Storia di un'anima - 11

Total number of words is 4381
Total number of unique words is 1861
29.2 of words are in the 2000 most common words
41.3 of words are in the 5000 most common words
48.8 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
Giuseppe _della buona morte._ Oh speriamo!» E l'abbadessa, sola, sul
poltronone, s'incomincia a dire. «Eppure l'era una buona figliuola!
Potevo darle la cella meno umida e lasciarla al _Parlatorio_ un po'
più: potevo permetterle che cucisse la vesta d'oro per la nostra
pia protettrice e dirle qualche buona parola!... _Requiem eternam...._»
La campanella non suona mai da morto! Non conta mai quelle istorie
piagnolose e lugubri: ma sempre suona a festa: e, se una monaca è
all'ultima avemaria del rosario di questa vita, suona a doppia festa.
Io vorrei essere lassù tutto l'anno, a quella chiesuola, e vorrei
su quella gradinata, su quella piazzuola, su quella salita, andare
innanzi passolino passolino, facendomi il poeta dei crepuscoli, e
vorrei coll'anima illanguidita della sera, vorrei pregare la Madonna.
La campanella non suona mai da morto! E vorrei....
No, no: campanella, addio! Tu non suoni mai pei battesimi.
Monache e fanciulle, sapete che la Madonna vuole il bambolino.
* * *
Al tramonto, nell'ora in cui la campanella, sotto il tettuccio di
lavagna, suona verso la valle, suona melanconica e credente, come una
novizza in cantoria, se un biondo raggio di sole, entrando per la
portella aperta, giungesse a baciare il sorriso della tua statuina, o
chiesa del marinaio, se un soffio d'aria fremente dalla marina traesse
un lamento da una canna dell'organo soavissimo, se la canzone del
pescatore venisse a morire tra i fiori dell'altare candido, o _Virgo,_
in queil'ora in cui anch'io mi sento buono e confidente, vorrei sedere
su i tuoi gradini e sorridere alla bianca melanconia, e sorridere
coll'ultimo sorriso....
Una monachina mi troverebbe pallido e dolcemente morto, come se in una
visione amorosa io posassi inebbriato in un bagno di profumi, e mi
preparerebbe la verginea bara della sua sacristia, la candela
benedetta, la croce d'argento, il libro del _de profundis,_ la corona
bianca col velo a stelle di talco.... Sarebbe bella o brutta la
monachina?... La monachina forse penserebbe: Egli aveva vent'anni! E
gli facciamo il funerale!
E tu, gioconda, fastosa, pomposissima bagnante, che hai scherzato con
me? Forse tu nemmanco muoveresti un passo a porre un filo d'erba
odorosa sul mio capo agghiacciato dopo tante febbri. Forse tu diresti:
Non so quali sieno i fiori di cimitero.
Sono i più gentili, e non sono per te.


DESERTO.

Mare e cielo.
L'acqua del mare giace bigia e tranquilla, e sembra tratto tratto alzarsi
con una oscillazione sola, vastissima, dispersa. Là dove la nostra fiacca
pupilla dice:--è l'orizzonte--con un dolce movimento tremola una
bianchezza lattea. Ma là non c'è la linea, il confine, la nostra
imbecillità; là regna un deserto di luce, un'amplissima curva che si
perde in un'altra curva, che finisce alla terra.... E il cielo dove
incomincia ad essere azzurro? Dove finisce?... Perchè? perchè? perchè?...
Quanto sperpero d'aria, d'acqua, e di pensiero! È l'infinito: tanto ne sa
il teologo, come il chimico: quello freddamente lambiccante Dio dai
volumi di san Tomaso; questo trionfante sulle sue formole che nulla hanno
creato e nulla creeranno: tanto ne gode il poeta, il quale dall'Arte non
trae che patemi; quanto il marinaio che dal mestiere guadagna il pane....
Mare e cielo! Vorrei correrli tutti! Essere un'onda spinta e
risospinta, per vagare e vagare, per mutarmi in un fiocco di spuma al
collo di un'ondina, e formare una collana di perle: essere un
millimetro cubo di gas, per vagare e vagare, e correre ad accendermi
vicino alle stelle d'Iddio.... Pavoneggiarmi un minuto, esser bello,
adorare il Paganesimo, adorare il nostro Ieova, aver veduto il mare,
il cielo.... ma finire! O Natura, per carità, lasciami finire!
Sull'acqua c'è un fruscìo: se si spazzolasse un drappo serico di
mille miglia ci sarebbe l'istesso effetto sulla ghiaia che sorbe
l'onda. Il cielo si vela biancamente, e, checchè ne dicano i
signori professori, sembra, dove l'occhio nostro lo guarda, scavarsi
in abissi profondi e vibrare con milioni d'atomi azzurri, di contorni
indecisi, di ghirigori trasparenti. S'accende la luna: mezza luna,
scema a destra, sbiadita, oleata.... Per compagna le pende vicino una
stella, la punta di un dardo arroventato, che scocca raggi
all'innanzi....
Chi sono io?... Chi sono!... Tutto tace.... Il mare ha coscienza di
questa sua poesia? e il cielo?...
La massa salsa ed amara è la stupida materia: non insulto la luna,
le stelle e lo spazio inafferrabile dove neppure i palloni sanno
approdare, ma.... Deserto è il mare: deserto è il cielo: deserta
l'anima mia. Il navigante ha la sua mappa in quel deserto: l'astronomo
la sua tavola nera: la donna nell'anima il suo prospetto della dote,
controdote, posto in teatro, e paradiso.
Deserto solo vi è dove vi è la noia della vita.


LONTANO LONTANO.

Pax.
Vicino alla spiaggia c'è il fondo basso, e l'acqua non ha colore:
è come una vernice che asseconda i guanciali grigi e translucidi di
sabbiolina, qua e là segnati dallo strisciare di qualche guscio
vivente, qua e là avvivati da qualche scheggia di corallo:
nessun'alga. Le fanciulle lavano i ginocchi e le coscie, e ve ne sono
di dodici, di quattordici, di diciott'anni. Andiamo in là dove il
fondo più s'inchina, sparso di ciottoloni: l'acqua è verdiccia:
quando la batte il sole e l'illumina negli strati inferiori, a cerchio
ballonzolano grottescamente le iridi sopra i ciottoloni.... Lontano,
lontano andiamo, dove non ci sia più fondo, e il concavo dell'onda
è turchino come solfato di rame, dove si vegga cielo ed acqua, la
torma dei fiotti che non posa mai, la estensione aerea che non dà
pace mai.... Andiamo innanzi ancora: lo stesso squallore portentoso
dell'infinito.
Un giorno ho sognato la barchetta dell'amore, e, risognandola oggi,
per ritrovarla ho detto:--Andiamo lontano lontano, anima mia.
Eccomi dove sognai! Ma la torma dei fiotti non posa mai, sotto la
estensione aerea che non dà pace. Io voglio pace! chi mi concede
pace? Quando l'avrò? Da chi?
Lontano lontano vedo galleggiare una strana barca di pioppo, una cassa
da morto, vuota, senza coperchio.... È la barchetta?... Mi vi
adagio, apro la bibbia che mi hai dato tu, fanciulla del mio dolore,
perchè la mi serva di vela, e, lettore cullato, cappuccino nel gran
coro sonante, e viaggiatore insolito, mi avvio lontano dove mi porta
l'onda.... Più lontano ancora.... Non ispero incontrarti, o
barchetta dell'amore che sognai un dì, no: sulla mia vela è
scritto:--_A chi molto amò sarà molto perdonato:_--sulla tua, o
spiensierata, o dorata, o tripudiante, le mercantesse e i mercanti
hanno scritto somme e moltipliche col risultato:--_Tutto è
illusione!_
Voi non vi scaldaste al sole dell'anima. Io non avrei il coperchio e
fino all'ultimo minuto di mia vita riposerei lo sguardo su quel cielo
che ho tanto e tanto amato!
_Requiem immensam dona mihi, Mare...._


FIABA.

A volte mi sento piccino, buono, umile, senza più una frasca
d'osteriaccia alla fronte che di me faccia la parodia di un poeta,
senza più i miei vocabolarioni da cui combino le parole per
bruttare la carta, senza più quelle vane vesciche che mi appiccico
per galleggiare. Mi sento piccino: mi basterebbe un gusciolo di
conchiglia, color madreperla, coi bordi occhiuti, per nicchiarmi e
fluttuare.... senza abbattermi nella cassa, e nella tartana
dell'amore.... Va e va e va!... Addio!... Nessuno risponderebbe. Oh
quale felicità! Il nulla, il deserto, l'infecondità.
Se mi cambiassi in una perla! Se venissi a posare sul seno di una
dama, non al collo dell'ondina che non c'è....--Ecco un pensiero
che ci tenta anche moribondi! Poserei pure.... T'amo! T'amo!...
Nessuno risponderebbe. Sentirei i palpiti di quel cuore:--i fiotti del
nulla, del deserto, dell'infecondità.


VERA PACE.

Sii buono,--m'aveva detto la mia povera mamma, quand'io credevo a lei,
e solo a lei.
S'io fossi stato buono, avessi baciato i bimbi, amato i poverelli e i
fiori, e nel mio studiolo conservato il profumo della mia santa,
senz'altro amore, senza ambizione, senza tormento, vedendo la morte
lontana lontana, avrei dischiuso la mia porta alla mamma.... che
veniva a casa, offrendomi una fanciulla che sapeva pregare.... E avrei
vissuto. Ecco la vera pace.
Nella cassa da morto avrei sepolto tutti i libri: e la perla l'avrei
gemmata in un anello che stringesse forte.... Ma non sì forte come
le mie labbra quando baciano.


LA DONNA?

Pegli. _Hôtel Garcini._
Che cosa è la donna?... La donna ideale pel giovinetto è un
_flacon_ d'odore: purissimo cristallo, essenza inebbriante. Chi lo
guarda, lo porge in alto e lo adora sul fondo di cielo sereno.
Contenuto e contenente riflettono l'azzurro immacolato. Il giovinetto
la dice la _donna-angelo,_ e fa delle poesie. La donna reale pel
giovanotto, in società, è lo stesso _flacon:_ parliamone bene. Ma
il cristallo affaccettato è a suo posto, non alto, non basso, su un
vero tavolo da sala, fra una bomboniera, un viglietto di visita, un
romanzo e due guanti di Svezia. Ogni faccetta ti riflette un migliaio
di cose: civetteria, amicizia, amor proprio, sacrificio, pregiudizi,
eleganti convenienze, dispetti, vendettucce... Il contenuto, sempre
essenza inebbriante e limpidissima, non si mostra mai qual'è. Il
giovanotto la dice la _donna-interessante,_ e fa delle pazzìe...


I MORTI?

Monti di Borzoli.
E un dì venni a te, cappelletta sulla montagna.
Avevi la facciata al mare, la scabra facciata su cui il mattino dava
rosari di perle colle gocce di rugiada tremolanti sui fili dei ragni;
su cui la sera stendeva palii di luce freddissima coi raggi della
luna. Io non so chi ti pregava, pallida Madonnina del cimitero; so che
non vidi mai fiore, ne' lumicino, so che il marinaio t'ama, o Vergine,
sulla prora del bastimento, sculta in legno e tutrice di viaggi
lucrosi, so che ti baratterebbe con Venere lasciva se nei porti tu
rechi cinque e quella sei!
E venni a te, cappelletta sulla montagna. Tu vegliavi i morti, i morti
nel povero cimitero, ove il mattino portava sul vento della marina il
fumo delle fervide industrie, ove alla sera le aliuzze stridenti degli
acridi tra l'erbe turbavano il lontano soavissimo bacio dell'onda. Io non
so chi vi pregava, o morti; so che non vidi mai fiore, nè lumicino, nè
croce, so che la requie è squallida tra la vastissima vita, so che il
sospiro di un moribondo corrisponde al gorgoglio della spuma perdentesi
tra la ghiaia, allo sfaldarsi di un sasso, al battere delle zampine di un
insetto, all'aprirsi di una corolla al raggio mattutino. Dico la vita, e
intendo quella della natura tutta, che opera dalla polvere dell'ossa del
primo animale al fremito della fecondazione nell'imminenza di questo
minuto in cui voi coordinate il suono di due lettere; la vita che fu, che
sarà: la stupenda attività delle forze, la strapotenza di quella gittata
di dadi che si chiama il destino.... E se l'uomo doveva esser parte della
famiglia, e la famiglia della tribù, e la tribù del regno, e i
regni....--No: fallata è la via, perchè tolsi i nomi dall'autorità
minuscola, che si misura a giorni, ad anni. Dirò: se l'uomo doveva essere
l'atomo turbinato dal tempo, in questa esistenza complessa della umanità,
sia pure e sia fatalmente: ma la coscienza della vita individuale di ogni
minuto, tormentata dall'ironia di quell'infinito Tutto, che tutto
ingolla, io non so perchè fu data, e a quale ineffabile martirio!
Ero lo stanchissimo viandante; venni a te, cappelletta sulla montagna,
e, arso dal sole, cercai un'ombra.... Riposai all'ombra dei cipressi.


PLATONISMO?

Pegli. Hôtel Garcini.
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
--Oh, oh! perdoni, ma questo poi no!
--Marchesa, mi ascolti, e non rida, s'io dico: _un po' di scetticismo!_
Lei si spaventa alla sola parola, ma, in pratica, quante volte Lei fu
più scettica di me, che oggi voglio scherzare. Dunque? dicevamo?
--Lei diceva....
--Dicevamo dell'amor platonico. E lei ci crede?
--Stupenda creazione della poesia! Platone, imaginando la teorìa
sua, unì il cielo alla terra: fece la donna sorella dell'uomo:
levò gl'innamorati alla incorruttibilità degli Dei.
--È vero, mah!... E Platone istesso diede esempio, amando....
--Amando.... Come avrà amato lui!
--Amando una donna di sessant'anni. Oh! ma perchè si sorprende,
marchesa? Sarà stata un'intellettuale bellezza, pari sola
all'ideale altissimo della mente del filosofo. Non crede, marchesa?
Ecco la natura umana! Anche lei! ammira la teoria, mi sfiderebbe
perchè l'appanno d'un dubbio, ma non amerebbe un Platone di
sessant'anni!
--Gli è storica questa circostanza?
--Certo.
--Mi pare....
--La tolgo dall'imbarazzo, marchesa. Platone da quell'amore
metafisico calò alla terra, e amò la giovinetta Agatissa.
--Sarà stata bella?
--Ecco la natura umana!.... Dicevamo? Se mi lascia continuare le
dirò....
--Dica.
--Le dirò che gli antichi non accettarono la sentenza di Platone:
la poesia greca e la latina non sono velate. Sorse il cristianesimo, e
illuminò le anime degne dell'Ideale: la gran folla fu travolta
nelle turbinose vicende dell'evo-medio. L'amore platonico comparve nel
duodecimo secolo, e sorsero i trovatori che inneggiarono la bellezza e
i cavalieri che facevano voto di pugnare contro la forza brutale a
difesa del sesso gentilissimo. Nei romanzi si disse tanto e tanto,
ma.... Una colpa è dei novellieri, i quali crearono tante _mandole_
da far credere che ogni cuore avesse cinque o sei o sette corde
armoniche: mentre invece i cavalieri, che partivano per le guerre o le
crociale o i pellegrinaggi, trattavano la donna come un usciere tratta
un mobile impegnato, coi suggelli e coi _visti._ Natura umana! Venne il
Petrarca:--La bellezza terrena sublima le anime nobili all'amore
perfetto della bellezza celeste--e, così strimpellando, cantò,
cantò, cantò: ma poteva anche lasciare qualche ninnananna
(giacchè ha addormito i lettori) per addormire anche i suoi
figliolini, lui.... che.... Messer canonico, chi ve li cullava i
vostri, la bionda, la nera o la castagna?--Ogni anima gentile, sì,
amando la donna di un altro, o fingendo d'amarla, dalla bertesca dei
poeti ne lodava i rigori, i virtuosi rigori, o le compassionevoli
concessioni: e così la donna-moglie e la famiglia furono lasciate
ai poverini senza garbo, che temevano di avere alle tempia....
l'alloro. Dalla cavalleria platonica l'Italia ebbe l'ordine dei
cavalieri serventi: servivano la dama, acconciavano il marito, che li
eleggeva leali, devoti, a curargli il sacro deposito. Era il tempo
delle calze rosate, delle giarrettiere a ricami, de' nei
capricciosissimamente svelati o nascosti, e il servente doveva
intendersene meglio d'una cameriera; e il marito saliva in Parnaso,
accademico e gingillato, sotto il nome di _cortese_ o di _astemio...._ Ai
nostri dì? Le istituzioni sono varie: non hanno veramente una
_ditta:_ il capriccio svolazza fra mogli e amanti: e i mariti, distrutto
il Parnaso, salgono agli onori o al palcoscenico. Natura, natura
umana! Siamo di creta: gli è il guaio: e se nella nostra creta si
fa uno screpolo, chi vi fa capolino? La testa del serpente che
tentò Eva. Vede, nemmeno si può discorrere a modo, perchè
oggidì la gente va, viene, sta, ride, piange: una confusione!...
--Ride anche lei?
--Dove siamo andati colle ciarle? A dir male dell'amore platonico, di
cui fu detto troppo bene. Comincio a dubitare dell'amore platonico....
--Comincia? Grazie: con quello che ha detto! Finisca.
--Finisco con una cattiveria che ho letto in un libro. Sofia era
un'amante poetica, ideale: e _lui_ un bravo giovinotto che credeva alla
espressione: _amo la sola anima:_ come si vede, di poca esperienza, e
sì che aveva due bellissimi occhi. Ma perchè mo' non si deve
credere alla sola anima? Natura umana! È tempo di dire la vita
com'è, di calare dalle nebbie dell'ideale: sono nebbie che danno le
malattie, e queste lasciano il nervoso, e questo ha bisogno
dell'idropatia. Dunque? _Sofia e Gilberto:_ storia non mia.--Gilberto
dal suo dovere fu chiamato sul campo, combattè, e perdette un
occhio. Sicuro, sicurissimo tornò a Sofia: e lei? Fu donna, fece
una smorfia che le impedì di vedere una medaglia al valore
guerresco.--Ma dunque? non amavate l'anima?--_Se gli occhi sono lo
specchio dell'anima, come contemplerò io debitamente la vostra, or
che ve ne manca uno?_
--Ah che scetticismo!
--Che cattiveria!... Ma chi insegna a noi uomini ad essere così
cattivi? Marchesa, prendo il cappello, per non essere obbligato a
rispondere alla mia domanda.


SUICIDIO?

Oggi il mare ci fa un regalo. Strozzati lì in un canale della
scogliera, si contorcono cinque o sei foglietti di carta. All'ora del
bagno li vedevamo galleggiare, lucidi abbaglianti: stasera ci portano
i numeri del lotto? Peschiamoli e vediamo. È carta scritta. Ma
come? ci trovo delle parole, non so.... Prima che vadano a girare
prosaicamente tra le gambe delle lavatrici di Cornigliano, peschiamoli
e leggiamo, signora marchesa. Sono note? sono frammenti di un libro?
Che diamine?... Senza commenti, proviamo a incominciare.
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Foglietto I. _Nel dì de' morti._ Venne nella casa la coltre del
cataletto? Venne, come è destino, e si partì. Tutto si partì?
Ecco il vuoto: ecco le religioni soccorritrici. Io so che qualcosa si
affaccia agli usci, tiene in rispettoso timore i vivi, guarda le gocce
di cera sul pavimento o i petali sparsi di qualche fiore o la
segatura, fa più triste il silenzio, più desolato il disordine,
occupa nessun posto, e li occupa tutti, sorprende nell'aria nauseosa
pel fumo delle torce l'ultima preghiera morente del corteo che
sfilò, la prima parola di comando che disse l'erede, saluta gli
oggetti che saranno dati ai legatari, s'appiatta dappertutto, sbuca
dalle pieghe del testamento e domanda:--È finito?--È finito: il
morto viaggia al cimitero. All'indomani tutto sarà come prima, come
un mese fa, come un anno fa: ognuno ripiglierà il suo posto: pare
impossibile che possa essere altrimenti.... O Dio! il posto vuoto è
divenuto un altare, e noi aspettiamo _lui_ o _lei_ che aspetta noi! Fede
abbiamo ogni giorno: ma quando sommeremo gli anni agli anni,
tristissima desolazione sarà quella di accorgerci che ricordiamo un
nome ai figli, o ai figli dei figli, che la vicenda della vita fu
varia, che il tempo, il quale raschia le iscrizioni sulle croci di
cimitero, cala e cala le sue nebbie nell'anima nostra! E noi giurammo
eterno dolore!.... Nevicò tanti inverni in camposanto!... E noi? O
giovani, noi saremo su un seggiolone, scongiurando la morte che ne
stia lontana, o giù tra le quattr'assi nell'eterno buio. E voi, o
fanciulle, che leggete sorridendo, avrete fatto portare
l'inginocchiatoio di penitenza nella parrocchia e più vicino ogni
dì al confessionale e all'altare delle sette indulgenze, o basso
giacerete colle mani in croce. Se avremo figli, noi dagli occhi di
quelli, quando ci si stringeranno attorno domandando:--State
bene?--noi attingeremo gli sbiaditi ricordi di pianti e di sorrisi, e
ci interrogheremo sconfortati:--E noi giurammo eterno il dolore?--Se
avremo figli, essi verranno sulla nostra fossa e prometteranno di
venire sempre: ohimè! pongono una croce di legno: è l'immagine
più vera del dolore: essa perde il nome, si tarla, si sfianca,
cade, e serve a cuocere la cena alla famiglia del becchino....
Nevicherà tanti inverni in camposanto!...
O giovinetti, o giovinette, ascoltate quel ch'io vi dico nel dì dei
morti. È silente intorno a me la campagna: solo le squille di una
campana lontana mi giungono attraverso il bosco, come le voci
venerande di chi non è più, versandomi nell'anima i ricordi del
passato: s'agitano i penduli tralci delle viti, quasi facendomi cenno
ch'io mi raccosci sotto i loro padiglioni e pianga: scrosciano sotto
a' miei piedi le foglie secche dei roveri, ed ognuna parmi
dica:--Così passano e sono calpestate le speranze!--: il vento
investe il bosco, e l'ondeggiare delle cime dei pini mi sembra saluto
mestissimo dell'autunno che muore.... Addio!...
--Poesia!--suonarono a me d'intorno i fremiti della gran lira di Dio,
dalle mille e potentissime corde vibranti in ogni atomo delle cose
create. Amore! Dissi sorrisi del cielo alla terra la blanda luce dei
crepuscoli e l'azzurra immensità degli spazi dell'aria e i lieti
colori dell'arcobaleno. Amore abbracciò! Chiamai vincoli di una
unione fecondatrice i raggi solari e le piogge. Amore sorrise! Chiamai
saluto il tremolare delle stelle, contemplazione il prodigio delle
tenebre, assopimento d'estasi amorosa il silenzio notturno e bacio il
riflettersi della luna sulla superficie delle acque. Amore suscitò
le divine armonie della natura! Ascoltai voci di un linguaggio
inesauribile nei venticelli che accarezzano i fiori e danno al mare il
gorgoglio e l'argento della spuma!... Guardai la terra. Amore
abbracciò, sorrise, suscitò le divine armonie della Natura. La
terra si popola d'animali e si veste di piante. Dall'elefante
all'infusorio, dal pardo bellissimo al verme, dall'albero il più
spaventoso per mole alla vegetazione microscopica, dalla rosa ch'è
la regina della primavera, a quella _parmenia_ che fa orrendi i crani
insepolti, passa ed accende e trascina una corrente animatrice. Nozze
perpetue nella Natura, sulla terra, nelle acque, nell'aria, sempre
l'opera di una potenza ineluttabile, maga divina dalle multiformi
trasformazioni. Guardai l'uomo. Amore abbracciò, sorrise,
suscitò le divine armonìe dell'anime innamorate. Canti d'amore
s'innalzano dalle culle, dai tetti virginali, dai talami: sorride il
bambino alla mamma: erra smanioso col pensiero nei labirinti fatati
dell'avvenire chi delira per un volto tra mille carissimo o per una
larva azzurra figlia solo di cupida fantasia: freme al dolcissimo
bacio la sposa e freme il compagno: tra i baci della febbre e la
febbre dell'amore è concepito l'uomo nel ventre della madre.
Nasciamo per l'amore e per l'amore viviamo!--Ama!--è il _fiat_ divino
della conservazione del mondo.
Se il sole dell'amore non ci scalda il cuore negli anni della
giovinezza, l'anima si agghiaccia nel dubbio e bestemmia
delirando:--Chi sono io? e perchè sono?--Addio, addio, tranquille e
sante illusioni di un dì! Nel dubbio voi, fanciulle, consultate e
consultate lo specchio: noi, giovani, apriamo lo scrigno: nell'anima
inaridita nascono i tossici della solitudine, le invidie: e le invidie
per chi? O Dio! per l'amica che sciupò i fiori virginei, gittandoli
nella carrozza di un milionario paralitico pei vizi; per l'amico che
s'inchinò innanzi alla giumenta d'oro. Addio! È sepolta la
giovinezza al suono di due campane:--Odio a noi stessi; odio al nostro
destino: è sepolta desolatamente, e se ad essa si dovrebbe porre
un'iscrizione, questa sarebbe--_Semper pro me._ La trista virilità
viene innanzi con tutta la ipocrisia della posatezza. Addio!... Chi
siete? Siete, o madonne, le arpie in cuffia, e la bibbia vostra è
il libro dell'_avere:_ siete, o messeri, i mestieranti e nel cuore avete
la bottega la più sozza. Andate, andate per la via fatale che vi
è prescritta. Nessuno avrà dolore per voi: e perchè? Ma
quando comprendeste l'amore? E l'amore è fede.
Venite, o tranquille e sante illusioni del futuro! O giovinetti, o
giovinette, amate e fremete. Accogliete nell'anima il raggio che vibra
dalle pupille intensamente fisse in voi: il cuore ribollirà nella
speranza, ed esulterà trionfando:--Sono potente! E sono per
amare!--Nella religione dell'amore troverete a fratelli i brutti, i
sofferenti, i poveri: e farete somma carità con uno sguardo più
che con tutte le limosine ufficiali: benedirete al sole, perchè
è l'amore dell'universo, e scalda il cedro e scalda la muffa.
Venite, o tranquille e sante illusioni del futuro! Baciatevi, o sposi,
e fremete. Tra le due teste giovanili ecco la testolina di un bambino.
Date fiori nei capegli a quel bambino, sulla culla ove dorme, al seno
che lo nutre. Fiori nelle manine di lui che s'alzano al cielo, fiori
tra gli occhi suoi e quelli della fanciulla complice dei primi pianti
soavi e dei primi sorrisi consapevoli, fiori tra la sua mente e
l'azzurro e cadano sulla testina di _lei!..._--Anche tu ami, o
figliuolo? O donna, il figliuolo nostro ama! E chi non ama? E la sua
vergine sorride.--Fiori alle vostre nozze.... Amore! amore!
amore!...--O figliuoli, ho irrigidite le membra fatalmente. Sugli
occhi posatemi un fiore, ed uno sulla pietra.--E si muore! Ma la vita
fu vicenda di fiori e d'amore....--E la donna? Come volarono gli anni!
La mamma, sempre santa, bellissima, felice, sempre porse fiori e
sempre amore. E porge fiori alle tombe...--Andate, andate per la via
fatale che vi è prescritta. Chi ama piangerà per voi. Sempre
comprendeste l'amore. E l'amore è fede.
E se la fede cancella il dolore a poco a poco è dono d'Iddio. Dico
a voi che piangete, a voi che sorridete,
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Foglietto II: _Confessioni_. Foglietto III: _A mia sorella_. Foglietto
IV....
* * *
--Perchè non legge più, marchesa?
--Mio Dio!... perchè.... sa lei?... Sono commossa....
--Ha gli occhi rossi.
--Non so.... Ho paura che ci arrivi una brutta notizia.... È un
presentimento: chi ha scritto queste cose si è gittate in mare....
Temo.... Perchè furono sparsi quei foglietti sull'acque?... Temo un
suicidio.... Chi può avere scritto?
--Si ricorda, marchesa, di quell'artista che a Vado andò in _omnibus_,
chiacchierò tanto e poi perdette l'albo? Il vento l'avrà portato al mare,
quell'albo, l'avrà sfogliato, disseminando le _confessioni_ su per
l'acqua.... Si ricorda di quel poverino?
--Era ubbriaco!


POESIA.

Porto di Genova.
O _Zena_ procace, dall'Aquasola dominatrice del mare e dei colli di
Albaro e degli orti del Bisagno! _Zena_, gemmata di ville da Portofino
ad Arenzano, sullo sfondo degli argentei uliveti o delle montagne
boscose, con tanto azzurro di cielo da darlo a scialacquare a mille
poeti! _Zena_, aperta al libeccio che da Spagna ancora spira l'alito
infocato dell'arabe fanciulle nel sangue de' tuoi figli _Sabazi_,
_internali_, _ingauni_ e _genuati_. _Zena_, consolata dai ponentelli
freschissimi puritani, bruna donna di Lerici, bionda etrusca di
Sarzana, _Janua_ antica, perfino le tue fortificazioni mi sembrano
fascie e corone d'amore alle pendici caldissime!
Quante volte io volli sapere, più che la tua fastosa voluttà, la
tua potenza! E seppi che Filippo Visconti, quando l'ebbe nelle spire
della sua biscia, si credeva già signore d'Italia. Il duca d'Alba
vedeva l'occupazione tua come la base ad una monarchia saldissima. Se
il duca di Zenua ti avesse aunghiato per la Spagna! Il signor Le Noble
scriveva a Luigi XIV: «Genova e Marsiglia unite sotto lo stendardo dei
fiordiligi darebbero legge a Cadice e ai Dardanelli, terrebbero la
Barberia in forzato rispetto e farebbero tremare il sultano nel suo
stesso serraglio di Costantinopoli.»
Ma non so più leggere. Quando il luglio è implacabile coi suoi
trenta gradi, io fuggo le morte biblioteche. Io voglio l'aria, il cielo,
il mare! Io voglio amare!... Amo voi, o marinai di _Zena_, che
storicamente ancora intarsiate nel vostro dialetto tante parole arabe,
spagnuole, greche e francesi; amo voi, o vele, o chiglie, o coste
rivestite di bordature, impernate, calafatate, colle fodere di rame, o
alberature sorelle! Ah! so che colle vostre bestemmiacce, colle tinte
sudice e coi rappezzi grossolani come quelli sulle tonache dei frati,
colle corde bisunte, colla cifra fatta in catrame e la solita [ancora]
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia di un'anima - 12
  • Parts
  • Storia di un'anima - 01
    Total number of words is 4466
    Total number of unique words is 1886
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 02
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1854
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 03
    Total number of words is 4605
    Total number of unique words is 1579
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 04
    Total number of words is 4636
    Total number of unique words is 1462
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 05
    Total number of words is 4704
    Total number of unique words is 1517
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 06
    Total number of words is 4661
    Total number of unique words is 1574
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 07
    Total number of words is 4553
    Total number of unique words is 1596
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 08
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1625
    32.4 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 09
    Total number of words is 4444
    Total number of unique words is 1914
    25.3 of words are in the 2000 most common words
    36.0 of words are in the 5000 most common words
    42.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 10
    Total number of words is 4262
    Total number of unique words is 1847
    26.3 of words are in the 2000 most common words
    37.6 of words are in the 5000 most common words
    44.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 11
    Total number of words is 4381
    Total number of unique words is 1861
    29.2 of words are in the 2000 most common words
    41.3 of words are in the 5000 most common words
    48.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 12
    Total number of words is 4371
    Total number of unique words is 2064
    25.2 of words are in the 2000 most common words
    36.9 of words are in the 5000 most common words
    43.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 13
    Total number of words is 4477
    Total number of unique words is 1708
    30.3 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 14
    Total number of words is 4430
    Total number of unique words is 1907
    30.9 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 15
    Total number of words is 4490
    Total number of unique words is 2032
    26.6 of words are in the 2000 most common words
    38.4 of words are in the 5000 most common words
    45.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 16
    Total number of words is 4298
    Total number of unique words is 2073
    27.0 of words are in the 2000 most common words
    38.2 of words are in the 5000 most common words
    45.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 17
    Total number of words is 4410
    Total number of unique words is 1979
    28.3 of words are in the 2000 most common words
    39.1 of words are in the 5000 most common words
    45.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 18
    Total number of words is 4411
    Total number of unique words is 2056
    29.0 of words are in the 2000 most common words
    42.0 of words are in the 5000 most common words
    48.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 19
    Total number of words is 4515
    Total number of unique words is 2003
    28.6 of words are in the 2000 most common words
    41.2 of words are in the 5000 most common words
    48.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 20
    Total number of words is 4433
    Total number of unique words is 1845
    27.3 of words are in the 2000 most common words
    38.6 of words are in the 5000 most common words
    44.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia di un'anima - 21
    Total number of words is 3169
    Total number of unique words is 1431
    30.0 of words are in the 2000 most common words
    42.1 of words are in the 5000 most common words
    47.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.