Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 14

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BOYCE (William) dottore in musica, organista e compositore della
cappella reale di Londra, faticò molto sì per teatro che per camera.
Nacque egli in Londra nel 1710; compì perfettamente il corso di studio
della musica sotto il dottor Green, organista della cattedrale, che alla
sua morte lasciogli tutti i suoi manoscritti, e gli raccomandò di
pubblicare i suoi mottetti: Boyce nella giovinezza fu sorpreso da
un'incurabile sordità, che sembrava così incompatibile con la musica
come la cecità con la pittura, ma egli non continuò meno l'esercizio
della sua professione con una costanza incredibile. Nel 1736 pose egli
in note l'Oratorio: _Pianto di Davide su la morte di Saulle e di
Gionata_, che fu eseguito ed impresso nel medesimo anno (_V. Lockman,
Reflex. on lyric poetry and music_). Nel 1739 un'_Ode_ per la festa di
S. Cecilia. Nel 1749, l'università di Cambridge lo ricevette dottore in
musica, e nel 1751, egli compose un'eccellente Musica funebre. Pubblicò
quindici _Fughe per l'organo_. Oltra ciò egli è autore d'una collezione
delle migliori composizioni inglesi per la chiesa, di cui ne pubblicò
una superba edizione nel 1768, col titolo: _Cathedral music_ ec. cioè
_Musica per la cattedrale, o collezione di molte eccellenti e rinomate
composizioni di alcuni bravi maestri inglesi per la liturgia_, Londra in
fol. Boyce morì nel 1799, e fu onorevolmente sepolto nella cattedrale di
san Paolo.
BOYÉ (Mr.) autore di un libro intitolato: _L'Expression musicale mise au
rang des chimeres_; a Paris 1779. Può vedersene una buona confutazione
presso Arteaga (tom. 3, in not.): quest'opinione, egli dice, non potè
nascere in lui se non di poca filosofia, o dal desiderio di distinguersi
con qualche novità stravagante. Boyé è stato ancora confutato da Mr. le
Febvre nel suo libro che ha per titolo: _Bévues, erreurs et méprises de
différens auteurs en matière musicale_.
BOYELDIEU (Adriano) attualmente maestro di cappella dell'imperador delle
Russie, nato a Rouen verso il 1770, allievo di Mr. Broche, venne in
Parigi circa al 1795 e fecesi da prima conoscere pe' suoi talenti come
suonator di piano-forte e compositor di canzoncine o romanzi, de' quali
ne scrisse moltissimi, ed ebbero un prodigioso successo. Fu quindi
nominato professor di forte-piano nel Conservatorio, ove formò egli
degli eccellenti allievi e in grandissimo numero. Sino al 1800 egli
diede più drammi in musica al teatro comico in Parigi e ne fu sempre
applaudito. Egli è tra' compositori francesi quel ch'è Moncrif tra'
poeti. “Questo compositore ancor giovane, dice il nostro siciliano
Scoppa, ha tutte le disposizioni per occupare il luogo del famoso
Gretry.” (_Les vrais principes etc. Tom. 3, p. 342._)
BOYER (Pasquale) nato nel 1743, a Tarascon in Provenza fece i suoi studj
nella scuola d'onde sortirono Mouret, Tardieu, Gauzargue, ec. Nel 1759,
l'abbate Gauzargue essendo stato nominato maestro della cappella del
re, Boyer che non aveva più di 17 anni, gli succedette per maestro della
chiesa cattedrale di Nimes, posto ch'egli occupò per sei anni con molta
distinzione, dopo i quali determinossi di venire alla capitale, ove diè
principio dalla _Lettera a M. Diderot_, sul progetto dell'unità di
chiave nella musica e sulla riforma delle misure, proposte dall'ab. de
la Cassagne, ne' suoi elementi del canto, Parigi 1767. Questa lettera di
Boyer è piena di eccellenti riflessioni. “I nostri antichi, dice
l'autore sulla fine, non eran già de' gran musici come noi; ma la musica
che essi coltivavano, non andava presso loro senza lo studio de'
principj. Eglino si davan la pena di ritenerli, e se li rendevano molto
familiari per farne poi al bisogno una giusta applicazione.”

BRACK (Carlo de), membro della reale società di Gottinga, nel 1810,
pubblicò in Genova una traduzione francese dei viaggi musicali del
dottor Burney, 3 vol. in 12º. Mr. Roquefort ha reso conto del primo
volume nel suo _Magazin Encyclopedique_ del mese di settembre 1810.
BREITKOPF (Giov. Emmanuele) fonditore di lettere, stampatore e librajo a
Lipsia, coltivò le scienze, e nel 1755, egli fu l'inventore di una nuova
maniera di stampare la musica, con caratteri separabili e mutabili.
L'importanza di tale invenzione è a sufficienza provata dalla calca
d'imitatori, non che in Berlino, Vienna, Stuttgart e Francfort, ma anche
in Francia, in Italia e in Olanda, ma son tutti rimasti molto lungi
dalla perfezione delle opere di Breitkopf, perchè non hanno essi potuto
imitare se non sopra copie già tirate, e senza conoscerne l'occulto
meccanismo. Ciascuno essendo stato obbligato a crear da se stesso i
mezzi d'esecuzione la più parte degl'imitatori si sono arrogati il
titolo d'inventori. Il fondo geometrico dell'invenzione di Breitkopf la
rende adatta a tutti i cambiamenti, ed egli ha dato di poi delle opere
in tutte le maniere, sì per rapporto alla grandezza delle note, come in
riguardo alla specie di musica e d'instrumenti: in guisa che nulla più
resta a desiderare in quanto alla perfezione di questa scoverta. Le due
stamperie che ne ha stabilite, sono continuamente in attività, ed hanno
arricchito la letteratura della musica di più centinaja di opere, di cui
un gran numero sono state pubblicate a spese di Breitkopf. Al catalogo,
che giunge sino al 1780, vi ha egli fatto successivamente quindici
supplementi.
BREMNER musico inglese autore di un piccolo libro intitolato: _Rudiments
of music_, cioè _I primi insegnamenti della musica_, in 12º a Londra
1791. (_V. the London cat. of books for W. Bent_).
BRENDEL (Adamo) medico sassone e professore nell'università di
Wittemberga sul principio dello scorso secolo, è autore di una curiosa
opera che ha per titolo: _Disputatio de curatione morborum per carmina
et cantus musicos_; ossia “Dissertazione sulla maniera di guarir le
malattie per mezzo della poesia e della musica, a Wittemb. 1606, in 8º.”
(_V. Heumann, e Lichtenthal, Influenza della musica, Milano 1811._)
L'autore fa molto uso della storia greca per provare l'impiego della
musica e degl'incantamenti poetici in medicina presso gli antichi, ma
dichiara quest'ultimi un' impostura dei sacerdoti del paganesimo,
ascrivendo soltanto alla musica la virtù di guarire alcuni morbi.
BRESCIANO (Benedetto) era bibliotecario del gran duca di Toscana in
Firenze e gran mattematico, conoscitore ed amatore di musica. Egli era
nato in Firenze nel 1658, e quivi morì nel 1740. Tra le opere ch'egli ha
lasciate, le seguenti si trovano ancor manoscritte: I. _De systemate
harmonico tractatus, quo instrumentum omnichordum et omnes ejus usus
explicantur_; II. _Libellus de musicâ veterum_. _V. Joecher._
BRESCIA (Bonaventura da) frate francescano. Si ha di lui in manoscritto:
_Brevis collectio artis musicæ_, 1489, che trovasi nella libreria del p.
Martini in Bologna. Vi ha ancora pubblicato in Venezia nel 1511,
_Breviloquium musicale_; e nel 1545, _Regula musicæ planæ_. _V. Graber
Beitræge._
BRÉTEVIL (il barone di) eresse in Parigi nel 1784, la scuola reale di
musica per dodici fanciulli ed altrettante donzelle, secondo il modello
delle accademie d'Italia. Questo stabilimento era destinato a formar dei
cantori e delle cantanti per l'opera. Eranvi state sino allora delle
lagnanze per la meschina esecuzione della bella musica de' Sacchini, de'
Piccini, dei Gluck e de' Gretry: i cantanti francesi, fedeli all'antico
lor metodo, e copiandosi gli uni cogli altri, non facevano che urlare e
gridare, eziandio sin ne' più belli passaggi. (_V. un artic. di Mr.
Gerber su questa scuola, nella gazzetta music. p. 133._)
BREVAL (Giov. Batt.), famoso sonator di violoncello, è autore di più
concerti e di trio e quartetti pel violino. Nel 1788, era nell'orchestra
dell'opera a Parigi; nel 1804, pubblicò un metodo di violoncello, che
forma il numero 42 delle sue opere. Puossene veder la critica che ne è
stata fatta nei numeri 50 e 51 della _corrispondence des professeurs et
amateurs de musique, 1804_.
BRIENNIO (Michele) greco scrittore di musica verso il 1320 dell'era
cristiana; egli compose _tre libri di Armonici_, che si trovano in greco
colla traduzione latina nel terzo volume delle opere matematiche di
Giov. _Wallis_, a Oxford 1699, in fol. Ecco il giudizio che ne dà il Ch.
ab. _Requeno_: “Briennio è più colto e più intelligente dell'arte che
_Psello_. Sul principio de' suoi libri armonici ci dice con
ischiettezza, che la musica all'età sua era quasi abolita: con tutto
ciò si mostra egli uno de' più corretti e de' più chiari scrittori
pitagorici, che siano esistiti. Lungi dal voler egli imbrogliare con
trattati aritmetici e geometrici l'arte armonica, dice, che essa è tutta
riposta nella divisione della corda, ossia nel canone de' suoni, de'
quali esso ci dà le più precise idee.... _Briennio_ pare scrittore
pratico, estendendosi egli molto nell'insegnare con qual ordine debbano
collocarsi nell'organo idraulico le canne corrispondenti a tutti i tuoni
del genere diatonico, ossia a tutti i modi o tropi.” (_Saggi ec. tom. 1,
c. 14._)
BRIJON (Crist. Renato) nel 1782, pubblicò un opera con questo titolo:
_l'Apollon moderne ou le développement intellectuel par les sons de la
musique_, in 8º a Lione, cioè “Il moderno Apollo, o lo sviluppo
intellettuale per i suoni della musica.” Questo libro, che contiene 264
pagine e 64 figure, è molto curioso ed istruttivo per i maestri di
canto. M. Brijon pubblicò ancora un _Metodo di violino_, in cui trovansi
delle buone osservazioni.
BRILLON DE JOUY (Mad.) era una delle più abili sonatrici di clavicembalo
nell'Europa. Il dr. Burney ebbe occasione di sentirla a Passy nel 1770,
ed ecco quel ch'egli ne dice nel suo viaggio in Francia e in Italia:
“Non solo essa eseguisce i pezzi più difficili con molta precisione, e
con molto gusto e sentimento all'aprire di un libro, ma compone eziandio
ed ebbe la compiacenza di eseguire alcune delle sue sonate, così sul
cembalo, come sul forte-piano, accompagnata dal violino di M. Pagin. I
suoi talenti non sono ristretti al solo cembalo: suona diversi
stromenti, e ben conosce il genio di quelli che sono in uso. Essa dice
che questa cognizione le è necessaria per evitar, nel comporre, quello
che codesti istrumenti non potrebbero eseguire: dipinge, incide; ella è
una donna compita ad amabile. Molti celebri compositori d'Italia, e di
Germania, che han fatto qualche soggiorno in Francia, le han dedicate le
loro opere, fra questi Schobert e Boccherini.”
BROSSARD (Sebastiano de) canonico della cattedrale di Meaux, quivi morto
nel 1730 di circa a 70 anni. Fu costui eccellente nella teoria della
musica, e gli scritti che ha lasciati sono stati assai bene accolti: i
principali sono, Iº _Dictionnaire de musique_ in fol. a Paris 1703, e
ristampato quindi anche in 8º con un Catalogo di oltre a 900 autori, che
hanno scritto sulla musica in ogni sorta di paesi, di tempi e di lingue.
Il suo _Dizionario_ è stato di gran soccorso a _Gian-Giacomo Rousseau_,
somministrandogli la maggior parte delle materie tutte raccolte, e molto
bene sviluppate. “Negli articoli, dice Mr. _la Borde_ nel suo _Essai sur
la musique_, in cui questo dotto maestro ha servito al _Rousseau_ di
guida, pochi ve n'ha ne' quali vi sia qualche cosa a riprendere; ma non
è però così di quelli che sono interamente del cittadino di Ginevra:
essi sono presentati frattanto con quell'eleganza, con quell'interesse,
e con quel fuoco d'immaginazione, che gli fan perdonare, o scusare i
difetti.” IIº _Dissertation sur le nouvelle manière d'écrire le
plain-chant et la musique_. IIIº _Deux livres de motets_, ec. I suoi
mottetti, le sue nove lezioni per la settimana santa, ed una raccolta
d'arie cantabili mostrano il suo valore eziandio nella composizione,
secondo il gusto del suo secolo e della sua nazione. _Brossard_
possedeva una numerosa Biblioteca di musica, ch'egli diede al re, da cui
ne ebbe una pensione di 1200 lire sopra un beneficio.
BROUNCKER (William) visconte d'Irlanda morto nel 1684. Aveva egli molto
gusto per le scienze, e fu uno dei fondatori della reale società a
Oxford, a cui presiedette il primo. Nelle transazioni filosofiche vi
sono alcune sue memorie sulle mattematiche. Si è ancora pubblicata di
lui, benchè senza il suo nome, una traduzione inglese del _Compendio di
musica di Descartes_ con alcune dotte osservazioni.
BROWN (John, o Giovanni) scrittore di molto spirito, canonico di
Carlisle e curato di Moreland, e quindi cappellano ordinario del re
della gran Brettagna. Assalito da un furioso colpo di mania si uccise da
se stesso nel 1766, di anni 51. Egli è autore di molte dotte opere sulla
Teologia e sulla Bibbia: intorno alla musica scrisse in inglese _Storia
dell'origine e de' progressi della Poesia e della musica_, ch'è stata
tradotta in francese da _Eidous_ e stampata in Parigi nel 1768 in 8º, ed
in italiano accresciuta di note dal _Dr Pietro Cocchi_, in Firenze
1772, in 8º. Abbonda quest'opera di erudizione, di filosofia e di gusto:
termina quindi con varj sistemi dell'A. atti a ricondurre la Poesia e la
Musica alla primitiva unione, ed a purgare ambedue queste arti sorelle
dalle imperfezioni e dai difetti, che presentemente ne deturpano la
maestà, e ne indeboliscono la forza. D'uopo è però confessar con
ingenuità, che o per troppa ammirazione degli antichi, o per poca
cognizione dell'arte musicale dei tempi nostri, l'A. prende quivi
grandissimi abbagli, e mal corrisponde il fine di questa Dissertazione
ai principj, che sono pieni di una robusta, e meditata, ed analizzata
erudizione. In somma quanto egli profondamente si mostra versato nella
più minuta cognizione dell'antica musica, di cui niuno ha forse parlato
con analisi più purgata, altrettanto sembra mal pratico della sua
teorica forma, dei principj e delle regole della medesima nello stato
presente, e lo stesso vuolsi anche dire del Commentatore _Dr Cocchi_.
BROWN, dottore di musica in Londra, e circa al 1760, direttore
dell'orchestra reale, è autore della dotta dissertazione che il
professore Eschenburg ha tradotta in tedesco, e stampata a Lipsia sotto
il titolo: _di considerazioni su la musica e la poesia d'appresso la
loro origine, la loro forza, il loro accrescimento, la lor separazione e
la loro decadenza_. Hendel affidò più volte a Brown la direzione
dell'orchestra, allorchè dovevansi rappresentare i suoi oratorj.
BROWN (Giovanni) pittore scozzese e valentuomo nella letteratura, nato a
Edimburgo nel 1752, e morto in età di 35 anni nel 1787. Egli viaggiò in
Italia per perfezionarvi i suoi talenti, e tornò quindi in sua patria.
Lord Monboddo pubblicò di costui _Letters on the Italian Opera_, in 12º,
1789, cioè _Lettere sulla poesia e la musica dell'opera italiana_ nelle
quali con filosofica imparzialità dà egli per la musica la preferenza
all'italiana sopra quella di tutte le altre nazioni.
BROWNE (Riccardo), dotto inglese, visse in Londra sul principio dello
scorso secolo. Egli pubblicò nel 1728, un trattato in 8º sotto il titolo
di _Medicina musica, or A mechanical Essay on the effects of singing,
music and dancing, on human bodies. ec._, ossia “Saggio meccanico sugli
effetti del canto, della musica e della danza sul corpo umano.” L'autore
come medico ragiona sulla natura delle malattie da potersi guarire per
mezzo della musica e del ballo. Questo saggio comparve anche tradotto in
latino in Londra nel 1735, col titolo di _Medicina musica_.
BRUCE (Giacomo), celebre letterato d'Inghilterra, inviò al dottor Burney
una lettera sugli instrumenti di musica attualmente in uso nella
Abissinia, che quest'ultimo ha inserito nella sua dotta storia della
musica, d'onde l'ha estratta Mr. Forkel per darla tradotta nel t. I, p.
85, della sua opera _l'Almanacco musico_ 1685.
BRUCKMANN (Franc. Ernesto), dottore in filosofia e in medicina, nato a
Marienthal presso Hahnstadt, nel 1697, è autore di una dissertazione
sopra un instromento notturno, che suona da se solo. Ha pubblicato
ancora: _Observatio de epilectico singulis sub paroxismis cantante_,
negli artic. dell'accademia de' curiosi della natura, vol. II, ed
_Epilepsia cantante_, negli avvisi letterarj di Hambourg, dell'anno
1735.
BRUMBEY (Carlo Gugl.), dall'anno 1783, predicatore a Alt-Lundsberg, nato
in Berlino nel 1757, ha scritto delle _Lettere su la musica_, ec.
Quedlinbourg, 1781, in 8º.

BUCHER (Samuele-Federico) fece imprimere a Zittau, nel 1741, un'opera in
4º intitolata: _Menazzehhim, die Kappellmeister der Hebræer_: cioè “I
Maestri di cappella degli Ebrei.”
BUCHOZ (Pietro Gius.) pubblicò nel 1739, a Amsterdam: _Nouvelle méthode
facile et curieuse de connaître le pouls par les notes de la musique_;
cioè “Nuovo metodo facile e curioso di conoscere il polso per via delle
note di musica”. Si ha ancora di lui una _Mémoire sur la manière de
guérir la mélancolie par la musique_, ec. (_V. Forkel, storia; t. 1._)
BUEL (Cristoforo) maestro di cappella di Norimberga circa al 1715.
Abbiamo di costui: _Melos harmonicum e Melos propemtichon_, 1624 in 4º.
(_V. Doctr. duodecim modorum musicalium in fol._)
BULGARINI (Marianna) detta la romanina, famosa cantatrice sul principio
del prossimo passato secolo, e più che pel merito del suo canto famosa
per un altro più insigne e rispettabil merito agli occhi del filosofo.
Sono note ad ognuno le calamitose vicende, dalle quali fu travagliato
Metastasio dopo la morte dal suo primo benefattore Gravina. Non solo gli
fu negato un impiego onde poter miseramente campare, non solo si vide
vicino a perir di fame, ma ciò (che fa fremere ogni cuor sensibile) in
Roma ebbe egli a soffrire un ignominioso processo. L'Europa avrebbe
perduto per sempre quel gran poeta, se la Bulgarini nol ritraeva
dall'indigenza, e nol rimetteva in sentiero. Quest'opera dell'amore e
della generosità merita di essere registrata ne' fasti pur troppo scarsi
delle umane virtù per riscuoterne l'universale riconoscenza. Questa
donna incomparabile, dice l'Arteaga, vivrà negli annali della filosofia
insieme col suo illustre amico e protettore; i nomi della Bulgarini e di
Metastasio brilleranno fra i posteri finchè esisterà negli uomini un
qualche sentimento del Bello morale, e finchè il carattere di Genio
riscuoterà i ben dovuti omaggi del Pubblico. Il rifiuto, che fece poi il
Metastasio dopo la di lei morte della sua pingue eredità in persona del
marito, fu l'effetto piuttosto di un cuore onesto, anzichè sconoscente
verso la sua benefattrice. “Io vi faccio libera rinunzia dell'eredità
(scriveva egli al marito della Romanina) non già perchè io la sdegni, ma
perchè credo, che questo sia il mio dovere, e come uomo onorato, e come
cristiano... Io sono debitore al mondo d'un gran disinganno, cioè che la
mia amicizia per lei avesse fondamento di avarizia e d'interesse. Io non
devo abusare della parzialità della povera defunta a danno del di lei
consorte ec.” (_V. Mattei, Memorie per servire alla vita del Metast._)
BULL (John), dottore in musica, e primo professore nel collegio di
Gresham a Londra, era nativo del contado di Somerset, e cominciò verso
l'età di undici anni, a studiare la musica. Il cel. organista della
corte, Blithemann, fu il primo suo precettore, egli giunse per le sue
lezioni a tal perfezione, che la facoltà di Oxford, nel 1586, lo creò
baccelliere d'un voto unanime. Dopo la morte del suo maestro, l'istessa
accademia gli conferì il grado di dottore dell'università di Oxford, e
lo nominò nel tempo stesso organista della real cappella. La regina
Elisabetta lo prepose nel 1596 come primo professore nel collegio di
Gresham, e gli veniva ingiunto di dare il suo corso interamente in
lingua inglese. Cinque anni dopo intraprese un viaggio nei Paesi-Bassi,
in Francia ed in Germania per ristabilirsi in salute, e fecesi ammirar
da per tutto. Il successore di Elisabetta, Giacomo I il nominò nel 1607
suo organista, posto nel quale spiegò egli tutti i suoi talenti. Verso
il 1620, fece un secondo viaggio in Germania, e morì a Hambourg nel
1652, in età di 60 anni. Egli contribuì molto al miglioramento del
contrappunto, dello stile fugato e canonico, che erano allora
nell'infanzia. Il dottore Pepusch preferiva le opere di Bull a quelle di
Couperin, di Scarlatti ec.; questi le ha raccolte con somma diligenza, e
dinotate scrupolosamente, trovandosene pochissime stampate. Per la vita
di Bull v. _Marpurg memor. storic. crit._
BUNEMANN (Crist. Andrea) pubblicò nel 1741, in Berlino il suo programma:
_De cantu et cantoribus ad audiendam orationem de Musicâ virtutis
administrâ_. Egli era nato nel 1708, a Frenenbriezen: nel 1740 fu
nominato rettore nel ginnasio di Fredericstadt a Berlino, ma egli morì a
24 dicembre del 1747, compiti appena i trentanove anni di sua età.
BUNTING (Arrigo), teologo luterano, nato a Annover nel 1545, pubblicò a
Marbourg nel 1596, un discorso intitolato: _De musicâ_.
BUONFICHI (padre Maestro), religioso nel convento de' servi di Maria e
compositore di musica in Parma, pose in note il nuovo dramma di
_Climene_ ossia l'_Innocenza protetta_, che fu eseguito nel teatro di
quella città il dì 21 gennajo del 1804, e sommamente applaudito. Ecco
l'elogio che fu fatto a questo buon servita in un foglio periodico di
quell'anno sotto la data di Parma. “Non si può senza divenire ingiusti,
lasciare occulto il nome di chi ha composto, la musica del dramma di
Climene: è questi il padre Maestro Buonfichi. Il felice successo di
questa sua composizione ha superata la pubblica aspettativa in guisa che
si può con franchezza asserire, che lo spirito di prevenzione non ha
punto pregiudicato al reale ed intrinseco merito.” Trovasi in oltre di
questo compositore nel Magazino di musica del signor Ricordi in Milano:
_La Lauretta_, farsa a tre voci: e la _Partenza di Glicera da Fileno_,
cantata. Abbiamo avviso che adesso altro, più non scrive il buon frate
che musica per chiesa, la quale a giudizio degl'intendenti sa troppo
dello stil teatrale. Egli vive tuttora in Parma.
BURANA (Francesco) uno degli eruditi italiani del secolo decimo quinto,
che furono i primi a far conoscere i greci Armonici con trasportarli dal
greco idioma in latino. Burana era di Verona e membro dell'Accademia de'
filarmonici istituita in quei tempi. Tradusse egli il trattato di
_Aristide Quintiliano su la musica_ (_V. Maffei, Verona illustrata_).
BURETTE (Pier-Giovanni), figliuolo di un sonator d'arpa, nacque a Parigi
nel 1665: imparò egli stesso ben presto a suonar quell'istrumento;
all'età di dieci anni, davane lezione nelle case de' particolari, ma ciò
non l'impediva di applicarsi allo studio delle lingue. Egli lasciò poi
la professione di musico per abbracciar quella di medico. Nel 1705, fu
ricevuto nell'accademia delle belle lettere ed attaccossi principalmente
a materie che avevano qualche analogia ed alla professione che aveva
lasciata, ed a quella che esercitava allora. A questo riguardo egli
scrisse da prima tredici dissertazioni sulla ginnastica degli antichi,
riguardata dai Greci come una parte essenziale della medicina.
Terminata questa fatica, Burette compose un altro trattato in
quattordici dissertazioni sull'antica musica, e questa fu l'ultima
opera, con cui terminò la sua carriera letteraria. Alla fine dell'anno
1745, ebbe un'attacco di paralisia, di cui le conseguenze l'obbligarono
a starsene ritirato in casa sino alla morte accaduta li 19 maggio del
1747, nell'età di 82 anni. (_V. l'elogio di Burette par M. Freret,
Memor. t. 21._) Mr. Burette sostenne ostinatamente in quelle
dissertazioni, che gli antichi non avevano avuta cognizione del concerto
a più parti, ossia del contrappunto, contro l'affermativa di due dotti
gesuiti. “Le pettegolezze letterarie di Burette co' gesuiti Bongeant e
Cerceau, dice l'ab. Requeno, lo impegnarono non solo a negare il
contrappunto a' greci, ma a lavorare una dissertazione per provarci la
rozzezza de' greci armonici attribuendo gli effetti maravigliosi del
loro canto alla barbarie e salvatichezza degli ateniesi de' corinti de'
beozj alla loro ubbriachezza piuttosto che alla squisitezza della loro
melodia, ed alla finora sconosciuta mirabil arte del loro canto
strumentale. Burette non lesse i greci armonici, non pensò intorno ai
loro irrefragabili testimonj per la scoperta della verità: egli si
applicò al più meschino scrittore dell'antica musica Plutarco, per
istruirsi nella storia de' greci cantori, e nella loro armonia; fallo di
critica inescusabile, attesa la mancanza di esattezza nelle epoche e ne'
racconti di questo greco enciclopedista. Qual maraviglia, se Burette con
tal guida entra nel laberinto storico, e trovandosi alle prese con
Ateneo ed Eusebio, si vede obbligato ad uscirne, emendando più volte il
testo originale di Plutarco per non vedersi in contraddizione coi detti
autori?” (_Pref. ai Saggi ec._) “Per quanto rispetto io porti, dice
l'_ab. d'Arnaud_, alla memoria di questo dotto Accademico, non posso
aderire ciecamente al giudizio di lui. Ho letto le opere sue colla
possibile attenzione; e in mezzo al grande apparato di dottrina, onde
avviluppa, e involge i suoi pensamenti, v'ho tuttavia rilevato delle
dubbiezze, dell'oscurità, delle contraddizioni e de' sbagli.” (_Lettre a
M. le Comte de Caylus._)
BURNEY (Carlo) dottore in musica a Londra, nato a Worchester nel 1727.
Il costui padre dopo avergli insegnato i primi elementi della musica,
mandollo in Londra perchè terminasse d'istruirsi in quest'arte sotto gli
auspicj del Dr Arne. Questi abbandonato avendolo al suo genio, cominciò
egli a suonar su le orchestre, e a dare delle lezioni di musica; ma le
sue entrate non bastando alle spese del suo sostenimento, fu obbligato
far ritorno al suo paese natio. Dopo alcuni anni tornò in Londra, e vi
fu più fortunato della prima volta. Egli ebbe un posto in un'orchestra e
compose un divertimento intitolato _Alfredo_, che lo fece ben presto
conoscere ed essere generalmente apprezzato. Nel 1760, fu chiamato a
Swaffham nel contado di Norfolk per esservi organista con cento lire
sterline per suo onorario. L'amabilità del suo carattere il rese caro a
tutta la nobiltà del contado. Il duca di York finalmente il decise,
comechè con gran pena, a tornare in Londra, e questa volta vi compose
alcuni concerti, ch'ei fece imprimere. Avendo a quest'epoca concepito il
progetto di scrivere la storia generale della musica, occupossi egli
soprattutto nel raccorre tutti i materiali, che era possibile di
riunire, e di visitare tutti gli stabilimenti che offrivano delle
rimarchevoli osservazioni ne' principali stati dell'Europa. In questa
vista lasciò l'Inghilterra nel 1770; doppo avere scorso l'Italia, tornò
a Londra nel 1772, fu decorato del titolo di dottore. Il piano della sua
opera lo menò quindi in Germania; visitò le gran corti, le biblioteche e
i personaggi più rinomati. Egli ha pubblicato il giornale de' suoi
viaggi: quest'opera è scritta d'uno stile grazioso e fiorito. I signori
_Eschemburg_, e _Bode_ l'hanno tradotta in tedesco, e Mr. _Giov.
Villelmo Lustig_, organista di Groninga, la trasportò in idioma
olandese. Annunziò egli poi la sua storia della Musica, in tre volumi.
La metà de' sovrani dell'Europa e i letterati di tutte le nazioni, si
sono sottoscritti a quest'opera. La quantità dei materiali l'obbligò a
faticare quattordici anni alla composizione di quest'istoria, ch'egli
pubblicò finalmente in quattro volumi in 4º con questo titolo: _History
of Music from the earliest ages to the present period_, 1776-1788, con
figure. Il primo tomo contiene la storia della musica presso i
principali popoli, innanzi la nascita di G. C. Il secondo contiene la
storia della musica dall'era cristiana sino alla metà del sesto secolo.
Il terzo contiene la storia della musica dell'Inghilterra, dell'Italia,
della Francia, della Germania, della Spagna e de' Paesi-Bassi, dal sesto
secolo sino alla fine del decimo settimo. Finalmente in questo volume,
comprende la storia della musica drammatica, o dell'opera e
dell'oratorio: dalla sua origine sino al presente. Quest'opera contiene
ancora le principali epoche e i progressi della musica di chiesa, come
pure le biografie, gli ritratti e gli aneddoti de' primarj compositori,
de' cantori e musici celebri. L'autore ha una singolare esattezza nel
far l'istoria del dramma inglese, e vi ha aggiunto un ben lungo esame
delle opere italiane di Hendel. Nel 1784, pubblicò ancora in Londra una
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