Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 04

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fatto divenir la Musica una scienza degna di occupare i filosofi, ec.”
Ma chi non sa che sommi uomini prima di Rameau fatto avean della Musica
una scienza che meritevole la resero dell'attenzion de' filosofi? Tali
furono e Galileo, e Doni, e Cavalieri, e Gassendi, e Mersenne, e
Cartesio, e Wallis e cento altri. _Risum teneatis amici?_ Dopo così
smodati elogj profusi al suo caro Rameau, pretende sin anco inbeccarci
il di lui sistema del basso fondamentale e de' rivolti, come esatto e
facile e nuovo e 'l migliore che sia possibile. Quel ch'è peggio, si è
che al dir di Boileau,
_Un sot trouve toujours un plus sot qui l'admire._
[22] Ben vero è però, che sebbene il Rousseau lodi alle volte ed esponga
nel suo Dizionario il sistema di Rameau, perchè più generalmente
conosciuto e in gran voga allora presso la sua nazione, a pro della
quale destinava egli principalmente il suo libro, tuttavia così si
protesta in sul principio: _Quoique ce systême imparfait et défectueux à
tant d'égards, ne soit point, selon moi, celui de la Nature et de la
verité_ (Préf. p. VIII).
[23] A chi ha cognizione dell'economia, del commercio dell'anima e del
corpo, e singolarmente delle sensazioni che si sveglian in noi per via
di tremori, facile in vero è l'immaginare la forza e gli effetti fisici
della Musica. Imperciocchè l'armonia stessa non è che tremor
potentissimo pria nel corpo sonoro, e quindi nell'aria eccitato, e
comunicato finalmente ai nervi dell'udito. Laonde a questa forza è
dovuta la sensazion potentissima che si sveglia nell'anima, siccome il
mostran le anime ancor irragionevoli delle bestie, or ammansate, or
dalla musica ridotte a maggior furore, ma molto più quelle ragionevoli
degli uomini, giacchè di questi leggiamo e li vediamo ancor noi alle
volte tratti fuor di se non potere agire che a seconda degli affetti
dalla Musica inspirati.
[24] Questa idea, dice il _Dr. Lichtenthal_, non fu onorata sinora
secondo la sua eccellenza, e raramente ha potuto gloriarsi di alcuni
paragrafi presso gli autori. Egli cercando di spargere più di lume su
questo punto diè al pubblico nel 1806, primieramente in lingua tedesca e
quindi da lui stesso nell'italiana tradotto il suo _Trattato
dell'influenza della Musica sul corpo umano, e del suo uso in certe
malattie_, Milano 1811, in 8vo. Anche il _Dr. Mojon_ italiano,
professore di medicina in Genova, celebre per più dotte opere in questa
facoltà date alla luce, pubblicò quivi una _Memoria sull'utilità della
Musica sì nello stato di sanità, che in quello di malattia_, tradotta
poi nel francese dal Dr. Muggetti, e impressa in Parigi nel 1803, in
8vo.
[25] Anche i Cinesi vantano qualche Scrittore della loro musica. Nel
_Giornale Straniero_ dell'ab. _Arnaud_ nel mese di Luglio 1761 si trova
l'estratto di una produzione ms. di un libro intorno all'_Antica Musica
Cinese_ composta da _Ly-Koang-Ty_ dottore e membro del primo tribunale
di lettere di quell'impero. Su la musica de' Cinesi possono anche
consultarsi le _Memorie del P. Amiot_, e l'articolo ben lungo di M.
_Ginguené_ nella nuova Enciclopedia, _Musique des Chinois_.
[26] Veggansi più luoghi della divina Scrittura, come nel Genesi,
nell'Esodo, nei libri de' Re, e de' Paralipomeni, ed il cap. 44,
dell'Ecclesiastico.
[27] Intorno all'origine della musica presso i Greci, puossi leggere con
profitto la Storia che con fior di erudizione e di senno ne tesse il
dotto ab. _Requeno_. Egli ne fa derivar loro la cognizione dagli Egizj,
ed a questi dai figli di Noemo, che appreso l'avevano dai discendenti
de' primi inventori del suono e del canto Jubal ed Enoch. _Saggi ec.
Tom. 1, cap. 2, e. 4._
[28] Leggasi l'esposizione di questo strano sistema nell'opera classica
dell'_Eximeno_, e la dotta confutazione insieme ch'egli ne ha fatta nel
cap. 1, del primo libro. “I moderni letterati credono, che Pitagora
perfezionasse l'arte armonica, e che la cavasse dall'antica rozzezza; ma
basta vedere il piano dell'arte musica anteriore a Pitagora, e l'altro
da lui introdotto nella Grecia, per capire quanto danno arrecassero i
Pitagorici all'armonia.” _Requeno Saggi t. 1, part. 2, cap. 1._
[29] Ecco le sue parole: “Ci starebbe molto a cuore che per rischiarare,
per quanto sia possibile, questo punto importante della Storia delle
Scienze, qualche uomo di lettere, versato del pari nella lingua greca e
nella musica, si accingesse a riunire e discutere in una stessa opera le
opinioni più verisimili stabilite o proposte dai dotti sopra un
argomento sì curioso e difficile. Questa Storia ragionata dell'antica
Musica è un'opera che manca alla nostra letteratura.” _Disc. prélim. aux
Elém. de Mus._
[30] _Brown, dissert. sull'origine, unione ec. della poesia e della
musica, Londra 1763._
[31] Nell'Enciclopedia Metodica all'articolo _Arabes_ si dà un Saggio
della musica specolativa e pratica di questa nazione.
[32] _C'est aux Italiens que l'Europe doit la renaissance de la musique
comme de tous les arts._ Mr. Suard, au mot _Académie_ dans l'Encyclop.
method.
[33] Sotto il glorioso governo e la protezione de' generosi nostri
Sovrani Carlo e Ferdinando, esistevano in florido stato questi
Conservatorj di Napoli. La provida cura e 'l zelo per gli avanzamenti di
questa bell'arte mossero l'attuale nostro Monarca a formar sin anche per
quello detto _della Pietà_ nel 1792; una copiosa Biblioteca di libri
teorici, non che di carte d'ogni genere di Musica antica e moderna, di
cui ne affidò l'impegno al celebre letterato D. Saverio Mattei. Ma, da
che questa città cadde sotto la dominazione francese, si sa che i tre
Conservatorj furon ridotti a un solo, la di cui organizazzione, per
confession medesima di M. Choron, non ha riuniti i suffragj di tutti.
[34] Una pia fondazione di un _Conservatorio_ vi ha anche in Palermo sin
dal 1618, detto de' _figliuoli dispersi_, ai quali facevansi solo da
prima apprendere le arti meccaniche. Pensò quindi saggiamente il Governo
nel 1747 di aggiungervi la musica ed altri studj per migliorarne
l'educazione. Prosperi ne furono i principj, e non pochi allievi ne
sortirono virtuosi per la composizione, per il canto e la parte
strumentale, che non solo si sparsero in tutto il regno, ma portatisi
alcuni di loro in Germania, in Francia, in Spagna, in Inghilterra ed
altrove, o vi si stabilirono con onore ed ottimo successo, o ritornarono
nella patria dopo di avervi riscossi e meritati degli applausi.
Moltissimi potrei annoverarne se non me l'impedisse la brevità d'una
nota. Coll'andar però del tempo, per le angustie del paese, più non
bastando le rendite a mantenere il necessario numero de' maestri, ed un
sufficiente numero di allievi per tutti i rami dell'Arte, questo
Conservatorio di Musica è venuto meno a segno che corresi rischio di non
esservi di quà a pochi anni più musica in Sicilia. L'anno scorso
volendovi provvedere il Governo, diè a me e al Sig. Guerra l'ordine di
formare un _Piano di Scuola di Musica_ per una nuova organizazzione del
Conservatorio: si ebbe la bontà di approvarlo; ma altre più interessanti
cure gli sono state sinora d'ostacolo, perchè non si sia potuto mettere
in esecuzione.
Il _Conservatorio_ di Milano è d'una data assai recente: egli non fu
stabilito che nel 1808, il cel. maestro _Bonifacio Asioli_ ne ebbe
allora la direzione. Egli è formato di 14 professori e di 60 allievi
tanto pensionarj che esteri, e ha dati già de' soddisfacenti risultati.
Di ciò ne sia un picciol saggio, che dopo men di quattro anni della sua
istituzione si fu in istato di farvi eseguire con esattezza la cel.
musica della _Creazione_ e delle _quattro stagioni_ di Haydn da' suoi
allievi, come glie ne rende pubblica testimonianza il Sig. _Carpani_
nelle sue _Haydine_, Lett. 11, nella nota p. 186.
[35] _La scuola italiana,_ dice quest'ultimo, _è la migliore che esiste,
tanto per la composizione che per il canto; la melodia degli Italiani è
semplice e bella... Con qual piacere io mi trovai in un colpo nelle
praterie smaltate di fiori, dove si sarebbe detto che un Genio benefico
mi avesse trasportato dalla terra ai cieli! Ma quale fu la mia sorpresa
allorchè intesi per la prima volta i canti italiani... questa fu la
prima lezione di musica che io ricevetti in un paese ove io correva per
instruirmene. Le contrade settentrionali di Europa non han mai prodotto
Artisti segnalati, che non abbiano fatto un soggiorno più o meno lungo
nell'Italia. Sembra al certo, che questo sia un tributo da pagarsi a
quel clima privilegiato, che in ricompensa ne assicura la loro
riputazione._ _Gretry_, Essai de Musique, p. 131 seg. edit. de Paris.
[36] Non solo gli Imperatori ma la più parte eziandio de' Principi della
Germania sono stati in ogni tempo i più zelanti e più generosi Mecenati
di un'Arte che essi medesimi per lo più non isdegnavano di coltivare.
L'elettor Palatino, la di lui sorella l'elettrice di Sassonia, a cui si
fè gloria di dedicar l'Opera sua l'Eximeno, il duca di Wittenberga,
senza escluderne il gran Federico re di Prussia sono stati compositori
di musica. Si sa che quest'ultimo, il quale regolava da se stesso tutti
gli affari di un gran regno, trovava il tempo di sonar di flauto ciascun
giorno, per levarsi di noja, con Quantz suo maestro, e che compose un
minuetto nella sua tenda dopo aver perduta la battaglia di Collin.
[37] Il dotto ab. Lami, che per più anni in un foglio periodico di
Firenze proccurò di spargere de' lumi e del buon gusto nell'Italia,
mostrava un dì a un forestiero le curiosità di quel paese. Nel vedere il
palazzo Pitti, _ecco_, disse il forestiero, _la culla delle arti_; _ed
eccone la sepoltura_, gli rispose Lami, nel mostrargli la casa de'
Gesuiti che era dirimpetto a quel palazzo.
[38] In Berlino vi ha uno stabilimento per mantener 24 figliuoli, che
sono instruiti nella musica, vestiti in uniforme, e vanno così a cantar
per le strade.
[39] _Les françois sont celui des peuples qui paroissent avoir l'oreille
la moins musicale_ (M. Suard).
[40] Questo è il titolo dell'opera: _Dictionnaire Historique des
Musiciens Artistes & Amateurs, morts ou vivans, qui se sont illustrés en
une partie quelconque de la Musique et des Arts qui y sont relatifs,
tels que Compositeurs, Ecrivains didactiques, Théoriciens, Poëtes,
Auteurs lyriques, Chanteurs, Instrumentistes, Luthiers, Facteurs,
Graveurs, Imprimeurs de musique, etc._ Par Al. Choron et F. Fayolle,
tom. 2, in 8vo a Paris 1810, e 1711.
[41] _La santé de M. Choron ayant éprouvé un dérangement assez long et
assez violent, M. Fayolle resta seul chargé du travail, et le fit
presqu'en entier; en sorte que, si l'on excepte l'introduction et un
très-petit nombre d'articles, cet ouvrage est devenu le sien._
Avant-Propos p. 1.


A

AARONE (Pietro) nacque in Firenze verso la fine del quindicesimo secolo,
e fu religioso dell'ordine dei Portacroce di Firenze, e canonico di
Rimini. Si applicò alla teoria musicale, e scrisse più opere in
italiano, e latino, che fanno conoscere con molta esattezza lo stato di
questa teoria all'epoca in cui vennero pubblicate: fra queste sono da
rimarcarsi, I. quella che ha per titolo: _De institutione harmonica,
libri tres_, Bonon. 1516, in 4º. II. _Il Toscanello della musica_, lib.
tre, Vinegia 1525, 1529, 1539, in fol. In quest'opera si osserva
un'idea, quale è anche reperibile in alcune delle opere de' suoi
predecessori scrittori in musica, e che ha rapporto allo stato
dell'autore, ed al cattivo gusto del suo secolo; essa consiste in
presentare i principj della musica su delle tavole simili a quelle della
legge, referendo tutte le regole musicali a' dieci precetti principali
in onore dei 10 comandamenti di Dio, ed a sei altri precetti secondarj,
che richiamano col loro numero l'idea de' 6 comandamenti della Chiesa.
III. _Trattato della natura, e cognizione di tutti gli tuoni di canto
fermo e figurato_, Vinegia 1525, in fol. IV. _Lucidario di musica di
alcune opinioni antiche e moderne_, Vin. 1545, in 4º. Quest'opera è
dotta, avvengachè vi siano de' sbaglj. _V. Compendiolo di molti dubbj, o
sentenze intorno al canto, Milano 1547, in 4º._ Egli scrisse eziandio
altre opere contro Franchino Gaffurio assai curiose per lo stato
dell'arte in Italia al sedicesimo secolo, i titoli e le date delle quali
trovansi nelle biblioteche di Haym e di Fontanini.

ABDULCADIR, figliuolo di Gaibus di Magara. Vi ha di costui un
manoscritto in lingua persiana con questo titolo: _Præcepta
compositionis musicæ et metri, cum fig. eo spectantibus._ _V. il
catalogo di Leyde n. 1061._
ABEL (Carlo Federico) figlio di un cel. sonatore di violoncello e minor
fratello di Leopoldo Augusto. Abel maestro de' concerti del duca di
Schwerin, nacque a Cœthen verso il 1724. Egli fu direttore della
cappella della regina d'Inghilterra, coll'annuo stipendio di mille
scudi; ed in questa qualità dirigeva al piano-forte i concerti che
facevansi in corte. Era stato da prima membro della cappella reale di
Dresda: una contesa insorta tra lui e Hasse, primo maestro di cappella
di quella corte, fu motivo di fargliela lasciare nel 1760, e si rese a
Londra, ove dimorò senza interruzione sino al 1783. La brama di riveder
suo fratello e la patria il fè ritornare a quest'epoca in Germania. Nel
corso di tal viaggio fu, che malgrado l'età sua avanzata, diede egli in
Berlino e a Ludwigslust le più luminose prove de' suoi talenti. Una
forte espressione, una maniera di sonare chiara dolce ed armoniosa, gli
trassero l'ammirazion generale. Il re Federico Guglielmo, principe reale
allora, dinanzi al quale fecesi sentire, gli diè in regalo una
tabacchiera assai ricca e duecento pezzi d'oro. Di ritorno a Londra,
quivi morì il dì 22 di giugno dell'anno 1787 dopo un sonno di tre
giorni, senza che risentito avesse il menomo dolore. Le composizioni di
Abel si distinguono mercè una nitida cantilena, e un'armonia dolce,
avvengachè corretta e ben piena. Trovasi il catalogo di 27 opere ch'egli
ha pubblicate dal 1760, sino al 1784, sì a Londra, che a Berlino, a
Amsterdam e a Parigi, nel primo volume della Biblioteca del barone
d'Eschentruth, esse consistono in overture, quartetti e trio per violini
e flauto: vi si trovano ancora alcuni concerti in trio per il
forte-piano assai pregiati dagli intendenti.
ABICHT (Giov. Giorgio) teologo protestante, morto in Vittemberga li 5 di
giugno 1749, diè al pubblico molte importanti opere, nelle quali ha
proccurato di spiegare il canto e le note degl'Israeliti, per mezzo de'
loro accenti. Le sue opere sono: I. _Accentus Hebraici ex antiquissimo
usu lectorio vel musico explicati_, Lipsiæ 1715, in 8º. II. _Dissertat.
de Hebræorum accentuum genuino officio_, nella prefazione di Frankio
_diacrit. sacr._ 1710, in 4. III. _Vindiciæ usus accentuum musici et
oratorii, Joh. Frankio oppositæ_, 1713, in 4º. _Excerpta de lapsu
murorum hierichuntinorum per tubarum sonitum_. Quest'ultima opera si
trova presso _Ugolino Thes. ant. sacr._, tom. 52, p. 837.
ABOS, maestro nel Conservatorio della Pietà in Napoli verso il 1760,
compose più opere sì per teatro che per chiesa, che danno a conoscere il
suo talento.
ABUNARS-MUHAMMED, Arabo figliuolo di Farab, lasciò un trattato di Musica
teorica e pratica, vocale ed instrumentale. _V. il catal. di Leyde, n.
106._

ADAMO di Fulda monaco della Franconia, ridusse in compendio nel 1490, un
trattato di musica, che conservavasi manoscritto nella biblioteca di
Strasburgo. M. _Gerbert_ l'ha inserito nella sua collezione: _Scriptores
ecclesiastici potissimum de musicâ sacrâ_ 1784.
ADAM (Luigi), nato circa all'anno 1760 a Miettersholtz nel Basso-Reno,
prese alcuni mesi di lezione di piano-forte da un buon organista di
Strasburgo, per nome Hepp, morto verso il 1800: ma egli dee
principalmente la scienza e 'l talento, che lo han posto al primo rango
tra' virtuosi e professori del suo istromento, allo studio che da se
solo ha fatto, degli scritti di Emm. Bach, delle opere di Hendel, di
Scarlatti, di Bach, di Schobert, e de' più recenti Mozart e Clementi:
egli non dee ancora che a se stesso la scienza della composizione,
appresa avendola negli scritti di Mattheson, di Fux, di Marpurg, e
d'altri didattici tedeschi. All'età di 17 anni giunto a Parigi, per
professarvi la musica vi si diè a conoscere da principio per due grandi
sinfonie per arpa, e piano-forte con violini eseguite al concerto
spirituale, che furon le prime che sentite si fossero in quel genere.
Diessi quindi all'istruzione de' giovani e alla composizione. Nel 1797
fu nominato professore nel Conservatorio, ove egli ha formati degli
illustri allievi, tra' quali i più rinomati sono Kalkbrenner, Chaulieu,
Merland, Arrigo le Moine, e le damigelle Benk, Gasse, e d'Alen, che
hanno successivamente riportati i premj di primo rango del
Conservatorio. Le opere di Mr. Adam sono: un _Metodo per ben usare delle
dita sul piano-forte_; un _Metodo per ben suonare quest'istromento_
adottato dal conservatorio, ed in tutte le scuole di musica della
Francia; undici opere di sonate per forte-piano, e più sonate a parte;
più variazioni di alcune arie, in particolare quella del re Dagoberto;
dei quartetti di Haydn e di Pleyel, disposti per il piano; una raccolta
di romanzi; l'intera collezione delle delizie di Euterpe; ed il
_Giornale di canzonette italiane delle damigelle Erard_.
ADAM (D. Vincenzo) musico in Madrid, ove pubblicò nel 1786: _Documentos
para instruction de Musicos y afficionados_, cioè _Ammaestramenti per i
musici e i Dilettanti_, in fol. I primi quattro fogli sono in istampa
per il testo, e diciannove di rami per le note: egli dà delle regole per
comporre. _V. Litteratur Zeitung del 1788, n. 283._
ADAMI (Ernesto-Daniele) maestro e quindi pastore a Pommeswitz nell'alta
Silesia, nato a Idung nella Gran-Polonia, il 19 novembre 1716; fu da
prima correttore di musica a Landshut e nel 1750 pubblicò a Liegniz
un'opera col titolo di _Riflessioni sul triplice eco esistente
all'ingresso del bosco di Aderbach nel regno di Boemia_, in lingua
tedesca un vol. in 4º. Abbiamo ancora di lui _Dissertazioni su le
sublimi bellezze del canto nei cantici della liturgia_, Lipsia 1755, in
8º, presentate da lui alla Società di Musica di Mizler, allorchè vi fu
ricevuto.
ADDISON (Giuseppe) nato nel 1671 a Litchfield, morto in Londra nel 1719,
dopo essersi dimesso della carica di secretario di stato da lui
esercitata per più anni, è l'autore della prima opera in musica inglese
propriamente detta. Questa fu la _Rosemonda_ posta in note da _Clayton_
sul gusto italiano nel 1701, la cui musica fu male accolta, piacendo più
allora la francese a quella nazione. Nel 1730, il dottor _Arne_ fecene
una nuova, ed ebbe gran successo. Addison, nello _Spettatore inglese_,
parla alle volte dello stato, in cui trovavasi allora la musica in
Inghilterra; ma quel ch'egli dice intorno a questa materia dà a divedere
abbastanza che ne era affatto digiuno.
ADELPOLD, dotto uomo della Frieslanda, morto il primo di dicembre del
1027. Tra le altre sue opere havvi un manoscritto _de musica_, inserita
nella collezione del principe-abbate _Gerbert_.
ADLUNG (Giacomo), dell'accademia delle scienze di Erfurt, professore del
ginnasio ed organista nella chiesa luterana, nato nel 1699 a
Bindersleben, dovette, secondo che egli stesso confessa, tutto quello
che divenne come artista, alle cure di _Cristiano Reichard_, organista
allora ad Erfurt, che, nel 1721, lo accolse in sua casa, mentre non era
ancora che studente. Nello studio dei libri, che gli accomodarono
Reichard, e Walther di Weimar, attinse egli i principj, che sviluppò
quindi nella sua opera _Musikalischen Gelartheit_, o _Scienza musicale_,
opera di prima importanza ad ogni organista, che esercitar non vuole
quest'arte da puro pratico. Egli morì a Erfurt li 5 gennajo 1792. Per
il corso di 34 anni formò 218 allievi per il cembalo, oltre a 234
ch'egli istruì nelle lingue, il che non gl'impedì di costruire un gran
numero di clavicembali. Abbiamo in oltre di lui: I. _Introduzione alla
scienza musicale_, con fig. in tedesco, Erfurt 1758, in 8º. La seconda
edizione di quest'opera comparve nel 1783, per le cure d'Hiller di
Lipsia, che ne aumentò il primo capitolo. II. _Istruzione su la
costruzione degli organi, ec. con alcune addizioni di J. F. Agricola_
compositore della corte, con fig. 1768, in 4º. III. _Musikalisches
Siebengestirn_, o le _Sette stelle musicali_, Berlino, 1768, in 4º.
Quest'opera contiene le risposte a sette domande sopra oggetti relativi
all'armonia, e con la precedente è stata pubblicata da Giov. Lor.
Albrecht maestro di musica a Mulhausen. Alcuni altri di lui manoscritti
sulla composizione, e sulle fughe si sono perduti per un incendio. La
sua vita scritta da lui medesimo si trova nella prefaz. della sua
_Musica mechanica organœdi_, ed è stata inserita nel secondo volume
delle _Lettere critiche_ p. 451.
ADOLFATI, allievo del cel. Galuppi, è noto per più opere. Nel 1750 egli
fece un saggio di misura a due tempi ineguali, l'uno composto di due
note, e l'altro di tre: questo pezzo di musica fece dell'effetto e fu
applaudito. Adolfati lo aveva imitato da Benedetto Marcello. Oggidì ad
un compositore che l'userebbe, non mancherebbero delle sassate.
ADRASTO, Peripatetico e cel. matematico, discepolo di Aristotile, fiorì
presso a quattro secoli innanzi l'era cristiana. Egli scrisse _tre libri
di Musica_, che spesso sono citati da Teone di Smirna e da Porfirio, il
quale ne' suoi comenti sugli _Armonici di Tolomeo_ cita un passaggio di
Adrasto, ove fa egli menzione di quel fenomeno, che percosso ed eccitato
il suono di un istromento lirico, per una certa simpatia, si eccita da
se il suono d'altro stromento posto in una data distanza, e viene così a
sentirsi una leggiera e grata mescolanza di suoni. Il manoscritto
dell'opera di Adrasto è rimasto sino a nostri dì sepolto: pretendevano
alcuni che si era smarrito: altri che trovavasi nella libreria del
Vaticano: ma nel 1788 in diversi pubblici fogli si annunziò, che
quest'opera, ben conservata, bene e distintamente scritta in bellissima
pergamena, adorna eziandio di ben disegnate figure geometriche, erasi
ritrovata tra i manoscritti della biblioteca del re di Sicilia (cavati
dall'Ercolano) e che Mr. Pasquale Paffy bibliotecario, giovane di somma
erudizione e di una prodigiosa attività, era stato incaricato di farne
la traduzione.

AGAZZARI (Agostino) dilettante di musica Sanese, pubblicò nel 1638 in
Siena, _la Musica ecclesiastica, dove si contiene la vera diffinizione
della musica come scienza, non più veduta, e sua nobiltà_, in 4º.
AGELAO di Tegea, riportò il primo premio che fu istituito nei giuochi
pitici per i suonatori di stromenti lirici, l'anno 559 innanzi G. C.
AGOSTINI (Paolo) di Vallerano, allievo di Giambernardino Nanini,
succedette al Soriano nel posto di maestro di cappella di S. Pietro in
Roma; lasciò delle belle composizioni a quattro, a sei e ad otto voci
per la chiesa. Egli viveva verso l'anno 1660, e morì in età avanzata.
S. AGOSTINO: questo ingegnoso dottore della Chiesa, che finì di vivere
l'anno 430, è autore di _sei libri di Musica_, nei quali non tratta che
del solo ritmo, e per incidenza del metro: tratta di esso però con tale
delicatezza e con tanta precisione, che è degno di essere non solo
paragonato in questa parte, ma anteposto eziandio ad Aristide
Quintiliano, a Bacchio ed a Marziano Cappella, là dove essi scrivono
sullo stesso argomento. Senza le idee, che Sant'Agostino ci dà
dell'antico ritmo, non possono a fondo comprendersi nè Bacchio, nè
Aristide. I cinque primi libri pajono scritti nel tempo, in cui egli
insegnava la rettorica in pubblico, ed in cui spiegava a' giovani gli
autori latini: il resto pare posteriormente dettato, ed all'età, in cui
d'altro egli non curavasi che di condurre le anime a Dio. I cinque primi
libri ci manifestano, che all'età sua i Musici pratici non solo non
curavansi del ritmo, ma che ne meno intendevano la quantità sillabica
de' versi latini, su cui notavano il tempo: L'interlocutore del dialogo
è uno che intende il canto, ma che non sa il valore delle sillabe lunghe
o brevi: onde si scorge che la Musica era allora in tale stato, quale è
al presente; cioè che poteva allora, come adesso da un musico, mettersi
in nota egualmente la prosa che il verso, e fare sillabe lunghe
lunghissime, e brevi brevissime, come dice Mario Vittorino (_de re
metrica_), che alcuni all'età sua facevano nel canto. Il santo dottore
aveva cominciato a scrivere questi libri in Milano l'anno 389:
nell'ultimo di essi egli mostra che la Musica dee innalzare il cuore e
lo spirito ad un'armonia tutta celeste e divina. Parmi di non dover qui
omettere una piccola erudizione, che non s'incontra in veruno degli
Scrittori di musica, per quanti ne abbia io scorsi. S. Agostino in due
luoghi della sua esposizione dei Salmi fa menzione dell'organo a vento
come già in uso a' suoi tempi presso i Greci ed i Latini. “La parola
organo, egli dice (_Enarr. in Psalm. 150 n. 7, et in Ps. 56, n. 16._) è
greca, ed è il nome generico di tutti gli stromenti della musica; ma
dicesi propriamente organo quell'istrumento grande, il quale suona
mediante il fiato dato da' mantici. I Greci a dinotar questo hanno un
nome particolare: ma i Latini secondo l'uso comune, il chiamano Organo.”
AGRICOLA (Martino) cantante di Magdeburgo, nel 1528 pubblicò un'opera
intitolata: _Musica instrumentalis_ in versi tedeschi. Nel 1539 diè in
luce la sua _figural-musik_, e degli _elementi_ di musica in latino:
egli finì di vivere li 10 Giugno 1556, e cinque anni dopo Giorgio Rhaw
di Vittemberga editore delle precedenti opere, stampò un'altra opera
postuma di lui col titolo di _Martini Agricolæ: Duo libri musices_,
Wittemb. 1561, (W).
AGRICOLA (Giov. Feder.) compositore della corte di Prussia in Berlino,
nacque a Dobitschen nel 1718; studiò il dritto nell'università di
Lipsia, e quivi nel medesimo tempo sotto Giov. Sebast. Bach fece i suoi
primi studj in musica. Nel 1741 venne a Berlino, dove ben presto fu
riconosciuto come il primo organista del suo tempo; ivi proseguì i suoi
studj di composizione sotto la guida del cel. Quanz. Dopo la morte di
Graun ottenne la direzione della cappella reale nel 1759, otto anni
avanti aveva egli sposato la celebre cantante Molteni, e morì quindi
d'idropisia li 21 novembre del 1774. Le di costui opere consistono in
scritti didattici, ed in composizioni musicali. Fra' primi distinguonsi,
I. Due lettere, ch'egli fece inserire sotto nome di _Olibrio_, nel
_musico critico delle sponde della Sprèe_. II. _Elementi dell'arte del
canto_, traduzione dell'originale italiano di Tosi, in tedesco, Berlino
1757, in 4º. III. _Esame della quistione sulla preferenza dell'armonia
sulla melodia_, in tedesco (_V. il magazino di Cramer_). Molte
dissertazioni, che si trovano nelle Lettere critiche, e nella Biblioteca
generale. Le sue composizioni sì per la chiesa, che per il teatro sono
assai pregevoli. La di lui vita si trova nelle _Memorie per servire ai
progressi della Musica_ di Marpurg. _Benedetta-Emilia Molteni_ sua
moglie, cantante nel gran teatro reale di Berlino, dove era venuta
l'anno 1724, si era formata nell'arte del canto sotto Porpora, Hasse e
Salimbeni. Nel suo cinquantesimo anno ella cantava ancora, d'una
sorprendente maniera dell'arie di valore, in italiano e in tedesco. Il
dott. Burney dice che aveva una tale estensione di voce, che andava dal
_la_ acuto sino al _re_ grave, il che forma due ottave e mezza.
AGRIPPA (Arrigo-Cornelio) celebre in Germania ed in tutta l'Europa per
la sua vasta erudizione, nato a Colonia nel 1486, e morto a Grenoble nel
1535, nell'indigenza dopo aver figurato tanto non che in Germania, ma
anche in Francia, in Italia e altrove. Nella sua opera _De occultâ
philosophiâ_ egli parla nel capitolo 14 del primo libro: _De musices vi
et efficacia in hominum affectibus, quâ concitandis, quâ sedandis_; egli
tratta egualmente della musica nel decimo settimo capitolo di un'altra
opera: _De incertitudine scientiarum_. _V. Walther._

AHLE (Giov. Rodolfo) borgomastro di Mulhausen, diè a Erfurt nel 1648, un
metodo per il canto, sotto il titolo di _Compendium pro tenellis_, etc.
con note storiche e critiche molto pregiate. Quest'opera ebbe una
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