I coniugi Varedo - 16

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quel discorso sarebbe stato per lui un cruccio eterno. Già egli
nemmeno si rendeva conto del come gli fosse riuscito trovar frasi
appropriate, aggruppar gli argomenti in ordine logico avendo sempre il
pensiero rivolto a casa sua... Certo era che per cagione di quel
discorso egli aveva ritardato la sua partenza da Roma e giunto a
Torino non aveva abbracciato che un cadavere... Ah, se i successi
oratorî si pagano a sì caro prezzo!
Gli amici lo commiseravano, lo confortavano, e il collega Sali, della
facoltà di lettere, citava vari esempi di personaggi storici trovatisi
come Varedo nella necessità di sacrificare i loro interessi
particolari e le loro affezioni più sacre a qualche supremo dovere
pubblico.
Alberto tentennava la testa.--È la scusa di noi altri uomini... Non
c'è dubbio poi che in parecchi casi le esigenze della vita esteriore
ci distolgono dal ruminar troppo i nostri dolori privati. Le povere
donne non hanno questa valvola di sicurezza.
Indi tutti gareggiavano in sollecitudine nell'informarsi di Diana. Il
Sindaco, il Rettore, il professore Sali dissero che le loro consorti
sarebbero venute volentieri a visitarla, ma avevano inteso ch'ella non
riceveva.
L'onorevole la scusò.--Non è in grado di veder nessuno... È
affranta...
E soggiunse:--La mando per alcune settimane a Venezia con la sua
mamma... Qui rischierebbe di rimaner sola, perchè io non sono sicuro
di non esser chiamato a Roma...
Qualcheduno interruppe:--O piuttosto siete sicuro che vi chiameranno.
--L'avvenire è sulle ginocchia degli Dei--replicò Varedo con
circospezione.--Ma non importa. Io volevo dire che se mi trasferissi a
Roma non mi fiderei di condurvi tosto mia moglie, indebolita com'è,
fissa nell'idea che a Roma appunto la nostra figliuola abbia preso il
germe della malattia che l'uccise. Ci verrà più tardi, quando si sarà
ritemprata e rinfrancata.
Da savio politico che fa apparir quali concessioni spontanee le
necessità a cui gli tocca piegarsi, Alberto Varedo si premuniva così
contro le interpretazioni sfavorevoli che altri avrebbe potuto dare al
viaggio di Diana. Egli aveva meditato sulle parole dettegli dallo zio
Gustavo in strada ferrata. «Tu hai la legge per te. Hai la forza. Vedi
se ti conviene d'usarne».
Come esitar nella risposta? Come non capire che uno scandalo
famigliare, in quei giorni, con le ire e le invidie destate dalla
subitanea fortuna avrebbe avuto conseguenze incalcolabili? Una cosa
ormai sarebbe bastata a Varedo: che Diana smettesse verso di lui
quella sua aria di giustiziera, che riconoscendone l'autorità
spogliasse i suoi atti d'ogni carattere di ribellione.
Ma mentr'egli col suo linguaggio calmo e misurato lasciava nell'animo
degli ascoltatori l'impressione di un marito pieno di mansuetudine e
di riguardi verso la moglie, e con tutto il suo contegno infondeva nei
presenti il mite benessere ch'è proprio di chi, recatosi a fare una
visita di condoglianza, si trova al cospetto di persone bell'e
rassegnate, Diana implorava da sua madre e da suo zio la grazia di
risparmiarle un colloquio con Alberto.
--Date retta a me--ella diceva--consigliatelo di non insistere.
Correrebbero tra noi le parole irreparabili che tolgono perfino la
remota possibilità d'un ravvicinamento... E credete pure ch'io non
m'illudo... Anche nell'infinita miseria di questi momenti ho la mia
testa lucida... Non mi illudo... Il mondo mi chiamerà un'esaltata, una
visionaria, una pazza... Io dovrei gloriarmi d'esser la signora
Varedo... Che mi manca? Di che mi lagno?... O, piuttosto, quante
ragioni non ho di essere invidiata?... L'uomo di cui porto il nome non
è già illustre nella scienza e nella politica? Non passa di trionfo in
trionfo? Non sarà domani sottosegretario di Stato e forse tra qualche
mese Ministro?... E, ciò che più vale, non è onesto in mezzo a tanti
corrotti, semplice nella vita, austero nei costumi, alieno da quelle
galanterie che pur si considerano peccatucci veniali?... Sì tutto
questo è vero; ma il mondo non sa che mio marito mi ha a poco a poco
disseccato il cuore... Ero timida, schiva, ritrosa, ma ero anche
assetata di affetto... Egli non ha inteso il grido che dal fondo della
mia anima si levava verso di lui... Finchè ha potuto avermi docile
strumento nelle sue mani, pronta a sopprimer me stessa per
compiacerlo, gli fui, o gli parvi, cara... senza entusiasmo però,
senza espansione, senza tenerezza... Non ubbidivo io, servendolo, a
quella legge del dovere ch'egli predicava con fervore d'apostolo?...
Ma quando un nuovo dovere è sorto per me e per lui, un dovere che
poteva sprigionar la scintilla onde le nostre intime fibre avrebbero
finalmente vibrato all'unisono, allora egli mi ha gettato in un canto
come un abito frusto... Ha gettato in un canto me, e la mia, la _sua_,
bambina... Mai non le ha voluto bene, mai non s'è occupato di lei...
Sana, ella lo infastidiva con la sua vivacità; malata, coi suoi
lamenti... Non le ha sacrificato un giorno, un'ora, un minuto... Poche
settimane fa, io che prevedevo, l'ho scongiurato di non partire, di
non lasciarci sole.
--Appunto perchè non restaste sole ha scritto a me di anticipare la
mia venuta--notò, indulgente, la signora Valeria.
Diana ebbe un gesto d'impazienza.
--Oh la bella cosa di scaricarsi dei propri pesi sulle spalle degli
altri... specialmente per chi si atteggia a moralista!... E che conto
ha fatto delle mie lettere... delle notizie sempre più sconfortanti
che gli mandavamo da qui?... Già. il _dovere_ lo tratteneva a Roma...
quello de' suoi doveri che si conciliava con la sua ambizione... Te ne
ricordi, mamma? Te ne ricordi, zio Gustavo? Voi mi dicevate «Vedrai,
almeno una corsa a Torino la farà». Io che lo conosco, io vi
rispondevo: «No...» Neanche il mio telegramma è valso a scuoterlo... E
sì che quella era la tavola di salvezza che si getta al naufrago...
Perchè non l'ha afferrata? Perchè non ha udito il mio appello, il mio
ultimo appello?... Perchè ha lasciato morire la sua figliuola?...
Ebbene, è morto anch'egli... come lei.
Diana si pentì dell'eresia che l'era scappata di bocca, e voltandosi
verso l'uscio della camera dove la bambina giaceva, tra i fiori, sul
suo letticciuolo:--Che dico mai?--esclamò.--Tu non sei morta, il mio
caro tesoro... Tu vivi qui dentro...
Si portò la mano al cuore che si spezzava, e balbettò:--Egli, egli è
morto.
La signora Valeria le sussurrò piano, baciandola in viso:--Perdona...
Ah tu non sai quante cose le donne perdonino! Perdonano il tradimento,
perdonano l'infedeltà...
Ma Diana l'interruppe con un'energia ch'era veramente meravigliosa in
quel corpo sfatto dalle veglie, distrutto dall'angoscia:--Oh, il
perdono è facile alle donne che sono state amate, alle donne che
amano... Dove c'è l'amore, c'è posto per tutto... Io non l'ho trovato
mai nel mio matrimonio, l'amore... per quanto l'abbia cercato... Io
non ho sentito parlare che di dovere... E ho creduto che potesse
bastare!... Tu taci, zio Gustavo.... Ma allora tu leggevi nel
futuro... Tu sorridevi tristemente di quella nostra pretesa d'edificar
una famiglia sul solo dovere...
--Non curarti di quello che ho potuto pensare--rispose lo zio.--Io
penso adesso che convien sempre fare quanto dipende da noi perchè la
vita non sia peggiore di quella che è... La via che hai scelta non
conduce a nulla di buono...
--Sicchè tu pure, come la mamma, sei per il perdono, per la
riconciliazione?
L'ingegnere accennò affermativamente col capo.
--E io--replicò Diana--sono costretta a ripetere a te e alla mamma:
No... Una riconciliazione oggi sarebbe un'ipocrisia, e io ho mille
difetti, ma non sono ipocrita... Del resto che bisogno ha _egli_ di
me? Egli ha raggiunto la sua mèta; passata che sia (e passerà presto
per lui) l'emozione di questa sventura domestica, egli sarà un uomo
felice... Non ha bisogno del mio perdono, nè della mia compagnia...
Che ne farebb'egli a Roma d'una donna sempre in lacrime, sempre fissa
in un'idea dolorosa? Via, mamma, tu gli rendi un servizio portandomi
teco... Solo un puntiglio feroce potrebbe indurlo ad opporsi....
--Non si opporrà, ne sono convinta--disse la signora Valeria.--Ma non
ha tutti i torti se desidera che tu gli chieda licenza.
--Chiedetegliela voi in mio nome--rispose Diana.--Ancora una volta, ve
ne supplico a mani giunte, risparmiatemi la prova terribile di un
colloquio con mio marito... Ve ne supplico in nome stesso di quelle
speranze che voi coltivate nel segreto dell'anima vostra.... Ditegli
che non lo odio, che riconosco i suoi meriti, che gli auguro gloria e
fortuna... ma che oggi non posso... non posso...
I singhiozzi le impedirono di continuare; le forze le vennero meno;
levatasi in piedi, si sentì vacillar sulle gambe, ma prima che sua
madre o suo zio accorresse a sostenerla, ella ebbe il tempo di
precipitarsi nella camera vicina e di cadere ginocchioni presso il
letto di Bebè.
La signora Valeria la seguì e si chinò amorevolmente a lisciarle i
capelli.
--Calmati, Diana.... Non ci ostiniamo più... Faremo a modo tuo... Ma
tu pure sarai compiacente, non è vero?
Diana alzò, interrogando, il viso bianco come quello della piccola
morta che le aveva strappato il cuore.
--Ti coricherai per qualche ora.
--Oh.... perchè?... È inutile.
--Per essere in grado di partire domani--ripigliò la madre.--Tu non
vuoi restar qui dopo che...
--No, no--disse Diana con terrore.--Non un minuto...
--Vedi dunque...
La signora Valeria passò il braccio sotto l'ascella della figliuola e
l'aiutò a rimettersi in piedi.
Diana ribaciò sulla fronte e sugli occhi il cadaverino che già si
dissolveva e svaniva, e mormorò con un filo di voce:--Torno, sai,
Bebè.
Indi, con la testa appoggiata alle spalle materne, col fazzoletto alla
bocca per soffocare i suoi gemiti si lasciò condur via docilmente.


XXIV.
Un Ministero fatto e una famiglia disfatta.

Quante corone! Quante corone! Del Rettore e dei professori
dell'Università, dell'onorevole San Giustino (bellissima, ordinata
telegraficamente da Roma), di Eugenio Bardelli, degli studenti della
facoltà giuridica, dell'Associazione costituzionale monarchica, degli
elettori liberali del collegio rappresentato in Parlamento da Alberto
Varedo, della casa editrice che pubblicava l'opera sul _Dovere_, delle
Redazioni di due giornali politici e di un giornale scientifico, ecc.,
ecc.
E quanta gente dietro il piccolo feretro! Quante carrozze di privati e
di autorità, da quella del Sindaco a quella del Prefetto, il quale, la
sera prima, guarito improvvisamente dalla sua indisposizione nel
ricever alle sette la notizia ufficiale dell'incarico dato da Sua
Maestà a San Giustino, era voluto venir in persona alle otto a casa
Varedo a rinnovar le sue condoglianze! A farlo apposta la povera Bebè
non avrebbe potuto scegliere un momento più opportuno per morire ed
esser sepolta in mezzo a unanimi attestazioni di simpatia e di
compianto.
Chiuso nel suo soprabito nero abbottonato d'alto in basso, Alberto
seguiva a piedi il carro funebre, e la sua fisonomia, bench'egli si
sforzasse di frenarne i moti, assumeva atteggiamenti sempre diversi.
Era a volte una commozione sincera, a volte una concentrazione a cui
la triste realtà del presente sembrava estranea, a volte un cruccio
segreto contro qualcheduno e contro qualche cosa, un lampo fugace
d'orgoglio, o una mal repressa impazienza d'uscir da quell'atmosfera
di morte, di tornar nella lotta, nella vita che lo chiamava.
Nondimeno, sciolto il corteo, scambiate le parole d'uso e le strette
di mano automatiche, egli entrò con Gustavo Aldini, Eugenio Bardelli e
altri pochi nel recinto del cimitero, deciso a rimanervi sino alla
fine. Vide calar nella fossa la bara, ahi così lieve a quelli che la
portavano, udì il sordo rimbombo delle palate di terra gettate a
colmar l'orribile buca, e il fruscìo delle ghirlande ammucchiantisi
sul tumulo ove in brevi giorni le avrebbe arse il sole e sbattute la
pioggia... E gli parve che di sotto a quei fiori, di sotto a quelle
zolle venisse, fra timida e maliziosa, un'esile voce:--_Papà citto._
L'ingegnere gli toccò il braccio.--Andiamo.
Varedo si scosse con un movimento brusco, come di chi vuol liberarsi
da un incubo.--Eccomi.
Fuori dal cancello li aspettava un landau chiuso.
--Monti anche lei. C'è posto--disse Gustavo Aldini a Eugenio Bardelli
ch'era in uno stato da far pietà.
--Sì, monti, monti pure--ripetè Alberto.--E non si lasci abbattere in
quel modo.
Ormai egli aveva ripreso l'assoluta padronanza di sè, e le lacrime di
Bardelli lo infastidivano.
--Bisogna sapersi dominare--egli sentenziò in tuono cattedratico.--È
più penoso, ma è più virile.
Indi si volse allo zio Gustavo.
--È stata una dimostrazione molto lusinghiera, una dimostrazione di
cui serberò eterno ricordo... Scrivine tu a tua nipote.
S'interruppe per guardare il suo ex-assistente che seduto di fronte a
lui seguitava a passarsi sugli occhi il fazzoletto inzuppato come una
spugna, e stette in forse se continuare il discorso. Ma riflettendo
che Bardelli era persona fidata cedette alla tentazione di sfogar
l'animo suo.
--Le dirai che c'erano ottimi mariti e ottimi padri i quali non
avevano l'aria di giudicarmi un padre e un marito snaturato... Ah,
oggi Diana ha vinto il suo punto... È partita con sua madre senza
nemmeno prender commiato... Per evitare pubblicità non mi son voluto
valere de' miei diritti... ma ch'ella non faccia assegnamento sulla
mia debolezza... E sopra tutto che non s'atteggi a vittima... Non lo
tollererei; e se ci mettessimo in lotta aperta si vedrebbe...
--Non parlare con quell'asprezza--rispose l'ingegnere Aldini.--Dà
tempo al tempo... Fidati nell'opera conciliativa di mia sorella.
--Di mia suocera non ho che da lodarmi--convenne Varedo.--E anche di
te... che pur non avevi nessun dovere....
Aldini gli chiuse la bocca con un gesto.
--Voi avete un torto--egli disse....--intendo tu E Diana,... sicuro,
anche Diana.... Avete il torto di parlar troppo di diritti e di
doveri.
--E su che altra base vorresti piantare i rapporti sociali?
--Amare, compatire e perdonare--replicò l'ingegnere--sorridere qualche
volta delle debolezze umane, ecco tutta quanta la mia filosofia.... Ma
non discutiamo, per carità... Io non sono in grado di misurarmi
teco... E poi sono uno spirito pigro e credo poco all'efficacia della
discussione... Sono convinto che ogni uomo abbia le opinioni che
meglio si adattano al suo temperamento e al suo ingegno.
Eugenio Bardelli taceva. Ma durante questa piccola disputa fra i due
congiunti egli sentiva crescere l'ostilità latente contro il suo
antico idolo, contro Varedo, reo di non aver amato Bebè, di non aver
compreso Diana e di non tener adesso sul conto di lei un linguaggio
abbastanza rispettoso... Oh perchè, perchè non poteva egli proclamarsi
campione di quella donna santa, di quella donna perfetta?... Perchè
non poteva almeno infonder maggior calore nelle difese, secondo lui,
fiacche ed insufficienti che della nipote faceva l'ingegnere Aldini?
E Bardelli si risovveniva altresì ch'egli era in debito d'una risposta
al professore, e che quella risposta era attesa entro la giornata.
Mille ragioni lo costringevano a rifiutare l'offerta, ma non si
dissimulava le conseguenze che questo rifiuto avrebbe esercitato sul
suo avvenire, prevedeva le querimonie di sua madre, le beffe dei
conoscenti, le aumentate difficoltà di trovare un posto anche mediocre
dopo essersi lasciato sfuggir l'occasione d'averne uno di ottimo.
Tali erano i pensieri che lo angustiavano, quando, poco prima che la
carrozza si fermasse, il deputato lo chiamò a nome.
Egli si scosse e arrossì fino alla radice dei capelli.
--Abbia la compiacenza di salir con noi--disse Alberto.--Sarà arrivata
la posta e dovrò forse pregarla di qualche commissione. In ogni caso
le staccherò uno chèque da riscuoter subito alla Banca popolare.
E soggiunse, voltandosi verso l'ingegnere:--Mi passerai la nota del
danaro che hai sborsato per conto mio.
--Sì, sì, non c'è fretta....
--Anzi ce n'è molta, perchè probabilmente partiamo entr'oggi tutti e
due per destinazioni diverse.... Vai a Parigi?
--Ma! Sono incerto....
Il portinaio venne ad aprir lo sportello e consegnò a Varedo un fascio
di lettere e dispacci e giornali.
Su in casa la cameriera aveva apparecchiato la colazione in salotto da
pranzo.
Varedo invitò Bardelli a sedere a tavola.
Il giovine si schermiva.--Se mi dispensasse... Proprio non ho
appetito...
Già sulle scale s'era sentito di nuovo empir gli occhi di lacrime,
aveva provato la tentazione di andarsene.
--E crede che noi ne abbiamo dell'appetito?--replicò Alberto, seccato
che altri manifestasse un dolore più forte del suo.--Si prende un
boccone per tenersi ritti.
E tra due cucchiaiate di minestra egli cominciò lo spoglio della sua
corrispondenza. I semplici biglietti da visita li metteva da parte,
senza nemmeno guardarli. E metteva insieme con quelli le lettere e i
dispacci che portavano soltanto parole di condoglianza.
--A tutti questi signori converrà spedir le nostre carte di
ringraziamento. Se ne incaricherà lei, Bardelli, con comodo...
A Varedo bastarono pochi minuti per prender conoscenza di quella massa
di roba. Ciò che gli premeva di più non c'era. San Giustino gli aveva
bensì telegrafato la sera innanzi informandolo dell'incarico ufficiale
avuto dal Re, ma se l'era cavata con lo stretto necessario,
aggiungendo: _Il resto a domani_. Ora il nostro onorevole aveva
sperato di trovar una lettera o un lungo telegramma del capo del
futuro Gabinetto, e benchè il ritardo non avesse nulla di strano, gli
pesava d'esser rimasto deluso... Cercò quindi nervosamente,
dispettosamente le notizie della crisi nei giornali della mattina,
arrabbiandosi delle contraddizioni e delle assurdità che vi
riscontrava. Tutti avevano le loro informazioni da _ottima fonte_,
tutti ammannivano ai lettori una lista ministeriale diversamente
combinata; non tanto pei nomi che, su per giù, eran gli stessi quanto
per la distribuzione dei portafogli.
Al professore scappava la pazienza.
--Oh che balordi! Anche questi qui, come Cataldo, vogliono assegnare
l'istruzione a Sardi Gallese.... Si starebbe freschi.... E questi
altri che danno il tesoro a Modica!... L'agricoltura e commercio,
forse... O le poste....
Erano brevi monologhi che Varedo borbottava per conto suo. Gustavo
Aldini era fuori nell'andito, sollecitato dalla cameriera di
sbarazzarla di certi importuni che pretendevano la mancia per uffici
prestati durante i funerali; Bardelli seduto davanti al suo piatto
vuoto, girava gli occhi intorno a guisa d'uomo che non sa se dorma o
sia desto. Gli usci, tranne quello che dava nell'andito, erano
spalancati, ed egli spingeva lo sguardo or a destra ed ora a sinistra
nelle note stanze di dove non gli sarebbe più venuta incontro Bebè,
dove non avrebbe più visto Diana.--Addio, Bardelli--gli aveva detto
Diana quella mattina.--Grazie di quello che ha fatto per noi... E che
il Signore la ricompensi....--Pochi minuti dopo, mentre il corteo si
moveva, egli aveva creduto scorgere per un istante il bianco viso di
lei alla finestra, fra gl'interstizi di due cortine... E adesso
ell'era partita per non tornare, come non tornava Bebè.... La bambina
adorabile che lo aveva amato, la donna angelica che lo aveva assolto,
le due dolci creature che avevano brillato, luci benefiche, nel grigio
orizzonte della sua vita, s'erano dileguate per sempre. Ogni cosa qui
parlava di loro, ogni cosa ricordava la loro presenza, ogni rumore
evocava il suono dei loro passi, delle loro voci; ma esse non
c'erano... Una sola persona pareva indifferente a tanta miseria, ed
era il capo di quella famiglia distrutta... Ambizione e vanità, ecco i
moventi unici dell'uomo ch'egli, Bardelli, aveva ciecamente
ammirato... No, egli non poteva aver più nulla di comune con lui...
Poteva ubbidire oggi ai suoi cenni, poteva prestargli ancora per
qualche giorno l'opera sua (e forse lo attirava con un fascino triste
e invincibile la casa piena di memorie) ma invocarne, ma accettarne i
favori, non mai.
--E ora--disse Varedo avviandosi--venga di là con me.
--Alberto, Alberto!--chiamò l'ingegnere Aldini che rientrava nel
salotto da pranzo, seguito dalla bambinaia.--C'è l'Irene.
La ragazza s'avvicinò asciugandosi gli occhi col grembiule.
--Non ho altro da fare--ella balbettò.--Se il professore non ha
comandi...
--Ah--replicò Varedo--bisognerà regolare i vostri conti.
--No, no; li ha regolati.... con molta generosità.... la signora....
Volevo prender congedo, domandar scusa se ho mancato... e implorare
una grazia.
--Parlate.... liberamente.
--Se si contenta di lasciarmi.... come ricordo di quel caro
angioletto.... queste due scarpine.... le ultime ch'ell'ha portato...
E le tirò fuori di tasca, piccole tanto che le stavano nel pugno.
--Tenetele pure--disse Varedo commosso.
L'Irene gli baciò la mano, riconoscente.
--Grazie, signor professore... E così Iddio assista lei e la buona
signora.... e mandi loro altri bambini.
Nella sua semplicità popolana l'Irene non poteva ammettere che le
bizze fra marito e moglie dovessero durare eterne.
Senza rispondere all'augurio, Varedo le regalò un biglietto di
cinquanta lire e la congedò con parole amorevoli.
Ella uscì confusa e singhiozzante.
Con uno sforzo energico di volontà, il professore ringhiottì le
lacrime che gli salivano al ciglio, e accennò a Bardelli di seguirlo
nello studio, ove gli dettò due dispacci e gli consegnò lo _chèque_
per la Banca.
--Mi fa il piacere di spicciarsi, perchè il danaro mi occorre...
Quando poi sarà tornato, discorreremo con comodo di quell'affare di
ieri... I dispacci li imposti strada facendo.... Aspetti, aspetti, che
forse ci sarà qualcos'altro.
E mosse incontro alla cameriera che portava su un vassoio tre
telegrammi.
--Tutti e tre insieme sono arrivati?
--Sissignore... Le ricevute le ho firmate io.
Varedo li aperse a caso. Lesse nei primo: _Sincere condoglianze_. E
nel secondo: _Mi associo al vostro lutto_.
Diede una sbirciatina al nome dei mittenti, si strinse nelle spalle, e
con impazienza febbrile ruppe la busta del terzo dispaccio.
Ah, quest'era di San Giustino, e la fisonomia del nostro onorevole,
leggendolo, s'illuminava di soddisfazione e d'orgoglio.
Fatti due giri per la stanza, Alberto Varedo si fermò davanti a
Bardelli:--Scriva. _Deputato San Giustino--Roma.--Accetto. Parto in
giornata--Sarò a Roma domani--Varedo._ Questo lo spedirà primo, per
urgenza.... E ora che non ci sono più dubbi sul mio ingresso al
Ministero, ora che mi si offre non un semplice sottosegretariato, ma
un portafoglio, quello d'agricoltura, industria e commercio, le
rinnovo la domanda di ieri: Vuol venire alla capitale come mio
segretario particolare con lo stipendio, per ora, di tremila lire? Sì
o no?
Bardelli raccolse tutto il suo coraggio, e con voce abbastanza ferma
rispose:--Grazie, professore, ci ho riflettuto... Ma proprio non ho
attitudini per la politica.
--Un segretario particolare non ha bisogno di averne. Basta che sappia
eseguire.
--Sarà, ma sento di non esser nato per quell'ambiente.
--Vuol rifletterci ancora? Vuol consultare la sua famiglia e farmi
conoscer la sua decisione a Roma per sabato o domenica al più tardi?
Ormai Bardelli non pensava ad altro che a togliersi perfino la
possibilità della ritirata.
--Io la ringrazio di nuovo dal fondo del cuore, ma è inutile. Sarei un
pesce fuor d'acqua.
Alberto s'arricciò con le dita le punte dei baffi e disse in tuono
gelato:--Come crede.... A ogni modo, mi fa oggi quelle commissioni.
--Vado e torno col danaro--rispose Bardelli che non vedeva l'ora di
troncare il colloquio.
--Preghi l'ingegnere Aldini di passar da me--gli gridò dietro Varedo.
E prese a rileggere il telegramma di San Giustino il cui tenore lo
consolava del rifiuto dianzi subìto.
_Tutto va a gonfie vele. Avrei distribuito i portafogli così._ (E qui
seguiva la lista). _Manca il titolare per l'agricoltura e commercio
non essendoci potuti accordare con Modica per ragioni che esporrovvi a
voce. Anche in nome dei colleghi offrovi con calda preghiera
d'accettazione, anzichè il sottosegretariato interni, il portafoglio
disponibile. Se aderite, il Ministero è fatto, salvo approvazione di
Sua Maestà di cui non dubitasi. Telegrafate per urgenza e affrettate
vostra venuta Roma._
Gustavo Aldini si fermò sulla soglia.
--Avanti!--disse Varedo.
--Chiedevi di me?
--Sì, per due ragioni.... In primo luogo t'annunzio che m'è offerto e
ho accettato il portafoglio di agricoltura, industria e commercio.
--Ah, non si tratta più d'un sottosegretariato ma d'un ministero?
--Già la sera della mia partenza da Roma San Giustino aveva lasciato
balenare la possibilità dell'offerta.
Questo non era vero; era vero piuttosto che si ricorreva a Varedo
soltanto dopo rotte le trattative con Modica; ma ognuno dà ai fatti
che lo guardano l'interpretazione che meglio gli conviene.
--Dunque sei Eccellenza?--ripigliò Aldini inchinandosi.--Mi
congratulo, signor Ministro d'agricoltura, industria e commercio.
--Alcuni lo reputano un Ministero secondario--(Varedo dimenticava che
fra questi _alcuni_ c'era anche lui)--ma hanno torto... Del resto
l'importanza d'un Ministero deriva dal titolare... Cavour ha
cominciato di là...
Per correggere l'impressione della frase superba, Alberto
soggiunse:--_Si parva licet componere magnis._
E con apparente bonarietà rivolse allo zio una interrogazione
delicata:--Sii sincero, non hai fede in me?
--T'ho sempre creduto un uomo di molto ingegno e di molta
dottrina--rispose Gustavo.--Ma non so se, data l'indole de' tuoi
studi, il portafoglio dell'agricoltura e del commercio sia il più
adatto.... Hai la competenza tecnica?
--Oh!--ribattè Varedo.--Quella s'acquista.
E, tagliando corto, mutò argomento.
--L'altra cosa di cui volevo informarti è questa. Avrai certo inteso
più volte da tua nipote ch'io non rendo giustizia a Bardelli, che
scordo le sue grandi benemerenze verso di noi, che non lo appoggio,
che non lo aiuto.... Sì, sì, è una delle accuse che mi fa mia
moglie... Ebbene; io ho proposto ieri, e ho riproposto or ora a quel
giovinotto di venir meco a Roma in qualità di mio segretario
particolare con uno stipendio di tre mila lire l'anno... Puoi
immaginarti ch'è un impiego a cui non mancheranno gli aspiranti, e non
avrò che l'imbarazzo della scelta... Il signorino ha rifiutato in modo
assoluto, reciso.
--E che ragioni adduce?
--Dice che non è nato per la politica... Ma è un pretesto... La
ragione vera la ho capita io... e sono stato anche troppo tempo a
capirla, e fino a ieri m'illudevo che Bardelli mi fosse devoto,
affezionato come per lo addietro... La ragione vera, eccola. Nel
dissidio sorto fra me e Diana, Bardelli ha preso partito per mia
moglie. Ai suoi occhi come agli occhi di Diana io sono un reprobo, e
la sua coscienza gli vieta di accettare una posizione che lo
metterebbe in contatto diretto con me... Di ciò non mi curo; mi basta
che tu sia in grado di testimoniare che io ho fatto per quel signore
ciò che dipendeva da me.
--A Diana dispiacerà senza dubbio che Bardelli perda l'occasione
propizia... E s'egli ha agito così per motivi a cui tu alludi, ella
stessa potrebbe...
--Intercedere forse?--protestò fieramente Varedo.--Ci vorrebbe anche
questa!... No, no, è una faccenda liquidata... Il posto sarà coperto
domani da qualcheduno meno superbo e meno scontroso del professorino
Bardelli.
--Oh!--replicò l'ingegnere.--Figuriamoci! In Italia i sollecitatori
d'impieghi sono legione. Quello ch'è difficile trovare da per tutto è
un uomo che per uno scrupolo morale, sia pure ingiustificato,
sacrifica il proprio interesse.
--Tu lo approvi?
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