Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 04

Total number of words is 4560
Total number of unique words is 1755
29.3 of words are in the 2000 most common words
39.0 of words are in the 5000 most common words
45.0 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
Le donne, salvo casi molto rari, non amano lʼuomo per sè stesso,—e
fin qui hanno forse ragione. Ma lo amano inquantochè un uomo piace o
piacque ad unʼaltra,—e qui senza dubbio hanno torto. Poichè lʼerrore
di una sola produce lʼerrore di tutte. Ogni donna cerca in primo luogo
di soverchiare, nei sensi e nella memoria dʼun amante, il prestigio
di quelle che lʼhanno preceduta. La gelosia, che tanto lusinga lʼuomo,
è veramente una gelosia dʼindole femminile, ossia una questione dʼamor
proprio fra donna e donna.
Roré, quando vinse la famosa corsa di motociclette, trovò probabilmente
una incapricciata che gli fece buon viso; da quel giorno lʼamore lo
portò via su le braccia, e piano piano lo sospinse fino alla soglia di
Mimi Bluette.
Mimi Bluette gli avrebbe tuttʼal più dedicata, come diceva, una delle
sue «journées à béguin»; ma capitò frammezzo la gelosia di Fred
Chinchilla, e, naturalmente, le cose mutaron piega. Fred Chinchilla si
era lasciata prendere per colpa di Léa la Roseraie, questa per colpa di
Finna, e Finna perchè Mary Dhjynn, la pazza Mary Dhjynn, si era tirata
un colpo di rivoltella, nelle balene del busto, il giorno che Roré non
volle più saperne di lei.
Così vanno le buone pecorelle lʼuna dietro lʼaltra in fila, come diceva
sin dal trecento lʼinseppellibile Dante, che trova sempre il mezzo per
tornare dʼattualità.
Il signore dʼOlonzac si permise frattanto dʼinviare ogni giorno alla
bella My Blu grandi mazzi e profumatissimi canestri di fiori loquaci;
poi la condusse a prendere il tè, poi la condusse a teatro, poi la
condusse a cena, ed infine la condusse nellʼirresistibile talamo che
vide gli amori norvegesi di Fred Chinchilla.
My Blu era una donnina di nervi ultrasensibili, che non sapeva troppo
resistere al fuoco della tentazione; perciò prendeva con filosofia
lʼamore di sè stessa e lʼaltrui. Si lasciava conquidere, per lo più,
da un particolare che le andasse a genio; ma dimenticava súbito,
con una leggera ombra di malinconia. Era un poco inerte, un poco
sbadata, un poʼ ironica forse, nellʼattribuire un senso ed un valore
agli avvenimenti che intessevano la sua vita. Non aveva mai cercata
la fortuna, e la fortuna si divertiva di lei come dʼun trastullo
innocente; non aveva mai cercato lʼamore, e lʼamore le ronzava intorno,
continuamente, non serio, non grave, non pericoloso, ma simile quasi ad
un rivolo di continuata voluttà. La sua carne bella sentiva la gioia
naturalmente, come un rosaio sente la primavera. Poi, subito, la sua
memoria se ne scordava... era stato un gran soffio di vento, una rossa
nube di polvere, che finiva, moriva, più in là, portandosi via qualche
spolvero del suo pólline profumato. Era una donna venduta, eppure non
chiedeva mai nulla, non faceva mai un vero calcolo, nemmeno rispetto a
quegli amanti cui non si dava per piacere. La ricchezza, lo sperpero,
il lusso, eran diventate abitudini giornaliere della sua vita, e
qualche uomo sʼera puranche rovinato per lei, senza che Bluette nemmeno
se ne avvedesse. Non poteva più desiderare cosa alcuna la quale non
costasse un prezzo irragionevole; ma vʼera sempre chi pagava per lei,
purchè si degnasse far vedere i conti a qualche suo ricco innamorato.
Possedeva tesori nel suo piccolo palazzo, e molto spesso non ricordava
nemmeno con esattezza i nomi di quelli che avevano gareggiato nel darle
prova di amore e di munificenza.
Un vecchio amministratore, M. Bollot, rimastole più fedele dellʼamante
che glielo aveva messo in carica, veniva ogni fin di mese a pagarle i
redditi e spiegarle quale nuovo impiego di capitale fosse utile fare.
M. Bollot beveva regolarmente due bicchierini di Kümmel, le carezzava
i capelli biondi con il buon sorriso dʼun vecchio papà, riponeva gli
scartafacci nella sua logora cartella di cuoio, e, mezzo curvo per il
mal di reni, le diceva prima dʼandarsene:
—Alors, ma chère enfant, si vous avez besoin de moi, vous savez où
jʼhabite: rue Taibout 47, au deuxième. Il nʼy a pas dʼascenseur.
E se nʼandava, mettendosi allʼocchiello un fiore dei vasi di Bluette.
Se non avesse avuta fortuna, questa bella ragazza, certo sarebbe stato
molto facile per lei capitare nelle mani dʼun furfante, che lʼavrebbe
di nuovo ridotta sul lastrico, senza lasciarle nemmeno comprendere,
povera Bluette, quel che significa unʼamministrazione. Ma invece M.
Bollot era di sana pianta un galantuomo; vigilava su questo patrimonio
come se fosse roba sua propria, ed era capace di bisticciarsi un paio
dʼore, con la sua cocciutaggine da vecchio reumatizzato, per aumentare
dʼun magro scudo il capitale di Bluette.
Ed a Bluette tutti volevano bene; questa era la sua fortuna. Cʼera in
lei qualcosa che pareva dire alla gente: «Io son nata per far piacere a
chi mi guarda». Parlare con lei, o vederla vivere, significava provare
una di quelle sensazioni primaverili che soltanto i bei fiori e le
belle creature dànno. La sua voce, il sorriso che aveva in tutta la
persona, i colori che portava nella sua materia, la semplice grazia
che metteva neʼ suoi movimenti, e non so quale profonda ma dolce
sensualità, profusa, intessuta in ogni spazio della sua vita, e quel
suo carattere di fanciulla, che pareva trasparire dalla sua gioventù
come il color del sole da un limpido bicchiere dʼacqua, tutto insomma
di lei era composto in guisa che ogni creatura, nello starle accanto,
provava una freschissima gioia.
Aveva camminato fra il vizio, ed era il vizio, ma pareva che nulla di
tutto ciò le fosse giunto sino al cuore.
Molti uomini erano passati nella sua giovinezza, e forse non aveva
amato ancor nessuno. Max lʼaveva stordita; gli altri le avevan dato
appena qualche torbida e complicata ora di piacere; soltanto il bravo
Jack, lʼinventore dʼun passo di Rag–Time, era stato per lei qualcosa
più dʼun amante: quasi un piccolo, sbadato, inconscio e ridicolo amore.
Povero Jack Morrison! Ella si ricordava ogni tanto chʼera stato buono
con lei, chʼera stato per lei una specie di burbero e dolce fratello,
che si era talvolta rasciugata in fretta una lacrima col rovescio
della manica, ed infine che nessun altro danzatore sapeva ballare come
Jack!... Adesso ne conservava qualche ritratto sparso per la casa, ed
uno in camera, sopra una mensola, dovʼerano sempre alcuni ramoscelli di
freschi fiori. Qualchevolta, nellʼandarsi a coricare, gli diceva come
per ischerzo:—Good night, mon vieil imbécile de Jack!...
Era stato il solo che le avesse voluto bene per lei sola, e quasi le
pareva che anche di là dal mare, traverso lʼinfinita solitudine, quel
ballerino biondo le mandasse un profumo di poesia.
Dunque il signore dʼOlonzac la condusse nel talamo di Fred Chinchilla,
ed usò maniere tanto affettuose, che Bluette, ripensando alla sua fama
orribile, si convinse che il gagliardo e bel signore doveva essere, per
ragion dʼinvidia, un uomo terribilmente calunniato.
—Vois–tu,—ella dichiarò a Linette, sua confidente,—ce dʼOlonzac il me
plaît, parce que cʼest un homme qui connaît les femmes. Avec lui on est
bien vite à son aise...
Linette le teneva il broncio. Quella sera non volle, come invece usava
di consueto, darle consigli nè chiederle schiarimenti. Ma poichè
Bluette insisteva, enunziò nondimeno il suo parere:
—A moi, Madame, il mʼest antipathique.
—Fichtre! tʼes pas facile, toi! Queʼest–ce que tu lui trouves
dʼantipathique?
—Tout et rien, Madame. Ce nʼest pas mon type... voilà tout! Et puis je
vous dis, Madame, quʼil a une tête dont il faudrait se méfier.
Bluette si mise a ridere. Stavano entrambe davanti alla specchiera.
Bluette seduta, menare Linette la pettinava.
—Il a tes yeux et ton front, Linette. Je découvre, en te regardant dans
la glace, que tu lui ressembles dʼune façon frappante... Aïe! diable!
mais tu mʼarraches les cheveux!...
Linette si fece rossa come una educanda, e, per nascondere il viso
avvampato, lasciò cadere a bella posta un gran mazzo di forcine.
[Illustrazione: DECORAZIONE]
Allora, in un giorno di corse, Fred Chinchilla ebbe la ventura
dʼincontrarsi viso a viso con Mimi Bluette. Si dissero dapprima un
mucchio di cortesie, lodandosi la foggia dellʼabito, il modello del
cappellino, e passeggiarono un poco insieme, poichè, sebben rivali,
sapevano di figurare molto bene accanto. Finalmente si accordarono per
scommettere sul medesimo cavallo. Ma dopo aver discussa con minuzia la
monta, il peso, le condizioni del terreno, quando suonò il buttasella,
Fred Chinchilla disse di punto in bianco:
—Pourtant je ne te fais pas mes compliments, Bluette!
—Quoi donc, Fred?
—Tu sais bien que jʼai fait de gros sacrifices pour cet homme, et toi...
—Quel homme?
—Mais Roré, voyons!
—Ah, Roré, Roré... Bien, vois–tu, moi, il mʼindiffère....
—Ce nʼest pas ce quʼon raconte, ni ce quʼ«il» raconte!
—Plaît–il?
—Je dis que Roré te promène un peu partout, en disant quʼil a dû céder
à tes avances.
Bluette si appoggiò su lʼombrellino, con tanta nervosità che quasi lo
spezzava.
—Tu ne vas pas me faire croire ces balivernes!... Sʼil y a quelquʼun
qui me débine, ma chère, ce quelquʼun cʼest précisément toi!
—Moi, Bluette?
—Oui, je te dis. Mais puisque lʼoccasion se présente, il faut tʼavouer,
Fred, que «moi» je ne lui ai point fait dʼavances, parce que je nʼai
pas lʼhabitude, «moi», de ces gros sacrifices dont tu parles.... Et
puis... zut! Bien le bonjour, Fred.
Girò sui talloni, e, per farle rabbia, se ne andò in cerca di Roré.
In quel momento il signore dʼOlonzac le stava osservando ambedue con il
canocchiale, ma di lontano. E compiaciutosi di quella separazione un
poʼ brusca, si volse a discutere dʼelezioni con la moglie liberalissima
di un deputato clericale.
Allora, come tutte le donne che devono prendere una grave risoluzione,
Fred Chinchilla si recò al lavatoio, per mettersi, davanti allo
specchio, un poʼ di rosso ai labbri e di fina cipria su le guance.
Accomodò anche lʼappinzatura di cinque o sei spilli, e frattanto la
matrona del luogo, una gioviale femmina panciuta, le confidò sottovoce:
—Aujourdʼhui, Madame Fred, jʼai un bon tuyau pour la sixième course...
—Fiche–moi la paix, Judith! Voilà trente louis que tu me fais perdre
avec tes maudits tuyaux!
—Nous allons nous rattraper aujourdʼhui, Madame Fred! Voyez donc: ces
deux écus, je vais les miser moi–même. Faut–il que je sois sûre, hein?
—Ton tuyau, je le connais. Tu vas jouer Bib Lalo, parce quʼil y a
dessus Head.
—Oh, que non, que non, Madame Fred! Bib Lalo, je vous le donne moi–même
à cinq contre un, car cʼest trop long pour lui, sans compter que Head
et Bib Lalo nʼont jamais pu sʼentendre.
—Ça, tu as raison. Ce Head il me fiche une guigne!...
—Et, alors il faut jouer Maid Marian, aussi vrai que je suis dame de
propreté. Et si Maid Marian ne vous rapporte pas dix contre un, vous ne
me donnerez plus un sou de pourboire, Madame Fred.
—Maid Marian? Cette vieille rosse?
—Vous allez la voir aujourdʼhui la vieille rosse! Bob, lʼentraîneur,
a joué lui–même cent louis chez le book Cliffton. Enfin, Madame Fred,
nʼoubliez pas que je vous ai donné Roule–ta–bosse, et maintenant je
vous donne Maid Marian... Faites donc à ma guise et vous nʼaurez quʼà
me dire merci.
—Eh bien, Judith, je vais tʼécouter une fois de plus. Mais, si tu me
fais perdre encore ces dix louis, qui feront quarante, ma foi, je
tʼôterai lʼenvie de me donner des tuyaux!
—Cʼest ça, Madame Fred.
—Et si Bib Lalo gagne, je viens tʼarracher ta perruque!
—Bon, Madame Fred. Vous êtes jolie à ravir aujourdʼhui! Est–il de Worth
ce joli tailleur?
—Pas du tout; il est de Green. Et le chapeau est de Lewis. Quoique les
tailleurs, en général, me grossissent un peu...
—Oh, quelle idée, Madame Fred! Aimeriez–vous par hasard être un
cure–dents stérilisé comme la petite Estelle? Attendez: encore une
épingle, et puis ça sera parfait.
Allora Fred Chinchilla si mise in cerca dʼuna persona che le premeva
incontrare. Questi era il figlio del Fabbricante di Pneumatici,
ossia del ricco e decorato patrono di Mimi Bluette. Non era difficile
riconoscerlo anche di lontano, per la sua lunga statura ed il suo
profilo aquilino. Da un padre tarchiato e da una madre gallinacea era
venuto fuori così, lungo e sparuto, con una costituzione da sanatorio,
su due gambe sproporzionate. Mostrava poco ingegno per lʼindustria del
pneumatico, ma era invece un provetto giocatore di «chemin de fer»,
aveva libero accesso a tutti i palcoscenici, guidava una cento–cavalli,
faceva debiti con una serietà da probiviro e si regalava tutte le
primizie che venivano a sbocciare negli stabilimenti di Montmartre.
—Eh, Victor!—chiamò Fred Chinchilla, tirandolo per la manica,
poichʼegli stava discorrendo con altri.
—Cʼest vous, Fred?
—Cʼest moi.
—Toute en couleur scarabée?
—Il paraît que ça porte veine...
—Ravissante!
—Ecoutez, Victor. Jʼai un tuyau des plus sûrs, mais il ne faut pas me
demander de qui je le tiens. Cʼest un secret.
—Oh, oh!
—Je vous le donne, pour vous remercier des cent louis gagnés dans votre
main, avant–hier soir, au Cercle. Et puis, vous savez que je suis bonne
camarade.
—Je nʼen doute pas, Fred,—rispose con amicizia il lungo principe
ereditario del caucciù.
—Eh bien, voilà. Dans la sixième course pariez sur Maid Marian. Misez
tout ce que vous avez dans votre poche. Vous nʼaurez quʼà me dire
merci.
—Maid Marian? Uhm?... Crois pas!
—Comme vous voudrez, Victor. Bonjour, Victor. Je suis très pressée.
Fece due passi per andarsene, ma tornò indietro e lo riprese per la
manica.
—Encore un mot, Victor... en toute confiance. Vous savez bien que
dʼOlonzac, cette fripouille de dʼOlonzac, ce fameux cochon pour lequel
jʼai eu aussi des faiblesses...
—Et alors?
—Ma foi, dites à votre père quʼil devient absolument ridicule!
—Oh, quant à mon père, vous savez bien que nous sommes brouillés. Mais,
ridicule en quoi, sʼil vous plaît?
—Ah, mon cher, il a beau vendre ses pneus! Si dʼOlonzac sʼy met...
—DʼOlonzac?... Mais de quoi sʼagit–il? Je nʼy comprends goutte!
—Vraiment? Oh, alors, excusez–moi... Cʼest une gaffe! Je vous croyais
au courant...
—Au courant de quoi?
—Mais de la nouvelle dont tout le monde parle... cʼest–à–dire que
Bluette...
—Bluette? Qua–t–elle–fait? Divorce–t–elle dʼavec mon père? Mon cher
père lʼa–t–il enfin plaquée?
—Pas encore, mon pauvre Victor! Mais, tant pis! puisque jʼai commencé,
faut bien que je finisse. Roré sʼest mis avec Bluette. Bluette en est
folle. Ce qui fait en somme que votre père entretient Roré...
Lʼelastico principe ereditario del caucciù fece allora un piccolo
salto, che lo allontanò dʼun paio di metri da Fred Chinchilla. Poi
diede principio ad una stura di pittoresche bestemmie.
—Oui, mon pauvre Victor!... Il vous chicane à vous, qui êtes son fils
légitime, les vingt–cinq louis, tandis que Bluette le ruine et que Roré
les ruinera tous les deux!
Poi aperse lʼombrellino e andò via dicendogli:
—En tout cas nʼoubliez pas Maid Marian, puisque cʼest de lʼargent sûr...
[Illustrazione: DECORAZIONE]
Roré, sdraiato sopra un divano, con la testa su le ginocchia di
Bluette, la pettinatura in disordine per colpa di ciò che avevano poco
dianzi compiuto, le stava spiegando con volubilità chʼegli era nato
per essere un uomo dʼaffari. Secondo lui Mimi era male amministrata.
Quel vecchio Monsieur Bollot, se non era proprio un ladro, per lo meno
era un imbecille. Del resto lui, dʼOlonzac, si era preso il gusto
di appurare un poco le cose; lui, dʼOlonzac, sapeva che il vecchio
Bollot, qualche mese innanzi, aveva maritata una nipote facendole una
dote di quasi centomila franchi. Ora, siccome il vecchio Bollot, del
proprio, non possedeva che una magra pensione governativa ed i suoi
piccoli redditi professionali, era evidente che la bellissima dote
proveniva dal denaro di Bluette. Non solo; ma lui, dʼOlonzac, sapeva
che il patrimonio di Bluette rendeva pressʼa poco un quarto di ciò che
avrebbe dovuto rendere, perchè il bravo Monsieur Bollot si divertiva,
non avendo nessun controllo, a fare prestiti grossi o piccoli aʼ suoi
propri amici, su ipoteche meno che sicure; anzi arrivava persino
ad esercitare lʼusura per conto proprio,—come aveva saputo per via
dʼinformazioni secrete, lui stesso, il benemerito signore dʼOlonzac...
Se Bluette gli avesse data una piccola procura!... due righe,
nientʼaltro che due righe davanti a notaio, lui, dʼOlonzac, avrebbe
facilmente provveduto a raddoppiarle il reddito in sei mesi, e
triplicarlo in séguito; lui, dʼOlonzac, che aveva ereditato solo debiti
e gravezze dal conte suo padre, adesso aveva un patrimonio fiorente...
lui, dʼOlonzac, era nato con il bernóccolo dellʼuomo dʼaffari.
Bluette, un poʼ stordita per quello che avevano fatto poco dianzi, lì
su la vasta e morbida pelliccia dʼorso del Canadà, lo ascoltava con un
sorriso negligente, senza dargli torto nè ragione, poichè la donna, per
istinto, ha sempre una fiducia molto limitata in coloro che maneggiano
il suo denaro. Non era del tutto certa che Monsieur Bollot fosse un
galantuomo; bensì era schiettamente persuasa che il signore dʼOlonzac
fosse un piacevole furfante. Piacevole senza dubbio, sopra tutto
quandʼera coricato su le pellicce dʼorso del Canadà.
Ma la negligenza di Bluette era compensata invece dallʼattenzione di
Linette, la quale, come tutte le cameriere di stile, traguardava ed
origliava dietro gli usci, senza perdere un gesto nè una sillaba di
quelle pomeridiane intimità.
Se non facessero così, queste povere cameriere, in qual modo
apprenderebbero esse a conoscere, quindi a secondare, il carattere
delle bisbettiche loro padrone?
Poi entrò anche la madre Malespano. La quale vide per terra la
pelliccia scompigliata, e la rimise a posto col piede. Quel giorno
portava un bellʼabito, color cilestrino, che la faceva sembrare una
biondina folle, grazie allʼossigeno dellʼInstitut del Beauté. La madre
Malespano aveva una simpatia svenevole per il signore dʼOlonzac; nel
respirare davanti a lui gonfiava in modo inverecondo il suo bellissimo
seno.
Egli non si mosse. Bluette neppure. La bionda Caterina sedette,
accavallando le gambe, vicino al loro canapè.
Allora si vide ancor meglio che Maurice, maggiordomo impeccabile, non
era persona di cattivo gusto. La bionda Caterina dava tutte le ragioni
al signore dʼOlonzac. Secondo lei era la Provvidenza che mandava in
casa loro quel bel giovine per sorvegliare un poco le mene del vecchio
Bollot...
Ma invece Mimi non poteva tollerare che la bionda Caterina venisse a
mettere il becco negli affari suoi. Le urtava un poʼ i nervi, questa
madre scandalosa e pettegola, che ormai non si contentava nemmeno più
del maggiordomo, ed aveva incominciato a commettere, proprio lì nel
quartiere, un certo numero di spudorate infedeltà.
Sicchè, non appena la madre volle darle un consiglio, Bluette la
rimbeccò:
—Tu, mamma, te lʼho già detto: se vuoi che andiamo dʼaccordo, non
tʼimmischiare nei fatti miei.
—«Ah, bon Diô, bon Diô, quel mauditt caractère!»—rispose la bionda
Caterina, con il suo francese adorno di pittoresche licenze lombarde.
Roré, cambiando guancia su le ginocchia di Bluette, stese una mano,
sorridendo, verso la madre Malespano; e frattanto ripeteva:
—Chère amie... très chère amie!...
La bionda Caterina prodigò a quelle magre dita una carezza quasi
viscida, e tanto si gonfiò, che il suo bellissimo petto più non
ridiscendeva.
—Tu, mamma,—riprese Bluette—non so davvero perchè ti ostini a rimanere
qui. Non sei riuscita nè ad imparare il francese nè a passare una
settimana senza far nascere qualche malanno.
—«Lʼécoutez–vous, lʼécoutez–vous monsié le conte di Lonzac?... Et dire
che ze lʼadore comme la prounelle de mes yeux!»
—Chère Madame, vous êtes encore trop jolie pour que Bluette vous
obéisse!...—rispose con una subdola galanteria il signore dʼOlonzac,
strizzando lʼocchio a Bluette, che sorrise.
E la bionda Caterina intanto arrossiva di piacere.
—«Que voulez–vous, monsié le conte? Nʼest pas ma fotte si ze resiste
encore un pé!...»
—Anzi, mamma, dovresti proprio fare quello che ti ho consigliato io:
preparare i tuoi bauli piano piano, mettervi dentro tutto quello che ti
abbisogna, e tornartene tranquillamente a casa tua.
—Casa mia? Sai bene che non lʼho più.
—Voglio dire da tua sorella, per intanto. Poi ti rifaresti una casa
nuova, bella, comoda: in città, in campagna, come preferisci. Io ti
manderei mese per mese tutto il denaro che possa occorrerti; se vuoi ti
manderò anche Maurice, per farti servire a puntino... E questo, vedi, è
lʼunico mezzo con il quale potremo essere felici tuttʼe due.
—Figlia ingrata!—esclamò la bionda Caterina, toccandosi un ricciolo
delle sue trecce finte.
—Perchè ingrata, mamma? Tu verresti a Parigi qualche mese allʼanno,
durante la primavera, per esempio, ed io ti spedirei per pacco postale
tutti quei regali che mi tocca farti quando abiti qui.—Così parlando
ella carezzava la bocca e gli occhi di Roré; fumava, distratta, con il
capo rovesciato su la spalliera del divano.
—Senza contare,—seguitò—che tu, mamma, sei ancora una bella donna, e,
se ti annoi, potresti anche riprendere marito.
—Certamente non sono vecchia e non son neanche da buttar
via...—confessò la madre Malespano, sogguardando il suo bel corpo.—Ma,
vedi, sposare un uomo è una faccenda seria, perchè gli uomini al giorno
dʼoggi, o di riffe o di raffe, quasi tutti cercano di farsi mantenere...
Il delicato signore dʼOlonzac di nuovo cambiò guancia su le ginocchia
di Bluette, e sorrise tranquillamente.
—Però, però,—concluse la bionda Caterina—quello che mi consigli non
è del tutto stupido, e forse, uno di questi giorni, prenderò la mia
risoluzione.
—Brava, mammina! E decíditi presto, perchè sai bene che fra un mese
deve incominciare la mia tournée.
[Illustrazione: DECORAZIONE]
Allora, non appena il signor dʼOlonzac fu andato via, Linette, che
aveva origliato scrupolosamente, prese tutto il suo coraggio a due
mani, entrò nella stanza dovʼera la sua padrona e si mise a piangere
dirottamente, perchè aveva il cuore così gonfio da non poterne più.
Bluette dapprima la guardò stupefatta, poi lʼafferrò per i due polsi,
che Linette si premeva contro la faccia, e commossa non ristava
dal chiederle cosa mai fosse capitato. Le lacrime cadevano sul bel
grembiule di lino. fitte, veloci, e rotolavano giù come perle. Questa
povera Bluette, che aveva un cuore di bambina, vedendola piangere, e
non riuscendo a cavarle una parola, quasi quasi provava il bisogno di
mettersi a piangere insieme con lei. Sʼimmaginò che le fosse accaduta
una disgrazia di famiglia, oppure che avesse un amore infelice,
oppure che si fosse trovata incinta, come capita qualchevolta contro
tutte le previsioni, o che le avesser rubato i suoi risparmi, o che
avesse lasciato prender fuoco a qualche scatola di Valenciennes... Ma
davanti a ciascuna sua domanda, Linette scuoteva il capo in silenzio
e piangeva sempre più. Allora la fece sedere sul divano, come se la
padrona fosse lei, e piano piano le carezzava i capelli.
—Dis–moi tout, Linette... Nʼaie pas peur. Si tu as commis une faute, je
te pardonne, et si tu as quelque chagrin, je tʼaiderai de tout mon cœur.
Linette allora balbettò:
—Cʼest à cause de vous, Madame, que je pleure...
—A cause de moi, Linette?
—Mais si... parce quʼil fallait vous le dire tout de suite... et ne pas
attendre si longtemps...
—Me dire quoi, Linette?
—Mais oui, mais oui... parce que vous êtes si bonne, Madame, et je
vous aime si fort, Madame... tandis que lui il nʼest quʼun vaurien
quelconque, un gredin quelconque... Oui, Madame! Et mon devoir était de
vous le dire avant que vous ne soyez amoureuse de lui...
—Mais de qui parles–tu, Linette?
—Vous le savez bien. Madame... Je parie de ce faux Comte dʼOlonzac,
lequel nʼest autre chose que...
—Que quoi, Linette?
—Eh bien, nʼest autre chose que mon frère!... Oui Madame! oui,
Madame!... mon propre frère, le désespoir de ma vieille maman, un sale
type, Madame!
Bluette fece due passi indietro, e con un gesto nervoso intrecciò
le dita. Linette sʼera levata in piedi, ma oscillava come se avesse
perduto lʼequilibrio. Dopo una pausa, che durò qualche momento,
Bluette, con un senso dʼimprovvisa vergogna, si andò a guardare in uno
specchio, e disse:
—Ben, vrai! Ce nʼest pas mal ce que tu me racontes, Linette!
Poi soggiunse, come a sè stessa:—Après tout, sʼil est ton frère, ça
ne change pas grandʼ chose... Je savais bien quʼil nʼest pas comte...
pourtant je le croyais dʼOlonzac.
—Il nʼest pas dʼOlonzac, Madame.
—Quʼest ce quʼil est donc?
—Il est Messanges, comme moi, Honoré Messanges, et pas un brin de plus.
Il était mécanicien dans le temps; plus tard ils sʼest fait coureur de
motocyclettes. Il vit, paraît–il, sur le dos des femmes...
—Tiens!...—fece Mimi con simulazione.—Tu le sais pour sûr, Linette?
—Mais tout le monde le sait, Madame! Seulement, avec son titre de comte
on le gobe, et il se fait recevoir partout. Cʼest une fine crapule,
Madame! Et, dʼailleurs, je vous avais mise sur vos gardes.
—Tu mʼas dit en effet quʼil nʼétait pas ton type... Mais cela nʼavait
pas trop dʼimportance, puisque, pour le moment, il était le mien.
—Voilà le danger. Madame. Et comme jʼai entendu quʼil veut se mêler de
vos affaires, coûte que coûte, et même au prix de sa vengeance, je vous
lʼait dit, et jʼai cru bien faire. Sans doute Madame ne voudra plus de
moi à présent...
Bluette si stava incipriando, ma buttò per terra il piumino con un
gesto improvviso dʼira.
—Ecoute, Linette! Sors dʼici pour le moment. Parce que tu mʼas rendue
nerveuse, et tu mʼembêtes! Je nʼaime pas quʼon sʼoccupe de mes
affaires; car je ne suis pas une enfant et je sais à quoi mʼen tenir.
Ramasse vite la houppe frotte tes yeux, et va–t–en!
Quando già Linette era su lʼuscio, e stava per andarsene a fronte
china, Bluette soggiunse:
—Et gare à toi si tu souffles mot à ton frère de ce que tu mʼas dit!
—Bien, Madame.
—Ni à ton frère, ni à personne.
—Bien, Madame.
—Et si on voit que tu as pleuré, tu diras que tu as des peines de
cœur...
—Bien, Madame.
Era già nel corridoio, quando Bluette la richiamò:
—Viens ici, Linette! Jʼai tort de te rudoyer; car tu es une brave
fille, et je te remercie. Bien que tu aies tort de me croire si sotte.
Car, dʼOlonzac ou Messanges, ton frère ou non, il en faut dix comme lui
pour mettre en danger le cœur de Mimi Bluette!
—Jʼen suis bien aise, Madame.
—Je parais écervelée parce que cʼest plus commode; je ne le suis pas,
je te lʼaffirme.
Linette le prese un braccio nudo e lo baciò con effusione.
—Si dʼailleurs le jeune comte a été le bienvenu chez moi, cʼest que
jʼen ai assez du vieux fabricant de pneus!... Mais jʼai trouvé mieux
que ça, Linette! Je voulais seulement faire enrager Fred Chinchilla...
Et puis, et puis... ça ne te regarde pas, Linette, mais je tʼassure
quʼil est rudemente bien quand il nʼa sur lui ni son veston ni son
dʼOlonzac!...
[Illustrazione: DECORAZIONE]
«Mieux–que–ça» era uomo politico, aspirante in pectore ad una futura
presidenza della Repubblica. Lʼex–avvocato «Mieux–que–ça» era nato
in un angolo di provincia, come tutti quelli che riescono a farsi
prendere sul serio dalla Capitale. Parigi è terreno di conquista, ove
difficilmente incontra fortuna la gente che si fa troppi scrupoli e
quella che, per star ferma neʼ suoi principii, finisce con mancare
dʼogni malleabilità.
Quanto a principii, lʼex–avvocato «Mieux–que–ça» non ne aveva manco
lʼombra.
Quanto a scrupoli, aveva quelli che possono andare dʼaccordo con la
transigenza dʼun uomo di spirito.
Le cose che fece in trentʼanni di carriera furono le seguenti:
cambiò partito cinque o sei volte;
moglie, due volte sole;
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 05
  • Parts
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 01
    Total number of words is 4233
    Total number of unique words is 1727
    31.6 of words are in the 2000 most common words
    44.0 of words are in the 5000 most common words
    50.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 02
    Total number of words is 4421
    Total number of unique words is 1847
    30.2 of words are in the 2000 most common words
    42.8 of words are in the 5000 most common words
    49.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 03
    Total number of words is 4500
    Total number of unique words is 1822
    26.6 of words are in the 2000 most common words
    37.5 of words are in the 5000 most common words
    42.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 04
    Total number of words is 4560
    Total number of unique words is 1755
    29.3 of words are in the 2000 most common words
    39.0 of words are in the 5000 most common words
    45.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 05
    Total number of words is 4356
    Total number of unique words is 1833
    28.0 of words are in the 2000 most common words
    39.9 of words are in the 5000 most common words
    45.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 06
    Total number of words is 4438
    Total number of unique words is 1723
    26.7 of words are in the 2000 most common words
    38.1 of words are in the 5000 most common words
    43.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 07
    Total number of words is 4424
    Total number of unique words is 1797
    27.7 of words are in the 2000 most common words
    38.3 of words are in the 5000 most common words
    44.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 08
    Total number of words is 4546
    Total number of unique words is 1619
    26.2 of words are in the 2000 most common words
    34.1 of words are in the 5000 most common words
    40.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 09
    Total number of words is 4464
    Total number of unique words is 1641
    23.2 of words are in the 2000 most common words
    31.9 of words are in the 5000 most common words
    38.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 10
    Total number of words is 4490
    Total number of unique words is 1797
    23.0 of words are in the 2000 most common words
    31.9 of words are in the 5000 most common words
    38.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 11
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1818
    20.3 of words are in the 2000 most common words
    29.0 of words are in the 5000 most common words
    35.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 12
    Total number of words is 4420
    Total number of unique words is 1864
    24.2 of words are in the 2000 most common words
    32.9 of words are in the 5000 most common words
    39.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 13
    Total number of words is 4366
    Total number of unique words is 1811
    26.0 of words are in the 2000 most common words
    37.4 of words are in the 5000 most common words
    43.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 14
    Total number of words is 4633
    Total number of unique words is 1738
    18.6 of words are in the 2000 most common words
    26.1 of words are in the 5000 most common words
    30.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 15
    Total number of words is 4684
    Total number of unique words is 1514
    14.5 of words are in the 2000 most common words
    19.3 of words are in the 5000 most common words
    22.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 16
    Total number of words is 4468
    Total number of unique words is 1712
    22.1 of words are in the 2000 most common words
    31.5 of words are in the 5000 most common words
    36.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Mimi Bluette, fiore del mio giardino: romanzo - 17
    Total number of words is 2986
    Total number of unique words is 1211
    31.9 of words are in the 2000 most common words
    43.6 of words are in the 5000 most common words
    50.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.