème que
l'amour et j'ai aimé plusieurs fois dans ma vie avec une telle
exaltation, un tel transport que j'aurais peut-étre été
capable de tout sacrifier pour des personnes qui maintenant m'ont
déjà oubliées!--J'ai senti en moi un besoin profond d'amour
et de sacrifice! oh combien j'ai souffert quelquefois de n'avoir
reçu une nature ardente!_»
* * *
Torno adesso dalla Pretura. Mio Dio! Come mi spaventa il mondo reale,
il mondo della prosa, dei bisogni, degli affari.--E mi chiudo nel mio
studiolo: apro il mobiletto.... Oh mondo delle mie illusioni, della
mia poesia, del mio cuore! Come mi sento felice!
Leggo la mia lettera a Lidia! Non è un affare, no, ma per me decide
della vita nel futuro! Come sono contento d'avere espresso le mie
idee, i miei cari tormenti.--Rileggerà Ella la mia lettera? E
penserà?--_Et croyez-moi bien je n'oublierai jamais ce que vous avez
été et ce que vous vouliez être pour moi!_

_21 gennajo._--Cinque anni fa, come oggi, mi posi a letto. Se fossi
morto?... Io sarei in pace, ma Ella non avrebbe avuto _Lagrime e
Sorrisi_, e la mia lettera.... Mi conosce? Penserà a me? Al male che
mi ha fatto?

_25 gennajo._--Conosco pochissimi romanzi: e li ho letti assai tardi: a
venticinque e ventisei anni non hanno lasciato traccia su me, li
leggevo, come li avrebbe letti un presidente di Tribunale. Leggendo
Young, Foscolo, Leopardi, Goëthe, Byron, Heine, Rousseau... dicevo
a me stesso «che teste bizzarre!» e pensavo: è più utile un
ingegnere che un poeta pazzo. Oh lo dico francamente: le letture non
hanno esercitato nessuna influenza su me.--Leggevo per esercizio di
lingua francese, inglese e tedesca.--Se un autore ha avuto influenza
su me è Aleardi, e, vedete, Aleardi non può far male!
Deciditi, sciocco! Chiudi in una busta tutte queste memorie: suggella,
come si chiude una pietra di tomba; e non pensare più al passato:
gettati nella vita! già troppi anni sono passati e fra pochi altri
incomincerai ad esser già vecchio! Nella vita!--Oh se potessi
viaggiare! E perchè? Chi mi strapperebbe il cuore e il cervello?
L'orgia? la femmina?... Ah! alcune volte lo dico a Dio: se rinascessi,
fammi nascere donnaccia volgare e venduta, e fammi conoscere tutte le
crudeltà della libidine!--Potessi gettarmi nella vita!
Si ha tanta affezione ai propri dolori, alle proprie illusioni, alle
speranze, quando una vergine nel giorno del sacrificio immenso ci
dice: Conosco che il nostro affetto è puro, è nobile--ho per voi
una confidenza di sorella--non dimenticherò mai quello che voi
siete stato e quello che volevate essere per me.--E sono dolori,
illusioni, speranze che hanno consacrato sei anni _e sei anni della
giovinezza_, sei anni dai ventidue ai ventotto anni.--Ah se sul cuore
si potesse porre una pietra come su una tomba! Ma anche pei morti si
spera la resurrezione!

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