Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 08

Total number of words is 4417
Total number of unique words is 1645
34.0 of words are in the 2000 most common words
47.9 of words are in the 5000 most common words
55.0 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
nel _Giornale italico_ di Londra del corrente anno 1814, che non ostante
gli elogj che ivi gli si fanno, non sorpassa la mediocrità: alcune
ariette italiane e duetti con accompagnamento di piano-forte, quivi
ancora impressi, che sebbene scritti con qualche gusto ed espressione,
mancano, a mio avviso, di quell'originalità ed eleganza, che forma il
carattere della musica di Bonifacio suo fratello.
ASPLIND (Mr.) dotto meccanico nella Svezia, che nel 1713 pubblicò a
Upsal una memoria latina col titolo: _De Horologiis musico-automatis
etc._, cioè _degli orologj a macchina sonante de' minuetti, delle arie
ec._ (_V. Hülphers, Historisk afhandling om musick, pag. 101._)
ASSENSIO (don Carlo) nato a Madrid verso il 1788, fece i suoi studj in
un collegio di quella città, ove il padre suo, avvocato di professione,
sin da' più teneri anni avevalo messo: quivi, come per diporto, imparò
egli la musica da un bravo maestro italiano, per nome Giuseppe
Marinelli, e siccome dalla natura sortito aveva tutti i talenti che fan
d'uopo per riuscirvi eccellente, concepì ben presto un gusto
predominante per la pratica di questa bell'arte, e tai progressi vi
fece, che dopo la morte del padre fu in istato di esercitarla da dotto
professore. Non tralasciò tutta via di perfezionare considerabilmente le
cognizioni, ch'egli aveva acquistate nel corso de' suoi studj, e
specialmente le mattematiche a cui consacrò cinque interi anni. Con la
sagacità del suo ingegno conosciuta avendo l'insufficienza e
l'imperfezione del metodo che da' maestri di musica ordinariamente si
pratica, giunse a formarsi egli stesso una _nuova teoria musicale, e
delle regole di composizione_, che posano sopra più solidi fondamenti.
Egli da quattro anni in quà dimora in Palermo, ed io ho avuto la fortuna
di sentirlo al piano-forte con somma ammirazione e diletto. Il
principale talento del giovane Assensio è quel di sonare
quest'instromento in una maniera del tutto nuova e tutta sua propria:
egli eseguisce i più difficili pezzi di Haydn, di Mozart, di Beethoven e
quelli da lui stesso composti, senza che si avvegga l'ascoltante del
movimento delle sue mani, e dell'articolazione delle sue dita.
Nell'estensione di cinque o sei ottave del piano-forte egli fa saltar
ambe le mani or da' soprani ai bassi, e or da' bassi ai soprani con tale
rapidità e destrezza, che non solo mai falla, ma che appena, quel ch'è
più, ce ne fa avvedere: in somma, sonando par egli immobile, il che
mostra che il tutto fa senza fatica, senza stento e con quella facilità,
che dà solo la natura e l'esercizio, ma quel che vie più sorprende i
conoscitori, egli è la maniera del suo improvvisare su lo stesso
istrumento. O che componga egli stesso un tema, o che da altri gli venga
proposto, egli ne conserva sempre esattissimamente il soggetto, non
ostante che il volga e lo rivolga, e lo varj e lo ripeta in differenti
maniere, e lo diminuisca, e ne cambj il sito or negli acuti or nei medj
or nei bassi; l'armonia, con cui ha l'arte di accompagnarlo, di un solo
istromento forma un'intera orchestra; la melodia, che spicca dal tema,
così da lui variato e in mille maniere trasformato, incanta e rapisce
l'intendente in un'estasi di meraviglia e di piacere. Mi sovviene di
averlo udito sonare una volta, dopo aver meco parlato con entusiasmo
della divina musica del _Requiem_ di Mozart, una fuga in _do minore_, e
con proporsene a suo talento il soggetto; questa produsse egli per un
quarto d'ora, passando per tutti i tuoni, e formando le più deliziose
modulazioni senza mancar mai all'unità del soggetto, e alle più severe
leggi della medesima, con tale maestria ed un gusto sì nuovo e
profondamente scientifico, che sembrava eseguir piuttosto un pezzo già
scritto, anzichè estemporaneamente prodotto. S'egli scrivesse, come ne
l'ho più volte esortato, quel che l'inesauribile sua fantasia, e 'l suo
vivissimo estro improvvisando gli dettano, noi avremmo in questo genere
delle produzioni, che verrebbero ammirate come l'opera del solo genio e
dell'inspirazione: ma la lentezza della penna riesce insoffribile al
fecondo suo ingegno, stimolato sempre dal bisogno di espandersi in nuove
creazioni. A formar degli allievi in questa nuova scuola, egli darà fra
brieve al pubblico un _Nuovo metodo_, di cui n'è già sortito in
quest'anno il _Prospetto_ per le stampe del Gagliani, come darà egli
ancora alla luce i suoi _Elementi di Musica, formati sopra i sistemi de'
più celebri Scrittori, e adattati al nostro sistema attuale_, in due
volumi. Dal Saggio di quest'opera da lui stesso gentilmente
comunicatomi, per quanto si estendono i miei deboli lumi, ho rilevato
esser ella degna de' talenti del suo autore, e dell'espettazione del
pubblico. Per la musica pratica abbiamo di lui: _Variazioni di
piano-forte con accompagnamento di flauto_, stampate nel magazzino di
musica in Londra nel 1811, in 4º e manoscritti in oltre, _50 Waltz_ in
due o tre parti in circa, in tutti i modi, cosicchè vengano a formare
una serie progressiva di studj per ben possedere il piano-forte; _un
volume di sonate_ composte da lui in Gibilterra nel 1810, contenente
fantasie, variazioni sopra temi di sua invenzione, ed alcune sopra un
tema dell'aria di Mozart; _Non più di fiori_, ec. nella Clemenza di
Tito; _Solfeggi progressivi_; molti pezzi strumentali, cioè _Trio_ e
_Quartetti_ ec.; _Armida e Rinaldo_, cantata a tre voci con
accompagnamento di piena orchestra, eseguita alli 2 di Maggio 1814, nel
salone di S. E. il Sig. principe della Trabia, preceduta da
un'eccellente sinfonia; _Canzonette_ e _Duetti_ con accompagnamento di
piano-forte, e moltissime altre composizioni delle quali, la filosofica
disinvoltura dell'autore è la cagione che non ne sia a parte il
pubblico.
ASTARITA (Gennaro), compositore napoletano assai stimato in Italia. Il
suo stile grazioso e naturale gli conciliò da pertutto il favore del
pubblico, comechè il sentimento dei conoscitori fosse alle volte un pò
differente. Egli compose un rondò, che comincia: _Come lasciar poss'io
l'anima che adoro_, ec., che è stato universalmente applaudito; riuscì
sopra tutto nell'opera buffa. La sua _Circe ed Ulisse_ nel 1787 fu
rappresentata sopra tutti i teatri della Germania con grande applauso.
ASTORGA (il Barone d'), Siciliano sul principio del secolo 18º, era in
sommo favore alla corte dell'imperadore Leopoldo, compositore anch'egli
di musica: viaggiò in Spagna, nel Portogallo, in Inghilterra e in
Boemia. Nel 1726, fece rappresentare a Breslaw la sua musica della
pastorale di _Dafne_, che fu assai applaudita. Avison e 'l dottor Burney
citano con elogio il suo _Stabat mater_. Gl'italiani ripongono le sue
_Cantate_ al primo rango delle composizioni vocali. (_V. Hawkins._)
ASWORTH, Inglese autore di un'opera, a cui diè per titolo: _Introduction
to the art of singing_, cioè _Principj dell'arte del canto_.

ATELARDO, viveva sotto il re d'Inghilterra Arrigo I verso il 1120. Se
gli dee una traduzione dall'arabo in latino delle _proporzioni armoniche
di Euclide_.
ATENEO di Naucrate, città altre volte celebre dell'Egitto, viveva a'
tempi dell'Imperadore Commodo: scrisse in greco un'opera sotto il titolo
di _Dipnosophista_, ossia il _Banchetto de' Savj_, ripiena di un
infinità di ricerche curiose e dotte, e che dà moltissimo lume per le
antichità greche: vi si trova la storia di molti celebri musici degli
antichi tempi, e tutto il libro XIV è impiegato a descrivere gli
stromenti musicali in uso presso a' greci. Mr. _Schweighäuser_ dotto
professore di greco a Strasburgo, dopo il 1801 ha pubblicati più volumi
di una nuova edizione di _Ateneo_, con una sua nuova collezione di più
manoscritti (_V. Dessessarts, Nouv. Biblioth. d'un homme de goût, tom. 3
a Paris 1808 pag. 304._)

AUMANN (N.) padre agostiniano di san Floriano nell'Austria, e teoretico
veramente profondo nella musica, viveva verso la metà del secolo
prossimo passato e fu maestro del rinomato compositore tedesco
_Albrechtsberger_. Si soleva in quel tempo a Vienna nella sera di s.
Cecilia far musica in tutte le case, ed era usanza che i più gravi
compositori uscissero fuori in tale occasione con musici strambotti a
divertimento della brigata. Fu in una di queste sere, che questo bel
matto di _Aumann_ produsse una sua famosa Messa, che non si può mai
cantar sino alla fine pel gran ridere che promove. Si chiama la _Messa
dei contadini_. L'autore vi divide le sillabe una dall'altra, le ripete,
le accozza, le ricompone, e forma con ciò un balbettio, e de'
contrasensi tanto strani e ridicoli che non si regge nè a cantarla, nè a
sentirla. Questa babilonia ha inoltre il pregio d'essere scritta a tutto
rigore di scienza, ed è zeppa di belle e dotte invenzioni, suggerite al
compositore dalla stramba decomposizione istessa delle parole. (_Carpani
Letter. 7, pag. 112._)
AURELIANO di Rheims, ecclesiastico e musico di questa chiesa, circa
l'anno di G. C. 900. Il principe ab. Gerbert ha pubblicata la di lui
_Musica disciplina_, sopra un manoscritto della biblioteca lorenziana di
Firenze. Il p. Martini ne possedeva una copia Ms; e Walter ne aveva
anche parlato. Questa è un'opera capitale di quel tempo, divisa in venti
capitoli.

AVELLA (Giovanni) religioso francescano nato nel regno di Napoli, di cui
abbiamo delle _Regole di musica_ in cinque trattati, Roma 1657. Sopra le
suddette regole vi sono delle annotazioni manoscritte di Giovanfrancesco
Beccatelli fiorentino.
AVENARIO (Matteo) nato a Eisenach li 21 Marzo 1625, cantante a Smalkalde
nel 1650, e quindi morto a Steinbach li 17 aprile 1692, lasciò un
trattato di musica molto esteso, intitolato: _Avenarii musica_.
AVENTINO (Giov.) buono scrittore della storia d'Alemagna, nato nel 1466,
a Abensberg, pubblicò nel 1516, a Ausburgo: _Rudimenta musices_. Morì
egli a Ratisbona li 9 genn. del 1534.
AVIANO (Giov.) di Tonndorf presso Erfurt, sovrintendente a Eisenberg,
pubblicò nel 1581, a Erfurt, un _Isagoge musicæ poetices_, cioè
_Introduzione alla poetica della musica_: vi sono ancora di lui alcune
altre opere manoscritte. (_V. Walther e Forkel Allg. Litt._)
AVICENNA, celebre medico arabo, nato a Balkh l'anno 992, e morto nel
1036, il suo vero nome presso gli arabi è Ebn-Roslad. Lasciò un trattato
_di musica_ in lingua persiana. (_V. Gerbert e Walther_).
AVISON (Carlo) organista a Newcastle, cui il dottor Beattie chiama gran
musico ed ingegnoso scrittore (_Essay on poetry etc._) nel 1725 pubblicò
un suo libro col tit. _Essay on musical expression_, o sia _Saggio
sull'espressione musicale_: nel quale è di parere che l'imitazione nella
musica si riduce a pochissima cosa, se non è accompagnata dalle parole.

AZAIS (M.) maestro di musica della scuola militare di Sorèze, diretta
dai signori di Ferlus, nel 1777 diè al pubblico, un _Metodo di musica
sopra un nuovo piano_, per uso degli allievi della scuola reale
militare, dedicato all'abate Roussier. Nel 1780 pubblicò ancora alcune
sue composizioni di musica instromentale.
AZOPARDI (Franc.) maestro di cappella in Malta, oltre un gran numero di
opere di varj generi, diè al pubblico verso il 1760, un piccolo trattato
col titolo di _Musico pratico_, che è stato tradotto in francese,
accresciuto di alcune note, e pubblicato in Parigi nel 1786, da Mr.
Framery.


B

BACH (Giov. Sebastiano). La famiglia dei Bach, come quelle dei
_Caracci_, dei _Bernoulli_, dei _Cassini_, conta da padre in figlio
degli uomini illustri nella medesima scienza, tramandata come per
eredità da una generazione all'altra. Questi Bach furono non meno di
cinque, e fondarono in Berlino e in Amburgo la scuola dei Bachisti.
Giov. Sebastiano fu il padre di costoro: nacque egli a Eisenach nel
1685, da Giov. Ambrogio Bach musico della corte e del consiglio di
quella città. Avendo perduto i suoi parenti innanzi l'età di dieci anni,
si rese a Ordruff, presso il suo fratello maggiore Giov. Cristoforo, che
quivi era organista, e sotto la costui direzione entrò egli nella
carriera musicale. Il suo irresistibile pendìo per l'arte cominciò in
lui a svilupparsi sin da quella tenera età, ed i suoi progressi furono
tali che nell'età di anni 18 fu nominato musico della corte di Weimar, e
due anni dopo organista. Ei vi pervenne non che pel suo zelo e le sue
proprie riflessioni, ma per lo studio eziandio continuo delle opere de'
più gran maestri come Bruhn, Reinken e Buxtehude. Nel 1708, entrò al
servigio del duca di Saxe-Weimar come organista della corte. Gli
applausi ch'ei vi ottenne portarono al più alto grado il suo entusiasmo:
unicamente occupato della cura di perfezionarsi e di meritare la
benevolenza, di cui vedevasi onorato, giunse non solo a
quell'inimitabile talento nell'esecuzione, che lo rese così celebre, ma
vi compose ancora la più parte delle sue opere per l'organo. Nel 1747,
fece un viaggio a Berlino, ed ebbe l'onore di farsi anche sentire a
Potsdam, dinanzi il re di Prussia. In quest'occasione Federico medesimo
gli diede il tema d'una fuga, e gli dimandò dopo che l'ebbe eseguita da
maestro, un'altra fuga a sei voci, dimanda alla quale Bach soddisfece al
momento sul forte-piano, d'appresso un tema che si era scelto egli
stesso. Morì egli di un attacco di apoplesia li 28 di luglio del 1750.
Tale fu il fine di un uomo, che secondo l'espressione di Marpurg,
“riuniva in lui solo i talenti e le perfezioni di molti grand'uomini.”
Non possiamo terminar meglio la sua biografia che pel ritratto, che ce
ne ha lasciato il maestro Hiller. “Se mai compositore ha mostrato tutta
la forza d'una grande orchestra, se mai virtuoso ha saputo far uso
delle più secrete molle dell'armonia, quest'onore appartiene senza
dubbio a Giov. Seb. Bach. Le sue melodie erano, a dir vero, strane, ma
piene d'invenzione, di novità, ed in nulla rassomigliavan quelle degli
altri compositori. Benchè il suo carattere serio lo trascinasse alla
musica grave e malinconica, egli poteva non pertanto, se era d'uopo,
piegarsi ancora, principalmente sonando, a delle idee leggiere ed
amabili. Il continuo esercizio nella composizione di opere gli avevano
acquistata tale abilità, che nelle partiture le più complicate, egli
abbracciava d'un solo colpo d'occhio tutte le parti coincidenti. Era
fornito d'un occhio così delicato, che nella più vasta orchestra,
scuopriva all'istante il menomo errore che vi si commetteva. Nella sua
direzione, badava moltissimo all'esattezza dell'esecuzione; e possedeva
tale certezza nella misura, che la sceglieva d'ordinario colla massima
rapidità.” Le sue opere sono quasi innumerabili, e contengono tale
scienza e tai semi di genio, che confessava il grand'Haydn avere egli
molto appreso, specialmente per le transizioni di un modo all'altro,
nelle opere del vecchio Bach (_V. Lett. di Carpani Lett. 3_). Carlo
Emmanuele il terzo de' suoi figli, ed il più profondo tra questi,
pubblicò la di lui musica in quattro parti negli anni 1784-1788. Questo
grand'uomo ebbe altresì il cappriccio di mettere in musica i caratteri
diversi degli uomini, come il _le Brun_ e prima di lui il gran _Leonardo
da Vinci_, e i _Caracci_ li avevan designati colla matita (_Carp. Lett.
4_). Walther, Mitzler, ed Hiller nelle loro biografie ci han lasciata la
storia di sua vita, e Mr. Forkel ne ha pubblicata una molto estesa.
BACH (Gugl. Friedman) il primo figlio dell'immortale Giov. Sebastiano
Bach nacque a Weimar nel 1710. Apprese i principj della musica non che
sul cembalo e l'organo, ma anche nella composizione dall'illustre suo
padre, e mostrò ben presto che non era indegno di esserne il figlio.
Proseguì i suoi studj nel 1725, colle lezioni che Graun, allora maestro
di concerto a Mersemburgo, e quindi a Berlino, gli diè sul violino:
applicossi nel tempo stesso nella scuola di san Tommaso, all'altre
scienze con ugual fervore, e studiò finalmente la giurisprudenza e sopra
tutto le mattematiche nell'università di Lipsia. Chiamato a Dresda nel
1733, come organista di S. Sofia, continuò quivi le mattematiche, sotto
la direzione del dotto professore Walz, ed esercitossi principalmente
nell'algebra. Egli si rese finalmente a Berlino, ove passò gli ultimi
anni di sua vita, col titolo in verità di maestro di cappella, ma senza
impiego. Fa in ver maraviglia, che questo gran virtuoso, non ostante il
suo sapere e la sua arte, si fosse ridotto a vivere disoccupato, de'
soccorsi, che davangli i suoi amici: ma deesi convenire ch'egli medesimo
era il suo maggiore nemico, e che il suo carattere tristo e caparbio
gl'impediva di conciliarsi la benevolenza de' suoi contemporanei. Egli
morì in un'estrema indigenza a Berlino nel 1784. Vi sono di lui
moltissime composizioni, che per non essere state date alle stampe,
cominciano a divenir rare, comechè molto pregevoli. Egli era infatti,
secondo l'unanime giudizio de' suoi contemporanei, il più gran
compositore di fughe, il più profondo organista, il più dotto musico
dell'Alemagna, e nel tempo stesso un ottimo mattematico (_V. Forkel
Alman. di Music. an. 1784_).
BACH (Carlo-Fil-Emmanuele) secondo figliuolo del gran Bach, maestro di
cappella della principessa Amalia di Prussia, e direttore di musica a
Hamburgo nacque a Weimar nel 1714; fece i suoi primi studj di musica
nella scuola di san Tommaso a Lipsia: studiò la giurisprudenza in
quell'università, e quindi a Francfort; e nel tempo stesso fondò quivi
un'accademia di musica, di cui aveva egli la direzione, e per la quale
componeva nelle solennità. Suo padre fu il solo di lui maestro per la
composizione ed il cembalo. Nel 1740 entrò egli in Berlino al servizio
della corte in qualità di musico di camera, ed ebbe l'onore di
accompagnare il suo re nel primo solo di flauto ch'ei sonò dopo il suo
possesso al trono. Nel 1767, andò come direttore di musica a Hamburgo in
luogo di Telemann, e con questa occasione la sorella del re Amalia di
Prussia il nominò suo maestro di cappella. Malgrado le vantaggiose
offerte che da varie parti gli si fecero, egli preferì costantemente il
soggiorno d'Hamburg finchè visse. Cessò egli di vivere li 14 decembre
del 1788, in età di 74 anni; infinite sono le di lui composizioni di
musica sì vocale che istrumentale pubblicate con le stampe. Egli è
autore in oltre di più opere didattiche: I. _Idea per comporre un
contrappunto doppio all'ottava di sei misure, senza conoscerne le
regole_, 1757. Si trova nel terzo volume delle _Memorie_ di Marpurg. II.
_Saggio su la vera maniera di sonare il clavicembalo, con esempj e
diciotto modelli in sei sonate_. Il primo volume di quest'opera comparve
in Berlino nel 1759. Ne è stata pubblicata una seconda edizione in
Lipsia nel 1782, ed una terza accresciuta, ivi nel 1787, in 4º. III. _Il
secondo volume della stessa opera, contenente i principj
dell'accompagnamento e della fantasia libera_, Berlino 1762, e la
seconda edizione a Lipsia nel 1780. IV. _La sua vita_, scritta da lui
stesso, si trova nel terzo volume de' Viaggi di Burney. I scritti
didattici di Bach (in lingua tedesca), sono un nuovo servizio reso
all'arte. Il di lui _Saggio sul clavicembalo e l'accompagnamento_ è
tutt'ora l'opra la più eminentemente classica, che la Germania possiede
in questo genere. Nel primo volume, oltre un gran numero di regole per
l'esecuzione, fondate sul suo gusto eccellente e la sua grande
esperienza, egli insegna il modo di situare, e muover le dita secondo la
maniera di suo padre, la quale, avvengachè già propagata da' suoi
allievi, era non pertanto rimasta un segreto della scuola di Bach. _I
principj di accompagnamento_ che formano il volume secondo non
rassomigliano in nulla a' libri ordinarj sul basso continuo: non
comincia egli per contrario a fare delle osservazioni e a dar delle
regole, se non da quello, ove hanno finito i di lui predecessori. Mr.
_Choron_ ne ha fatta una traduzione francese. Delle sue composizioni
musicali, in generale, dice egli stesso, che non ve n'ha che pochissime,
che egli abbia potuto comporre in piena libertà; e delle sue
composizioni per il cembalo in particolare, ch'egli aveva fatto i suoi
sforzi per renderle d'una esecuzione facile: “Parmi, ei soggiunge, che
la musica dee principalmente toccare il cuore, e non potrà mai il
sonatore di cembalo, almeno a mio parere, arrivarvi, se non pensa che a
far del rumore.” Il dottor _Burney_ dice con molta ragione quel che
diceva Quintiliano delle opere di Tullio, cioè che le composizioni del
N. A. possono servire per giudicare del gusto e del discernimento de'
giovani artisti, a misura che sapranno apprezzarle. Mr. Bach è autore
d'una collezione di 330 ritratti de' più celebri musici.
BACH (Giov. Cristof. Federico), maestro di concerto a Bockeburgo, terzo
figliuolo del gran Bach, nacque a Weimar nel 1732. Egli è autore di più
eccellenti sonate e concerti per il forte-piano inserite nelle
_Musicalisches Vielerley_, ossia _Miscellanee musicali_, e nelle
_Musicalische Nebenstunden_, o _Divertimenti di musica_, stampate dal
1774, sino a 1787. Egli si avvicina nelle sue composizioni al gusto del
suo maggior fratello _Carlo-Emmanuele_: possedeva profondamente la
storia musicale, che appresa aveva da suo padre; le sue composizioni di
musica instrumentale e vocale sono dotte, maestose e temperate dalla
semplicità, e da un canto soave e pieno di melodia: egli aveva la più
grande facilità per esprimere le sue inspirazioni, ed un genio
inesauribile. Questo celebre musico terminò i suoi giorni li 26 Febrajo
del 1795.
BACH (Giovanni Cristiano), sopracchiamato il Milanese o l'Inglese,
figliuolo di un secondo matrimonio del gran Bach; maestro di cappella
della regina d'Inghilterra, nacque in Lipsia nel 1735. Dopo la morte di
suo padre, egli portossi a Berlino presso del suo fratello
Carlo-Filippo-Emmanuele, allora musico della camera del re, perchè vi si
perfezionasse sul cembalo e nella composizione. Egli cominciava a
svilupparvi dei talenti, e molte delle sue produzioni erano state già
accolte favorevolmente, allorquando le conoscenze ch'ei fece con più
cantatrici italiane, gli mossero brama di viaggiare in Italia. Lasciò
dunque Berlino nel 1759, si rese a Londra, ove fermossi per sempre,
eccettone un picciol viaggio, ch'ei fece in Parigi poco innanzi la sua
morte, che avvenne sul principio di gennaio del 1782. Egli ha pubblicate
dal 1775 sino al 1779, venti opere che sono generalmente conosciute, e
tutte appartenenti a musica istromentale. Le sue opere e produzioni per
canto, pregiate moltissimo dagl'intendenti, sono state pubblicate in
Milano ed in Londra, il solo _Amadis des Gaules_ eccettone, ch'egli poco
avanti di morire fè imprimere in Parigi. Tutte le sue composizioni ben
si distinguono pel fuoco del suo genio, e per uno stile facile e
grazioso.
BACH (Giov. Michele) era da prima cantante a Tonlie; ma egli vi
rinunziò e viaggiò in Olanda, Inghilterra e in America. Di ritorno nella
Germania, studiò per qualche tempo a Hottinga nel 1779, e quindi si
stabili a Güstrow nel ducato di Mecklemburgo, ove era ancora l'anno
1793. Egli pubblicò a Cassel nel 1786, in lingua tedesca: _Instruzione
sistematica per apprendere il basso continuo, e la musica in generale,
per que' che vogliono insegnare, come per quei che vogliono apprendere_,
in 4.º (_V. l'Almanac. di Mus. di Forkel, 1784_).
BACCHINI (don Benedetto) monaco ed abbate della congregazione di
Monte-Casino, bibliotecario di Modena, e letterato insigne, non che
profondo antiquario, e critico giudizioso. Egli era nato nel 1651 a
Borgo san Donnino, nel ducato di Parma, e fattosi benedettino nel 1667
si diè allo studio con tale applicazione, che diede molto a dubitar di
sua vita. Rimesso in salute diè principio in Parma al _Giornale dei
Letterati_ opera periodica, che fece spiccare la profonda dottrina e lo
squisito giudizio del dotto monaco, ma che gli trasse addosso un gran
numero di nemici, e così possenti essi furono, che giunsero ad oscurarlo
nello spirito del duca Ranunzio II, in guisa che l'anno 1691 questo
principe bandì il giornalista da' suoi stati. D. Benedetto ritirossi in
Mantova, ed alquanti mesi dopo Francesco II, duca di Modena, lo chiamò
in sua corte, e fecelo suo istoriografo e bibliotecario. Nel mese di
luglio dell'anno 1721 fu dall'università di Bologna nominato professore
di storia ecclesiastica, e pochi giorni dopo gravemente ammalatosi
terminò ivi la sua vita all'età di 69 anni. Egli lasciò molte dottissime
opere tra le quali evvi una erudita dissertazione _de sistris, eorumque
figuris ac differentis_, a cui Giacomo Tollio professore in Utrecht ha
aggiunta una sua dissertazione sullo stesso argomento ed alcune note,
ch'egli ivi pubblicò per le stampe l'anno 1696.
BACCHIO seniore fioriva sulla fine del secondo secolo dell'era
cristiana. Egli è autore di una _Introduzione alla musica_ ossia degli
_Elementi della greca musica_ in forma di dialogo. Questi è l'unico fra'
greci armonici, che insegnò la musica col solfeggio e con le note
dell'intonazioni senza calcolo ed in conseguenza da puro pratico. Dai
desiderosi di profittarne deve farsi più studio di Bacchio, che di
nessun altro dei greci o latini armonici; benchè senza la previa lezione
di Aristide Quintiliano, per la di lui troppa concisione sia malagevole
il capirlo in qualche parte. Bacchio c'insegna molti punti pratici, da
niun altro dettati ne' loro libri. Le note con cui egli contrassegna le
corde, se _Meibomio_ non si fosse presa la pena di rovesciarle e
cambiarle, accomodandole a quello di _Alipio_, potevano dare gran lume
per interpretare i canti greci rimastici, e gli altri che si trovassero;
ma questo ardito grammatico, mancando di tempo o di posatezza per
riflettere su i libri, che c'interpretò, in questa ed in altre parti
dell'arte de' greci ci cagionò più danno che vantaggio, e stabilì fra'
letterati più pregiudizj che luminosi principj. _Barette_, _Roussier_, e
_Rousseau_ saranno risponsabili agli amatori della greca musica di non
aver fatto riflessione bastevole su i pregiudzj del _Meibomio_, e di
averli con le loro eleganti penne autorizzati (_Veggasi il Requeno Saggi
tom. 1_). Franchino _Gaffurio_ da Lodi nel 15º secolo, e nel seguente
_Mersenne_ e _Meibomio_ ci hanno data la versione latina del _dialogo di
Bacchio_. In un manoscritto ben corretto dello _Scaligero_, dice il
_Meibomio_ trovarsi un altro trattato di questo greco scrittore sulla
_Musica-pratica_, con alcuni altri frammenti relativi allo stesso
argomento, ch'egli promise di dar poi, greci e latini, trovandovisi più
vestigj dell'antica (_Fabricc. Bibl. Gr. tom. 2_).
BACHMANN (Christof-Luigi) studiò nel 1785, nell'università d'Erlang, e
vi fece imprimere un'opera in 4º, sotto questo titolo: _Entwurf_ ec.,
cioè: _Idee di un corso di teoria della musica, in quanto è utile agli
amatori di quest'arte_. È dessa una copia esatta della _Dissertaz._ del
dottor Forkel su lo stesso soggetto.
BACHMANN (Francesco) dotto medico della Germania, ed autore di un'opera
latina, che ha per titolo: _De effectibus musices in corpore humano_,
Lipsiæ 1734. Vi si trovano delle buone osservazioni e degli sperimenti
sull'utilità della musica in certe malattie, per cui merita di esser
letta secondo il D.r _Lichtenthal_, che, nel suo trattato
dell'influenza della musica sul corpo umano, ne fa onorevole menzione.
BACILLY (Benigno de) abile compositore del secolo 17º, scrisse un libro
intitolato: _Remarques curioses sur l'art de bien chanter_: cioè
_Curiose osservazioni sull'arte di cantar bene_, Parigi 1668.
BACONE (Roggero) francescano inglese, morto nel 1294, è autore di un
libro: _De valore musices_. Evvi un altro _Bacone_ (Francesco), barone
di Verulamio, cancelliere d'Inghilterra, che col suo profondo genio e la
forza del suo intendimento spuntar fece i crepuscoli della vera
filosofia in mezzo alle tenebre ed all'oscurità del suo secolo. Nacque
egli l'an. 1560 e morì a 9 di Aprile del 1626. Le note della musica, di
cui egli ragiona nella sua _storia naturale_, provano che era ancora
profondamente versato ne' principj della composizione musicale. (_V.
Hawkins._)
BAEHR (Giov.), secondo altri Beer, maestro di concerto del duca di
Weissenfels, nacque nel 1652, e morì nel 1700. Walther racconta che un
certo duca avendolo incaricato di comporre un'opera, egli la terminò in
sei settimane, e dimandò cento scudi. Questi furongli pagati, a
condizione ch'ei canterebbe alla tavola del duca; il che egli accettò.
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 09