Le rive della Bormida nel 1794 - 24

Süzlärneñ gomumi sanı 4643
Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1699
38.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
54.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
60.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
«Oh il mio Mattia!--sclamò la donna a quella vista--come vi piace più
la polenta? con su un po' di cacio un po' di pepe, d'agliata, dite?
«Polli! hanno a essere bestiaccia!--gridò egli, e fatta la pace mangiò
come piacque alla donna, stupita di non aver avuto in faccia, un paio
almeno degli antichi ceffoni.
Quella sera l'avemaria suonò all'istess'ora dell'altre volte: ma
sebbene non fosse vigilia di qualche gran festa, le campane suonarono
un doppio così bello, che sin dove giunse la loro voce, si capì che
niuna mano, se non quella di Mattia, poteva concertarlo. Il campanaro
mandava in quella guisa la novella del suo ritorno pel contado. E chi
sa in quante case della campagna dove si era parlato di lui colla
pietà dovuta ai morti; si pensò, dicendo l'_ave_, alle preghiere
sciupate per l'anima sua!
Chi dimandasse qual fu il rimprovero o il castigo inflitto da don
Apollinare a Mattia, per quel disordine; mostrerebbe d'aver
dimenticato, che il prete solo a udire parlar di Francesi, perdeva
l'appetito, l'amore alla carica, la forza di farsi temere. Avessero
appiccato fuoco al presbiterio, sarebbe stato grato all'incendiario,
che gli avrebbe così porto il pretesto a cercare un asilo lungi da
quei monti, dove ogni tratto si era lì col coltello dei repubblicani
alla gola. Ma quanto al doppio delle campane, neppure lo intese.
Placidia glie ne volle parlare, ed egli le fece tremare il cuore in
corpo con un boato, come a dire «silenzio!» La poveretta tacque e si
ritirò nella sua camera, dove spese mezz'ora a chiedere perdono a Dio
pel sagrestano, pel fratello, per sè, di quello scampanìo, che a suo
sentire doveva aver fatto su in cielo cattivo senso.


CAPITOLO XIX.

Lo sposo di Bianca, veduto da Mattia partire a quel modo cruccioso sul
suo cavallo; aveva pigliato la via, che sulla cresta dei monti, a
ridosso del castello, menava a Montenotte; e che si vede anche ai dì
nostri, angusta ma piana e ombrata di bei castagni. Egli ne aveva
corso un tratto, poi giù per un traghetto era disceso a valle, non
ruzzolando più per le buone gambe della bestia, che per l'avvedutezza
propria; e s'era messo in sull'altra, alla volta di C.... in riva al
torrente. Cavalcava così raccolto e pensoso, che più non l'era stato
Giuliano tornando da quel borgo, occupato la testa e il cuore
dell'amor suo, quella prima sera descritta in sul principio di questo
racconto. Passando vicino agli alloggiamenti delle soldatesche, non
rispondeva al saluto delle guardie, nè a quello dei compagni; e
tirando diritto, ora di trotto ora di galoppo, attraversava il
villaggio di R..., che il sole era andato sotto del tutto. Allora
spinse un po' più la corsa, per giungere a C.... prima che fosse
suonato il _deprofundis_; sapendo per pratica, che a quell'ora ognuno
di quelle parti soleva chiudere la porta di casa sua. Il borgo, dove
non era più tornato da quasi un mese, gli apparve dinanzi nell'ombra
dell'antico castello, sul quale un quarto di luna posava la sua luce
di striscio e poca, come la guardatura d'un occhio socchiuso e bieco.
«Non t'avessi mai visto--sclamò egli più coll'anima che colla
voce,--non t'avessi mai visto, villaggio malaugurato!»
E trapassato il ponte, che suonò cupo come per rispondere a quelle
afflitte parole; fu sotto l'androne che metteva dentro al borgo; poi
di là per la via più destra alla porta del signor Fedele.
I tempi erano tornati a correre grossi; e il capo supremo
dell'esercito Alemanno, che alloggiava in C.... aveva bandito di quei
giorni, che all'avemaria della sera gli abitanti del borgo si fossero
ritirati, e badasse a non andar fuori senza recarsi in mano un lume,
chè guai! Di che non è a dire se le vie dopo le ventiquattro
rimanessero deserte; e fu proprio sorte, se il cavaliere, appunto
fermandosi, vide venire un tale che portava una lanterna affumicata
per modo, che si vedeva appena; quasi egli avesse voluto obbedire e
insieme far dispetto a sua Eccellenza il generale dell'Impero.
«Fatti in qua» disse a colui il cavaliere smontando; e dategli in mano
le briglie del cavallo, piantando lui e la bestia a spaurirsi a
vicenda, salì dallo suocero, franco di passo.
Gli speroni e la guaina della sciabola battuta contro i gradini,
stridevano come voci di malaugurio. Il signor Fedele, che sedeva in
sala facendo certi suoi conti colla memoria, al lume d'una lucernetta,
la cui fiamma per essere nudrita d'olio di noce, s'agitava fumicosa
spandendo intorno un odore molesto; balzò in piedi a quel suono, corse
sul pianerottolo, e levandosi alta la lucerna sopra la spalla, si
chinò per vedere meglio chi fosse colui che saliva.
«Oh! siamo noi!--sclamò ravvisando l'Alemanno, al quale non voleva più
dare del lei, e non sapeva per anco dare del tu:--chi desse retta al
cuore non isbaglierebbe mai! ci pensava or ora.... Ma siamo soli?
«Solo!--rispose l'Alemanno arrivando in cima alla scala e fissando in
viso tra ciglio e ciglio il signor Fedele. Il quale vedendosi guardato
a quel modo, mostrando grande ansietà nella voce e nell'atto, gli
chiese:
«O che abbiamo, genero, che siamo così annuvolati?
«Nulla!--rispose l'altro; e mettendosi da sè dentro la sala,
soggiunse:
«Vorrei parlare colla zia.
«Ma che è avvenuto qualche malanno a Bianca?--gridò il signor Fedele,
rimanendo colla lucerna in mano, curvo e colla faccia illuminata di
sotto in su malamente:--se è diciamolo a dirittura; che sebbene padre,
so accettare dal Signore il bene e il male, e benedire la sua
santissima mano!
«Vorrei parlare da solo a sola colla zia:» pregò l'Alemanno.
«Allora passiamo da lei, che è sull'altana con Margherita, a pigliare
le infreddature:» disse il signor Fedele un po' insospettito; e
accompagnò il genero attraverso l'andito che metteva in sull'altana.
Là, chiamata Margherita, le fece salutare il cognato rispettosamente.
Poi lasciò che questi se n'andasse da sè dov'era la zia Maria, e
deposta la lucerna in un lato dell'andito, se ne tornò in sala colla
figliuola, tutta rimescolata di quel mistero.
Damigella Maria sedeva al suo posto usato, sotto la cupoletta dei
luppoli, mesta per certo fruscio di foglie secche, che il vento le
faceva sentire intorno. Quel fruscio le parlava dell'inverno; il
quale, sebbene non fosse che mezzo settembre, già su quei monti
s'annunziava vicino. Oh il tristo inverno che sarebbe stato
quell'anno! Non potersi più sedere in quel posto, a udire la gente
passare allegra pel vicolo; chiudersi in una stanza a canto al fuoco;
udire l'ore scoccate con suono spento, dalla campana coperta di neve;
vivere come sepolta viva, e non avere più Bianca! Pensava a queste
cose, e già le pareva di patirle tutte; quando udito il passo
dell'Alemanno, che veniva a lei, e la voce del cognato che chiamava
Margherita, provò non seppe neanch'essa qual contentezza. Questa volta
si sentiva il caso di dirgli tutto l'animo suo; egli capitava proprio
in buon punto! Se non si risolveva a tenere la promessa, lasciando che
Bianca tornasse a vivere vicina a lei; se non la rimenava a C..., se
non veniva a starvi anch'egli per sempre, poveretto lui!
Egli le si fermò dinanzi, e alla poca luce che la coglieva traverso le
foglie della cupoletta, vedendola starsi col viso sporto, come per
chiedergli che volesse, cominciò a dire rispettoso:
«Signora zia..., se qui niuno ci può ascoltare, io vorrei dirle una
cosa....
«Parli,--rispose subito commossa damigella Maria, esperta a conoscere
ogni più secreto moto dell'animo altrui, solo a udirne la
parola:--niuno qui può ascoltarla, parli, comandi....» E così dicendo,
cercava colla sua la mano di lui.
Tanta cortesia della cieca, riusciva nuova e dolcissima all'Alemanno;
perchè dal giorno in cui essa s'era chiarita, che egli ospite ed
infermo nella palazzina, coll'aiuto del padre Anacleto, aveva vinto
l'animo di Bianca, e stabilito il parentado; più che parole aspre non
s'era inteso mai dire. Ora forse la donna mite, indovinava
nell'accento di lui, più assai dolore che ei non volesse mostrare: e
in cambio di sorgere superba e rimprocciosa, vedendo avverati i suoi
tristi presagi; s'addolcì tutta e provò per lo sposo di Bianca, misto
a compassione, il primo senso d'affetto.
Egli sedè, vinto dai modi di lei, che gli tornava in quel momento
cara, quanto gli era parsa uggiosa e molesta altra volta; e parlando
più basso che potè, le disse:
«Io comincio col chiederle perdono d'averle tolta la sua nipote, e so
quanta consolazione fosse per lei l'averla vicina. Mi accordi questo
perdono, chè se no non oserei più parlare, svergognato d'una colpa,
che forse è la più nera della mia vita....
«Che dice mai?--interruppe la cieca--che dice mai, colpa! Ella ha
cercato la felicità, e al mondo ve n'è così poca, che per averne noi
dobbiamo toglierne agli altri. Mi spiacque che Bianca abbia sposato
uno non dei nostri luoghi, sì...! ma poi..., più di lei ci ha colpa il
Padre Anacleto.... che gli ha ingannati ambedue!
«O zia,--sclamò sospirando l'Alemanno--proprio non le spiaceva che io
sposassi Bianca per altro pensiero?
«Pensiero...!--rispose la cieca, che alla maniera con cui veniva
interrogata da lui, non avrebbe nè mentito nè taciuto per nulla al
mondo:--V'era anche questo, che Bianca si voleva bene con un
giovinetto quaggiù della nostra vallata; e mi pareva che sposando uno,
quando il suo cuore era già d'un altro, potesse andare incontro a
qualche mal passo....
«Oh! no.... no....--proruppe l'Alemanno--mal passo per cagion mia mai!
Ma quel giovane era degno di lei?
«Se degno!... Era del primo casato di D....
«Proprio di D....?»
Queste parole furono dette in guisa, che damigella Maria ne rimase
tutta rimescolata; e presa la mano dello sposo di Bianca, parve che
non potendo leggergli negli occhi, volesse sentire al tatto,
indovinare al respiro, che cosa ei pensasse.
«E lei--disse poi tremando--lei perchè m'ha colta alla sprovveduta...?
Appunto...! quel giovane era di D.... e Bianca è a D...; che fu, mio
Dio, che fu? Per carità badi, essi non s'avevano mai parlato, glie lo
dico io....
«Le credo....
«Mai.... non saprei mentirle, non faccia a Bianca niun male!
«Un soldato non fa male a una donna mai...!--rispose
l'Alemanno;--eppoi il torto fu mio... e basta!»
Ciò detto si levò e partì, lasciando la povera donna che non sapendo
che farsi per rattenerlo, o piangere o pregare; sperò che si sarebbe
fermato in sala dal signor Fedele. Ma egli attraversato l'andito, vi
si fermò tanto da stringere la mano a Margherita, dandole uno sguardo
con cui pareva volersela portar via; strinse anche quella dello
suocero ma un po' lentamente, e senza dir nulla si mise giù per le
scale. Trovò alla porta il cavallo abbandonato dal borghigiano, che
non parendogli vero di potersi levare la briga di quel focoso animale,
l'aveva legato a una campanella lì fuori; montò in sella e partì
frettoloso.
Il signor Fedele rivenne dallo stupore in cui l'avevano messo i
portamenti del genero, udendo lo scalpitare del cavallo
sull'acciottolato della via. Ma mentre si lanciava alla finestra per
chiamarlo chi sa con qual grido, si vide dinanzi damigella Maria,
venuta in sala a gran fatica; avendo pel turbamento quasi perduta la
pratica della casa.
«Ed ecco--sclamò essa, poichè si sentì vicina al cognato;--ecco a che
ne siamo colla vostra ambizione!
«Sì--gridò il signor Fedele, guardando a squarciasacco la cieca, e
spaurendo Margherita che tremava a verga a verga:--Fatemi le tragedie
anche voi, che mi stanno bene! A che ne siamo via, dite?...
«Ne siamo a questo--proseguì damigella Maria--che quella povera
sventurata della vostra figliuola, se l'aveste lasciata sposare chi
voleva essa, non finirebbe come finirà....
«Tisica; ammazzata o peggio!--urlò il signor Fedele;--capisco! Vi sarà
a D..., quel suo giacobino sciagurato, cui Dio mandi tutti i malanni!
Ebbene..., se essa avesse osato disonorarmi....
«Cognato!--interruppe la cieca, troncandogli la parola colla maestà
dell'atto; e poi dolcemente disse alla nipote:--Margherita, vattene in
camera....»
La giovinetta obbedì lagrimosa, e i due stettero zitti finchè i passi
di lei furono uditi lontani. Allora damigella Maria ripigliò severa:
«Cognato, io non avrei creduto mai che voi foste tal padre da pensare
brutte cose del sangue vostro!
«Io?--rispose il signor Fedele, inarcando le ciglia quasi
maravigliato, e tenendosi l'indice della destra appuntato al petto,
proprio come avrebbe fatto dinanzi al giudice dei fatti suoi, che
avesse potuto leggergli in faccia.
«Voi, sì! e se io non v'interrompeva, non avreste avuto rispetto,
neanco per quella innocente, che era qui ad udirvi...
«O voi--disse egli risolvendo l'atteggiamento in cui era rimasto, in
una crollata di spalle stizzosa,--voi dunque che sospetti mi siete
venuta a ficcare in capo...?
«Io dissi onestamente; e giusto!--sclamò la cieca; e narrò in breve il
colloquio avuto coll'Alemanno, nulla aggiungendo, nulla tacendo. Il
signor Fedele ascoltava, rischiarandosi in faccia man mano ch'essa
diceva.
Come gli parve che avesse finito, proruppe:
«Donne! E voi volevate perdere il conoscimento per simili freddure?
Via, datevi pace, cognata; andate a dormire quieta, che domattina di
buon'ora io me ne andrò a D...»
E presa la lucerna, se n'andò a chiudere l'uscio da via, piantando
(stava per dire al buio) la povera cieca; la quale avrebbe data la
vita per poter essere a D..., per potervi andare anche camminando
sopra le spine. Ma debole, infermiccia, con quella sua disgrazia degli
occhi, che avrebbe fatto giù per quelle strade, di notte, se anco si
fosse preso in compagnia qualcuno del vicinato? Si ritirò nella camera
dove soleva dormire con Margherita, pensando che quella sarebbe stata
una notte pur lunga.
L'Alemanno frattanto cavalcava di buon passo, già vicino a D... e per
dire il vero aveva molto combattuto seco stesso per tenersi dal
passare al convento, chiamare il padre Anacleto, e giù, senza tanti
discorsi, pagargli con una sciabolata sul cranio, il servigio fatto a
lui ed a Bianca. Ma quella sua smania s'era risolta in un pensare
doloroso alla scoperta del primo amore di Bianca; scoperta che per lui
nasceva come una nube levatasi in un bel giorno di primavera, ad
offuscare il sole, quando si ha tanto desiderio di calore e di luce. E
rifacendo colla memoria la vita dei mesi passati, rivide sè stesso,
quale doveva essere stato da principio, allora quando preso d'amore e
non essendogli dato d'avere uno sguardo dalla donna amata; s'era
sentito venire addosso tanta malinconia, da non essere più quello
d'una volta agli occhi dei commilitoni maravigliati. Rammentò come
avesse tribolato molto per cavarsi dal cuore quella montanina, la
quale aveva fatto a lui un senso, che da nessuna donna gli era stato
mai fatto; e la ostinatezza in cui s'era messo per ottenerne l'amore,
mentre essa non badava a lui, gli pareva adesso la maggior colpa che
avesse commesso in sua vita, proprio come aveva detto alla zia Maria.
«Folle che io fui--sclamava--a non pensare che in Italia le fanciulle
a diciott'anni, hanno il cuore preso da un pezzo! L'ho voluta e mi sta
bene. E qual dritto ho io di rimproverare una donna perchè serba
memoria d'un uomo che amò, quando i luoghi dove nacque l'amor suo, le
stanno sempre dinanzi...!» In questi pensieri l'animo gli ribolliva, e
penava a non lasciarsi pigliare dall'ira; ma gli tornavano
nell'orecchio le parole della cieca, la quale gli avea accertato che
Bianca e quell'altro non si erano parlati mai. Così gli si abbelliva a
poco a poco l'immagine della donna sua; e l'amore puro da essa
custodito finchè egli non era venuto a turbarla, cominciò a parergli
la dote più nobile che Bianca gli avesse portato. Si sentiva quasi
disacerbato; si lodava di essere andato dalla zia Maria a sincerarsi
l'animo; e col capo pieno di disegni e di pentimenti, non vedeva l'ora
di essere a D... per baciare la mano alla sposa e chiederle perdono.
Vi giunse che mancavano poche ore all'alba; e trovò Bianca seduta a
piè del letto, in atto che pareva inconsolabile. Al vederla così
mesta, egli si fermò sulla soglia un tratto; ma non potè tenersi che
non corresse colle braccia tese verso di lei; e levandola dolcemente
in piedi, e guardandola nel volto pallida e segnata di pianto recente,
colla voce che seppe fare più dolce, le disse:
«Bianca, e non parli?
«E chi oserebbe parlarvi? Un'altra volta, prima di partire in quella
guisa crudele, cacciatemi di casa che sarà meno spregio!
«Odi--rispose il marito--se ho provato il bisogno di correre a C...;
se ho voluto parlare alla zia; se torno chiedendoti perdono, io che
non lo chiederei a nessuno offeso da me, e piuttosto morirei per
punirmi colle mie mani; vorrai che m'inginocchi davanti alla donna
mia? Bianca, abbandoniamo e presto queste montagne; soltanto lungi di
qui potremo vivere pienamente felici...!
«Questi non furono i nostri discorsi!--sclamò Bianca:--già me ne sono
accorta; prima il paese dove io sono nata, poi vi verrò a noia io
stessa...!
«Mi verrà a noia la vita!--proruppe egli allora rifatto severo: e fu
l'ultima parola, perchè Bianca non osò più aprir bocca; nè a lui parve
di poter più dire senza cadere col discorso sopra l'antico amore di
lei; amore che non avrebbe mostrato di conoscere a nessun prezzo, più
apertamente di quel che aveva già fatto.
Mentre essa tornava a rannicchiarsi timidamente, egli si affacciò al
balcone; e il suo sguardo per quella oscurità andò a posarsi sul
vicolo della riva sinistra del torrente, dove a quell'ora si vegliava
in una sola casa, come si vedeva alle finestre or l'una or l'altra
illuminate. «Pare fatto per dispetto!» pensò tra sè; e toltosi dal
balcone chiudendone le imposte con mal garbo, si ritirò nella sua
camera senza più dir nulla alla sposa.
Quella ove aveva visto i lumi era la casa della signora Maddalena, la
quale stava in quell'ora aspettando Anselmo, che venisse a pigliare
col calesse Marta e lei; per portarle verso i luoghi della marina,
dov'era Giuliano. Perchè dopo le novelle recate da Mattia, la signora
si era sentita entrare una smania, che le pareva di non poter più
vivere senza andar a raggiungere il suo figliuolo. La partenza era
stata fissata per l'alba; ed intanto che Marta preparava un po' di
roba da portar via, Tecla la aiutava, sentendosi crescere lo sgomento
di rimanere sola.
Così le poche ore che mancavano all'alba, passavano volando per la
giovinetta, e facendosi secoli per la signora già pronta; la quale
guardando Marta affaccendata e rinfronzita, aspettava e sorrideva.
La vecchia vestiva certa sua vesta d'indiana scura, tempestata di
fiorellini rossi e minuti, ornata alle ascelle di rigonfi, ai quali si
innestavano molti svolazzetti somiglianti ad ale di pipistrelli. Le
maniche della veste erano così strette, che le braccia sebbene aduste
vi capivano a fatica; un grembiale ampio, d'altra indiana meno scura,
le cingeva i fianchi fin sulle reni; e due fazzoletti stampati di
frutta e di fiori a colori, assai vivi, le coprivano l'uno il capo,
l'altro le spalle, facendo una strana cornice alla sua faccia, massime
alla fronte, sulla quale si vedeva un pensiero, piccino ma sempre
desto, ma sempre in moto come uno sgricciolo, dare il guizzo tra le
grinze che facevano mazzo lì verso le ciglia, in cima a quel suo
nasetto, curvo come un rostro, e di espressione diversa da quella sì
dolce de' suoi occhi.
Alfine il calesse arrivò sul piazzale. La signora udendolo si levò in
piedi; e voltasi a Tecla le disse: «Mi sento così forte che proprio
sarebbe peccato se io non andassi:.. Tu Tecla sta da buona
figliuola... tu rimarrai al mio posto. La farai da padrona, e
accoglierai i forastieri, se qualcuno ne capiterà, mentre io sarò
lungi. Ecco, queste sono le chiavi..., tu le conosci tutte. Dormirai
nella camera che ti piacerà meglio, e tuo padre e tua madre ti
terranno compagnia. Userai d'ogni cosa come fosse tua; ritirerai la
roba dai coloni, ne terrai conto sul libro di casa, darai gli ordini
per la vendemmia..., impara a diventar massaia, che quanto a noi chi
sa quando ritorneremo. Se colà si sta nulla nulla bene, non ci verrà
in mente di rivenire quassù, no. Allora scriverò che tu mi mandi
quello che mi bisognerà, e potrai venire con tuo padre a portarlo.
Vedrai i bei paesi! Là, quando noi si muore dal freddo, dalla noia,
chiusi in casa dalla neve, là sempre un sole, sempre un'aria dolce, e
il mare... Addio Tecla.» E presa tra le mani la testa della
giovinetta, che pareva non aver più senso di nulla, la baciò in
fronte, e s'avviò verso il piazzale.
Marta rispettosa più che non fosse mai stata tutta quel tempo, in cui
i suoi riguardi verso Tecla erano cresciuti ogni giorno, le disse:
«Avete inteso? il Signore vi vuol proprio bene! Pregate per la padrona
e per me. Addio.»--E datole anch'essa un bacio, andò a raggiungere la
signora, recando una sporticella, nella quale aveva raccolto cacio
paesano, pane, frutta, tanto da potersi rifocillare tra via, come se
fuori di casa fosse stato il deserto.
Tecla sin dalle prime parole della signora s'era sentita uno
sbalordimento, e si reggeva al tavolo, perchè le gambe non volevano
tenerla ritta. Ma quando lei e Marta furono scomparse dall'uscio, quel
vedersi sola la scosse, e a passi concitati andò fuori per raggiungere
la signora. Il calesse partiva in quel punto, portando le due
viaggiatrici, le quali si volsero addietro, videro la giovinetta colle
braccia tese; la salutarono colla mano, e subito trapassarono l'arco
che loro la tolse di vista.
Allora Tecla diede uno sguardo a suo padre, che tutte quell'ore era
stato ad aiutare Anselmo ad arnesare; un altro ne diede alle chiavi
avute dalla signora, e lasciandole cadere: «no, no!--sclamò--io non
voglio, non voglio... O signora Maddalena, o padre mio, rimenatemi a
casa vostra!
«Via--diceva Rocco raccattando le chiavi, e non sapendo capire come
tanto onore tornasse sgradito alla figlia,--via, che tu sei pazza e
tiri i calci al pan bianco... andiamo.»
E la menava dentro, lieto di quella ventura, parendogli di essere da
colono diventato gastaldo copioso d'averi per i belli occhi di lei; e
già pensava alle cento cose che avrebbe fatto mentre che la signora
sarebbe rimasta lontana; ed in cuor suo tornava ad augurarle la buona
andata.
Questa in verità non poteva da principio essere migliore, e il sole
s'era alzato di poco, che già il calesse aveva oltrepassata la terra
di R... intorno alla quale giostrava una grossa banda d'Alemanni, che
sciupavano i prati altrui, immollandosi nella guazza a procacciarsi
doglie per la vecchiaia. A un certo punto dove l'aspetto della via era
più selvaggio, sorgeva su d'una roccia un pilastrone, nel quale era
cavata una nicchia, e un pennello onesto vi aveva dipinto una Madonna
Addolorata, che sovrastava ad un viluppo di fiamme e di teste, messe
là dal pittore a spasimare nel purgatorio. Quella dipintura sta anco
ai dì nostri, che par fatta ieri; e gli abitanti della terra non vi
passano dinanzi senza inchinarsele, pensando che in età più tristi
toccò chi sa quanti cuori di ribaldi, che facevano guerra alle strade.
Là le viaggiatrici si abbatterono in due personaggi che venivano
cavalcando dalla parte di C..., ma non erano due ribaldi; bensì uno
frate francescano su d'un'asina lenta, l'altro gentiluomo su d'un
muletto, che pareva stizzito d'essere tenuto a paro e sì tardo con
quella.
Costoro si scansarono per lasciar largo il passo al calesse, e il
gentiluomo alla vista di chi vi era dentro, diede un guizzo, arrossì,
nè potè stare che passando oltre non si recasse la mano al cappello.
Il frate salutò chinando la testa reverente.
«Oh! oh!--sclamò Anselmo--son mattinieri il signor Fedele di C..., e
il predicatore che avevamo a D..., la quaresima passata!»--E girata un
tantino la gota sulla spalla, e tenendo un occhio al cavallo e l'altro
alla signora Maddalena, soggiunse:--«Forse il signor Fedele va a
visitare quella sua figliuola maritata ad uno di quei generali
Alemanni, che abita in castello...»
La signora Maddalena, cui la vista del padre di Bianca aveva tornato a
mente l'apparizione di costei all'arco del suo piazzale, s'era sentita
correre un gelo per la persona. Ora le parole d'Anselmo le fecero
pensare quanto più lieto di lei, doveva essere quel padre che andava a
visitare la sua figliuola felice; e non potè frenare un sospiro,
Anselmo temendo di darle noia, schioccò la frusta, e tirò diritto al
fatto suo: ma ahimè! quella donna che partendo di casa aveva trovato
così bello il cielo, i campi, la compagnia; parve ad un tratto
condotta a forza e rassegnata a qualche mala ventura. Già tutta
l'allegrezza di mezz'ora prima, si mutava nello struggimento degli
altri giorni.
Marta, pur non osando dir nulla, vedendo in faccia alla padrona i
segni dell'animo scompigliato, stava tutta occhi, temendo che le
pigliasse male. E per questo non badava a un rumore come di tuono
lontano, che veniva non si poteva dir bene da qual parte; e quasi non
udiva certe esclamazioni, in cui usciva Anselmo, come parlasse a sè
stesso.
«O che adesso siamo al temporale?--diceva egli--eppure non veggo una
nuvola larga come un luigi d'oro, chi la volesse pagare!» E alzava gli
occhi a guardare il cielo, terso da un capo all'altro come uno
specchio. Ma quel rumore, quel mugolìo, cresceva cresceva; il
pover'uomo stupiva sempre più; e ad ogni svolta donde si potesse
scoprire più lontano, avrebbe giurato di vedere spuntare all'orizzonte
le nuvole malvagie piene di tempesta.
Mentre egli pensava all'uve, alla grandine e al ricolto pericolante;
la signora toccando Marta leggermente col gomito, le additò di là del
torrente una viuzza aspra, che menava ad un casale, accovacciato in
fondo a una valletta squallida e brulla. Marta guardò, e vide una
compagnia di contadini, i quali facevano corteo ad un feretro coperto
d'un lenzuolo bianco, e portato da quattro disciplinanti.
«Là c'è un morto; disse segnandosi Anselmo, che forse udendo qualche
verso delle litanie dette dietro quel feretro, aveva posti gli occhi
addosso alla comitiva: «il Signore abbracci l'anima sua.» E si mise a
bisbigliare qualche preghiera.
L'ora, la vista che facevano quei camminanti, le pietose parole
d'Anselmo, rozzo uomo, e buontempone, aggiunsero tanto allo stato
della signora Maddalena, che il suo pensiero si arrestò lì. In cambio
del morto vide colla fantasia sè stessa al gran passo, e una voce
interna le disse: «colui se non altro ebbe il conforto di spirare tra
i suoi; ma tu quando sarà la tua ora, dove morirai e come; e in man di
chi?» Morire per essere sepolta nella chiesa del suo villaggio, là
dove erano stati chiusi suo marito, il suocero, la suocera, tutti i
parenti ch'essa non aveva conosciuti, e che avrebbe trovati nel
sepolcro e nell'eternità, era cosa cui pensava talvolta anche con
certa gioia; ma andare a giacere in altre tombe, quale sgomento!
Essa si sprofondava in questi pensieri; e il calesse giungeva là dove
la valle s'allarga improvvisa nella pianura di C..., ampia e
deliziosa, com'è descritta in sul principio di questa istoria; e nel
lato opposto a quello donde il calesse arrivava, chiusa dai monti di
San Giacomo, del Settepani, da tutta la giogaia; sui fianchi della
quale, gli uni di là, gli altri di qua, si fronteggiavano da mesi, e
assai da vicino, gli imperiali e i repubblicani.
Le selve di quei luoghi aspri, parevano in quel momento incendiate; e
al fumo che sorgeva a viluppi in parecchie parti, s'indovinava una
battaglia, della quale non si udiva che quel mugolio, parso ad Anselmo
di tempesta vicina.
«Oh! oh!--sclamò egli, fermando il calesse così d'un tratto, che le
viaggiatrici n'ebbero scossa la persona--altro che temporale! Vegga,
vegga, signora Maddalena, non vede che guerra su quei monti lassù?»
La signora Maddalena strappata a' suoi pensieri lugubri dalla scossa e
da queste parole, sporse il capo guardando da quella parte, verso la
quale Anselmo teneva tesa la frusta: e Marta balzata in piedi sul
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Çirattagı - Le rive della Bormida nel 1794 - 25
  • Büleklär
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 01
    Süzlärneñ gomumi sanı 4586
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1694
    39.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 02
    Süzlärneñ gomumi sanı 4779
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1719
    41.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    57.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    64.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 03
    Süzlärneñ gomumi sanı 4782
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1768
    39.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    62.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 04
    Süzlärneñ gomumi sanı 4603
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1750
    38.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 05
    Süzlärneñ gomumi sanı 4710
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1710
    37.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 06
    Süzlärneñ gomumi sanı 4624
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1780
    38.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    61.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 07
    Süzlärneñ gomumi sanı 4662
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1801
    38.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 08
    Süzlärneñ gomumi sanı 4643
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1818
    36.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    50.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    58.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 09
    Süzlärneñ gomumi sanı 4731
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1686
    39.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    61.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 10
    Süzlärneñ gomumi sanı 4626
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1810
    38.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    61.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 11
    Süzlärneñ gomumi sanı 4660
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1730
    38.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 12
    Süzlärneñ gomumi sanı 4649
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1638
    39.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    63.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 13
    Süzlärneñ gomumi sanı 4685
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1604
    39.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    59.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 14
    Süzlärneñ gomumi sanı 4728
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1705
    38.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    61.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 15
    Süzlärneñ gomumi sanı 4752
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1744
    36.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    59.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 16
    Süzlärneñ gomumi sanı 4695
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1805
    38.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    62.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 17
    Süzlärneñ gomumi sanı 4692
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1684
    38.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 18
    Süzlärneñ gomumi sanı 4637
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1783
    36.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    59.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 19
    Süzlärneñ gomumi sanı 4670
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1741
    38.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    61.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 20
    Süzlärneñ gomumi sanı 4705
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1852
    34.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    56.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 21
    Süzlärneñ gomumi sanı 4689
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1762
    38.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 22
    Süzlärneñ gomumi sanı 4665
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1689
    41.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    56.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    64.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 23
    Süzlärneñ gomumi sanı 4672
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1678
    39.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    61.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 24
    Süzlärneñ gomumi sanı 4643
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1699
    38.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Le rive della Bormida nel 1794 - 25
    Süzlärneñ gomumi sanı 4625
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1715
    39.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    60.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 26
    Süzlärneñ gomumi sanı 4619
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1724
    37.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    51.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    58.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 27
    Süzlärneñ gomumi sanı 4596
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1645
    38.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    59.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 28
    Süzlärneñ gomumi sanı 3855
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1432
    42.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    57.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    64.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.