Roberta - 4

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bianco o di rossiccio, le case vivevano tra quel magnifico sopore
della vegetazione, che nell'aria calda non muoveva fronda o foglia.
Verso oriente era la chiesa bigia col livido campanile, cui
s'aggruppavano stretti attorno gli altri edifici, i quali a mano a
mano andavan poi disseminati in mezzo al verde, spinti fino al mare,
collocati più alti sul lene pendio dei colli; e frequenti balzavan
fuori tra casa e casa i ciuffi di verzura, i ciuffi argentei degli
ulivi.... Dominava il grigio, per i ciuffi degli ulivi e per le lastre
di ardesia che coprivano i tetti.
Più qua, immediatamente sotto il piano erboso dove Cesare stava, lo
spettacolo era gentile, con due lunghi rettangoli di terra, che un
giardiniere coltivava a rosai; e le rose bianche, opulenti, molte già
sfatte, innalzavano un profumo carnale, potentissimo in quell'aria
pura d'ogni altro profumo. Una cagna volgare abbaiava dietro
invisibili fantasmi, correndo sulla terra grassa a calpestar le foglie
di rose disperse.
Alcuni romori salivan dal paese: il grido di qualche rivendugliolo, lo
schioccar delle fruste, il lamentio d'uno zufolo stonato; così fievoli
tutti, vaganti nel grande spazio, che la lontananza pareva maggiore.
Lentamente le scene diverse si mutarono in imagini d'abitudine, per
Cesare che le fissava con lo sguardo pigro di chi medita cose lontane;
assorbivano la sua attenzione fisica, dando libero il corso ai
pensieri.
La donna amata da lui, era per altri; la plastica di
quell'impareggiabile corpo sul quale i suoi occhi s'eran posati nella
deliziosa trepidanza dell'intuizione, doveva svelarsi intera a un
altro uomo; in un'alcova ignota, la voce d'Emilia sarebbe diventata
intima.... E la sinfonia classica dei bottoni che si slacciano? La
visione della donna soffusa di bianco nel pulviscolo lunare?
Egli si trovava dunque impegolato in uno di quegli amori cui il volgo
definisce, tra il rammarico e lo scherno, senza speranza; e ne
derivava la necessità di gettarsi a capofitto in pieno romanticismo, o
di togliersi per sempre da una strada che cominciava a diventar
malagevole.
Aveva sognato. Qualche particolare dei sogni che inconsciamente era
andato accarezzando in quei giorni, gli tornava alla memoria. Per
esempio, aveva sognato una piccola villa con molti palmizii, addossata
a una falange d'ulivi rampicanti sui colli; e tutto in giro, la
campagna esalava quella serenità, la quale giunge così crudele alle
umane sventure, ed è così piacevole per gli umani egoismi: la serenità
dei grandi paesaggi alpestri, o dei graziosi paesaggi sui laghi
lombardi.... Entro la villa, una voce femminile risonava nell'ombra
moderata delle camere fresche.... In abito purpureo Emilia giaceva
sovra un ampio divano carico di molti origlieri bizzarri; a' suoi
piedi, egli stesso, Cesare, seguiva la voce della donna.... Uno svelto
scaffale da ninnoli era coronato da un alto vaso di porcellana
riboccante di fiori, che cadevan sotto uno spiraglio di luce; il sole
ne irrubinava metà, un angolo di rose e di verbene, tra cui si
drizzava qualche ciuffo di vainiglia.
Questa ed altre ideali concezioni d'avvenire, erano state bruscamente
travolte, poichè non nella villa con molti palmizii, ma la voce
d'Emilia sarebbe diventata intima e flessuosa in un'alcova ignota, per
un uomo ignoto....


VIII.

--Senta! Senta!--gridava la fanciulla, rivolgendosi a Cesare e
additando le ondate furibonde che si gettavano contro la
spiaggia.--Sembrano colpi di cannone!
Cesare e le due donne eran giunti in riva al mare, convulso per il
soffio poderoso del vento, e tutto bianco; eran scesi dalla strada
sulle rocce più eminenti, arrampicandosi dove le onde non potevano
arrivare. Ascoltavano così il rimbombo sordo dell'acqua contro le
cavità degli scogli; un fragore talmente reiterato, che a fatica si
distinguevano le voci.
--È bello! è bello!--esclamava Roberta, aspirando l'aria, e trovando
sulle labbra un impercettibile umore salino.
I riccioli intorno alla fronte e al collo le si scompigliavano sotto
la veemenza del vento; le gonne le si serravano alle gambe; ella
rimaneva forte sul dosso scabro della roccia, sorridendo alla
burrasca.
Dietro lei, Cesare s'era fermato a fianco d'Emilia. Questa,
meditabonda e inquieta, aveva obliato un istante le sue riflessioni
affannose, per ammirare lo spettacolo; ma la vicinanza dell'uomo, il
quale pareva triste quel giorno e d'una tristezza di cui ella
sospettava la causa, le dava un'immensa brama di spiegarsi, di
togliere a sè e a lui dal cuore le punte, che la ingenua malizia di
Roberta vi aveva affondato.
E pensava, quasi tremando:
--«Com'è strano che Roberta stessa ci costringa a parlare! Ella
medesima ci ha offerto un argomento grave e pericoloso. Dovrò spiegare
a Cesare che io non sono fidanzata ad alcuno, che non lo sarò mai,
perchè mi sono votata a un'opera di sacrificio e ho promesso la mia
esistenza alla sorella ammalata. Ma come risponderà egli? Come
accoglierà la mia rinunzia?... La combatterà, certo, e poi non
riuscendo a vincermi,--non riuscirà,--dovrà partire.... Resteremo noi
due, io e Roberta, per sempre....»
Gettò uno sguardo a Roberta e a Cesare, e per la prima volta il
tormento di dovere sceglier presto, inappellabilmente, le si affacciò
all'anima con tutta la sua tremenda potenza.
Doveva sacrificare in eterno l'uno all'altra, e la scelta non le
avrebbe dato mai pace, egualmente non fosse mai avvenuta; perchè la
rinunzia di lei all'amore e alla felicità avrebbe reso più cupa la
dissonanza fra il suo spirito e lo spirito di Roberta; nè ella avrebbe
potuto perdonare a questa l'insanabile spasimo che le era costata.
E con l'orrore abituale in lei per ogni veemente dibattito, guardava
in fronte l'avvenire, il quale si presentava amarissimo, qualunque via
ella avesse percorso; e innanzi al mare fremebondo, alle ondate
gigantesche, al cielo seminascosto sotto nubi tempestose, innanzi allo
spettacolo ribelle, provava l'impeto di gridar la sua disperazione, di
confondere la voce del suo furore inutile con la voce assordante di
quel liquido furore, che si lanciava alla spiaggia, dopo aver già
forse travolto uomini e navi.
--Fa bene quest'aria, signor Lascaris, non è vero?--domandò Roberta,
sorbendo ancòra l'aria pregna di sali.
--Ma non si esponga al vento così,--osservò Cesare, mentre pensava che
sotto la gioia della giovanetta si celava tuttavia la molestia
d'un'idea roditrice.--Venga più qua; si ripari dietro queste rocce.
Alcune rocce grigiastre bucherellate formavano una specie di profonda
insenatura, e drizzandosi fino all'altezza della strada, porgevano un
ricovero naturale dalle raffiche del vento. Nella insenatura profonda,
le onde si scaraventavano una sull'altra bianchissime, andavano a
battere contro il fondo, si ritorcevano, ed erano risospinte dalle
sopravvenienti, con vece assidua, con un ribollir di schiuma più
candida del latte. Lo strepito risonava enorme.
Roberta sedette molto in basso, dove giungevano talora gli spruzzi
minutissimi dei flutti; più in alto sedettero Cesare ed Emilia, e sul
principio Roberta si voltò a guardarli di tanto in tanto, additando
senza parlare i cavalloni, che giungevan da lungi e si precipitavano
entro la piccola baia.
Poi stette, assorta, e sembrò aver dimenticato i compagni, per seguire
qualche suo pensiero non anco definito e infantilmente triste.
--Che cosa Le ha detto, ieri, mia sorella?--domandò Emilia, girando a
un tratto la testa verso Cesare.
Sorrideva, con una fuggevole vampa di rossore sul volto; e bastaron
quel sorriso, l'espressione involontariamente carezzevole degli occhi,
per segnare un passo grande sulla via delle confidenze.
Emilia pensò più tardi,--quando tutto era già per sempre finito e la
sua esistenza era per sempre tracollata negli abissi della
disperazione,--pensò che la sventura aveva avuto origine da quel suo
moto irriflessivo.... Perchè non tacere? Perchè spiegarsi, animando le
speranze dell'uomo, più forti quanto più gravi si presentavano gli
ostacoli alla lustra di felicità, cui l'uno e l'altra sognavano?
Ma ormai, la frase le era sfuggita dalle labbra:
--Che cosa Le ha detto mia sorella?
--Non è vero?...--esclamò Cesare. Gli occhi gli scintillavano, e il
respiro gli usciva dal petto caldo e vibrato.--Non è vero?... Mi ha
detto che Lei è fidanzata.... Ma non è vero?...
La donna crollò il capo, continuando a sorridere, con un senso più
mesto.
--Roberta,--disse,--ha voluto scherzare. Qualche volta passa il segno
e commette delle fanciullaggini; ma è allegra così di rado, che
bisogna perdonargliele.... Non è vero nulla.... E Lei ha creduto? Io
non sono fidanzata ad alcuno; non lo sarò mai, ad alcuno.... E Lei ha
creduto sùbito! Le sembra che io potrei abbandonare Roberta?
Parlava con voce debole, molto commossa, tenendo gli sguardi alla
tempesta; e Cesare le si era un poco avvicinato per non perdere
sillaba.
Il mare ai loro piedi ruggiva.... Spingendo l'occhio oltre
l'insenatura, si vedevan le onde infaticate battere disordinatamente
per tutta la lunghezza della spiaggia, fino a Nervi: e gli spruzzi si
levavano altissimi, aprendosi a guisa di Ventaglio e ricadendo tra il
bulicame della spuma.
--Perchè?--domandò Cesare stupito.--Lei non abbandonerebbe sua
sorella? Innanzi tutto, abbandonare è cosa diversa....
--Più piano,--interruppe Emilia, temendo che Roberta non udisse.
Il cuore le batteva in tumulto, ascoltando le parole divenute intime,
segrete, come già l'uomo avesse confessato il suo amore e già parlasse
per difendere la propria conquista.
Egli aveva sentito nel fondo dell'anima scatenarsi la malvagità
egoistica, per la quale voleva ogni cosa al suo dominio e non poteva
soffrire ostacolo alcuno. S'era fatto un po' pallido, gli occhi neri
lucenti; aveva guardato in basso, verso Roberta, con un lampo d'odio
improvviso.
--Lei vuole sagrificarsi a sua sorella?--continuò, smorzando la
voce.--È impossibile, assurdo; sarebbe mostruoso. Pensi che ciascuno
ha nella vita una strada da percorrere. Nessuno può, nessuno deve
mutarla a forza, per seguire il cammino d'un altro. E a quale scopo, a
chi gioverebbe? Ella sciuperà tutta la vita in una rinunzia inutile,
la quale non sarà forse nemmeno compresa...., nemmeno compresa!
--«Perchè mi parla così?»--domandò in quel punto Emilia a sè stessa,
trasalendo sotto il soffio della scomposta eloquenza. E tentando
sorridere ancòra, obiettò:
--Ma ciascuno ha il diritto di scegliere la via, in capo alla quale
spera di trovare una sodisfazione, un riposo della coscienza.... Non
Le pare? Quella ragazza è attaccata a me, è gelosa della mia
affezione, e non reggerebbe al dolore d'una lontananza, alla rivalità
di un altro, affetto.... Io la conosco.... E Lei pure sa quanto la sua
salute sia debole.... Infine, ho pensato, può crederlo: e ho giudicato
che questo è il mio dovere, e che posso compierlo serenamente, anche
senza sacrificio....
Sì fermò. Giungeva con fragore infernale un'ondata verdastra, alta, e
incontrando i primi scogli, spumeggiò d'un tratto senza rompersi; poi
coperse la spiaggia, si franse, s'ingolfò entro l'insenatura,
conquistando alcuni frastagli, fin allora intatti, della roccia su cui
sedeva Roberta.
--Hai visto?--gridò la fanciulla ad Emilia.--È giunta fin qua su!
--Non sei bagnata?--domandò Emilia con una premura timorosa, la quale
significò per Cesare più di tutte le spiegazioni.
--No, no. Sto benissimo qui,--rispose la giovanetta.
Seguì una pausa lunga. Tutti e tre guardavano la vicenda delle acque
potenti e il cielo giallastro pel riflesso di un moribondo raggio
solare.
--Sono le illusioni solite dell'altruismo,--riprese Cesare, con voce
cauta, piena di fremiti rattenuti.--Il tempo ne fa giustizia, ma
sempre troppo tardi.... E perchè mai, a un tratto, questo
sacrificio?... Perchè non prima?
Emilia battè le palpebre; un pudore ardente le bruciava di rossore le
guance; ella avrebbe voluto riprendere la coscienza delle cose reali e
fiaccare con lo sdegno la domanda ardita; ma dal cuore le saliva un
singulto di smarrimento. Guardò l'uomo in volto e lo vide oscurato
dalla passione dolorosa; capì ch'egli andava dietro ai balzi del
pensiero e li ripeteva, dimenticando il riserbo tenuto fino a quel
giorno e i doveri che quel riserbo gli imponeva. La comprensione della
sua sofferenza incontenibile turbò maggiormente la donna.
--_Allora_,--ella disse con voce spenta,--Roberta non era ammalata.
Ella viveva con _noi_, non aveva bisogno della mia assistenza, nè io
gliel'aveva offerta.... E d'altra parte....
Voleva dire: e, d'altra parte, la dissonanza delle loro anime aveva
avuto principio da quel tempo, appunto; gli occhi di Roberta, da quel
tempo s'eran fatti vigili, gelosi, cattivi; in quel tempo, Emilia
aveva dovuto nascondere la sua gioia, misurarne gli slanci, guardarsi
dalla sorella.... E,--il sospetto era atroce, ma non mancavano i dati
a nutrirlo e a renderlo verisimile,--ed Emilia sospettava che il
giorno in cui la morte aveva visitato la sua casa, fosse stato un
giorno di letizia crudele per Roberta, infine liberata d'una presenza
agghiacciante, d'una minacciosa rivalità.
Voleva dir questo; ed esitava tra il timore di addentrarsi troppo
nelle confidenze più delicate, e la paura di non arrivare a
convincere....
Ma Cesare, obbedendo all'impazienza della sua superbia, scosso dal
ricordo d'un passato che non gli apparteneva e che aveva evocato egli
stesso, interruppe:
--Sì, sì, tutto questo è forse vero.... E, in ogni modo, io non ho
alcun diritto a sapere, non ho alcun titolo per consigliare.... Vuole
perdonarmi?... Perchè discutiamo di queste cose tristi?
--Infatti,--ripetè Emilia,--perchè discutiamo di queste cose
inutili...
La forma brusca con cui l'uomo aveva troncato il sèguito del
colloquio, le dava un cocentissimo dolore. In fondo all'incrollabilità
del suo divisamento giaceva una oscura speranza, viveva il torturante
piacere d'ascoltar le obiezioni di Cesare.
Per dissimulare lo spasimo, chiamò Roberta fortemente, nell'intervallo
fra un colpo e l'altro delle onde.
--Roberta!--disse,--vieni qua con noi. Ti esponi troppo all'aria....
La fanciulla s'arrampicò per la distanza che la separava, dalla
sorella, e Cesare la studiò in quell'atto, mentre s'appoggiava
all'ombrellino chiuso, aiutandosi contro le difficoltà dello scoglio.
--«Non ha un anno di vita!»--egli pensò freddamente.
Poi, a voce alta osservò:
--Come si è fatta svelta, signorina!
Roberta sorrise di compiacenza, e tese la mano ad afferrar la mano che
Cesare le offriva, per valicare l'ultima scabrosità della roccia.
--Ho bevuto tant'aria di mare!--ella rispose, quando fu seduta a
fianco d'Emilia.--Il mare è mio amico; io gli voglio molto bene, ed
esso mi lascia respirare così leggermente!...
Emilia sorrise alla sua volta, con un'ombra di tristezza.
Qualche notte prima, Roberta aveva avuto la febbre e un nuovo sbocco
di sangue, non forte, appena da arrossare la pezzuola; ma lo spavento
s'era ridestato in Emilia, più grave poichè Roberta sembrava
fatalmente illusa, ricca di speranze, e faceva molti disegni per
l'avvenire.
--Questa, è la prima volta che vedo il mare,--seguitò Roberta, con la
stessa volubilità fanciullesca.--Ma ne sono felice. Un altr'anno
voglio andare alla montagna, in Isvizzera.... Andremo, non è vero,
Emilia?... C'è un piccolo paese, con un bel lago, a mille ottocento
metri d'altezza.... Come si chiama?
Cesare ascoltava, rilevando senza pietà il sintomo delle strazianti
illusioni; e Roberta continuò a fantasticare, garrula e variabile.
Aveva dei luoghi lontani una visione romantica, la visione dei giorni
in cui il male non le si faceva sentire, ed ella poteva svelarsi in
tutta la sua giovane ignoranza della vita e della realtà.
Per inconscio paganesimo, si figurava il paesaggio ancòra popoloso di
creazioni mitiche; il mare, la montagna, il lago, la pianura, la notte
ed i crepuscoli, eran gli elementi delle sue predilette fantasie....
Quando la sofferenza fisica e il terror della morte non le strappavano
un grido di precoce disperazione, Roberta s'indugiava tra quei
pensieri panteistici come fra uno stormo di Fauni capripedi.
Ma il chiacchierio febbrile passava sull'anima d'Emilia non
diversamente d'una mano incauta sopra una ferita viva; e per
troncarlo, la donna interruppe:
--Sarà tempo di tornare, Roberta. Il vento arriva fin qui, ed è più
forte....
Il vento rabbuffava ancòra le acque, levandole attorno agli scogli in
danza alterna, senza posa; per tornare, e ripercorrere un lungo tratto
delle rocce, Cesare e le due sorelle aspettavano qualche volta l'onda
si ritraesse crepitando; Roberta salutava con esclamazioni l'impeto
dei flutti, ma procedeva a disagio sul dorso sdrucciolo ineguale dei
massi, e barcollava, e di frequente doveva valersi delle mani....
--No: aiuti Roberta,--disse Emilia a Cesare, rifiutando.--Io non ho
paura.
Ella non aveva paura; guardava le ondate non anco infrante, ricurve,
concave, ergersi lontano, in pieno mare, correre unite in linea di
battaglia, gettare un balzo, valicando i più facili scogli,
ricomporsi, correre di nuovo compatte, arrivare alla spiaggia,
stendersi pianamente lattiginose, echeggiar sonore contro le cavità,
dissolversi, ripiegarsi, arricchir le ondate susseguenti, riattaccar
gli ostacoli; ebbrezza del mare ampio e della goccia imponderabile.
Sull'ultimo tratto, Roberta vacillò, quantunque s'appoggiasse alla
mano ferma di Cesare; egli stava giù avendo superato una costa
rigidissima, e la fanciulla, al sommo, inciampò nelle vesti, non trovò
tempo a riprendersi, e cadde sul petto dell'uomo, che dovette
stringerla fra le braccia.
--Sono salva!--ella gridò, sulla spiaggia, sciogliendosi dal non forte
amplesso inopinato. E rise per confortare Emilia, la quale giungeva in
quel punto. Ma la donna era impallidita, alla rapida scena; non di
paura; per un altro sentimento confuso, per un morso al cuore; e più
da quel sentimento non mai avvertito innanzi, era turbata, che non dal
fatto d'aver visto Roberta fra le braccia di Cesare.
Salirono una breve scala di pietra; poi, arrivati sulla strada presso
la chiesa, s'accostarono al parapetto a salutare di nuovo il mare
tuonante.
Roberta si staccò l'ultima, e rivolgendosi mentre gli altri s'erano,
già incamminati, mandò un grido.
--È orribile!--disse.
Dalla strada provinciale veniva verso la chiesa una coorte di dolenti,
alcuni recando sulle spalle un feretro coperto dello strato di velluto
bruno, con una gran croce d'oro nel mezzo; altri al sèguito,
salmodiando in lunga fila, rivestiti di càmici bianchi o di ampie
vesti nere, il viso tutto nascosto dal cappuccio, ad eccezione degli
occhi; altri, pigiandosi sui fianchi del corteo, in disordine; e la
nuvolaglia tempestosa e l'ora già tarda proiettavano una lunga ombra
sinistra.
Roberta s'indugiò a guardare, accasciata, fissando ostinatamente gli
uomini della Confraternita procedenti in cadenza, grotteschi e
solenni; i quali ridestavano nella giovanetta il terror della morte,
la memoria, di qualche incubo....
--È orribile!--disse ancòra ad Emilia, che tentava persuaderla a
seguitar la via.--Non li dimenticherò più!...
E a Cesare, che pure la rassicurava sorridendo, rispose:
--No, no, taccia! La prego! Lei non sa! Lei non sa!...
Egli non sapeva, infatti, il motivo di quello sgomento.
Tra gli spettri dolorosi della fantasia inferma, Roberta aveva fissa
la visione del proprio cadavere, freddo e rigido, con le braccia
incrociate sul petto, sopra un catafalco ricco di drappi funerei,
presso una finestra spalancata in faccia alla campagna eterna....


IX.

Forse la felicità non è che la simmetria del tempo; l'ora, il giorno,
l'anno, eguali all'altra ora, all'altro giorno, all'altro anno.... La
passione è il disordine, e il disordine è il dolore.
Emilia si divincolava invano sotto l'assillo. Celava il volto in
mucchi di rose rosse, fresche e simili a labbra innamorate; si
chiudeva in lunghi silenzii o prorompeva in risa febbrili.... Neppur
l'alba riusciva ormai a quietarla: neanche il torpore suppliva al
sonno. Cercava i narcotici, che distendono il corpo quasi sopra nuvole
di bambagia.
Fuggire! Pareva quello il sogno più caro alla sua anima.... Era il
formidabile istinto di salvezza, che sul viso del soldato nuovo
diffonde un pallore mortale, e lo fu guardare indietro con immenso
desiderio ai piani liberi e tranquilli, mentre la massa oscura del
nemico si delinea e giganteggia di minuto in minuto.... Fuggire in
qualche paese straordinario, dove il suo cuore avesse potuto
riprendere il battito quieto, dove le sue notti fossero potute
ridiventar calme e senza sogni.... Ma il paese straordinario, il cielo
iperbolico sotto il quale tacciono le miserie, non sono cogniti ad
alcuno. Nella più serena plaga del mondo non s'incontra che tenebra
umana....
Ella avrebbe voluto confessarsi a qualche anima intenditrice. A fianco
di lei era soltanto Roberta, una fantasima ammalata, la quale
trascinava la vita sotto un altro peso, con un altro spettro.... Oh
come le teste giovanili piegavano in quei giorni al soffio delle cose
implacabili, al rinascere infaticato delle visioni! La casa era piena
di silenzio, e le donne camminavano in una lieve nube di
sonnambulismo, senza parlarsi; e spesse volte calava la sera e l'ombra
si faceva sempre più densa e nessuna delle due sorelle pensava a
difendersi da quell'oscurità, in cui l'anima cercava un rifugio
avidamente....
Ciascuna era assorta nelle variazioni infinite del proprio tema.
Roberta, nelle variazioni sul tema della morte; Emilia, nelle
variazioni sul tema dell'amore.... Spingevano e rivolgevano ambedue il
fardello, arrivavano al culmine d'una faticosa salita imaginaria, e il
fardello ricadeva in basso, e le due condannate riprendevano a
sospingerlo, indefessamente così, l'intero giorno.
Emilia era afferrata dalla follia di gettarsi ai piedi di Roberta....
(Roberta non s'era a lei confessata? non le aveva detto il mistero
dello spavento che la divorava?).... E di gridarle:
--«Ascolta, ascolta; anch'io sono malata. Anch'io ho bisogno
d'illudere la mia vita e di snebbiare una visione.... Ascolta la mia
tortura: da notti innumerevoli, non riposo; da giorni e da notti
innumerevoli, un pensiero mi coglie di soprassalto, mi passa traverso
l'anima come una lama infuocata.... Aiutami a salvarmi, Roberta!...
Dimmi in qual modo potremmo distruggere gli spettri della nostra
vita.... Non v'ha un paese di silenzio, di là da quell'orizzonte? un
paese d'oblio, dove tutti vivano in pace solenne e la vita sia una
meccanica semplice, la quale non muterà mai, non sarà mai turbata dal
mistero del domani? Vuoi che viviamo laggiù?... Tu non temerai la
morte; io non temerò l'amore.... Ogni cosa avrà i suoi colori ingenui,
e le notti saranno calme.... Dimmi se v'ha una terra così felice, e
dovunque ella sia, noi la raggiungeremo.... Oh fuggire all'ignoto,
comprendi? sarà la nostra salvezza.... Anche tu soffri il terrore
dell'ignoto; anche tu ti domandi: «Quando sarà? Sarà oggi? Sarà
domani? Quanto manca ancòra?...» Dobbiamo fuggire, per non interrogare
l'anima nostra.... Non v'è un paese dove l'anima tace?».
Ella avrebbe voluto confessarsi, gettarsi ai piedi di Roberta e
piangere con lei, come altre volte.... Ma se la furia del tormento la
spingeva fino alla sorella, e se Roberta alzava gli occhi
interrogativi a guardarla, Emilia sentiva le fiamme salirle alle
guance e alla fronte.... Che pensava?... Colei era la fanciulla, era
la vergine, monda nel corpo e candida nel pensiero.... Poteva
dirle?.... Poteva confessarle?...
Poteva dirle:--«Le mie notti sono più torturanti delle tue; la mia
vita è più spaventevole della tua; la mia giovinezza sfiorisce in un
desiderio vano di sentirmi amata, nell'agonia di trovare un affetto
più caldo, più misterioso, più inebbriante del tuo affetto di
sorella?»;
Poteva confessarle:--«Non so rimanere sola; ti ho promesso di vivere
sempre al tuo fianco, e mi sono ingannata, e ti ho ingannata, perchè
invoco l'amore, perchè invoco la felicità fuori della nostra
esistenza, quotidiana. E so che l'amore esiste, e verrà a cercarmi, e
dovrò rifiutare la felicità implorata?»
Nulla poteva dirle di tutto questo; si rinchiudeva in sè e si smarriva
per le solitudini del dolore.... Oh, come in quei giorni le teste
giovanili piegavano al soffio della sventura prossima!... La catena
delle abitudini s'era spezzata, e nulla le due donne facevano, che non
fosse per ingannare la tenacità del pensiero caparbio. Uscivano a
passeggio, andavano al mare, camminavano pel giardino, aspiravano i
profumi dei fiori, assistevano alle feste del sole, udivano le minacce
degli uragani; e lo spirito invisibile dentro di loro martellava la
domanda:--«Quando sarà?... Quanto manca ancòra?...»--«Non v'è un paese
dove l'anima tace?...»
Gli episodii esterni erano indifferenti. Esse non percepivano con
acutezza se non gli episodii delle proprie ossessioni, i quali erano
senza fine; poichè all'una tutto intorno parlava della morte, e
all'altra tutto parlava d'amore; l'una, in ogni filo d'erba, in ogni
albero, in ogni farfalla, vedeva qualche cosa destinata a scomparire
miseramente, e presto; l'altra vedeva il frutto d'un amplesso
universale, necessario, sacro, divino.
E dopo aver lottato per metodica resistenza, si abbandonavano
perdutamente alla sciagurata voluttà delle inquietudini diuturne,
quasi calando a poco a poco in un abisso pieno di raggi lunari....


X.

Ella aveva passato la notte fra un corteo di sogni lubrici e
maravigliosi che s'innestavano l'un nell'altro, e non finivano.... Le
erano sembrati la carezza d'una mano sagace, uno sfiorar di labbra
ardite, un principio di tutte le voluttà e un'interruzione di tutte,
un invito al piacere e una lusinga ingannatrice, un vellicar di piume,
dalla nuca alle reni....
Da ultimo, sull'alba, s'era vista per una lunga amplissima scala, i
cui gradi erano dissimulati con drappi vivaci così di tinte, così
poderosi nel disegno, che si sarebbero creduta l'opera di molti
artisti immortali. La scala metteva capo a una porta chiusa, pesante
per ornati di bronzo a cesello. Stagnava una grigia penombra....
E sugli scalini,--indimenticabile spettacolo,--seminude o nude, erano
sdraiate numerose femmine di bellezza magica.... Alcune Emilia poteva
ricordar tuttavia; adagiata alla sommità era una, intensamente bionda,
una bionda simile a luce d'oro, a torrente di luce; ed ogni sua
bianchezza appariva, ogni curva, ogni delicatezza di vene
azzurreggianti.... V'era anche una bruna ridente con la grande e pur
deliziosa bocca aperta a uno schianto irresistibile., pel quale più
rosse parevano le labbra schiuse a mostrar denti perfetti.... V'era
una creola, dagli occhi ingenui e larghi.... Ah quei capelli, non
lunghi ma folti, dal torpido profumo, quelle ciocche selvagge che
cadevan dietro le spalle, passavano per le spalle sul petto, e lo
baciavano, attorcendovisi intorno,--quale illustre guanciale, quale
acqua di Lete a tutte le angosce!...
Nessuna parlava, nessuna aveva idea del tempo. Un magnifico silenzio
d'accidia sopiva le donne, viventi d'ineffabile vita animale.
Anch'ella, Emilia, stava tra di loro.... A capo della scala o al
fondo? Non rammentava se non d'avere visto dopo di sè, sotto di sè
altri corpi femminili digradanti in basso, fino a smarrire la
perspicuità delle linee, giù nella lontananza.
Non rammentava se non il turbamento che le era penetrato nell'animo
quando, imbevuti gli occhi di quelle forme e i sensi di quella
invincibile pigrizia, aveva richiamato lo sguardo sopra sè medesima, e
si era scorta nuda, tutta nuda, tanto crudelmente nuda, ch'ella non
aveva trovato fra le compagne se non la bionda aurea la quale potesse
competere con lei d'impudicizia.... Era rimasta sgominata dalla
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