Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 08

Total number of words is 4580
Total number of unique words is 1537
38.0 of words are in the 2000 most common words
54.1 of words are in the 5000 most common words
63.2 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
e diceva tra sè: Oh che sproposito! si sentiva un coraggio a tutta
prova, e prometteva di tornare indietro. La presenza del padre, o del
Marchesino, una cosa qualunque da farsi, raffreddavano quel primo
impeto; il quale alla sera si trovava talvolta cangiato in un pieno
scoraggiamento. Tornavano allora alla mente le difficoltà, si pensava
allora che se anche resistendo si avrebbe potuto schivare il chiostro,
non era da sperarsi il viver lieto del quale allora si gustava una
parte, perchè si era in colpa, perchè tutta la bonaccia presente non
era assicurata che da un perdono, e il perdono dalla risoluzione di
pigliare il velo. Come sarebbero andate le cose, se la risoluzione si
fosse ritrattata? e con quali parole ritrattarla? come cominciare?
da che? Geltrude ritirava lo sguardo da questo mare in tempesta, e
rivolgendolo allora al chiostro, il chiostro le parava un porto.
Coltivava ella allora i sentimenti pii che potevano far piacere il
chiostro a chi l'avesse scelto volontariamente, e in quelli cercava di
riposare. Quando dopo questi momenti ella si trovava con la famiglia,
o con altri, diceva spontaneamente, e con aria di posata fermezza,
parole che dovevano far credere che la sua scelta era liberissima.
Tutte le volte poi ch'ella era posta in una circostanza nella quale ciò
ch'ella doveva fare o dire doveva essere un nuovo attestato di questa
sua scelta, ella faceva e diceva ciò che lo poteva far credere, ciò
che la impegnava sempre più. Benchè alcune volte in quelle circostanze
ella sentisse una manifesta ripugnanza all'impegnarsi davantaggio,
quantunque ella vedesse chiaramente che ciò ch'ella stava per fare le
rendeva più e più difficile il retrocedere, pure il dire o fare il
contrario l'avrebbe posta tutt'ad un tratto in una situazione così
dura e così difficile, ch'ella non poteva nè pure pensare di farlo.
Ella era come chi, trovandosi sur un ripido pendìo, vedesse all'ingiù
sotto di sè un picciol passo da farsi, e quindi un luogo di riposo, e
volgendosi indietro, per guardare alla via che bisognerebbe fare per
risalire, vedesse il principio d'una erta, lunga, dirotta, disastrosa.
E la povera Geltrude non dava passo che per discendere. Ma siccome chi
nuoce a sè stesso nell'avvenire per timore di nuocersi nel momento
presente, non vuol mai confessare a sè stesso tutto il male che si fa,
nè darsi così tosto per perduto, e ad ogni male che si fa, si consola
con l'idea d'un rimedio, così anche Geltrude aveva trovato nella via
che le restava da percorrere un momento di più forte speranza. Questo
momento era quello dell'esame che un ecclesiastico, deputato dal
vicario delle monache, doveva fare della sua vocazione; esame nel
quale ella si sarebbe trovata sola con lui, e nel quale ella si teneva
certa che qualche occasione si sarebbe offerta per potere svilupparsi
da quel laccio, se laccio era, e, in ogni caso, di conoscere ella
stessa più chiaramente il suo animo, di deliberare sulla sua scelta più
posatamente, più sicuramente di quello che potesse fare coi parenti,
già risoluti senza deliberazione, o coi suoi pensieri, troppo agitati,
troppo confusi, troppo inesperti per deliberare.
Il momento che Geltrude desiderava non senza qualche terrore, il
Marchese lo affrettava con istanze, perchè, come si è detto, egli era
uomo esperimentato, e sapeva che a volere che un affare sia spicciato,
bisogna muoversi; e il momento venne. Un bel mattino il Marchese
annunziò a Geltrude che in quel giorno il signor...., ecclesiastico
mandato dal vicario delle monache, verrebbe ad esaminare la sua
vocazione. Ma come quella conferenza avrebbe avute conseguenze serie,
e Geltrude vi doveva esser sola con l'ecclesiastico, così il Marchese
stimò che fosse necessario aggiungere all'annunzio qualche avvertimento
che lasciasse una impressione nell'animo della figlia, e le servisse di
compagnia e di guardia nell'assenza forzata d'ogni altro custode.
Orsù, Geltrude, diss'egli, finora voi vi siete diportata da angelo:
ora si tratta di coronar l'opera. Oggi voi dovete fare un gran
passo; pensate che da esso dipende l'onore di vostro padre, della
famiglia, il vostro, e il vostro destino di tutta la vita. Tutto
quello che si è fatto finora, si è fatto di vostro consenso, anzi a
vostra richiesta. Se in tutto questo frattempo vi fosse nato qualche
pentimento, qualche dubbio, avreste dovuto manifestarlo; ma ora, voi
ben vedete che non è più tempo di far ragazzate. Io mi sono impegnato
in faccia al mondo, e mi sono impegnato perchè voi mi avete dato motivo
di credere, di esser certo, che poteva impegnarmi senza rischio di
avere una smentita. Ricordatevi che la più picciola esitazione che voi
potreste mostrare oggi, mi porrebbe nella necessità di scegliere fra
due partiti dolorosi: o di rinunziare alla mia riputazione, lasciando
credere che io ho preso leggermente una leggerezza vostra per una
ferma risoluzione, che ho fatte tante pubblicità senza riflessione...
che so io... che ho preteso far violenza alla vostra vocazione... o
di svelare i veri motivi della richiesta che voi avete fatta, e del
vostro pentimento. Il primo partito non può assolutamente stare con ciò
che debbo a me e alla casa. Astretto di appigliarmi al secondo, dovrei
anche poi trattarvi come una figlia colpevole, che avrebbe corrisposto
al primo perdono con un'altra gravissima colpa.... Il tuono solenne e
misterioso, con cui il Marchese aveva cominciato il suo discorso, aveva
già messo in apprensione Geltrude, e nella angoscia dell'aspettazione
i tratti del suo volto erano immobili, tesi, ravvolti come le foglie
d'un fiore nell'afa che precede la burrasca; ma la gragnuola, assidua
e crescente, di quelle parole minacciose, percotendola, la abbattè
affatto, e la fè sciogliere in uno scoppio di pianto. Via, via... che è
stato? disse avvedendosene il Marchese, il quale era in quella faccenda
tanto occupato delle conseguenze che essa poteva avere per lui, che non
pensava che essa potesse toccare altri tanto sul vivo. Che è stato?
Io ho parlato in una supposizione impossibile... pure doveva pensare
anche ad un tal caso... via, per quanto giudizio abbiate, io doveva
mettervi in avviso sull'importanza delle risposte che oggi siete per
dare. Il signor... vi domanderà se la vostra risoluzione è libera, se
i parenti non vi hanno comandato, consigliato, che so io?... ed io
doveva avvisare di pesare ben bene la risposta, perchè essa sia tale
da non pormi nella necessità di farne un'altra io, e... ma via, via,
le son ciarle: voi farete il vostro dovere da brava, come avete fatto
finora; e non si parlerà tra di noi che di consolazioni. Via, non
piangete, ricomponetevi, io vi lascio sola; rasserenatevi, non fate
che il signor... vi trovi in uno stato che possa dare dei sospetti...
mi fido di voi. Così dicendo partì, lasciando Geltrude a tutta
l'agitazione che poteva dare un tal discorso ad una giovane del suo
carattere in quella circostanza. Geltrude pianse amaramente, si sdegnò,
volle meditare su quello che aveva a dire; ma questa meditazione era
così piena di dolori, di incertezze e d'angustie, che la poveretta
prescelse di divertirne a forza il pensiero, di rivolgerlo a qualche
cosa di estraneo, e di aspettare il consiglio dalla cosa stessa e dal
momento. Ma qual si fosse il partito al quale ella dovesse appigliarsi
nell'abboccamento, ella stessa sentiva ripugnanza e vergogna a
presentarvisi in un aspetto che annunziasse una qualche perturbazione,
e risolvette di avere un aspetto tranquillo e decente; e lo ebbe in
brevissimo tempo. Pretendono alcuni che le figlie d'Adamo riescano
molto meglio a dominare l'espressione esterna del loro animo, che
l'animo stesso; e che in questa parte riescano meglio assai che non
quegli individui del genere umano, che si chiamano di preferenza
uomini. Ma tutte queste quistioni di paragone tra l'un sesso e l'altro,
non saranno mai messe in chiaro, e nè pure ben poste, fin che gli
uomini soli ne tratteranno ex professo negli scritti: giacchè essi
peccano tutti verso le donne o di galanteria adulatoria, o di ostilità
grossolana. Con questa osservazione non s'intende già di spiegare
temerariamente tante opere profonde, che sono state scritte sul merito
comparativo del bel sesso, e le riflessioni infinite e bellissime
su questo argomento, che sono sparse in tante altre opere; ma, per
quanto una materia sia stata egregiamente trattata, è sempre lecito di
desiderare qualche cosa di più.
Il signor....! A questo annunzio Geltrude balzò in piedi vergognosa e
agitata, facendogli le accoglienze che usano le persone vergognose e
agitate. Il Marchese lo accompagnava, e dato uno sguardo a Geltrude si
ritirò: la madrina passò nella stanza vicina: la porta di comunicazione
aperta in modo che ella potesse da quella vedere e non intendere.
I lettori d'una storia hanno il privilegio di conoscere i personaggi
prima di vederli operare, di sentirli parlare; ed è questa una delle
ragioni per cui la lettura d'una storia è molte volte più chiara e meno
difficoltosa che la condotta negli affari della vita. Per servire a
questo privilegio noi diremo qualche cosa del signor....
Era un buon uomo e la bontà gli era sì naturale, che gli pareva
la cosa la più naturale del mondo; siccome ve n'aveva sempre
nelle sue intenzioni e nelle sue azioni, egli ne supponeva sempre
nelle intenzioni e nelle azioni degli altri: nel che il buon uomo
aveva torto. Non vogliam dire con questo ch'egli avrebbe dovuto
giudicare sfavorevolmente degli altri, supporre il male, attenersi
a quell'indegno proverbio che dice, chi pensa male pensa una volta
sola: ohibò: questo è un eccesso più comune e peggiore. Avrebbe dovuto
lasciar di giudicare nelle cose che non lo toccavano; e in quelle nelle
quali il suo giudizio doveva influire sulla sorte altrui, avrebbe
dovuto sospenderlo fino a tanto che da un attento esame egli avesse
potuto formarlo favorevole o contrario, buono o tristo, ma con quella
maggior certezza che è data a quello stromento guasto che si chiama
ragione umana[165]. Il caso di Geltrude mostrerà come egli avesse il
torto di pensar bene prima di pensare. Il Marchese parlandogli della
figlia, ch'egli aveva ad esaminare, ne aveva esaltata la pietà, l'amore
del ritiro, il desiderio di conservarsi nel chiostro per esser pura e
santa. Il signor.... aveva creduto con gioia al primo momento tutte
queste cose liete; e andava a far l'esame, nel quale si trattava di
decidere se la vocazione era vera o falsa, colla prevenzione dolcissima
ch'ella era vera; il buon uomo si consolava di avere a sentire
l'espressione di un animo pio e fervente, di godere dello spettacolo di
una buona risoluzione, mentre avrebbe dovuto pensare ad accertarsi se
la risoluzione esisteva. Oh! dirà taluno, se egli non avesse creduto al
Marchese, avrebbe dovuto supporre così di primo slancio che Geltrude
era una finta, o il Marchese un tiranno impostore. E doveva egli pensar
così senza alcun fondamento? Ohibò, di nuovo: non doveva pensar nulla:
vi par egli cosa tanto difficile? Ma per non averlo saputo fare il buon
uomo preparò l'animo suo nulla più che ad adempiere una cerimonia,
una formalità, e faceva tutt'altro; e doveva saperlo. Il signor....
pregò Geltrude di riporsi a sedere, sedette, e vedendo in essa quella
leggiera perturbazione ch'era da aspettarsi in quel caso, pensò di
rincorarla con un modo scherzevole, e le disse: Signorina, vedo che
le fo paura, non me ne maraviglio; io vengo a fare la parte del
diavolo; perchè ella saprà che io debbo ora mettere in dubbio quella
risoluzione che a lei forse pare certa, ferma, irrevocabile; io debbo
ora farle guardare attentamente il rovescio della medaglia, al quale
ella forse non ha mai pensato; io debbo interrogarla minutamente per
esser certo che ella non pigli qualche illusione per ispirazione.
——Signore, rispose Geltrude, realmente rincorata dalle parole e dal
tuono del buon uomo, io ho desiderato ardentemente questo abboccamento.
Da questo dipende la scelta della mia vita, e io spero che da ciò che
io sentirò da lei, da ciò che io le risponderò, verrò io stessa a
conoscere più chiaramente quale sia la mia vocazione.
——Bene, bene, rispose con gioia e quasi con ammirazione il signor.....
così mi piace. Quelle proteste veementi, quelle affermazioni enfatiche
alla prima, sono talvolta fuochi di paglia, fervori di fantasia. Per
decidere bisogna dubitare, o fare come se si dubitasse. La prego,
per ora, si faccia forza: per quanto ella credesse di aver risoluto,
torni da capo, e si metta bene in testa che si tratta di risolvere
ora. Il mio dovere è d'interrogarla su molti capi, e si compiaccia di
rispondermi con semplicità e con riflessione. Come le è venuta questa
risoluzione di abbandonare il mondo e di farsi monaca?
Se il buon ecclesiastico avesse avuto l'intenzione di affliggere, di
umiliare e di confondere Geltrude, non avrebbe potuto scegliere una
interrogazione più opportuna di questa: ma egli era ben lontano dal
supporre l'effetto ch'ella doveva produrre, e l'aveva fatta nella
semplicità del suo cuore, e per adempire alle regole del suo uficio,
che la prescrivevano.
Geltrude rimase come colpita: che rispondere? parlare della cagione
vera e primaria, raccontare l'istoria del paggio?.... Dio liberi!
Quella storia ella voleva schivarla a tutto costo. Ma, tacendola, come
spiegare la sua domanda di farsi monaca, e tutti i passi conformi
a quella domanda? Addurre violenze, minacce dei parenti? Ma non ne
avevano usate, e questa menzogna (giacchè in quel momento Geltrude era
disposta a farne una, e pensava solo a scegliere quella che l'avrebbe
cavata più presto d'impaccio, e che non sarebbe stata scoperta in
seguito) questa menzogna avrebbe certamente cagionata una spiegazione,
che sarebbe tutta tornata in disonore di Geltrude. Che s'ella avesse
attribuita la sua risoluzione al desiderio di compiacere ai parenti,
ai loro consiglj, a leggerezza propria, la spiegazione diventava pure
inevitabile; e in quel momento le parole che Geltrude aveva intese
poco prima dal padre, le ripassarono in processione nella memoria. Le
parve dunque che il solo mezzo per uscire da quel gineprajo fosse di
dare una risposta che piacesse all'interrogante e al padre, che non
lasciasse oscurità, nè punti da discutere nell'avvenire; sentì che
per dare una tal risposta bisognava mostrare che la risoluzione fosse
tuttavia ferma; vide le conseguenze, ma ci si risolse. Avvezza com'era
a trarsi dalle circostanze difficili con ripieghi che la ponevano in
circostanze più difficili ancora, a consumare, per dir così, il tempo
avvenire per vivere in quel momento, ella cedette all'abitudine e alla
difficoltà, mentì contro sè stessa, e disse: È la mia vocazione: fino
dai miei primi anni io mi sono sentita inclinata a servir Dio nel
chiostro, lontano dai pericoli e dalle cure del mondo. Queste parole
furon porte con l'apparenza della più ferma persuasione; e l'indugio,
ch'ella aveva posto al rispondere, parve al signor.... un segno, una
prova di riflessione posata. E in quel momento furon contenti ambedue;
egli di vedere una così buona disposizione, ella di essere uscita
d'impaccio come che fosse. Da quel momento Geltrude non pensò nelle
altre risposte che a confermare la prima; e edificò il signor.... oltre
ogni sua speranza. Quando egli le chiese se i parenti non avessero
usate minacce, o troppo instanti preghiere per determinarla alla scelta
dello stato religioso.... No, no, rispose con vivacità Geltrude; i
miei parenti desiderano certo che io sia monaca; ma mi hanno lasciata
libera, mi hanno lasciata libera. Il signor.... si scusò di averle
fatta una simile interrogazione. Il signor Marchese——diss'egli——, quel
cavaliere così degno! s'immagini s'io posso pensare di lui una cosa
simile! ma, io ho fatto il mio dovere, per quanto strano mi paresse in
questa circostanza.
L'esame finì con le giulive congratulazioni del signor.... il quale,
come per iscaricarsi la coscienza di aver fatto qualche cosa per
distorre un'anima buona da un pio proponimento, le disse tutto ciò che
gli suggeriva il suo zelo cordiale per confermarla in quello, e partì
con la persuasione di non aver mai trovata un'anima così ben disposta.
Del resto, noi siamo ben lontani dal dare l'unica colpa, e nemmeno la
primaria, della riuscita di quell'esame all'ingegno corrivo del buon
uomo. Coi tristi antecedenti di Geltrude, e col suo carattere, la cosa
doveva avere a un dipresso quell'esito, qualunque fosse l'esaminatore.
Geltrude, ancor più fortemente compresa dall'idea del pericolo che
aveva passato, che dal pensiero dell'impegno che aveva preso, corse
tosto dal padre. Questi era in uno stato di aspettazione inquieta: ma
Geltrude tutta commossa (le commozioni si scambiano facilmente non solo
da chi le osserva, ma da chi le prova) gli raccontò frettolosamente
l'esito della conferenza, e il Marchese respirò. Le fece animo, la
colmò di lodi, la soffocò di promesse, tutto questo con una eloquenza
di tenerezza sentita; giacchè in quel punto egli era lieto non solo di
avere ottenuto il suo fine, ma le parole di Geltrude sembravano di chi
ha liberamente scelto ed è contento della sua scelta; e la benevolenza
per chi fa quello che uno desidera, in modo da togliergli ogni
inquietudine ed ogni rimorso, è una virtù concessa a tutto il genere
umano.
Da quel giorno in poi Geltrude non ebbe più che due occupazioni, l'una
interiore, ed era di persuadere a sè stessa ch'ella era contenta
della sua scelta, di fermarsi quanto più poteva su le immaginazioni
che potevano renderle gradevole il monastero, di cercare un po' nella
divozione, un po' nel pensiero delle distinzioni che vi avrebbe avute,
consolazioni celesti o mondane, tutto, purchè fosse consolazioni.
L'altra occupazione era di accelerare quanto più si poteva tutte le
operazioni preliminari alla vestizione, per uscir di casa, per esser
chiusa una volta, per precludersi ogni strada al tornare addietro,
per non sentirsi più nascere in cuore quell'intollerabile: potrei
forse ancora. Questo suo desiderio s'accordava troppo con quelli del
Marchese, perch'egli non cercasse ogni via di soddisfarlo, e infatti
egli sollecitò a tempo e a contrattempo tutte le dispense per far
presto.
Così mi sembra che sarà bene che facciamo pur noi in questo racconto.
Diremo dunque che Geltrude entrò nel monastero di Monza, e che
assunse l'abito; che scorso il tempo del noviziato, nel quale la sua
risoluzione parve sempre più spontanea e ferma, perchè ella mostrava
tutto ciò che poteva farlo credere, e divorava nel suo cuore tutto ciò
che avrebbe potuto far credere il contrario, trascorso questo tempo,
ella fece la solenne professione, con una pompa straordinaria, e quale
si conveniva alla casa. Il sacrificio fu consumato, il dono fu posto su
l'altare, ma era di frutti della terra; la mano che ve lo aveva posto
non era monda; il cuore non lo offriva; e lo sguardo del cielo non
discese sovr'esso[166].
È uno dei caratteri più ammirabili e più divini della religione
cristiana, di potere in qualunque circostanza dare all'uomo, che
ricorra ad essa, un rimedio, una norma, e il riposo dell'animo.
Quegli stesso, che per violenza altrui, o per suo fallo, o per sua
malizia s'è posto in una via falsa, può ad ogni momento approfittare
di questi beneficj. Poichè, se la via ch'egli ha intrapresa è
iniqua, la religione glielo fa conoscere, gli da l'idea chiara ed
assoluta del dovere ch'egli ha di ritrarsene e la forza di farlo,
che che ne possa conseguire[167]; e se la via è soltanto difficile,
pericolosa, spiacevole, ma senza adito al ritorno, da questa stessa
dura necessità di proseguire in essa, la religione cava un motivo e
dei mezzi per renderla regolare, praticabile, sicura, diciamolo pure
arditamente, soave e deliziosa. Disapprovando i motivi che l'hanno
fatta intraprendere, perchè erano falsi, essa ne somministra un altro
nuovo ed inconcusso per continuarla, e dà ad una scelta temeraria o
infelice, ma irrevocabile, tutta la santità, tutti i conforti, tutta
la tranquillità della vocazione. Con quest'ajuto Geltrude, a malgrado
della perfidia altrui e dei suoi errori di ogni genere, avrebbe potuto
divenire una monaca santa, e contenta; e il secolo stesso, anzi
l'età in cui ella visse, ha dato esempj, dei quali si è conservata
la memoria, di donne che strascinate al chiostro con l'arte e con la
forza, e dopo d'essersi per alcun tempo dibattute come vittime sotto la
scure, vi trovarono la rassegnazione e la pace, una pace quale si trova
di rado negli stati eletti più liberamente. Che dirò? Geltrude stessa
fu uno di questi esempj, e insigne; ma ben tardi e dopo ben altri
errori, anzi delitti, dopo sofferta ben altra forza che quella di cui
abbiamo parlato. Ma per non precorrere ora agli eventi col racconto,
diremo che Geltrude dopo la sua professione continuava ad opporre nel
suo cuore un ostacolo ai rimedj e alle consolazioni che la religione
avrebbe date alla sua sciagurata condizione: e questo ostacolo erano le
consolazioni ch'ella andava cercando altrove, e particolarmente nelle
cose che potevano lusingare il suo orgoglio[168].
Il lettore non avrà forse dimenticato che la famiglia onde usciva
Geltrude era molto potente, e che questa era la cagione principale
per cui ella era stata tanto desiderata nel monastero. Infatti
il monastero aveva acquistato nel marchese Matteo un protettore
dichiarato, il quale risguardava ormai come parte del suo onore
l'onore del luogo dove si trovava una sua figlia. Ma questo vantaggio
le suore lo pagavano, e per verità la cosa era giusta. Lo pagavano in
tanti sgarbi, in tanti scherni, in tante fantasticaggini che avevano a
sopportare da Geltrude, la quale, ricordandosi di tempo in tempo delle
arti usate da quelle per ajutare a tirarla in quel luogo[169], dove
di tempo in tempo ella non si poteva patire, si sfogava avventando
beccate agli uccelli che avevano cantato per farla venire nella loro
gabbia. E queste beccatelle le suore le toccavano senza risentirsene,
per non perdere tutto il frutto del loro acquisto. Geltrude, vedendosi
così distinta, così sopportata, tanto più libera delle altre, provava
talvolta un certo conforto iracondo nel valersi di questi vantaggi,
e nell'esercitare in tal modo la sua superiorità. Una superiorità
d'un altro genere era pure per essa una occasione continua di cercare
consolazioni nell'amor proprio, ed era la sua bellezza: ma quali
consolazioni, per amor del cielo! pari a quelle che provava Robinson
nella sua isola in contemplare le monete ch'egli aveva trovate nei
frantumi del vascello sul quale era naufragato. Anzi non pari, perchè
quel solitario le gettò in disparte con disprezzo, dopo d'aver fatto
ad esse un'apostrofe su la loro inutilità, e non vi pensò più; ma la
bellezza era per Geltrude un rodimento continuo, una occasione di
regressi affannosi nel passato, e di sguardi disperati nell'avvenire.
Ben è vero che ella si andava paragonando con le altre e si trovava più
bella, ch'ella rideva di tratto in tratto, e si sarebbe creduto ch'ella
ridesse di voglia, degli occhi sciarpellati della madre badessa, e
del mento incartocciato della madre celleraria[170], ma in verità che
quel riso non lasciava alla poveretta il dolce in bocca. Spendeva una
parte del suo tempo nell'adornarsi come poteva, e così ingannava alcun
poco la sua noja; cercava di ridurre l'abbigliamento monastico alle
fogge secolaresche, o di accordarlo all'aria del suo volto, e, a dir
vero, questo le riusciva facilmente, perchè la natura le aveva dato
un volto che per poco che gli si lavorasse attorno stava bene[171].
Per far questo, aveva Geltrude trovato un mezzo molto ingegnoso. Gli
specchj, come ognun sa, erano proibiti nei chiostri come i lumi nelle
polveriere, e Geltrude nei primi tempi non osava ancora, come fece in
appresso, conculcare tutte le regole; ma la infelice scaltrita aveva
fatto porre dietro ad un quadretto, ch'ella teneva appeso nella sua
camera, una lastra di latta levigatissima, e a quella si consultava
segretamente. Ma quando dalle sue consulte ella aveva conchiuso che
anche in quell'abito ella era avvenente assai, quand'anche ella se lo
udiva ripetere dalle più mondane o dalle più adulatrici fra le sue
compagne, il suo cuore ne rimaneva tutt'altro che soddisfatto. E quando
poi il suo cuore le rinfacciava anche quella poca parte di piacere così
mescolato e corrotto ch'ella aveva gustato, ella sentiva più rabbia che
pentimento. Così la meschina si precludeva l'adito alle consolazioni
reali di cui il suo stato era ancora capace, perchè per giungere
a quelle, la prima condizione è di non curare il resto; come il
naufrago, che vuole afferrare la tavola galleggiante che può condurlo
in salvamento sulla riva, deve pure sciogliere il pugno e abbandonare
le alghe e gli sterpi nuotanti, che aveva abbrancati per una rabbia
d'istinto.
Ad essere badessa si richiedeva l'età di quaranta anni; e quest'erba,
per magra che fosse, era pure anco ben lunge dal becco di Geltrude.
Ma, oltre le distinzioni e le franchigie, per così dire, ch'ella
godeva per la condiscendenza delle suore e delle superiore, le era
tosto stato conferito il grado più elevato che fosse compatibile con
la sua giovinezza, era stata eletta maestra delle educande. E per
una distinzione singolare le erano state assegnate due giovani suore
converse, le quali erano come ai suoi servizi, quasi damigelle.
Quel posto era per Geltrude un'occasione continua di esercitare le
passioni più pericolose ch'ella covava. Fra le educande che le erano
state affidate si trovavano ancora alcune di quelle che le erano state
compagne, e Geltrude, così vicina ad esse di età, non aveva ancora
dimenticati i risentimenti e le rivalità puerili del sodalizio: ed ora
gli sfogava talvolta con tutta la forza che le dava la sua autorità.
Nei momenti, spesso assai lunghi, di tristezza e di pentimento dello
stato che aveva abbracciato, ella provava un certo rancore contro
quelle giovanette, destinate per la più parte ad una vita libera e
splendida, che non era più per lei; le risguardava come nemiche, le
spiaceva di vederle liete d'una letizia che non era sperabile per
essa, e faceva di tutto per toglierla loro; cosa assai facile ad
una superiora. Sentiva ella bene la pazza ingiustizia di questa sua
passione, ma vi si abbandonava. E in quei momenti poverette quelle
educande. Talvolta, dopo d'aver lasciato tornare indietro il suo
pensiero ne' diletti del mondo, dopo avervelo lasciato riposare per
lungo tempo, ella ne sorprendeva alcune che parlavano fra di loro
di ciò ch'ella aveva pensato, e allora chi l'avesse udita sgridarle
ferocemente, l'avrebbe creduta invasa d'uno zelo inconsiderato, e
d'una staccatezza[172] indiscreta e anti-sociale. Talvolta invece
predominava nell'animo suo l'orrore al chiostro, alle regole, alla
disciplina, all'obbedienza, alla solitudine, a tutte quelle cose in
mezzo delle quali ella si trovava per forza, e allora non solo ella
sopportava la svagatezza clamorosa delle sue allieve, ma la animava;
si mesceva ai loro giuochi e gli rendeva più liberi; entrava nei loro
discorsi, e gli portava al di là delle intenzioni con le quali esse gli
avevano incominciati.
In queste agitazioni, in questo stato di guerra continua con sè stessa,
e con ogni cosa circostante, ella passò i primi anni del chiostro, non
senza qualche ritorno di divozione e di regolarità temporaria, dal
quale ricadeva ben presto nelle sue abitudini predominanti. Questa vita
di noja e di contrasto era tanto penosa che, senza forse esserne ben
conscia a sè stessa, ella si trovava disposta ad abbracciare qualunque
distrazione, qualunque cangiamento di sensazioni fosse stato possibile.
Ma la clausura, le grate, le regole, la facevano camminare con una
regolarità esteriore; i suoi pensieri soltanto vagavano in piena
licenza; ma non v'era una occasione per concedere impunemente, o con
lusinga d'impunità, una simile licenza alle sue azioni. Finalmente la
sventura di Geltrude volle che l'occasione si presentasse; e Geltrude
si portò in quella come era da temersi, e come diremo nel seguente
capitolo.[173]
Il quartiere dove abitavano le educande e con esse Geltrude e le sue
damigelle, era annesso al monastero, ma appartato, e comunicava con
esso per mezzo d'un corridojo[174]. Era un cortiletto quadrato, ricinto
a terreno da un porticato continuo, sul quale per tutti e quattro i
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 09
  • Parts
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 01
    Total number of words is 4164
    Total number of unique words is 1686
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    60.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 02
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1764
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    54.7 of words are in the 5000 most common words
    62.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 03
    Total number of words is 4522
    Total number of unique words is 1870
    32.7 of words are in the 2000 most common words
    46.4 of words are in the 5000 most common words
    52.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 04
    Total number of words is 4579
    Total number of unique words is 1720
    39.4 of words are in the 2000 most common words
    55.1 of words are in the 5000 most common words
    62.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 05
    Total number of words is 4563
    Total number of unique words is 1590
    40.2 of words are in the 2000 most common words
    55.6 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 06
    Total number of words is 4547
    Total number of unique words is 1540
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    55.4 of words are in the 5000 most common words
    63.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 07
    Total number of words is 4589
    Total number of unique words is 1574
    39.1 of words are in the 2000 most common words
    55.4 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 08
    Total number of words is 4580
    Total number of unique words is 1537
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    54.1 of words are in the 5000 most common words
    63.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 09
    Total number of words is 4648
    Total number of unique words is 1587
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    54.6 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 10
    Total number of words is 4586
    Total number of unique words is 1569
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    58.2 of words are in the 5000 most common words
    65.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 11
    Total number of words is 4631
    Total number of unique words is 1644
    41.3 of words are in the 2000 most common words
    57.4 of words are in the 5000 most common words
    64.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 12
    Total number of words is 4572
    Total number of unique words is 1594
    41.5 of words are in the 2000 most common words
    56.5 of words are in the 5000 most common words
    64.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 13
    Total number of words is 4634
    Total number of unique words is 1686
    41.1 of words are in the 2000 most common words
    56.4 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 14
    Total number of words is 4568
    Total number of unique words is 1488
    42.4 of words are in the 2000 most common words
    58.6 of words are in the 5000 most common words
    65.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 15
    Total number of words is 4556
    Total number of unique words is 1591
    39.4 of words are in the 2000 most common words
    55.8 of words are in the 5000 most common words
    65.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 16
    Total number of words is 4672
    Total number of unique words is 1556
    40.5 of words are in the 2000 most common words
    56.3 of words are in the 5000 most common words
    64.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 17
    Total number of words is 4597
    Total number of unique words is 1571
    41.0 of words are in the 2000 most common words
    55.8 of words are in the 5000 most common words
    64.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 18
    Total number of words is 4494
    Total number of unique words is 1696
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    60.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 19
    Total number of words is 4325
    Total number of unique words is 1652
    37.5 of words are in the 2000 most common words
    52.0 of words are in the 5000 most common words
    59.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 20
    Total number of words is 4331
    Total number of unique words is 1673
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    52.4 of words are in the 5000 most common words
    60.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 21
    Total number of words is 4257
    Total number of unique words is 1747
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    49.7 of words are in the 5000 most common words
    56.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 22
    Total number of words is 4575
    Total number of unique words is 1642
    39.8 of words are in the 2000 most common words
    54.4 of words are in the 5000 most common words
    61.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Brani inediti dei Promessi Sposi, vol. 1 - 23
    Total number of words is 2531
    Total number of unique words is 1166
    42.5 of words are in the 2000 most common words
    56.2 of words are in the 5000 most common words
    63.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.