Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 2 - 13

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faticante la lettura. Nel 1804, Gervasoni diè ancora alla luce in Parma
_Carteggio musicale con diversi suoi amici professori e maestri_, in 8º,
di cui vi ha una 2ª edizione in Milano dello stesso anno. Non possiamo
giudicarne, non essendoci venuto ancora alle mani.
GESNER (Salomone) di Zurigo, il più delizioso ed amabile e pieno di
sensibilità fra i poeti tedeschi, quivi morto nel 1787, non avendo
compiti ancora i 60 anni di sua età. Tra' suoi idillj uno ve n'ha
sull'_Invenzione della lira e del canto_, che gli dà un diritto di qui
occupare un articolo. Può questo leggersi nel 2º t. della versione
francese di M. Huber delle di lui opere, a Lione 1783, in 12º.

GHERARDESCA (Filippo), nato in Pistoja, cel. compositor per teatro e per
chiesa, doveva la purità del suo stile alla scuola del P. Martini, ed
all'assiduità del suo studio sugli autori di musica italiani ed
alemanni. Aveva cognizioni molto profonde sulla natura dell'armonia,
alle quali univa uno squisito gusto: conosceva ed amava le scienze, le
arti, la letteratura e soprattutto la storia. Morì egli in Pisa maestro
della cattedrale del 1808 in età di 70 anni. Tra le sue composizioni
deesi rimarcare, come un capo d'opera in questo genere, la messa di
_Requiem_ per la morte del re d'Etruria.

GIARDINI (Felice), nato in Torino, prese da fanciullo lezioni di violino
dal cel. Somis, allievo di Corelli. Venne di poi in Napoli, ove nelle
orchestre divertivasi sommamente di far de' preludj, e di variare i
passaggi che doveva eseguire. Raccontava egli stesso come un dì
essendosi posto Jommelli accanto a lui nell'orchestra, guadagnonne un
sonoro schiaffo in premio de' ricami ch'egli aggiungeva alla sua parte
di accompagnamento. Giardini fu molto applaudito in Parigi ed in Londra,
ove fece imprimere le sue opere per violino, e vi fondò una scuola.
Niuno uguagliavalo nell'esecuzione degli _adagio_ per la forza e
l'espressione del sentimento. Egli morì a Mosca in età di 80 anni nel
1796. Prima del suo viaggio in Russia ceduto aveva al Sig. Ciceri da
Como il violino di Corelli ch'egli possedeva.
GIN (Pier Luigi), diè una traduzione francese dell'Iliade, nella quale
Omero spensieratamente se la dorme dal principio sino alla fine. Nel
1802 pubblicò ancora un libricciuolo _De l'influence de la musique sur
la littérature_, in cui l'A. buonamente pretende che ai progressi della
musica attribuir si debba il decadimento della letteratura francese nel
sec. 18º. _Qui ridiculus minus illo?_
GINGUENÉ (Pier Luigi) si è molto occupato della letteratura italiana, e
della storia della musica. Egli ha fatto, unitamente con Framery il
primo tomo nell'Enciclopedia metodica della parte della musica. Gli
articoli di M. Ginguené sono in gran parte tradotti dalla storia di
Burney, ma molte altre cose eccellenti vi ha del suo. Egli era stato uno
de' più fervidi partigiani di Piccini nell'accanita guerra in Francia
de' Gluckisti e Piccinisti: nel 1779, pubblicò: _Entretien sur l'état
actuel de l'Opera de Paris_, che nel Mercurio di quell'anno gli trasse
addosso un'asprissima critica di M. Suard. Nel 1801, egli diede al
pubblico una notizia assai interessante _Sur la vie et les ouvrages de
Nic. Piccini_, ove sembra aver egli modificate le proposizioni avanzate
nella sua giovine età, per il che debbono sapergli buon grado tanto i
partigiani di Gluck che quei di Piccini.
GIRAULT (Cl. Saverio), membro di più società letterarie, ha inserito nel
Magazino Enciclopedico di Parigi t. 1, anno 1810, _Lettre sur la Musique
des Hébreux à M. Millin_, in cui l'A. fa delle ricerche di una molto
estesa erudizione, ed offre una compiuta descrizione della musica
religiosa, dal figlio di Matusael inventore degl'istromenti, sino
all'epoca in cui la Religione cristiana potè spiegare in pubblico le
cerimonie del suo culto.
GIROUST (Franc.), dotto compositore di musica di chiesa, fu nel 1775 pe'
suoi talenti scelto dal re in Parigi per maestro della sua cappella, e
soprintendente di tutta la sua musica. Quest'era allora il posto più
eminente, a cui l'ambizione d'un uomo della sua arte poteva aspirare.
Egli vi si rese celebre, particolarmente per la musica di alcuni
_Oratorj_, e dell'_Ode di Thomas sopra il tempo_, come dei passi i più
importanti dell'_Epistola al popolo_ di questo Poeta. La fatale
rivoluzione del 1789 avendogli fatta perdere tutta la sua fortuna, si
ridusse per vivere a vender miele e latte, agli abitanti di Versailles,
dove finì i suoi giorni nel 1799. La sua vedova inconsolabile nel 1804
diè al pubblico una notizia storica della vita di suo marito.
GIROWETZ, compositore tedesco de' nostri giorni di eccellente musica
strumentale, ha fatto, secondo il Carpani, uno studio particolare sulle
composizioni di questo genere dell'immortale Haydn, sino a metterle in
partitura, e indovinar così il segreto dell'ottima ripartizione della
melodia fra le parti. Egli ne ha saputo prender bene il carattere e la
ricchezza delle idee, e formarsene uno stile leggiadro, ed un gusto
tutto nuovo.
GIULINI (Giorgio) di nobil famiglia nato in Milano nel 1714, ove studiò
i diversi rami dell'istruzione sotto la guida di uomini dotti. Diessi in
oltre con molto ardore allo studio della musica, e viene annoverato tra
i buoni compositori di musica strumentale. Il conte Giulini fu sommo
amico del P. Sacchi, e v'ha di costui un'Epistola in versi a lui
diretta, nella quale lo invita ad unirsi seco per promovere la musica
sacra ed eroica. Dopo la sua morte avvenuta nel 1779, il cel. Fontana ad
istanza del Sacchi ne scrisse l'elogio.
GIZZIELLO (Gioach. Conti, detto), ebbe questo nome dal cel. cantante
Gizzi, che fondò una scuola circa 1720, e nella quale più che altri
riuscivvi il Conti. In Italia, dove da prima fecesi ammirare in Roma,
non si conosce che sotto il nome di Gizziello: passò quindi in Londra
nel 1736, e cantò su quel teatro diretto da Hendel; tornò in Italia,
cantò in Madrid nel 1750, e da per tutto fu l'oggetto dell'ammirazion
generale. Egli era così eccellente nel patetico, che più volte trasse le
lagrime dal suo uditorio, genere di talento oggidì molto raro.

GLAREANO (Ericio) di Glaris nella Svizzera, il di cui nome era Arrigo
Loris, nella letteratura ebbe per maestro il grande Erasmo, di cui
divenne amicissimo, e questi nelle sue lettere ci rappresenta Glareano
qual uomo di un sapere universale e profondo. Il di lui maestro di
musica fu Giov. Cocleo, e nel 1547 egli pubblicò in Basilea il suo
_Dodecachordon_ in fol., che oggigiorno è divenuto assai raro.
Quest'opera di Glareano è di somma importanza, in quanto ci fa
perfettamente conoscere lo stato della musica pratica nell'epoca in cui
fioriva la scuola fiamminga. L'autore morì nel 1563. M. Choron ha
promesso di dare una nuova edizione di quest'opera nella sua collezione
de' classici.
GLAUCO di Reggio, uno de' celebri pitagorici d'Italia, fioriva cinque
secoli innanzi l'era volgare. Secondo l'uso di quei filosofi coltivò con
ispezialità la musica, e vi riuscì moltissimo. Egli, secondo Plutarco
(_Dial. de Mus._), scritto aveva dei più celebri musici, e sulla scienza
medesima, de' libri, che più non esistono (_V. Disc. prelim. p. 111_).
GLAUCA, celebre sonatrice di citara, per la sua straordinaria bellezza e
'l suo valore nell'arte musica divenne la favorita del re Tolomeo
Filadelfo d'Alessandria (_Ælian., de Nat. animal. I, 1_). Plinio nella
stor. natur. (_L. X_), Plutarco (_de solert. animal._) ed Eliano (_Var.
Hist. L. IX_) raccontano, che essa col suo suono e col canto attraeva in
fino i bruti, e rendevaseli familiari.
GLUCK (il cav. Cristoforo), nacque a Neüdorf villaggio della Boemia nel
1714, giovane apprese in Praga la musica, e all'età di 17 anni portatosi
in Italia, fu per più anni scolare del _Sammartini_ in Milano. Ma, a dir
vero, questo genio immortale dee a se stesso tutta la gloria di avere
creato un sistema musicale-drammatico, dove tutto è connesso, dove la
musica mai si slontana dalle situazioni di persone, di tempi, di luoghi,
e dove l'interesse risulta dall'insieme perfetto di tutte le parti del
dramma e della musica. “Io ho visto molte partiture italiane, diceva a
un suo amico _Rousseau_, nelle quali si trovano bellissimi pezzi
drammatici, ma parmi che il solo Gluck abbia l'intensione di dare a
ciascuno de' suoi personaggi lo stile che può lor convenire, e quel che
io trovo più da ammirare si è che questo stile adottato una volta non
più si smentisce.” (_V. Anecdot. sur le chev. Gluck par Bern. de Saint
Pierre_) Ristretti negli angusti confini di un articolo, nulla diremo
della vita e delle innumerevoli composizioni di questo grand'uomo, nulla
delle fazioni che formaronsi in Francia dai partigiani di costui e di
Piccini: specie di guerra che riguardossi come una parodia di quella
tra' molinisti e giansenisti, e rimettiamo i Lettori alle _Memorie per
servir alla sua storia_ pubblicate in Parigi nel 1791, in 8.º, dove
molto vi ha per altro da apprendere per le dotte analisi dell'ab. Arnaud
della musica di Gluck; ed all'artic. _Allemagne_ dell'Encicl. metod., in
cui lungamente si fa la di lui storia. Il celebre maestro di cappella e
fecondo autore _Reichardt_ nel 1810, ne ha scritto la vita in tedesco:
ma nulla dar può migliore idea delle profonde meditazioni da lui fatte
su la sua arte, quanto le due epistole dedicatorie in fronte alla sua
opera dell'_Alceste_, ed a quella di _Paride ed Elena_: egli vi si
mostra dadovvero musico-filosofo, che unendo i precetti alla pratica “ha
più d'ogn'altro contribuito a ricondurre nel buon sentiero la musica
teatrale italiana spogliandola delle palpabili inverosimiglianze che la
sfiguravano, studiando con accuratezza somma il rapporto delle parole
colla modulazione, e dando alle sue composizioni un carattere tragico e
profondo dove l'espressione, che anima i sentimenti va del pari colla
filosofia, che regola la disposizione dei tuoni.” (_Arteaga t. 2_).
Gluck morì in Vienna d'apoplesia nel 1787, ricco di 600 mila franchi in
circa. I Tedeschi riguardano tuttora Gluck come il primo dei compositori
drammatici, e su i teatri fanno ancora rappresentare le sue opere
tradotte nella loro lingua: “Grazie al possente genio di Gluck (dice uno
de' più celebri scrittori d'Allemagna, _M. Wieland_), eccoci dunque
giunti all'epoca in cui la musica ha ricuperati i suoi dritti: egli,
egli solo è colui che l'ha ristabilita sul trono della natura, d'onde la
barbarie l'aveva fatta discendere, e d'onde l'ignoranza, il capriccio e
'l cattivo gusto tenevanla sinora lontana.” Il carattere di Gluck era
franco e pieno di rettitudine; ma focoso, iracondo. “Per riscaldare la
sua fantasia, e trasportarsi in Tauride, o Sparta, o nell'Erebo, aveva
d'uopo di situarsi nel mezzo d'un prato. Ivi col suo cembalo innanzi,
due bottiglie di sciampagna accanto, a cielo scoperto scriveva le due
_Ifigenìe_, i lamenti d'_Orfeo_, e le amorose tracotanze di _Paride_
ec.” (_Carpani Lett. 13_). Egli aveva una nipote, _M. Anna Gluck_, che
si aveva adottata per figlia, cantante di una squisita sensibilità, e
che parlava e scriveva perfettamente più lingue. Dell'età di 11 anni
cominciò ad apprender la musica da suo zio, ma egli, in uno di quegli
accessi d'impazienza, che erangli assai familiari, abbandonolla.
Millico, fortunatamente venuto allora in Vienna, offrì allo zio di farne
un nuovo saggio, e colla più grande soddisfazione di Gluck, le sue
lezioni ebbero un felice successo. Portossi col suo zio in Francia, ove
ebbe una graziosa accoglienza dalla corte. Poco dopo il suo ritorno in
Vienna, cadde gravemente ammalata; Giuseppe II, le mostrò un vivo
interesse, con mandare ogni dì in sua casa per aver nuove del suo stato;
ma ella morì all'età di 17 anni nel 1776. Gluck ne fu inconsolabile: _Il
a perdu une nièce charmante_, scriveva al Cesarotti M. de Voght, _qui
l'attachoit à son art, et qu'il pleure encore_. Evvi una cantata posta
in note da M. Becke impressa ad Ausburg nel 1777, intitolata: _Lamento
sulla morte della gran cantatrice Nanetta de Gluck_.

GNECCO, nato in Genova fu destinato da' parenti al commercio, ma il suo
genio musicale lo portò a calcar le orme degli Anfossi, dei Sacchini,
dei Cimarosa e dei Paesiello. Egli ha scritto la musica di più opere
buffe, come le _Nozze di Lauretta_; _Gli Amanti Filarmonici_; _La Prova
d'un opera seria_; _Carolina e Filandro_; _I Bramini_; _l'Argante_; _il
Pignattaro_; _la Cena senza cena_; _le nozze de' Sanniti_, e la _Prova
degli Orazj e Curiazj_. Quel che distingue questo celebre compositore
tra' moderni, è una maniera facile ed ingenua, una gajezza libera, e
l'imitazione di Cimarosa nella parte strumentale. Nel momento, che la
sua riputazione cominciava a ben stabilirsi, venne egli da immatura
morte rapito in Torino nel febbraro del 1811.

GORSSE (Luigi), nelle note al suo poema _Saffo_ pubblicato in Parigi nel
1801, annunzia un'opera col titolo: _Philosophie de la musique_. Per
farla bene vi bisognerebbe un filosofo musico, il che è raro, od un
musico filosofo, il che è più raro ancora.
GOSSEC (Franc. Gius.), uno de' tre ispettori, e professore di
contrappunto nel Conservatorio di musica in Parigi, formossi da se
medesimo, e non ebbe altro maestro che la natura. Il solo studio sulle
partiture de' gran maestri perfezionò il suo talento; come l'illustre
Haydn, ha mostrato gran pena di non aver potuto viaggiare in Italia, e
visitar le diverse scuole di quel paese. Nel 1774, fu scelto capo della
scuola di canto eretta dal bar. de Breteuil. All'epoca della
rivoluzione, divenne maestro di musica della guardia nazionale, e nel
1795 fu scelto unitamente a Cherubini e Méhul ispettore e professore del
Conservatorio. I suoi allievi, hanno per la più parte riportato il gran
premio dell'Istituto. Gossec pressochè ottagenario conserva ne' suoi
discorsi e nelle sue composizioni tutta la vivacità di un giovine. Sino
all'anno 1810, viveva ancora; egli ha scritto moltissimo per teatro e
per chiesa, ma la sua musica non è conosciuta in Italia, tuttochè molto
applaudita in Francia. Come scrittore didattico egli ha pubblicato:
_Principes élémentaires de musique_, in 2 vol. in fol.
GOTTSCHED (Giov. Cristiano), primario professore di filosofia
nell'Università di Lipsia, e cel. in Germania per gli sforzi ch'egli
fece per trarre la lingua, la poesia e la musica dallo stato di
barbarie, in cui erano al suo tempo. Nel suo _Lexicon_ ossia _Dizionario
portatile delle scienze e belle arti_, in 8vo pubblicato in Lipsia nel
1761, e nella sua _Poesia critica_, egli ha trattato di varj soggetti di
musica. Trovansi in quest'ultima: 1. _Idee sull'origine ed antichità
della musica, e sulle qualità dell'Ode._ 2. _Idee sulle cantate._ 3.
_Idee sull'opera._ Nelle sue dissertazioni si trovano molte notizie
storiche. Mitzler le ha inserite tutte e tre nella sua Biblioteca con
aggiungervi delle note. Gottsched morì nel 1765.
GOULLEY (M. l'ab.), dell'Accademia dell'Iscrizioni, nel di cui quinto
vol. vi ha di lui una _Mémoire sur les anciens Poètes bucoliques de
Sicile, et sur l'origine des instrumens a vent, qui accompagnoient leurs
chansons_, p. 85.

GRAF (Federico), dopo il 1762 era maestro nella corte del Principe
d'Orange, di cui vi ha impressa molta musica, specialmente strumentale.
Lustig dice, che le di lui opere erano veramente ricche di armonia, ma
molto poco espressive. Nel 1782, pubblicò all'Haya un'opera didattica
col titolo di _Prova della natura dell'Armonia nel basso continuo_, con
sei rami. _Ermanno Graf_, di lui minor fratello, dottore in musica a
Oxford, fu anche un rinomato compositore in Inghilterra e nella Germania
suo paese natio. Gl'Inglesi non potendolo persuadere a restar in
quell'Isola, gli conferirono la dignità di dottore in musica, benchè
assente nel 1789, ed egli è il primo tra gli esteri, che fissando fuori
la sua dimora, abbia ottenuta questa distinzione.
GRANDI (Guido), abb. de' Camaldolesi in Pisa, nato in Cremona, nel 1691,
pubblicò una dotta opera _sulla teoria della musica_. Morì quivi nel
1742.
GRANDVAL (M.), nel 1732, egli diè in Parigi al pubblico: _Essai sur le
bon goût en musique_: Walther tratta di lui più a lungo.
GRASSINEAU, autore di un'opera che promette molto secondo il titolo, ma
che non conosciamo. È il titolo _Musical Dictionary_, ec. a Londra 1740,
in 8vo. Fayolle dice, che contiene una collezione di termini tecnici sì
antichi che moderni, ed insieme la storia, la teoria e la pratica della
musica, con le spiegazioni di alcune parti di quest'arte presso gli
antichi, con note sul loro metodo nella pratica. Vi si aggiungono
curiose Dissertazioni su i fenomeni de' tuoni matematicamente
considerati, in quanto hanno de' rapporti o delle proporzioni
cogl'intervalli, colle consonanze e dissonanze; il tutto tratto da'
migliori autori greci, latini, italiani, francesi ed inglesi (_W. Bent
Catal. 1791_).
GRAUN (Carlo Enrico), maestro di cappella di Federico II re di Prussia,
apprese il contrappunto dal maestro Schmidt di Dresda, e durante questo
studio si occupava ad arricchire la sua immaginazione e a formare il suo
gusto sull'opere di Heinich e di Lotti. Nel 1740, salito Federico sul
trono, il nominò suo maestro, e lo spedì in Italia per farvi una
compagnia di cantanti pel suo teatro, Graun fecesi quivi conoscere come
compositore e cantante, e fu generalmente applaudito sin anco dal cel.
caposcuola Bernacchi. Come cantante eseguiva egli, specialmente gli
_adagio_, con facilità e con gusto: era la sua voce un _tenore acuto_,
di poca forza veramente, ma piacevolissima. Viene da' tedeschi
annoverato tra' migliori autori classici a motivo della sua graziosa
invenzione, del carattere ed espressione delle sue composizioni, della
bella melodia, di un'armonia chiara non molto strepitosa, e dell'uso
saggio e dotto insieme ch'egli sa fare del contrappunto. Si potrebbe
chiamarlo il _Leo_ della Germania. Vi ha di lui molta musica d'ogni
genere impressa a Berlino, ed è assai pregiata specialmente quella
dell'_Oratorio della passione_, stampata a Lipsia, la di cui seconda
edizione è del 1766. Hiller ne ha pubblicato l'estratto per forte-piano,
ed ha scritto la vita dell'autore, che finì di vivere in Berlino nel
1769. Il re avendo saputo a Dresda la morte di Graun, versò delle
lagrime.
GRESNIK (Ant. Feder.), nato in Liegi nel 1753, fu dalla prima età in
Italia, e studiò musica nel conservatorio di Napoli sotto il famoso
Sala. Chiamato in Londra a comporre per teatro, scrisse il _Demetrio_ e
ne ottenne il posto di soprintendente della musica del principe di
Galles. Sul principio della rivoluzione venne a Parigi, ove diè molte
opere che ottennero gran successo sul teatro. Finalmente compose pel
_teatro delle arti_ la musica della _Selva di Brama_, dramma in 4 atti,
nella quale impiegò tutta la sua attenzione credendo di potervi
compitamente stabilire la sua riputazione, quando dopo otto mesi di
fatiche e di sollecitudini, venne a sapere che la sua musica non si era
ricevuta che a _correzione_, il che fu per lui un colpo di morte.
Gresnick fu rapito all'arte nel 1799, all'età di 47 anni. Nelle sue
opere si trova facilità, purità, correzione, una cantilena piacevole, e
molta grazia negli accompagnamenti.
GRETRY (Andrea-Ernesto), nato a Liegi nel 1741, a 4 anni di sua età era
già sensibile al ritmo musicale, e poco mancò che questo primo istinto
non gli costasse la vita. Era egli solo: il bollimento, che facevasi in
una pentola di ferro, fissò la sua attenzione; al rumore di questa
specie di tamburo cominciò a dansarvi attorno; volle poi vedere come
operavasi nel vaso quel moto periodico, e lo voltò sossopra in un fuoco
di carbone fossile ardentissimo. L'esplosione fu così forte ch'egli
cadde a terra soffocato e scottato quasi tutto nella persona.
Quest'accidente gli rese poi per sempre la vista debole. Nel 1759,
lasciò la patria per portarsi in Roma affinchè si perfezionasse nella
musica, e ne ebbe gl'insegnamenti da più maestri, ma _Casali_ è il solo
che egli come tal riconosce. In Roma aveva già egli fatto sentire alcune
sue scene italiane e sinfonie, allorchè gl'impresarj del teatro
d'Alberti gl'incaricarono di porre in musica due intermezzi, le
_Vendemmiatrici_. Il successo che vi ottenne all'entrar di quella
carriera fu un felice presagio di tutti quelli ch'egli ha di poi
ottenuto. In mezzo alle infinite e strepitose attestazioni che ne
ricevette, lusingollo maggiormente la nuova, che Piccini aveva approvata
in pubblico la sua musica, aggiungendo: _Principalmente perchè egli non
va per la via comune_. Così ben accolto, applaudito nella capitale
dell'Italia, che ben può dirsi la città della musica, Gretry vi
proseguiva i suoi travagli e i suoi studj, allorquando fu invitato a
portarsi in Francia, dove per un'infinità di opere buffe da lui scritte
dal 1769 sino al 1797, si ha stabilito a ragione un nome illustre in
questa carriera. “Tutte le sue opere lo han posto nel primo rango de'
compositori di questo genere, dice M. Fayolle; come Pergolese si è
prefisso di prendere la declamazione per tipo dell'espression musicale.
Quando i critici lo hanno accusato di difetti contro l'armonia, _So
bene_, egli ha risposto, _di averne fatti alle volte, ma io voglio
farne. La verità di espressione_ è in fatti l'idolo di M. Gretry.” Nel
1790 egli pubblicò in Parigi, _Mémoires ou Essais sur la musique_, un
vol. in 8vo, di cui il Governo ne ha data una nuova edizione nel 1793 in
tre vol. in 8vo. Il primo contiene la vita musicale dell'A., ed alcune
osservazioni sulle opere, che sono molto giovevoli a' giovani
compositori. Gli altri due tomi si raggirano sulla morale, sulla
metafisica, e la più parte delle sue vedute sono di un uomo d'ingegno e
di un filosofo. Nel 1802, Gretry diè al pubblico, _Méthode simple pour
apprendre à préluder en peu de tems avec toutes les ressources de
l'armonie_. Mercè siffatto metodo, in meno di tre mesi una nipote
dell'A., in età di 15 anni, sapendo appena legger le note, con
pochissima cognizione della posizione delle mani sul cembalo, ha
compreso e messo in pratica il sistema dell'armonia, sino a destar
maraviglia agli stessi compositori. M. Gretry viveva tuttora nel 1813, e
si occupava alla pubblicazione di un'altra opera, che ha per titolo:
_Reflexions d'un solitaire_, di cui ne aveva già compito il sesto tomo,
e nella quale tratta egli delle arti in generale, ed in ispezialità
della musica. All'ingresso del teatro dell'opera comica in Parigi si è
eretta la statua di questo grand'uomo in marmo bianco, e M. Simon ne ha
incisa l'immagine. _Non senza un'estrema soddisfazione_, dice egli
stesso ne' suoi Saggi sulla musica, _mentre io dimorava in Roma, venni a
sapere da molti musici provetti, che la mia taglia, la mia fisonomia
faceva per la rassomiglianza rammentar loro Pergolese_. Carpani dopo
aver formata una galleria, nella quale paragona i più rinomati
compositori ai grandi pittori, “anche in musica, egli dice, vi sono i
suoi _manieristi_, e non senza merito. A capo di essi potete pure
liberamente collocare il _Gretrì_, e dopo di lui quasi tutt'i giovani
compositori italiani e tedeschi de' nostri giorni, e tutt'i francesi
d'ogni età.”
GRIMM (Feder. barone di), consigliere di stato dell'imperator delle
Russie, morto a Gotha nel 1807, era nato a Ratisbona l'anno 1723. Dopo
avere terminati i suoi studj accompagnò in Parigi il conte di
Schombergh, ministro del re di Polonia, ove diessi tutto allo studio
delle belle lettere, e divenne assai famigliare di Voltaire, di
Helvezio, di Diderot, d'Alembert e del barone d'Holbach. Per più anni
mantenne un commercio letterario con molti principi dell'Europa, e
ricevette de' contrassegni molto distinti di stima dal gran Federico, da
Caterina II, da Gustavo III, a da Ernesto duca di Saxe-Gotha, che nel
1772 lo nominò suo ministro presso la corte di Francia, ed allorquando i
furori della rivoluzione l'obbligarono, come gli altri ministri, a
lasciar Parigi, gli offrì nella sua corte un onorevole asilo. Grimm era
un amatore filosofo della musica, e più opere intorno alla medesima
abbiamo di lui pregevolissime. 1. _Lettre sur l'opera d'Omphale_, in
8vo, Paris 1752, che contiene delle riflessioni di buon senso sulla
musica drammatica, onde con ragione vien lodata da Rousseau, e da
Arteaga (_Dict. art Duo, e Rivol. t. 1_). 2. _Lettre à M. Raynal, sur
les remarques au sujet de sa lettre sur Omphale_, nel Mercurio dello
stesso anno. 3. _Le petit prophète_ in 8vo 1753. Quest'operetta fece
allora molto fracasso, perchè metteva in ridicolo la musica francese: si
trova ancora nel t. 2 dell'Opere di Rousseau dell'edizione di Neufchatel
1764, e fassi leggere con piacere. 3. _L'Almanach historique et
chronologique de tous les spectacles de Paris_, in 12º dal 1762, sino
all'anno 1789. Arteaga a lui attribuisce in oltre: _Discours sur le
poème lirique_ (_loc. cit. p. 58_).
GRISELINI (Francesco), di più Accademie scientifiche, e Società
economiche di Europa, e Segretario di quella di Milano, è autore di un
_Dizionario delle arti, e de' mestieri_, ch'è stato continuato dall'ab.
_Marco Fassadoni_, Venezia 1768, tom. 10 in 4º. “Il celebre compositore
di questo Dizionario, generoso campione dell'umanità, non contento di
giovare in altri modi al pubblico bene, ha voluto illustrare la nostra
Italia, presentandole l'opera suddetta.” Quest'è l'elogio, che ne han
fatto gli autori dell'_Estratto della Letteratura Europea_. Nel tomo
nono si tratta a lungo della musica secondo tutte le sue divisioni con
somma erudizione, con giudiziosa scelta, e con buoni precetti intorno
alla teoria ed alla pratica.
GROSLEY, nato a Troyes nel 1718, e quivi morto nel 1785. La sua opera
_Observations sur l'Italie et les Italiens, par deux gentilhommes
svédois_, contiene l'istoria della musica, e più materiali intorno a'
moderni musici di quel paese, nel 1766 se n'è fatta una traduzione
tedesca a Lipsia, d'onde il maestro Hiller ne ha tratta la storia della
musica per il 2º tomo de' suoi annali.
GRUBER (Giov. Sigismondo), figlio di Giorgio Gruber cel. maestro di
cappella a Nuremberg, morto nel 1765; era quivi dottore in dritto e nel
1783, pubblicò in tedesco: _Letteratura della musica_, ovvero
_Istruzione per conoscere i migliori libri di musica_, in 8vo. Egli vi
ha classificate le opere secondo le materie che trattano: non è che un
Saggio ancora molto imperfetto. Nel 1785 diè ancora alla luce in
Nuremberga _Beytræge_ ec., o _Catalogo alfabetico degli autori di
musica_ ove trovansi delle opere rare: e finalmente nel 1786, pubblicò a
Francfort e a Lipsia la _Biografia de' più celebri musici_.

GUADAGNI (Gaetano), cav. della Croce di S. Marco, e cantante di
contralto celebre per i suoi talenti e la sua liberalità non comune a
questa specie di semiuomini, era di Padova. In Italia, in Francia, e nel
1766, in Londra, colla sua particolare abilità nel recitativo e
nell'azione diè a divedere a qual grado di perfezione erasi levata
allora nell'uno e nell'altro genere la sua nazione. L'elettrice di
Sassonia M. Antonietta molto intendente, e compositrice di musica,
conosciuto avendolo in Verona nel 1770, seco il condusse a Monaco, dove
Massimiliano Giuseppe lo prese al suo servigio e gli accordò il più gran
favore sino alla morte: nel 1776 Guadagni venne a Potsdam, e Federico II
dopo averlo sentito donogli una scatola d'oro guernita di diamanti, la
più ricca ch'egli abbia mai regalata. Tornò quindi in sua patria, e vi
fu cantore nella cel. chiesa di S. Antonio coll'onorario di 400 ducati,
per cantar solo nelle quattro gran feste dell'anno. Egli viveva ancora
nel 1790, era assai ricco, ma usava con isplendidezza de' suoi beni; più
tratti citansi onorevoli della sua beneficenza e generosità. Quei che
l'hanno inteso assicurano, ch'egli era il primo nel suo genere, sì per
la sua avvenenza, come per il gusto, l'espressione e l'azione nel suo
canto.
GUARDUCCI (Tommaso), di Montefiascone, uno de' primi cantanti d'Italia
per l'espressione, e uno de' migliori allievi del Bernacchi, e fecesi
ammirare su i teatri più rinomati italiani e su quello di Londra verso
la medietà del p. p. secolo. Nel 1770 lasciò interamente il teatro per
vivere nel seno della sua famiglia, passando l'inverno in Firenze, e
l'està a Montefiascone, ove possedeva una casina in campagna riccamente
addobbata.
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