Parassiti: Commedia in tre atti - 06

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(_leggendo: — con sorpresa e piacere_) — Oh, Oswaigiaski!
SILVIO
(_di malumore_) — Chi è?
RINA
Quel violinista russo col quale ho sonato a _Santa Cecilia_ due mesi
or sono... (_a Bice_) Presto, sbrighiamo!... (_tolgono dai mobili le
stoffe, i «modelli», ecc._)
SILVIO
(_c. s._) — Che vuole?
RINA
(_ridendo_) — Ora, lo sapremo!... (_a Marianna_) Fallo entrare...
(_Marianna via: — rientra subito, introducendo Oswaigiaski: — esce_).

SCENA SESTA.
Oswaigiaski; Rina; Bice; Naldini; Silvio.
OSWAIGIASKI
(_entrando: — a Rina, con ossequio_) — Signorina, sono di ritorno a
Roma... e mia prima visita è per lei.
RINA
(_gli dà la mano_) — Troppo gentile!... (_presentando_) Silvio
Labani... il cavalier Naldini... Bice, che lei già conosce... (_saluti,
strette di mano: — Rina fa cenno a Oswaigiaski di sedere, e siede anche
lei: — Silvio e Naldini restano in piedi_).
OSWAIGIASKI
(_dando la mano a Bice_) — Signorina... (_salutando Silvio e Naldini_)
Signori...
RINA
(_a Oswaigiaski_) — Dunque, anche a Napoli e a Palermo... grande
successo!
OSWAIGIASKI
Sì!... Pubblico molto buono... facilmente entusiasta... ma i miei
_concerti_ non sono andati così bene come a Roma.
RINA
(_sorpresa_) — Oh, perchè?
OSWAIGIASKI
Perchè... lei... non sonava con me!
RINA
(_ridendo_) — Questo è un complimento!
OSWAIGIASKI
No... verità!
RINA
Non ha trovato buoni accompagnatori?
OSWAIGIASKI
Sì, eccellenti accompagnatori... ma non artisti che sentano come lei...
(_con calore_) Oh, io ricordo sempre sue interpretazioni!
RINA
(_contenta_) — Davvero?
OSWAIGIASKI
Con entusiasmo!... E perciò sono qui.... Mi hanno pregato di dare un
«concerto» per povera famiglia.... Questo mi piacerebbe molto; ma ho
risposto: «Io sono pronto, se signorina Gaudenzi sonerà con me»...
Vuole?
RINA
(_imbarazzata_) — Lo vorrei... ma non posso.
OSWAIGIASKI
(_sorpreso_) — Oh, perchè?
RINA
(_c. s._) — Tra pochi giorni... mi marito.
OSWAIGIASKI
(_resta interdetto_) — Lei?!
RINA
Sì!
OSWAIGIASKI
(_con dolore comico, che non può nascondere_). Oh, male... molto male!
SILVIO
(_risentito_) — Come... male?
RINA
(_pronta, indicando Silvio_) — Il mio fidanzato...
OSWAIGIASKI
(_correggendosi_) — Male... non per lei... (_indica Rina_) ma per
arte!... Per essere veri artisti... non bisogna aver cure di famiglia.
RINA
(_sorridendo_) — Ma anche lei ha moglie!
OSWAIGIASKI
Per questo, parlo così!... Mia moglie... giovane... bella... ricca...
e mi vuol bene; ma non ama la musica... Il mio strumento le urta
i nervi.... Impossibile vivere insieme!... Lei, però, sarà più
fortunata.... Questo signore... (_indicando Silvio_) le permetterà di
studiare...
SILVIO
Questo, sì!
OSWAIGIASKI
(_continuando_)... di dar «concerti» nelle grandi città musicali.
RINA
(_ridendo_) — Appena sposati, andiamo a stabilirci in campagna... e di
arte non si parlerà più!
OSWAIGIASKI
Oh, male... male!
SILVIO
(_perdendo la pazienza_) — Signor Oswaigiaski!
OSWAIGIASKI
(_alzandosi: — a Silvio_) — Oh!, io comprendo suo sentimento... e prego
scusarmi... Io non vedo che la mia arte... e questa sola io trovo bella
e utile... Perciò, deploro perdita di una vera artista... (_s'inchina,
e esce_).

SCENA SETTIMA.
Rina; Silvio; Bice _e_ Naldini.
SILVIO
(_con ira_) — Imbecille!
RINA
(_offesa_) — Perchè?
SILVIO
Vorrebbe si mandasse a monte il nostro matrimonio, perchè tu fossi
libera di dar _concerti_ con lui!
RINA
Non chiede tanto... Gli bastava d'avermi per un solo _concerto_.
SILVIO
(_sempre di malumore_) — Poverino!... (_ironico: — a Naldini e a Bice_)
Avete sentito?... (_rifacendolo_) L'arte sola io trovo bella... e
utile!... Utile... per lui... che arricchisce, forse!... ma è utile
lui... alla società... col suo violino?
RINA
È sempre utile... un grande artista!
SILVIO
(_c. s._) — Ih!... L'ho sentito!.... non ha altro merito che di sonare
della musica nojosa!
RINA
(_imbronciata_) — Parli così... perchè non capisci nulla!... Accade
spesso che, tra due artisti, si stabilisca una corrente di simpatia
prodotta da un'eguaglianza di temperamento artistico, che non c'è fra
tutti.
SILVIO
(_ironico_) — Già!... specialmente, se uno dei due è... una bella
ragazza!
RINA
No!... Una simpatia... di sentimento artistico... ripeto!
SILVIO
Sì... sì!... Belle parole... per mascherare una cosa molto volgare!
RINA
(_impazientita, quasi con collera_) — Oh, come sei materiale!
SILVIO
E tu... come mi canzoni bene col tuo spiritualismo!
RINA
(_con vivacità_) — Io non ti canzono... ma voglio che rispetti i miei
ideali... e le mie ispirazioni artistiche.... Oh, credi forse che...
quando sarò tua moglie... rinunzierò anche al mio modo di pensare?...
Rispondi!... C'è tempo ancora a ritirarsi!
NALDINI
(_interponendosi_) — Ohè, ragazzi!... Fate sul serio?
RINA
(_quasi esaltata_) — Su, via, rispondi!... Io non cambierò mai.... Se
ciò non ti garba, puoi lasciarmi!... Presto, rispondi!
SILVIO
(_tornando calmo e sorridendo_) — Vado a prendere il babbo per andar
dal notajo. (_per andarsene_).
NALDINI
Bravo!
RINA
(_trionfante, sorridendo_) — Così mi piaci!
SILVIO
Torno subito... È qui, al caffè, che m'aspetta. (_via_).

SCENA OTTAVA.
Rina; Bice _e_ Naldini.
NALDINI
(_con un sospiro di soddisfazione: — a Rina_) — M'avete fatto paura!
BICE
(_con rimprovero_) — Sei stata aggressiva!
RINA
M'ha dato ai nervi con la sua gelosia!
BICE
Sta bene... Ma devi prenderlo con dolcezza.
RINA
(_vivace_) — No, no!... Io lo conosco... Umile, sottomessa... non
m'amerebbe!... È un uomo senza volontà: bisogna che senta la mia.
NALDINI
Lei ha, forse, ragione... Con Silvio, la sommissione potrebbe essere
fatale.... Ma badi al padre: con lui, la ribellione può costar cara!...
Conquistato il marito, bisogna conquistare il suocero... perchè è lui
che ha la _cassa_.... Ci pensi!
RINA
(_dandogli la mano_) — È un consiglio d'amico... Lo seguirò... (_a
Bice_) Vado a vestirmi... Ti vedrò più tardi?
BICE
Sì!
RINA
(_via, a sinistra. — Bice mette il cappello e la mantellina_).
NALDINI
(_a Bice, insinuante_) — E io vi vedrò ancora, oggi?
BICE
Qui... non ci torno!
NALDINI
Vediamoci al _Costanzi_... Ho un palco per questa sera... Volete?
BICE
Perchè no?
NALDINI
E... dopo il teatro... ceneremo insieme.
BICE
(_con malizia_) — A quell'ora, non ho mai appetito!
NALDINI
Può darsi che sta sera vi venga!
BICE
(_c. s._) — Perchè!
NALDINI
Vedrete che ve lo faccio venire!
BICE
(_c. s._) — Non credo!
NALDINI
In somma, se viene...
BICE
(_con grande civetteria_) — Se viene lui... non vengo io! (_scappa_).
NALDINI
(_solo_) — E io dico, in vece, che ci verrai!... Oh, la conosco
bene!... È una maniera per dire: «verrò di sicuro»!... Le donne hanno
un linguaggio speciale, che bisogna saper tradurre...

SCENA NONA.
Gaudenzi _e_ Naldini.
GAUDENZI
(_entra in iscena con le carte in mano: — le consulta attentamente;
poi, scuote il capo, come per dire: «no, no!: non ci siamo!»_) Buon
giorno... (_sempre consultando le carte_).
NALDINI
Buongiorno... E così?!... (_indicando le carte_).
GAUDENZI
(_sempre crollando il capo_) — Non va... e non va!
NALDINI
Perchè?
GAUDENZI
Tremila lire di spese... sono troppe.
NALDINI
Eppure, sono tutte spese che abbiamo fatto!
GAUDENZI
(_con intenzione_) — Sì, ma... arrotondando!
NALDINI
(_sorridendo_) — Oh, Dio!... Un po' d'imbottitura...
GAUDENZI
(_sorridendo, con malizia_) — Mi pare che lei ne abbia messa troppa...
NALDINI
Il _venti_ per _cento_!
GAUDENZI
(_convinto_) — Non è molto!... Ma si sale già a _tremila_.... Troppe,
le ripeto, per una sottoscrizione che va così male!... (_indicando una
carta_) Lo vede?... Finora, se ne sono incassate solo _cinquemila_...
nemmeno il doppio di quello che s'è speso!... Chi lo avrebbe detto?
NALDINI
(_con dolorosa comicità_) — Un disastro, che prometteva così bene!
GAUDENZI
Ci hanno ingannati i primi dispacci!
NALDINI
(_c. s._) — Pareva il finimondo!
GAUDENZI
E, poi, ogni giorno, è risuscitato... un morto!
NALDINI
(_c. s., con dolore comico_) — Di autentici... ce ne sono rimasti
quattro soli!
GAUDENZI
E tutte le case che si dicevano crollate....
NALDINI
... si sono rimesse in piedi... da loro!
GAUDENZI
Basta!... Ciò che ora preme è di liquidare i conti del _Comitato_.
NALDINI
Come?
GAUDENZI
Diminuendo le spese...
NALDINI
Sono già fatte!
GAUDENZI
Allora, aumentando l'_incasso_.... E con che mezzo?... Con qualche
recita di beneficenza.... Io parlerò con il Capocomico del _Valle_: lei
conosce l'Impresario dell'_Argentina_: si può fare una buona retata...
e... quando l'attivo è buono... nessuno bada più al passivo.
NALDINI
Proviamo... ma ho poca fiducia!
GAUDENZI
Bisogna tentare: altrimenti, questo terremoto... ci seppellisce noi!
NALDINI
(_impensierito_) — Ne ho paura!

SCENA DECIMA.
Marianna; _poi_, Labani; Silvio _e_ Detti.
MARIANNA
(_dalla comune, annunziando_) — Il signor Labani...
GAUDENZI
Venga... venga! (_presto, a Naldini_) Metta via questi conti... (_gli
dà le carte: — Naldini eseguisce_).
SILVIO
(_entrando, gajo_) — Siamo venuti a prendervi...
GAUDENZI
Per andar dal notajo?... È presto!... (_guarda l'orologio_) Ci aspetta
alle undici... e non sono ancora le dieci.
LABANI
Glie l'ho detto!... Ma fate pazientare un innamorato, se vi riesce!
GAUDENZI
Anticiperemo.... Non so, però, se Rina sarà pronta... (_a Marianna_).
Va a dirle che faccia presto... perchè Silvio è su' carboni....
(_Marianna entra a sinistra: — a Labani_). In tanto, si potrebbe
metterci d'accordo sui punti essenziali del contratto... per non
discutere davanti al notajo.
LABANI
Come vi pare...
GAUDENZI
Ho preparato un piccolo schema.
LABANI
Bravo!
GAUDENZI
(_a Naldini_) — Cavaliere, vuol leggerlo?... Cartella «matrimonj»...
NALDINI
(_prende una carta, che trova sulla scrivania, e legge_) — Ecco: il
«Contratto nuziale» stabilirebbe: — 1º. «Gli sposi si maritano sotto il
regime della comunità assoluta dei beni»...
LABANI
Mio figlio... per ora... non possiede nulla!
GAUDENZI
(_pronto_) — Non importa!... In tanto, diventa padrone di ciò che
possiede Rina.... Poi, da qui a cinquanta anni... perchè voi ne vivrete
cento, a dir poco!... anche Rina... diventa padrona.
LABANI
Non mi par giusto se non avessero figli.
NALDINI
(_ridendo_) — Ne avranno... e molti!
LABANI
Seguitiamo pure...
NALDINI
(_leggendo, c. s._) — 2º. — «Il commend.re Gaudenzi assegna in dote
alla figlia ventimila lire»....
LABANI
Si era detto... trentacinque, o quaranta mila...
GAUDENZI
Con il corredo... e i mobili... che io cederei agli sposi.
LABANI
(_vivamente_) — Di mobili non so che farne... e il corredo è di uso
personale: non costituisce dote!... Questa, proprio in _contanti_, a
quanto la fissate?
GAUDENZI
A ventimila...
LABANI
È poco!
GAUDENZI
(_accomodante_) — Mettiamo venticinque!... Di più, oggi, non potrei!...
Alla mia morte... poi... (_Naldini ride_).
LABANI
E sia!
NALDINI
(_leggendo, c. s._) — «... assegna in dote alla figlia venticinquemila,
per le quali pagherà l'interesse annuo... del _quattro per cento_... in
due rate»...
LABANI
(_interrompendo, visibilmente seccato_) — L'interesse?!... Non
consegnate il capitale?
GAUDENZI
Subito... no!
LABANI
Perchè?
GAUDENZI
Perchè non l'ho!... È investito in terreni che bisognerebbe rivendere.
LABANI
(_sospettoso_) — Terreni... al vostro paese?
GAUDENZI
In quello di mia moglie...
LABANI
(_c. s._) — In provincia di Lecce?... Troppo lontano!... Avrei
preferito...
GAUDENZI
Danaro sonante?... (_ridendo_) Non ne avete bisogno!... Del resto...
(_con isfacciata sicurezza_) potete prendere un'ipoteca.
SILVIO
(_inquieto_) — Oh Dio, delle nuove formalità... per perdere tempo!
GAUDENZI
(_interrogando Labani_) — Non si ritarderà il matrimonio... per questo!
LABANI
(_sorridendo della agitazione di Silvio_) — No... no!
GAUDENZI
(_lieto e trionfante_) — E ciò è l'essenziale... (_correggendosi e
indicando Silvio_) per lui!
NALDINI
(_con intenzione_) — Per lui!... Si capisce!
SILVIO
(_guardando verso la porta di sinistra_) — Ecco Rina!

SCENA UNDECIMA.
Rina; Amalia; Detti; _e, poi_, Marianna.
RINA
(_in «toilette» da visita, accorre, terminando di vestirsi, ajutata da
Amalia_) — Io sono pronta!
AMALIA
Non ancora!... Aspetta!... (_finisce di aggiustarla_).
RINA
Fa presto!... (_saluta: — Silvio è attorno a Rina, raggiante di
felicità: — Gaudenzi e Labani sorridono della sollecitudine amorosa dei
fidanzati_).
GAUDENZI
(_a Amalia_) — E miss Stower che fa?... Sempre così avvilita?
AMALIA
(_c. s._) — Sempre!
GAUDENZI
Ma non dovrebbe avvilirsi così!... Anch'io sono stato artista... e...
non lo dico per vantarmi... ho avuto anch'io i miei trionfi... e le
mie _seratacce_!... E quanti ne ho visti a far fiasco!... Al momento,
sicuro, restavo... un po'... si capisce!... Ma, poi, quando si ha
della stoffa... si torna a galla!... M'addolora proprio di vedere miss
Stower smarrirsi così!... E... se vogliamo... un vero _fiasco_... non
è stato!... Solo qualche abbonato voltò la cosa in burletta.... E, poi,
quei maledetti giornali: quello Storari specialmente!
NALDINI
Oh, quello è stato proprio... feroce!
GAUDENZI
Però, se miss Stower volesse... ritentare...
SILVIO
(_impaziente_) — Ma non vuole... e il notajo aspetta!
GAUDENZI
(_a Silvio_) — Hai ragione!... (_a Amalia_) Dammi il cappello e il
bastone... (_Amalia va a prenderlo_).
MARIANNA
(_dalla comune, con una lettera: — a Labani_) — Una lettera urgente...
per lei.
Labani (_prendendo la lettera_) — Permettete?
GAUDENZI
Fate pure... (_a Amalia_) Il bastone?... (_Labani legge e tradisce
un'impressione ricevuta: — Silvio, che lo osserva, si avvicina a lui,
inquieto: — Rina non bada e parla con Naldini_).
AMALIA
(_consegnando a Gaudenzi il cappello_) — Non lo trovo!... (_a
Marianna_) Cercalo!... (_Marianna va a cercar il bastone; e, poi, lo
consegna a Gaudenzi: — Rina, parlando con Naldini, volge le spalle a
Labani_).
SILVIO
(_piano: — a Labani_) — Chi è?
LABANI
(_piano, dandogli la lettera_) — L'avvocato Roberti...
SILVIO
(_piano, leggendo_) — «Prima di andare dal notajo, passate da me»...
(_parlando_) Che vuol dir ciò?
LABANI
(_c. s._) — Vuol dire che ho chiesto informazioni... e, ora, le avrò.
SILVIO
(_c. s., turbato_) — Su Gaudenzi?
LABANI
(_c. s._) — Sì!... (_vedendosi osservato da Gaudenzi_) Silenzio! (_va
verso Gaudenzi_).
GAUDENZI
(_con sospetto_) — Una cattiva notizia?
SILVIO
(_pronto_) — No, no!
LABANI
(_con intenzione_) — Lo spero!... (_con naturalezza_) Un amico vuol
vedermi per cosa urgente.
SILVIO
(_c. s._) — Andrai dopo firmato il contratto.
LABANI
(_sottolineando le parole_) — No!... Devo andare... prima.
GAUDENZI
E il notajo che aspetta!
LABANI
(_guarda l'orologio_) — Alle undici manca un quarto!... Vi raggiungo
tra pochi minuti... (_per andar via_).
SILVIO
(_movimento per seguirlo_) — Vengo con te...
LABANI
(_con fermezza_) — No!... Io prenderò una vettura, e sarò dal notajo
prima di voi... (_via_).
GAUDENZI
(_a Silvio, sospettoso_) — Che è accaduto?
SILVIO
Niente!... L'avvocato Roberti gli ha scritto che passi da lui.
RINA
(_ridendo_) — E per questo... sei turbato?
SILVIO
Temo sempre qualche intoppo...
GAUDENZI
(_c. s._) — Quale intoppo?
SILVIO
Che so io!... Il babbo è così strano, che se gli dessero la notizia
di un fienile bruciato... sarebbe capace di ritardare il nostro
matrimonio.
RINA
(_ridendo_) — Ebbene, aspetteremo!... (_con leggerezza_) Ti spiace
la vita di fidanzati?... Io, la trovo piacevolissima.... È una festa
continua!... Corse per i negozj... lavoro con sarte e modiste...
complimenti di amiche invidiose.... Una delizia!... Quando saremo
maritati, non ci divertiremo tanto!
GAUDENZI
(_sorridendo_) — Pazzarella!... (_piano, a Naldini_) Lei, in tanto,
vada dal principe di Castelvetero a portargli i conti... meno la nota
delle spese... (_per andarsene_).
NALDINI
L'ha già chiesta tante volte!
GAUDENZI
Dica che non ha avuto il tempo di prepararla.... Gli parli della
rappresentazione al _Valle_... e all'_Argentina_.... (_Rina e
Silvio, via_) come di cosa già stabilita.... Guadagni tempo...
(_con sollecitudine_) e, sopra tutto, che, per ora, non riunisca il
_Comitato_.... (_sulla porta_). Il Presidente deve fare da sè.... Glie
lo metta in testa... lo gonfi un poco... (_via_).
NALDINI
(_raccogliendo le carte da portar via_) — Se soffio ancora... mi
scoppia!
AMALIA
(_ritornando dall'aver accompagnata Rina: — sulla porta_) — Sempre
molto lavoro, eh!, signor Naldini?
NALDINI
Sì, non c'è male!
AMALIA
Gaudenzi le dà poco ajuto.... In questi giorni, ha via la testa per il
matrimonio di Rina.
NALDINI
Oh, lui ha la testa a tutto!
AMALIA
E lei... quando sposa?
NALDINI
(_protestando_) — Io!?... Non ho mai avuto di queste idee!
AMALIA
(_impressionata_) — E Bice?
NALDINI
(_seccato_) — Bice.... Bice!... Io le ho parlato da galantuomo: sposare
mai!... Se vuole sposarmi... come posso dire... a c_onto corrente_...
senza investimenti vitalizj... sono qua!... Ma... senza impiego... come
posso caricarmi di una famiglia... e legare la mia miseria a quella di
un'altra creatura!
AMALIA
(_sorpresa_) — Sicchè?
NALDINI
(_per andarsene_) — Sicchè... (_a Alfredo, che entra e che incontra
sull'uscio_) Buon giorno!... Ho cento corse da fare.... È giornata
campale! (_via, correndo_).

SCENA DODICESIMA.
Alfredo _e_ Amalia.
ALFREDO
(_entra dalla comune: — cappello in testa, soprabito, ecc._).
AMALIA
(_lieta di veder il figlio: — poi, con dispiacere_) — Ah, sei tu!
ALFREDO
Sono già andati per il contratto?
AMALIA
Sì!
ALFREDO
Sei contenta?
AMALIA
Puoi immaginarlo!
ALFREDO
(_con invidia_) — Eh!... Un giorno, sarà ricca, lei!
AMALIA
E felice... perchè Silvio l'ama davvero... e suo padre... sarà, come
dite, un orso... ma è un orso di cuore.
ALFREDO
Tutti contenti, dunque, qui... meno _miss_ Emma, che piange... il suo
_fiasco_, eh?!
AMALIA
Già... meno lei, poveretta!
ALFREDO
È sempre in casa?
AMALIA
Sempre!
ALFREDO
Oggi, potrò vederla...
AMALIA
Meno di ieri.
ALFREDO
Eppure, devo parlarle!... (_toglie di tasca una carta_) Portale questa
carta... (_glie la dà_) È un talismano per ridarle il buon umore.
AMALIA
(_con sollecitudine_) — Allora, la porto subito! (_via, a sinistra: —
Alfredo, rimasto solo, si dà un'aria da trionfatore: — si accomoda la
cravatta, ecc. — Con l'azione, manifesta la soddisfazione, l'orgoglio,
la gioja della sorpresa che avrà Emma leggendo il «processo verbale»
del duello: — azione mimica, semplice, che dovrà durare un minuto_).

SCENA TREDICESIMA.
Emma _e_ Alfredo.
EMMA
(_entra in iscena a sinistra, con passo affrettato, tenendo in mano la
carta datale da Amalia. — È pallida, sofferente; ma fredda. — Anche
quando manifesterà gratitudine, si conterrà freddamente. — Veste con
semplicità: nessun giojello: — contrasto spiccato in tutto con l'atto
primo_) — Voi vi siete battuto?!
ALFREDO
(_indicando il «verbale» che Emma ha in mano_) — Lo vedete!
EMMA
Per me!
ALFREDO
Storari vi ha insultata.... Meritava una lezione... l'ha avuta!
EMMA
Avete esposto la vita... per me!
ALFREDO
(_con istudiata semplicità_) — Ho fatto il mio dovere!
EMMA
Oh, no!... Il vostro... è un tratto nobile... cavalleresco....
Grazie!... (_gli dà la mano_) Ma non posso approvare quel che avete
fatto.
ALFREDO
(_colpito dalla freddezza di Emma, che contrasta con le parole_) —
Perchè?
EMMA
(_fredda_) — Perchè non mi piace che voi abbiate preso così
pubblicamente la mia difesa... Questo poteva farlo solo un parente....
ALFREDO
.... o un amico!
EMMA
(_sottolineando_) — Un amico... mai!
ALFREDO
(_colpito, con disappunto_) — Oh!
EMMA
(_con maggior cortesia_) — Non di meno, vi sono grata di questa prova
di amicizia.
ALFREDO
(_sconcertato_) — Grata... ma non contenta!
EMMA
(_con grande sincerità_) — No!... Era meglio non intervenire in nessun
modo... (_con interesse_) È ferito gravemente?
ALFREDO
Ne avrà per un mese.
EMMA
(_sempre sincera_) — Povero Storari!
ALFREDO
(_sempre più sorpreso e sconcertato_) — Lo compiangete!
EMMA
Certo!
ALFREDO
Dopo tutto quello che ha scritto di voi?
EMMA
È stato scortese... ma ha detto la verità.
ALFREDO
(_protestando_) — No!
EMMA
(_sorridendo con amarezza_) — Oh, gli abbonati che zittivano... e la
_claque_ pagata, che applaudiva... è verissimo!... Ma, vi prego, non
parliamo più del mio _debutto_!... Ha fatto già troppo rumore... e,
ora, sarà peggio.
ALFREDO
(_credendo di capire_) — E perciò... siete così triste?
EMMA
Oh, no!... Oramai, ho deciso... Non canterò più... e... fra un mese...
gli abbonati... la _claque_... Storari... tutto sarà dimenticato!
ALFREDO
(_arrischiandosi_) — Tutto?
EMMA
(_vivamente_) — No!... (_quasi commossa_) Ricorderò sempre che in
Italia un gentiluomo s'è battuto per me... (_indicando il cuore_)
Questo è scritto qui... e non si cancella!
ALFREDO
(_rassicurato, riprendendo la sua fatuità di conquistatore_) — E
m'amerete un po' di più?... (_le prende la mano_).
EMMA
(_ritirando la mano con vivacità: — fredda, repulsiva_) — Vi prego!...
Ve l'ho già detto altre volte... Io non posso permettere che mi parli
così... un uomo che ha moglie.
ALFREDO
Emma!... Tutti possiamo commettere un errore.... Ma un errore... non è
una colpa!... Il mio... fu quello di sposare una donna volgare... dalla
quale ho dovuto separarmi... perchè mi rendeva la vita insopportabile.
EMMA
Voi siete ingiusto con vostra moglie.
ALFREDO
No!... Ida è buona... ma le nostre aspirazioni... la nostra
educazione... i nostri caratteri... erano troppo diversi... E io lo
sento: non ho mai amato che voi!
EMMA
(_offesa_) — E quale speranza avete fondato su questo vostro amore?...
Vi siete, forse, illuso al punto di credere che io potessi divenire la
vostra... amante?
ALFREDO
La mia amante, no!.... Ma mia moglie.
EMMA
(_con forza e con una specie di sorpresa_) — Vostra moglie?... Le
vostre leggi non ammettono il divorzio.
ALFREDO
Non lo ammettono, no... finchè siamo cittadini italiani... Ma, in
due anni, si può diventare cittadini svizzeri: in uno solo, vostri
concittadini: in sei mesi, cittadini di Baden...
EMMA
E voi rinneghereste la vostra patria... per...?
ALFREDO
Non vi ho detto che vi amo? (_le prende le due mani e gliele bacia,
senza che Emma, commossa, le ritiri_) — Oh, grazie, grazie!... Vedete:
io avevo bisogno di coraggio... e voi me lo avete dato... sì... sì...
perchè capisco che anche voi mi amate...
EMMA
(_con un filo di voce: — grande commozione_) — Sì!... (_poi, a un
tratto, con uno sforzo sciogliendosi da Alfredo_) — Ma no... no!...
Lasciatemi!... È inutile!
ALFREDO
Inutile... perchè?
EMMA
(_lottando, ecc.; ma, poi, risoluta_) — Perchè... perchè noi non
dobbiamo rivederci mai più! (_per andarsene_).
ALFREDO
(_sorpreso, esitando per timore d'irritarla_) — Volete lasciarmi...
così?
EMMA
(_c. s._) — Sì!... Addio! (_con isforzo, gli stende la mano_).
ALFREDO
(_c. s._) — Addio?
EMMA
(_c. s._) — E per sempre!
ALFREDO
(_c. s._) — Emma!
EMMA
(_c. s._) — Domani, lascio Roma... e, tra pochi giorni, l'Italia.
ALFREDO
(_con movimento di protesta_) — Oh!
EMMA
(_con grande amarezza e commozione_) — Il mio romanzo d'arte... di
gloria... d'amore... finisce così!... Non tentate di prolungarlo...
e lasciamoci da buoni amici... Di voi ricorderò sempre il difensore
coraggioso... l'amico!... Di me, ricordate che Emma Stower aveva un
cuore d'artista... ed era una donna onesta! (_via_).
ALFREDO
(_riprendendo la sua fatuità da conquistatore_) — Una donna onesta,
sì... ma una donna che mi ama!... (_chiamando verso la porta del
fondo_). Mamma, ti saluto.... Vado via... (_per andarsene: — si ferma,
vedendo Amalia entrar in iscena_).

SCENA QUATTORDICESIMA.
Amalia _e_ Alfredo.
AMALIA
Ebbene?
ALFREDO
Tra pochi giorni riprenderà il suo buon umore.
AMALIA
(_sorpresa_) — E canterà ancora?
ALFREDO
(_sorridendo_) — Non credo!... Le è costato troppo il _debutto_...
perchè abbia voglia di ricominciare. (_per andarsene_).
AMALIA
E resta qui?
ALFREDO
No!... Parte domani.
AMALIA
(_sorpresa_) — Domani?
ALFREDO
Sì!... Affari urgenti la obbligano a mettersi in viaggio.
AMALIA
(_c. s., dolente_) — Aveva promesso di assistere al matrimonio di Rina.
ALFREDO
Prima del _debutto_.... Ora, non sarebbe delicato ricordarglielo.
AMALIA
È vero!... (_rassegnata_) — Ma mi rincresce molto... M'ero affezionata
a lei.
ALFREDO
Lo capisco... ma è bene mandarla via... e presto!... Ha bisogno di
distrazioni.... Qui, tu... il babbo.... Rina... senza volerlo...
rinnovate ogni momento il ricordo doloroso.
AMALIA
Hai ragione!... (_con orgoglio di madre_) Hai sempre ragione, tu!
ALFREDO
(_bacia Amalia ed esce: — fuori di scena, s'incontra con Labani_) —
Passi... passi!... C'è la mamma.

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