Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 1 - 20

Total number of words is 1084
Total number of unique words is 479
50.7 of words are in the 2000 most common words
64.5 of words are in the 5000 most common words
70.3 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
iudicatam_ sono trapassati, senza dovere sperare che mai per alcuna
cagione cotal sentenza si debba o possa rivocare: quantunque
scioccamente Origene, per altro prudentissimo e grandissimo letterato
uomo, mostrasse di credere Iddio alla fine del mondo dovere, non che
d'altrui, ma eziandio de' demòni, aver misericordia, e perdonar loro e
menarnegli in vita eterna.]
[La seconda maniera del trapassare in inferno, cioè di valicare il
fiume d'Acheronte, par che l'autore voglia qui essere per una spezie
di sentenza, la quale si chiama «interlocutoria», la quale nostro
Signore dá in questa forma: che qualunque uomo cade in peccato
mortale, sia incontanente messo nella prigione del diavolo; ma
nondimeno esservi con questa condizione, che, se egli d'avere commesso
quel peccato, per lo quale è servo del diavolo divenuto, si vuole
riconoscere, e per penitenza riconciliarsi a Dio, che egli possa cosí
uscire della detta prigione e ritornare in sua libertá; e, dove
riconoscer non si voglia, s'intenda in perpetuo esser dannato a dovere
stare in quella prigione, nella quale noi miseri tutto 'l dí caggiamo,
e all'unghie del diavolo di nostra volontá la gola porgiamo. La qual
cosa avvenire discrive l'autore sotto questa fizione.]
Dice adunque per se medesimo, e cosí ciascuno può per se medesimo
intendere, che «La terra lagrimosa», cioè la presente vita, la quale è
piena di lagrime e di miserie, «diede vento, Che balenò una luce
vermiglia», cioè uno splendore grande in apparenza, vano e fugace sí
come è il vento, il quale niuno può né pigliare né tenere e sempre
fugge. E questo splendore dice essere stato balenato da questa cosa
vana, a dimostrazione che dalla vanitá delle cose della presente vita
nasca questa luce a guisa di baleno, il lume del quale essendo súbito,
reca seco ammirazione, e poi subitamente si converte in nulla, sí come
noi veggiamo avvenire de' fulgori temporali, che testé sono e testé
non sono. Or nondimeno sono appo la nostra fragilitá di tanta forza,
che spesse volte occupano in tanto le menti d'alcuno, e con tanta
affezione disiderati sono, che, lasciata la debita notizia di Dio e
dello splendore eterno, per qual è via, e per li vizi e per le
malvagie operazioni, si trascorre in essi. Di che assai appare a
questi cotali ogni sentimento razionale esser tolto, ed essi cadere
nelle colpe e nelle miserie del peccato, come cade colui il quale è
soprappreso dal sonno. E fa in questo l'autore debita comparazione:
percioché, quantunque, peccando mortalmente, nella infernal morte si
caggia, nondimeno è questa morte in tanto simile al sonno, in quanto
l'uomo si può da essa destare mentre nella presente vita dimora, sí
come nel principio del seguente canto mostra l'autore d'essere stato
desto, ma da grave tuono; la gravitá del qual tuono possiam dire
essere stata alcuna di quelle cose, con le quali davanti nel principio
del primo canto del presente libro dicemmo che Domeneddio toccava i
peccatori con la grazia operante, quando in alcuno la mandava. E
meritamente qui possiam repetere quello che nel predetto luogo
dicemmo, l'autore per lo sonno non essersi accorto come nella prigion
del diavolo s'entrasse, cioè come si trapassasse il fiume d'Acheronte;
ma, destandosi e trovandosi dall'altra parte del fiume, assai
leggiermente conoscer si può la sua colpa e la sentenza di Dio
avervelo trasportato. E questo trasportamento sarebbe stoltizia a
credere che corporale fosse stato. Fu adunque spirituale, come
spiritualmente intender si dee noi per lo peccato divenir servi del
diavolo. E, quantunque a quegli, che in questa forma trapassano in
inferno, sia licito, volendo, il poterne uscire, non posson però
uscirne per tornarsi addietro per la via donde entrarono, percioché
per lo peccato non si può di peccato uscire, come quegli farebbono che
per quella via n'uscissono, per la quale v'entrarono; ma conviensene
uscire per la via opposita al peccato, la quale nulla altra cosa è che
la penitenza. E a pervenire a questa via mostra l'autore essergli
convenuto tutto l'inferno trapassare, e di quello, per la parte
opposita a quella onde v'entrò, esserne uscito. E questa via, se noi
riguardiam bene, il conduce a piè del monte della penitenza, dove
trova Catone, che a quella il drizza e sollecita.

FINE DEL PRIMO VOLUME.


INDICE
I
VITA DI DANTE
I. Proposizione p. 3
II. Patria e maggiori di Dante 6
III. Suoi studi 8
IV. Impedimenti avuti da Dante agli studi 10
V. Amore per Beatrice 10
VI. Dolore di Dante per la morte di Beatrice 12
VII. Digressione sul matrimonio 14
VIII. Opposte vicende della vita pubblica di Dante 18
IX. Come la lotta delle parti lo coinvolse 18
X. Si maledice all'ingiusta condanna dell'esilio 20
XI. La vita del poeta esule sino alla venuta in Italia di Arrigo
settimo 21
XII. Dante ospite di Guido Novel da Polenta 23
XIII. Sua perseveranza al lavoro 24
XIV. Grandezza del poeta volgare. Sua morte 24
XV. Sepoltura e onori funebri 25
XVI. Gara di poeti per l'epitafio di Dante 26
XVII. Epitafio 27
XVIII. Rimprovero ai fiorentini 27
XIX. Breve ricapitolazione 32
XX. Fattezze e costumi di Dante 32
XXI. Digressione sull'origine della poesia 36
XXII. Difesa della poesia 39
XXIII. Dell'alloro conceduto ai poeti 43
XXIV. Origine di questa usanza 44
XXV. Carattere di Dante 45
XXVI. Delle opere composte da Dante 48
XXVII. Ricapitolazione 57
XXVIII. Ancora il sogno della madre di Dante 57
XXIX. Spiegazione del sogno 58
XXX. Conclusione 63
II
REDAZIONI COMPENDIOSE DELLA VITA DI DANTE
(PRIMO E SECONDO COMPENDIO)
Avvertenza 66
I. Proposizione 67
II. Patria e maggiori di Dante 68
III. Suoi studi 70
IV. Impedimenti avuti da Dante agli studi 71
V. Amore per Beatrice 72
VI. Dolore di Dante per la morte di Beatrice 73
VII. Matrimonio di Dante 74
VIII. Digressione sul matrimonio 75
IX. Cure familiari e pubbliche 76
X. Come la lotta delle parti lo coinvolse 78
XI. La vita del poeta esule sino alla venuta in Italia di Arrigo
settimo 79
XII. Dante ospite di Guido Novel da Polenta 80
XIII. Morte di Dante 81
XIV. Gara di poeti per l'epitafio di Dante 82
XV. Rimprovero ai fiorentini 82
XVI. Fattezze e costumi di Dante 83
XVII. Digressione sull'origine della poesia 85
XVIII. Che la poesia è simigliante alla teologia 87
XIX. Dimostrazione della predetta sentenza 88
XIX bis. Perché i poeti nascondono il vero sotto fizioni 90
XX. Dell'alloro conceduto ai poeti 91
XXI. Carattere di Dante 94
XXII. La «Vita nuova» e la «Commedia». Incidenti occorsi
nella composizione di questa opera 95
XXIII. Perché Dante compose la «Commedia» in volgare. A chi
egli la dedicò 99
XXIV. Altre opere composte da Dante 100
XXV. Spiegazione del sogno della madre di Dante 101
XXVI. Conclusione 107

III
COMENTO ALLA «DIVINA COMMEDIA»
Proemio 111
Canto primo:
I. Senso letterale 127
II. Senso allegorico 159
Canto secondo:
I. Senso letterale 195
II. Senso allegorico 227
Canto terzo:
I. Senso letterale 237
II. Senso allegorico 257


You have read 1 text from Italian literature.