I coniugi Varedo - 07

Total number of words is 4551
Total number of unique words is 1765
35.4 of words are in the 2000 most common words
49.6 of words are in the 5000 most common words
56.9 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
questa visita. Più ancora che del posto perduto egli si crucciava
all'idea di non poter frequentare la casa Varedo con la solita
intimità, e gli pareva mill'anni di assicurare la signora Diana che i
suoi sentimenti per la famiglia erano inalterati, e che, assistente o
no, egli era sempre al servizio di lei, del professore e di Bebè.
Adesso la loquace signora Bardelli venne al nocciolo della questione.
Se Eugenio non aveva il posto, naturalmente egli non riscuoteva
neanche lo stipendio.
L'orefice capì a volo.--Quant'era?
--Una miseria. Cento lire al mese--replicò la madre.--Ma gli bastano
pel suo vestito, per i suoi libri, pe' suoi minuti piaceri... Un
giovinotto non può star senza un centesimo in tasca... Se davo retta a
lui, non te ne parlavo...
--No, proprio--disse Eugenio mortificato. Tu hai tutto il carico della
casa sulle spalle.
Girolamo sorrise con bontà.--Non pensare a questo, oggi.... Tu avrai
col tempo la tua brava cattedra e sarai indipendente. Frattanto per
quel che occorre, son qua io.
Mentre Eugenio, commosso, si profondeva in ringraziamenti e la madre
tributava i dovuti elogi alla bontà del suo primogenito sempre
disposto ad aiutare i fratelli, Girolamo faceva tra sè e sè alcune
giudiziose considerazioni.--Già io non ho inclinazione pel matrimonio,
ma se pur ne avessi, sfido io a prender moglie fin che questi
benedetti ragazzi non siano sistemati.... E la signora Merlini non
capisce la ragione per cui certi uomini vivono scapoli.... Gliela
spiegherò io la ragione, stasera, al Valentino.
--Girolamo!--riprese con qualche esitanza la signora Marianna.
Egli si scosse e credendo ch'ella volesse andarsene disse
pronto:--Eccomi qua. Vi faccio uscire per la porticina.... Io rimango
un paio d'orette sinchè ho finito un lavoro.
La signora Bardelli, impacciata contro il suo solito, accennò
negativamente col capo.
--No.... Abbi pazienza... Dovrei dirti ancora qualche cosa....
--Oh Dio!... Altre disgrazie?
E l'orefice interrogò con lo sguardo Eugenio che teneva gli occhi
fissi al suolo.
La madre intervenne pronta.--No, no, lui non c'entra.
--Paolo allora!... Ha da gettare dei nuovi quattrini nei suoi progetti
colossali?
--Oh Girolamo--saltò su la vecchia signora in tuon di rimprovero.--Tu
pure diffidi del genio di Paolo?... E sì che presto o tardi quello
farà strabiliare il mondo.
Girolamo mise un sospirone.--Aspetta cavallo che l'erba cresca.
--Oh--ella seguitò con amarezza,--lo sa il povero Paolo, lo sa, che i
primi a dubitare di lui sono i suoi fratelli... Meno male Eugenio che
non ha l'obbligo d'intendersene d'arte. Ma tu...
--Io, mamma--rispose Girolamo--non son che un povero manuale
innamorato degli antichi... L'arte moderna non la comprendo, ciò che
non vuol dire ch'io non apprezzi l'ingegno di Paolo e che non gli
auguri i maggiori trionfi.... Sentiamo, via, mamma, che cos'ha Paolo?
Non hanno accettato il suo bozzetto a Monaco?
--Oh sì--ribattè la signora Marianna agitando furiosamente il
ventaglio--vorrei vedere che non glielo avessero accettato... Il
bozzetto non lo ha spedito lui all'ultimo momento perchè non finiva di
piacergli... È coscienzioso, Paolo... Ma non si tratta di questo.
--Di che si tratta dunque?
--Ecco--principiò la vecchietta, e non c'era verso che trovasse la sua
parlantina--ecco.... tu conosci la Gegia, quella che ha servito di
modella a tuo fratello per la sua magnifica baccante?....
--Sì, la conosco di vista... Gira sempre sotto i portici.
--Girava.... Ora non più.
--Insomma--chiese Girolamo inquietissimo--che significa questo
preambolo?
--Se ti riscaldi... disse la madre.
--No, sono calmo... Ma vorrei sapere...
--Or ora... Ecco... da circa un mese la Gegia vive con Paolo...
--È per questo ch'egli dorme nello studio, con la scusa d'esser pronto
la mattina a lavorare?... E tu, mamma, eri a parte del segreto?
La signora Marianna si mise una mano al cuore.--Giuro che fino a oggi
ero all'oscuro di tutto.
--Tu almeno Eugenio, sarai stato nelle confidenze...
--Io?... Neanche per sogno...
--Ma, in conclusione, se ha taciuto prima perchè parla adesso? Che
c'entriamo noi con le sue sudicerie?... Gli artisti, pur troppo, in
tutti i tempi hanno avuto di queste debolezze, ma è inutile che
vengano a raccontarle in famiglia.... Pensi piuttosto a sbarazzarsene
della sua Gegia, che già non avrà mica lo scrupolo di averla
compromessa... O che si compromettono quelle donne?... Ah, spero di
aver indovinato... Paolo ha bisogno di qualche centinaio di lire per
liberarsi... Quanto, via...?... Glieli presterò io i denari... Me li
restituirà con comodo... e se potrà... dopo la prima commissione...
Sempre più confusa, la signora Bardelli si guardava attentamente le
unghie, tentennando la testa.
Girolamo perdette la pazienza.--Non è questo?... In nome di Dio, che
cosa è?
La signora Marianna si decise a spifferar la verità intera.--È... è...
che sembra vi siano delle conseguenze.
Vedendo che il figliuolo sgranava gli occhi, ella soggiunse
timidamente:--Sembra... non si è ancora sicuri... magari non fosse!...
--E se fosse?--gridò l'orefice.
--Se fosse--rispose la madre--pensa quel che faresti tu.
--Ha intenzione di sposarla? Di sposar la Gegia?
--Mettiti nei suoi panni...
--Ah no, mamma--proruppe Girolamo, e la sua faccia ingiallita fuori
dell'aria e del sole si colorava rapidamente e i suoi occhi smorti
mandavano lampi--no ch'io non posso mettermi nei panni di mio
fratello, perchè io non sarei stato tanto minchione da convivere con
una baldracca a rischio ch'ella mi affibbiasse un figliuolo non mio...
--Oh Girolamo! Ma se tu avessi invece l'intima persuasione d'esser il
padre?...
--Con la Gegia?... Figurati se l'avrei!... Se l'avessi?... Non so...
forse riconoscerei la creatura, povero innocente, ma non farei certo
la pazzia di sposare la madre... E in ogni caso, qualunque sproposito
io commettessi, vorrei subirne io tutta la responsabilità e tutta la
vergogna... Non proporrei alla mia mamma di accettar per nuora una
Gegia; non domanderei a un fratello che lavora e suda da mattina a
sera di far nuovi sacrifici per mantenere oltre a me anche la mia
rispettabile consorte e il bimbo di cui mi fosse piaciuto assumere la
paternità... Perchè--continuò Girolamo Bardelli animandosi sempre
più--tutti i salmi finiscono in gloria, e se si ricorre a me non è per
domandar consigli (o che sono in grado di darne io dei consigli alla
gente ch'empirà l'Italia di capolavori?); è per aver quattrini.
--Ma Girolamo!--esclamò la signora Marianna congiungendo le palme. Non
aveva mai visto il suo primogenito così acceso in volto, non aveva mai
inteso da lui una simile sfuriata.
Egli s'accorse di aver passato il segno, si pentì d'aver tradito il
malanimo dell'artista coscienzioso, disinteressato, modesto verso il
sognatore spavaldo che vuol conquistare d'un sol colpo la gloria, e
chinandosi sulla madre ne' cui occhi luccicavano due lacrimette, la
baciò in fronte e le disse:--Perdona, mamma, qualche volta si perde la
testa.
--Oh, sei stato ingiusto, molto ingiusto con Paolo--ella replicò poco
opportunamente.
Ma l'orefice aveva ormai ricuperato il dominio di sè.--Paolo--egli
soggiunse con calma--io l'ho aiutato, io seguiterò ad aiutarlo in
tutto quanto si riferisce alla sua arte. Se non ha ancora avuto
fortuna, pazienza. La fortuna e il merito non sono l'identica cosa...
E se il suo ideale è diverso dal mio, non gliene faccio mica una
colpa... Questo diglielo pure; glielo avrei detto io s'egli non avesse
preferito d'incaricar te delle sue ambasciate... Ma circa al resto,
circa ai suoi progetti di matrimonio... di quel matrimonio... non
parlatemene più, chè tornerei ad andare in escandescenze.
Insistente per sua natura, e mortificata di non poter recare una
migliore risposta al suo figliuolo prediletto, la signora Marianna era
lì lì per replicare; ma Eugenio s'interpose.
--Basta per oggi, mamma... Ormai Girolamo sa quello che doveva
sapere... Egli è così buono che possiamo fidarci interamente di lui...
Non c'è pericolo ch'egli abbandoni nessuno della sua famiglia...
Girolamo protestò contro questo certificato di bontà che pareva un
certificato di debolezza.
--Buono, buono... Non tre volte però...
E avrebbe forse ribadito le sue prime dichiarazioni se gli sguardi
supplichevoli del fratello non lo avessero indotto a smettere.
--Adesso, mamma, vi apro la porticina--ripigliò Girolamo.
--Anche di festa lavori?--sospirò la signora Marianna.
---È necessario--egli disse. E dandole il braccio l'accompagnò fin
sulla soglia.
Quand'ebbe richiusa la porta dietro a sua madre e a suo fratello
Eugenio, egli s'avviò pian piano al suo banco, accese una lampada ad
alcool, e tirò fuori da un cassetto una catenella d'oro di cui
s'accinse a saldare le maglie con la stessa minuziosa sollecitudine
con cui avrebbe cesellato una coppa o sfaccettato un diamante.
Nella bottega chiusa giungevano gli echi del giorno festivo,
giungevano i canti dell'allegre brigate che andavano a passare il
pomeriggio in campagna. Per Girolamo Bardelli non c'era vacanza; a lui
non era lecito di bever un mezzo litro con gli amici; non gli era
lecito di far la corte alle ragazze e meno che mai di avere una bella
moglietta al suo fianco.... No, no, egli non si sarebbe recato quella
sera al Valentino in cerca della signora Merlini; che le avrebbe
detto? Che il suo dovere era di tirar la carretta per gli altri e di
restar scapolo tutta la vita... come forse il dovere di suo fratello
Paolo era quello di sposar la modella...?... Sono pur comiche le cose
di questo mondo!


XI.
Effusioni epistolari.

I fiocchi bianchi scendevano lenti, assidui, silenziosi. Era come se
una trina interminabile si svolgesse dal cielo verso la terra. Regnava
intorno la gran quiete dei giorni di neve, in cui ogni tono si smorza,
ogni eco si spegne, e perfin la voce umana sembra frenare i suoi
scatti.
Nella camera da letto, seduta a un tavolino, Diana scriveva,
interrompendosi di quando in quando per dare un'occhiata a Bebè che
dormiva tranquilla nella sua cuna, con le manine ingiunte sul petto e
i giocattoli sparsi sulle coperte.
Diana scriveva a sua madre.
--Non turbarti, mamma, se la mia lettera è triste. È una giornata
fatta apposta per metter uggia addosso. Nevica incessantemente da
stamattina, e chi sa per quanto nevicherà ancora... e siamo in
principio dell'inverno... Voi altri forse avrete la pioggia, lo
scirocco, l'alta marea... forse avrete il sole... Il nostro inverno
veneziano è molto più mite e comincia molto più tardi. Ad ogni modo,
se fossi accanto a te, nel tuo salottino, povera e cara mamma, come il
tempo mi volerebbe! Te ne ricordi, mamma, di quegli anni in cui t'ero
sempre attaccata alle gonnelle? Ti ricordi la rabbia di Miss Jeanne
perchè volevo star con lei il meno possibile, ti ricordi le tue
rampogne amorevoli per indurmi a esser più espansiva con
l'istitutrice? Son passati quegli anni... tutto passa.... E anche se
fossi rimasta con te sarei ora una vecchia zitella, malcontenta,
brontolona, inacidita come la Olga Duranti... Eppure, non so, mi
sembra che se fossi rimasta con te sarebbe stato meglio; mi pare che
ci si farebbe buona compagnia e ch'io sarei ormai rassegnata a non
maritarmi, ad avvizzire tranquillamente sul ramo come un frutto non
côlto... Si sta tanto bene sul ramo!... È vero che non avrei Bebè!
«Così, per conciliar tutto, mi basterebbe che fossero ancora i bei
giorni di Belgirate quando noi due, quasi sempre sole con Bebè, ci
godevamo in pace il magnifico lago... Non son corsi che quattro mesi e
mi pare un secolo, un secolo che non ti vedo mamma; come mi pare
un'eternità, a pensarci, il tempo che dovrò stare senza vederti.
«Ecco, mamma, lo sento, ti dò un dolore tenendo questo linguaggio. Sei
tanto buona che tu preferiresti, non già ch'io ti dimenticassi (son
cose da dirsi queste?) ma che ti desiderassi meno, che le mie lettere
non fossero che variazioni sopra un identico tema. Sono felice, sono
felice!... Io avrei ben l'obbligo di esser tale perchè il mio
matrimonio l'ho fatto io con quell'ostinazione ch'è una delle mie
prerogative!
«Comunque sia, dinanzi alle disgrazie vere che ci sono nel mondo, ho
torto a lagnarmi, e probabilmente lo _spleen_ di oggi deriva dal cielo
grigio e dall'indisposizione di Bebè... Non te lo avevo detto ancora
che Bebè è indisposta, o, piuttosto, è stata indisposta? Ha avuto due
febbricciattole reumatiche di nessuna importanza, ma che mi avevano
messo in un orgasmo! Ora è senza febbre, ma la tengo a letto per
precauzione. Mentre scrivo, ella dorme tranquilla, e io, alzando gli
occhi dalla carta, vedo il suo visino affilato dalla breve malattia,
vedo le sue manine rosee che spiccano sulla coperta bianca... Caro,
caro angiolo! Se non avessi lei!... Com'è buona, com'è docile e
ubbidiente, come ha preso la medicina che le fu ordinata dal dottore,
una piccola dose di citrato e magnesia! Hai ragione tu, è una bimba
che non somiglia a nessun'altra.
«Alberto, per miracolo, è a Roma, e non sarà qui che verso Natale
quando la Camera andrà in vacanza. Ci scriviamo un giorno sì e un
giorno no; ma che lettere fredde! Io gli parlo di Bebè, egli appena mi
risponde e mi parla invece di politica; mi dà notizie del Ministero,
il suo incubo!... Non casca mai questo benedetto Ministero... o non
sanno farlo cascare. Due occasioni, secondo Alberto, due occasioni di
rovesciarlo si son perdute per irresolutezza, per accidia dei capi
dell'opposizione. Così Alberto se la prende anche coi suoi amici che
si mostrano impari alle circostanze.
«Io, qualche volta, tanto per farla finita, vorrei che succedesse
questa famosissima crisi e che vedessimo i successori alla prova. Per
farla finita, proprio per questo soltanto, non per fede ch'io abbia
negli uomini nuovi. Non l'ho più la fede. L'aveva nei primi mesi del
mio matrimonio, quando credevo che Alberto non vagheggiasse la
deputazione che per amore di patria, per sete di giustizia e di
verità. Oggi son convinta che quello a cui si mira è di sopraffarsi a
vicenda, e che le frasi ridondanti e sonore non servono che a
mascherare le ambizioni piccine. E come sono obliosi questi signori!
Varedo per esempio non rammenta più che i medesimi individui sono
stati a vicenda esaltati e vituperati da lui, a seconda che hanno o
lusingata o ferita la sua vanità. Ma guai a rilevare queste perpetue
contraddizioni! A provarmici un giorno mi sono attirata addosso una
risciacquata di capo! Con l'acredine di chi sa d'aver torto e non vuol
riconoscerlo, Alberto mi disse che le donne non capiscono nulla, che,
mancando esse di logica, tacciano d'incoerenza le più naturali
evoluzioni dello spirito, e, mancando di profondità, non sanno
intendere i motivi che possono determinare delle mutazioni di giudizi
su persone e su cose... Niente meno!
«Dunque acqua in bocca. Perchè in quanto a far la parte compiacente
dell'eco, ah questo no... Saremo creature inferiori, noi povere donne
(così affermano i nostri padroni) saremo frivole, leggere; ma la
nostra personalità l'abbiamo noi pure, abbiamo un criterio, una
coscienza nostra che non possiamo, che non dobbiamo lasciar soffocare.
Non ch'io non intenda quello che c'è di alto e fecondo nella fusione
di due cuori, di due anime, di due intelligenze... Era questo anzi il
mio sogno. Fondersi come si fondono il rame e lo stagno per formare un
metallo più nobile e più resistente, il bronzo: ecco l'ideale. Ove si
tratti invece di non esser che la lega bassa e spregiata che serve a
mantener la coesione delle particelle d'oro e d'argento e si perde in
esse, io mi ribello con tutte le mie forze.
«Già, lo riconosco lealmente, una vera e propria comunione spirituale
è tanto difficile. Talvolta nelle prime ebbrezze dell'amore noi
crediamo che il miracolo si sia operato. Quale ingenuità! Gli è che
l'amore agisce sopra di noi come un anestetico; addormenta le nostre
suscettività nei nostri rapporti con l'essere amato; quando ci si
sveglia, e ci si sveglia di certo, allora si notano i solchi e le
lividure che il passaggio d'un estraneo ha lasciato in noi. Per
toccare un'anima senza ferirla occorre maggiore abilità che non
occorra al chirurgo per penetrare in un corpo col bisturi senza
lederne gli organi vitali. Ci riusciranno forse i semplici di cuore;
non mai gli uomini illustri, siano uomini di studio o d'azione. Che
mai vedono costoro fuori di sè, fuori della meta che si son prefissi?
«Tu cascherai dalle nuvole! Non riconoscerai più la tua figliuola
educata al rispetto, alla disciplina, alla religione del dovere! Eh,
mamma, noi siamo un oggetto di costante maraviglia a noi stesse. La
vita mi sembra uno di quei calendari ove non si può leggere la pagina
di sotto se non si strappa la pagina che sta sopra; con questa gran
differenza che nei calendari si sa sempre che giorno succede al giorno
in cui siamo; nella vita non si sa mai che cosa ci serba il domani e
che cosa noi saremo domani.
«Oimè, una scampanellata!... Chi può essere, con questo tempo?
. . . . . . . . . . . . . . .
«Ho dovuto interrompere la lettera per la visita della signora
Marianna Bardelli venuta, povera vecchietta, in mezzo alla neve per
sentir notizie di Bebè. Quante me ne ha contate! È piena di fede, di
energia, di vivacità, ma ha le sue tribolazioni anche lei. Il suo
Eugenio, quello che hai visto a Belgirate, lavora per prepararsi al
famoso concorso di Bologna che il Governo si è finalmente deciso a
bandire, ma intanto non ha nessuna occupazione retribuita, perchè,
come sai, le mie sollecitazioni in favor suo presso Alberto non
approdarono a nulla. Il figliuolo scultore accumula nello studio le
statue che non vende e s'impunta a voler sposare una modella,
nonostante l'opposizione del fratello orefice, il quale, alla sua
volta, è aizzato da una vedova inframmettente che cercherebbe di
accalappiarlo per sè. E capisco che il possibile matrimonio del suo
primogenito con la vedova spaventa la signora Marianna assai più di
quello dello scultore con la modella.
Ma sono argomenti che non possono interessarti, perchè, dal mio
professorino in fuori, non conosci alcuno della famiglia Bardelli. Il
mio professorino buono, ingenuo, entusiasta, quello sì ha conquistato
anche te, e son sicura che saresti contenta di saperlo a posto. Io
temo invece che, appunto per la sua eccessiva bontà e credulità, egli
si vedrà soverchiato da altri che valgono meno di lui. Quando, dopo
ciò ch'è successo, lo vedo così fiducioso nell'appoggio di mio marito,
rabbrividisco al pensiero dei disinganni che gli si preparano. Peggio
poi quando lo sento vantarmi le belle qualità del suo successore
Quinzani, una volpe fina che lo sfrutta lisciandolo. In principio,
Bardelli guardava con sospetto questo nuovo venuto, non perchè gli
serbasse rancore dell'averlo snidato dall'Università, ma perchè
temeva, povero grullo, che colui cercasse di soppiantarlo anche presso
di me e della bimba. Ci voleva proprio Bardelli per supporre che un
giovinotto elegante qual è Quinzani, giunto qui con lettere di
raccomandazione per la _highlife_ torinese, perdesse il suo tempo con
noi altri due. Quinzani, compitissimo, fa alla moglie del suo
professore una visita al mese, manda ogni tanto a Bebè una scatola di
dolci di Baratti e Milano, e lascia a Bardelli il gradito ufficio di
mettersi a disposizione mia e di giocar con mia figlia. Allorchè
Alberto è a Torino, egli viene in casa più spesso, ma io non lo vedo o
lo vedo appena, e Bebè nemmeno si accorge della sua presenza.
Rassicurato su questo punto, Bardelli gli si è fatto amico, lo scusa,
lo giustifica, lo loda perfino. Non è un ingegno originale, questo no,
ma è uno che sa il conto suo, ed è un lavoratore indefesso, che ama
parlar di studi, provoca le obbiezioni, e, se le trova giuste, le
accetta con gratitudine.--Badi a me Bardelli--dico io--badi a me;
Quinzani si adornerà delle sue penne e finirà coll'arrivare in porto
prima di lei.--Ma quel buon uomo, già te lo immagini, protesta
energicamente contro le mie parole e sostiene che gli studiosi devono
aiutarsi a vicenda e che quando uno ci espone un dubbio o ci chiede un
consiglio non è lecito rispondere con un rifiuto.
«Oh mamma, che lettera ti scrivo! I foglietti si ammucchiano sul
tavolino proprio come i fiocchi di neve sul davanzale della mia
finestra. E non ho terminato e penso di dedicare a te anche una parte
della sera ch'è già cominciata... e non sono ancora le 4!
«La bimba è svegliata e guarda me, e guarda il lume, e mi chiama di
tratto in tratto:--Mamma! Mamma!... Non è insistente però, non è
noiosa; basta ch'io m'avvicini un momento, che l'accarezzi, ella si
cheta subito. E quando le dico:--Scrivo alla nonna. Che cosa mandi
alla nonna?--ella che capisce a volo, che capisce tutto,
risponde:--Baci.--E con che enfasi pronuncia quella parola _baci!_
Pare che ci metta due _ci_... Sta benino Bebè e se domani fosse una
giornata migliore l'alzerei. Ma c'è poco da sperare. Nevica sempre,
nevica più fitto di prima, e non mi stupirei che si dovesse starsene
tappate in casa per una settimana. Pazienza! Ce la conteremo con Bebè.
«Io poi mi son rimessa a leggere. E dacchè son discesa di grado e non
faccio più la _segretaria_, nè ho da ingolfarmi nei trattati di
sociologia mi sfogo coi libri di letteratura amena. Alberto non ne
compra, e mi rimprovera se ne compro io col mio _budget_ particolare,
ma io sono abbonata a una biblioteca circolante, e ho inoltre una
fornitrice generosissima nella signora Erminia Sali, nata Frigidi,
vedova Maranzi, vedova Silveri. Il suo presente marito, professore di
filologia comparata, non ha che opere noiose, ma i due mariti
precedenti avevano una passione matta per i romanzi, e fra l'uno e
l'altro ne raccolsero parecchie centinaia che la moglie ereditò. Io
attingo a piene mani in questa grazia di Dio, e così mi metto al
corrente e faccio intima conoscenza con quegli autori che le mamme
savie non permettono alle loro figliuole. Ho divorato quasi tutto
Zola, e Guy de Maupassant, e Bourget... Non aver paura, mamma, che le
letture mi corrompano. Credo di non esser nè sentimentale, nè
sensuale, e l'adulterio, in qualunque salsa lo condiscano, è una
vivanda ripugnante al mio stomaco. Aggiungi che appena alzo il naso
dai libri _immorali_, non vedo che manoscritti e riviste e volumi
stillanti austera virtù. Basterebbe il primo tomo, testè uscito,
dell'opera di Alberto: _Le basi del dovere_. Come vuoi che caschi, o
scappucci, una donna seduta sulle basi del dovere?
«Sai piuttosto una cosa? Non dirlo a nessuno, ma ho scovato uno de'
miei vecchi quaderni, ho scorso un bozzetto di dieci anni fa e,
modestia a parte, mi è sembrato che, forse, qualche qualità di
scrittrice l'avrei avuta. E oggi, con un po' più d'esperienza del
mondo, che gusto sarebbe per me il poter ritrar le macchiette che mi
passano innanzi e il dar forma letteraria alle commedie di cui sono
spettatrice! Ma ho lasciato irrugginire le mie attitudini artistiche,
se pure ne avevo, e temo che, se mi mettessi alla prova, mi preparerei
amare delusioni.
«E ora, mamma, imita il mio esempio. Scrivimi a lungo (non come ti ho
scritto io, chè sarebbe importi una troppa grave fatica) ma scrivimi
meno brevemente delle ultime volte, e narrami delle tue serate e
parlami, oltre che di te, di tutti gli amici. Parlami anche di quel
cattivo dello zio Gustavo che non mi manda mai una riga, che non vuol
vedermi, che ha fatto fare da un altro in vece sua un'ispezione per
conto della sua Compagnia d'Assicurazioni all'Agenzia di Torino. L'ho
saputo in modo positivo e ne son rimasta così male! Che lo zio non
voglia incontrarsi con Alberto, pazienza. Gli sarebbe stato facile
scegliere uno dei momenti (son tanti quei momenti!) in cui Alberto era
a Roma, e da me poteva ben venire. Così puntiglioso non lo credevo.
Ammesso pure che il puritanismo di mio marito sia esagerato, o che lo
zio pretende che gli si chieda perdono in ginocchio per non aver
approvato la sua tresca con l'Adelaide Nocera? Fin lì non ci arrivo
neanch'io, quantunque veda le cose in un modo assai diverso da quello
che le vedevo una volta, tutto ciò che posso fare è di conceder le
attenuanti all'Adelaide ed a lui. Sento adesso che l'Adelaide è in
procinto di rimaner vedova. Che, avverrà dopo? Lo zio la sposerà?
«Diglielo tu intanto allo zio che io gli voglio sempre bene, digli che
gli sono riconoscente della compagnia che ti fa. Come vorrei
ringraziarli tutti quelli che fanno compagnia alla mia mamma!...
Povera mamma! La tua figliuola è così lontana, e in Febbraio sarà più
lontana ancora, perchè Alberto sembra ormai deciso di condurci a Roma
per un paio di mesi. Questo non sarebbe che un esperimento; in
avvenire, s'egli abbrancasse il sottosegretariato o semplicemente
ottenesse il trasloco all'Università della capitale, converrebbe
addirittura mutar domicilio. È un'idea, te lo confesso, che mi
sgomenta. La distanza che ci separa sarebbe accresciuta di duecento
chilometri. E, inoltre, chi sa come mi troverei in quella baraonda?
Chi sa se il soggiorno sarebbe propizio alla bimba?
«Non crucciamoci prima del tempo. Consoliamoci invece col pensiero che
passeremo insieme anche l'estate prossima, o di nuovo sul lago, o a
Venezia.
«E qui, proprio, metto il punto fermo. Non è una lettera questa; è un
pacco postale, che affiderò di qui a qualche ora all'immancabile
Bardelli.... Bebè, Bebè, che cosa devo mandare alla nonna? Baci....
Ecco ha risposto baci e non credo di poter finir meglio che con questa
parola. Tanti baci anche da me, mammina, cara.
La tua
DIANA.


XII.
A Roma.

L'onorevole Varedo, lasciata la sua solita camera all'Albergo di Santa
Chiara, aveva fissato per un trimestre, per sè e la famiglia, un
quartierino ammobigliato in vicinanza di Piazza del Panteon. Ivi Diana
era venuta a raggiungerlo verso la metà di febbraio, portando seco
Bebè, l'Irene e un'altra donna di servizio, la Lisa, che faceva da
cameriera e da cuoca.
Nel piano di sotto abitavano i padroni di casa, certi Feana, oriundi
piemontesi, moglie e tre figliuoli, più una vedova sulla quarantina,
che il signor Giacinto Feana chiamava sempre _la cognata sofferente_.
Il signor Giacinto era un uomo di svariate attitudini; sonava l'oboe
in orchestra, scriveva epigrafi per le tombe e versi giocosi per le
scatole di fiammiferi, dava lezioni di francese applicato alla
profumeria a due garzoni di parrucchiere, e faceva a ore perse il
regio impiegato presso il Ministero d'agricoltura, industria e
commercio. Ma tutti i ritagli di tempo che gli restavano liberi egli
li consacrava alla cognata sofferente, al cui lutto profondo egli
partecipava con discrezione, portando un velo nero intorno al braccio;
ciò che gli permetteva di conciliare il dolore e la economia. La
_sofferente_, che dal defunto consorte aveva ereditato un buon
gruzzolo di quattrini, era stata una manna del cielo per i Feana i
quali, nonostante l'ingegno versatile del signor Giacinto, avevano
menato fino allora una vita piena di tribolazioni. Invece, rimasta
vedova quella povera signora, i parenti erano riusciti a persuaderla
che la solitudine non le conveniva e ch'ella non aveva da far nulla di
meglio che riunirsi alla sorella, al cognato e ai nipoti. Presa quindi
una casa grande, di cui si subaffittava ammobigliata una parte, si era
assegnata alla signora Daria (così si chiamava) la camera migliore coi
migliori mobili (è vero che se li era portati con sè) e non le si
lasciava mancar nulla di nulla. Buona tavola, buon servizio,
passeggiate igieniche a piedi o in carrozza, la sua brava partita la
sera, la sua conversazioncella con gente seria, matura, coniugata,
senza fisime pel capo. La _sofferente_ doveva essere difesa tanto
dalle correnti d'aria quanto dalle correnti matrimoniali.
Desiderosi d'ingraziarsi un uomo autorevole come Varedo, i Feana si
You have read 1 text from Italian literature.
Next - I coniugi Varedo - 08
  • Parts
  • I coniugi Varedo - 01
    Total number of words is 4229
    Total number of unique words is 1630
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    47.5 of words are in the 5000 most common words
    54.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 02
    Total number of words is 4265
    Total number of unique words is 1825
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    54.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 03
    Total number of words is 4276
    Total number of unique words is 1758
    35.0 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    54.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 04
    Total number of words is 4360
    Total number of unique words is 1844
    33.9 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 05
    Total number of words is 4260
    Total number of unique words is 1776
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 06
    Total number of words is 4261
    Total number of unique words is 1722
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 07
    Total number of words is 4551
    Total number of unique words is 1765
    35.4 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 08
    Total number of words is 4338
    Total number of unique words is 1904
    34.4 of words are in the 2000 most common words
    49.0 of words are in the 5000 most common words
    56.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 09
    Total number of words is 4398
    Total number of unique words is 1876
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    47.3 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 10
    Total number of words is 4204
    Total number of unique words is 1753
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    53.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 11
    Total number of words is 4481
    Total number of unique words is 1748
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    57.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 12
    Total number of words is 4384
    Total number of unique words is 1783
    34.0 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 13
    Total number of words is 4363
    Total number of unique words is 1747
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 14
    Total number of words is 4187
    Total number of unique words is 1787
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    54.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 15
    Total number of words is 4239
    Total number of unique words is 1809
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    46.6 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 16
    Total number of words is 4360
    Total number of unique words is 1796
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 17
    Total number of words is 615
    Total number of unique words is 383
    56.2 of words are in the 2000 most common words
    66.7 of words are in the 5000 most common words
    72.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.