Storia di un'anima - 06

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_20 marzo._--Oh nei sogni quali spasimi di voluttà che non ho mai
provato! E quando sono desto, e vivo, e ardente, ed è primavera,
quale imperioso bisogno di conforto ai miei anni!--No, no! ti sprezzo,
o femmina, o stupida istigatrice, fango destinato al fango; e ti
adoro, o vergine, mestissima e santa poesia vivente!
O Lidia, Ti ho schiuse le pagine più sacre delle memorie, e forse
anche Tu hai detto ch'io sono un fanciullo! e forse mi hai creduto un
cattolico, forse un chierico!
O Lidia, il mio Dio lo capisci Tu come lo capisco io?

_22 marzo._ Sono stanco, annoiato di tutto, scoraggiato, avvilito. Penso
al M. Com'è felice colla sua donna!--Io non avrò mai questa
felicità? E perchè mi sono tanto tormentato?
Gli Italiani vanno alla Nuova Guinea. Sono pazzi? Mi è balenato il
desiderio, in sogno, di avventurarmi là anch'io, e lasciare a casa
tutte le memorie perchè i miei le leggano, e sperare... Sempre un
dolore solo! Sperare! Sperare! L'anno scorso avevo pensato anche
così. Non voglio più guardare alcuna ragazza. Lidia avrà una
figlia: e la sposerò!--il mio spavento era che si rompesse ogni
filo fra me e Lei; dove sarà fra tre, quattro anni?
Dov'è ora? E dove sarà?
Oh fosse vero il mio sogno! Che Tu potessi amarmi e ch'io potessi
esser felice! Oh fosse vero il mio sogno!--Lidia, Lidia, io non sento
che Te, Ti voglio, Ti amo, inginocchiandomi e tremando Ti amo! Tutti i
dolori passano, o passeranno: il mio amore non passa. Dio, dammi la
mia pace, la mia felicità, il mio cuore!
E intanto passano gli anni della mia giovinezza! E quanti miei amici
sono felici, belli, tranquilli! E quante fanciulle sorridono! E quante
femmine ghignano!
Una cosa che mi avvilisce è che ho poca memoria: e vale stordirsi
il capo? L'anno scorso c'erano delle notti (e per settimane) in cui
sognavo di leggere tedesco o inglese, dopo sei o sette ore di lettura
fatta nel giorno!
--Sono tre mesi e più che l'anima mia è piena del Tuo ricordo,
giorno e notte. Sì, non è passata ora in cui la mia anima non ti
abbia invocata, per sentire la mia felicità o la mia infelicità!
E di notte, quando mi sveglio, tu sei il primo pensiero, il primo
tormento!
... _Il y a révolte en moi-même et comme un enfant capricieux qui
ne veut point entendre raison, j'appelle la nature marâtre,
parceque je veux qu'elle me donne aussi ma parte de bonheur!_(10)
Che parole! Ti amo perchè sei ribelle, perchè imprechi,
perchè avrai dei pensieri orribili, perchè non sei la larva
vaporosa del mio studio e dei boschi di Limbiate, ma perchè sei
_viva_, soffri,--sei donna! E donna, ribelle, imprecante, disperata, mi
devi credere un fanciullo perchè ti parlai di Dio e di Maria! Oh se
ti dessi a leggere l'_Ugo_! mi conosceresti, mi ammireresti, mi
ameresti! No! sarebbe una cattiva azione la mia!
Chi conosce l'anima mia? Vorrei prorompere! E se Tu fossi quella che
deve capirmi e darmi la pace e farmi vivere? Che importa a me dei
milioni di cui così avidamente discorrono. A me importa _la pace_, _la
vita_, _la felicità_. E che colpa avevo io da scontare perchè Dio
mi condannasse al supplizio di questa vita piena di desideri e di
tormenti, e di bisogni e d'amore?
Vorrei morire.... ma non si rinasce a rimediare ai mali di questa
vita.
Oh io Le ho fatto del male! L'ho turbata! Tante volte nel parossismo
del mio dolore ho sognato che il suo fidanzato si ingelosisse di me, e
venisse da me, e mi sfidasse, e mi uccidesse. Comprenderebbe egli il
mio amore? e non sa che se l'avrebbe fatta felice, io avrei amato
anche lui? Non sa che potevo essergli fratello?
Su questa terra io non ho trovato quello che l'anima mia
spasmodicamente cerca! Sono insodisfatto e scettico. Sono ammalato.
O Lidia, ch'io un giorno sappia il tuo suicidio o la tua vergogna?
Come tutte le sere paurosamente leggo la _Gazzetta di Venezia_!
Oh se potessi salvarti dal dolore e dai pericoli, mi ameresti per
tutta la vita. Salvarti!
Temo di perdere mezz'ora di tempo, a staccarmi dai libri, e perchè
non vado nè a passeggio, nè in cavallerizza, mi paiono preziose
le ore, e che cosa faccio? Come faccio a prepararmi una via? Per due
anni ho studiato anche alla sera nell'inverno, e 5 e 6 ore di sera,
oltre 7 ore di giorno e che cosa so o piuttosto che cosa ho fatto di
pratico? Ed io stesso mi dico: _poltrone, lavora e fatti una carriera,
professa le tue idee dignitose ad alta fronte, e parla colla tua
coscienza d'uomo, e pensa al tuo avvenire con sicurezza e con coraggio
invece di sospirare e di bevere bromuro_!
Dicono ch'io sia originale, invece sono solamente infelice. Se fossi
pazzo, quante volte avrei compromesso in casa mia il suo delicatissimo
nome! O mi sarei inebetito coi liquori, o avrei giocato.
Ma a che tante giustificazioni? E per chi? _Sento l'anima mia_--e sento
che ho sempre ragionato:--e con grandi sacrifizi, sì--ma ho sempre
ragionato:--e sento di essere un uomo.
Lidia potrebbe dirmi _No!_--Ma la mia posizione sarebbe
decisa,--netta,--finite le incertezze. E mi darei tutto alla
carità.--Non mi ucciderei, come un vile; non imprecherei, come un
briaco; non mi soffocherei nei vizi, perchè la mia anima è
nobile; non viaggierei per non sprecare denaro (un denaro che a me non
comprerebbe l'oblio e sarebbe tanto di meno per chi soffre) e mi darei
tutto alla carità.--Sarei uomo. Il dolore massimo si sopporta colla
massima forza. Sono le incertezze che tolgono forza.

_23 marzo._--Sono stanco e assordato. Stanotte assistetti alla festa
della Società Artistica Patriottica. Ero melanconico e guardavo....
Vidi come gli uomini sono frivoli e libidinosi. Nel massimo rumore e
fra la gioia più sfrenata, io ti nominai fra me e me una o due
volte, o Lidia, e ricordai che t'avevo scritto. Il mondo non mi ha mai
dato delle consolazioni, perchè non può darne; non mi ha mai
dato una delle sue gioie, perchè non le voglio. E fra il lusso
della cena, nel salone, mi sono immaginato la tua modesta cameretta, o
mia vergine!
Oh se io potessi farti felice!
Quel fracasso mi ha stordito: oh se potessi sempre stordirmi! Invece
penso sempre. Pensare per agire è cosa umana; pensare per
fantasticare su mille gioie e mille paure è ben tormentoso.--Ieri
credevo di impazzire e credevo che il tifo mi assalisse di nuovo: ero
contento.--A notte ho pensato che ti ho scritto della mia comunione:
se alcuno dei miei amici avesse visto quelle righe! E che? Sono
superbo.

_26 marzo._--Sono inquietissimo.

_27 marzo._--Ieri ho riletto la Tua lettera del 13 febbraio. Ho bevuto
del bromuro di potassio. I miei nervi si sono acquietati; le idee sono
sempre le stesse. Come sono contento quando dormo: non penso
più!--La ballerina ciarla, è allegra e guarda i fiori.... O
fortunati coloro che si _innamorano_ di una femminaccia che possono
_mantenere_!
Rammenta, rammenta, e spera, e spera, o fanciullo, e intanto diventi
vecchio! Gli anni più belli, più ardenti, passeranno.
Chi avrebbe detto a mio padre, quando comperava questi fogli di carta,
che essi dovevano servire agli sfoghi dell'anima mia? Anima
appassionata, timida, buona, piena di fede e di speranza, anima che
non trova l'anima!
Lidia, sei tu l'anima mia, io sento! Siamo destinati!--E se Tu
morissi? Se io morissi?
Io scrivo parole, ma chi capirà che sono _dolori_?
Da molto tempo coltivo il disegno di andare a Venezia,--la città
del mio Tintoretto e della mia Lidia. O padre mio, se tu sapessi che
uragani ho nell'anima mia!
Se in questi giorni di primavera, vedo qualche fotografia di Venezia,
mi sento una gonfiezza al cuore, un orgasmo, una melanconia.. ..
Pazienza! Pazienza!
Ma soffri anche tu, Lidia, e hai pensieri orribili e imprechi.... Ed
io Ti consolo parlandoti di Dio. Io! In quali momenti mi sento io!--Mi
scriverai?
Un giorno saremo abbracciati, felici, inginocchiati a ringraziare quel
Dio a cui abbiamo creduto. Oh potessimo sposarci a Limbiate!--È un
pensiero che ho sempre, e che non ho mai scritto!
Dio, Ti ringrazio! Mi hai aiutato l'anno scorso, e in che giorni! mi
aiuti anche in questo. Sì, quanto Ti debbo: mi ha scritto. Sapevo
io dove era? Era viva? Era morta?--Dio, grazie!

_28 marzo._--A San Miniato, a Firenze, come Ti ricordai!--E quando ero
solo, a Mantova nel palazzo Ducale; a Verona, nel giardino di casa
Giusti; nel cimitero di Brescia, come Ti volli! come ero infelice! Ero
tanto solo! O Lidia, se Tu avessi provato quei momenti di ardentissima
passione e di immenso sconforto!
Oh mio _Giuliano_! Chi ti conosce? Io ebbi l'animo per abbozzarti: non
ebbi l'ingegno per scriverti. Ma chi ti conosce? In te ho cercato di
sfogare le incertezze, la bontà e i deliri e gli inferni e i
paradisi di un'anima che sclama:--Dio, Tu non ci sei, ma c'è la
donna! Non credo in Te, ma spero in Lei!--O Lidia, potess'io parlarti
di quel mio _Giuliano_. Comprenderesti i tormenti dell'anima mia, piena
di vita e desiderosa di morire.

_29 marzo._--Ieri ho aspettato P.... nella via Olmetto per parlargli, se
poteva trovare qualche mansione da darmi a disimpegnare alla
Congregazione di Carità.--Non osavo. Come sono timido io! Mi
esibii, arrossendo. Diffido sempre di me. Mi rispose freddamente,
freddissimamente.... Pure aspetterò.
Stanotte ho sognato di ricevere una lettera d'una amica di
Lidia:--«È con raccapriccio che devo farle sapere....» così
cominciava. Mio Dio! Che spavento! Lessi qua e là.
Mi sovviene che un mese fa ho fatto _dei conti colle cifre_. Voi mi
credete poeta! Ho calcolato fitto, vestito, cucina, servizio, ecc.,
ecc.--O Lidia, potessi darti una posizione agiata e vivere a lungo, se
mi ami: e se non mi ami, morire presto per lasciarti libera e con
qualche mezzo.

_30 marzo._--L'altro dì, credendo di vederti, o Lidia, ho sentito
una specie di ebbrezza: ieri, cercandoti nella via Manzoni, ho
sentito uno spavento che non Ti so dire.--E chi sei tu?--Tante
volte guardo la carta topografica di Mantova e cerco di trasportarmi
coll'immaginazione o alla Piazza Virgiliana o a Porta Molina, o a
Sant'Andrea o al Palazzo del T.... Che tristezza!
Ieri ho toccato i tuoi capegli biondi, povera morta! povera sposina!
Come un giorno da ragazzo, sentivo paura e religione davanti
all'altare, oggi sento religione e paura davanti a qualunque minuzia
che appartiene ad una fanciulla.

_31 marzo._--Alcune volte mi sento felice nel pensare alla morte,
perchè mi dico:--L'anima mia è scritta in queste pagine e mia
madre mi conoscerà.--Mia madre stenterà a capire la mia
calligrafia, ed io sarò sotterra, senza aspettare la risurrezione.

_2 aprile._---Oggi per la prima volta, io, _letterato_, ho letto la poesia
di Stecchetti.--Oh amo Te, mio ideale, mia Lidia! Ecco come le letture
delle poesie stampate influiscono su di me!

_3 aprile._--Anche i cattolici romani che leggono i discorsi alla
Società Cattolica, dicendo che Dio è buono, abbracciano la
femmina. Io credo in Te e per Te sono puro!
Li leggo i poeti, ora che ho rinunciato ad ogni studio d'arte, li
leggo per curiosità Stecchetti e Carducci. Che mi importa?
Nulla--voglio fare la carità.

_6 aprile_ (sera).--Lo _sento_. Verrà quell'ora in cui io mi
ucciderò. Ti scriverò?

_11 aprile._--Aspetto sempre d'esser accettato alla Congregazione di
Carità.--Alla sera mi trovo con molti giovani. Come sono stupidi
nella sensualità! Ed io mi sento la poesia nel cuore!--Alcuni di
quei giovani sono stimati giovani d'ingegno. Oh sono cinici e volgari!
Sulla _Gazzetta di Venezia_ fra i decessi non trovo il suo nome. Dio Ti
ringrazio. Ma che futuro mi prepari? Premiami di questa mia
solitudine, di questi miei studj, delle mie speranze in Te!

_13 aprile._--Giorno di Pasqua. Jeri a sera mi commossi dolcemente.
Venendo a casa, come sempre ho pensato a Lidia! Nella mia camera da
letto, sullo specchio vedo una busta...--Una lettera di Lidia, mi sono
detto subito.--Era un regalo di mia madre: era una busta coll'augurio:
_La pace sia con te_.
Oh sì la pace! Sai tu che pace abbisogni all'anima mia? Oh mamma,
mi commosse la tua ingenua, bambinesca calligrafia! La pace! Non l'ho
trovata nella febbrile fantasia dell'arte, nella stupida società
elegante, nell'amore, negli studii pacati e solitarii... La troverò
nel prestarmi a lavorare pei poveri?
E Tu, Lidia, non sei povera?
Suonano le campane e mi pare di essere a Limbiate e di camminare per
uno stradone e di pensare a Te.
Perchè non mi scrivi? Che Tu fossi partita da Venezia e che io
nulla debba sapere di Te?

_14 aprile._--Perchè oggi ho il mio pensiero così fissamente
rivolto a Te, o mia sorella?
L'anno scorso, quand'ero in Duomo, credevo e temevo sempre di vederti
a braccio del Tuo sposo. Come sospiravo dietro a certe coppie
tranquille! Che desiderio il mio! Che bisogno!--E mi rassegnavo.
--_Perséverez dans le travail: dans vos nobles aspirations_.--Mi
suonava sempre nell'anima questo tuo caro ricordo. Perseverare,
studiare! E senza domandarmi il perchè vero, per solo amore
melanconicissimo a Te, io studiavo: non ho perduto un'ora sola in ozio
o in divertimento, nell'inverno: studiavo di giorno, di sera, di
domenica... L'anno scorso e st'anno, quando il sacerdote alza l'ostia,
io dico:--Lidia--e credo... a che? Non credo al prete: credo a Dio! E
quando il sacerdote leva il calice, io dico:--Lidia!--e credo!
Sono gli istanti solenni della commemorazione... Quando in cimitero
vedo gli ossami e mi sento aizzato allo scetticismo, non credo nulla,
nulla, e mi sento certo che sotterra non si ama, ma si imputrida, e
finisce la bellezza, la bontà, la poesia, l'anima, io mi
dico:--Lidia!--e quest'invocazione significa:--Voglio la vita!
Camperò solamente dieci o venti anni ancora. La mia giovinezza è
quasi passata e sciupata in inutili studi e inutili melanconie e
inutili ideali--morrò e...
O campane, come suonate meste e quasi a morte!--Come suoneranno meste
a Venezia!--Le campane mi hanno sempre commosso nei paesi, e nelle
città di provincia.--A Vicenza, a Padova, a Verona, a Mantova! A
Mantova! Credevo che Tu fossi là nel settembre del 1876! O campane,
perchè mi fate nascere tutta la mia melanconia!--Voglio _vita_ e
_amore_.

_16 aprile._--Ho fatto la comunione. A questo mistero del pane di Dio io
sposo sempre una mesta commemorazione, santa, pura, gentile.--È
commemorazione d'amore. Mi sento casto e affettuosissimo. Avevo con me
la tua lettera, e ho ripetuto tra me le parole: _Vous étes mon ami,
et un ami rare, pourquoi ne serai-je pas confiante avec vous? Si je
vous ai fait du mal une fois je veux le réparer en étant pour
vous une soeur et une amie._--Dio, eccoti il mio avvenire.
Finora la mia vita fu uno spasimo di incertezze, di speranze, di
propositi, di scoraggiameli... Ed ora?
Perchè non mi scrive?-Non mi scriverà?--Sarà rotto il filo
tra noi due.
Ma perchè mi tormento così? Prego? Confido? Faccio della poesia?
La scienza che mi dice? La verità qual'è?... Mio Dio, mia Lidia,
datemi un po' di fede gentile.
In che mani saranno questi miei fogli fra venti anni? e fra quaranta?
e fra cento?--Vivrà l'anima mia, quando io sarò polvere e
nulla?--Chi leggerà? chi capirà? Chi pregherà per me fra
cento anni?
O Lidia, almeno le anime siano immortali! posso io averti amato
soltanto per sette o dieci o venti anni? e dopo?--Per sempre! Per
sempre!--dice l'anima mia.--Per sempre e in Dio! Dio che è l'amore!
Dio che mi vede, e mi perdona, e mi conforta, e mi fa sperare e
sorridere:--Dio che c'è!
* * *
--Torno dal Duomo. Che pensieri mesti! Credo sempre di vederti e
sento di amarti! Ho bisogno di guardarti negli occhi!--Ti immagino
nella chiesa di San Marco; tu sei bella, tu credi, tu disperi.

_22 aprile._--Ho speso del denaro, comperando un _budriere_ antico. Non
è denaro pei poveri? Nella mia nuova missione imparerò a
risparmiare ed a fare l'elemosina!

_24 aprile_.--Jeri ho incominciato a vedere la _miseria_. Lidia, voglio
avere un grandissimo, religioso, gentile rispetto per quelli che
soffrono e che lavorano--ricordandomi di Te e delle Tue parole
«_étant pauvre il faut que je travaille!_»

_26 aprile._--Jeri notte ho fatto un sogno bruttissimo. Jeri a sera,
assai melanconicamente, ho parlato di Te.--Che Tu indispettita del mio
silenzio, non mi scriva più? Sei già partita da Venezia? Mi hai
promesso--_Si je quitte Venise je vous en avertirai afin que vous
sachiez toujours quelles sont les douleurs ou les joies de votre
affectionnée amie et soeur._ Ti ricordi di avermi scritto
così?--Hai Tu la brutta copia delle lettere che mi scrivi? Suona
mezzogiorno a salutare il nome purissimo di Maria. O Lidia, mia
sorella, come Ti amo!

_29 aprile._ Lavoro pei poveri: e sono contento, E se il mondo fosse
pieno di finzioni? E se tanti poveri sono bricconi? E se io sono
novizzo?

_1° maggio_.--L'anno scorso, quasi regalo di maggio, il mese dei
fiori, dei nidi, dei bambini e di Maria, mi fu regalato un cranio. Era
un augurio? Se fossi morto, sarei morto credendo Lidia felice. Essendo
vissuto, ho la gioia e il tremendo dolore di sapere che potrei farla
mia....
Sono stanco e insoddisfatto di tutto.--Ah mio collega G.! fare la
carità per te è un gustare doppiamente la tua posizione. Tu hai
finito di girare per la stamberga, e vai alla tua casa e trovi una
sposina bella e un bellissimo bimbo. Egoista!
Chi da giovane ha avuto le ubbriachezze della carne colla femmina, non
può o non è degno di sentire il bisogno alto della _donna_; chi ha
sempre avuto religione per la donna, vive per la _sua donna_, per il suo
bambino.--O Lidia, il mio futuro non so e non voglio, e non posso
sognarlo squallido!--Forse nuove delusioni mi aspettano! ma pure
queste illusioni mi sono care, l'unico appoggio alla vita stupida,
insoddisfatta, di ogni dì in questa mia repressa giovinezza.
Leggete le mie annotazioni... e qualche pagina del _Giuliano_ e
dell'_Ugo_. Se quell'uragano che avevo nell'animo l'avessi traboccato in
fatti, che cosa potevo essere io? un demonio!--E sempre, sempre,
pensando a Te, _mia_ fanciulla, fra mille dubbi e mille tormenti, ho
sorriso e ho confidato in Dio!

_Sera._--Oggi sono stato a consegnare il baliatico in sei povere
cameruccie. Che rispetto ho io per quelle povere mamme!
Come mi commuovo! sento bisogno di riaprire il mio mobiletto e di
annotare.... come mi commuovo! Non sono ricchi e sono felici! Qui, ad
una finestra vicina, un uomo è affacciato e guarda: _lei_, non bella,
gli appoggia una manina sulla spalla.... Oh felicità! felicità
per me! O Lidia, come Ti parlerei io nei crepuscoli! Poesia e fede e
amore! Poesia e speranza e _vita_!

_3 maggio._--Jeri mi sono trovato con C.--L'anno scorso di questi giorni
accompagnava per Milano la mantenuta. St'anno ha moglie e viene alla
Congregazione di Carità:--Sono contento!--mi disse,--ho goduto la
_mia gioventù_.
È un assioma di questo mondo. Io come godo la _mia gioventù_? Come
mi preparo per Te? Come penso? E come soffro?
Oh il mondo mi assolverà sempre da qualunque sudicio amorazzo, non
mi assolverà d'aver amato una vergine pura e povera e infelice!

_Sera._--Io mi tolgo da pranzo e Ti ricordo sempre! Ricordo la povera
minestra fredda e certi tozzi di polenta che vidi in certe povere
casuccie, dove le mamme avevano un bambino in collo.

_6 maggio._--....Sorriso di donna, che cosa sei?

_8 maggio._--Non posso resistere; apro il mobiletto e guardo il tuo
ritratto, o Lidia, e Ti fisso negli occhi. S'avvicina il giorno di
santa Lidia, Ti scriverò. Da due giorni non leggo la _Gazzetta di
Venezia_. Ti troverò fra i morti?--Penso al suicidio. No, penso a
_vivere_ con Tei in campagna! O primavera!

_9 maggio._--O Lidia, Ti guardo negli occhi. Come Ti amo! Dio, Ti
supplico, _a patto di qualunque infelicità_, rendila mia, per un
giorno solo!--Ti guardo ancora negli occhi, e mi domando:--Sei Tu? Tu,
Lidia!

_10 maggio._--Oggi, quale spavento! Vidi e rividi un capitano del
35.° fanteria. Era il Tuo sposo? il Tuo promesso? Veniva a Milano
per uccidermi?

_12 maggio._--Penso alle _mie ultime volontà_ che ho scritto, e vorrei
raccomandare a mia madre.... Oh mia madre mi capirà quando
leggerà quelle mie righe e queste mie pagine. Come sono contento
pensando che in quel dì non saranno più _mie vergogne_ quelle
sante, pure, caste effusioni dell'anima mia, in quel dì non saranno
più fanciullaggini le mie melanconie e i miei bisogni, ma in quel
dì nella loro tremenda evidenza si mostreranno i sacrifizi e le
repressioni dell'anima dai miei ventidue a questi miei ventisette
anni! Capiranno? Oh no! a loro non fu dato il tormento di amare
gentilmente a ventidue anni! a loro non fu dato ingegno e sentimento
tormentatore di squisita e sfidatrice poesia!
Mia madre dirà:--Che tesoro d'affetti, che avvenire, che
felicità! che _anima_! seppelliamo tutto in una buca e per sempre!
Poteva e voleva essere buono e felice, voleva una fanciulla, ma casta,
ma gentile, ma infelice. Lo seppelliamo _per sempre_!
Sì, per _sempre_! non si viene più di laggiù: è triste verità: si muore:
l'anima è la memoria che lasciamo e l'_anima mia_ ve la lascio in queste
mie pagine e in quelle mie ultime volontà e in questo mio grido del cuore
straziato:--O mamma, ti raccomando la mia Lidia: per Lei sono stato puro,
gentile, sperando in Dio... Credi tu in Dio? Sì! Dunque per l'amore di
Dio, per Lui che volle ch'Ella fosse il mio angelo attraverso la mia
bollente giovinezza che poteva essere piena di spaventose colpe, per Dio
che volle ch'Ella mi stimasse e mi rendesse gentile e pauroso e timido,
per Dio che me la mostrò, me la tolse, mi tormentò di incertezze, e pare
che _me la destini_ ancora, per Dio che è l'Amore e lesse nell'anima mia,
per Dio, te la raccomando, o mamma,
Oh come vorrei che queste fossero l'ultime parole che scrivo è che
tu troverai, perchè Ella, la mia Lidia, ti sia raccomandata come
una figlia!

_17 maggio._--Voce, grazia, profumo, linee dolcissime, seduzione, sudore,
carne della femmina, che siete voi per me? Vidi jeri e meditai sul quadro
di Morelli «_Le tentazioni di sant'Antonio_.» Carne della femmina che
sei? Tutto passa, e tu, corpo, imputridisci; dopo la giovinezza, nessun
piacere; dopo la morte, nessuna vita!--O Lidia, in queste pagine su cui è
scritto il tuo nome di vergine, oso io lasciare queste righe? Sì, per
dirti che all'_anima Tua_ sacrifico la mia bollente gioventù. Ti amo,
purissimamente Ti amo e purissimamente Ti voglio mia!

_18 maggio._ «Io mi tacerò quando non mi sentirò più degna di stringervi
la mano, come ora.» Queste sono le parole di Lidia, che mi spaventano da
due giorni.

_30 maggio._--A sera tarda mi trovai cogli artisti che festeggiavano il
Michetti. Figlio di pastori a 25 anni è già celebre in Italia e
in Francia, e guadagna quello che vuole. Come vorrei essere in lui!
avere tanto nome e tanto merito e dire: _Per una fanciulla_!
festeggiato, amato, ammirato e dire: _Col pensiero di una fanciulla_!
Che superba compiacenza!

_4 giugno._--Jeri sera ho ricordate le Tue parole a me e stamane voglio
rileggerle:--_J'ai aussi des remords, votre lettre m'a troublée--je me
sens malheureuse car j'ai été pour vous cause de souffrance_ (oh sì),
_peut-être ma légéreté en est-elle la cause?--J'ai pleuré en lisant votre
lettre, il m'a semblé entendre une voix que n'ètait point de cette terre,
je ne croyais pas qu'il y eût sur cette terre une âme si belle que la
vôtre!_
O madre, queste parole sono il premio della mia castità, della mia
religione, della mia timidezza, del mio amore!--E le ho lette in un
santuario della Vergine.


_Tout ce qui finit est si court Allez toujours_--

_24 marzo_ 1880.--Facendo la carità, trovo un padre che si uccide
perchè la Congregazione è una vecchia istituzione burocratica
piena di pregiudizii. Credo di servire il mio partito, ma per reggere
alla noia di stare tre o quattro ore al tavolino della Costituzionale
a scribacchiare i verbali mi immagino sempre d'aver avanti agli occhi
la nostra Regina Margherita, e per _lei_, _donna_, faccio quel sacrificio
di star lì. Essendomi occupato della Società Dantesca, trovo i
Commendatori amici che mi fanno dire che sono assenti da Milano.
Quando ho studiato che conforti ho avuto? quando ho scritto? quando mi
ero inchiodato sulle panche dell'Accademia?
Io mi sento artista, perchè sto in contemplazione di un raggio di
sole che fa luccicare mestamente l'iniziale delle pergamena e vivifica
i colori di un angolo di tappeto turco e fa spiccare le ombre del
tavolo barocco e polveroso. Io sono artista--melanconico e sognatore.
Guardo alla libreria polverosa.... O poeti, non vi leggo più! penso
che anch'io volevo essere romanziero storico: e, dopo il mio amore,
romanziere antico. Incominciai col _Buondelmonte_ e finii coll'abbozzo
_Tisi_.
Ho qui un vasetto di viole del pensiero. Da sei anni a primavera ho
questa gentile compagnia: viole ed illusioni.--I miei amici vedendomi,
triste, mi dicono per consolarmi:--Prendi moglie....

_29 marzo._--Perchè nulla annotai nel dicembre, nel gennaio, nel
febbraio, quando servivo i poveri alla cucina economica? Perchè non
scrissi le soddisfazioni dell'anima mia nel fare il bene? E il bene
l'ho fatto pensando a Te: ho avuto dolcezza, pazienza, perseveranza,
dicendomi:--Lidia mi vede.--Ma chi sei Tu che ti facesti padrona della
mia giovinezza? Chi sei? Perchè ti sono così schiavo? Perchè
mi fai piangere? Perchè farai piangere mia madre?--Oh alcune volte
impreco contro di Te, e ti odio e vorrei che l'anima tua soffrisse
come la mia!
E che? La vita, l'avvenire è dinnanzi a me.... Sì, ma dove le
risoluzioni? la forza d'animo? la perseveranza? la fede?--Alcune volte
mi dico:--Dimenticarono tanti: dimenticherò anch'io: avrò una
famiglia: avrò una carriera.--Ma no! sento solo le mie melanconiche
fantasticaggini artistiche! Sento solo l'armonia del mio dolce
passato! Ho sofferto, e i miei dolori non sono troppo preziosi, per
mutarli nelle gioie banali di vita solita.

_(sera)._--Oggi mi sentii poeta. Meditai una poesia, _I morti_, i
morti all'ospedale e i morti in battaglia--i morti d'amore--i morti in
campagna....
Lessi i ricordi della _vita di Settembrini_. Come mi sentii consolato!
Che fede in Dio! Che amore nella sua donna! Che carattere!--Mio Dio!
perchè non sono vissuto nel tempo delle cospirazioni, dei patiboli,
delle battaglie? A me che rimane? _Lo sconforto_!

_11 aprile._--Sono otto mesi ch'io da mattina a sera aspetto una lettera
di Lidia; che cosa mi potrebbe dire?
S'io mi trovassi padrone di trecento od anche di duecento mila lire,
scriverei a Lidia:--Voi siete povera: ditemi quanto vi abbisogna per
la vostra felicità.... Vi darei tutto. Avrei fatto il mio dovere
dopo di avervi date tante proteste di affetto vero.--Dopo, colla
coscienza forte e _finalmente_ persuaso di aver fatto una buona azione,
dopo mi voterei a Dio. Per andare missionario bisogna tanto denaro?
Don Fedele non era ricco.
Fra tutte queste cose vecchie del mio studio, ho delle camelie in un
vaso, camelie candidissime, camelie rosee... Perchè adorando i
fiori, con dolcissima illusione, con irresistibile bisogno, adoro la
donna?
Fanciulle belle e bruttine che passeggiate al sole, se sapeste il mio
sacrificio! _Nulla, nulla_ si cancella dall'anima mia e mi sento senza
speranza, senza amore, con troppo amore!
Come ti bestemmio, o Dio! Non ti credo nei cieli! Sei in terra e Sei
l'amore! Sii maledetto, o amore!--. Perchè non mi uccidi?
O sole, come ti amo sui picchi delle montagne selvagge! Come mi sentii
felice nei deserti della Natura! come libero! come poeta!--Ma tu,
Sole, mi schiaffeggiavi, mi macchiavi il volto e le mani, sì ch'io
avevo persino vergogna della montanara che m'accompagnava: e quando
tornavo fra gli uomini, io mi sentivo rigurgitante l'anima di
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