Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 10

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l'opera di _Farnace_ in musica, e molte sonate per il forte-piano. Bates
morì in Londra nel 1799.
BATE (William) autore di musica e gesuita irlandese, superiore del
seminario di questa nazione in Salamanca, nato d'una famiglia assai
distinta a Dublino nel 1664 studiò per più anni in Oxford. Lasciò un
trattato di musica che ha per titolo: _Introduzione all'arte della
musica_, Londra 1596, in 4º. Pochi anni dopo ritoccò egli quest'opera, e
nuovamente pubblicolla senza data con questo titolo: _Introduzione
nell'arte del canto per quegli che desiderano di apprenderlo_. _V.
Hawkins._
BATON il giovane, sciocco difensore dell'antica musica francese,
pubblicò in Parigi nel 1754, _Examen de la lettre de Mr. Rousseau sur la
musique française_. La viola era il suo stromento favorito, a cui fece
egli de' miglioramenti, e davane lezione in Parigi. Fece anche inserire
una _Memoria su la viola_ nel Mercurio di Francia, ottobre 1757, p.
143.
BATTEUX (ab. Carlo) dell'accademia delle iscrizioni, professore di belle
lettere, e scrittore pregiatissimo, morto in Parigi nel 1780. Abbiamo di
lui un'opera interessante per la letteratura, di cui la prima parte
venne pubblicata nel 1746, in un vol. col titolo _des Beaux arts reduits
à un même principe_: e quindi avendovi aggiunto l'autore altre due
parti, la diè al pubblico in 5 volumi in 12º nel 1775, col titolo di
_Principes de la littérature_ ec. a Paris. Nella terza parte, ove tratta
del principio dell'imitazione, la sezione terza è tutta _su la musica e
la danza_, e vi si trovano delle ottime riflessioni. Il professore
Ramler ha dato una buona traduzione alemanna di quest'opera, con dotte
note. L'ab. Batteux è ancora autore d'un'altra opera molto utile alla
storia della musica; essa ha per titolo: _Mémoires concernants
l'histoire, les sciences, les arts, les mœurs, et les usages des
chinois_: cioè _Memorie che riguardano la storia, le scienze, l'arti, i
costumi e gli usi de' Cinesi_, 14 vol. in 4º a Parigi 1776-1789. Questa
curiosa collezione fu cominciata da Batteux, e terminata da Bréquigny,
in essa gli autori tessono a lungo la storia della musica presso i
Cinesi.
BAUD (Mr.) pubblicò nel 1803, un piccolo libro in 12º, intitolato:
_Observations sur les cordes à instrumens de musique, tant de boyau que
de soie_; cioè: “Osservazioni intorno alle corde degl'instromenti di
musica, sì di budello, che di seta.” In seguito di quest'opera si vede
una lettera di Mr. Gossec, e 'l suo rapporto all'instituto nazionale
sulle corde di Mr. Baud.
BAUMGAERTNER (Giov. Batt.), celebre maestro di violoncello, morto a 18
maggio 1782, a Eichstedt, era virtuoso di camera del vescovo di quella
città; impiegò a viaggiare la più parte di sua giovinezza. Nel 1776,
dimorava a Amsterdam: da questa città fu chiamato alla real cappella di
Stockolm, ma il rigido freddo il costrinse a lasciar presto tal
servizio. Dopo avere soggiornato alcun tempo a Hambourg e a Vienna, si
stabilì finalmente a Eichstedt dove morì fra breve di tisichezza. Egli è
molto benemerito degli amatori del suo istrumento per il trattato che
pubblicò alla Haye, sotto questo titolo: _Istruzione di musica teoretica
e pratica ad uso del violoncello_. Compose egli eziandio quattro
concerti per il violoncello, con accompagnamento, e sei a solo con 35
cadenze per tutti i tuoni: sono questi molto stimati per il loro canto
facile e piacevole.
BAUMGARTEN (Giorgio), cantante in Berlino, ove pubblicò nel 1673, una
seconda edizione corretta della sua opera: _Rudimenta musices_.
BAURANS poeta e musico morto in Tolosa sua patria l'anno 1764, in età di
54 anni. Venne egli a Parigi per esercitarvi i suoi talenti, trovò che
una coppia di attori di opere buffe italiani rappresentò con applausi
sul teatro della accademia reale i graziosi intermezzi di _Pergolesi_,
di _Iommelli_, di _Rinaldo_. Queste rappresentazioni diedero luogo a
tante dispute sulla musica, e prepararono la rivoluzione operata pochi
anni da poi nella musica francese. Baurans, uomo di gusto, si dichiarò a
pro dell'italiana, e a questo oggetto adattò la musica della _Serva
padrona_ e del _Maestro di musica_, due opere buffe di compositori
italiani, a delle parole francesi; e questo fortunato saggio fu l'epoca
della rivoluzione del gusto di questa nazione per la musica italiana.
BAYLY (Anselmo) teologo della chiesa anglicana morto nel 1794. Egli era
membro del collegio di Cristo a Oxford, autore di moltissime opere ed
eccellente musico: si ha di lui per rapporto alla musica, I. _Alliance
of music, poetry, and oratory_, cioè _Unione della musica, della poesia
e dell'arte oratoria_ in 8º (_v. the London Catal. p. 83_); II. un
_Trattato pratico dell'arte di cantare, e di suonare gli stromenti con
una giusta espressione, e un gusto reale_, in 8º.
BAYLE (Pietro), celebre come critico e come filosofo, e professore di
filosofia e di storia a Rotterdam, nacque a Carlat nel 1647, e vi morì
li 28 decembre del 1706. Tra il gran numero delle sue opere, da noi qui
non si cita, che il suo _Dizionario storico e critico_, che contiene la
vita di molti musici.

BEATTIE (dottor Giac.) morto a 18 agosto 1803, a Aberdeen, in età di 78
anni, scrittore assai distinto e professore di filosofia morale nel
collegio Marischal. Egli aveva studiato a fondo gli arcani dell'arte
musicale e suonava ottimamente di violino. Nel 1770, pubblicò un'opera
col titolo di _Essays on the nature and immutability of truth_, cioè
“Saggi sulla natura e l'immutabilità del vero in opposizione allo
scetticismo”; essa era diretta contro le opere filosofiche di _David
Hume_. La prima dissertazione tratta _della musica_, e contiene molte
ingegnosissime osservazioni. Il dottor Hume ne rimase in tal maniera
commosso, che non potè mai più sentir di poi profferire il nome di
Beattie senza indignazione e disgusto. Si ha in oltre di lui il poema
del _Minstrel_ ossia Bardo scozzese, il di cui solo titolo annunzia che
l'autore ha avuto disegno di celebrar l'unione della poesia e della
musica. Un'altra sua opera più interessante ha per titolo: _Essay on
poetry and music, as they affect the mind_, cioè “Saggio su la poesia e
la musica considerate nelle affezioni dell'anima” 1783, in 8º, di cui vi
ha un'eccellente traduzione francese a Parigi 1798, in 8º corredata di
una dotta Prefazione e di note. La musica vi occupa tre lunghe sezioni
del sesto Capitolo intitolato _Osservazioni sulla musica_: nella prima
sezione si tratta dell'Imitazione. _La musica è ella un'arte
imitativa?_ L'autore è d'avviso che ha potuto esserla l'antica, ma non
già la moderna. Nella seconda: _Come spiegare i piaceri che ci proccura
la musica?_, e nella terza: _Congetture sopra alcune particolarità della
musica nazionale_. Il dottor Beattie amava molto la musica, e fecela
anche studiare al suo primogenito _Giacomo Hay Beattie_, ch'egli
perdette nel fiore degli anni. Costui era nato ad Aberdeen l'anno 1768,
e dopo aver fatti i suoi studj nel collegio Marshall, all'età di 19 anni
fu nominato professore di logica e di morale in quella università. Egli
suonava molto bene il violino e l'organo, e giunse con l'abilità sua a
fabbricarsi da se stesso quest'ultimo instrumento: questo giovane di
così belle speranze morì di una febbre nervosa in età di 22 anni nel
1790: aveva scritto un volume di poesie, che suo padre pubblicò quindi
nel 1799, con un breve ragguaglio della di lui vita, ove riferisce un
saggio della buona educazione che avevagli data, e della sua buona
indole. “La sua dolcezza e docilità era tale, egli dice, che io potei
appena riprenderlo, tre o quattro volte in sua vita. Le prime regole di
morale, che io gli prescrissi, furono di non dir mai che la verità, e di
mantenere inviolabilmente il secreto che gli veniva affidato: e mai non
trovai ch'egli abbia mancato su l'uno o l'altro di questi articoli.”
BEAUFORT (Mr. de), francese autore di un'opera intitolata _Conjectures
sur l'echo_, che venne data al pubblico sul principio del secolo
decimottavo. _V. Neue Zeitungen von gelehrten Sachen, 1719, p. 351._
BECCATELLI (Giovan-Francesco) fiorentino, maestro di cappella di Prato
nella Toscana su i principj del prossimo passato secolo. Nel terzo tomo
di supplementi al giornale de' letterati d'Italia (Venezia 1726) vi ha
di costui una _Lettera critica sopra due difficoltà nella facoltà
musica_. Il Martini dice di possedere nella sua raccolta di opere
musicali una _Spiegazione MS._ del Beccatelli sopra alcune cose relative
all'accennata lettera; II. _Documenti e regole MS._ per imparare a
suonare il Basso continovo; III. _Sposizione delle musiche dottrine_
degli antichi musici greci e latini, MS.; IV. _Divisioni del monocordo_
secondo Pitagora e Tolomeo dei generi diatonico, cromatico ed
enarmonico, MS.
BECK (Francesco) maestro di concerto e compositore a Bordeaux quivi
morto li 31 dicembre 1809, in un'età molto avanzata. Nel 1783, fu
eseguito in Parigi uno _Stabat mater_ di sua composizione al Concerto
spirituale, e fu estremamente applaudito. Si fanno del pari de' grandi
elogj alla sua musica instrumentale. Nel 1776, sono state impresse a
Parigi quattro opere di Beck, di sei sinfonie ciascuna.
BECK (Michele) professore di teologia e lingue orientali a Ulm, quivi
nato nel 1653, difese contro Samuele Bohl, l'uso degli accenti ebraici
nella musica, con una dissertazione impressa a Jena col titolo: _De
accentuum Hebræorum usu musico_, 1678, e ristampata in Amsterdam nel
1701. Egli morì a 12 marzo 1712. L'ab. Gerbert, nella sua _Storia della
musica di chiesa_, tom. I, p. 7, ci dà una scala musicale in accenti
ebraici, cavata da questa dissertazione.
BEDA (il ven.) prete e monaco inglese, nacque l'anno 673, e morì nel
735, di 62 anni. Abbiamo di costui più scritti sulla musica. Parlando di
un trattato di musica attribuito a Beda, il dottor Burney ha fatto una
rimarchevole scoperta. Il titolo del libro si è: _De musica theoricâ et
practicâ seu mensuratâ_. Delle due parti che compongono questo
trattato, la prima è stata scritta da Beda: frattanto, dice M. Burney,
egli è evidente che la seconda è opera di una mano più recente: vi si fa
menzione di stromenti di musica, dei quali non parlano gli scrittori
contemporanei di Beda, come l'organo, la viola, ec.; in oltre, la parola
_mensurata_, nel titolo del libro, par sufficiente a provare che essa
sia l'opera d'uno scrittore più moderno di Beda (_V. Burney, Hist. gen.
de la mus. tom. 2._).
BEDFORD (Arturo), inglese, ha inserito nell'opera periodica _The present
state of the republic of letters_ (lo stato presente della repubblica
delle lettere), London 1730, in 8º una dissertazione, nella quale egli
tratta: I. _Of the music of the Greeks and Hebrews_, cioè “Della musica
dei greci e degli ebrei”; II. _On the music and service, as performed in
the temple_, cioè “Della musica e della liturgia del tempio.” (_V. Hist.
de Forkel, t. 1, p. 177._) Può leggersene un estratto nel tomo settimo
della _Bibliothèque Angloise_.
BEDOS de Celles (don Francesco) benedettino della dotta congregazione di
san Mauro nella Francia, membro della reale accademia di Bordeaux morto
nel 1779. Abbiamo di lui _l'Art du facteur des orgues_, a Paris 1766 e
1778, 4 volumi in fol. con molte figure in rame. Quest'eccellente opera,
molto necessaria ai fabbricatori di organi, entra nella _Descrizione
delle arti e mestieri_ fatta o approvata dai Signori dell'Accademia
delle scienze di Parigi, e recentemente dai Membri dell'Istituto
nazionale di Francia (_V. Diction. bibliograph. de Cailleau, a Paris
1802, tom. 4_).
BEETHOVEN (Luigi-Van), che si è detto esser figlio naturale di
Federico-Guglielmo II, re di Prussia, e nato a Bonn, nel 1772. Prese
egli da prima lezioni di musica da Neefe, e quindi dal cel.
Albrechtsberger. All'età di undici anni suonava di già il cembalo
temperato di Sebastiano Bach. Fece egli comparire allora a Manheim e a
Spira, nove variazioni di una marcia, tre sonate pel cembalo ed alcune
canzonette. Ha pubblicato di poi un gran numero di sonate per il
piano-forte, e più opere di trio, di quartetti, e quintetti per violino.
Fra i pezzi, ch'egli ha scritto per la musica vocale si cita
principalmente con elogio, una scena ed aria a grande orchestra e
forte-piano: _Ah! perfido spergiuro_. (_V. il Catal. di C. Zulehner_).
Beethoven è riguardato come uno dei più valenti compositori de' nostri
giorni. Ecco non per tanto ciò che del suo stile dice Carpani.
“_Beethoven_ accumula i numeri e le idee, e la quantità e la stranezza
ricerca delle modulazioni, e non produce allora che delle erudite
intricatissime confusioni, piene di ricercatezza e di studio, ma prive
d'effetto.” (Lett. 1.) Sembra ancora che lui abbia in vista nella lett.
15. “Che avverrà dell'arte, egli dice, e singolarmente della musica
instrumentale, quando, coll'aver cessato di scrivere Haydn, è chiusa
quella miniera di tesori sinfonistici? Che ne avverrà? Voi lo vedete già
in parte e tra non molto lo vedrete ancor più. Un solo potrebbe ancor
sostenerla. Un suo bellissimo _settimino_, i primi _trio_, le prime
_sinfonie_, li primi _concerti_ per cembalo, che diede alle stampe;
l'unire ch'ei fece in que' suoi lavori veramente belli lo stile di
_Haydn_ a quello di _Mozart_ provano quanto fondate sarebbero le mie
speranze. Ma vorrà egli pure porre un freno alla sua fantasia? Vorrà
darle un ordine, una misura, un carattere? Vorrà anteporre la bellezza
alla singolarità? Vorrà cessare d'essere il _Kant_ della musica? In una
parola: vorrà farsi un sistema chiaro, intelligibile, sensato, e
seguirlo? Certo è che in questa sfera di composizioni la natura gli ha
dato dei doni che all'_Haydn_ ed al _Mozart_ soli sembrava aver
riservati. Ma egli, in vece di farne uso moderato e saggio, dilapida e
distrugge il suo patrimonio, scrivendo perfino delle sinfonie che
durando ore, vi recan un piacere di pochi minuti, mentre, se durassero
minuti vi lascerebbero con un piacere di più ore. Non basta il genio, vi
vuol misura e ragione. Fu chiesto una volta a _Haydn_ da un mio amico
che gli sembrasse di questo giovine compositore. Rispose il vecchio con
tutta la sincerità: — Le prime sue cose mi piacquero assai; ma le ultime
confesso che non le capisco. Mi pare sempre che scriva delle
_fantasie_ —.”
BEISSEL (Jodoro) consigliere degli Arciduchi d'Austria, noto come
oratore, poeta, giureconsulto e filosofo, visse a Aix-la Chapelle dal
1474, sino al 1494. Fra l'altre opere lascionne una col titolo: _De
optimo genere musicorum_ (_V. Joecher_).
BELDEMANDIS (Prosdocimo) da Padova pubblico professore di musica in
quell'università nel 1412, ed autore di un _Comento al libro di Giovanni
de Muris su la musica_, che si conserva inedito nella raccolta di
monumenti antichi esistenti nella libreria dei padri conventuali di
Bologna, (come si ha dalla Storia del P. Martini) dove vi ha in oltre di
questo autore: I. _Tractatus compendiarius practicæ cantus
mensurabilis_, MS. anno 1408; II. _Opusculum contra theoricam partem
sive speculativam lucidarii Marchetii Patavini_, MS. anno 1410; III.
_Cantus mensurabilis ad modum Italicorum_, MS. anno 1422; IV. _Tractatus
planæ musicæ in gratiam magistri Antonii de Pontevino Brixiani_, MS. an.
1412; _V. De contrapuncto, MS. anno 1412_. Queste opere non hanno altro
merito, che quello di far conoscere lo stato della musica in quel
secolo.
BELOSELSKY (Alessandro) principe russo, morto nel 1810, pubblicò
all'Haya nel 1778, un libro intitolato: _Della musica in Italia_. Si
crede che Marmontel glie lo abbia disteso e ordinato: esso è pieno zeppo
di giudizj erronei sulle composizioni di Vinci, di Leo, di Pergolesi, di
Hasse, di Jommelli, di Gluck, ec. Mr. Suard ha fatto una critica assai
pungente dell'opera del principe Beloselsky. (_V. le Journal Encycl.
1778, oct. p. 305._)
BELZ (Natanaele) della reale accademia delle scienze di Berlino è autore
di un _Trattato sul suono e sua origine, propagazion nell'orecchio,
dietro la teoria della formazion dell'orecchio e della maniera con cui
noi ascoltiamo_, Berlino 1766. Questa memoria ha riportato il premio
dell'accademia nel 1763. L'autore inerentemente a molte ipotesi ha molto
ingegnosamente spiegato i fenomeni che dovea spiegare: ma siccome
coteste ipotesi non sono generalmente approvate nella fisica, quindi
pajono insufficienti alla risoluzione proposta.
BEMETZRIEDER, nato nell'Alsazia, nel 1748, venne in Parigi e si unì con
Diderot. Egli insegnò l'armonia alla figliuola del filosofo, e
quest'ultimo dispose in buon ordine le _lezioni di cembalo, ed i
principj d'armonia_ di Bemetzrieder, pubblicati nel 1771 in 4º. Ecco i
titoli dell'altre sue opere: _Traité de musique, concernant les tons,
les harmonies, les accords et le discours musical_, 1776 in 8º; _le
Tolerantisme musical_, Paris 1779, in 8º; _ Essai sur l'harmonie suivant
les règles de la syntaxe et de la rhétorique, deuxieme édition_, Paris
1781, in 8º; _Méthode et réflexions sur les leçons de musique, 11 edit._
1781, in 8º; _Lettre à MM..., musiciens de profession_, Paris 1781, in
8º; _Nouvelles Leçons de clavecin en anglais et en français_, Londres
1782, in 4º; _Précis des talens et du savoir du musicien avec une
Nouvelle méthode, qui peut guider l'amateur dans son étude_, Londres
1783, in 8º. Mr. Bemetzrieder si era stabilito a Londra dopo il 1782. I
di lui principj di cembalo sono stati tradotti in idioma spagnuolo da
don _Benito Bails_, e impressi a Madrid nel 1775, in 4º.
BENDELER (Salomone) nacque a Quedlinburg nel 1683; suo padre avendo
conosciuto i suoi talenti per la musica, e la sua voce bella, forte e
penetrante, gli diè egli stesso le prime lezioni di musica, ed ebbe
motivo di restar contento dei progressi di suo figlio. Questi si rese a
Londra, ove in un concerto, la di lui voce fece sentirsi in mezzo
agl'istromenti; un'altra volta sorpassò fin anche il suono ripieno
dell'organo della gran chiesa di san Paolo. Gli fu offerto il servizio,
lasciandolo in libertà di stabilir egli stesso le condizioni; ma non era
a suo grado il serio contegno degl'inglesi, ed ei preferì lo accettare
un impegno all'opera di Hambourg, e quindi passato essendo in Berlino,
fu nominato basso della corte, della camera e della cappella del duca di
Brunswick. Trovandosi nella chiesa principale di Dantzick, dopo di aver
fatti alquanti preludj sull'organo al finir del sermone, spiegò egli
tutta la forza della sorprendente sua voce. Un mormorío, che sollevossi
per alcuni momenti da che egli ebbe cominciato, tra le donne nella
chiesa, interruppe la liturgia. La moglie di uno de' principali senatori
della città, soppraffatta da quella terribile voce, partorì per la
sorpresa felicemente un figliuolo. Il di lei marito, soggetto fino
allora al mal di gotta, fu in tal maniera trasportato di allegrezza alla
nuova di quel fortunato avvenimento, che da quel momento si sentì
perfettamente guarito. Informato a chi dovesse quella doppia avventura,
invitò Bendeler, con una numerosa compagnia al banchetto pel battesimo,
e fecegli trovare sotto la sua coperta una somma di trecento ducati,
attestandogli la sua riconoscenza pel servizio, che testè avevagli
reso, come medico di lui stesso e della moglie. Questo aneddoto fè
conoscer Bendeler, e gli diè ingresso in tutte le compagnie. Allora fu
che il duca di Brunswick, desiderando di sentirlo sul teatro, lo chiamò
in sua corte, ma qualunque offerta gli facesse, non potè indurre il
virtuoso a cantar sul teatro, se non accordandogli il dritto di andare a
caccia nel vicino bosco. Questo valente artista morì ai 41 anni di sua
età nel 1724.
BENDLOWES (Eduardo), dotto inglese del decimosettimo secolo. Dopo aver
fatti i suoi studj nell'università di Cambridge, viaggiò in molte corti
di Europa; e tuttochè avesse egli avuto 21 mila franchi di rendita, le
spese eccessive che far gli fu d'uopo, talmente lo spossarono, che al
suo ritorno in Oxford i di lui creditori lo fecero mettere in prigione.
Egli impiegò quell'ozio allo studio, e tanto gusto vi prese, che lo
continuò eziandio dopo avere ricuperata la sua libertà. Egli morì li 30
decembre del 1676, in età di 37 anni. Tra le opere che pubblicò, trovasi
ancora per rapporto alla musica: _Sphinx theologica, sive Musica templi
ubi discordia concors_. (_V. Joecher._)
BENEVOLI (Orazio), allievo di Bernardino Nanini, divenne maestro di
cappella della basilica di san Pietro in Roma nel 1650, e morì dodici
anni dopo. Antonio Liberati nella sua lettera a Ovidio Persapegi,
assicura che Benevoli supera di molto il suo maestro Nanini, e tutti i
viventi contrappuntisti, nell'arte di scrivere la fuga e 'l contrappunto
a quattro e a sei cori, di quattro parti ciascuno. Burney cita di costui
una messa a sei cori o ventiquattro voci, che nell'effetto supera tutto
ciò che si conosce in questo genere. Le di lui composizioni vengono
raccomandate a' giovani studenti quai modelli di perfezione, dai padri
Martini e Paolucci. (_V. Saggi di contr. ed Arte prat. di contrap._)
BENINCASA (il conte di) rispettabile non che per l'illustre sua nascita,
come ancora pe' suoi talenti e le sue cognizioni nella letteratura,
nacque in Venezia circa al 1745. La musica gli ha grandi obbligazioni,
poichè fu egli che somministrò a Mr. Laborde, autore del _Saggio su la
musica_, un'infinità di notizie intorno a' poeti ed a' compositori
dell'Italia. Nel 1784, trovossi a Londra giusto all'epoca in cui vi si
diede la prima gran musica funerale in onore di Hendel. Il dottor Burney
sapendo ch'egli era buon conoscitore in musica, gli dimandò qual effetto
quell'orchestra colossale aveva prodotto su di lui. Il conte inviogli la
sua risposta per iscritto, che Burney ha inserita nella descrizione di
tal festa, e che si trova eziandio nella traduzione tedesca fattane da
Eschenburg.
BENNET (John), eccellente compositore, ed esercitato del pari in tutti i
generi, viveva in Inghilterra sul finire del 16º, e ne' principj del 17º
secolo. Hawkins riferisce aver egli fatto imprimere nel 1599,
diciassette madrigali a quattro voci di una grande profondità, ed ornati
di tutte le bellezze della musica vocale. Un madrigale sul trionfo di
Orione, ed alcune canzoni trovansi nell'opera di Ravenscroft pubblicata
nel 1614, col titolo di “Considerazioni sull'utilità di conoscere i
gradi della musica mensurabile.”
BÉRARD, nato nel 1710, cantante sul teatro dell'Opera in Parigi d'onde
ritirossi nel 1745, è autore d'un'_Art du chant_, che è divenuta inutile
da cinquant'anni in quà, ma che servir può a farci conoscere il gusto
del canto, che aveva fatto per un secolo le delizie di Parigi, e di
tutta la Francia.
BERARDI (Angelo) maestro di cappella, e canonico della chiesa di
sant'Agata in Viterbo, pubblicò in Bologna nel 1687, _Documenti
armonici_, ove trovansi le regole dei contrappunti doppj degl'italiani:
nel 1689, _Miscellanea musicale_; nel 1690, _Arcani musicali_; nel 1694,
_Il perchè musicale: ovvero staffetta armonica_. Questo autore veniva
consultato da tutti i paesi. Il _Perchè musicale_ contiene sei risposte,
che sono molto curiose. Nell'opere del Berardi si trovano delle ottime
cose; ma generalmente vi regna un tuono di pedanteria ridicola. I suoi
_Ragionamenti musicali_ pubblicati in Bologna nel 1681, in 4º, sono un
eccellente libro per la storia della musica. Berardi era l'autore
favorito di mio padre, commendatogli moltissimo dal suo maestro Leo.
Marpurg e Choron lo pregiano assai come scrittore didattico e come
profondo contrappuntista.
BERGIER (Niccola), celebre professore di belle lettere nell'università
di Rheims nel 16 secolo, morto nel 1623, lasciò una _Dissertazione su la
teoria della musica_, manoscritta, di cui fa menzione Bayle, e Niceron
t. 6, p. 86.
BERLIN (Giov. Daniele) distinto organista della cattedrale di Trondheim
in Norvegia; dopo aver acquistata sotto la direzione di suo padre, una
grande abilità nella sua arte, nel 1730 si rese a Copenhague, e vi
rimase sino al 1737, d'onde fu chiamato a Trondheim come organista,
carica ch'egli occupò di poi con la soddisfazione generale di tutto il
mondo. Abbiamo di lui le seguenti opere scritte in tedesco: _Elementi di
musica ad uso de' principianti_ 1744. _Instruzione su la Tonometria_,
1752. _Manuduzione alla Tonometria, come si può coll'ajuto del calcolo
logaritmico secondo le progressioni geometriche computar presto e
facilmente l'ondulazione della temperatura musicale, a seconda
dell'avvertimento del 1752_. E finalmente _Il Monocordo nuovamente
trovato e ordinato_, Copenhague e Lipsia 1767, 48 pag. in 8º con figure.
Il monocordo ha la particolarità, che non cambia mai di tuono,
qualunque sia la temperatura dell'aria. Egli possedeva nel 1756, un
cembalo a cui aveva data la stessa proprietà; invenzione che Mr. Triklir
sembra d'avere condotta, dopo quell'anno, al più alto grado di
perfezione. (_V. Beytr. Marpurg, t. II._) Vi sono anche di Berlin
_Sonate per il cembalo_, Ausburgo 1751. Egli morì verso l'anno 1775.
BERNABEI (Ercole), allievo e successore di Benevoli nel posto di maestro
di cappella della chiesa di san Pietro in Roma, e maestro dell'ab.
Stefani, dee annoverarsi fra' grandi armonisti nell'antico stile
ecclesiastico, che hanno fiorito nel secolo 17º. Questo compositore fu
chiamato alla corte di Baviera nel 1650 e vi passò il resto dei suoi
giorni. _Gius. Antonio Bernabei_ di lui figlio, gli succedette come
maestro di cappella dell'Elettore di Baviera. A far l'elogio di questo
gran compositore, basta il dire che Hasse lo stimava molto. Egli viveva
ancora nel 1732, e secondo Burney, prolungò la sua esistenza sino
all'età di 89 anni. Si è pubblicata a Vienna nel 1710, una raccolta
delle sue messe, ed un'altra a Ausburgo, sotto il titolo: _Orpheus
ecclesiasticus_.
BERNACCHI (Antonio) caposcuola nell'arte del canto, nato in Bologna
verso il 1700, si rese assai celebre, singolarmente per gli allievi che
egli ha formati. La natura non avendogli data una voce eccellente, cercò
di riparar questo difetto per via dell'arte, e frequentò a tal effetto
la scuola del gran Pistocchi che di recente stabilita aveva in sua
patria. Pistocchi il sottomise a' più difficili esercizj, e ingiunsegli
che non dovesse mostrarsi nè in chiesa, nè in teatro se non quando egli
il giudicherebbe a proposito. Bernacchi si tenne adunque celato secondo
l'ordine del suo maestro: finchè questi gli disse che poteva farsi
sentir pubblicamente. Egli si distinse ben tosto nella sua patria, fino
a meritare il titolo di _re dei cantanti_. Ciò avvenne circa al 1721.
Poco tempo di poi entrò al servigio dell'Elettor di Baviera, e quindi
dell'imperadore a Vienna. Hendel il condusse con più altri italiani a
Londra nel 1730. La brama di assomigliarsi al suo maestro, con
istabilire una nuova scuola, lo indusse circa il 1736, a far ritorno
alla patria, per eseguir questo disegno. A lui deve l'arte i Raffi, gli
Amadori, i Guarducci e tant'altri. _Martinelli_ però, nel suo dizionario
di aneddoti, dice di lui che avesse sacrificato nel suo canto
l'espressione de' sentimenti al piacere di far brillare il suo valore
nell'esecuzione dei passaggi i più difficili. Il conte _Algarotti_, nel
suo Saggio, par che confermi tal giudizio con dire, esser egli stato
l'autore degli abusi che s'introdussero allora nell'arte del cantare.
_Rousseau_, nel suo Dizion., si avanza fino ad affermare che Pistocchi
avendolo sentito cantare, gridò: _Ah! malavventurato ch'io sono! io ti
ho insegnato a cantare, e tu vuoi suonare!_ ma _Arteaga_ dice che a
torto vien egli chiamato il _Marini della moderna licenza_, e che il suo
raro merito il fece anzi comparire il più rinomato cantor del suo tempo
(t. 11, p. 41). A lui si attribuisce generalmente la nuova maniera di
articolare i passaggi per via del petto. (_V. Mancini e Laborde._)
BERNARDI (Stefano) fioriva verso il 1634. Fu nominato maestro di
cappella della cattedrale di Verona nel 1623. Egli è autore di un'opera
didattica, a cui diè per titolo: _Porta musicale_, Verona 1615, in 4º, e
ristampata in Ven. 1639. Questo trattato elementare ha il doppio merito
della chiarezza e della precisione.
BERNARDI VALERNES (Eduardo-Gius.) nato a Bonnieu, presso Apt nel 1763,
membro di più società scientifiche e musicali. Ebbe egli ottimi maestri
di musica per il violino e la composizione nel tempo de' suoi studj.
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