Parassiti: Commedia in tre atti - 04

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No!... Io sono il commend.re don Gennaro Gaudenzi... (_sottolineando
le parole_). Il Sindaco... il Prefetto... mi conoscono bene... (_con
superbia, ma gioviale_). E, senza andar tanto in su, domandatene al
vostro capo, al quale, per mia influenza, è stata data la Esattoria
Comunale... E voi... che siete un usciere di quella Esattoria... non
sapete chi sia... il comm.re don Gennaro Gaudenzi?
USCIERE
(_diventando umile e confuso_) — Ah!... Lei è... Don Gennaro, il
Commendatore... (_ai due uomini, che lasciano andar Marianna_).
Lasciatela!... (_a Gaudenzi_). Scusi... Non sapevo... A noi... ci
comandano... e...
GAUDENZI
(_bonario_) — E voi obbedite!... È giusto... ma c'è equivoco...
Vediamo... (_prende il foglio di mano dall'Usciere, e legge_) «Tassa di
famiglia del 1897... ottantadue lire....» (_ridendo_). Ah!... ah!...
Passerò io all'Esattoria... Andate pure.... (_fa per restituire la
carta_).
USCIERE
(_imbarazzato_) — Ma io devo consegnare...
GAUDENZI
(_indicando la carta_) — Eh, avete questa sola, oggi?
USCIERE
(_mostrando il pacco_) — Ne ho settanta!... C'è da camminare per una
settimana.
GAUDENZI
Bene... mettete questa... in fondo... (_gli toglie di mano il pacco,
mette la carta per ultima; e, poi, lo restituisce_). Così, prima di
tornar a destinazione, sarà annullata.
USCIERE
(_interdetto_) — Ma...
GAUDENZI
Capisco... il vostro disturbo... (_alla moglie, che eseguisce_).
Dagli due lire... (_all'Usciere_). E se avete bisogno di qualche
raccomandazione, venite pure a trovarmi.
USCIERE
(_confuso_) — Grazie, signor Commendatore... (_a Amalia, per
andarsene_). Scusi, signora!... (_a Marianna_). Scusate anche voi,
bella ragazza!... (_saluta con ossequio esagerato, imitato dai due
uomini, ed esce_).
MARIANNA
(_accompagnandoli alla porta: — tra sè_) — Sì, sì!... Basta che non ci
rivediamo più!
GAUDENZI
(_trionfante, a Marianna_) — Hai visto?!
MARIANNA
L'ha voltato... da così a così!... (_gesto analogo a Amalia, con
entusiasmo_). Non c'è che il padrone per mettere tutti a posto!...
(_ride_). Bravo!
GAUDENZI
Ora che hai visto come si pagano le tasse, va a scaldarmi il caffè.
MARIANNA
Subito!... Oh, come l'ha intontito! (_via, ridendo, dal fondo_).

SCENA TERZA.
Gaudenzi _e_ Amalia.
AMALIA
(_seria, agitata_) — Tu ridi... di queste cose... e io ne sono ancora
tutta sconvolta!
GAUDENZI
Ti agiti per un sequestro... evitato!... Eh, via!... Non è il primo!
AMALIA
È proprio questo che m'inquieta... Non si è sicuri nemmeno di salvare
questi quattro stracci... (_indicando i mobili_) che ci son costati
tante pene.
GAUDENZI
Oh, Dio!... È la vicenda di tutti coloro che non hanno rendite fisse.
AMALIA
(_con calore_) — Questa però l'hai proprio voluta tu!
GAUDENZI
Io!?... Come!
AMALIA
Non hai impiego... non guadagni nulla!... Perchè vuoi pagare la tassa
di famiglia?
GAUDENZI
Perchè... si paga in ragione di quello che si spende...
AMALIA
E noi spendiamo diecimila lire all'anno!?
GAUDENZI
Ma posso io andare, su, in Municipio, a gridare: «Io non guadagno un
soldo!... Non spendo del mio!... Sono un pezzente in _redingote_ e
cilindro!... Esentatemi dalla tassa di famiglia»?!
AMALIA
(_di malumore_) — No; ma puoi dire: «riducetela al minimo: quattordici
lire... perchè non posso pagare di più!»
GAUDENZI
Peggio che andar di notte!... (_sottolineando le parole_). A cantar
miseria, scappano tutti!... Anzi, quando parlai di questa _tassa_ con
l'Assessore, gli dissi, ridendo: «io dovrei denunziare trentamila lire
di guadagno; ma la verità mi costerebbe troppo»; e lui, sorridendo,
m'ha risposto: «dite una bugia e vi tasseremo per la metà»... E la
bugia l'ho detta... (_ride_) ma a rovescio.
AMALIA
Pagare una _tassa_ che non si deve... per farsi credere ricchi... è una
vera pazzia!
GAUDENZI
Non è pazzia: è saggezza... politica!... Nessun
avvocato-commendatore... paga meno!
AMALIA
(_scattando_) — Ma tu non sei nè commendatore, nè avvocato!
GAUDENZI
(_bonario_) — Se anche tu lo gridassi sui tetti... nessuno ti
crederebbe!... (_ride_). Sono oramai venti anni che tutti mi chiamano
«l'Avvocato-commendatore Gennaro Gaudenzi»!... Possesso... vale
titolo!... In somma, tu non hai voluto capire che questa polvere negli
occhi della gente... questa apparenza di agiatezza... (_dando uno
sguardo attorno_) ci sono necessarj per guadagnare da vivere... Se
son riuscito a combinare cento affari utili... e tenermi a galla... è
perchè _sembro_... qualche cosa... e rappresento uno degli ingranaggi
indispensabili di questa grande macchina sociale, che ha per forza
motrice il tornaconto dei singoli individui... Chi s'ingegna... vive!
AMALIA
Ma, per ingegnarti... come tu dici... osi troppo... e io sto in
continua paura.
GAUDENZI
Paura di che!... Rubo, forse?... Faccio del male alla gente?... Oh,
Dio!, dico qualche bugia... per far piacere agli altri... senza nuocere
a me... e, più spesso, per far piacere a me... senza nuocere agli
altri... È la mia specialità... In altri tempi, un uomo come me... col
mio ingegno pronto e gioviale... sarebbe diventato, in una Corte, il
braccio destro di qualche Principe... o di qualche Cardinale... Ma i
Principi... e le Principesse dell'oggi... che vuoi farci?... sono i
tenori... le prime-donne... e gli uomini politici... e bisogna bene
adattarsi a questi nuovi potentati... Per lo più... è vero... sono
tutt'altro che munificenti: però, ogni tanto, uno su cento... se ne
trova.
AMALIA
(_timidamente_) — A me... quelli che fanno terrore sono i _Comitati_
per feste di beneficenza nei quali ti metti... I giornali ti accusano
sempre d'imbrogliar i conti... per farti la tua parte.
GAUDENZI
E io li lascio strillare!... È il loro mestiere, e continuo a fare il
mio!... Del resto, le spese sono tutte controllate, e i miei conti
tornano sempre... Non pretenderai, già, che... oltre il tempo e la
fatica... ci rimetta di saccoccia!?
AMALIA
(_sorridendo_) — Non ti sarebbe possibile!
GAUDENZI
Precisamente!... Sono un galantuomo, io!
AMALIA
(_c. s._) — In sostanza, un interesse ce l'hai!
GAUDENZI
(_con calore_) — Tutti quelli che prendono una iniziativa... hanno un
interesse: è la molla della società... cioè, d'ogni progresso civile...
Che importa se uno ha lavorato per la croce di cavaliere, e l'altro
per guadagnar mille lire... quando il loro lavoro ha fruttato centomila
lire agl'infelici!... Ti pare più onesto lasciarli... morir d'inedia...
aspettando l'iniziativa dei disinteressati?... (_con enfasi comica_)
Oh, i Comitati di beneficenza!... Il tutto per uno... e l'uno per
tutti in azione... Ecco la vera trovata umanitaria del nostro secolo,
che ritarda la rivoluzione sociale!... (_mutando tono: — con grande
sincerità e naturalezza_). Il male si è che adesso non abbiamo in
vista nessuna grande sciagura da soccorrere... e che siamo in troppi ad
apprezzare il valore di questa trovata!
AMALIA
(_sorridendo: — per rientrare nella sua stanza_) — Hai una risposta
a tutto... Basta!... Io rimpiango sempre il bel tempo in cui eri
segretario comunale al mio paese.
GAUDENZI
Con 110.96... di stipendio!
AMALIA
Per noi, bastavano... Come eravamo tranquilli, allora!
GAUDENZI
La tranquillità della noja!... Dopo aver cantato sulle prime scene del
mondo... i _comprimarj_... sì... ma quando i _comprimarj_ valevano
dieci _tenori-primi_ d'oggigiorno: dopo aver fatto l'Impresario in
cento teatri: dopo una vita così mossa... anche a me... quel posto,
in un cantuccio, era piaciuto, perchè avevo bisogno di riposo... Ma
poi!... E quando i figliuoli divennero grandi... bisognava pur pensare
alla loro educazione... cosa impossibile in un villaggio!
AMALIA
Eh, li avremmo educati alla meglio!
GAUDENZI
(_con orgoglio_) — Quanto dire che il tuo Alfredo non sarebbe oggi
avvocato... perchè lui ce l'ha proprio la laurea!
AMALIA
Che gli giova, se non guadagna nulla... e vive alle spalle della moglie!
GAUDENZI
Finirà per guadagnare!... D'ingegno non manca... (_con orgoglio
paterno_). Tutto suo padre!
AMALIA
Ma non ha il tuo carattere... Fa soffrire la povera Ida!
GAUDENZI
È lei che è isterica!... Una sarta, che ha avuto la fortuna di sposare
un avvocato... dovrebbe chiamarsi superba di fare dei sacrificj per
lui... Quando Alfredo sarà un luminare del foro...
AMALIA
(_lusingata dall'amor proprio di madre_) — Tu credi che arriverà a
qualche cosa?
GAUDENZI
(_con calore e convinzione_) — Alfredo!... A trent'anni, sarà
deputato... e, poi, chi sa che non lo vediamo ministro?
AMALIA
(_poco persuasa_) — Basterebbe che avesse un piccolo impiego...
GAUDENZI
E Rina, senza la tua smania di darle marito, che artista
diventerebbe!... Tra un mese, avrà il suo bravo diploma di
_pianista_... È la miglior alunna uscita dalla scuola dello Sgambati...
E non son io che lo dico!
AMALIA
Sì... ma non trova lezioni.
GAUDENZI
Le lezioni verranno!
AMALIA
Tu... t'illudi sempre!
GAUDENZI
E tu... vedi tutto nero... Dio, che donna!... Ad ascoltarti, si
perderebbe ogni coraggio!... (_con calore_). La vita è una lotta
continua; e... come alla guerra... è inutile dar battaglia, se non si
ha fede nella vittoria!

SCENA QUARTA.
Marianna _e_ detti.
MARIANNA
(_sulla porta del fondo_) — La colazione è pronta!
GAUDENZI
Oh, brava!... (_per andarsene_). Ci sono i crostini col burro?
MARIANNA
Arrostiti... come piacciono a lei.
GAUDENZI
Benissimo!... (_a Amalia_) Fin tanto che, la mattina, c'è caffè...
burro... e crostini... la vita non è così brutta, come si crede!...
(_via, dal fondo_).
MARIANNA
(_ridendo_) — Sempre allegro il padrone! (_per seguirlo_).
AMALIA
(_seria_) — Aspetta!... A che ora è uscita Rina?
MARIANNA
Alle sette.
AMALIA
Sola?
MARIANNA
No... Con la figlia della vicina.
AMALIA
(_di malumore_) — Bice?
MARIANNA
Sì, signora!
AMALIA
(_c. s._) — Dove sono andate?
MARIANNA
(_incredula_) — Hanno detto che andavano al Liceo.
AMALIA
(_c. s._) — Sta bene!... (_mutando tono_). Devi far la spesa...
MARIANNA
(_con disappunto_) — Ora?... Ma se devo servire il signore...
AMALIA
(_sottolineando le parole_) — Non ha bisogno di nulla!... Se chiamerà,
anderò io!
MARIANNA
Che devo prendere?
AMALIA
Il solito!... (_le dà dei danari_). Mezzo chilo di carne... della
verdura... un po' di frutti... e quello che ti serve in cucina.
MARIANNA
(_c. s._) — Non mi serve nulla!
AMALIA
Tanto meglio!... E fa presto!
MARIANNA
(_per uscire, a destra, dalla comune, dopo che ha aperto_) — Sua
nuora... (_via_).

SCENA QUINTA.
Amalia _e_ Ida.
IDA
(_entra in iscena molto agitata, — È vestita elegantemente, con gusto
semplice e severo_).
AMALIA
Oh, Ida!... Brava!... È una settimana che non ti si vede e che non mi
porti il bambino... (_accorgendosi che Ida ha la faccia sconvolta e che
non l'abbraccia_). Ebbene... che hai?
IDA
Ho che... questa volta... sono decisa!
AMALIA
A che cosa?
IDA
A non volerne più sapere di suo figlio!
AMALIA
Via!... Un'altra scenata fra voi... Ho capito!... Ma ne avete avute
tante... e, poi, grazie a Dio... com'era naturale...
IDA
Questa volta... non sarà come le altre volte!
AMALIA
Ma... che è accaduto?
IDA
Due settimane fa avevo riscosso circa trecento lire, che tenevo in
serbo per pagar oggi la pigione... Ebbene, Alfredo me le ha portate
via...
AMALIA
Cioè...
IDA
Cioè... niente!... È riuscito... per caso... a sapere dove le avevo
messe, e le ha prese.
AMALIA
Oh!
IDA
Quando me ne sono accorta... può immaginare!... Ma lei sa com'egli sia
prepotente... Ha cominciato col dire che il padrone di casa è lui... e
che lui ne aveva avuto bisogno per prestarle a un amico... per salvarlo
da un colpo di testa... giurando e spergiurando... che... tra cinque
o sei giorni... le avrebbe riavute... e me le avrebbe ridate per la
pigione... I cinque... o sei giorni... son passati due volte... e oggi
io devo pagare... altrimenti, il padrone mi fa gli atti... e il mio
commercio è rovinato.
AMALIA
E lui?
IDA
Quando glie n'ho parlato, m'ha fatto una scenata da far correre i
vicini... m'ha coperta d'insulti in presenza di tutti... e, poi, è
uscito di casa... e non s'è più visto!
AMALIA
(_addolorata: — sincera_) — Oh, ma io non sapevo!... Qui, non ha detto
niente...
IDA
Naturale!... È chiaro che vuol romperla con me... perchè capisce che
la cuccagna è finita... Vedrà che non sbaglio!... Avrà qualche idea
in testa!... Oh, se l'ha!... Tanto meglio!... Ho detto che, sta volta,
sono decisa a finirla anch'io!... Dunque, siamo d'accordo!... Lui vada
per la sua strada... io... per la mia!... Quando si fa una vita come
la sua... senza lavorare... ce ne vogliono troppi!... A vivere... io e
il bambino... ci penserò io!... Lui pensi alle sue... _cocottes_... o a
quello che ha per la testa... di nuovo!
AMALIA
Ma che vuoi che abbia!... Vedi, Ida... tu hai ragione... sì, mille
ragioni in fondo... ma quello che ti fa torto... sono quei continui
sospetti... quelle continue gelosie.
IDA
No... no!... Già... lei è sua madre... e... capisco... non può
ammettere che tutti i torti siano suoi... Ma, a parte quello che lei
chiama... «le mie gelosie»... e che sono _fatti_... di cui potrebbero
darle tutti cento prove... oggi... vedrà... c'è qualche cosa di nuovo!
AMALIA
Ma perchè... ma perchè?
IDA
Perchè... per quanto io sia imbecille... ho capito sempre che... per
l'interesse almeno... egli non voleva romperla con me, finora... Altre
volte, m'ha fatto delle scene... ma come questa volta, no!... Dopo
un'ora... per _interesse_ almeno... tornava sempre!... Oggi, no!...
Vuole che le dica?: ha capito ch'io non ne avevo più... e, forse, ha
messo gli occhi addosso a qualche altra... stupida... per offrirle il
mio posto.
AMALIA
Ida, per carità!

SCENA SESTA.
Alfredo _e_ dette.
ALFREDO
(_è vestito con signorile eleganza: — entra gajo; e, vedendo Ida,
diventa di cattivo umore_) — Che fai qui?... Sei venuta a annojare la
mamma con le tue gelosie?
IDA
(_con veemenza nevrotica_) — Sono venuta a dirle la bell'azione che tu
mi hai fatto... dopo tutte le altre!
ALFREDO
E io ti dico che sei una pazza, capisci?
IDA
Una pazza?... Sì, è vero!... Pazza, quando ti ho sposato: pazza, per
sopportarti per due anni... in cui me ne hai fatte vedere di tutti
i colori... Tu non facevi che umiliarmi davanti alla gente... e io
tacevo!... Tu mi lasciavi in casa a lavorare come una martire... e
andavi fuori con le tue amanti... e io piangevo!... Tu pigliavi i miei
danari e ti vergognavi di condurmi in giro con te... perchè io sono
una sarta... e... il gran signore... l'aristocratico... non voleva
incontrarsi con le grandi dame... avendo al braccio quella che vestiva
loro... e lui!... (_con crescente parossismo_). Oh, non lo sapevi
che ero una sarta, quando mi facevi la corte!?... Sì... sì!... Ma...
bada... ora sono guarita dalla mia pazzia.... Sono stanca di questa
vita!... Tu... va dove vuoi... fa quello che ti pare... Io non intendo
di rovinarmi la salute per te!... Quando ero sola, avevo più danaro che
non m'occorresse... Non ho nessun obbligo di mantenerti, io!... Dunque,
separiamoci da buoni amici... Te lo dico, senza collera, davanti a
tua madre... È molto meglio così!... Ti manderò qui la tua roba... e,
agl'impicci miei, ci penserò io!
ALFREDO
(_freddo_) — Se aspetti ch'io venga a cercarti... aspetterai un pezzo!
IDA
(_a Amalia_) — Ha sentito?... È la prima volta, almeno, che siamo
d'accordo!... Meglio così!... A rivederla! (_esce, convulsa_).

SCENA SETTIMA.
Amalia _e_ Alfredo.
AMALIA
(_severa_) — Alfredo, non dovevi trattarla in quel modo!... Ida ha
ragione... E tu, invece d'irritarla, avresti dovuto cercar con lei il
modo di togliervi d'imbarazzo.
ALFREDO
Ma che imbarazzo!... Non avrebbe che a chiedere un acconto a qualche
sua cliente delle più ricche... e tutto sarebbe accomodato!... Fa
così... perchè... perchè sono stato uno sciocco, io, a credere che
una donna volgare come lei... sarebbe stata capace di capire la
nostra condizione!... Che cosa le domando, in fin dei conti?... Le
domando quello che marito e moglie hanno tutto il diritto di esigere
reciprocamente... cioè, di ajutarsi a vicenda.... Ebbene, oggi lei
doveva ajutar me col suo commercio: domani, quando io avrò uno stato,
sarebbe toccato a me...
AMALIA
Va bene... ma, in tanto, capirai!... Ida ha tutti i pesi... e tu...
certe volte... con certe tue relazioni...
ALFREDO
Ah!, scusa... ma, adesso, io non sono più un fanciullo per farmi
delle prediche!... Sono un uomo, perdio!... E, per aprirmi una strada
in società... devo pure assoggettarmi a certe esigenze... a certi
contatti... a certe apparenze...
AMALIA
(_irritata_) — Già... sempre l'apparenza!... Siete fatti così
vojaltri!... (_con rimprovero accentuato_). E non ti basta di chiederle
il danaro per te... anche per gli amici!
ALFREDO
Che amici!?... È una favola!... Il danaro l'ho dato al babbo.
AMALIA
A lui!?... (_con dolore sincero_) Ogni giorno, una brutta novità...
Povera Ida!... Che pasticci!... E si va sempre peggio! (_con
angoscia_).
ALFREDO
Eh via, mamma, non disperarti!... Anzi, è meglio così!... Anzi tutto,
a questo mondo, le posizioni nette sono le preferibili... Con Ida ci
divideremo da buoni amici... Vedrai... Metterò io di mezzo persone che
accomoderanno tutto!... Al punto in cui sono le cose... anche la mia
dignità!... Lei resta libera... e anch'io!... Sono giovane, perdio!...
La gioventù passa presto... e io non voglio... non posso... sciuparla
per una donna... che avrà tutte le belle qualità... non lo nego... ma
che, in somma, non mi capisce.
AMALIA
(_come ricordando le parole di Ida circa il «qualche cosa di nuovo» che
deve aver in mente Alfredo_) — Ah!

SCENA OTTAVA.
Gaudenzi _e_ detti.
GAUDENZI
(_con aria soddisfatta_) — Adesso, sto meglio!... (_vedendo Alfredo_).
Sei qui?
ALFREDO
(_gajo_) — Miss Emma Stower arriva tra un'ora.
GAUDENZI
(_con giubilo_) — Oh, che grande... che eccellente notizia!
ALFREDO
Mi ha telegrafato da Genova... Vado alla stazione... Vieni anche tu...
o ti presento più tardi?
GAUDENZI
(_per entrar nella sua camera e per andare a vestirsi_) — Vengo alla
stazione!
AMALIA
Chi è Miss Stower?
GAUDENZI
Una cantante celebre...
ALFREDO
(_ridendo_)... che non ha mai cantato!
GAUDENZI
È milionaria...
ALFREDO
(_serio_) — Autentica!
AMALIA
Come la conoscete?
GAUDENZI
Ecco: io non l'ho mai vista... eppure, figurati... posso dire di averla
conosciuta... prima che nascesse!
AMALIA
Che indovinello è questo!
GAUDENZI
Te lo spiego subito!... Quando ho cantato in America, in una _tournée_
con la Patti... il _manager_ era, certo signor Jones Stower, il quale
s'innamorò della _seconda donna_... la Favretti... e la sposò... Così
è nata Miss Emma... la quale, rimasta orfana di madre e di padre...
ricca... con quel sangue di teatro italiano e d'iniziativa americana
nelle vene... si mise in capo di venir in Italia a studiare il bel
canto... Siccome il vecchio Stower era sempre rimasto in relazione
d'affari con me per qualche _scrittura_... così... anche per qualche
ricordo che serbava di me la madre... la giovinetta, quando fu al
_Conservatorio_ di Milano, mi scrisse della sua venuta, pregandomi di
procurarle qualche commendatizia.
ALFREDO
Allora, io ero a Milano a far pratica... e mi presentai a lei con una
lettera del babbo... È una signorina molto seria... molto istruita...
una vera americana... E come parla bene italiano!
GAUDENZI
(_si toglie la veste da camera: — Amalia gli dà l'abito: — vestendosi_)
— Sfido, io!... La povera Favretti era una fiorentina puro sangue...
Sicchè, fin da bambina, se Miss Emma volle parlare con sua madre,
bisognò che parlasse italiano... (_a Alfredo_). Dove alloggerà?
ALFREDO
(_mostrando il dispaccio_) — Telegrafa: «Trovatemi piccolo
appartamento».
GAUDENZI
Bisogna cercarlo subito.
ALFREDO
Ma all'albergo... credo... starebbe meglio.
GAUDENZI
(_come colpito da un'idea_) — Ma no!... Si vede che preferisce una casa
privata... magari una pensione di famiglia.
ALFREDO
Sentiremo... e, in tal caso, cercheremo con lei.
GAUDENZI
(_c. s._) — È già trovata!... Portiamola qui.
ALFREDO
(_sorpreso_) — Qui?!
GAUDENZI
Sì!... Le daremo noi alloggio e pensione... spenderà la metà... e...
per noi... sarà una risorsa... (_a Amalia_) Non è vero?
AMALIA
Certo!
GAUDENZI
(_gajo_) — Dodici... o quindici... lirette al giorno... potrà sempre
pagarle.
ALFREDO
Qui!?... Dove la metti?
GAUDENZI
Nella camera di Rina... È bellissima... ha il suo gabinetto da
_toilette_... Le daremo anche il salottino da lavoro... questa sala...
AMALIA
(_approva col capo_).
ALFREDO
(_ridendo_) — Tutta la casa!
GAUDENZI
(_serio_) — Purchè vengano danari!
AMALIA
(_con vivacità_) — Sì... sì!
ALFREDO
(_per nulla persuaso_) — Rina... non vorrà... e, poi, no... no!... È
più libera all'albergo... La tua idea non mi va!
GAUDENZI
Eppure, ha il suo lato buono...
ALFREDO
(_ridendo_) — Per te!
GAUDENZI
(_con intenzione_) — Per tutti!... Appena fiuteranno la milionaria...
cento parassiti le si metteranno dattorno... All'albergo, ti sarà
impossibile di sottrarla alla influenza dei soliti sfruttatori...
(_rincalzando_) Qui... conoscerà solo le persone presentate da noi...
(_sottolineando le parole_) i nostri amici...
ALFREDO
(_che ha riflettuto_) — Hai ragione!
AMALIA
Ecco Rina!

SCENA NONA.
Rina, Bice _e_ detti.
RINA
(_è vestita in elegante «toilette» primaverile: — entra in iscena
tenendo sotto il braccio Bice, che veste più modestamente, ma non
senza eleganza: — corre da Gaudenzi e lo bacia con gajezza_) — Buon
giorno!... (_saluti tra Bice e gli altri_).
GAUDENZI
Giungi a proposito... Ho bisogno...
RINA
(_ridendo_) — Di quattrini?... Anch'io, babbo!... Devo comperar della
musica.
GAUDENZI
A questo ci penseremo!... Ora, si tratta di cose serie.
RINA
(_gaja_) — Più serie di Beethoven?
GAUDENZI
Ho bisogno di... regalarti un bell'abito nuovo per il giorno degli
esami.
RINA
(_con entusiasmo_) — Oh, che splendida idea!... Ma dici sul serio!...
Hai vinto al lotto?
GAUDENZI
No!... ma, in cambio dell'abito, io voglio...
RINA
(_c. s._) — Ahi!... ahi!... Che cosa?
GAUDENZI
La tua camera... per qualche settimana.
RINA
(_facendosi seria_) — Per che farne?
GAUDENZI
Per affittarla...
RINA
(_ridendo_) — A un altro principe russo... che, poi, mi sposerà... come
quello dell'anno scorso?
GAUDENZI
No!... A una signora.
RINA
(_con grande vivacità_) — A una donna?... No... no... mai... mai!
GAUDENZI
Americana... molto ricca.
RINA
(_c. s._) — Donne?... No... ti ripeto!... (_a Amalia_). Lo senti,
mamma?... Vuol mettere in casa delle donne!
AMALIA
Se è una signora per bene...
RINA
(_risoluta_) — Per bene... o per male... donne, no! (_per entrar nella
sua camera_).
GAUDENZI
(_impazientito_) — Senti, Rina...
RINA
(_c. s._) — No... no!
ALFREDO
(_a Gaudenzi_) — Te l'ho detto, io!... (_con occhiata d'intelligenza a
Rina, non continuando il proprio pensiero_).
RINA
(_a Alfredo_) — Che hai detto, tu?
ALFREDO
Che avresti detto di no!
RINA
(_fredda e asciutta_) — Ci voleva poco ingegno a indovinare!
ALFREDO
(_c. s._) — Del resto, ero contrario anch'io!
RINA
(_sorpresa_) — Perchè?
ALFREDO
Perchè starà meglio all'albergo... (_a Gaudenzi_). Andiamo...?
(_azione. — Alfredo vorrebbe andarsene: — Gaudenzi indugia, sperando di
persuadere Rina: — Rina è titubante, desiderosa di contrariar Alfredo:
— Bice la invita, con lo sguardo, a resistere; Amalia a cedere_).
RINA
(_a Gaudenzi_) — Che signora è?
GAUDENZI
Una celebre cantante americana, che esordirà all'_Argentina_.
RINA
(_c. s._) — Ti preme assai di darle alloggio in casa?
GAUDENZI
Sì!
RINA
È giovane!
GAUDENZI
Giovane... simpatica... Sarà per te una buona amica... L'accompagnerai
al pianoforte... le farai veder Roma... e lei ti condurrà a teatro.
RINA
(_a Amalia_) — Mamma, che ne dici?
AMALIA
Io sono contenta.
ALFREDO
(_per andarsene_) — E io la conduco all'albergo...
RINA
(_a Alfredo_) — Un momento!... Lasciami riflettere.
ALFREDO
Sta a vedere adesso, che, per far dispetto a me, glie la dài la camera!
RINA
Non per far dispetto a te... ma per far piacere agli altri.
GAUDENZI
(_con gioja_) — Davvero?
RINA
(_risoluta_) — Sì!... Prendila pure... Io dormirò nel camerino giù in
fondo... ma ricordati la promessa...
GAUDENZI
Promessa è debito...
RINA
(_ridendo_) — Ahi!... Allora...
GAUDENZI
(_gajo_) — Birichina!... (_a Amalia_). Dammi il cappello... e il
bastone.
ALFREDO
(_guardando l'ora_) — Si fa tardi...
GAUDENZI
Eccomi! (_per andar via con Alfredo_).
AMALIA
(_a Rina_) — Noi andiamo a preparar la camera.
RINA
(_a Bice_) — Vieni anche tu... Mi ajuterai a portar via la roba...
(_Amalia, Bice e Mina escono dalla seconda porta a sinistra: — Alfredo
e Gaudenzi si avviano per la porta di destra: — sulla soglia, Naldini
li ferma_).

SCENA DECIMA.
Naldini, Gaudenzi, Alfredo.
NALDINI
(_sulla soglia_) — Alto là!
GAUDENZI
Che c'è?
NALDINI
(_entrando trionfante_) — Una grande notizia!
GAUDENZI
(_con giubilo_) — Un'altra!?
NALDINI
(_con orgoglio e con gioja_) — Un terremoto autentico... duecento case
crollate... seimila persone senza tetto... parecchie vittime... Non
manca nulla!
GAUDENZI
È sicura?
NALDINI
(_c. s._) — Per quanto provvenga dalla _Stefani_, è proprio vera!... Ne
ho avuto la conferma al Ministero degl'Interni... (_mostra il foglietto
volante_).
GAUDENZI
Allora, bisogna provvedere...
NALDINI
E subito!
ALFREDO
(_impaziente_) — Il treno arriva... Andiamo!
NALDINI
(_sorpreso, a Gaudenzi_) — Uscite?
GAUDENZI
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