I coniugi Varedo - 06

Total number of words is 4261
Total number of unique words is 1722
34.7 of words are in the 2000 most common words
48.9 of words are in the 5000 most common words
55.0 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
Diana divorava le lacrime. Si sentiva messa in disparte, lei e la
bimba; l'impresa di riconquistar suo marito, di ricuperare il posto
ch'ell'aveva una volta presso di lui, quell'impresa che pur dianzi
l'era parsa di così agevol riuscita la sgomentava ad un tratto come
cosa irta di difficoltà insuperabili. Sempre più, sempre più le loro
vie divergevano e ogni tentativo di ravvicinarle era vano. Ecco, egli
nemmeno s'occupava di Bebè; un bacio, una carezza tanto per iscarico
di coscienza, e poi tutto era finito. È vero che oggi Bebè era
pestifera, ma egli doveva occuparsene per sgridarla, non far finta
ch'ella non ci fosse e parlar con Bardelli della sua Università e
delle sue Riviste. Ebbene; s'egli non si curava di Bebè, se non
domandava a lei, alla madre, i particolari delle sue prodezze, o
perchè doveva ella sdilinquirsi pel discorso ch'egli aveva tenuto alla
Camera? Glielo nominò, glielo lodò il suo discorso, gli fece le sue
congratulazioni (come avrebbe potuto esimersene?) ma quand'egli, preso
l'abbrivo, si diffuse con singolar compiacenza a descrivere il proprio
trionfo ella s'avvide che quel trionfo non destava che un'eco
debolissima nel suo cuore. E quanto più egli s'accalorava tanto più
ella si restringeva in sè stessa e diventava, suo malgrado, fredda,
pessimista ne' suoi giudizi. Certo egli era un uomo d'ingegno, ma era
anche un uomo di cuore? E quel dovere che gli tornava spesso sulle
labbra non era forse una lustra per mascherare le sue ambizioni?
Così Diana rientrò sconfidata nella casa che aveva lasciata un pajo
d'ore addietro piena di liete speranze, sedette senz'appetito alla
tavola che aveva voluto apparecchiar con le sue mani prima d'uscire e
ove aveva preparato un posticino per Bebè fra lei ed Alberto. Ma il
posticino rimase vuoto, perchè Bebè, lungi dal mostrarsi degna
dell'altissimo onore, seguitò a far capricci, e fu forza consegnarla
all'Irene che se la portasse via.
In luogo di Bebè c'era Bardelli a cui Alberto tra un boccone e l'altro
e sfogliando lettere e giornali seguitava a chieder notizie e a dar
commissioni.
L'assistente prendeva ogni tanto una nota sul taccuino.
--Povero Bardelli!--pensava Diana.--È una vittima.
E le venne un'idea, l'idea più luminosa che le fosse venuta in quella
giornata in cui tutto le andava a rovescio.
--Bardelli, che s'è sognato di dire che ha fatto colazione?... Non può
esser vero. Lei non fa mai colazione così presto.
E ordinò che aggiungessero una posata.
--Diamine!--esclamò il professore.--O chi poteva immaginarsi che
Bardelli fosse diventato un uomo così cerimonioso?... Mangi, mangi.
Allora Varedo si accorse che sua moglie toccava appena le vivande, e
le chiese:--Tu cos'hai?
--Niente, non ho fame.


IX.
Eugenio Bardelli si sente una pulce nell'orecchio.

Nelle brevi gite ch'egli faceva a Torino quando il Parlamento era
aperto, Varedo era sempre occupatissimo. Moltiplicava le sue lezioni
all'Università per riguadagnar l'ore perdute, spingeva innanzi con
alacrità i suoi lavori scientifici, dava una capatina nel suo
collegio, riceveva gli elettori che venivano in deputazione a
parlargli delle loro questioni locali, aveva continui abboccamenti col
Prefetto, col Sindaco e con altri pezzi grossi della politica e
dell'amministrazione. Per la famiglia non gli restavano che pochi
ritagli di tempo. Questa volta fu peggio del solito, e la vivacità di
Bebè contribuiva a far sì che l'onorevole, quando pur era in casa, si
chiudesse ermeticamente nel suo studio. Egli se ne scusava con
Diana--Cara mia, tu lo sai, senza la mia quiete io non posso nè
scrivere, nè leggere, nè pensare. Se vieni tu a tenermi compagnia mi
fai un piacere come me lo facevi in passato; ma lascia Bebè all'Irene
o mettila a dormire.
Per tentar di rivivere nel passato Diana si provava talora a venir
sola nello studio di suo marito. Sedeva in silenzio in un angolo
lavorando, o, a richiesta di lui, correggeva delle stampe, traduceva
qualche passo di libri inglesi e tedeschi. Ma era distratta. La sua
mente era altrove; ella trasaliva a ogni rumore del di fuori; e di
quando in quando si alzava e andava a dar un'occhiata a Bebè.
--Che cosa vuoi?--ella diceva ad Alberto.--Non mi fido dell'Irene.
--E se non te ne fidi, cambia bambinaia.
--Gli è che non mi fiderei di nessuna.
--Allora poi...
C'erano momenti in cui la bimba strillava per voler la sua mamma.
--Dio, come urla!--esclamava Varedo.
--Se vado io, tace subito.
--Va, va... già sei sulle spine.
No, non era assolutamente possibile di far rivivere il passato.
Adesso, nell'uscir dallo studio di Alberto per correre dalla sua
figliuola, Diana aveva l'ali ai piedi.
A Bebè il babbo dava una gran soggezione. Troppo spesso le
dicevano:--Zitto, il papà sta scrivendo--zitto, il papà ha
gente,--perchè, al cospetto di lui, ella non si ammutolisse. In vero,
nei pochi momenti ch'egli poteva dedicarle, ell'accettava rassegnata
le sue carezze, si lasciava portar sulle spalle e cullare sulle
ginocchia; ma di che gioia i suoi occhietti s'illuminavano quando egli
la deponeva per terra o la riconsegnava alla madre o alla bambinaia!
Varedo s'era proposto di rimanere a Torino tre settimane. Senonchè,
alla fine della seconda, gli capitarono da Roma delle lettere che lo
sollecitavano ad affrettare il suo ritorno. Il ministero era
vacillante, l'opposizione a cui Alberto apparteneva non disperava di
assestargli un colpo mortale anche prima delle vacanze, o almeno
d'indebolirlo in modo da rendergli difficile la vita a novembre. E,
nell'ipotesi d'una crisi, si faceva balenare agli occhi di Varedo,
ch'era tra i giovani più promettenti del Parlamento, la prospettiva
d'un posto di sotto-segretario di Stato. Ma, appunto per ciò,
conveniva ch'egli fosse sulla breccia.
Di questa possibilità d'un ufficio politico che l'obbligasse a una
dimora permanente alla capitale, il professore parlò a sua moglie,
come di cosa vaga e remota, soltanto il giorno prima di ripartire per
Roma, a tavola, in presenza di Bardelli, ch'era stato invitato a
desinare.
Dopo aver accennato alle condizioni precarie del Gabinetto e passato
in rivista quelli che, secondo lui, avevano maggior probabilità di
raccoglierne la successione, egli soggiunse:--L'uomo indicato per la
Presidenza del Consiglio, quello a cui credo del resto che si
rivolgerebbe subito la Corona, è San Giustino. Me ne appello a
Bardelli che ha letto il suo ultimo discorso...
--Eh sicuro--confermò l'assistente;--un discorso magistrale.
--Il suo e il mio--ripigliò Varedo--serbate sempre le debite
proporzioni, furono i due maggiori successi di questo scorcio di
sessione... Ah, era un pezzo che non si sentiva alla Camera un
discorso come quello di San Giustino, così organico, così ricco d'idee
e di soda eloquenza.
--Di dov'è San Giustino?--domandò Diana.
--È toscano... Ha la lingua, ha l'accento, beato lui!
--È giovine?
--Avrà quarantadue o quarantatre anni. E non è di quelli che abbiano
fretta. È dei pochi che non parlano quando non abbiano qualcosa da
dire.
--Ha famiglia?
--È vedovo... ha due figliuole in collegio... e un nipote, certo
Quinzani, figlio d'una sorella, un bravo giovine, dottore in legge,
che vuol percorrere la carriera dell'insegnamento. Ha già qualche
pubblicazione pregevole... Anzi, Bardelli, appena sarò a Roma farò
ch'egli le spedisca una copia di una sua memoria di diritto
internazionale... È molto ben fatta...
--Grazie.
--Con San Giustino--seguitò Varedo ch'era in vena di confidenze--ci
siamo legati d'amicizia in questi ultimi mesi... Egli dice sempre che
se andasse al potere si affretterebbe a offrirmi un segretariato.
--Capo di gabinetto forse?--chiese Bardelli.
--No, no, che diamine?... Sottosegretario di stato... ch'è il modo di
mettersi in vista per esser ministro a una prossima occasione... Te ne
stai lì incantata, Diana? Non ti sorride l'idea di esser
_sottosegretaria_ di Stato fra un anno, e _ministressa_ forse tra due?
Dov'è il bel fervore d'un tempo?... Ti ricordi delle serate al Caffè
Roma, di quando mi sostenevi valorosamente nella lotta contro i
colleghi arrabbiati i quali non ammettevano che un galantuomo, che uno
scienziato potesse aspirare alla vita politica?... Hai mutato parere?
Prima che sua moglie rispondesse, Alberto soggiunse celiando:--Sarebbe
un _chassez-croisez_, perchè han mutato parere anche loro, i colleghi
arrabbiati. Di due, Blevio e Sarioli, si sa benissimo che cercano un
collegio per mare e per terra e che non è colpa loro se non l'hanno
trovato, e gli altri non devono poi averla a morte con quei poveri
uomini parlamentari, se mi tempestano di lettere (Bardelli n'è buon
testimonio) per ottener favori e decorazioni.
--Ebbene--disse Diana,--ho paura proprio che tu abbia ragione, che sia
un _chassez-croisez_.
--Davvero?--fece Varedo con una risatina forzata.--Dunque ti dispiace
ch'io abbia in così poco tempo conquistato un posto onorevole alla
Camera?
--Oh--ella interruppe protestando,--non dare questo significato alle
mie parole... Come può dispiacermi?... Ma io penso che anche fuori
della Camera la tua riputazione non poteva che crescere... Meno
assorbito dalla politica, ti saresti consacrato con tanto più fervore
alla scienza...
--E ti pare ch'io l'abbia abbandonata la scienza?
--Neanche per sogno; ma il tempo che si dà ad una cosa non si può dar
all'altra.
--Eh, del tempo ce n'è d'avanzo... Basta volere. In quanto alla
scienza, io le faccio tanto di cappello, e la coltivo secondo le mie
forze... Ma la scienza deve esplicarsi nell'azione, e non è coi bei
libri che si manda avanti l'umanità.
Diana tentennò la testa.--Va poi avanti?
--Vede, Bardelli, quel che sono le donne--ribattè Alberto Varedo
rivolgendosi al suo assistente.--Scettiche e superstiziose... Credono,
se occorre, ai miracoli della Madonna di Lourdes, e diffidano del
progresso, diffidano dell'influenza che gli uomini d'ingegno e
d'energia esercitano sui propri simili.
--Avrò torto--disse Diana facendosi umile.--Forse in fondo alle mie
querimonie non c'è che il rammarico di veder quasi sciolta la nostra
famiglia.
--Quasi sciolta?--esclamò Varedo.--Che esagerazioni! Come se anche
lontano io non fossi con voi? Come se le mie assenze si prolunghino
mai oltre un certo limite?... Naturalmente, se un dì o l'altro
appartenessi al Governo, queste mie gite a Torino sarebbero molto
difficili; ma allora ci sarebbe un rimedio, verresti tu pure a Roma
con Bebè.
--Tu lasceresti l'insegnamento?
--In via provvisoria... come si fa sempre, il giorno in cui si
abbandona il potere si riprende la cattedra.
--Vedi se val la pena di spiantar casa!... Per quello che durano i
Ministeri in Italia!... Questo qui ha poco più di due anni e trovate
che ha già vissuto troppo.
--Sfido io... Quel povero Crugnoli ha perso la bussola... E ha certi
collaboratori... Oh, Bebè!
Bebè, la cui comparsa arrestava sulle labbra paterne il panegirico dei
collaboratori di Crugnoli, veniva in tavola, come d'ordinario, alle
frutta e l'Irene, dopo averla portata in giro acciocchè tutti la
baciassero, l'accomodò nel seggiolino accanto alla mamma.
Le manine della bimba si protesero subito con energia verso la
fruttiera.
--Or ora, or ora--disse Diana prendendo alcune ciliege e levandone il
nocciolo... Ecco... Apri la bocca, Bebè.
Ma Bebè non voleva essere imboccata, voleva mangiar da sè; ciò che
diede luogo a una breve contestazione tra madre e figliuola.
E poichè Bebè principiava a strillare, Varedo si turò gli orecchi con
le dita.
--Zitto, Bebè!--disse Diana.--Il papà non vuol sentir piangere le
bambine.
L'ammonizione ebbe un effetto salutare; Bebè trattenne le lacrime e
borbottò:--Papà citto.
A forza di sentirsi ordinare di star zitta in presenza del suo babbo
ell'aveva finito con l'affibbiare questa specie di nomignolo
all'autore de' suoi giorni.
Senza più curarsi di lei, il professore si voltò verso Bardelli per
domandargli se avesse finito la traduzione di certi passi d'una
recente opera tedesca.
--Fra tre o quattro giorni--rispose l'assistente--le spedisco ogni
cosa.
Varedo parve sconcertato dall'annunzio.
--Ah, Bardelli mio, questa volta ha dormito.
--È una cinquantina di pagine fitte, sa, professore--osservò l'altro,
scusandosi.--E io non supponevo che lei partisse così presto...
--Appunto, non lo supponevo neanch'io... È una disdetta, perchè io
speravo di legger quella traduzione in strada ferrata.
--Domani?... Com'è possibile?
--Eh, pazienza....
Desolato, Bardelli ripigliò:--Se fosse per domani sera potrei
forse....
--No, è inutile... Quando non l'ho per domattina...
Bardelli si grattava la nuca.--Per domattina?... A che ora parte la
corsa?
--Alle 8.55. Ma le ripeto che non importa.... Invece mi porti il libro
alla stazione.... Ci darò un'occhiata durante il viaggio... Non ho col
tedesco la famigliarità che ha lei, ma lo intendo benissimo.... E a
Roma, in caso di bisogno, incaricherò della versione Quinzani che ha
studiato a Lipsia.
Questo nome di Quinzani, ripetuto dopo un così breve intervallo, destò
nell'animo di Bardelli un sentimento istintivo di gelosia.
--Aspetti, aspetti, professore... Ancora non è detta l'ultima parola.
--Cioè?
--Non so, non m'impegno, ma, ripensandoci su, trovo che le 8,55 di
domattina sono lontane.
Diana, che stava facendo il caffè con la macchina, alzò gli occhi
verso Bardelli.
--O che vorrebbe patir la notte?
--Forse non sarà neanche necessario; basterà andar a letto un'ora più
tardi e alzarsi un'ora prima...
--Ma Alberto, tu non devi permettere--insistè Diana; e intanto con uno
spillone stuzzicava il lucignolo sotto la macchina. Bebè stendeva i
suoi cubi sulla tavola, meditando qualche grande opera architettonica.
Varedo si mise a ridere.--Non si tratta di permettere o non
permettere. Bardelli è fuori di minorità... Io non esigo nulla...
S'egli non può portarmi la traduzione, mi riporti il volume.... senza
cerimonie.
--Avrà la traduzione, professore--dichiarò Bardelli.--Ormai mi pare di
poter dargliene l'affidamento.
--Oh--disse Varedo accendendo un sigaro per sè e offrendone uno al suo
interlocutore,--quel libro io l'ho sfogliato e son persuaso che non
abbia nulla di nuovo. Ma quei tedeschi son così pedanti che un autore
il quale non tenesse conto delle loro ultime pubblicazioni avrebbe per
questo solo avversa tutta la critica. E in ogni modo io desidero che
la mia opera, almeno nell'esposizione delle varie dottrine, sia
completa ed esauriente.
L'onorevole si stropicciò le mani in aria d'uomo contento di sè.--Ella
lo sa benissimo, Bardelli, nel primo volume di cui ho consegnato
giorni fa l'ultime pagine all'editore, io prendo in esame coscienzioso
e sereno lo stato presente della questione. Ipotesi ottimista, ipotesi
pessimista, imperativo categorico di Kant, spiritualismo, naturalismo,
positivismo, evoluzionismo, tutti insomma i sistemi principali della
morale contemporanea sono riassunti e discussi. Il secondo volume sarà
consacrato interamente allo svolgimento della teorica del dovere che
io faccio derivare dalla trasformazione dell'egoismo gretto primitivo
in egoismo illuminato e dell'egoismo illuminato in altruismo. Così...
--No, non si regge--interruppe Bardelli facendo per alzarsi dalla
sedia.
Ma il professore, un po' piccato, lo trattenne pel braccio.
--Come non si regge?... E che cosa guarda?
È forza riconoscere che Bardelli, perduto assolutamente di vista
l'imperativo categorico, fermava la sua attenzione sopra una minuscola
torre di Babele che Bebè andava via via erigendo co' suoi cubi e che
minacciava rovina.
In fatti, _patatrac_, l'edifizio precipitò con fracasso sulla tavola e
Bebè, rossa in viso ed irritatissima, se la prese coi cubi e cominciò
a scagliarli di qua e di là per la stanza.
--O Diana--gridò Varedo--a che cosa badavi?
E con le palme aperte si riparava dai poco pericolosi proiettili.
--Badavo al caffè--rispose tranquillamente la signora, mentre, senza
scomporsi, imprigionava nelle sue le manine della bimba.
--Il caffè ce lo manderai nel mio studio--disse l'onorevole levandosi
da tavola.--Venga di là, Bardelli. Ripiglieremo in pace il nostro
discorso... Non sente che strilli?
Bebè che non s'era potuta sfogare col bombardamento si sfogava urlando
come un'ossessa. E nella sua disperazione invocava il soccorso del suo
amico Bardelli.--_Elli, Elli!_
--Se provassi io a quietarla,--insinuò questi, timidamente.
--È matto?--saltò su Varedo.--O che fa la bambinaia, lei?... Venga,
venga con me.
I due uomini si mossero, ma Diana li arrestò con un gesto.
--È inutile, Bebè cede il campo. La porto io dall'Irene e torno subito
a versare il caffè ch'è bell'e pronto.
Così dicendo, ella uscì con la piccola ribelle che si divincolava
invano e che tra minacciosa e implorante esauriva tutto il suo
vocabolario.--No... Mamma... _Elli_... Più... Papà _citto_.
Alberto Varedo si rimise a sedere, accavalciò le gambe e con
l'impassibilità olimpica di Farinata degli Uberti, non turbato
dall'interruzione di Guido Cavalcanti, riappiccò la conversazione
filosofica al punto in cui l'aveva lasciata.
--Io parto da questo concetto. La tendenza intima dell'essere si
manifesta sotto due aspetti apparentemente contrari, l'egoismo e la
simpatia. L'istinto personale della conservazione, estendendosi da un
individuo agli altri individui con cui egli è in rapporti, basta a...
--Se prima beveste il caffè?--propose Diana ch'era rientrata
tacitamente nel salotto da pranzo e aveva ripreso il suo posto.
Il professore fece un gesto d'impazienza.--Beviamo pure questo caffè,
ma dopo passeremo nella mia camera da studio.
--Ecco--balbettò Bardelli posando sulla tavola la chicchera offertagli
dalla padrona di casa--ecco.... se mi permettesse....
--Che cosa?
--Dovendo finire quella traduzione...
--Ah, quella del libro tedesco?... Ci tiene proprio a finirla lei?
--Sì, professore, le confesso che sarebbe per me un gran dispiacere
che altri vi mettesse le mani....
--Se le sta a cuore davvero, faccia come crede...
Bardelli vuotò in fretta la chicchera e si alzò.
--Grazie... Allora vado... La signora Diana mi scusa...
--Io?... S'immagini... Piuttosto non s'ammazzi per lavorare....
Alberto, hai un assoluto bisogno di quella traduzione per domattina?
--Ma no... Quello di cui ho bisogno è il libro... Ho già detto a
Bardelli che la traduzione posso farla fare a Roma da Quinzani.
Ancora Quinzani! Tre volte Alberto Varedo lo aveva nominato nel corso
di quella sera, e ogni volta Bardelli ne aveva risentito una
impressione oscuramente penosa.
--Alle 8.55 sarò alla stazione col manoscritto--egli disse prendendo
commiato.
Dopo ch'egli ebbe rinchiuso l'uscio dietro di sè, Diana si rivolse a
suo marito.
--Povero Bardelli! Lo appoggerai al primo concorso.
Varedo sorrise.--Oh i ragionamenti delle donne! Perchè ci è devoto,
perchè ci è affezionato.... del resto anche noi gli usiamo molte
attenzioni... deve aver i titoli per vincere un concorso
universitario...
--Ma li ha, i titoli.
--Può darsi.... Bada però che non è mica un'aquila.
Diana sbarrò tanto d'occhi.
--Se lo lodavi sempre?
--È un bravo giovine, è un giovine colto, studioso, ma non è
un'aquila... E poi prometteva di più di quello che non ha mantenuto.
Diana non soggiunse verbo:--Bardelli è un debole e un
sentimentale--ella pensava.--Sarà schiacciato dai forti.


X.
Nella bottega dell'orefice.

Era una domenica di luglio e stava per sonare il mezzogiorno. Uno dei
garzoni si avvicinò al padrone e chiese:--Si deve chiudere?
--Chiudete pure--rispose Girolamo Bardelli.
Una signora vestita a bruno, ch'era in compagnia d'un fanciullo fra i
sei e sett'anni e ritta dinanzi al banco chiacchierava confidenzialmente
con l'orefice, esclamò:--Diamine! È così tardi?... Vado, vado... Su,
Pinotto...
--Eh, non c'è fretta, signora Merlini--disse Bardelli.--Prima di tutto
a chiudere ci vogliono dieci minuti... Poi si può uscire per la
porticina di dietro: e in fine si può anche restare, perchè io resto.
Pronunziate queste parole, Girolamo Bardelli diventò rosso come un
papavero, perch'egli era timidissimo col bel sesso, e una proposizione
siffatta gli pareva il colmo dell'audacia, quantunque dovesse capire
che la presenza di Pinotto era una salvaguardia contro tutti i
pericoli.
La signora Merlini sorrise maliziosamente.--Eh, signor Bardelli, che
direbbe il mondo?... No, no, me ne vado... E siamo intesi...
Occorrendo, posso fare assegnamento su lei per la stima di quei pochi
oggetti...
--Ma per qualunque cosa, si figuri...
--Già se non potessi proprio fare a meno di venderli, verrei qui...
Lei non è uno speculatore, è un amico....
--Questo sì, ma speriamo che non abbia bisogno...
--Eh, una povera vedova con un figliuolo da educare, non si sa mai...
Una gran brutta condizione, caro signor Bardelli, quella d'una vedova
che sia ancora abbastanza giovine e che voglia restar ligia al proprio
dovere... Se non è un mostro--e la signora Merlini ebbe un gesto che
significava: «Io non sono tale;»--se non è un mostro, degli appoggi ne
trova in quantità; ma a qual prezzo?
Questa volta l'orefice arrossì per conto della signora Merlini e
balbettò:--Pur troppo gli uomini sono raramente disinteressati.
Ella lo interruppe.--Ce ne sono però; siamo giusti. Ce ne sono e ne
conosco anch'io... molto da vicino....
Così dicendo, la vedova porse al signor Girolamo una mano bianca e
grassottella ch'egli prese con delicatezza in una delle sue, mentre
con l'altra accarezzava i capelli di Pinotto.
La signora Merlini puntò sul banco tutti e due i gomiti e chinandosi
verso Bardelli sussurrò a bassa voce:--C'è una cosa ch'io non riuscirò
mai ad intendere.
--Ed è?
--Perchè gli uomini migliori non si facciano una famiglia.
La onesta curiosità della signora Merlini rimase inappagata, perchè
giusto in quel momento due persone irruppero nella bottega che i
garzoni non avevano ancora finito di chiudere. Era la signora Marianna
Bardelli in compagnia del figliuolo Eugenio.
--Scappo--disse la vedova ripigliando la posizione verticale. E
soggiunse in un soffio:--Stasera alle nove conduco Pinotto a prendere
una boccata d'aria al Valentino.
Indi, voltandosi verso i nuovi arrivati.--Buon giorno, signora
Bardelli, come sta? Buon giorno professore... Pinotto, da bravo,
levati il berretto. Questi ragazzi non imparano mai la creanza.
Scambiati i saluti, la signora Merlini uscì rapidamente, tenendo a
mano il figliuolo.
La signora Bardelli la seguì con uno sguardo sospettoso e
malevole.--Che civetta!
--Oh Dio--obbiettò l'orefice.--Non vedo...
--Civetta sopraffina--ribadì la madre.--E come si dipinge gli occhi!
--Non mi pare...
--Tu non te ne intendi, caro mio... E bazzica molto in questa bottega,
la signora.... Grandi affari, ha...
--Desidera ch'io le stimi degli oggetti d'oro...
--Uhm!... Son donne da starne lontani le mille miglia.... Basta, spero
bene che non cascherai nella rete...
--Oh mamma, che idee!--E mutando discorso, domandò:--Hai da
parlarmi?... Anche tu, Eugenio?
A un cenno affermativo degli interrogati, egli si rivolse ai
garzoni:--Andatevene pure e date i catenacci anche per di fuori... Io
uscirò dalla porticina di dietro, e chiuderò a chiave da tutte e due
le parti.
Quando non ci fu più nessun estraneo, Girolamo Bardelli precedette sua
madre e suo fratello nella retrobottega ove spirava un po' d'aria, li
fece sedere e disse:--Che cera scura avete! Ci son dei guai?
--Pur troppo--sospirò Eugenio.
La signora Marianna gli diede sulla voce--Oh, lui esagera sempre.
Certo ch'è una cosa sgradevole.
--Ma spiegatevi, in nome del cielo--insistè Girolamo.
Eugenio tirò fuori una lettera dalla tasca del soprabito, e la
consegnò a suo fratello.--Leggi: è del professore Varedo.
Con molte circonlocuzioni, Alberto Varedo scriveva da Roma a Bardelli
ch'era dispiacentissimo di non poter conservargli il posto di
assistente che egli occupava già da due anni. Questi posti destinati a
essere un utile tirocinio pei giovani aspiranti all'insegnamento non
erano mai dati a perpetuità allo stesso individuo; anzi molti
professori ad ogni nuovo anno scolastico prendevano un assistente
nuovo. Egli, Varedo, aveva resistito fino allora alle molte
sollecitazioni che gli venivano fatte, e se adesso aveva ceduto non
era certo per mancanza di stima e d'affezione verso Bardelli alla cui
opera efficace si onorava di render giustizia; era soltanto per non
incorrer nell'accusa di favoritismo. Sperava che questa deliberazione
non sarebbe stata presa in mala parte dal suo valido collaboratore col
quale egli si riprometteva di mantenere intatti i rapporti di amicizia
personale e di fratellanza scientifica.
--È una bella lettera, non si può negarlo, una lettera che si potrebbe
metter in cornice come qualunque diploma--osservò la signora Bardelli
facendosi fresco col ventaglio.
L'orefice ripiegò il foglio, lo rimise nella busta e lo restituì a
Eugenio, dicendo:--Sì, la lettera è gentile, ma...
--Ma la conclusione si è che ho perduto il posto--continuò
l'assistente.--Lo so benissimo che non son posti conferiti a
perpetuità, e nemmeno io potevo pretendere di esercitar questo ufficio
fino alla consumazione dei secoli. Aspettavo sempre che s'aprisse un
concorso a qualche cattedra della mia materia o di materia affine...
Quello che mi pesa di più è il modo.... Perchè il professore non m'ha
detto niente l'ultima volta che ci siam visti? Perchè, volendo mutare,
non ha scelto uno dei giovani usciti dalla nostra Università? Perchè
mi dà per successore un certo Quinzani che ha fatto i suoi studi parte
a Pisa, parte a Lipsia, e che qui non si conosce punto?...
--Nella lettera non c'è nessun nome--interruppe Girolamo.
--Quest'è il peggio... Il nome l'ho saputo all'Università a cui il
professore Varedo l'ha comunicato per le formalità d'uso.... Quinzani!
Una assoluta mediocrità che ha pubblicato una memoria insignificante
di diritto internazionale... Ma è nipote d'un uomo politico...
La signora Bardelli che aveva la pretesa di esser una donna pratica e
positiva rimise in carreggiata la discussione.
--Son chiacchiere vane... Sia uno o l'altro il successore, è lo
stesso. L'essenziale è d'intendersi sul _quid faciendum_. Eugenio
crede che ormai sia inutile qualunque passo per far recedere il
professore Varedo dalla deliberazione presa.
--Inutilissimo.
--Sarà. A ogni modo è necessario rispondere. E poichè il professore
mostra tanta amicizia, tanta deferenza, bisogna coglier la palla al
balzo e sollecitare il suo appoggio in un prossimo concorso... Non ho
ragione, Girolamo?
--Sì.... veramente--rispose il figliuolo maggiore....--Ma c'è questo
concorso?
--Pare che il Ministero si deciderà ad aprirne uno a Bologna--disse
Eugenio Bardelli.
--Non c'è dubbio--ripigliò la signora Marianna con l'usato
ottimismo--non c'è dubbio che il professore favorirà la tua nomina...
È una specie d'obbligo morale per lui... Io però farei qualche cosa di
più... Io senza perder tempo andrei a visitare la signora Diana, ch'è
in villeggiatura sul Lago Maggiore fra Stresa e Belgirate, e la
pregherei di patrocinar la mia causa... Quella è un angelo...
--Oh sì, sì--esclamò Eugenio con enfasi.--E m'ha anche invitato ad
andarla a trovare... Gli è che non vorrei cascare in un giorno che ci
fosse il professore.
--Perchè? Se ci fosse, meglio. Vi spieghereste a voce. Ma già ora è a
Roma... E poi ci s'informa.
Non ci volle molto a persuadere Eugenio Bardelli dell'opportunità di
You have read 1 text from Italian literature.
Next - I coniugi Varedo - 07
  • Parts
  • I coniugi Varedo - 01
    Total number of words is 4229
    Total number of unique words is 1630
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    47.5 of words are in the 5000 most common words
    54.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 02
    Total number of words is 4265
    Total number of unique words is 1825
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    54.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 03
    Total number of words is 4276
    Total number of unique words is 1758
    35.0 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    54.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 04
    Total number of words is 4360
    Total number of unique words is 1844
    33.9 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 05
    Total number of words is 4260
    Total number of unique words is 1776
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 06
    Total number of words is 4261
    Total number of unique words is 1722
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 07
    Total number of words is 4551
    Total number of unique words is 1765
    35.4 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 08
    Total number of words is 4338
    Total number of unique words is 1904
    34.4 of words are in the 2000 most common words
    49.0 of words are in the 5000 most common words
    56.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 09
    Total number of words is 4398
    Total number of unique words is 1876
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    47.3 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 10
    Total number of words is 4204
    Total number of unique words is 1753
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    53.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 11
    Total number of words is 4481
    Total number of unique words is 1748
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    57.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 12
    Total number of words is 4384
    Total number of unique words is 1783
    34.0 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 13
    Total number of words is 4363
    Total number of unique words is 1747
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 14
    Total number of words is 4187
    Total number of unique words is 1787
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    54.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 15
    Total number of words is 4239
    Total number of unique words is 1809
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    46.6 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 16
    Total number of words is 4360
    Total number of unique words is 1796
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • I coniugi Varedo - 17
    Total number of words is 615
    Total number of unique words is 383
    56.2 of words are in the 2000 most common words
    66.7 of words are in the 5000 most common words
    72.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.