Storia di un'anima - 09

Total number of words is 4444
Total number of unique words is 1914
25.3 of words are in the 2000 most common words
36.0 of words are in the 5000 most common words
42.9 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
accaduto? Mi pareva che il ronzìo dell'organo, come un calabrone
s'aggirasse alle volte cercando un'uscita. La villa mi invitava ai
giardini, ai prati, ai sedili, alle aiuole, alle scalee di marmo. E
quanto belle erano le bianche anticamere, le fresche sale, i terrazzi
inondati di luce! E dappertutto mi giungeva una fragranza di rose e di
donna, e un lontano murmure di poesia, triste nella dolcezza, come la
memoria o il presentimento di un sogno. Mi trovavo dunque felice, e
perchè?... Il fiume mi mostrava nel suo fondo le vene rosee e
candide di ghiaia, i tappeti di sabbia, i guanciali di alghe, e sulle
rive i campi, i paesi, i mulini: e su e su, a ritroso della corrente,
io volevo andare alle scaturigini: e là volevo piangere. Mi trovavo
dunque infelice, e perchè? Ma l'acque fragorose dicevano;--Che sono
le tue lagrime per il corso nostro? Noi andiamo al mare.--Il seno, che
il fiume lasciava a uno svolto, aveva le sponde tranquille e le
campanule tremolanti alla superficie: una fanciulla sorridendo si
specchiava nell'acqua, ma le ondine gorgoglianti dicevano:--Che è
l'azzurro de' tuoi occhi per la faccia nostra? Noi riflettiamo il
cielo.--La capanna che desideravo si apriva, e la villana, che sedeva
sul covone, cantava allegra allegra, riacconciando il grembialino del
figlio morto pel figlio che le nascerà...
E così sognavo, sognavo. Al mio occhio scappavano i pratelli,
scappavano i vigneti e i colti e i monti rapidissimamente.
Un treno che passò sul binario vicino, squarciando l'aria come una
negra meteora, mi fece ritirare la zucca dalla mia finestrella.
Dov'ero? Ah! nel vagone. Con buonissima volontà rifrugai nella mia
sacca, presi il foglio della descrizione, roba rubata, e volli cercare
un rifugio alle fantasmagorìe che mi rendevano il capo leggiero,
come una bolla di sapone, vuoto e iridescente: feci forza per leggere,
e lessi.
Due ore dopo, alla mia destra, al di là di un paese coi tetti di
lavagna e le torri delle fucine fumanti come la gola di Vulcano,--io
vidi il mare! Che contemplazione fu la mia! Il mare!
Era di un azzurro intensissimo: si confondeva all'orizzonte con una
zona lucente: finiva alla spiaggia colla catena mutabile delle onde,
che si gonfiavano colle loro crespe spumanti, piene di guizzi, di
luce....
È impossibile ch'io descriva quel primo amore che mi trasse
all'infinito facendomi rigurgitare l'anima in petto, spandendo il mio
desiderio nei liberissimi cieli!
Quando raccolsi la cartaccia da notaro che m'era caduta di mano, e
quando la riposi in fondo alla sacca, proprio in fondo trovai il mio
albo sfogliato, quattro sbiaditi colori d'acquerello, due pennelli
arruffati.
Sulla quale carta, coi quali colori, coi quali peli avevo intenzione
di buttar giù qualche poverissimo _acquerello_.


OMNIBUS.

Sobborgo di Genova.
Filatere interminate di vagoni, ruote scorrenti nel polverio nero,
carichi immani, locomotive tozzotte dal fischio che pare lamento di
fatica, io vi saluto. Luccicate al cielo, rumoreggiate sotto le
gallerie, scuotendo le ossa fossili dei primi uomini, portate
ricchezza, col vostro strido destate il _fiat_ della vita, e col fumo
mandate l'incenso santissimo, l'incenso del lavoro. Passate e passate.
Dove me ne vado io?
L'agenzia degli _omnibus_ da Genova per la riviera mi pare posta innanzi
a una bottega da parrucchiere. È cosa sicura: lì, su un
piazzaletto vi sono e carrozzoni e bestie e mulattieri, un subbisso
d'affaracci. Mi ci incammino. Chi può dire com'io abbia le orecchie
straziate!--_Sciü, sciä ven? Sciü, sciä, ven?_---Chi vuol
condurmi qua, là, lontano, vicino, più oltre, sulla strada, a
pochi passi, alla casa. Ma no, no, no! Voglio andare a Sestri Ponente!
Nella bottega, Balilla, l'impresario _coiffeur_, in maniche di camicia,
ti rade il baffo destro, o marinaio, ed esce a dare la pietanza alle
rozze; ti rade il sinistro e scappa fuori ad ungere le ruote
all'_omnibus_: ti lascia, e sei tutto pelato, coll'unico pizzo genovese,
sotto il labbro inferiore. Oh che figura! E intanto passano sul tuo
volto insaponato ombre di code irrequiete per le mosche, ombre di
camiciotti svolazzanti all'aria della marina, ombre di ruote, e
lustri.... di fanali e di ottoni? Oibò: lustri d'occhi. O
genovesine bellocce, per amore dei vostri occhi desiosissimi, vi prego
d'una cosa: date un buffetto al damo quando vi compare innanzi col
solo pizzo, e dite che i bersaglieri lombardi hanno i baffi audaci
alla Manara.
Il parrucchiere, che li lasciò col baffo dritto raso, uscì col
troguolo della biada.--_A Sestri! a Sestri!_--incominciò a gridare,
col sorrisine genovese, quello che nasce dalla golaccia delle _palanche_
e che si invernicia di un: caro, sono tutto ai vostri comandi, da
umilissimo servitore.
--_A Sestri! Sciü, sciä ven a Sestri?_--così si fece incontro
a me che giravo un po' lontano dalia piazzuola, e davvero aspettavo la
ventura: così mi invitò, ed io andai lì dinnanzi ad una
specie di barcaccia spellata sulle ruote, aggravata su due cavallucci,
che labbreggiavano al di sopra di un truogolo.
--_Sciü, sciä ven a Sestri?_
--Quando partite?
--_Allun! sciä munte chi, che mi vaggu cumme u vapure._
Ed io stetti per porre il piede sul predellone di quell'_omnibus_ che
sembrava già pronto.
Intanto che il parrucchiere rientrò in bottega, o marinaio, e ti
rase anche il baffo sinistro, io di botto mi sentii alle nari un puzzo
così virulento, che mi parve si fosse aperta la vetrina di un
acquavitaio, ed ascoltai nelle orecchie questa vociaccia soffogata che
diceva:--_U Balilla u nu parte mancu in te chì e staseia. Sciü,
sciä munte con mi._--Mi volsi e vidi un camiciotto sbiadito, un
volto d'arrosto, un cappellaccio di paglia: un vetturale che
m'additava un'altra barcaccia sulle ruote, i cui cavalli aspettavano
il turbinìo delle frustate. Tra l'attendere un'ora sotto al sole, e
il mettersi in viaggio tosto, è naturale che si scelga. Detto,
ascoltato, fatto.
Il parrucchiere che uscì per ungere le ruote del suo _omnibus_ e che
tornò a gridare:--_A Sestri! a Sestri!_--vide me che ponevo il piede
sul predellone di un _omnibus_ rivale. Altro che Ballila che gioca il
tiro al tedesco! E il camiciotto nemico peggio! Che furia! Io divenni
quasi smorto, e quasi lasciai cadere parasole e sacca.
--_Pelandrun! galeotto! Ti me vëgni a robâ i posti? Se ti nu
me-a paghi oræ diventa...!_
--_Cöse t'eû che te paghe? T'æ i cavalli guersci e ranghi,
l'omnibus co-e molle rutte, che da ûna parte u l'ha u xembo cumme
tò muggië, e t'eû ancun che te a paghe?_
--_Puscioû che te vêgne mille diai in corpo! T'eû ancun avei
raxun? U sciü u l'ëa xà con mi._
--_Se u l'ëa xa con ti n'ho piaxei: oûa u l'è con mi. L'è
a i bigetti che mì dagga mente. A Sestri! a Sestri! Partimmo
subito!_
--_Pendin da furche!_
--_Ti me caxiæ sotta æ grinte!_
--_Ti me caxiæ sotta æ grinte, e se nu te rumpo quello brûtto
muro lì, ciû tösto me fassu appende!_
--_A Sestri, a Sestri!_
--_A Sestri!_
--_Sciü, sciâ munte con mì!_
--_Sciü, sciâ munte con mì!_
--_Con mì!_
--_Con mì!_
Questo è quello che si può scrivere. Le bestemmie genovesissime
venivano giù come la tempesta maggenga nelle litanie dei santi: e i
due furibondi si tenevano, come su un bastione, Balilla ritto sulla
cassetta dell'_omnibus_, colla frusta alzata; l'altro con un piede sul
predellino davanti e il sinistro sul mozzo della ruota pronto ad
investire.
Grida e bestemmia, bestemmia e raglia, arrivarono i rinforzi: vennero
fuori cioè dalle stalle e dalla barbierìa tanti garzonacci
membruti, che alle litanìe risposero l'_ora oro nobis_ ma con che
indulgenza!
--_Pelandrun!--Pelandrun!--Galeotto!--Galeotto!_
--_U sciü u l'ëa xà con mi!_
--_Oûa u l'é con mi!_
Io mi sentii tirare le falde dell'abito, ed afferrare il parasole e la
sacca, poi spingere innanzi, e poi strappare indietro, e risospingere.
Intorno si urlava come tanti insatanassati: temevo le forche e i rasoi. E
già fuggivano spaventate le colombe ai tetti, scorrazzavano i cagnuoli
arruffati, e dondolavano i piattelli all'insegna del parrucchiere....
Làh! manco male: a dividere il campo di battaglia arrivò in tempo una
lunga fila di muli carichi di sucidissime corbe, tempestanti
maledettamente coll'unghie, colle code a sferza.


LO STABILIMENTO DEI BAGNI.

Spiaggia di Sestri Ponente.
Nel descrivere questo stabilimento di mio non ci metto nemmanco una
banderuola, nè una fune: punto primo, perchè non sono azionista
di quella società di marinara e marinai, amici più del vino che
dell'acqua benedetta: punto secondo, per amore del vero.
E faccio conto che vi sono circa a trenta baracche o _cabine_, allineate
verso il mare, coperte di tela, e questa rare volte è comperata e
tagliata apposta, ma spessissimo staccata da un albero da _paranzella_,
perchè già troppo stirata ai quattro venti: fors'anche bucata?
Oh allora.... Zitto, là, linguaccia. Quanto al mettere pezze il
genovese pare fatto espresso, e le bagnanti non dimenticano punto gli
spilletti riparatori, se mai.... Tra l'una e l'altra baracca vi sono
certi vicolucci, certi vicolucci.... Lah! tiriamo dritto, senza
odorare gli acri profumi di certe tolette.... Vi sono dei vicolucci
che lasciano vedere terra terra qualche lembo di lenzuolo cascante,
qualche tacco di stivaletto arrovesciato, qualche legaccio
insidiatore. Scappa, scappa, santo Antonio dalle tentazioni!
Tra la quindicesima e la sedicesima baracca, press'a poco, vi è
tanto spazio da collocare due panche e sette od otto scannelli di
Chiavari, e da fare, spiegando a cielo una tenda a liste bianche e
turchinicce, un'anticamera al mare e un verissimo bagno a vapore ai
poverini, alle poverine, che hanno la sventura di aspettare. Qui è
ritto un palo bianco che porta una bandiera coi tre colori sul campo
giallo dato dalla spruzzaglia del mare, dal sole, dalla pioggia.
Più in là, vicino alla palizzata che chiude il cantiere, sta la
maggiore baracca degli azionisti, cucina, magazzeno, dormitorio,
cantina: n'esce il fumo nauseoso dei _friggæ_, n'escono i rosari
genovesi: là vedi le facciuole paffutelle dei bimbi addormiti, a
guanciale la sabbia: là spii il bariletto tenuto in guardia dal
cagnuolo bruno. Da quella trabacca ai pali del cantiere sono tese
tante corde, e su queste, spettacolo della caducità delle umane
cose! stanno i vestiti marinareschi delle signore, a braccia
penzoloni, slavati, flosci, i neri conci in verdi, i bianchi in
gialli, sbiadite quelle poche filettature rosse da diavoletto, perdute
le crespe e gli sgonfi. Oh davanti a questa parata davvero c'è da
passare a capo chino!
E sulla ghiaia della spiaggia, al cocentissimo sole, sono buttati ad
asciugare i lenzuoli, ai quattro angoli stirati da quattro ciottoloni,
e, più che buttati, scaraventati cappellacci di paglia, zucche
prosastiche per le prime lezioni di nuoto, mutande maschili, scarpe di
corda antipaticissime e disusate, sacche e braconi stillanti, appena
svestiti, i bianchi cerchioni di sughero per salvataggio, gialli
cuffiotti di taffetà, buoni per coprire le zucche secche, non le
vostre care testine, o capricciosette nasconditrici di bellezze; e
pancucce di legno, secchie dipinte in turchino, avanzi di stuoie,
gambe di scannelli: _et cætera, et cætera_, uff!
E ancora sulla ghiaia, passando a dire delle cose animate, vedi
schiene color di rame, schiene bianchissime, schiene tali e quali le
fece Iddio, schiene come appena le permette di spiare il lenzuolo: ma
tutte tutte decorate dalle immense tese dei cappelloni d'oro.
Eh via! Che vi frulla? Ch'io adesso voglia popolarvi lo sfondo di
macchiette? Proprio no. Domani parleremo di marinai e di marinare e di
bagnanti cittadini e cittadine.
Intanto voglio usare l'ultime gocce che m'ho sulla tavolozza, e
dipingo;--di faccia il mare, a tre strisce, una verde oscura, come una
pineta, l'altra paonazziccia, l'altra celeste: l'aria limpidissima: di
qua e di là i monti tutti innondati di sole.


L'ONDA.

Scogliera di Cornigliano.
Ti rivedessi! A te venivo, o scogliera, nelle mie ore solitarie.
Ricordo il sentieruzzo attraverso il terriccio delle rupi sfaldate, la
scoscesa salita, il varco tra le due corna estreme, il varco dove
giunge il rugghiare dell'onda e il diguazzarsi delle ondine flottanti.
Dall'alto io contemplo il mare!
Non mi volgo a sinistra, ove il fumo della locomotiva si addensa
candidissimo nell'atmosfera velata che incombe alle nere officine, il
fischio stride insistente tra le fitte case e il suono delle ruote, si
mischia a quello delle industrie frementi. Va e va, lunga fila di
carri: in fondo è il faro di Genova, la gagliarda mercantessa.
Nè mi volgo a destra, ove, al di là del castelluccio di santo
Andrea, in mezzo al vasto fragore dell'opere fabbrili, ecco sul curvo
lido i poderosi carcami dei bastimenti nel cantiere e le bianche
trabacche pei bagni e le macchiette affaccendate intorno alle barche,
cui striscia l'irrequieta frangia del mare. Le case di Sestri
s'addossano alle case, i campanili levano il capo lucente d'ardesie
embricate, le torri degli opifici danno col fumo nuvole conglobate e
fuggenti allo splendidissimo cielo. Le montagne parate a vigne, sparse
di ville, colorite gaiamente da giardini, si stringono a sfondo
voluttuoso intorno a te, voluttuosissima Pegli, l'accarezzata dal
tepido flotto; e le indecise linee degli ultimi promontori sfumano
dietro le nebbie perlacee che fasciano la marina di sopori
innamorati....
A te mi arrampico, o scogliera, nelle mie ore melanconiche. E
contemplo giù il mare!
Rammento il varco tra le due corna estreme, le foglie lacerate degli
aloè, le tenaci erbette grasse col fiorellino giallo, gli
scheggioni di quelle rupi, e giù la scogliera e la spiaggia. Qua
vedo angolosi profili, qua masse tondeggianti, qua pozzetti, a tinte
turchinicce e livide: e qua sul dorso dì certe coste che si
diramano come tante catene di montagne, formando tanti valloncelli
scavati dalla rabbia di corrosione, sul dorso bruciacchiato le
incrostazioni biancastre dell'acqua; là la massa nera si dirupa,
là nelle basse caverne e negli anfratti sonanti sonvi i biechi
colori dell'onda, il bruno funereo e il verde bavoso.--Ecco il mare!
Ecco i capi sporgenti degli scogli arrotondati dal lavoro eterno ed
alterno, l'immenso flusso che investe, il franto riflusso che rota. A
voi vengo, o ultimi capi, all'ondoso rombare; o scogli circonfusi dal
polverio acre dell'acqua: o scogli, a tratto attuffati, a tratto
stillanti come tante teste a ciocche d'argento: o scogli remoti, dove
non mi giunge voce d'uomini, dove mi schiaccia infinita battaglia di
giganti.--Più in là la spiaggia è come un dolcissimo tappeto
di sabbia.
Ti rivedessi: In te mi affisavo nelle ore fantastiche della mia
contemplazione, onda della spiaggia, onda degli scogli.
Rammento i tuoi grigi pennacchi che venivano sulla varia superficie
del mare, venivano incalzandosi e sfioccandosi: rammento il tuo
gonfiare, il tuo colmo trasparente-verdiccio, e il concavo lenissimo:
rammento la furia del voltolarti, la spuma bollente e il fragore del
muggito, il torrente bianco che s'allargava sulla ghiaia, dibattendo
le ondine, sommovendo i ciottoli, e i mille rivoletti che
ridiscendevano con trosce lucenti, rigando la spiaggia a seconda del
vento.
Rammento il torrente bianco che rompeva sui capi degli scogli,
rimbalzando con pioggia sulle punte più alte, e il suo travolgersi,
l'urtarsi, il frangersi, il ritornare tumescente, e le mille ondine,
le cascatalle, le crespe: rammento il rombare dell'onda, poi il
flagellare guazzoso, i mille gorgogli e i mille sospiri gravissimi:
rammento i begli occhi iridei della spuma, che scoppiavano come tanti
occhi di fantasime....
Vanavano come le speranze.


PACE.

Spiaggia di Pegli.
Stando io sulla spiaggia al nascere del giorno, ascoltavo un mattutino
festevole e mosso a rintocchi. Da quale chiesetta mi giungeva? Non so.
Ma dal suono delle campane la s'indovinava; un luogo tutto di pace, a
fiori, a lampadette, a luci miti, con note d'organo amorose, col
bianco battisterio, coi fraticelli lentissimi e salmodianti in
processione. E forse l'aveva la piazzuola dinnanzi, e la piazzuola
colle siepi di rosai guardava il mare: e le belle fanciulle, sfilando
alla sacra portella, si rivolgevano, pregando e sospirando,
all'azzurro scintillante. E forse anche la brutta che aveva vent'anni
e il _pezzotto_ comperato coi propri soldi, la bruttina sorrideva a
un'illusione.... Oh le campane squillavano annunziando:--Nasce il sole
ed è l'amore del creato!
Al mattino, essendo appena imbiancato il tenebrore dallo schiarirsi
dell'oriente, il mare era placidissimo. Nessuna vela, nessun uccello,
alla spiaggia nessun uomo. La vastissima acqua dava tante e tante
crespature curve sorradenti, che si succedevano soavi e venivano a
morire sulla spiaggia; sembravano ciglia e ciglia aperte alla prima
luce da un dormente stanco d'amore. Le crespature morivano in un
gorgoglio, e questo pareva lamentasse:--Lasciatemi la pace della
notte!--Le ondine facevano una spuma lenta e senza luci: le dicevi
l'ultimo sorso sulle labbra di un voluttuosissimo ebbro.
Se io fossi pescatore, mi sceglierei quella casetta tutta bianca che
guarda il mare, vorrei quella barca impeciata che al sole luccica,
come se fosse d'argento, andrei alla spiaggia, cantando la canzone
gaia e spensierata.


MARINAI.
Spiaggia di Sestri.
I marinai sono macchiette, a vero dire macchione, color carnesalata,
con un grande cappellaccio di paglia, slavato e cotto, e coll'uniche
mutande turchine. _Baciccia, Faccin, Balillu, Néto_.... Sicuramente le
contesse e le marchese ne ricordano tanti, come un dì le matrone
ricordavano, invidiando, i gladiatori.
I marinai sono buoni diavolacci che, tutto il giorno, attendono ai
bagnanti. Si pigliano su in collo i bimbi, a due a due, porgono la
manaccia alle signorine, danno una palmata umida sulle spalle dei
giovanotti, adagiano le mamme sulla sabbia. guizzano coi babbi fino a
un miglio dalla spiaggia per mostrare il faro di Genova che sorge
dall'ondoso piano. E cantano ai bimbi strillanti e promettono una
barca d'argento piena di pesci d'oro. Sorridono alle signorine e
dicono:--Brava!--se l'amara spruzzaglia del fiotto non trovò la
spaurata bocchina aperta. Esclamano coi giovanotti, al confronto della
loro mano bruna colla pelle cittadina:--_Mié: u mainâ a l'hà a
pelle neigra cumme u carbun_...--Incoraggiano benevolmente le
mamme:--_Scignue, nu agé puia: tegnive a mi_.--Con buona
dimestichezza dicendo ed additando:--_Là gh'è a Lanterna: nui
atri semo cumme i vapui de Marseggia che arrivan: femo fume_,--per far
fumo concludono in mezzo all'onde:--_Sciü, me o de un sigaro_?--....
Un sigaro? Oh nuova, direte: tu i sigari li cavi dalle tasche delle
mutande da bagno, belli e accesi? Come c'è la bottega pei delfini?
I veri nuotatori o fumatori li cavano dal cocuzzolo del cappellaccio,
e dal cocuzzolo pure il marinaio toglie lo scattolino degli
zolfanelli.
Rare volte _Néto_ era nel gruppo dei marinai, vestiti dei camiciotti
turchini, a sera seduti sulla spiaggia, tra un cerchio di bimbi
cittadini e qualche fanciulla pubescente, i marinai che raccontavano
le istorie delle conchiglie fine e dei coralli della Madonna. Intanto
l'onda faceva l'eterno rumore: e le donne pensavano all'eterno amore.
La costa era sparsa di lumicini giallosi, la ghiaia chiara, la sabbia
persa e su questa i ciottoli lucenti come pezzetti di specchio. Se
c'era la luna! Luna nuova, luna crescente, plenilunio, luna scema:
tenera, falcata, o tonda, sfumava giù il suo lustrore ed
ondoleggiava nell'acqua cheta o scappava su mille creste guizzanti. Se
c'erano le stelle! A sciami, a sciami gloriavano gli ozi del
paradiso.... Tutto azzurreggiava.... O marchese, o contesse, o
borghesine, seni tutti femminei dolcissimi, che vi gonfiavate,
deprimendovi all'unissono coll'onda!... Tutto taceva sospirando....
_Néto_ passeggiava sul lido, e guardava il mare. Qualche volta gli
veniva dietro il cagnuolo bruno, tristo come lui: qualche volta un suo
fanciullo scempio, un poverino che cercava tutto il dì i ghiaiotti
che gli piacessero e non li trovava mai.
_Néto_ taceva.
Il fanciullo scempio sedeva sbadatamente sulla spiaggia e gettava la
sabbia all'onda. Una volta udii che borbottava a sè stesso:--_Guarda
a mè barchetta, a và cumme u vento_,--e accennava un alcione: una
volta vidi che accarezzava il cagnuolo bruno, e questo lo leccava
sulle mani e sul viso. Povero fanciullo! Forse quella era l'unica
illusione, e quegli gli unici baci!... Lì intorno sorridevano tante
mamme e tanti babbi felici.
Volete sapere l'istoria disgraziatissima di _Néto_?


MARINARE.

Incomincio da te, _Barchetta_....
Forse la barchetta dell'amore, che va e va, colla prora inghirlandata
di fiori, a cielo stellato, a gran notte?
No: avvezziamoci alla prosa della vita e scottiamo le carni al sole
del mezzogiorno. _Barchetta_ è una barcona: la barcona è una
donnaccia: la donnaccia è la maggiore azionista delle baracche a
mare, quella che alla spiaggia reca alle bagnanti le lenzuola, sbatte
ai bagnanti le mutande. La _Barchetta_ ha un volto tra l'allegro e il
traditore, con due occhietti usi a spiare il fondo ai fiaschi, un
collo a crespe cicciose, su un seno affagottato da farla dire mamma di
tutti quanti i marinai, una schiena aggraziata come un barile. La
barcona è una furbaccia, amicissima, prima di tutto, di quello che
ha in tasca, poi de' suoi crediti, poi di quello che vorrebbe avere,
poi del suo marebagno. La donnaccia sacramenta coi marinai quando è
mal tempo, e quando è buono storce gli occhietti fra quei quattro
peli di qua, di là, a sommare gli avventori: ha il saluto per chi
viene alla spiaggia a fare il bagno, non per chi, già fattolo, se
ne va: si dà colle mamme a persuadere i bimbi ritrosi che là
sotto l'onda ci sono i pesci d'oro, e i pesci d'oro alla sera portano
ai buoni un bastimento con tanti marinai, tanti cuochi, tanti cannoni;
fugge le nonne austere che non vogliono bagnare la loro autorità:
porge il cappellaccio e le scarpe alla marchesa: fa la sorda alle
chiamate un po' volgari: promette sempre mare tranquillo fino a
settembre: consiglia il bagno breve, ma la cura lunga: solleva dieci
tele e si caccia, nè insidiosa, nè insidiata, nelle baracche,
vede e non vede....
Ah donnaccia, se sei _barchetta_, hai satanasso in prora: troppi e
troppe, peccatori tutti, colla fantasia venendo dietro a te, si
sentono il sangue dare un tuffo e i nervi un pizzicore. _Barchetta_
diavolessa! Ma che cielo stellato, che gran notte, che azzurro! Prosa,
e sole di mezzogiorno: sollione.
E voi altre, brutte marinare? Nemmeno ricordo come abbiate nome. Tu
che, sorridendo, mi auguravi il buon giorno? Tu che rubavi il
bastimentino a' tuoi bruni bimbi per darlo agli inviziatelli
cittadini, che strillavano a solo vedere un marinaio a schiena nuda?
Tu che coprivi pietosamente col lenzuolo il pieduccio torto a quella
signorina distesa su per la sabbia e vergognosa perchè la sua mamma
la vi teneva a forza?
O buonacce, ricordo che non eravate belle.
Ma, tu, Filomena, vienmi innanzi. Ti porrei un _pezzotto_ bianco sulle
treccie disciolte, ti darei un'anfora di terra e tu la recheresti sul
capo, come una siciliana, contemplerei bene il tuo profilo austero ed
italiano, e ti direi:--Va, bella, va cercandoti un cielo più
ardente.
Ma no! Ritorna ancora e dammi da bere. Ho sete.


IDILLIO.

Spiaggia di Pegli.
Tu come avevi nome? Felice. È tu? Felicissima. O amanti pallidi,
che alla mattina venivate al mare sotto un solo ombrellino, facendovi
vento con un solo ventaglio, sorridendo con un solo sorriso
consapevole, ah! era proprio l'onda che colle sue luci guizzanti vi
aveva abbattuti gli occhi e la ghiaia che vi dava l'andatura stanca,
proprio il vento che vi aveva scomposti i capegli e la brezza della
marina che vi scoloriva i labbrucci? Ah?
O felicissimi, alla sera vi stavate alla spiaggia, seduti in disparte,
su una sola panca, anche su un solo scannello, contemplando il mare,
contemplando il cielo.


REQUIEM.

Pegli.
Sulla strada da Sestri a Pegli c'è un piazzaletto con quattro
robine a ombrello, e in fondo un muro grigio, squallido e graffiato,
con un'antaccia chiusa. Sporgono al di sopra del muro, di lontano, le
alberature nude, le vele appuntate, e le banderuole a fiamma delle
barche peschereccie; di lontano s'ode la voce del mare. Vi è il
cimitero; lì non si strascica vecchia che dica rosario.
Il pescatore che è morto aveva in prora alla sua barca la poppatola
della Madonna, in collo la medaglietta di Savona, dava i pesci di
livello al curato, andava alla chiesa, si segnava colla santissima
acqua del mare. Il pescatore è sepolto tra le quattro mura nella
ghiaia: e d'un remo non si fa croce. La Madonna beve ancora l'acqua
salsa che le fiotta incontro nelle placide mattine di pesca: la
medaglia è giù col morto, finchè fra i ciottoli e il carcame
non la rubi il becchino: il curato ha cambiato il nome dell'offerente,
ma ha l'istessa qualità di pesci. La chiesa ebbe funerali e
battesimi: il mare tante volte con una striscia placidissima, lucente,
appena sfiorò la sabbia, baciando i piedini alle fanciulle che
cercavano nicchi e coralli, e i pescatori dissero:--Domani lasceremo
giù tutte le reti.--Tante volte cogli avanzi del naufragio
voltolò l'onda, fino a vomitare bava nel cimitero, e i pescatori
dissero:--Vento galeotto.
E staccarono le reti tese ad asciugare dal murello squallido,
graffiato: e tirarono su le barche urtandone le poppe, le catene,
senza svegliare i poveri morti.


IDILLIO.

O felicissimi, che alla sera contemplavate il mare, contemplavate il
cielo, ho a dirla?... Quando la filatera dei bimbi chiassosi vi
saltellava vicino, voi vi pigliavate il meno restio, il più bello,
l'elegantissimo, tutto vestito di bianco ricamato, colla fascia di
seta azzurra, il cappellino alla marinara, e col fargli scattare sul
nasino la cassa dell'orologio o col chiudergli di botto il ventaglio
profumato sotto il mento, subito l'innamoravate delle vostre
ginocchia, sì da poterlo baciucchiare e lisciare coll'invidia
più carina. Ho a dirla?
(_Egli_, Gigio Augeri, su quell'orologio aveva misurato un paio di mesi
desiosissimi, senza pace, senza voler più un amico, con una
dolcezza e un tormento solo, dopo che _Lei_, Giulia, su quel ventaglio
istesso, all'ultima festa da ballo aveva fatto scrivere per promessa
una _devise_ col certissimo _toujours_. E Gigio un giorno aveva succiato
un bacio sulla manina paffutella di Giulia, e Giulia aveva sentito dal
geloso gorgeretto per la spina della vita correrle un brivido d'amore.
St, st, st. L'ho detto sotto voce e nessuno ha capito una parola,
neanche quelli che hanno mangiato i vostri confetti, birichini). La
storia è breve: aravate anime gentili: vi amaste: e, grazie a babbo
di lui, a mamma di lei, eccovi i più dolci sposini nell'aspettare
la felicità della felicità.
Dunque il bimbo d'altri era sulle vostre ginocchia, un idoletto su un
altare.
E voi, a due voci:--Bello, bellissimo, a chi vuoi bene? A me o a lei?
A tutt'e due istessamente. Bellissimo, chi sa come la mamma gioca con
te! E il babbo? Ti vogliamo tanto bene anche noi. Danne dieci baci per
uno....E come hai nome?
--Guido.
E qui, alla risposta di quel biondino, ecco il bisbiglio tra voi due:
--Sai, sposuccio mio, Guido è un nome gentile di maschietto.... di
maschietto!
--Perchè sorridi, Giulia?
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia di un'anima - 10
  • Parts
  • Storia di un'anima - 01
    Total number of words is 4466
    Total number of unique words is 1886
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 02
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1854
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 03
    Total number of words is 4605
    Total number of unique words is 1579
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 04
    Total number of words is 4636
    Total number of unique words is 1462
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 05
    Total number of words is 4704
    Total number of unique words is 1517
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 06
    Total number of words is 4661
    Total number of unique words is 1574
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 07
    Total number of words is 4553
    Total number of unique words is 1596
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 08
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1625
    32.4 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 09
    Total number of words is 4444
    Total number of unique words is 1914
    25.3 of words are in the 2000 most common words
    36.0 of words are in the 5000 most common words
    42.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 10
    Total number of words is 4262
    Total number of unique words is 1847
    26.3 of words are in the 2000 most common words
    37.6 of words are in the 5000 most common words
    44.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 11
    Total number of words is 4381
    Total number of unique words is 1861
    29.2 of words are in the 2000 most common words
    41.3 of words are in the 5000 most common words
    48.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 12
    Total number of words is 4371
    Total number of unique words is 2064
    25.2 of words are in the 2000 most common words
    36.9 of words are in the 5000 most common words
    43.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 13
    Total number of words is 4477
    Total number of unique words is 1708
    30.3 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 14
    Total number of words is 4430
    Total number of unique words is 1907
    30.9 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 15
    Total number of words is 4490
    Total number of unique words is 2032
    26.6 of words are in the 2000 most common words
    38.4 of words are in the 5000 most common words
    45.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 16
    Total number of words is 4298
    Total number of unique words is 2073
    27.0 of words are in the 2000 most common words
    38.2 of words are in the 5000 most common words
    45.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 17
    Total number of words is 4410
    Total number of unique words is 1979
    28.3 of words are in the 2000 most common words
    39.1 of words are in the 5000 most common words
    45.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 18
    Total number of words is 4411
    Total number of unique words is 2056
    29.0 of words are in the 2000 most common words
    42.0 of words are in the 5000 most common words
    48.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 19
    Total number of words is 4515
    Total number of unique words is 2003
    28.6 of words are in the 2000 most common words
    41.2 of words are in the 5000 most common words
    48.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 20
    Total number of words is 4433
    Total number of unique words is 1845
    27.3 of words are in the 2000 most common words
    38.6 of words are in the 5000 most common words
    44.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 21
    Total number of words is 3169
    Total number of unique words is 1431
    30.0 of words are in the 2000 most common words
    42.1 of words are in the 5000 most common words
    47.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.