Storia di un'anima - 10

Total number of words is 4262
Total number of unique words is 1847
26.3 of words are in the 2000 most common words
37.6 of words are in the 5000 most common words
44.0 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
--Sempre daccapo a scherzarmi! Perchè?... Ma vedrai, giusto!... Mi
ci metto, Gigio, di puntiglio!
--Magari....
--Scommettiamo, Gigio? Scommettiamo un cavalluccio con quattro ruote
rosse, il primo balocco?
Il bimbo udendo a parlare di balocco, esclama, allargando le
manine:--Per me?
E Giulia:--Sì, caro, anche per te.... Ma, ora che ci penso, sai,
quelle vernici lustre su tanti cavallucci sono avvelenate. No, no: ci
vuol giudizio, noi _mamme_!
Gigio, con un fare impaziente, come se dicesse: «Giulia, sei cattiva,
lentissima e scompiacente,» Gigio, un po' malizioso, spicca le
parole:--C'è tempo.
--E pazienza! Ma scommettiamo?... Stassera non m'hai ancora domandato
che cosa pensi io.... Io penso che.... _dev'essere_ un maschietto--e la
sposuccia, col mignolo nella bocchina, sorride da inviziatella,
simulando un gran mistero: poi da bambina:--_Mi porteranno_ un
maschietto, se avranno un po' di giudizio.... perchè lo desideri
tu, Gigio, perchè lo desidero io.
--Capisci....
--Capisco benissimo.
--Tutti desiderano così: e poi le cose bisogna pensarle,
perchè.... Adesso siamo qui in faccia al mare, ma poi torneremo in
città, e.... E passeranno gli anni, gli anni, gli anni. Ho già
lo studio avviato, i clienti, il nome, sicuro.
--Gigio e Guido Augeri.
--Adagio, adagio.
--Perchè?
--Ma che cosa si è detto tante volte a tante?
--Che cosa si è detto, Gigio?
--Che _le usanze vanno rispettate_, che al primogenito io voglio....
--Vuoi....
--Al mio primogenito babbo vuole si dia il suo nome.
--Perchè lo dici ancora?... Ma.... Guido è un bel nome, e se
è bello, se piace a me, se deve piacere a te....
--Ma non è quello di babbo,
--Ma....
--Non te l'ho detto anche ieri a notte?
--Cattivo, perchè mi guardi così?--e Giulia fa sporgere dalla
gonna un piedino, poi appoggiando sul tacco altissimo a un ciottolone,
lo move febbrilmente, come una linguetta di serpentello tentatore.
--Eccoti imbroncita--disse Gigio torcendo il collo ad un bottone.
Qui un minuto di silenzio.
Ricomincia lei con voce piagnucolosa e compiacente:--Guido è tanto
bello! A dire «Guido, fammi un bacio. Guido, va a scuola. Guido,
scappa i pericoli....»
--Guido! Guido! Guido! uff!
--Sì, sì.
--Mah!
--O Guido o niente!
--Guido, scappa i pericoli! Sicuro: e il maggiore.... quello di
prender moglie!
--Sicuro: certe testoline!... Ma come corri? Già _un figlio che
prende moglie_? Ma sai che...? Non rispondi? Che cos'hai?... Eccoti
imbroncito: a te: alle solite.... bisticciandomi, perchè?... E la
cosa dovrebb'essere tutto affar mio. Lei come c'entra?... (Non
risponde?...) Oh non risponderò più io, quando mi chiamerà:
ed è lui che mi chiama! Ma voglio dire, sì, si: se suo papà
non vuole il nome di Guido, la mia mamma è più buona, e
desidererebbe che il suo nome di Bice.... _Le usanze vanno
rispettate_.... E chissà che, pensando a lei, sempre a lei, con
tutta intenzione, io possa accontentarla.... e pregando la Madonna:
già la Madonna ascolta noi donnicciole, eh?... (Tace sempre!...)
una bambina mi piacerebbe di più, mi farebbe maggior compagnia, una
massaìna, cucirebbe con me e vorrebbe tutto il suo amore alla
mamma, perchè già degli uomini....
--Già.
--E se mai.... Vorrei conoscerlo a fondo quel giovinetto che le
mettesse in subbuglio il cuoricino!
--Oh come? _Una figlia che prenda marito?_
--Già....
E dopo due minuti di silenzio dispettoso, tu, sposuccia, accomiatando
il biondino, senza un bacio, gli dicevi:--Va, e mandami qui subito
subito quella bellissima fanciullina, quella là che corre: la
vedi?... Com'è cara!... Tu va, e mandami lei, di' che l'aspetto, la
desidero, la voglio!
E il bimbo:--Sissignori....
E Gigio:--Sissignora.
Il bimbo, aspettando i confetti, vuol farsi un merito di più e
aggiunge:--Si chiama....
--Come si chiama?--sospira Giulia.
--Bice.
--Oh che combinazione!--diceva lo sposo, mordendosi i
baffi:--L'educazione, le mamme, i capricci, il mare, questi marmocchi,
il matrimonio: cose serie! Credete di mettervi tranquilli e che tutto
vada secondo i vostri desideri?
Mentre la sposa, come una cingallegra, chiacchierava tra sè:--Ecco
che ci penso! Le vestirei un abitino americano scollato, in _bazin_
bianco, a davanti principessa, rigato a pieghettine.... sì o no?...
poi una larga cintura in _surah_ ciliegia, annodata di dietro a lembi
sciolti.... Oh il cappellino? Capellino a tese rivoltate.... Sei qui,
cara, carissima bimba?
Gigio colla punta del bastone schiacciò lì su un sasso una
povera formica, che, cammina, cammina, cammina era venuta in
quattordici giorni da Pegli sin presso allo strascico profumato e
inamidato e frusciante di Giulia.


FANCIULLE CANTANTI.

Voltri.
Questa via discende e non ha fiori: questo crepuscolo infosca ed è
silente. Passate e cantate: passarono e cantarono le mamme vostre,
precipitarono e tacciono: e le nonne e le bisnonne.
Passate e cantate. Avete fiori nelle treccie? Fiori di cimitero. Avete
gaia nota d'amore sulle labbra? _De profundis_.


IDILLIO.

--Tu che vuoi la massaina, tu prega la Madonna a capo al letto, tu
che eri sì divota in monastero--certo così avrà detto lo
sposo, e sarà rimasto tutta notte al tavolo a scrivere lettere al
babbo, avvertendolo di quel desiderio capriccioso della nuorina. Certo
lei avrà disciolte le treccie, pungendosi colle forcelle, avrà
spento le candele della toletta, trovandosi allo specchio brutta e
cattivaccia, avrà tossito per implorare compassione...! Certissimo
sarà nato quel che sarà nato, perchè al mattino alla spiaggia
i due sposini (o amanti più che pallidi!) venivano ognuno col suo
parasole, ognuno col suo ventaglio, ognuno col suo dispetto sulle
labbra.
E andavano nell'acqua restii e paurosi.... Oh vedi! Lei a un tratto si
lascia andar giù, il collo, il mento, la bocchina, con uno sforzo,
giù! fino alle nari! L'acqua verdissima in giro alla testa sembra
stringerla con cerchi d'argento, scoppiano le bolle d'aria
spumeggiando e le crespe dell'ondina trasparentissima svelano le carni
bianche sommerse, con certi guizzi fuggenti!
Lo sposo, gittandosi rapidamente sulla dispettosa, sommove tanto i
fiotti, sì che questi gli nascondono anche gli occhietti semichiusi
e trepidanti. Poverino! Egli caccia sotto le mani e solleva su la
personcina.
Lei, la bellissima, tosse infantilmente, mostra il seno commosso, e
sorride spaurata, tra il gocciare dei capegli e delle mani tersissime,
giunte in atto di chi ringrazia.
--M'hai dato uno spavento!--disse Gigio.
--Oh niente! Non so com'è stato! È niente sai? Per me, per
te.... Ma se m'avesse veduto il mio Guido, allora sì, povero
Guido.... che non c'è!--dice lei.
--Avrebbe pianto colla sorellina.... che anche lei ci
sarà--aggiunge compiacente lo sposo.
--Guido e Bice?--conclude la sposa:--facciamo la pace.
Uno per uno: non c'è che dire. Ma si accontenteranno quegli
sposini? Amoroso, amorosissimo idillio!


FANCIULLE MESTISSIME.

Spiaggia di Cornigliano.
--Da dove venite?
--Dalla marina.
--Lavaste i pannicelli?
--No.
--Calaste giù nell'acqua fino alle ginocchia, gaie bagnanti?
--No.
--Tuffaste i fratellini nell'onda?
--No.
--Aiutaste i babbi a tirare in secco le barche?
--No.
--Recaste a casa le reti, le vele, i remi?
--No.
--Oh che faceste?
--Aspettiamo.
--Perchè?
--Speriamo.
--Fanciulle mestissime, non invidiate le fanciulle cantanti. Per esse
e per voi questa via discende e non ha fiori: questo crepuscolo
infosca ed è silente.


MATTINA.

Il mare, il cielo, i monti, tutto è d'un azzurriccio-perla.
Una barca peschereccia da prora a poppa è ninnata bel bello, come se in
essa stia assopito un bambino inviziato al petto della nutrice. Non ha
vele, nè remi: la linea di sommersione è quasi fosforescente: dal bordo
filettato di luce vien giù la catena dell'ancora a perdersi nelle smorte
profondità, colle anella pallide, intorno a cui danno del muso i pesci,
s'appiccica qualche floscia medusa, e si gonfia alternamente l'onda. Il
catrame spalmato, il legno stillante di globulini d'acqua, il ferro degli
attrezzi riflettono l'azzurriccio-perla. Fumiga in prora un lampione
spento, con una striscia nerastra e grassa che si sfilaccia su nel freddo
aere...
Dal fondo della barca si è svegliato il pescatore, e sorge anche la
sua donna: serenarono felici; lui, attuffato nel sonno; lei
dormicchiando a gomitello.
O fanciulla, fanciulla, mia bionda fanciulla! Quand'io, melanconico e
sorridente, vorrei dirti:--Vieni al mare! Ti mostrerò il cielo su
cui si smorzano l'ultime stelle, e tu mi dirai le tue poesie d'Iddio e
dell'amore!--in quell'ora in cui il tremolio antelucano dei colori
aperti bacia nell'anima i desideri castissimi, il pescatore grida alla
sua donna:--Su, rappezziamo le reti.--S'ella si stropiccia gli occhi,
egli, scherzando, le tende le manacce: sulle palme luccicano le squame
dei pesci: ecco un cielo stelleggiato: sulle palme contando i soldi,
n'andranno le squame; ecco l'alba....
Nella barca si drizza uno stendardo di reti: le maglie rossastre
dondolano fiaccamente sulle sfondo de' monti, del cielo, del mare,
tutto d'un cangiante celestognolo che ai primi raggi si spolverizza
d'oro da ventiquattro carati....


MEZZOGIORNO.

Vado.
--Bisogna metter giudizio, figliuolo caro, e.... almeno almeno, mi dico
io, visitare i Rr. Pp. Scolopi di Savona.--Sì, sì, quando ci ritornerò:
ora a Savona ho date le spalle, sono ad un'osteriuccia di Vado, dove
aspetto l'_omnibus_ che mi faccia viaggiare verso il formidabile capo di
Noli. Sì, sì.... Oste, o l'oste, dammi un bicchierino!
Sono a Vado: _Vada Sabata_, _Vada Sabatiorum_, o _Sabatium_, _Sabata_,
_Sabatium_. _Sabatium_ era costrutto sulle falde del monte: al basso
appestavano l'aria le tristi paludi. Sia che il mare si discostasse dalla
spiaggia, depositando un guanciale arenoso, sia che Adriano o Antonino o
Augusto quivi dessero mano a lavori suntuosi per continuare la strada
Emilia Ligustica, il fatto è che la città s'accomodò sul lido, prese il
nome di Vado, crebbe, si stemmò poi colla mitria arcivescovile e....
Ho dimenticato qualcosa pel mio professore dagli occhiali d'oro, che
mi tiene la sua santa mano in capo?
No: il latino c'è: Bruto che scrive a Cicerone, parlando dei _Vada
Sabatiorum_: «_Constitit nusquam prius quam ad Vada veniret, quem locum
volo tibi esse notum. Iacet inter Apenninum et Alpes impeditissimus ad
iter faciendum._»
* * *
La costa di Vado mi appare arsiccia. Sotto quest'ora prossima al
meriggio, tra i visacci bruni che popolano l'_omnibus_ (tutti visacci!),
sporgendo il capo da una finestretta, nel polverone, vedo qualche
palma che si allunga e si strataglia sulle nubi focate, sorgendo tra
mezzo a casette calcinate dal sole, e poi nelle lande ferrugigne qua e
là delle grandi fornaci che mi sembrano moschee, dadi stracotti col
cupolone di creta. In fondo, alla spiaggia, i colori più caldi sono
come ruvidamente tagliati fuori dal quadro da una spranga di turchino
buio, azzuolo, più che azzuolo, dal mare che a st'ora addensa un
colorone, quale non è su alcuna tavolozza.
Davanti a questo spettacolo non c'è pace, non c'è ammirazione.
No: l'anima mia s'ammala di desideri, e, ferventissima e
impotentissima, ribolle e si spossa d'inutili sogni. O mare! o cielo!
o sole! E voi, _Aquiloni_ della Grecia, _Marôut_ dell'India, _Keroubim_
della Giudea! O vento del Gulf Stream, vento elettrico del Giappone,
vento dell'equatore, _pampero_ del Chilì, _harmattan_ dei Cafri! Mare,
dove ti perdi? Tu, cielo, quanti dii alberghi, all'insegna del sole,
delle stelle e della luna piena?... Voi, venti, quante preghiere
dissipate nella pazza vastità degli spazi?
Vorrei sedere alla spiaggia.... e vorrei credere.... e volare e
salire....
Oh chi sale l'_omnibus_?
La marinara col guarnellino di telaccia gropposa.
* * *
Vorrei credere?... Credere?... Mi sento in capo il turbante che mi
stringe i polsi.... Chi m'ha fatto mussulmano?
Al mattino saluterei il sole che m'arde le carni: il mezzogiorno
l'udrei bandito da un pinnacolo della moschea: e la sera.... Se alla
sera fossi ancora alla spiaggia, colla fanciulla dai nerissimi
capegli, pregherei il mare che mi strappasse anche il corano e le
speranze! Tuffatevi, Uri, tuffatevi: se m'aspettate oltre tomba,
avvinghiandomi, fareste crecchiare un bel carcame!
* * *
Che aria arroventata! Che colori taglienti! Che scabbia m'ho
indosso!... Dove sono i miei acquerelli? Vorrei stemperarli nel
_rhum_!... Intanto vi racconterò un'istoria, intanto che l'_omnibus_
trotta, trotta, trotta. La racconterò a te, bronzina marinara. E ti
guardo!... Devi sapere che da noi, nelle città fredde, dove si
vestono i velluti e le pellicce, si usa leggere dei libri di poesia
stampata, e si fanno dei versi per una fanciulla. Oh! le fanciulle
sono smorte, clorotiche, pensose, quando escono di collegio. Noi
giovinotti per loro... per loro! diventiamo smorti, poeti e
sospiriamo! C'è un amore, un perpetuo crepuscolo, che dicono....
che dicono.... ah platonico!... Tu non sai, marinara brunetta?... Ti
dirò che una fanciulla bionda, la mia fanciulla che mi cantava le
poesie d'Iddio e dell'amore, m'ha fatto piangere, e m'ha ammalato a
letto. Mi offriva vaniglie, viole del pensiero, versi francesi, e
sorrisi da santa Cecilia l'organista.... O marinara brunotta, sai che
ti guardo e ti guardo!... I miei colori sono sbiaditi per il tuo
ritratto. Dammi i tuoi: il nero de' tuoi capegli, la bragia delle tue
carni, il verde-abisso delle tue pupille... Tu vuoi scendere
dall'_omnibus_? Vengo con te! Andiamo sotto una palma. È troppo
vicina a casa! Andiamo alla spiaggia. Insegna la strada a un povero
forestiero. Andiamo alla spiaggia, o che ti strappo il guarnellino!
Mi pare d'essere alla spiaggia... Sì o no?.... Il mare!... Venite,
o poeti, giullari dell'ignoto: venite, o filosofi, perpetue gocce, che
_non cavant lapidem misterii_: sibille, ossessi, dogmatici, pittori,
idealisti, realisti, ed ubbriachi... No! nessuno di voi venga: di
nessuno ho bisogno per abbuiarmi la mente: è già tutta una cappa
di caligine: le vostre lingue di fuoco, passandovi, v'hanno lasciato
un negro bacio. Facciamo un falò di tutte le bugìe delle scienze
e dell'arti: sarà il faro a chi viaggia sull'immenso mare. Quanta
vanità!
Il mare!... È bello: ma a lui tendo le braccia invano. È
infinito: là, là, sempre là, là, non c'è l'amore, ma la
schiuma e l'amarezza: in fondo? giù? Mostri, schifosi polipi,
ossame e putridume... O marinara brunazza, lasciami giù vedere la
medaglietta che hai in seno. Ami tu le stelle? Nessun poeta ha potuto
infilzarle per farne una collana. Ami tu l'alba? ami le tinte
azzurrine-perla? Non reggono alla lascivia.
Ma guarda che mi vien da piangere!... Stamane l'ho veduta una certa
marina, ma ero solo. Adesso sono con te. Su, su, allegria! E tu
cantami, chè voglio essere assordato, tappami gli occhi, rubami
quel libro di poesie e di sorrisi... Mare turchino buio, azzuolo,
più che azzuolo: tinte ubbriache.... Tace anche l'onda... Tu canti:
_Lauda, Saona, lauda Dominum.
Viri Vadi fundaverunt eam
In tempore dispersionis eorum._
Ma come stridi, marinara, che ti sei fatta mesta? Questo è latino
di chiesa? Canti così? Sei consorella? Non voglio più sorelle!
Cambia tono, e vinci la tinta del mare colla voce.... Musica e
pittura!... Voglio la canzone che canti con tutti i pescatori della
spiaggia! Non sono, ve', geloso per una femmina!?
* * *
--Dove vai?--grido io spaventato:--Mi lasci proprio adesso?--Mi dia
il mio guarnellino--gridi tu.--Dove vai?--È mezzogiorno: vado alla
fornace.--Alla moschea, là?--Sì.--Chi c'è?--Il mio babbo.--Le
Uri non hanno babbi....--E poi pensandoci: e sono tutte bianche, e
vogliono guanciali con piume di cigno e non ghiaia, sigarette
muschiate non pipe, e pascià.... non scolari di Scolopi....
Se alla sera fossi ancora alla spiaggia colla fanciulla nerissima,
pregherei il mare che ci sguazzasse un po'. Che sbuffi da cratere! Che
luna color di rame! Che bruciaticcio di fornace!
Oh poveretto me! non ho abbozzato una macchia: il mare avvalla, la
spiaggia si slontana.... Dove sono? A chi racconto la mia istoria
platonica? A chi comando un altro bicchierino di _rhum_?
Ahi!... ahi!... ahi!... Che altalena è questa?
* * *
Poscritto. X luglio. Vado.--Scrivo colla mano sinistra, perchè la
destra l'ho trovata avvolta in una benda di telaccia gropposa. L'oste
mi dice....
Non capisco quanto tempo è passato: capisco però che è sera.
L'oste mi dice che non ho pagato il mio posto nell'_omnibus_: sono
disceso, cioè, sono cascato, perchè sento anche le due ginocchia
ammaccate e non trovo più l'albo. E mi vedo in conto, qui
all'osteria, _rhum, rhum, rhum_.... Che diamine! Sotto questo sole di
mezzogiorno il bevere così è cosa pazza da far commettere colpe,
altro che acquerelli!
Ho perduto l'alba. Buon per voi: c'erano dei grandi foglietti
platonici.


SERA.

Vi è un'ora in cui la spuma del mare si fa cinerea, pare densissima
e senza luci.
È questa in cui io giaccio alla spiaggia su una lingua di sabbia.
S'io mi adagiassi supino, sentirei il capo profondarsi lenemente, e
forse qualche onda, s'io allungassi le braccia in croce sul dolce
declivo, verrebbe a intepidirmi le mani.
In questa soavissima postura, con voluttà i capogiri mi farebbero
provare quella sensazione unica--come se l'anima fuori uscisse dal
corpo oscillante e anch'essa si dondolasse sull'acque.... È uno
scherzo? un'illusione? Non so. So che realmente c'è un riposo, un
oblìo, una cupidità di pace, un finire stanco dopo tante
battaglie. Se il vento sperdesse l'anima sui colmi dell'onde, se i
minimi rimasugli vanissero all'infinito!... Non è la morte, non
è la distruzione, non è il funerale! Senza cataletto, senza
chiovi e segatura, senza la marmaglia dei parenti, le torce, le
portinaie e i numeri del lotto! Mormora il mare d'intorno: e sopra
l'altissimo cielo fonde gli azzurri...
Pace, pace: nulla sul mare, nulla in cielo: non una barca favolosa che
raccolga l'anima pellegrina per portarla a nuovi lidi, non l'angiolo
sognato che aleggi per me... E perchè mai? Qual fanciulla
piangerebbe?... Nulla sul mare: nulla vi è in cielo. Vorrei
morire....
L'alga, dolcemente sospinta dal fiotto del mare, venne, venne, venne,
e fu portata alla spiaggia. L'alga s'illanguidì e disse:--Nella
solitudine è la pace. M'era stato prescritto un viaggio dal
destino; io non mi affrettai: non avevo vele, nè remi; io sono
giunta.
Il mare finisce con una lista nera di lavagna: l'aere giallo-infaonato
al basso si colora d'un riflesso di luci crocee, all'alto si stinge
nella dispersione dei cieli.... Sulla spiaggia l'onda insurge: il
mostro d'acqua è sudicio, oscuro: solo la cresta arruffata stacca
sull'orizzonte e riceve l'ultimo lume del giorno: le lame si
rincorrono sulla ghiaia, sovrapponendosi coi cumuli di spuma
ribollente, formando quasi i mutabili scaglioni di un'amplissima
scalea....
L'onda culla i miei pensieri: l'onda rotola un cranio.


NOTTE.

Pegli. _Hôtel Gargini._
--Ed ora, signora marchesa, le schizzerò il figurino per la festa
da ballo dell'_Hôtel de la Mediterranée_. Festa di beneficenza,
già s'intende. La duchessina avrà trentamila lire in diamanti:
la baronessa in abito di taffetà brillante verde-luce...
--Nel campo della moda nulla di nuovo. È molto se le signore
stesse pensano all'_avvenire:_ le opinioni di quelle che fanno legge in
materia di toletta sono così _contradditorie!_
--È vero!
--Così _contradditorie_ in questo momento ch'è impossibile di
riassumerle.
--Impossibile!
--Una grande battaglia si combatte fra le gonne lisce e le
tuniche....
--Dunque? Senta, marchesa: una guarnitura in luppolo rosato, con
fogliame verde, ch'è una meraviglia, la pingo sopra un abito di
tulle bianco o bleu pallido...--e via discorrendo, disegno la gonna
lunga davanti, non osando in faccia a lei accennare quella moda
insidiosissima....
--Che ora è?--dice lei.
--Dodici ore.
--Di già? Scusi; sono stanca e mi ritiro.
--Marchesa....
--Felice notte.
--Marchesa! Marchesa! Chi non la vede? Lei è una bellezza fresca,
rosea, inzuccherata.
Dal salone dell'albergo, cui corrisponde la sua camera, sento la sua
gonna frusciare elettricamente, sento il suo uscio richiudersi, sento
per un pezzo i suoi passolini. La cameriera infine reca fuori gli
stivaletti, alti, traditori, tepidi, e li lascia proprio sulla soglia.
La fanciulla del mattino fu un sogno, quella del mezzogiorno un
delirio. A sera ho desiderato di morire: a notte?
La cameriera dalla stanza reca fuori le profumate biancherie, un
nuvolo di trine, pieno di lampi.
--Felice notte!--mi dice anche lei, con un certo sorriso.... E
quand'io mi levo dal tavolo, vuole accendermi il lume.


VIRGO POTENS.

Monti di Sestri.
O chiesina, se in te prega a quest'ora la giovinetta montanara, fa
ch'ella sorrida guardando il bambinello della tua Madonna! O chiesina,
che sei detta di _Virgo Potens!_
Passato per lungo il borgo di Sestri, io mi incammino sulla viottola
montana a tondi ciottoloni, tra i bigi murelli delle vigne sprazzate
d'ombre tremolanti, fra le gioconde trasparenze del fogliame delle
viti e i frastagli pallidi degli ulivi mestissimi: vedo i sentieruzzi
fra le siepi verdeggianti che strisciano giù giù alla valle, o
che cogli scheggioni lucenti s'inerpicano alle case nascoste
ritrosamente fra i macchioni dei querciuoli. Giungo all'acquedotto
colle stillazioni bisbiglianti: ed ecco il mulino. La scabra facciata
ha gli arcucci soffogati, la portella infarinata, e giù in fondo a
questa nella fresca semiluce il tranquillo girare delle ruote
goccianti: ha la finestra bianca coi garofani della molinara, i
mattoni a mezzetinte sudice, il fumaiolo coi due tettucci fuligginati.
O Santa Madonna, che ti stai dipinta sotto la gronda, tu cadi a poco a
poco! Le rondinelle a beccate godono di tue scalcinature: le
rondinelle fanno le nidiate: o santa Madonna, benedici le nidiate e
avrai vespri e mattutini di innamorati... Ti saluto e passo: passo
sulla stradetta che si schiara al sole più gaio che batta di luglio
sui ciottoli bianchicci: nè più vi sono murelli a destra, nè
a sinistra: ma invece là il bosco che va su con dolce pendìo,
qua la valle e il monte opposto: e vedo le casette arrampicate, coi
tetti di lavagna, sfacciatelle ed avvistate, come alle feste i
_pezzotti_ delle tue donne, o riviera genovese; vedo le muriccie
sgrigiate, diritte, a rustica scalea, e sopra, i festoni delle viti;
le brigatelle di palazzine e i romitorî dei vignaiuoli; i prati
coll'ombre sparse dei mandorli e dei ciliegi, i colti allistati, gli
orticelli copiosi, i giardini variopinti; vedo le chiese tra le nebbie
azzurricce del mattino, come tra gli incensi, le cappellette, su,
quali pecore sbandate, sul ciglio della frana squarciata nel monte, a
segnare la via al santuario. O santuario sull'estremo cocuzzolo del
Gazzo, che di giorno vegli la vallea collo sfavillar della tua
crocetta, e che di notte vegli sonnecchiando col lumicino minutissimo,
se in te prega a quest'ora la monachina bianca, fa ch'ella pianga,
guardando il bambinello della tua Madonna!... Io ti saluto dal mio
sentiero e passo: cammino, sorrido, e vengo a te, melanconica chiesina
delle sante litanie. Hai la gradinata su cui la vergine molinara
ascende col libricciuolo nelle mani, col marinaio in cuore: hai la
piazzuola col parapetto a sedile, da dove i giovinotti guardano
innanzi la vita, sperando: hai la salita coi mattoni a spinapesce e i
filari dei cipressi, sulla quale i vecchi la guardano indietro,
invidiando. Andate, andate alla chiesina: voi ci vedete la bara:
costoro che vengono dopo ci vedono il battesimo.... O bella gradinata!
o bella piazzuola! M'affaccio dal parapetto e contemplo.... Il mare!
giù, oltre la valle, come una fascia scintillante tra i vani delle
case Sestrine, tra gli scheletri dei bastimenti su pel lido, tra il
fumo delle incessanti officine. Oh mare d'acqua benedetta! Insidiosa
d'ozi e d'amori, bellissima riviera genovese!
Anch'io ascesi la gradinata, mi fermai sulla piazzuola, anch'io venni
su per la salita alla chiesina del marinaio.... E vidi i voti: chi
v'appese un nastro, chi una corona, chi un rozzo bastimentino, chi una
fune, e un pezzo di vela....
Anch'io pregai: anch'io vi posi un fiore....
* * *
O _Virgo,_ hai le _virgines._ Sei chiesuola tutta bianca, a battenti
spalancati, con note d'organo dolcissime. Siete monachine vestite di
nero, avete nero cappuccione che vi cela il volto, sfilate silenziose
dalla porta segnata di croce alla chiesuola.
O monachine, io entrai sotto l'androne freddo del vostro monistero, e
vidi una finestretta e su quella era scritto _Parlatorio_. Oh con chi
parlate?
Giù alla spiaggia cocente, alla palizzata che chiude il bastimento
in costruzione, vidi una fanciulla bisbigliante ad una fessura. Era la
marinarina: e fuggì e riprese ad empirsi il grembiale di scheggioni
di legno. Su quella fessura non era scritto _Parlatorio_. Oh con chi
parlava?
* * *
Stando io sulla piazzuola e guardando innanzi, vedevo in fondo alla
portella paonazziccia per l'incenso un lumicino, e guardando indietro,
indovinavo nella zona nebulosa, che a sera fonde e mare e cielo, un
altro lumicino.
O monachelle, io penso che, dal chiostro passando alla chiesuola,
nelle stellate notti primaverili, io penso che a tante di voi, tra le
lagrime di consunzione, nella preghiera inavvertita e confusa nel
canto delle compagne, collo strascico delle tarde litanie, il vostro
lumicino dell'altare parve la piccolissima facella accesa dal
pescatore a sera, quando voi, gioconde marinarine di un dì, candide
e furtive nuotatrici dell'ora bruna, avevate la croce al collo e non
sul cuore, croce d'argento e non croce di spini: la facella spiata
nell'attesa soavissima e impaziente!
O pescatori, io penso che il vostro lumicino di prora vi fa pregare ed
è come posto dinnanzi ad un altare, se la barca è drizzata al
paesello, alla casuccia, forse alla finestra di lei, se il tuffo
ninnante dei remi, al sussurro sospiroso del mare spianato,
s'accompagna alla canzone che non suona, ma che blandisce il desiderio
della fantasia.
Se voi, monache, se voi, pescatori, siete vecchi, non va disperso il
mio pensiero. Non l'ho avuto per voi.
* * *
La campanella di _Virgo Potens_ non suona mai da morto! Non dice
mai:--Don, don, don. Vedi: pel funerale lo scaccino moccioso apre
l'armadio rosso di sacristia e contempla le torce, pensando che la
provvidenza dei poverini, mandando una giornata ventosa, farà
stillare giù le grasse goccione di provento. Vedi: suora Brigida e
suora Agnese fanno ronzare i vetri grigi della chiesa, strascinando le
due panche, il seggiolone e i quattro candellieri di ferro. Suora
Lucrezia sbatte la bianca coltre polverosa sull'erba delle quiete
tombe. Suora Maria nell'orticello ha già colto i fiori ch'erano per
l'altare bianco, e suora Margherita sul leggìo dell'organo ha
già aperto la musica del _de profundis._ Vedi: le novizze nel
corritoio si bisbigliano. «Quella nostra povera compagna l'aveva nove
Madonne benedette nel libro della messa, e a capo al letto il san
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia di un'anima - 11
  • Parts
  • Storia di un'anima - 01
    Total number of words is 4466
    Total number of unique words is 1886
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 02
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1854
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 03
    Total number of words is 4605
    Total number of unique words is 1579
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 04
    Total number of words is 4636
    Total number of unique words is 1462
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 05
    Total number of words is 4704
    Total number of unique words is 1517
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 06
    Total number of words is 4661
    Total number of unique words is 1574
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 07
    Total number of words is 4553
    Total number of unique words is 1596
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 08
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1625
    32.4 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 09
    Total number of words is 4444
    Total number of unique words is 1914
    25.3 of words are in the 2000 most common words
    36.0 of words are in the 5000 most common words
    42.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 10
    Total number of words is 4262
    Total number of unique words is 1847
    26.3 of words are in the 2000 most common words
    37.6 of words are in the 5000 most common words
    44.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 11
    Total number of words is 4381
    Total number of unique words is 1861
    29.2 of words are in the 2000 most common words
    41.3 of words are in the 5000 most common words
    48.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 12
    Total number of words is 4371
    Total number of unique words is 2064
    25.2 of words are in the 2000 most common words
    36.9 of words are in the 5000 most common words
    43.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 13
    Total number of words is 4477
    Total number of unique words is 1708
    30.3 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 14
    Total number of words is 4430
    Total number of unique words is 1907
    30.9 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 15
    Total number of words is 4490
    Total number of unique words is 2032
    26.6 of words are in the 2000 most common words
    38.4 of words are in the 5000 most common words
    45.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 16
    Total number of words is 4298
    Total number of unique words is 2073
    27.0 of words are in the 2000 most common words
    38.2 of words are in the 5000 most common words
    45.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 17
    Total number of words is 4410
    Total number of unique words is 1979
    28.3 of words are in the 2000 most common words
    39.1 of words are in the 5000 most common words
    45.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 18
    Total number of words is 4411
    Total number of unique words is 2056
    29.0 of words are in the 2000 most common words
    42.0 of words are in the 5000 most common words
    48.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 19
    Total number of words is 4515
    Total number of unique words is 2003
    28.6 of words are in the 2000 most common words
    41.2 of words are in the 5000 most common words
    48.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 20
    Total number of words is 4433
    Total number of unique words is 1845
    27.3 of words are in the 2000 most common words
    38.6 of words are in the 5000 most common words
    44.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 21
    Total number of words is 3169
    Total number of unique words is 1431
    30.0 of words are in the 2000 most common words
    42.1 of words are in the 5000 most common words
    47.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.