Parassiti: Commedia in tre atti - 08

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RINA
Perchè sapevo bene che avrebbe presto finito col _chinare il capo_!...
Ah, ah!... (_ride_). Ma se lui... china il capo dinanzi a suo padre...
non posso... non voglio... chinarlo io... dinanzi alle buone amiche...
che, dopo quella rottura delle mie nozze... mi capisci!... Oh, dovessi
andar non so dove... non voglio... non posso più vedermi a Roma...
dove, adesso, dopo quello scandalo, non troverei più certamente un cane
che mi sposasse!
AMALIA
Oh, per questo!
RINA
Già... aspettando chissà fin quando!... E sposandomi a un uomo che mi
sarebbe indifferente, dopo aver dato ignobilmente la caccia a cento
altri!... (_con crescente esaltazione_). E vorreste obbligarmi a vivere
in un Inferno simile... mentre... con l'arte che mi avete dato... posso
andar lontano... e guadagnarmi la vita onoratamente!
AMALIA
(_con calore_) — Onoratamente... girare il mondo con un uomo?
RINA
(_esaltata_) — Sì... con un uomo!... Ma sta bene attenta alle mie
parole, perchè non sono più una bambina!... Con un uomo... col quale
correrò soltanto i pericoli che vorrò correre!
AMALIA
(_con ischianto_). Sia pure... ma la gente!
RINA
(_con ironia_) — Oh, la gente!... Credi che... se resto... mi
rispetteranno di più?... E che in Roma... oggi... siano in molti pronti
a metter la mano sul fuoco per la mia onestà?
AMALIA
(_con calore_). Ma la tua coscienza...
RINA
(_sempre esaltata: — con cinismo e con ironia_) — La mia coscienza...
me la porto in giro con me!... Mi servirà sempre... se vorrò
servirmene!
AMALIA
(_protestando, scandalizzata_) — Oh, Rina!
GAUDENZI
(_intervenendo_) — Sicchè... la conclusione?
RINA
La conclusione è semplice: Oswaigiaski... uno dei più illustri artisti
del mondo... m'offre di fare una grande... «tournée» artistica: assume
lui tutte le spese di viaggio... alberghi, _eccetera_... e dividerà con
me gli utili dei _concerti_... Non rischio nulla... e ciò mi assicura
due o tre anni, forse, di vita deliziosa... Vedrò le principali città
d'Europa... avrò una parte degli applausi dati a lui... e tornerò,
spero, con un nome celebre... e con un po' di danaro in tasca... È
possibile esitare... discutere?... (_a Gaudenzi_). Rispondi come se si
trattasse di _un'altra_... L'affare è buono... sì o no?
GAUDENZI
(_convinto_) — Non posso negarlo: è buono... Ma come possiamo lasciarti
partire... così sola?
RINA
È questo soltanto che ti spiace?
GAUDENZI
(_cominciando a tradire il proprio pensiero_) — Ecco...
RINA
(_penetrando nell'anima del padre_) — Ebbene... vieni anche tu!
GAUDENZI
(_fingendo grande maraviglia_) — Io!?
RINA
(_c. s._) — Sì... Farai da segretario della «tournée».
GAUDENZI
(_c. s._) — E la mamma?
RINA
(_pronta_) — La mamma... andrà a stare con Ida... Si occuperà del
bambino... che adora... (_a Amalia_). Non è vero?
AMALIA
(_quasi sedotta anche lei dalla proposta; ma esitante_) — Se tuo padre
ti accompagna...
RINA
(_gaja_) — Ma sì: è deciso!... (_a Gaudenzi_) Prepara anche tu i bauli.
GAUDENZI
(_fingendo resistenza_) — Non è deciso nulla!... Perchè... se anche
cedessi... per farti piacere... e per evitare la cattiva impressione di
vederti partir sola... che direbbe Oswaigiaski... di questo aumento di
spesa?
RINA
Oswaigiaski, sinora, non s'è mostrato difficile... Del resto, lo
sapremo subito.
GAUDENZI
(_agitato, tra la speranza di partire e il timore di un rifiuto_). In
che modo?
RINA
Deve venire per fissar la partenza.... Gli farò la proposta.
GAUDENZI
(_c. s._) — E se rifiuta?
RINA
Allora, non parto neppur io!
GAUDENZI
(_con moto di gioja, che non riesce a frenare_) — Davvero?
RINA
(_sorridendo, come chi è sicura del fatto suo_) — Te lo prometto.
GAUDENZI
(_esultante_) — Ecco come risponde una figlia di cuore!

SCENA SESTA.
Naldini _e_ detti.
GAUDENZI
(_a Naldini, che entra ansioso_) — E così?
NALDINI
E così... non avrei mai creduto che quella mummia incartapecorita
avesse tanta energia nella collera!... Quante me ne ha dette!
GAUDENZI
E la conclusione?
NALDINI
Il suo _ultimatum_ è questo: pagherà lui le spese... dirò così... di
amministrazione... per diminuire il passivo di duemila lire...
GAUDENZI
(_sorpreso_) — Oh, davvero!?... Non lo credevo tanto splendido!
NALDINI
(_esitante, imbarazzato_) — Ma a una condizione...
GAUDENZI
Quale?
NALDINI
(_c. s._) — Vuole le nostre dimissioni...
GAUDENZI
(_con collera_) — Cacciáti... noi... dal _Comitato_ che abbiamo creato?!
NALDINI
Dimessi... caro Commendatore... dimessi soltanto... e volontariamente.
GAUDENZI
Fa lo stesso!... È un insulto che respingo... Dimettersi oggi...
dopo gli attacchi dei giornali... sarebbe lo stesso che confessarsi
colpevoli... (_con forza_) No... no!
NALDINI
(_con comica allegria, perchè sa che Gaudenzi non è uomo da accettare
una simile soluzione_) — Dunque, il Principe si tenga le duemila
lire... (_per andarsene_).
GAUDENZI
(_subito, fermandolo_) — Un momento!... Mi lasci riflettere... Capirà
che con duemila lire non si scherza!

SCENA ULTIMA.
Marianna _e_ detti; _poi_, Oswaigiaski.
MARIANNA
(_dalla comune, annunziando_) — Il signor... il signor... (_cercando il
nome_). Quel signore che suona il violino.
RINA
Avanti... avanti! (_gaja: — tutti ridono_).
OSWAIGIASKI
(_entrando dalla comune: — solenne, ma cordiale_) — Signor
Commendatore... Signora... (_dà loro la mano_). Lieto di vedere tutta
la famiglia... Ebbene, la signorina... (_guardando Rina_) è decisa?...
Si fa questa grande «tournée»?... Quando si parte?
RINA
Tutto dipende da lei!
OSWAIGIASKI
Ma io ho già detto il grande piacere di dare _concerti_ in sua
compagnia... e anche stabilito le condizioni.
RINA
Ma ce n'è una... della quale non si è mai parlato.
OSWAIGIASKI
Dica liberamente...
RINA
Io non posso girare il mondo sola!
OSWAIGIASKI
Oh, capisco!... La mamma viene con lei... Questo si usa molto... Farà
piacere avere la signora Amalia con noi.
RINA
No... La mamma non si muove da Roma.
OSWAIGIASKI
Una cameriera?... Questo... è meno piacevole... (_rassegnato_) Pazienza!
RINA
(_sorridendo_) — No... niente cameriera!
OSWAIGIASKI
(_non capisce: — guardando, sospettoso, Naldini_) — Allora...
RINA
(_ridendo_) — No... neppure Naldini!... Il babbo!
GAUDENZI
(_non potendo frenarsi_) — _Io!_
OSWAIGIASKI
(_sorpreso_) — Il signor Commendatore può lasciar Roma?
RINA
Sì... se lei lo prende per segretario!
OSWAIGIASKI
(_quasi non credendo_) — Oh!, il signor Commendatore... segretario?
RINA
Sì... se lei lo vuole.
OSWAIGIASKI
(_a Gaudenzi_) Questo impiego... troppo piccolo... per lei!
GAUDENZI
(_enfatico_) — Senza dubbio!... Sono stato artista e impresario... ma,
per non lasciar partire sola mia figlia... per star vicino alla mia
creatura...
OSWAIGIASKI
(_imbarazzato_) — E, poi, io ho già un segretario... (_pensando_).
RINA
(_gaja_) — Ne avrà due!... Se accetta... domani si parte.
OSWAIGIASKI
Domani?... (_colpito da un'idea_). Allora... non segretario... cioè...
(_con intenzione_) non peso amministrazione... (_a Rina, lieto della
sua trovata_) Impresario... Questo fa più grande _réclame_!... Tutta
parte morale affare suo!... (_tutti ridono: — Rina abbraccia Amalia
e si congratula con Oswaigiaski, che è lieto e superbo della sua
trovata_).
GAUDENZI
(_a Naldini, con piglio napoleonico, indicando la tavola_). — Si metta
là... e scriva... (_dettando_) «Il commendator Gaudenzi riprende la sua
carriera trionfale d'Impresario, guidando la «tournée» artistica del
celebre Oswaigiaski. Dovendo, perciò, abbandonare Roma domani stesso,
ha l'onore di presentare le proprie dimissioni, in un con quelle del
cavalier Naldini, da membro del _Comitato_, ecc... ecc.» (_raggiante_)
Così le dimissioni non lasciano luogo a sospetti...
NALDINI
(_spaventato_) — Per lei... ma per me?
GAUDENZI
Lei non si faccia vedere per qualche giorno... Lasci detto che è
partito con me: poi, torni... col pretesto di trattare la formazione di
una gran _Compagnia lirica_... per l'America.
NALDINI
(_c. s., comicamente_) Ho capito: mi abbandona!... Mi lascia solo!
GAUDENZI
(_con intenzione_) — Solo... a Roma?... Non lo sarà mai!... Si guardi
d'attorno...
NALDINI
(_abbassando la voce_) — È vero: troverò quanti Gaudenzi voglio!

CALA LA TELA.
FINE.


ALCUNI GIUDIZJ DELLA CRITICA SUI «PARASSITI»

A ROMA.

Le novità al «Costanzi». — _Parassiti_.
La _rentrée_ di Camillo Antona-Traversi sulla scena italiana, ha
segnato iersera al _Costanzi_ un successo caloroso, la cui eco sarà
giunta stamane all'autore dolce e confortatrice.
_Parassiti_ è un lavoro chiaro, sobrio, che per semplicità e freschezza
si riallaccia alla buona produzione italiana; a quella, s'intende,
che trionfava parecchi anni addietro, proseguendo ideali d'arte, forse
modesti, ma sempre originali, a differenza dell'odierna che immiserisce
nel servaggio dei simboli e delle anormalità d'importazione straniera.
Il Traversi ha osservato e studiato una parte del variatissimo mondo
romano: vi ha colto delle passioni, ne ha tratto dei tipi; e, senza
alcuna pretesa di approfondire ardue questioni sociali e sentimentali,
è riuscito a recare sul palcoscenico un personaggio vivo, disegnato con
arguzia, vero prototipo del parassitismo, anzi pernio fisso di tutta
una curiosa società che s'aggira attorno a lui e trae l'esistenza dal
piccolo sfruttamento degl'illusi, degli ambiziosi, dei gonzi...
La figura di _Don Gennaro Gaudenzi_ è stata riprodotta con singolare
sapienza scenica da Oreste Calabresi: egli ha aggiunto iersera al suo
repertorio un nuovo mirabile personaggio, che rimarrà tra le sue più
simpatiche creazioni.
Claudio Leigheb, con un'arte sempre scintillante, è riuscito a porre in
evidenza una parte di poco rilievo qual è quella del _Naldini_.
Tutti gli artisti, del resto, hanno gareggiato in bravura: il Carini,
la Cristina, la Leigheb, il Guasti, la Zucchini-Maione, la Carini, il
Beltramo, il Rizzotto e la Bardazzi.
Il pubblico ha accompagnato con crescente attenzione i lunghi _quattro
atti_ della commedia, spesso ridendo di cuore, interessandosi sempre
e manifestando il suo gradimento, calata la tela, con applausi e
chiamate.
_Parassiti_ stasera si replicano; e il successo del _Costanzi_ si
rinnoverà man mano in tutti i teatri d'Italia.
STANISLAO MANCA[25].

_Parassiti_ di C. Antona-Traversi al «Costanzi».
_Parassiti_, dati iersera, hanno confermato ancora una volta la vigoria
dell'ingegno drammatico di Camillo Antona-Traversi. Si tratta di un
lavoro così detto d'ambiente, che rispecchia, senza esagerazioni, ma
con vivaci colori, uno dei più sentiti fenomeni sociali dei nostri
tempi. I _Parassiti_ del Traversi ci riproducono quel complesso sociale
che specula su tutto e su tutti, dalla beneficenza all'arte, dal
matrimonio al divorzio, figurine vere e vissute, le quali, se nello
sviluppo dell'azione qualche volta appariscono accademiche, hanno
sempre però un'impronta tipica efficace ed essenzialmente umana.
Il comm. _Don Gennaro Gaudenzi_, di cui Oreste Calabresi ha fatto una
vera creazione artistica, è centro e anima di quest'ambiente sociale.
Nella commedia risaltano figure varie, scroccatori di ogni genere,
figure di ogni giorno e di ogni salotto, dal cacciatore di donnine
galanti, all'incontentabile dilapidatore del più modesto _buffet_.
Il lavoro è piaciuto, ed è destinato a essere replicato: si presenta
con una serietà d'intenti e con una condotta artistica tale da
assicurargli il successo presso quanti sentono l'arte nelle sue forme
più pure e più serene.
Per concludere, diremo che gli applausi furono frequenti, e a ogni fine
di _atto_ gli artisti furono acclamati al proscenio per la splendida
recitazione. Perciò, stasera, prima replica dei _Parassiti_.
FABR...[26].

_Parassiti._
Tra i lavoratori che consacrano al teatro lo schietto entusiasmo e la
fede sincera va certamente annoverato Camillo Antona-Traversi.
Pochi anni fa, egli riusciva, dopo varj tentativi, a mostrare le
risultanze dello studio e della tenacia. Infatti, con _Le Rozeno_,
_Danza Macabra_ e _I fanciulli_ — _Le Rozeno_ particolarmente e anche
_Danza macabra_ — egli lasciava intravvedere promessa buona; e il
successo col quale furono accompagnate quelle commedie e quel dramma
certamente confortava l'autore a proseguire con tutta la lena e con
tutte le posse. Egli sarebbe pur riuscito, era lecito sperare, dalle
prove ultime, a una affermazione degna, date le proporzioni concesse.
_Le Rozeno_ ebbero anzi quella consacrazione che deriva unicamente
dalla vitalità; e, cioè, rimasero nel repertorio delle maggiori
_Compagnie_; e la dolorosa vita di _Lidia_, l'anima purissima pur tra
le offese, fu predilezione delle principali giovani attrici.
Vicende crudeli straziarono, poi, la esistenza del carissimo Camillo
Antona-Traversi, il quale vide infrangere crudelmente sogni e speranze.
Non lavorò più per il teatro, egli che omai cominciava ad acquistarne
il diritto; e il maggior conforto gli fu anche conteso: quello che
sarebbe a lui derivato dalla soddisfazione di una fortuna sorridente
al lungamente invocato e intensamente voluto risultato del suo assiduo
lavoro per la scena.
Ma ecco che ora, desiderio, consolazione, volontà, pur nello strazio
del travaglio — travaglio di angoscia, egli che tante sventure aveva
soccorso e consolato! — ecco che, ora, Camillo Antona-Traversi ritenta
il teatro: più precisamente vi ritorna; e vi ritorna con _quattro atti_
di una commedia lieta e ridente, nella quale la gente e le cose di
questo mondo, mentre pur l'autore forse avrebbe potuto vederle tristi e
bieche, son guardate con serenità e bonariamente rispecchiate.
Tra l'altro, Camillo Antona-Traversi ha trovato un _tipo_ che poteva
anche diventare un carattere, mentre alla macchietta si arresta:
un tipo di uomo costretto a strappar la vita, alla meglio o alla
peggio, come viene, nè buono nè cattivo, e che, dalla improvvisazione
di discutibili _Comitati_ di pietà per pubbliche sventure, arriva
fino a dir bugie in pubblici atti pel matrimonio della figliola,
compromettendo, nel desiderio di assicurarla, la probabile felicità
dell'avvenire. Ma la macchietta è disegnata con franchezza, è colorita
con vivacità, ed è anche osservata con arguzia; così che quando passa
a traverso i quadretti, li vivifica felicemente; e quando li informa,
come nel _primo atto_, riesce a notevole risultato nel genere.
Inoltre, la condotta tra l'episodio principale e i secondari, le
figurine più delineate e meno, e una certa dipintura d'ambiente, se
procede qua e là con certa ineguaglianza e anche con manchevolezza, è
accompagnata da un dialogo adatto nella sua festevolezza; un dialogo
che, con la macchietta del _Gaudenzi_, costituisce la particolare
qualità della commedia.
La quale fu recitata con tutto l'affetto dagli attori — il Calabresi,
_Gaudenzi_, notevole — e fu accolta dal pubblico con applausi a ogni
_atto_ e _chiamate_. Applausi che, mentre per molti degli spettatori
rivelavano anche una emozione gentile, determinavano il successo.
EDOARDO BOUTET[27].

_Parassiti._
A pochi giorni di distanza, due volte sul nome di Antona-Traversi si è
confermato il successo.
_La scuola del marito_ di Giannino, giunta a Roma dopo i trionfi di
Napoli e di altre città, ha potuto sollevare questioni d'indole più o
meno morale, a seconda degli scrupoli più o meno sinceri di chi l'ha
giudicata; ma è certamente la prova d'un ingegno fine, acuto, educato
all'arte e di un'attitudine singolarissima dell'autore alla letteratura
drammatica.
_Parassiti_ di Camillo, recitati ieri sera al _Costanzi_, riportarono
un successo schietto, meritato; e il pubblico che si divertiva
e apprezzava l'opera d'arte, non si contentò di esprimere il suo
compiacimento con le sole chiamate a ogni _fine di atto_, ma interruppe
con applausi le migliori e più indovinate scene della commedia.
In questi _Parassiti_ Camillo Antona-Traversi ha riprodotto sulla
scena alcuni tipi della società, i quali solo nelle grandi città
possono ritrovarsi, che si sobbarcano a tutti i fastidi, che studiano,
escogitano tutti gli espedienti per riuscire a vivere comodamente,
evitando il vero e proprio lavoro; quello che a ben altri sentimenti
e a ben altri scrupoli informa la coscienza e il carattere. Tra le
compiacenze del pubblico, non era ultima quella di ritrovar sulla
scena, presentati dall'autore, con forza di colorito e geniale
comicità, certi tipi, dai quali l'inverno, quando ferve la vita
mondana della capitale, male ci si salva; che speculano sulla carità,
sull'altrui ricchezza, e hanno come manifestazione e come sicuro mezzo
di risorsa le feste di beneficenza, i concerti e tutte quelle varie
forme della filantropia in cui si può appiattare l'imbroglio.
Il tipo del _moderno parassita_ è incarnato nel comm. Gaudenzi,
un individuo al quale manca la cognizione del senso morale, manca
quell'onestà costituzionale che fa i galantuomini veri; ma che pur
tuttavia non è cattivo nel vero senso della parola; e si gode la
vita comunque gli venga, come si gode da vent'anni il titolo di
_commendatore_, che nessuno, oltre la sua fantasia, ha pensato mai di
conferirgli.
Non è propriamente intorno a un fatto che la commedia si svolge; ma
intorno a una serie di ben trovati episodi, nei quali la storia di
quei _Parassiti_ si delinea: storia, poi, che si riassume nel tipo
del _comm. Gaudenzi_ e si completa nel _cav. Naldini_, un segretario
intelligente, lasciato, per la subita partenza del principale, alla
ricerca di uno dei _tanti Gaudenzi_ di cui è pieno il mondo.
Le forti qualità di commediografo di Camillo Antona-Traversi si sono in
questo lavoro riconfermate.
Le figure anche meno delineate appariscono vere e portano un forte
contributo alla sincerità dell'azione, alla pittura dell'_ambiente_.
Il dialogo elegante, pieno di brio, di spirito, di indovinato e
opportuno umorismo, fa che appena si avverta la lunghezza soverchia di
alcune scene del _secondo atto_, tanto grande è il diletto che viene
dalla conversazione sempre piacevolissima.
Il successo fu completo e ne va data parte agli attori, che recitarono
con speciale amore il lavoro di Camillo Antona-Traversi.
Calabresi fu un _comm. Gaudenzi_ indovinato, perfetto; perfetto nel
trucco, nella incarnazione del personaggio, nella recitazione. Leigheb
fu un _cav. Naldini_ degno di non rimanere lungamente a spasso; e
la Zucchini-Maione, Teresa Leigheb, la Cristina e Carini, convinti
e compiaciuti della bontà del lavoro, contribuirono a guadagnare
all'autore i molti applausi di cui risuonò ieri sera l'affollata sala
del _Costanzi_.
Poichè un bel pubblico assisteva alla rappresentazione; un pubblico
d'intelligenti del cui giudizio l'autore può andare superbo.
Stasera _Parassiti_ si replicano; e se la _Compagnia_ non lasciasse
il teatro, per molte sere il lavoro verrebbe ripetuto, per desiderio
del pubblico che ci si è divertito e lo ha tanto favorevolmente
giudicato[28].

_Parassiti_ de Antona-Traversi.
La nouvelle comédie en 4 actes _Parassiti_ de Camillo Antona-Traversi,
a eu hier au Costanzi un succès complet. Nombreux rappels à tous les
actes et à la fin de la pièce. Et le succès est mérité par l'auteur et
par ses interprètes.
Camillo Antona-Traversi n'a pas voulu présenter le parasitisme moderne
sous tous ses aspects. Il ne tiendrait pas dans une comédie. Mais
il a mis en scène un type de parasite: celui qui vit des comités de
bienfaisance et des fêtes de charité et de la claque qu'il organise.
Autour de ce type _vibrionnent_ les parasites secondaires que nécessite
l'action et les personnages servant au développement du caractère
principal.
Dix ou douze personnages importants, car la pièce est très mouvementée
— mais un seul au premier plan: _Gennaro Gaudenzi_, ancien secrétaire
communal d'un village qui, après des années de luttes, de misères,
d'aventures s'est fixé à Rome avec sa femme et ses enfants.
Il se fait passer pour avocat, commandeur, propriétaire; et, faisant de
la bienfaisance sa vache à lait, il protège les artistes.
Le fils est vraiment avocat; mais moins scrupuleux encore que son père,
au lieu de chercher des clients, il exploite les femmes. La fille est
une pianiste nevrosée et capricieuse, qui rate un mariage d'argent et
finira par courir le monde pour s'enrichir par l'art... ou autrement!
La femme de _Gaudenzi_, bonne mère de famille, simple et un peu
ignorante, se désespère des dangers que risque son mari par sa morale
élastique, de la conduite de ses enfants et de tous les incidents
déplorables qui adviennent par leur faute.
_Gaudenzi_, au contraire, s'adapte à tout: chaque incident, même
douloureux, lui inspire quelque nouvelle trouvaille: dans tout naufrage
il voit une planche de salut.
Ce type original au théâtre et si connu dans la société est
admirablement peint par l'auteur.
M. Calabresi l'a étudié à fond, s'est pénétré de la pensée et des
intentions d'Antona-Traversi, c'est fait son collaborateur et nous
a créé le personnage qu'il vit, qu'il présente aussi complet que
possible.
Le _commendatore Gaudenzi_ reste une des plus belles créations du
théâtre italien contemporain.
C'était l'avis de tous à la sortie du _Costanzi_ et on ne saurait faire
un plus bel éloge à l'auteur et à l'interprète.
A l'actif de l'auteur, il faut porter aussi les types du fils Gaudenzi,
de Mme Gaudenzi, de Miss Stower, une américaine vraie et non de
convention; de Naldini, le secrétaire de Gaudenzi, de Labani, tous
croqués d'après nature, comme la silhouette du violoniste célèbre, du
critique grincheux, mais sincère, etc.
Le premier _acte_, d'une facture magistrale, révèle une connaissance
profonde de la scène: la conclusion logique de la pièce, dans un
quatrième acte très court, porte d'une façon étonnante.
L'ensemble est merveilleux et tous les rôles, même les moins
importants, sont fort bien tenus.
Claude Leigheb trouve un effet comique pour chaque mot, pour chaque
geste de _Naldini_.
Carini a fait valoir intelligemment les intentions de l'auteur dans le
rôle ingrat de _Gaudenzi fils_.
Mme Leigheb est une splendide _Miss Stower_, Mlle Cristina nous a donné
une _Rina_ pleine de sentiment et de talent. Mme Zucchini a fait bien
ressortir le caractère de _M.me Gaudenzi_.
Des mentions très honorables sont dues encore à Mme Carini et à MM.
Beltramo, Guasti et Rizzotto.
Quant au succès de M. Calabresi, nous en avons déjà parlé.
Bref, une bonne comédie, intéressante, honnête, digne de l'auteur des
_Rozeno_ et une interprétation qui fait honneur à M. Leigheb et à ses
excellents collaborateurs.
G. P. ZULIANI[29].

_Parassiti_ di C. Antona-Traversi al «Costanzi».
La nuova commedia _Parassiti_ di Camillo Antona-Traversi,
rappresentatasi ieri sera al _Costanzi_, non è lo studio dell'ambiente
sociale nel suo degradamento economico, come potrebbesi dedurre dal
titolo; ma, invece, è la riproduzione sulla scena di alcuni tipi della
nostra società, che, senza professione alcuna, senza un sudato lavoro,
vivacchiano a spese altrui, traendo partito, con l'inesauribile risorsa
del proprio ingegno, da ogni occasione, da una gioja, da una sventura
comune, per far correre nelle proprie mani del danaro, con cui riparare
all'oberato bilancio domestico.
E così l'annuncio di una grossa inondazione costituisce per essi una
vera tavola di salvezza, che subito suggerisce loro la benefica idea
d'istituire un Comitato immaginario per la raccolta dei fondi necessari
a lenire le dolorose condizioni dei colpiti; e di questo Comitato
affidano l'iniziativa e la direzione a uno dei patrizi più ricchi e
stimati, non meno illuminati d'intelletto.
Naturalmente, le conseguenze sono evidenti: le spese per la pubblica
beneficenza non sono mai pienamente giustificate, e talora vanno a
intaccare profondamente il cumulo delle somme versate.
Su questa tela si aggira la commedia di Camillo Antona-Traversi,
il quale è riuscito a delineare con esattezza di disegno e con
efficacia di colorito la figura del protagonista, a cui tutto si può
rimproverare, eccetto di non saper ammannire con una certa piacevolezza
le sue pronte e geniali _trovate_.
Questo genere di _parassita_, che è commendatore e avvocato da un
ventennio, senza essere stato mai investito legittimamente di tali
titoli, dà un'intonazione felice dell'ambiente in cui vive; e l'ultimo
espediente, al quale si appiglia, di entrare a dirigere la _tournée_
artistica di sua figlia, valente pianista, che vuole girare il mondo
con un violinista polacco, è l'ultimo tocco riuscito del quadro
genialmente ideato; e che, rendendosi degno del maggior interesse, non
potrebbe essere più divertente.
Ma le qualità del commediografo si sono rivelate, oltre che nella
struttura del lavoro, anche nello svolgimento scenico, di cui furono
ammirati pregi non comuni; e cioè una fattura elegante e scorrevole di
dialogo, un sano umorismo, una proprietà e bellezza di lingua, che si
trova raramente nei lavori drammatici, e una pittura sobria ed efficace
di tutte le figure minori e dei contorni del quadro d'ambiente.
Il successo fu completo a ogni atto per l'autore e per gli artisti, che
recitarono con vero valore.
Il Calabresi, sotto le spoglie del _Commendatore_, ha dato tutta la
misura del suo grande talento artistico; e, con la felice espressione
dei gesti e del suo mobile viso, destò la più grande ammirazione
nell'affollato uditorio, che lo acclamò continuamente.
Questa sera, alle 9, il lavoro si ripete e avrà non poche repliche[30].

_Parassiti_ di Camillo Antona-Traversi.
Camillo Antona-Traversi ritorna al teatro e vi ritorna con un lavoro
di forte concezione e di solida struttura. La notizia sarà ben
accetta a quanti amano l'arte. È giusto che l'applaudito autore delle
_Rozeno_ prenda il suo posto accanto ai giovani i quali tentano il
rinnovellamento del teatro italiano e hanno già conseguito alcuni buoni
successi.
_Parassiti_, commedia in quattro _atti_, rappresentata ieri sera al
_Costanzi_ con molta cura, sono una satira indovinatissima di una
famiglia sociale, diffusa e affliggente, che vive d'imbrogli e converte
in suo beneficio le disgrazie del prossimo.
Il commendatore _don Gennaro Gaudenzi_ vive di truffe ingegnosissime;
forma un Comitato di beneficenza per gl'inondati di Ostiglia; e,
ponendolo al coperto dai sospetti della gente sotto l'alto patronato
di un Principe, benefica generosamente... sè stesso; spilla quattrini
a una cantante americana; tenta di accasare sua figlia sposandola a
un giovanotto nobile e ricco; e così via, di spediente in spediente,
sbarca il lunario e sguscia tra gli articoli del codice penale.
I suoi figli sono educati con frutto alla scuola paterna. Intorno a
questi rispettabili signori si svolge la commedia e si designano alcune
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