Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 2 - 11

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principj, ch'erano un pò secchi, e con iscegliere i partimenti di più
importanza, ne ha formati il suo libro _Principes d'harmonie et
d'accompagnement à l'usage des jeunes élèves_. Finaroli morì in Napoli
verso l'anno 1812.
FINCK (Ermanno), compositore, e musico erudito del 16º secolo, pubblicò
nel 1556 _Practica Musica_ etc. a Wurtemburg in 4º; quest'opera è
divenuta così rara, che oggidì è quasi impossibile il riscontrarne un
solo esemplare, comechè sia molto interessante a cagione che l'A. vi
faceva ben conoscere i maestri celebri di quella famosa epoca nella
storia del risorgimento della musica. Walther, che per buona fortuna ne
possedeva una copia, l'ha avuta in gran pregio, e nel suo _Lexicon_ ne
ha trascritto, per darne un saggio, il primo capitolo, che contiene
delle erudite e giudiziose ricerche su i primi inventori dell'Arte; M.
Fayolle lo riporta intero con la versione francese.
FIOCCHI (Vincenzo), nato in Roma nel 1767, studiò in Napoli nel
conservatorio _della Pietà_ sotto Finaroli; egli ha composto in Italia
sedeci opere, delle quali alcune ottennero del successo. Fu organista in
San Pietro di Roma, e lasciato avendo questa città nelle prime
torbidezze della guerra, venne in Firenze ove fu ben accolto dal gran
duca di Toscana. Verso l'anno 1802, passò in Parigi, vi mise in musica
_le Valet des deux Maîtres_, che non ebbe felice riuscita, e gli è stato
d'uopo, per vivere, dar lezioni e comporre _de' Pezzi italiani_, di cui
ne ha egli pubblicata una Collezione presso Pleyel nel 1808, che è stata
ben ricevuta dagl'intendenti ed amatori di musica. Nel 1810, compose il
_Sofocle_ per la distribuzione del premio decennale dell'Istituto, e fu
considerato tra' migliori de' concorrenti. Egli ha pubblicato insieme
con M. Choron _Les principes d'accompagnement_, Paris 1804.
FIORAVANTI, rinomatissimo compositore in Napoli per uno stile amabile ed
assai vivace, ha scritto e scrive tuttora per tutti i teatri d'Italia, e
di Francia con molto successo. Nel 1797 diè al R. teatro di Torino _Il
furbo contro il Furbo_ ed _Il Fabro Parigino_. Nel 1807, essendo in
Parigi fecevi rappresentare _I virtuosi ambulanti_ che incontrò quivi
moltissimo. Abbiamo in oltre di lui _Amore aguzza l'ingegno_, farsa
assai graziosa; _Le cantatrici villane_; _La Capricciosa pentita_;
_Liretta e Giannino_; _I Pontigli per equivoco_; _L'orgoglio avvilito_;
_Le avventure di Bertoldino_; _La Cantatrice bizzarra_; _La Schiava
fortunata_; _Il giudizio di Paride_; _Il bello piace a tutti_. Tutte
queste opere buffe trovansi vendibili nel magazino di musica del Sig.
Ricordi in Milano. Vi ha oltrecciò di Fioravanti gran numero di
bellissime Canzoncine con accompagnamento di piano-forte, ed impresse in
Londra, in Napoli ed altrove.
FIORILLO (Federico), attualmente in Londra, buon sonatore di violino, ha
pubblicato sedeci opere, di quartetti, quintetti, trio e duetti per
questo instrumento, e sonate per piano-forte e violino: la sua musica
strumentale è assai bella, e le due sue opere di trio debbono essere
ricercate da tutti gli amatori. A giudizio de' migliori professori son
esse le prime dopo quelle di Boccherini, e i suoi studj per violino sono
i migliori che si conoscano. _Ignazio Fiorillo_, forse della stessa
famiglia, morto nel 1787, era Napoletano e maestro di cappella a
Brunswick, e quindi a Cassel sino nel 1780. In Berlino egli fece
imprimere, sei duetti ed altrettanti quartetti per violino. Nel 1785 fu
eseguito un suo _Requiem_ per i funerali del Langravio, che ebbe gran
successo.
FIORONI (Giov. Andrea). Milanese, allievo del cel. Leo, e maestro della
cattedrale di Milano e di quella di Como verso il 1750. Quest'eccellente
armonista si è fatto ammirare per alcune composizioni a 8 voci, in cui
la scienza niente nuoce all'effetto. Tra' suoi allievi si contano
Quaglia, Zucchinetti, l'ab. Piantanida e Bonesi tuttora viventi, e
virtuosi di gran merito.
FISCHER, molti di questa famiglia sono riusciti in Allemagna
valentuomini nella musica, noi ne sceglieremo soltanto _Crist. Federico
Fischer_ di Lubecca, ove dopo aver terminate le lettere umane, studiò la
composizione sotto il famoso Schieferdecker. Nell'università di Rostock
fece quindi un corso compito di leggi, e vi compose una solenne musica;
nell'Università di Halle continuò i suoi studj, ed entrò come cantante a
Ploen nel 1729. Quivi egli scrisse un libro di musica semplice, con una
prefazione e con idee diverse dell'ordinario sulla composizione. _Giov.
Pietro Fischer_ era nel 1762, compositore della cattedrale di Utrecht, e
pubblicò ivi in olandese idioma alcune opere, _Sul basso continuo_, e
_Sul trasporto_. In Amsterdam un concerto per cembalo. _Zaccaria
Fischer_, costruttore di violini alla corte del Vescovo di Wurzbourg,
nel 1786 fece annunziare che nella costruzione de' suoi stromenti egli
impiegava una nuova invenzione, per cui mezzo essi uguagliavano in bontà
i celebri violini di Stradivario e di Steiner. I suoi sono oggidì in
gran pregio.

FLACCOMIO (Giov. Pietro), di nobil famiglia nato in Milazzo nella
Sicilia fece i suoi studj con successo e fecesi prete, riuscì
particolarmente nella musica, e giunse ad esser maestro della Real
cappella di Filippo III, in Madrid. Passò quindi in Torino; e per la
scienza nella musica e le ottime sue qualità divenne Maestro ed
Elemosiniere del duca di Savoja che molto lo apprezzava: finì colà di
vivere nel 1617. Le sue composizioni di musica per Chiesa furono
stampate in Venezia nel 1611, in 4º (_Mongit. Bibl. Sic. t. 1_).
FLETSCHER (Feder.), uno dei primi virtuosi sul piano-forte della scuola
di Bach, del quale istrumento diè lezioni a tutte le principesse di
Brunswick, che fanno molto onore a' suoi talenti. Egli era ancora
vivente nel 1790. Vi sono di lui impresse: _Odi_, 2 vol. delle quali si
è fatta insino la terza edizione nel 1776; _Cantate per divertimenti_,
Brunswick 1768; _Raccolta di minuetti e polacche per il piano_, 1768,
ec. Reichard parla di costui con grandi elogj nel 2º vol. delle sue
Lettere, p. 51.
FLOQUET (Stef. Gius.), nato in Provenza nel 1750, sin da' più teneri
anni balbettando diceva: _Io voglio esser maestro di musica_. In età di
sei anni cominciò a studiarla, e nel 1769, si rese a Parigi, dove
scrisse l'_Union de l'Amour et des Arts_, dramma in musica, che ebbe
favorevolissimo incontro. L'anno d'appresso, egli compose _Azolan_, che
non ebbe la stessa fortuna, e dopo alcune rappresentazioni levossi dalle
scene. Floquet, lontano dal scoraggirsi, fè delle serie riflessioni
sopra 'l suo talento, e prese il partito di andare ad iscriversi, come
allievo, nel primo dei conservatorj d'Italia. Giunto in Napoli, vi
studiò sotto la direzione di Sala: prese quindi lezioni dal P. Martini;
e questi due celebri maestri recaronsi a gloria di contare Floquet tra'
loro allievi. Sotto a' loro occhi compose egli, e fè eseguire un _Te
Deum_ a due orchestre, cui i Napoletani applaudirono con trasporto. Di
ritorno in Francia, fermossi a Bologna, fu ammesso all'Accademia de'
Filarmonici: a ciascuno che vi aspira, si accordano tre sere per far le
sue prove. Floquet fecele in una sola, e compose in due ore e mezza un
_canto fermo_, una fuga a cinque, e 'l versetto _Crucifixus_. Alcun
tempo appresso del suo ritorno in Parigi, dopo aver riportati dei gran
successi per due suoi drammi in musica, ebbe la pretensione di mettere
in note l'_Alceste_: il capo d'opera di Gluck avrebbe dovuto
frastornarlo da simile impresa. Terminata la sua musica, se ne fece la
prova, e questa fu per l'_Alceste di Floquet_ un decreto di
proscrizione. Il disgusto, che ne risentì, fecelo cadere in un languore,
che lo recò a morte da lì a pochi mesi li dì 10 maggio del 1785.

FOGGIA (Fran.), romano, scolare di Paolo Agostini fiorì sul finire del
sec. 17º. Fu per più anni al servigio della corte di Baviera e
dell'arciduca Leopoldo quindi imperatore: di ritorno in Roma divenne
maestro di cappella di S. Giovanni di Laterano, e di molte altre chiese;
Antimo Liberati lo chiama il padre della musica e della vera armonia
ecclesiastica. Egli dice che nella sue composizioni vedesi brillare
insieme una maniera grande, scientifica, corretta, semplice e piacevole.
Foggia sorpassò gli ottanta anni. Kircher lo loda nella sua _Musurgia_,
e 'l P. Martini nel saggio di contrap., T. II, p. 47, dà l'analisi di
due ammirabili mottetti, tratti dalla sua 8.ª opera.
FOGLIANI (Ludovico), professore teorico di musica in Ferrara poco dopo
1500, molto contribuì a rischiarare questa scienza; egli pubblicò in
Venezia nel 1529, _Musica theorica, docte simil ac dilucide pertractata,
in quâ quamplures de harmonicis intervallis non prius tentatæ
continentur speculationes_, in fol. Quest'opera è divisa in tre parti:
nella prima tratta l'A. delle proporzioni musicali; nella seconda delle
consonanze; nella terza della divisione del monocordo. Rousseau prese da
Fogliani la formola della scala diatonica di Tolomeo senza nè pur
nominarlo.
FORKEL (Giov. Nicola), dottore in Filosofia, e direttore di musica
dell'università di Gottinga, nacque presso Coburgo nel 1749. Pochi vi ha
che abbian com'egli delle conoscenze sì estese e sì profonde in musica:
fu da prima organista dell'università, e seppe trar profitto da' tesori
contenuti in quella biblioteca, finchè egli stesso ne ebbe raccolta una
assai numerosa e assai ben scelta d'autori di musica sì didattici, come
pratici in ogni genere. Perchè fosse del tutto compiuta, formò ancora
una collezione di più centinaja di ritratti de' musici celebri, e degli
autori di musica. Sino dal 1790, egli aveva date al pubblico le seguenti
opere in tedesco: 1. _Sulla teoria della musica, in quanto essa è utile
o necessaria agli amatori della medesima_, Gottinga, 1774, in 4º; 2.
_Biblioteca musico-critica_, 3 vol. in 8º, Gotha 1778; 3. _Sulla
migliore organizzazione de' concerti pubblici_, Gottinga, 1779 in 4º; 4.
_Definizione d'alcune idee di musica_, ivi 1780, in 4º; 5. _Almanacco di
musica per l'anno 1782, e continuazione del medesimo_ per il 1783, sino
al 1789; 6. _Storia generale della musica_, il di cui primo volume uscì
nel 1788, in 4º a Lipsia; contiene la storia della musica presso le
antiche nazioni. Dessa è la migliore e la più compita di tutte quelle,
che sono state sinora scritte in tutta l'Europa; il secondo volume è
stato pubblicato sul principio dell'anno 1802; 7. _Traduzione in tedesco
della storia del teatro italiano di Stef. Arteaga_, 2 vol. in 8º, Lipsia
1788; 8. _Molte critiche nel Giorn. letterario di Gottinga_; 9.
finalmente, _Letteratura generale della musica ossia Istruzione per
conoscere i libri di musica, che si sono scritti da' più rimoti tempi
sino a' nostri giorni, nella Grecia, in Roma, in Italia, nella Spagna,
in Portogallo, in Olanda, in Inghilterra, nella Francia e in Alemagna,
ridotta in un ordine sistematico, ed accompagnata di note e discussioni
critiche_: opera eccellente, la migliore che sia comparsa sino a questo
dì sopra questa materia. Alla qualità di dotto conoscitore e di autore
profondo in musica, Forkel riunisce in oltre quella di eccellente
virtuoso nel piano-forte, sulla maniera di Bach, e di compositore dotto
e di gusto. _Hiskia_, e _i Pastori alla grotta di Bethleem_, Oratorj,
sono pregiatissimi. _Il potere dell'armonia_, è una sua cantata con
doppj cori, oltre a più musica stromentale impressa a Gottinga.
FORNO (il barone Agostino), amatore di musica e sonatore di violino,
nato in Palermo vi fece de' buoni studj, e perfezionò le sue cognizioni
viaggiando per più anni in Italia. Egli era membro dell'Accademia del
buon gusto di quella capitale, ove terminò in un'età avanzata i suoi
giorni a dì 19 novembre del 1801. In occasione del _Miserere_ composto
d'ordine di Clemente XIII dal cel. Tartini, e cantato nella cappella
Sistina mercoledì santo del 1768, il barone Forno pubblicò per le stampe
di Roma l'_Elogio di Tartini_, e lo presentò al Papa: opuscolo assai
mediocre. Vi ha ancora di lui, _Parere sopra la musica antica e
moderna_, che insieme col detto Elogio è tra gli Opuscoli suoi stampati
in Napoli in 2 vol. in 12º, 1792. Egli contiene alcune buone riflessioni
su i progressi e perfezione della musica strumentale mercè le produzioni
di Boccherini, di Haydn, di Vanhal, di Pleyel, di Viotti e Jarnowitz, e
su l'abuso che da altri ne vien fatto oggidì con volere piuttosto
sorprendere col difficile, anzichè dilettare con buona e nitida
espressione.
FÖRSTER tedesco, cel. compositore del presente tempo ha preso per
modello della sua musica instrumentale lo stile e la maniera
dell'immortale Haydn. Bramoso d'indovinarne il segreto, si pose
saggiamente a mettere in partitura le di lui dotte composizioni, e ne
trasse visibil vantaggio rapporto alla maniera di distribuire fra le
parti la melodia (_V. Carpani lett. 6_). Förster ha pubblicati in Vienna
quartetti, quintetti e sinfonie, che sono in gran pregio presso gli
amatori di buon gusto.

FRAGUIER (Claudio-Francesco), membro dell'Accademia delle belle lettere,
fu da prima Gesuita, ma ne lasciò l'abito per coltivare con più libertà
le muse. L'ab. Fraguier assai dotto nell'antica e moderna letteratura e
nelle lingue greca, italiana, spagnuola ed inglese trovò nello studio e
nella filosofia un compenso ai gran malori, che lo confinarono in casa
in un'età poco avanzata. Riguardandolo quì qual scrittore sulla musica,
gli dobbiamo alcune _Dissertazioni_ intorno a quella de' greci, che si
trovano nelle _Memorie_ dell'Accademia delle Inscrizioni. Egli vi
sostiene che questa dotta nazione ebbe la cognizione e la pratica della
musica a più parti, e credette di provarlo con alcuni passaggi degli
antichi e specialmente di Platone, il suo più favorito filosofo. Burette
vi oppose un'infinità di _Dissertazioni_ per provare il contrario, ma
egli restò fermo nel suo sentimento. Tra le sue poesie latine, che
respirano l'urbanità romana, e le grazie della pulitezza francese vi ha
un _Poema sulla Musica_ pubblicato nel 1729, in 12º, intitolato _Schola
Platonica_, perchè scritto su i principj di musica di Platone, il quale
benchè sia elegante e terso, si risente tuttavia dello spirito di
sistema. _Musica tota quid est, numeri nisi cantibus apti?_ vi dice l'A.
formando su i numeri i suoi principj. Morì egli d'apoplesia in Parigi
nel 1728.
FRAMERY (Niccola-Stef.) nacque a Rouen nel 1745, e fu uno dei letterati
di primo ordine in Parigi, autore di molti drammi per musica, e profondo
in questa scienza secondo i buoni principj della scuola italiana. Egli
fu che trasse Sacchini in Francia, e più che altri contribuì a spargere
tra la nazione il gusto della buona musica italiana. Il suo zelo per gli
avanzamenti di questa bell'arte gli fè tradurre in francese il _Musico
pratico_ d'Azopardi pubblicato nel 1786 in 2 vol. in 8vo, proponevasi
egli inoltre di trattare con M. Ginguené la parte della musica
nell'_Enciclopedia Metodica_; ma non giunse a pubblicarne che il primo
tomo nel 1791, oltre al quale si è perduta infin la speranza di averne
la continuazione. Il _Discorso preliminare_, e molti dottissimi
_articoli_ sono di M. Framery: nella guerra de' Gluckisti e dei
partigiani di Sacchini, egli dichiarossi per quest'ultimo, e nelle
_Memorie per la storia di Gluck_ (a Parigi, 1781), trovansi alcune
lettere di quest'autore, ed una in versi a M. Larivée contro la di lui
proposizione _che non v'era in musica se non una sola verità, e che il
solo Gluck l'aveva trovata_. Nel 1802, egli riportò il premio
all'Instituto sulla seguente questione: _Analizzare i rapporti
ch'esistono tra la musica, e la declamazione_ (_Memoir. de l'Instit.
Naz. t. 4 p. 69_). M. Framery “illuminato da una conoscenza profonda del
suo argomento, ha con molta giustezza valutati i rapporti che possono
esistere tra queste due parti ed i vicendevoli sacrifizj che esse farsi
debbono.” (_M. Raymond, de la mus. dans les Eglises, 1809_). Alcun tempo
prima egli aveva pubblicato: _Avis aux poëtes lyriques, ou de la
nécessité du rhythme dans les odes destinés à la musique_. Framery è
morto li dì 26 novembre 1810, e lasciò manoscritte molte opere attenenti
alla musica ed agli artisti.
FRANCONE di Colonia, era celebre nella musica l'anno 1066, e viveva
ancora nel 1083. Egli è autore d'un manoscritto, che si conserva nella
biblioteca Ambrosiana di Milano, intitolato _Ars cantus mensurabilis_,
che l'Ab. Gerbert ha inserito nella sua collezione (_Script. Eccl. de
musica t. 3_). Par che a Francone debbasi l'invenzione della misura de'
tempi nella musica, che fuor di ragione erasi attribuita a Giov. da
Muris, più moderno di due secoli. Il MS di cui si servì _Gerbert_, è
molto più compito di quello scoperto da Burney nella biblioteca
Bodlejana di Oxford, costando il primo di 13 capitoli e questo di sei,
secondo che egli stesso il descrive nel 2º vol. della sua _Storia
generale della Musica_. In un MS. del Vaticano del _Compendio_ di Giov.
de Muris vi ha un di lui passaggio, in cui mostra di non pretendere egli
medesimo all'onore di essere l'inventor della misura: _Guido voces
lineis et spatiis dividebat; post hunc magister Franco invenit in cantu
mensuram figurarum_, etc.
FRANK, tedesco di nazione ma stabilito in Pavia, nella di cui università
professò la medicina sino a' primi anni del corrente secolo. “Il cel.
Frank mio maestro (dice il D.r Lichtenthal), nella sua _Polizia
medica_, t. 3, non solo considera la musica rimedio principale contro le
malattie dell'animo, ma la giudica istituto necessario in uno stato. Non
voglio, dice questo gran medico e sommo letterato, tessere un elogio
alla possanza della musica sul nostro animo, ma essa certo non è il
minore ingrediente del balsamo prestatoci dalla Provvidenza contro alle
malattie dell'animo. Hanno i medici ne' loro giornali notato più
accidenti di malattie guarite dall'incanto della musica, e l'effetto di
lei sopra i nervi sensibili è così evidente, che la circolazione e
traspirazione alterate dallo stato spasmodico delle parti solide vengono
col più gran pro del nostro corpo in breve riordinate. Ma la forza di
eccitare passioni, che in essa riconobbe la più alta antichità, è quella
che debbe moverci a rendere giovevole agli uomini questo divino
rimedio... La polizia deve dunque adoperarsi onde non manchi in una gran
città questo efficacissimo mezzo di esilarare e divertire il popolo. Ha
però ad essere sollecita di buoni professori di musica, i quali
appagando l'orecchio d'un uditore caccino dal suo fianco nelle sue ore
malinconiche il demonio della tristezza dacchè ad essi è commessa
quest'arte cotanto necessaria alla vita umana e alla pubblica sanità,
ec.”
FRANKLIN (Beniamino), nato a Boston nella nuova Inghilterra, a cui
devono gli Stati Uniti d'America la loro libertà, e molti utili
sperimenti la Fisica, tra' quali dee rimarcarsi il parafulmine di sì
gran vantaggio all'umana specie: _Eripuit cœlo fulmen sceptrumque
tyrannis_: fu con ragione il suo elogio. Egli acquistossi inoltre de'
nuovi dritti alla riconoscenza de' musici mercè l'invenzione
dell'_Armonica_, nè era sfornito della pratica di quest'arte, poichè
sonava egli stesso quest'instromento. Ne' suoi opuscoli trovansi due sue
lettere a Milady Kaims ed a Pietro Franklin, in cui tratta di varie
questioni sulla musica “da grand'uomo, qual'è veramente, dice il P.
Sacchi, ma non però da grande artista. Parla da grand'uomo, perchè
ragionando seguita un certo lume del vero, che vedesi splendere innanzi.
Non parla da grande artista, perchè non ha considerato quel vero istesso
da tutti i lati, come i buoni pratici fanno” (_Lett. al C. Riccati_).
Sicchè col rispetto a lui debito niuno si crederà nell'obbligo di
seguire interamente le sue opinioni e sistemi sulla musica. Franklin
morì nella sua patria nel 1790.
FRANZ (Carlo), si è reso celebre in Germania sino alla sua morte
avvenuta nel 1811, per essere stato il primo e forse l'unico a sonare
l'instromento detto baritono, difficile e piacevole insieme; ed il
corno, nel quale produceva egli con la sola mano i semituoni con una
sorprendente celerità e purezza, sì nel crescere che nel mancare, della
quale singolar maniera di sonar questo strumento ne abbiamo in Palermo
un esempio in persona del _Sig. Pigneri_, che alla sua perizia unisce
somma modestia. Franz servì il Principe d'Esterhazy in Vienna per lo
spazio di 14 anni, e tutti coloro che hanno inteso sonar da lui il
_baritono_, sono d'accordo nell'attribuirgli un effetto soavemente
malinconico. Il pezzo nel quale Franz spiegava più i suoi talenti ed
incantava i suoi uditori, era una _Cantata_ che il grande Haydn aveva
espressamente composta per quell'istrumento; (_V. Gazzet. di Bosler an.
1788_). Il _baritono_ di Franz rassomiglia alla _viola da gamba_,
all'eccezione ch'egli è fornito di 16 corde d'ottone nella parte
superiore del collo, e di 7 corde di budello. Oggidì è uscito totalmente
d'uso, e nemmen quasi si conosce.
FRESCOBALDI (Girolamo) da Ferrara, fu riguardato al suo tempo come uno
de' migliori compositori ed organisti, piazza ch'egli occupò con
distinzione nella chiesa di S. Pietro in Roma verso il 1628. Sin dalla
prima età erasi reso talmente celebre nel canto che le prime città
d'Italia facevano a gara per possederlo, e l'entusiasmo giunse al segno
di accompagnarlo ne' suoi viaggi da un paese all'altro, per godere più
lungamente del piacere di sentirlo. Tra il gran numero degli eccellenti
discepoli formati da costui vuolsi rimarcare Froberger, che l'Imperatore
Ferdinando III avevagli indirizzato per istruirlo, e che realizzò di poi
perfettamente le speranze, che il suo maestro aveva fatte di lui
concepire. Le sue Opere furono pubblicate in Roma nel 1615 e 1637.
FRICK (Fil. Gius.), il primo virtuoso tedesco sull'_Armonica_, ch'egli
stesso si era formata sulla maniera di Franklin, e fece in oltre de'
saggi per iscoprire una materia simile alla pelle umana, per render
quest'instrumento più comodo a dilettanti per mezzo d'una tastiera, ma
dopo il 1786, gli fu d'uopo abbandonare l'armonica per il nocivo effetto
che produceva sui nervi. Meusel nel suo _Lexicon_ degli artisti cita con
elogio un'opera di Frick _sul basso continuo_, che dice essersi
pubblicata nel 1786. Egli viveva ancora nel 1790, in Londra.
FRIEDBERG, maestro di musica in Vienna al servigio del principe
Esterhazy, appassionato filarmonico, che aveva una scelta e numerosa
orchestra in sua casa. Aveva il principe intesa una sinfonia di _Haydn_,
e s'invogliò, piacendogli molto, di possederne l'autore, ma forse
l'invidia e la gelosia di taluno operava sott'acqua contro il cel.
Haydn. Friedberg amico ed ammiratore di lui, dolente di questo ritardo,
l'eccitò a comporre una sinfonia solenne da sonarsi nel giorno natalizio
di S. A. Haydn la scrisse, e da par suo. Venuto il giorno di eseguirla,
standosene il vecchio principe in mezzo della sua corte sul suo
seggiolone, il Friedberg distribuì le parti della sinfonia convenuta.
All'udirla, il principe interrompe i sonatori alla metà del primo
allegro e domanda di chi sia sì bella cosa? D'Haydn, risponde il
Friedberg, e fa venire avanti l'autore che tutto tremante stava
appiattato in un angolo della sala. Il principe lo prese d'allora
innanzi al suo servizio come maestro direttore del concerto. Così che il
primo passo alla buona fortuna ed alla gloria, Haydn lo dovette
all'amico Friedberg. Costui viveva ancora nel 1812, allorchè Carpani
pubblicò le sue _Haydine_ (_Lett. 5_), d'onde abbiamo tratta questa
notizia che tanto onore reca al carattere morale di Friedberg.
FRIKER (Giov. Luigi) di Wurtemberg, inventò una teoria di musica fondata
sopra principj d'aritmetica, ch'egli oppose a quella di Eulero; la prese
di poi per base di un sistema di metafisica, di cui Oettinger nella sua
_Filosofia terrena e celeste_, t. 2, ce ne ha conservato un abbozzo.
Friker ebbe il difetto di perdersi in idee fantastiche, come tutti
quei che cercano nella fisica i principj d'un'arte fondata
sull'organizzazione dell'uomo. Son questi di quei svarioni così
singolari, che può a ragion domandarsi, come abbiano potuto entrare in
testa umana?
FRINIDE, musico di Mitilene, capitale dell'isola di Lesbo. Fu questo il
primo, che riportò il premio della cetra nei giochi Panateniesi,
celebrati in Atene nell'Olimp. 80. Frinide introdusse alcun cambiamento
nell'antica musica, come ne lo accusa Ferecrate, ed Aristofane nella
commedia _Le Nuvole_ (_Plutarc., de Mus._) Si narra in oltre che
presentatosi Frinide nei pubblici giuochi di Lacedemone colla sua cetra
di nove corde, l'Eforo ne tagliò due, delle quali era Frinide inventore
(_Athen. lib. 14_).
FRITZ (Berthold), cel. fabricante di strumenti, e meccanico di
Brunswick, morto nel 1766, pervenne col solo suo genio senza alcuna
instruzione a costruire una gran quantità di organi, di piano-forte e
clavicembali sì a penna, che a martelli, di cui una porzione se n'è
inviata sino nella Russia. Distinguonsi tutti mercè una straordinaria
forza ne' bassi. Si è reso anche celebre per il meccanismo di più
orologj di musica, di uccelli cantanti, e soprattutto per un
pregevolissimo Trattato, che pubblicò in Lipsia nel 1757, sotto il
titolo: _Anweisung_, ec. cioè _Istruzione per accordare il forte-piano,
i cembali e gli organi per un metodo puramente meccanico, con la stessa
esattezza per tutti i dodici tuoni_. Questo trattato pubblicossi di
nuovo nel 1758; l'A. lascia ai mattematici i loro calcoli sul
temperamento, ed assegna a un buon orecchio un circolo di quinte e
d'ottave, che basta per accordare gl'istrumenti con la più perfetta
nitidezza.
FROBERGER (Gian-Giac.), sassone, fu dall'Imperatore Ferdinando III
mandato a Roma per istudiarvi musica sotto il cel. Frescobaldi. Al suo
ritorno nel 1655, questo principe il fece organista della corte, ed egli
fu il primo in Germania che compose con gusto per il cembalo. Egli fu in
molta stima sì in Francia, che in Inghilterra, d'onde ne ritornò colmo
di doni e di onori, e morì in Magonza nel celibato, appena sessagenario.
Mattheson possedeva di lui un'opera in 4 parti; nella quale cercò di
pingere in musica le avventure de' suoi viaggi (_V. Ehrenpf._)

FUCHS (Giorgio-Feder.), compositore de' nostri giorni di sinfonie e di
quartetti, nei quali si riconosce molto gusto e talento. Egli si vanta
di essere allievo di Haydn, ma i soli che confessava Haydn sono Pleyel,
Neukomm e Lessel.
FUGER (Giorgio) di Heilbronn nella Svizzera, fece imprimere nel 1783 a
Zurigo un'opera col titolo di _Pezzi caratteristici per il piano-forte_
in num. di 12: Petulanza; vivacità; brio; serenità; gioja ed allegria;
tenerezza; desiderio; orgoglio; e temerità; malinconia e inquietudine;
pena e minaccia; carezze e lusinghe.
FUNK (Christilieb.), professore di Fisica nell'università di Lipsia dopo
il 1773, è autore di una Dissertazione latina _De sono et tono_, di cui
ve ne ha una buona traduzione tedesca nel magazino di fisica,
mattematica ed economia di Lipsia 1782, col titolo di _Versuch ec._
cioè, _Ricerche sulla dottrina e risonanza del tuono_.
FUX (Giuseppe), nato in Gratz nell'Austria, maestro di cappella
dell'Imperatore Carlo VI, ebbe al suo tempo la riputazione di un valente
compositore, comechè oggidì si conoscan poco le sue opere, il suo nome
si è sino a noi conservato per un'opera didattica da lui pubblicata nel
1725, col titolo: _Gradus ad Parnassum_, di cui se n'è fatta una
versione italiana da Alessandro Manfredi da Reggio prete e professore di
musica, e stampata in fol. a Carpi nel 1761. Precede a questa edizione
una lettera del cel. Piccini, nella quale chiama l'autore un _Tedesco
pieno di senso italiano, che non lascia di mettere in vista que'
principj matematici, che sono la base e il primordio della musica, e lo
ha fatto con tale evidenza, che potrebbe restarne appagato il più
speculativo Geometra_. Con buona pace però del Piccini, gli anderebbe
quì bene, _Sutor ne ultra crepidam_. Quest'opera sebbene abbia qualche
merito in ciò che riguarda la composizione e la pratica, è poi difettosa
per molti rapporti. È insoffribile la prolissità del 1º Libro, che senza
alcun frutto si raggira in far mostra di geometria e di aritmetica; nel
secondo l'A. insegna le parti della composizione relative a tutte le
specie di contrappunto, e siegue la tonalità e l'armonia ecclesiastica,
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