Storia di un'anima - 13

Total number of words is 4477
Total number of unique words is 1708
30.3 of words are in the 2000 most common words
42.9 of words are in the 5000 most common words
50.1 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
minuto, e la bocca coi barbigi arsicci ad ogni secondo schioccante di
bestemmie: le bestie poderose colla gran placca sulla fronte, a
protettrice la Madonna, col campanaccio e i pendagli: le carra, a
ruote di cannone, trabalzanti sotto un monte di barili, di sacca, di
legname, di balle, o che altro. E un carro, e due, e tre, e sei, ed
otto... La processione senza croce, ma coi moccoli! Bisogna dirlo, pel
mulo, è regola genovese, un santo tirato giù di paradiso è un
pungolo alla groppa.
Oh come io studiavo le facce! Faccie biscagline, faccie castigliane,
faccie senza battesimo: e tutte alla golaccia avevano il capestro; no,
cioè le cordicelle colla santa medaglietta di Savona.
Perdonate: chi mi bisbigliava è quel curato colla veste colore
abete, e proprio resinosa, col tricorno a cordicelle allentatissime,
colla faccia non da benedizione, il quale curato da questi mulattieri
non si ha altro che qualche gomitata, e non ascolta che litanie non
canoniche. So che costoro hanno la fermata all'osteria e non alla
chiesa, so che anche a notte l'eco dei cimiteri in suono d'ossa
sbatacchiate su per le croci di legno ripete lo scoppiettare dalle
loro fruste, so... E che cosa so? Niente: che passavano e passavano e
passavano, macchiette variopinte, sullo sfondo della vallata, che mi
tiravo da banda al tempestar dell'unghie dei muli, che qualche volta
in cuor mio dicevo:--Buon viaggio!
E se ancora passate, passate, passate, metteteci un po' di garbo ad
avvisare le signorine: e del resto, buonissimo viaggio!


L'OSTERIA.

E l'osteria di solito è posta al canto della via principale e di un
tragetto: quella fornisce i bevitori mulattieri che si assetano sulla
strada da Savona a Genova; questo che fra due murelli d'orti va al
mare, dà i pescatori e i lavoranti del cantiere. L'insegna è
dipinta d'azzurro, e non c'è nome d'oste o di vedova che lì non
s'abbia il suo battesimo popolare. Chi entra deve guardarsi dalla
focaccia gialla-unticcia, che odora su un gran piatto di peltro, e dal
barile sgocciolante, ritto in piedi, coperto di frasche di vite, e
fatto tavolo a sette od otto mezzine di maiolica dipinta. Pareti a
tutte tinte, dalle sudicie alle aerine, come le tavolozze
dell'avvenire; pancone a gambe divaricate: sfondo di sale e sale a
parate grigie di ragnatele. Chi amasse poi lo studio degli accessorii,
vi trova la lampada di ottone coi quattro becchi, la statuina del
Ballila, sul muro gli ultimi numeri estratti al lotto di Genova
scarabocchiati a carbone, ai vetri le sfogliacce a tenda, alla
soffitta negra e rognosa il finestruolo per spiare giù.
Nella strada cresce un remore di sonagli e di zampe e di ruote, cresce
e poi s'arresta.... Ecco entra nell'osteria un mulattiere col
camiciotto sudato, colla frusta in collo, colla destra mano che
suffrega le labbra bruciate. L'oste non c'è. Il mulattiere leva la
voce ed incomincia:--Per Dio Sacrrr....!
Il curato che passa davanti all'osteria guarda la bestiaccia (non dico
il mulattiere), e fa il suo conto:--Un mulo come questo vale una
parrocchia di montagna.


I MONTANARI.

Venivano giù per le stradette colle corbe piene di frutta, colle
ceste del pollame, col fascio di fieno, colla sacca infarinata. E
quello aveva la berretta rossa e lasciava nei passi soleggiati una
fragranza dolce di prugne e di pesche, come maturate nelle stufe: e
quello un pezzotto di vela incatramata e ad ogni brusco sasso eccitava
il canto mattiniero del gallo imprigionato: quello si nascondeva sotto
sotto e scendeva con fruscio fra i murelli e fra le siepi: e quella
berretta bigia veniva giù fra un polverio, come una Dea fra le
nebbie. E c'erano i fanciulli cantacchianti e i cagnuoli a mozze
orecchie e coda ritorta, i cagnuoli d'avanguardia.
Venivano giù dagli orti fecondi, rigati da cannuccie bianche a
sostenere le viti: dalle case fatte di pietra accostate senza calce,
angolose e bige: dai pratelli stesi sul declivio, come tanti rappezzi
sulla vesta arsiccia della montagna, arsiccia e stracciata dalle rupi;
dai molini stillanti, dove le paie delle ruote avevano i bei riflessi
lucenti d'azzurro girando all'insù, dove fuggendo giù si tingono
di verdemare, sommovendo l'acqua.
Amo i vostri orti, e le case, e i pratelli e i molini: non amo i
vostri cimiteri. Invidiate il marinaio: l'ossa sue, rotolate nei fondi
glauchi, hanno posa di quando in quando, cullate dalla voluttuosissima
vegetazione del mare: le vostre si corrodono tra gli scheggioni quelle
non pagano il nolo della requie; le vostre su un bisunto libriccino e
sul cartone dell'_offitium_ hanno fatto notare:--_soldi trenta_.
Ma voi avete, montanari, la bianca chiesuola delle sante litanie e per
me le litanie sono tutte un canto d'amore.


INFELICISSIMO.

Sorridevano gli sposini, sorridevano le fanciulle, sorridevano le
mamme.... Quel povero infelice che aveva deforme la persona,
sospettosamente passava tra gli allegri bagnanti, e cercava la
spiaggia deserta e sedeva di faccia al mare. Era un amore il cielo:
era un amore il mare. E l'infelicissimo sentiva che le stelle
scintillavano nell'anima della notte con palpito di soavità,
sentiva che il fremito delle onde era un sussulto della vita
universale della natura, si sentiva parte dell'infinito Amore.... Non
gli sorrideva la donna.


BUONA VENDEMMIA! BUON RIPOSO!

Vidi al davanzale di una finestra una bottiglia in cui era piantato un
tralcio di vite: questo, rigogliosissimo, aveva tanti e tanti
grappolini verdi.
Il bimbo che mi era insieme:--Qual è il paese, mi disse, dove ci
son gli ometti così piccoli da fare la vendemmia alle pergole come
quelle lì?
O Madonna! che cosa avrei dato per essere come lui, per potergli
rispondere da pari a pari:--Quello dove gli sposini s'addormentano
dentro un bottone di rosa.


LAGRIME E SORRISI
A mia sorella nel giorno dei morti,
2 novembre 1873.

Meditai, cercando la solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di
un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo
nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'aver pensato a
qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i
miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che
resterà di queste pagine?
* * *
Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un
rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso
tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre
sorella alla carità da farsi.

Ama chi sorride e non chi ride. Ricordati che il sorriso è raggio
d'alba nel crepuscolo della meditazione, che il riso è lume vulgare
in una lucerna di terra; l'alba è foriera del giorno sempre: la
vile lucerna un dì o l'altro si spezza.

La musica è l'arte gentile, la primigenia figlia del cuore umano,
nata col primo amore, col primo dolore.

La speranza fu data al cuore dell'uomo, come ai giardini il fiore. Ma
qual è il fiore che sempre mantenga la sua freschezza e il suo
profumo?

Ama la solitudine. Siccome tra il silenzio dei boschi puoi nel
crepuscolo intendere il suono soavissimo delle campanelle lontane,
così nella pace del cuore potrai sorridere all'armonia dilungantesi
de' tuoi ricordi.

Gli occhi stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella
contemplazione del cielo.

Se l'anima tua è un tranquillissimo ruscello che scorre dall'alto
tra due rive di fiori, perchè sempre rifletta il colore del cielo,
prega che i fiori non diventino alberi, e gli alberi non facciano
bosco. Parlo di quei fiori che hanno profumi fugaci.

Se l'anima tua è un'onda tempestosa, non disperare che si franga nel buio
per sempre. Prima di rotolare agli scogli drizza la cresta possente, e
più è furiosa, più è illuminata dai lampi dell'uragano.

Se saprai amare, saprai pregare,

La mente cerca senza trovare nei labirinti della filosofia: il cuore
trova senza cercare nel giardino della giovinezza.

Tutto finisce! Anche il dolore: e la pianticella che dedicasti alla
requie di un caro un giorno schiuderà il fiore che offrirai a un
carissimo vivente. Tutto finisce!

Sia costante la tua volontà nell'operare il bene: se ad esso non
puoi spingerti col volo robusto dell'aquila, abbandonati collo slancio
placidissimo della colomba.

Ricordati: medita la vita di fronte alla morte. Vedrai quanti
pregiudizi, quante paure, quante viltà svaniranno in faccia alle
croci: di quell'esosissimo giogo di delitti contro-coscienza complici
sono i vivi, liberatori i morti. Prova l'anima tua, affacciandoti
sull'orlo di una fossa scavata, non curvandoti dinanzi al disprezzo
della società.

E se la vita è una comedia, perchè non a tutti gli attori fu
data la maschera?

E se la vita è un pellegrinaggio di fratelli, perchè la meta a
tutti non è mostrata collo stesso raggio d'intelligenza?

Il filosofo tracciò sul cranio dell'uomo le cifre che segnano nel
cervello le facoltà della vita: il teologo notomizzò l'anima e
credette trovare i peccati capitali e le virtù: il materialista
rise di tutto. Quanto è più potente l'amore! La parola t'amo
è la sintesi imperiosa di tutte le virtu, di tutti i peccati:
l'amore di Beatrice fece immortale il genio, l'amore di Cleopatra fece
immortale la vergogna.

Ama chi piange. Ricordati che le lagrime sono il battesimo della
virtù.

L'arte è la grande arpa a innumeri corde, l'arpa del cuore, cui
corrispondono i suoni del creato: è l'immenso prisma che svela i
colori della luce. Fremano adunque le note al tocco il più santo:
brillino le iridi al raggio di sole il più puro.

Piangere a un'armonia, è sorridere agli angioli.

Se la stella dell'amore brilla sopra un cranio, io credo che anche le
mascelle, che paiono spolpate per ghignare all'uomo col cinismo del
materialista, possono sorridere a Dio col sorriso della fede.

La monachella che a notte balzò esterrefatta dal letto, che si rannicchiò
pudibonda sull'inginocchiatoio, storcendo le braccia, le quali nel
sogno erano aperte ad abbracciare cupidamente, la monachella che
supplico:--_Vade retro_!--al mattino, suonando l'organo ad onore della
Madonna, trovò sì dolci armonie, che le suore dissero:--Pare santa
Cecilia!
Non era santa: era innamorata.

Il piede della donna calpesta le rose, calpesta le vipere.

Venne nella casa la coltre del cataletto? Venne, come è destino, e
si partì. Tutto si partì? Ecco il vuoto: ecco la religione
soccorritrice. Io so che qualcosa s'affaccia agli usci, tiene in
rispettoso timore i vivi, guarda le gocce di cera sul pavimento o i
petali sparsi di qualche fiore o la segatura, fa più triste il
silenzio, più desolato il disordine, occupa nessun posto e li
occupa tutti, sorprende nell'aria nauseosa pel fumo delle torce
l'ultima preghiera morente del corteo che sfilò, la prima parola di
comando che disse l'erede, s'appiatta dappertutto, buca dalle pieghe
del testamento, e domanda:--È finito?--È finito: il morto
viaggia al cimitero. All'indomani tutto sarà come prima, come un
mese fa, come un anno fa: ognuno ripiglierà il suo posto
impossibile che possa essere altrimenti.... O Dio! il posto vuoto è
divenuto un altare, e noi aspettiamo _lui_ o _lei_ che aspetta noi!

Fede abbiamo ogni giorno: ma quando sommeremo gli anni agli anni,
tristissima desolazione sarà quella di accorgerci che ricordiamo un
nome ai figli, o ai figli dei figli, che la vicenda della vita fu
varia, che il tempo, il quale raschia le iscrizioni sulle croci di
cimitero, cala e cala le sue nebbie nell'anima nostra! E noi giurammo
eterno il dolore!... Nevicò tanti inverni in camposanto!... I figli
avranno figli ancora, e avranno nipoti!... Nevicherà tanti inverni
in camposanto!... E noi? O giovani, noi saremo su un seggiolone,
scongiurando la morte che ne stia lontana, o giù tra le quattr'assi
nell'eterno buio. E voi, o fanciulle, che leggete sorridendo, avrete
fatto portare l'inginocchiatoio di penitenza nella parrocchia e più
vicino ogni dì al confessionale e all'altare delle sette
indulgenze, o basso giacerete colle mani in croce. Se avremo figli,
noi dagli occhi di quelli, quando ci si stringeranno attorno,
domandando:--State bène?--noi attingeremo gli sbiaditi ricordi di
pianti e di sorrisi, e ci interrogheremo sconfortati: E noi giurammo
eterno il dolore?--Se avremo figli, essi verranno sulla nostra fossa e
prometteranno di venire sempre: ohimè! pongano una croce di legno:
è l'immagine più vera del dolore: essa perde il nome, si tarla,
si sfianca, cade, e serve a cuocere la cena alla famiglia del
becchino... Nevicherà tanti inverni in camposanto!

Molte cose vedrai, frequentando la società, moltissimo imparerai
nella solitudine della tua meditazione. Ma tutte vedi e apprezza con
una sola unità di misura, col ricordo insistente:--La mia missione
è missione di carità.

Natura crea il nostro corpo: l'arte il nostro spirito.

Se la sera ti concede il bacio della soave melanconia, benedici le tue
lagrime e sorridi alle tue speranze. È il bacio di un angiolo
custode.

La vanità dei sistemi filosofici portò sugli scogli della vita
null'altro che la spuma dell'orgoglio. Il Vangelo irradiò il mondo,
santa luce d'aurora, e fu l'amore universale, come il sole che scalda
il cedro e l'arbuscello.

Amare è sperare: sperare è vivere oltre tomba.

Se tu, ogni sera, annotassi le impressioni avute nella giornata,
avresti un dì un libro di preghiere.

Perchè ti parlo così? Perchè amo la melanconica ora del sole
morente.

Ricordati: i vecchi che già esaurirono cuore e mente scrivono colle
spalle: i giovani hanno l'ingegno nel cuore. Ecco perchè le
biblioteche possono dare ogni anno ai futuri topi buon pasto di
dissertazioni erudite: ecco perchè una fanciulla ad una poesia
può consacrare una lagrima o un sogno.

Io parlerò parole di desolazione, perchè la fede fu data prima a gioia
per essere angoscia dappoi: perchè la speranza è un àncora che ha catena
di dolori: perchè la carità è la livrea ufficiale dell'usura che da
cinque in questa vita e spera cento nell'altra. E questo pei cosidetti
_buoni_. E pei tristi? Tutto è uno sghignazzo che scroscia colle rughe
schifose dell'anima decrepita,

Ho amato la solitudine, in essa solo ho sentito me stesso, e ti ho
detto:---Io ti parlerò parole di conforto, perocchè la fede è
la stella che fulgidissima brilla sull'oscurità degli scogli e
dell'onda, nella notte del terrore: la speranza ha catena di dolori,
ma più questa è lunga, più l'ancora serve nei mari profondi:
la carità è lume amorosissimo d'eguaglianza.

Oh ti supplico! getta quel libro da cui esce il ghigno di Mefistofele:
chiudi quello da cui scoppia il riso tripudiante del mondo: ama quello
tra le cui pagine potresti porre, a segno, il fiore che offristi a tua
madre.

Cercare Dio colla luciferina superbia dei sistemi filosofici è
vedere il sole attraverso le nubi: trovare Dio colla fede e colla
speranza che danno il dolore e l'amore è abbagliare l'anima allo
splendidissimo sole di mezzogiorno.

Ama la carità, e pensa che la minima è quella che si fa a
denaro. Ama la carità, e pensa che più è quello che ricevi,
che quello che dai.

Un pensiero d'amore è il fiore dell'anima. Forse che all'umile
arbuscello in camposanto non fu concesso il fiore?

Sai tu che sia il dolore? Troppe volte è l'ultima parola vuota di
un verso vuotissimo per far rima con amore.

Non invidiare ad alcuno il tristo dono dell'ingegno: tutte le
cognizioni che ci danno i libri sono come i secchi delle Danaidi
portati al cuore. Esulta se in te hai il potentissimo dono di amare.

Sai tu che cosa sia la melanconia? Molte volte il fondersi di due
crepuscoli, quello dell'amore con quello del dolore.

Se un uomo ti stringesse la mano, sì che tu avessi ad arrossirne,
domanda:--Non pensate che vi posso essere sorella?

Che cosa sono i ricordi? Troppe volte la tisi dell'anima.

Ama la croce. L'avesti a capo della tua culla, l'avrai sulla tua
fossa.

Non consultare lo specchio per conoscerti. Consulta i volti di coloro
cui dirigi una parola di carità.

Ama la musica. Credila il preludio di quel giorno eterno di cui il
sole sia l'amore.

Vedesti il mare? Ricordati che se il turbine della passione si scatena
nel tuo cuore può toglierti i placidissimi ricordi di tua madre,
come l'onda che si rovescia sulla spiaggia cancella il nome che
tracciasti nella sabbia.

Vedesti le Alpi? Ricordati che l'aquila pone il nido sulle rocce
eccelse, e s'affisa nel sole, coll'ali proteggendo i suoi figli.

Breve è la vita, ma ferve qualche cosa in noi che coll'intensità
vince la estensione.

Sai tu che voglia dire la parola _per sempre?_ Nella vita vuol dire
promettere ciò che non è in noi: in morte, ciò che speriamo
nell'ultima illusione.

Rivedere i luoghi ove hai gioito, e dove non gioirai mai più, è
come porre una corona di semprevivi sopra una fossa.

Che è la vita senza speranza? Una gittata di dadi fra le tenebre,
fra i deliri.

È silente intorno a me la campagna: solo le squille di una campana
lontana mi giungono attraverso il bosco, come le voci venerande di chi
non è più, versandomi nell'anima i ricordi del passato:
s'agitano i penduti tralci delle viti, quasi facendomi cenno ch'io mi
raccosci sotto i loro padiglioni e pianga: scrosciano sotto a' miei
piedi le foglie secche dei roveri, ed ognuna parmi dica:--Così
passano e sono calpestate le speranze! Il vento investe il bosco, e
l'ondeggiare delle cime dei pini mi sembra saluto mestissimo
dell'autunno che muore.... Addio!

Meditai, cercando la solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di
un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo
nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'avere pensato a
qualcosa: contemplando le croci del tranquillissimo campo, m'accorsi
che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce!... A
pochi passi da me, alla mia sinistra, vidi una nuova croce bianca, e
su quella il nome:--Maria.

Povera Maria! sola avevi un cespo di viole! Ed io non conoscevo la tua
fossa scavata da meno di un anno! Tu avesti la coltre, la corona, la
croce, l'ultime memorie sulla terra, tutte bianche, com'io potevo
averle! Povera morta! natura, tristissima inventrice di martiri,
t'aveva solo concesso l'amore della tua mamma, e tu, pallida, vedesti
svanire ad una ad una le frementi illusioni della giovinezza, e tu,
pallidissima, stringendoti al seggiolone della mamma, ti sentisti
più vecchia di lei.... Ohimè! spezzato lo specchio, sciupati i
fiori sul davanzale della finestra, dispettosamente sturbati i nidi
delle rondini, letta e riletta la _Filotea_, tu aspettavi.... i capegli
grigi! Il dolore potè più che la religione, sterilissima
d'affetti nell'anima inaridita: e vennero i dì in cui ancora ti
specchiasti, in cui volesti i fiori e le rondini, in cui leggesti
l'amore nel gran libro del cielo: ohimè! era l'illusione del
passato illuso, non le speranze dell'avvenire! E da quei dì la
passeggiata dai colli la riducesti al solo giardino, poi al solo
corritoio, poi alla sola stanza della mamma! E quando la testa si
chinò sotto al peso dei capegli, trovasti il raggio di sole venirti
solo a visitare sul letto: forse, vedendo la luna strisciare sulle
coltri colle meste luci della notte, ti presentisti già involta di
bianco e già tranquilla.... Morta senza avere vissuto, stanca di
pace, impotente a delirare, fredda, senza favilla di poesia, come una
lampada accesa dinnanzi una croce obliata, e spenta dal soffio del
becchino.... Eppure l'amavi la tua casetta e in essa, fanciulla,
speravi tanto!... Dimmi: e tua madre? Poverina! la madre volle nel
cimitero la tua croce rivolta verso la vostra collina: a' vespri scese
a te, ti diede un cespo di viole, ma fu l'ultimo. Ella partì da
questi luoghi e per sempre: la tua casetta, miserrimo patrimonio, non
serberà più la tua memoria, perchè gli estrani non sanno che
sia il dolore di un cuore deserto. Ma senti, Maria, avrai fiori da me,
e da me sempre un ricordo. Io non ti conobbi, ma, te morta, amai il
tuo giardinetto melanconico, ed ora amo la tua croce bianca.... S'io
dovessi giacere nel camposanto istesso, fa sì ch'io vi dorma al
più presto: la coltre bianca a vent'anni è la sublimazione
dell'amore: a trent'anni è un lenzuolo di ghiaccio.

L'esule che cammina, che cammina, canta la canzone fanciullesca della
sua terra. A quelle note gli rispondono gli echi della patria:
susurrano i boschi, bisbigliano i laghi, suonano i monti: la
campanella della chiesa ove ebbe il battesimo, il vento che geme tra
le croci del cimitero dei padri, la canzone notturna di una donna che
piange, oh tutto gli dice:--A rivederci!

L'esule che cammina, che cammina, canta la canzone fanciullesca della
sua terra.

Vedesti il mare, o esule? Vedesti il lavoro eterno ed alterno dell'onda
coll'onda? Così è dell'uomo: è perseguito dall'infinito, è sbattuto
all'infinito. Oh fortunato se sopra il suo capo vede brillare una stella!

Carità somma è nella musica. È raggio di sole, è bacio di luna nell'anima
del cieco.

Che cosa è un libro di filosofia? Troppe volte è l'abito di lusso che
copre la povertà del cuore.

La mamma t'insegnò che sempre sei sotto l'ali di un angiolo
custode: la vita t'insegnerà che sarai sempre sotto l'incubo di un
ghigno, il ghigno del dubbio. Oh, se puoi, rammenta sempre la mamma!

Ama la poesia. Essa dà l'ali al cuore.

Ama i cimiteri. Se la fede che hai nel cuore è fioca come il
lumicino a notte acceso sulla tomba, deh! prendine cura, alimentala,
soccorrila coll'amore. Che direbbe l'angiolo bianco custode nel
piissimo luogo, se, passando innanzi la croce, nemmeno potesse
leggerne il nome? Il lume che hai nel cuore sia vivido, così vivido
sarà agli occhi di Dio il nome di chi ami.

Nulla avvi che maggiormente possa agghiacciare l'anima quanto
l'elegante disprezzo che la società collo spirito arguto dei
giovani versa sulle cose più intime e più sacre per affetto.

Ama la solitudine. Se qualcuno sorge fra i tuoi timidi ed occulti
pensieri, tu prima di domandarlo con altro nome, chiamalo con
questo,--fratello!--E se tu arrossirai, la tua solitudine sarà
popolata.

Per chi studia e studia l'uomo scettico? I vermi della terra non fanno
distinzione tra il suo cervello fastoso di nullità filosofiche e
quello del vulgare idiota.

L'arte è la promessa del Sommo Perfetto.

Per chi studia l'uomo fidente? La donna che ne conobbe l'amoroso
ingegno è il lume delle sue veglie.

La mamma ti diede una religione col battesimo dell'acqua: rendila
tutta tua col battesimo delle lagrime.

Che cosa è la vita dell'uomo scettico? È un sentiero deserto che
conduce a un cimitero desertissimo.

Finchè avrai lagrime per la musica, avrai religione pel dolore.

Il poeta solitario è come la lampada che arde innanzi le tombe: si
consuma, gettando i suoi raggi sulle morte memorie. Ma sacra è la
requie,

Una lagrima ad una lagrima. Le due amarezze si fondono in una
ineffabile dolcezza.

Il flusso dei giorni fuggenti ha il riflusso delle memorie.

Sai tu che cosa è lo spirito? Troppe volte è la gola arrabbiata
del serpe in cui la maldicenza ficca la sua saetta per trarnela
avvelenata e scoccarla a tradimento.

Io non so che vita tu avrai. Te l'auguro felicissima: e somma
felicità è poter lasciare un figlio. Ricordati: ch'egli impari
tutto da te: il primo altare è il grembo di una madre, le prime
panche di scuole le sue ginocchia, il primo raggio di poesia il suo
sorriso.

I fiori crescono dappertutto, nei voluttuosi giardini degli harem, nei
deserti cimiteri delle Alpi.

Le gioie intime che ti dà la religione saranno tanto più sante
per te, quanto più cercate nella solitudine. Di esse sii custode
con somma gelosia, nutrendo in te una soave mestizia. Nell'anima tua
la croce del passato, piantata fra i fiori e gli spini, sotto il sole
d'Iddio, protenda sempre l'ombra verso l'avvenire: a quell'ombra
crescerà la viola della cara melanconia e sarà santa e profumata.

Per un fiore appassito nel libro dei ricordi rugiada è una lagrima
di dolore.

Non passasti mai a sera davanti alla chiesa delle monache? Non udisti
il canto delle litanie? Oh! prega requie per le povere morte-vive:
pensa che quella poesia d'amore è più accetta a Lei se esce
dalle bocche che cantano la ninnananna accosto ad una culla.

Se a sera cercherai un luogo solitario e nelle tenebre una stella che
t'irraggi, proverai che l'anima non ha confini, che il campo dei
ricordi si sposa all'azzurro delle speranze.

Quando verrà il giorno in cui troverai insufficente agli sfoghi
dell'anima tua la formula di preghiera che t'insegnò la madre,
t'accorgerai d'avere nel cuore la poesia stupenda che ti avrà
versato l'amore, come torrente di lava.

Una parola di carità sulla bocca di uno scettico è come un fiore
tra le mascelle di un cranio.

Sedesti sulla riva di un melanconico fiume, a sera, solitaria co' tuoi
pensieri? Che ti dissero l'acque che passavano e passavano, l'acque
che passeranno e passeranno?... O Dio! l'infinito è la desolazione!

Se il sole dell'amore non ci scalda il cuore negli anni della
giovinezza, l'anima s'agghiaccia nel dubbio e bestemmia,
delirando.--Chi sono? e perchè sono?--Addio! addio, tranquille e
sante illusioni di un dì! Nel dubbio voi, fanciulle, consultate e
consultate lo specchio, noi, giovani, apriamo lo scrigno: nell'anima
inaridita nascono i tossici della solitudine, le invidie: e le invidie
per chi? O Dio! per l'amica che sciupò i fiori della giovinezza,
gettandoli nella carrozza di un milionario paralitico pei vizi; per
l'amico che s'inchinò innanzi la giumenta d'oro. Addio! È
sepolta la giovinezza al suono di due campane.--Odio a noi stessi,
odio al nostro destino--: è sepolta desolatamente, e se ad essa si
dovesse porre un'iscrizione, questa sarebbe--_Semper pro me_.--La trista
virilità viene innanzi con tutta la ipocrisia della posatezza.
Addio!.... Chi siete? Siete, o madonne, le arpie in cuffia e la bibbia
vostra è il libro dell'_avere_: siete, o messeri, i mestieranti e nel
cuore avete la bottega la più sozza. Andate, andate per la via
fatale che vi è prescritta. Nessuno avrà dolore per voi: e
perchè? Ma quando mai comprendeste l'amore? E l'amore è fede.

Se le squille dell'avemmaria, nel crepuscolo vespertino, ti straziano
il cuore colla santa voluttà delle lagrime, oh piangi, evocando
ricordi e suscitando speranze! Piangi e pensa che il tuo volto
commosso sorride agli angioli, e gli angioli sorridono alla terra. In
quell'ora non vi sono cattivi.

Ama la musica. Essa, come la religione di Gesù, affratella i felici
e gl'infelici, i grandi e i piccoli, i belli o i brutti.

Piangi il partire delle rondini, piangi il cadere delle foglie.
Confida che a primavera le rondinelle e le nuove foglioline ti portino
nuove speranze.

La nausea dei sensi fu data ai bruti: all'uomo l'inestinguibile brama
dell'infinito.

Sul libro della tua vita non hai che pagine candide: sono pochi i
foglietti che hai svolto, incerti quelli che svolgerai. Se l'angiolo
bianco, restituendo un dì il libro all'angiolo nero, trovasse fra
le pagine un fiore, lo recherebbe alle fosse de' tuoi morti,
dicendo:--Dio lo diede, è fiore di carità.

Se saprai tacere, saprai parlare. Il silenzio del savio è un gran
libro chiuso.

Educa bene la mente. Se avrai figli, un giorno non ti chiederanno solo
il pane del corpo.

You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia di un'anima - 14
  • Parts
  • Storia di un'anima - 01
    Total number of words is 4466
    Total number of unique words is 1886
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 02
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1854
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 03
    Total number of words is 4605
    Total number of unique words is 1579
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 04
    Total number of words is 4636
    Total number of unique words is 1462
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 05
    Total number of words is 4704
    Total number of unique words is 1517
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 06
    Total number of words is 4661
    Total number of unique words is 1574
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 07
    Total number of words is 4553
    Total number of unique words is 1596
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 08
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1625
    32.4 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 09
    Total number of words is 4444
    Total number of unique words is 1914
    25.3 of words are in the 2000 most common words
    36.0 of words are in the 5000 most common words
    42.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 10
    Total number of words is 4262
    Total number of unique words is 1847
    26.3 of words are in the 2000 most common words
    37.6 of words are in the 5000 most common words
    44.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 11
    Total number of words is 4381
    Total number of unique words is 1861
    29.2 of words are in the 2000 most common words
    41.3 of words are in the 5000 most common words
    48.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 12
    Total number of words is 4371
    Total number of unique words is 2064
    25.2 of words are in the 2000 most common words
    36.9 of words are in the 5000 most common words
    43.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 13
    Total number of words is 4477
    Total number of unique words is 1708
    30.3 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 14
    Total number of words is 4430
    Total number of unique words is 1907
    30.9 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 15
    Total number of words is 4490
    Total number of unique words is 2032
    26.6 of words are in the 2000 most common words
    38.4 of words are in the 5000 most common words
    45.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 16
    Total number of words is 4298
    Total number of unique words is 2073
    27.0 of words are in the 2000 most common words
    38.2 of words are in the 5000 most common words
    45.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 17
    Total number of words is 4410
    Total number of unique words is 1979
    28.3 of words are in the 2000 most common words
    39.1 of words are in the 5000 most common words
    45.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 18
    Total number of words is 4411
    Total number of unique words is 2056
    29.0 of words are in the 2000 most common words
    42.0 of words are in the 5000 most common words
    48.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 19
    Total number of words is 4515
    Total number of unique words is 2003
    28.6 of words are in the 2000 most common words
    41.2 of words are in the 5000 most common words
    48.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 20
    Total number of words is 4433
    Total number of unique words is 1845
    27.3 of words are in the 2000 most common words
    38.6 of words are in the 5000 most common words
    44.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 21
    Total number of words is 3169
    Total number of unique words is 1431
    30.0 of words are in the 2000 most common words
    42.1 of words are in the 5000 most common words
    47.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.