Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 06

Total number of words is 4399
Total number of unique words is 1768
33.8 of words are in the 2000 most common words
49.7 of words are in the 5000 most common words
56.7 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
permettesse di fare prendere una copia del cel. _Miserere_ di Allegri,
per uso dell'imperiale cappella a Vienna, il che gli fu concesso. Il
maestro della cappella pontificia fu dunque incaricato di far questa
copia, che fu mandata all'Imperadore, il quale aveva allora in suo
servigio alcuni de' più gran cantanti del secolo. Ma non ostante il
valor degli esecutori; cotesta composizione fu sì lontana dal
corrispondere nell'esecuzione all'espettativa dell'imperatore e della
sua corte, che si conchiuse che il maestro della cappella del papa per
guardare il _Miserere_ come un mistero, aveva eluso l'ordine, ed inviata
un'altra composizione. L'imperatore spedì un espresso in Roma per
lagnarsi del maestro di cappella, il che cagionò di poi la sua
disgrazia, e la sua licenza. Questo pover'uomo ottenne non per tanto per
mezzo d'uno dei cardinali, di difendere la sua causa, e spiegare a sua
Santità che la maniera di cantare nella sua cappella e di eseguire
questo _Miserere_ non poteva esprimersi con le note, nè impararsi o
trasmettersi altrimenti, che per l'esempio e che questa era la ragione
per cui cotale pezzo, sebbene fedelmente trascritto, aveva dovuto
mancare di effetto, allorchè eseguito si era in Vienna. L'imperatore
vedendo non esservi altro mezzo di soddisfare alle sue brame per
rapporto a quella composizione, pregò che gli s'inviassero alcuni dei
musici di Roma, per istruire quegli della sua cappella su la musica con
cui dovevano eseguire il _Miserere_ di Allegri, ed insegnar loro la
maniera così espressiva nella quale veniva cantato nella cappella
sistina in Roma, il che gli fu accordato. Ma prima che fossero costoro
arrivati, scoppiò la guerra co' Turchi, l'imperatore lasciò Vienna e 'l
_Miserere_ non è stato mai più forse altrove eseguito che nella cappella
del papa.” Si sa ancora che _Mozart_ avendolo sentito cantare due sole
volte, se lo impresse così ben nella mente, che presentonne una copia
perfettamente conforme al manoscritto originale.
ALSTED (Giov. Arrigo) professore di teologia a Veissemburgo nella
Transilvania ove morì nel 1638, egli pubblicò a Herborn la sua opera
intitolata: _Admiranda mathematica_, il di cui ottavo capitolo tratta
_della musica_. In un'altra sua opera _Elementale mathematicum_ stampata
a Francfort nel 1611 i suoi _elementi musicali_ occupano trenta fogli.
_V. Walt._

AMADORI (Giuseppe) uno dei fondatori della celebre scuola di musica in
Roma nel secolo 17º dove la particolar esecuzione della musica sacra
avea da lungo tempo introdotta la necessità degli studj e de' maestri.
Amadori e Fedi insieme, altro celebre musico di que' tempi, colla loro
industria, e co' loro talenti stabilirono allora una specie di
Accademia: eglino con esempio non troppo comune ai letterati, uniti in
fratellevole amicizia cogli altri valentuomini nell'arte del suono e
della composizione, comunicavansi a vicenda i loro sentimenti, e le
osservazioni loro esponevano al comune giudizio, onde poi copiosi lumi
ritraeva ciascheduno per correggere i proprj difetti, per migliorare il
piano d'educazion musicale, e per dilatare i confini dell'arte. Serve di
argomento a provar la diligenza di questi eccellenti maestri, il costume
che aveano, siccome riferisce il Bontempi (_Stor. della music._),
illustre allievo della scuola romana, di condurre a spasso i loro
discepoli fuori delle mura di Roma, colà dove si ritruova un sasso
famoso per l'eco, che ripete più volte le stesse parole. Ivi ad
imitazione di Demostene, di cui si dice, che andasse ogni giorno al lido
del mare, a fine di emendare la balbuzie della sua lingua col suono de'
ripercossi flutti, li esercitavano essi facendoli cantare dirimpetto al
sasso, il quale, replicando distintamente le modulazioni, li ammoniva
con evidenza de' loro difetti, e li disponeva a correggersi più
facilmente.
AMATO (Vincenzo) nato a Ciminna in Sicilia, li 6 gennaro 1629, maestro
di cappella della cattedrale di Palermo, pubblicò quivi nel 1656 de'
_Sacri concerti_ a due, tre, quattro, e cinque voci, con una messa a tre
e quattro voci, _opera prima_, e nel medesimo anno, _opera seconda_,
contenente messa, vespri e compieta a quattro e cinque voci. Egli pose
ancora in note sotto una specie di recitativo la passione di N. S.
secondo S. Matteo e S. Giovanni, che si canta tuttora nelle chiese di
Palermo: lo stile ne è semplice e assai divoto, allorchè non vi si
eseguisce altro che quello che vi ha notato l'autore. Pochi anni prima
della funesta rivoluzione della Francia mi ricorda di essermi stata
richiesta da Mayenne la musica di _Amato_ del vangelo della Passione
della Domenicha, dall'exgesuita l'ab. Zerilli palermitano quivi
stabilito, e che eseguita colla di lui direzione dai preti francesi
piacque in chiesa moltissimo, come egli stesso me ne diede avviso con
sue lettere. Amato morì in Palermo alli 29 di luglio del 1670.
AMATO (Andrea) da Cremona, il più famoso di tutti per la costruzione de'
violini e altri stromenti ad arco, fioriva sulla fine del secolo 16º.
Ebbe due figli Antonio, e Geronimo, che succedettero al suo stato, e
alla sua riputazione. Niccola Amato, figliuolo di Girolamo, quivi viveva
verso il 1682.
AMIOT (il padre) missionario francese a Peckino, ha tradotta l'opera di
Ly-Koang-ti, che i Cinesi riguardano come il migliore che abbia scritto
tra loro sulla musica. Egli mandò questa traduzione manoscritta, verso
il 1754, a Mr. de Bougainville secretario dell'Accademia delle
iscrizioni, il quale ne depositò l'originale nella reale biblioteca, ove
trovasi ancora tra' manoscritti. Amiot mandò egualmente a Parigi il suo
_Trattato sulla nuova musica dei Cinesi, e su i loro stromenti_. Laborde
ne ha tratto profitto pel primo tomo del _Saggio sulla musica antica e
moderna_. Nel _giornale straniero_ dell'ab. d'_Arnaud_ nel mese di
luglio 1761 si trova l'estratto della traduzione del p. Amiot dello
scrittore Cinese sull'antica musica di quella nazione, (_v. Signorelli
t. 1, p. 26_) e l'ab. _Roussier_ pubblicò nel 1780 l'opera intera
d'_Amiot_ sulla musica de' Cinesi, in 4º che forma il sesto volume della
_Collezione di Memorie_ intorno a questo popolo.
AMMERBACHER (Giov. Gaspare) cantante a Nordlingen, pubblicò nel 1717, a
Nuremberga un brieve metodo per apprendere il canto, sotto questo
titolo: _Kurze und gründliche anweisung zur vocal musick_, cioè _Brieve
e fondamentale istruzione della musica vocale_.
AMFIONE tebano, raddolcì mercè i suoni della sua lira i selvaggi costumi
de' primi abitatori della Grecia e li indusse a fabbricarsi delle città
(_Hor. art. poet. v. 393_). Egli è l'inventore della poesia
_citaristica_ e del modo _Lidio_. Se gli dee ancora l'uso di
accompagnarsi con la lira cantando. _V. Plutarco de musica._

ANACREONTE nacque in Teo sei secoli innanzi G. C.; egli possedeva l'arte
musica coll'estensione della poetica, essendo entrambe all'età sua unite
insieme. Venne in Atene invitato da Ipparco figliuolo di Pisistrato, che
con Ippia suo fratello governava saggiamente quella repubblica, ed amava
moltissimo le belle arti: egli fu ricevuto con la più lusinghiera
accoglienza, e ricolmo di onori (_Plato, in Ipparc._). Dopo la violenta
morte del suo protettore fu chiamato da Policrate tiranno di Samo, che
favoriva ugualmente le lettere; e mentre Pitagora incapace di sostenere
l'aspetto d'un barbaro despota fuggiva lungi dalla sua patria oppressa,
Anacreonte recava a Samo le grazie ed i piaceri. Egli ottenne facilmente
l'amicizia di Policrate, e lo celebrò sulla sua lira con lo stesso
entusiasmo, come se avesse cantato il più virtuoso fra i principi
(_Strabon. lib. 14_). Anacreonte fu uno de' poeti musici, che con le sue
lubriche canzoni contribuì più che altri alla rilasciatezza de' costumi
fra' Greci: si rese specialmente celebre per un nuovo ritmo che dal suo
nome fu detto _Anacreontico_, e per le canzoni use a cantarsi ne'
conviti, espresse da lui col linguaggio del sentimento e del piacere.
ANASSILA, tiranno di Messina, 476 anni innanzi G. C. zelante partigiano
di Pitagora, sostenne, che 24 suoni principali formavano la base della
musica; che da questi ventiquattro suoni derivava una quantità
innumerabile di altri suoni, per mezzo dei quali un musico oprar potea
dei prodigj. Il libro da lui scritto su la musica aveva per titolo: _In
lyrarum opificem_.
ANDRÉ (il p. Yves-Marie) gesuita, nato a Caen nel 1675, ha scritto _sul
bello musicale_ nel primo capitolo del suo libro: _Essai sur le beau_,
che è stato tanto in pregio presso gli autori dell'_Enciclopedia_.
ANDRÉ (Giovanni) compositore di musica, nato nel 1741 a Offenbach sul
Reno. Abbiamo di costui una ventina di opere, e le sue composizioni si
distinguono per una melodia facile, ed un tono originale e piccante di
molta espressione: tali sono _Laura Rosetti_, _Gli Alchimisti_,
_Elmira_, _il Barbiero di Bagdad_ ec. Egli aveva da se solo appresa
l'arte di comporre la musica, ed è l'inventore di un _Grapho-meccanico_.
Dalla sua stamperia di musica stabilita ad Offenbach, sono uscite molte
pregevoli composizioni. Essendosi dato ad una troppo assidua fatica, si
accelerò egli la morte avvenuta li 18 giugno del 1799 di sua età 58.
ANDREOZZI (Gaetano), maestro di cappella in Napoli, ove gode una
straordinaria riputazione: egli è parente e discepolo del gran Jommelli,
ha scritto per tutti quasi i teatri dell'Italia, e tra le sue opere
distinguonsi particolarmente: l'_Arbace_; l'_Olimpiade_; il _Catone_,
Fiorenza, 1787; _Agesilao_, Venezia 1788. Ha messo ancora in musica
l'oratorio _della Passione_. In Germania trovansi di lui sei duetti per
due soprani e 'l basso. Nel 1782, pubblicaronsi in Firenze sei quartetti
per violino da lui composti. Tutto il mondo conosce quella sua bell'aria
_No, quest'anima non speri_. Per il teatro di Palermo egli scrisse: la
_Vergine del sole_, che ebbe sommo incontro.
ANDRES (Ab. D. Giovanni) exgesuita spagnuolo, ma da più anni stabilito
in Italia: membro di più accademie d'oltremonti e d'Italia, e tuttora
vivente in Napoli a beneficio delle belle arti e delle scienze. La sua
Opera intitolata _Dell'origine, progressi e stato attuale d'ogni
letteratura_ in sette grossi volumi in 4º (Parma presso il Bodoni 1790)
gli ha meritamente acquistata la più gran celebrità per tutta l'Europa
dotta. Sembra quasi incredibile che un sol'uomo fosse capace di un sì
vasto disegno, per il quale egli è d'uopo che sia a giorno di tutte le
scienze: che abbia presenti tutti i secoli, tutte le nazioni e tutti i
grand'uomini, che le han coltivate: che sia fornito di tutti i lumi di
erudizione, di letteratura e di critica: che la sua memoria abbracci un
immenso numero di cognizioni, di notizie, d'infiniti autori e di libri.
Ecco presso a poco quel che si richiede, perchè si riesca in tale
impresa; ed ecco quel che felicemente e con raro esempio si è riunito
nella persona del dottissimo sig. ab. Andres. Con uno stile leggiero,
melodioso, sonoro, in una lingua, che avvengachè non sua, ha tutta la
purità e lindura, che si potrebbe esiggere da un italiano che l'ha bene
studiata, egli offre un quadro di tutte le scienze, e della universale
letteratura, degno di Michelangelo e di Raffaello. La sua opera è, a dir
vero, una compiuta enciclopedia: niuna cosa vi si trova ridondante od
inutile: egli non si aggrava sopra insipidi dettagli, non accumula delle
migliaja di citazioni, ma va direttamente al suo scopo; ed uomo d'uno
squisito gusto sparge di fiori il cammino, che ve lo conduce. Nel quarto
volume di quest'opera, che contiene la storia delle Matematiche, egli
tratta ancora lungamente nel Cap. VIII dell'_Acustica_, ossia la Teoria
fisico-matematica della Musica, che ne è una porzione. Rapporta in sul
principio il sentimento di Aristosseno fra gli antichi, e fra' moderni
dell'Eximeno e del d'Alembert, che escludono la Musica dalle scienze
esatte, e sembra ancora ch'egli stesso non vi contraddica sulla fine del
Capitolo, ma “il vedere, egli dice, fino da' tempi di Pitagora, fin dal
principio stesso della cultura delle matematiche riposta fra queste la
Musica, anche con preferenza all'ottica, e alla meccanica, e
costantemente poi conservata nell'_Enciclopedia_ de' Greci, e nel
_Quadrivio_ de' Latini, trattata in tutti i secoli ne' corsi di
matematica, e illustrata sino a' nostri di dall'Alembert medesimo,
dall'Eulero, e da' più rinomati matematici non ci permette, lasciando ad
altri l'esame della questione, d'abbracciare il sentimento di que'
filosofi, e d'escludere dalla storia delle matematiche quella
dell'Acustica, o della Musica.” E dopo di avere egli tessuta
eruditamente l'istoria de' più illustri matematici e filosofi
dell'antichità, e dei tempi più a noi vicini, che colle loro fatiche
hanno procurato d'illustrare questa facoltà, così poi egli termina. “La
musica è più da riguardarsi come arte dilettevole, che come scienza
matematica; l'acustica, che dee comprendere tutta la dottrina del suono,
si può ancora considerare come nascente, e appena toccata in pochi
punti; impieghino in essa i loro studj i geometri e i fisici, che con
isperienze e con calcoli scopriranno molte utili verità, che vi sono
ancora nascoste, e ci formeranno una vera scienza nell'Acustica, come
l'abbiamo nell'Ottica.”
ANDRIGHETTI (Antonio-Luigi) nel 1620, pubblicò in Padova un'opera in 4º
sotto questo titolo: _Ragguaglio di Parnasso della gara nata tra la
musica e poesia_.
ANDRONE o ANDRONIDE, nato a Catania nella Sicilia, suonatore di flauto.
Ateneo (_l. 14_) dice che egli inventò i movimenti del corpo, e la
cadenza per quegli che danzavano al suono degl'instromenti.
ANDROT (Alberto-Augusto) nacque in Parigi nel 1781. Egli fu ammesso nel
1796, nel Conservatorio di musica allo studio del solfeggio. Nel 1802
riportò il premio di composizione che dà il Conservatorio, e concorse
per il gran premio di composizione musicale proposto dalla classe delle
belle arti dell'Instituto, che gli fu conferito nella pubblica adunanza
delli 30 settembre 1803. Giunto in Roma sul principio dell'inverno,
diessi con ardenza, e forse troppo allo studio. Rapito dal suo zelo e
dalle sue disposizioni, Guglielmi maestro di cappella del Vaticano,
preselo in sommo affetto e 'l sovvenne co' suoi consigli. Androt compose
un pezzo di musica di chiesa, che venne eseguito nella settimana santa
del 1804, ed ebbe tal successo che il direttore del principale teatro di
Roma il sollecitò a scrivere una grand'opera per il prossimo autunno. Il
giovine compositore spirò mentre era per terminare questa musica, ai 19
agosto del 1804 pria di compire il suo ventesimo terzo anno. Pochi dì
innanzi la sua morte, egli aveva composto un _de profundis_, che fu
eseguito in suo onore nella cerimonia religiosa de' suoi funerali nel
mese di ottobre dello stesso anno, nella chiesa di _san Lorenzo in
Lucina_, in Roma.
ANFOSSI (Pasquale) nato verso il 1736, studiò da prima il violino in un
conservatorio di Napoli, e dopo avere esercitato quest'instromento per
più anni, diessi allo studio della composizione sotto i maestri Sacchini
e Piccini. Quest'ultimo gli si affezionò in maniera che nel 1771 lo
propose per compositore al teatro _delle Dame_ in Roma, e benchè la
prima Opera non gli fosse riuscita, lo propose ancora per l'anno
d'appresso, e malgrado il cattivo successo della seconda, un'altra
gliene fece scrivere nel seguente anno, e questa volta Anfossi fu
applaudito. _L'incognita perseguitata_, che fece rappresentare nel 1773,
fu approvata con entusiasmo; _la Finta Giardiniera_ nel 1774, ed il
_Geloso in cimento_ nel 1775 non ebbero minor successo; ma
l'_Olimpiade_, ch'egli diè nel 1776, cadde interamente, e i disgusti che
provò l'autore in quest'occasione, il decisero a lasciar Roma. Percorse
egli l'Italia, e verso il 1780 venne in Francia, col titolo di maestro
del conservatorio di Venezia, ove sin dal 1769, aveva egli fatto
rappresentare l'opera di _Cajo Mario_: quivi all'accademia reale fece
egli sentire l'_Incognita perseguitata_, ma questa musica graziosa e
delicata, applicata ad un poema freddo, ed eseguito secondo un sistema
che eragli straniero, non ebbe generalmente il successo che meritava.
Dalla Francia Anfossi passò in Londra, e nel 1783, egli era direttore
del teatro italiano in quella città. Nel 1787 tornò in Roma, ove diede
egli molte Opere, il di cui felice successo dimenticar gli fece le sue
antiche disgrazie, e gli acquistò un credito e una considerazione
straordinaria, che conservò sino alla fine de' suoi giorni, che egli
terminò nel 1795. Lo spagnuolo Yriarte nel suo eccellente poema _della
Musica_ lo annovera fra più rinomati compositori italiani. Carpani trova
somma analogia tra l'Anfossi e l'Albano, il cui pennello fresco e pieno
di grazia era più adatto ad idee brillanti che a soggetti fieri e
terribili, e perchè forse le Grazie e gli Amori sono stati l'ordinaria
occupazione di quel gran dipintore. Anfossi ritrovatore facile e
fecondo, e massimamente nel buffo, ottenne forse fra i compositori lo
stesso luogo che Goldoni fra i poeti comici (_Arteaga t. 3._). Egli
formò il suo stile sopra quello di Sacchini e di Piccini; ha gusto ed
espressione: la sua musica chiara e ben regolata ha brio ed effetto.
Molti de' suoi finali sono de' modelli in questo genere. Il suo Oratorio
_la Betulia liberata_ è stimato un capo d'opera. Anfossi ebbe un
fratello, che prometteva moltissimo in quest'arte, se la morte rapito
non lo avesse assai giovane. “Egli non poteva scrivere una nota, dice
Carpani (_Lettera 13._), se non in mezzo a' capponi arrostiti, a
salsicce fumanti, e presciutti e stuffati.”
ANGELI (Francesco M.) da Rivotorto Conventuale; e maestro di cappella
nel suo convento di Assisi, pubblicò nel 1791 _Sommario del
contrappunto_.
ANGLERIA (Camillo) di Cremona del terzo ordine di san Francesco diè alla
luce in Milano; _Regole del contrappunto_, 1622.
ANIMUCCIA (Giov.) fiorentino, maestro della cappella del papa,
predecessore del cel. Palestrina, e uno dei compagni di san Filippo
Neri, fu il primo compositore di oratorj istituiti da quel santo in Roma
per dirigere verso la pietà e la religione la passione dei romani per
gli spettacoli. Animuccia morì tra le braccia di san Filippo nel 1571.
Compose egli un gran numero di madrigali e di mottetti. Il padre Martini
rapporta molti pezzi di sua composizione nel suo _Saggio di
Contrappunto_ e Mr. Choron ne' suoi _Principj di Composizione delle
Scuole d'Italia_.
ANNA-AMALIA, Principessa di Prussia, sorella del Gran Federico, nata li
9 novembre 1723; abbadessa di Guedlinburgo dopo il 1744. Allieva di
Kirnberger, direttore della musica, divenne molto abile nel comporre.
Ella scrisse su la cantata di Ramier, _la morte di Gesù Cristo_, una
musica che contese il premio al famoso compositore Graun. Kirnberger
nella sua opera, _Kunst des reinen salzes_, ossia, _l'Arte della pura
composizione_, ne ha conservato un Coro d'uno stile maschio e nerboruto,
che dà a divedere quanto ella era abile nell'usare di tutta l'arte del
contrappunto doppio, della fuga, e degli altri mezzi della scienza
musicale. Un trio per violino nella stessa opera mostra il suo talento
nella composizione instromentale. A queste cognizioni essa univa,
particolarmente nella sua giovinezza, un valore straordinario nel
clavicembalo; morì in Berlino li 30 di marzo del 1787. Il suo gabinetto
di musica, adorno dei ritratti di Carlo Emman. Bach e di Kirnberger,
dipinti da Lisiewsky, conteneva una collezione di musica la più preziosa
e più rara, sì impressa che manoscritta. Tutti questi pezzi erano
superbamente legati e conservati in grandi armarj chiusi da cristalli.
Alla sua morte, legò ella questa ricca collezione, che valutavasi per la
somma di quaranta mila scudi, al ginnasio di Joachimsthal in Berlino,
senza escluderne i due ritratti.
ANTEGNATI (Carlo) organista del duomo di Brescia, diè alla luce un'opera
intitolata l'_Arte organica_, Brescia 1608, nella quale dà egli una
regola dell'accordar gli organi, che serve eziandio per i clavicembali,
gli arpicordi, i monocordi e simili di tastatura. Quest'opera è citata
con lode da Mr. Forkel e dal P. Martini.
ANTONIO, musico di Mazara in Sicilia. Si cita di lui un'opera, che ha
per titolo: _Cithara septem chordarum_. Quest'autore lasciò la sua
patria per andare a menar vita cristianamente in Gerusalemme. (_V. ab.
Pyrrh. not. eccl. e Mongit. Bibl. Sic. t. 11._)
ANTONIOTTI (Giorgio), pubblicò in Londra verso il 1760, un trattato
teorico e pratico dell'armonia, col titolo di _Arte armonica_. È stato
tradotto in inglese in 2 vol. in fol. (_V. Observat. de Serre, p. 5_).
ANTONJ (Giov. Efraimo) professore e cantante a Brema, nato a Dessau,
pubblicò quivi nel 1542, un trattato, sotto il titolo: _Principia
musices_, in 8º.

APRILE (Giuseppe) cantante rinomato di soprano, nato verso 1746, fece
gran lustro dal 1763 in qualità di prim'uomo su i migliori teatri
d'Italia e di Germania, come in que' di Stuttgart, di Milano, di
Firenze, di Palermo, ove venne per due volte in varj anni, e finalmente
di Napoli, ove si stabilì poi per sempre. Il dottor Burney, che il vide
l'anno 1770, in quest'ultima città, dice che egli aveva la voce debole
ed ineguale, ma che la sua intonazione era ferma e 'l suo trillo
eccellente. Giovane egli era ben fatto, ma col tarlo del vajuolo su la
faccia, e nell'età più avanzata divenne un pò storto: aveva molto gusto
ed espressione. Aprile era ancora buon compositore, e buon maestro di
canto: si ha di lui una _Messa_ solenne, ed un _Pangelingua_ a quattro
voci con tutta l'orchestra, oltre a più duetti per camera, che il
dimostrano valentuomo nella composizione. Egli è stato uno de' maestri
di Cimarosa, e morì verso il 1804.
APULEJO (Lucio) di Madaura nell'Africa fioriva ai tempi di Antonino Pio,
e di M. Aurelio Imperatori verso la metà del secondo secolo dell'era
cristiana (_Bruker. Hist. Crit. Philos. tom. 2._) Egli aveva fatti i
suoi studj in Cartagine, e in Roma: passato quindi nella Grecia, dice
egli stesso, (_Florid. cap. 20._) di essersi applicato allo studio della
Musica in Atene. Platonico alla maniera del suo secolo scrisse più
opere, tra le quali un _Trattato sulla Musica_, tolto ora a noi
dall'ingiuria dei tempi.

AQUINO, domenicano della Svevia, scrisse circa al 1549 un trattato: _De
numerorum et sonorum proportionibus_, secondo la dottrina di Boezio. Non
sappiamo se siasi ancora stampato. (_V. Gesner Bibl. univ._)

ARAJA (Francesco), maestro dell'imperial cappella di Pietroburgo, nato
in Napoli, diè principio come compositore dall'opera di Berenice, che fu
rappresentata l'anno 1730, nel castello del gran duca presso Firenze.
Nel 1731, diè in Roma _Amore regnante_. Nel 1735, venne con una
compagnia di artisti italiani, come maestro di cappella a Pietroburgo:
quivi compose pel teatro della corte, l'_Abjatar_ nel 1737: e l'anno
d'appresso la _Semiramide_. A queste due prime opere succedettero, sino
al 1744 _Scipione_, _Arsace_, e _Seleuco_; e finalmente nel 1755,
_Cefalo e Procri_, che fu la prima opera in lingua russa, dopo la
rappresentazione della quale l'imperatrice gli diè in dono una magnifica
pelle di zibbellino, del valore di 500 rubli. Dopo aver raccolte grandi
ricchezze, Araja tornò in Italia e visse nel ritiro, e negli agi a
Bologna.
ARAUXO (Franc. de Correa) musico spagnuolo, morto nel 1663, pubblicò a
Alcalà de Henares, un trattato col titolo: _Musica pratica y teorica de
organo_. Machado, nella sua Bibl. lusit. il chiama Araujo, e lo fa
organista di san Salvadore di Siviglia, e autore d'un'altra opera:
_Faculdad organica_, Alcalà, 1626, nella di cui prefazione egli ne
promette altre due. Il rimanente delle sue opere musicali si trova a
Lisbona nella biblioteca reale.
ARBEAU (Toinot) di Langres, nel 1588 diede al pubblico una
_Orchesografia_, in cui tratta storicamente della musica e della danza.
Quest'opera è in forma di dialogo tra l'autore e Capriol.
ARBUTHNOT (John) dottore in musica a Londra; viveva circa il 1734. Egli
era non che buon direttore di musica, ma anche autore eccellente. Il di
lui trattato _On the art of singing_, cioè _sull'arte del canto_,
trovasi fra le opere del decano Swift, e sommamente lodato dal dottor
Blair. Amico sincero e fervido di Hendel, egli inserì nel 1729, nelle
sue opere _Miscellanee_, tom. 1, un manifesto con questo titolo: “Il
diavolo scatenato a Saint-James, o relazione dettagliata e veridica di
un terribile e sanguinoso combattimento tra mad. Faustina e mad.
Cuzzoni, come ancora di un'ostinata guerra tra M. Boschi e M. Palmerini;
e finalmente in qual maniera Senesino essendosi infreddato, lascia
l'opera e canta i Salmi nella cappella d'Henley.” Alcun tempo dopo, egli
scrisse, in riguardo alle dispute col Senesino, un secondo manifesto,
intitolato _L'armonia in rivolta_; epistola a Giorgio-Federico Hendel,
Caval. (_V. la vita di Hendel, scritta da Burney, p. 26_).
ARCHENIO o ARRHENIO (Lorenzo), pubblicò nel 1726 a Upsal una
dissertazione: _De primis musicæ inventoribus_.
ARCHESTRATE di Siracusa, discepolo di Tepsione, scrisse le regole per il
suono del flauto (_Athen., l. 14_).
ARCHILOCO era nato d'una famiglia distinta nell'isola di Paro
all'Olimpiade XV, otto secoli innanzi l'era cristiana. Non sappiamo come
e da chi fosse nella musica educato con tali principj, che portò la
musica quasi al suo intiero sviluppo. I lumi della sua mente e la
sregolatezza del suo cuore camminarono del pari in questo giovine
originale. Egli fu l'inventore di più metri nella poesia; col suo gran
genio dilatò i limiti dell'arte, introdusse nuove cadenze ne' versi, e
nuove bellezze nella musica. Per regolare il tempo nel canto, inventò la
battuta; e le invenzioni ed i lumi di questo illustre cantore furono
immantinente abbracciati dalla intiera nazione. Ma nel tempo stesso il
suo cuore era trascinato dalla dissolutezza, dall'ira, dalla biliosa
mordacità: pronto a dir delle ingiurie era alieno dal sopportarle, e non
sapendo la maniera di frenare le passioni ignorava la moderazione per
vincerle, e la ragione per bilanciarle. Non si trovarono giammai talenti
più sublimi riuniti a carattere più atroce e più depravato. Viaggiando
egli per la Lacedemonia, ebbe la disgrazia, che giungessero prima di lui
in Sparta certe lubbriche canzonette composte e notate in musica da lui
stesso; le quali sentite appena dal governo, fece questi un severo
decreto, vietando sotto gravissime pene di leggerle, di cantarle e di
ritenerle; perciocchè contenevano immagini troppo pericolose alla
gioventù; e l'autore ne fu bandito. (_Valer. Max. lib. 6, c. 3._)
“Vedano i nostri belli spiriti (_con ragione esclama quì l'ab. Requeno_)
se la presente ecclesiastica educazione, attenta a condannare la lezione
delle loro disoneste novelle, meriti i titoli, che le danno d'ipocrita,
e di fanatica. I Lacedemoni adoratori di Venere e di Cupido furono più
di costoro attenti al buon regolamento delle città.” (_tom. 1 p. 88._)
L'assemblea de' giuochi olimpici lo consolò di tale affronto. Egli
compose e cantò un inno in onore di Ercole: i popoli gli profusero i
loro applausi, ed i giudici decretandogli una corona, gli ebbero a far
sentire che giammai la poesia e la musica non ebbero maggiori diritti su
i nostri cuori, di quello che c'insegnano i nostri doveri. Archiloco fu
ucciso da Callonda di Nasso, che egli con furore perseguitava da lungo
tempo. La Pizia considerò la sua morte come un insulto fatto alle belle
arti. “Esci dal tempio, essa disse all'uccisore, tu che hai alzata la
mano sopra il favorito delle muse.” Tale fu la fine d'un uomo che pe'
suoi talenti, pe' suoi vizj, e per la sua impudenza era divenuto un
oggetto d'ammirazione, di disprezzo, e di orrore. Il bizzarro ed
inquieto di lui carattere non potè assoggettarsi alla paziente cura
d'una scuola, ed i corrotti suoi costumi non avrebbero mai permesso a'
padri di mandargli i loro figli per educarli, onde non è da
maravigliarsi, se la storia non fa menzione di nessuno scolare di
Archiloco, facendola in questa medesima epoca d'altri singolari cantori.
ARCHITA di Taranto discepolo del famoso Empedocle d'Agrigento, dalla
educazione del quale uscito appena (per tacere dell'altre scienze) fece
stupire la Grecia col suo nuovo sistema armonico nei tre generi
diatonico, cromatico ed enarmonico, non mai fin allora contrassegnati
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1 - 07