Gli eretici d'Italia, vol. III - 58
Süzlärneñ gomumi sanı 4152
Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1466
33.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
49.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
oggetto di stabilire e governare la Chiesa. Questa potestà, parlando
esattamente, non accordava privilegi, ma imponeva obbligazioni. Lo
spirito di Dio gli avea destinati a pascere e a governare i fedeli, e le
facoltà loro accordate in questa missione non erano che i mezzi
necessarj a soddisfare ai doveri di un tal ministero. Nulla dunque
s'accordava ad essi in suo vantaggio, ma tutto si accordava ai fedeli, i
quali perciò entravano in diritto di profittare di queste facoltà.
Quando si fissarono le diocesi per togliere la confusione non si potè
pregiudicare a questi diritti: solo si volle stabilire un ordine per
evitare la confusione. Ma i popoli, al governo dei quali furono
particolarmente incardinati i vescovi, mantennero sempre i diritti
medesimi, come ai vescovi restarono sempre gli stessi doveri.
L'obbligazione rigorosa che hanno tutti i sovrani d'invigilare perchè si
custodiscano i canoni della Chiesa, e la essenziale incombenza di
conservare ai sudditi i respettivi diritti, non ci permettono di
trascurare un punto così importante e tanto strettamente legato col buon
ordine e colla tranquillità degli Stati.
Senza fermarci a cercare i gradi o le ragioni per le quali si
disimpegnarono nei secoli a noi più vicini dall'esercizio di una parte
del loro ministero, egli è certo che questa trascuratezza non poteva
dare un diritto stabile a chi suppliva in lor nome. I diritti originari
e per costituzione annessi ad una dignità non possono mai alienarsi,
specialmente allorquando l'alienazione pregiudica al terzo. I popoli che
aveano diritto ad esser governati e diretti dall'immediato e vicino loro
pastore, non potevano senza ingiuria esser rimandati ad un pastore
lontano, che non poteva conoscere colla esattezza medesima i loro
bisogni: anzi eglino stessi non poteano cedervi in pregiudizio de' loro
discendenti. Se la infelicità dei secoli rese meno sensibile questo
inconveniente, deve allora assolutamente arrestarsi, quando i mali che
quindi ne nascono, divengono eccessivi.
Ella è dunque assoluta nostra volontà che venga ristabilita la
disciplina sempre venerabile dei primi secoli, e che i vescovi rientrino
nell'esercizio degli originarj ed inalienabili loro diritti, che per le
circostanze dei tempi furono ad essi usurpati, e che per connivenza dei
vescovi trapassarono nella Corte di Roma [È difficile combinar in poche
linee tanti errori di fatto e tante falsità di diritto come in queste
dell'austriaco].
46. Spetteranno quindi ai vescovi esclusivamente tutte le dispense che
si sogliono accordare già da qualche tempo dalla Curia romana...
47. I vescovi permuteranno o trasferiranno gli obblighi che riguardano
legati pii, derogando Noi nei casi, ove bisogno sia, alle ultime
volontà.
48. Dispenseranno gli ordinandi dai difetti dei natali e vizj corporali,
quanto lo richieda il vantaggio della Chiesa ecc.
49. Tutte queste dispense e le altre che potessero occorrere (escluse le
matrimoniali, delle quali si parlerà in appresso) saranno dai vescovi,
secondo la loro prudenza, date liberamente, in nome proprio, e senza far
menzione di avere ottenuta facoltà da chicchessia, avendola essi
immediatamente da Cristo e dai canoni.
50. Quindi dichiariamo che non sarà mai accordato il _regio exequatur_ a
qualunque siasi bolla o dispensa che non sia fatta dal vescovo in nome
proprio e per propria originaria autorità...
52. Una delle canoniche ordinazioni, che l'esperienza mostrò sempre
vantaggiosa alla Chiesa, si è la frequenza dei sinodi. Noi vogliamo che
anche questa sì lodevole costumanza sia ristabilita in tutto il
Granducato; ed ogni vescovo dovrà assolutamente tenere il suo sinodo
diocesano almeno ogni due anni, per discutere quivi col suo clero e
stabilire concordemente, sull'esempio degli apostoli, quello che sarà
creduto espediente per la purità della Fede, per la riforma della
disciplina, per la correzione degli abusi.
53. Uniformandoci a quello che hanno stabilito nell'assemblea gli
arcivescovi e vescovi, ordiniamo che i parrochi, siccome quelli che più
di tutti gli altri ecclesiastici vi hanno diritto, debbano tutti esservi
chiamati: ma quando la necessaria assistenza alle cure non permetterà a
tutti singolarmente l'intervenirvi, possano sostituire altro sacerdote
che intervenga per essi.
54. Tutti gli ecclesiastici che volessero intervenirvi saranno ammessi,
essendo troppo conveniente, secondo la massima canonica, che da tutti si
tratti in comune quello che tutti interessa [Egli intanto disponeva
dispoticamente delle cose ecclesiastiche, senza sentire tutto il clero,
e tanto meno tutti i fedeli].
55. Nei sinodi dovrà sempre intervenire un nostro regio commissario; nè
saranno pubblicati gli atti, se prima non ne sia accordato il _regio
exequatur_.
56. Nel modo e nelle materie che si tratteranno nel sinodo, avranno più
riguardo alle circostanze attuali e ai bisogni delle loro diocesi, che a
seguire materialmente le ordinanze e il metodo dei sinodi procedenti.
57. Nè si dipartiranno in quello che interessa la ecclesiastica
disciplina da ciò che, come capo sovrano della società e come protettore
dei canoni, abbiamo stabilito in questa nostra Normale, che sarà sempre
inviolabilmente osservata.
§ V. — _Chiese, Funzioni ecclesiastiche ed Oratorj._
61. Il cristiano deve mostrarsi tale in ogni tempo, in ogni luogo, in
tutte le sue operazioni, ma in special modo nella chiesa, che
propriamente si chiama la casa di Dio. La riflessione, che in essa abita
stabilmente il Figliuolo di Dio come in suo trono, dee tutti riempire di
un santo orrore e rispetto. Quando la pietà era più fervorosa ed
illuminata, quando i fedeli erano più vivamente penetrati dalla filiale
apprensione della divina Maestà, non avevano bisogno di alcuno
eccitamento sensibile. Le caverne, le prigioni, le solitudini, i
cimiteri, tutto egualmente inspirava ad essi sentimenti di religione
perchè a tutto suppliva la fermezza della loro fede. Nella tiepidezza
dei nostri secoli non si può mai essere abbastanza solleciti intorno a
questo gravissimo oggetto.
Importa dunque moltissimo che i vescovi e i parrochi si diano tutta la
premura di far concepire ai loro popoli una sincera venerazione alla
casa di Dio, ed inspirino in essi una giusta idea della santità degli
uffizj che in essa si praticano. Ad ottenere questo fine contribuirà
grandemente il mantenere nelle chiese l'ordine, la gravità, la decenza,
la semplicità. La confusione distrae; la sordidezza ributta ed il lusso
soverchio non fa che richiamare la curiosità, la dissipazione e le idee
profane del mondo. Lasciando ai vescovi il pensare alle più minute
provvidenze, che possono esigere le particolari circostanze, Noi
fisseremo alcune massime generali che dovranno essere esattamente
osservate in tutto il Granducato.
62. In conformità della risoluzione degli arcivescovi e vescovi, nella
chiesa gli uomini saranno sempre separati dalle donne.
63. Nè sarà a queste permesso l'intervenire alle sacre funzioni con
abito e abbigliamenti indecenti, e presentandosi in maniera non
conveniente alla santità del luogo, dovranno esser mandate fuori dai
sagrestani, senza riguardo alla condizione di persone.
64. E ad effetto che i fedeli non siano importunamente disturbati nei
loro atti di religione, sarà proibito assolutamente ai poveri di
questuare dentro le chiese; ma solo sarà permesso fuori della porta.
65. La incongrua celebrazione simultanea di molte messe, singolarmente
nelle chiese piccole, genera disturbo e confusione e forma una idea poco
analoga alla gravità di quel terribile ed augusto mistero e all'unità di
quel divino sacrifizio. Quindi non sarà celebrata che una messa per
volta, e i parrochi ed i sagrestani avranno tutta l'attenzione perchè le
messe sieno distribuite in maniera che possano servire al maggior comodo
del popolo, e ve ne siano a tutte l'ore.
66. Attesa la separazione degli uomini dalle donne, sarà necessario che
l'altare a cui si celebra sia nel mezzo della chiesa, quando qualche
grave ragione non esigesse diversamente. Avranno però i vescovi tutta la
premura di togliere dalle chiese gli altari indecenti o superflui...
67. Le immagini sono il libro degl'ignoranti che serve ad eccitare in
essi la memoria delle azioni virtuose dei santi che rappresentano. Egli
è adunque assolutamente necessario che tutte, niuna eccettuata, si
tengano scoperte, fuori del tempo della Passione.
68. Non sarà parimenti lecito tenere nella stessa chiesa più
d'un'immagine dell'istesso santo e particolarmente della Vergine
Santissima. Le diverse immagini e i diversi titoli hanno suscitato e
nudrito mille inconvenienti e mille strane idee nel popolo, come se
fosse una diversa persona Maria Santissima, perchè è invocata sotto
diversi titoli.
69. Saranno tolti tutti i piccoli quadri, che una interessata e male
intesa pietà avea introdotto di tenere esposti sotto la tavola o quadro
dell'altare.
70. Tutte le immagini o reliquie che sono sotto la custodia di
magistrature o di altri corpi o di qualunque persona privata o
costituita in dignità dovranno consegnarsi, unitamente alle chiavi delle
medesime, ai vescovi...
71. E dovendo alcuna di esse esporsi solennemente alla venerazione dei
fedeli, si farà con tutta la decenza, ma senza apparato straordinario di
rogito, contratto ecc.
72. Le reliquie che non hanno una morale certezza di loro autenticità, o
sono fondate soltanto sopra vaghe tradizioni popolari, o che per una
mal'intesa pietà servono di occasione alla superstizione del popolo,
saranno assolutamente tolte via. Non può piacere a Dio un culto che non
è fondato sulla verità e non mantiene i giusti confini di una regolata
devozione.
73. Sarà nelle chiese proibita assolutamente ogni musica strepitosa,
come atta soltanto a fomentare la curiosità e non conveniente alla
gravità dei divini misteri. Non sarà permesso che il canto gregoriano, o
al più una musica semplicissima, o come si dice comunemente, a cappella.
74. Saranno parimente proibiti nelle chiese sia dei secolari sia dei
regolari tutti i panegirici che l'abuso moderno ha ridotto a una profana
gara di eloquenza inintelligibile, priva d'alcun vero vantaggio
spirituale dei fedeli. Sarà solo permessa una sugosa istruzione morale
sopra quelle cristiane virtù, nelle quali più risplendette il santo di
cui si abbia la festa da farsi secondo il consueto dal parroco o da chi
fa le sue veci essendo esso impedito.
75. Nelle solennità o feste di qualunque santo protettore o titolare
ec., si osserverà il decoro e la dignità; ma sarà assolutamente vietato
il lusso e la pompa superflua, fuochi artificiali, spettacoli, fiere,
corse, le quali cose saranno sempre proibite in occasione di feste di
chiese, ma solo potranno permettersi nei giorni susseguenti alle feste,
non mai nel giorno festivo per non distrarre il popolo dalle sacre
funzioni che devono unicamente occuparlo.
76. Tutte le sacre funzioni saranno terminate prima dell'_Avemaria_
della sera, dovendo in tal tempo assolutamente esser serrate le chiese.
77. E siccome abbiamo osservato che negli anniversarj solenni spesse
volte ha più luogo una certa vanità che un vero spirito di religione, e
che dall'altra parte le funzioni ecclesiastiche e singolarmente le messe
solenni debbono riguardare tutto il cristianesimo, così siamo venuti
nella determinazione di abolire, come aboliamo di fatto, tutti i così
detti mortori e gli anniversarj particolari, ferma stante la messa di
_Requiem_ e le solite preci prescritte secondo il Rituale per ciaschedun
defunto in _die obitus_, e quelle stabilite nel giorno della
commemorazione solenne di tutti i defunti, e nel primo di ciascun mese,
a tenore delle costituzioni della compagnia di Carità; lasciando a
ciascuno la libertà di procurarsi tutti i suffragi che inspirerà loro
una soda pietà, eccitando novamente lo zelo dei vescovi e dei parrochi
ad istruire i fedeli sulla comunione dei santi e dei modi per suffragare
i defunti.
78. Il divin sacrifizio della messa è il mistero più augusto della
nostra religione, ed è un pubblico sacrifizio, a cui tutti i fedeli
hanno parte. Quando le persecuzioni dei primi secoli o il furore degli
eretici non permetteva che si celebrasse pubblicamente nelle chiese,
furono permesse le cappelle o sia oratorj privati. Se fuori di queste
occasioni si praticò ancora nelle corti dei principi, ciò fu perchè il
gran numero dei familiari costituiva quasi un'estesa parrocchia. In
tutte le altre circostanze la celebrazione negli oratorj privati fu
sempre considerata come un abuso.
I nostri arcivescovi e vescovi credettero di potervi provvedere, se si
vietasse la celebrazione in detti oratorj in tutti i giorni festivi.
Noi, considerando che questi oratorj, oltre la indecenza della maggior
parte, non servono che a distogliere le famiglie dall'intervenire alle
funzioni parrocchiali, e che per lo più esistono nelle città e nelle
case di persone che hanno tutto il comodo di andare in qualunque tempo o
stagione alla chiesa, vogliamo che sia assolutamente vietato il
celebrarvi la messa in qualunque giorno, nonostante qualunque breve,
privilegio o licenza.
79. Quanto agli oratorj pubblici della campagna, i vescovi, previa la
visita dei medesimi, potranno lasciar sussistere quelli solamente che,
per essere in qualche lontananza dalla cura, facessero comodo al popolo
rendendogli per altro filiali e dipendenti al parroco.
80. Tutti gli altri indecenti o inutili saranno immediatamente tolti e
convertiti in altro uso.
81. Gli oratorj delle ville particolari dovran considerarsi come
privati, quand'anche avessero il pubblico accesso, e resteranno
egualmente compresi nella generale abolizione.
82. Negli altri oratorj che servono unicamente a comodo dei proprietarj
ed abitanti delle ville potrà dai vescovi permettersi che vi si celebri
la messa, nel tempo che vi stanno i padroni, purchè però non vi si
facciano alcune altre funzioni.
83. Finalmente quanto ai sacerdoti di Stati esteri, che non siano
impiegati al servizio di qualche chiesa delle diocesi del Granducato, si
continuerà l'uso del _celebret_ e di non accordarlo se non colle dovute
cautele e per pochi giorni, quando non facessero costare del bisogno di
trattenersi in tempo più lungo, nel qual caso assegneranno loro la
chiesa, rimettendoli sotto la dipendenza del parroco, acciò debba
invigilare sopra la loro condotta.
84. Non intendiamo però che questo abbia luogo per i sudditi conosciuti
del Granducato o altri attualmente impiegati nelle diocesi di esso,
quando della loro esemplarità non si abbia fondamento di dubitare,
essendo la celebrazione della messa un diritto ordinario dei sacerdoti.
§ VI. — _Pubbliche preghiere, processioni ecc._
85. Nelle pubbliche preghiere si conserverà, per quanto è possibile, una
morale uniformità; ma importa anche più che non vi sia niente di falso,
di superstizioso ed erroneo.
86. Abbiamo sentito con particolare soddisfazione il pensiero che si
sono dati i nostri arcivescovi e vescovi della riforma del Breviario,
appoggiandone l'incombenza ai tre arcivescovi del Granducato. Siamo
persuasi che si daranno tutta la premura di corrispondere ad un'impresa
così degna e nobile. E perchè colla maggiore celerità ed esattezza possa
ridursi al desiderato fine un lavoro sì vasto, sapendo Noi le immense
occupazioni dell'episcopato, abbiamo creduto necessario aggiungere ad
essi tre teologi che ci riserviamo a nominare, col parere e consiglio
dei quali potranno con più facilità corrispondere all'espettazione
nostra e di tutta la Chiesa toscana [Fin per la riforma de' breviari
volea mettere suoi affidati. E proibiva uffizj ecclesiastici, costui].
87. Fino a tanto però che si aspetta questo lavoro, Noi, sull'esempio di
altri governi, proibiamo espressamente in tutto il nostro dominio
l'officio di Gregorio VII come contenente massime sediziose ed
erronee...
88. Si daranno eguale premura, coll'ajuto degli stessi tre teologi da
nominarsi come sopra, di terminare la traduzione del Pontificale e del
Rituale in lingua italiana e la compilazione di un manuale, in cui si
abbiano gli uffizi tradotti in volgare delle principali feste dell'anno,
l'ordinario della messa ecc., onde serva al popolo per farlo entrare
nello spirito delle preghiere e dei riti ecclesiastici.
89. Quanto alle pubbliche preghiere da farsi nelle parrocchie, Noi ci
rimettiamo fino a nuovo ordine ai Regolamenti già veglianti,
raccomandando solo a tutti i vescovi e parrochi di procurare che il
popolo entri nello spirito della preghiera e non sia come un tronco
arido, proferendo ciò che non può intendere.
90. Mantenendo pertanto quello che riguarda il rito universale della
Chiesa nei publici uffizj, procureranno almeno di far sempre recitare al
popolo fervorose orazioni, inni o litanie in lingua toscana; e faranno
egualmente recitare gli _Atti di Fede, Speranza e Carità_, il _Credo_,
il _Pater noster_, e l'_Ave Maria_ in lingua volgare.
91. Le funzioni parrocchiali del dopo pranzo saranno terminate dalla
benedizione del Venerabile colla pisside, incaricando i vescovi
d'invigilare perchè sia tolto l'abuso dell'eccessiva frequenza
nell'esporre solennemente il divin sacramento, specialmente nelle novene
o tridui de' Santi o per private ragioni, come di malattie, di
particolari ecc.
92. Le funzioni parrocchiali non saranno mai tralasciate e interrotte
per qualunque solennità o festa di santo che possa occorrere; e perciò i
parrochi non si assenteranno mai nei giorni festivi dalla cura,
specialmente in campagna sotto qualsivoglia pretesto senza una vera
necessità e molto meno per andare ad altre feste, ville e altrove.
93. Gli sconcerti e i disordini che nascono dagli straordinari concorsi
a chiese o santuari lontani e gli altri che nascono dalle processioni e
pellegrinaggi sono grandissimi. Per toglierne adunque ogni occasione,
Noi proibiamo assolutamente tutti i pellegrinaggi pubblici e in corpo, e
specialmente tutte le processioni, escluse quelle di rito universale
della Chiesa, come della Purificazione, delle Palme, del Giovedì e
Venerdì santo, delle Rogazioni e del Corpus Domini.
94. Nelle processioni interverranno i fratelli della compagnia di Carità
della parrocchia; e sarà proibito assolutamente qualunque invito o
ammissione dei fratelli delle altre cure anche nella processione del
_Corpus Domini_, eccettuatane quella solenne che si fa nella mattina
alle respettive cattedrali. Sarà però sempre vietato l'intervento di
persone colla cappa, minori della età prescritta dalle costituzioni.
§ VII. — _Feste, digiuni ecc._
95. La soverchia ed incomoda moltiplicazione delle feste ha prima d'ora
determinato l'augusto nostro genitore a stabilirne una moderata
riduzione, contentandosi di togliere la proibizione delle opere servili,
restando in alcune il solo obbligo della messa.
L'esperienza ha fatto conoscere che questo rimedio non è stato bastante.
Essendo rimasta una idea di festività a questi giorni, che diconsi di
non intiero precetto, si considerano ancora da molti come giorni
festivi; e col togliere al popolo l'obbligo della intera santificazione
non si è conseguito, quanto bisognava, l'intento di renderlo applicato
al lavoro. Spesse volte la necessità di aspettare o di andare in cerca
della messa in specie nella campagna somministra il pretesto di passare
nell'oziosità tutto il rimanente del giorno. Quindi è che vari sovrani
han creduto necessario che fosse tolto affatto questo obbligo della
messa, per ottenere così la troppo necessaria applicazione al lavoro.
Entrando Noi nei medesimi sentimenti, e persuasi delle troppo giuste
ragioni che vi sono, determiniamo che dai vescovi sia tolta affatto
l'obbligazione della messa dai giorni di non intero precetto, restando
in piedi le altre feste come sono attualmente [Determina, egli granduca,
l'obbligo o no di sentir la messa e di digiunare!].
96. E siccome, tolta la solennità, sembrerebbe fuor di luogo il digiuno
che alcune di esse aveano annesso alla vigilia, così seguendo l'esempio
di altri sovrani, incarichiamo i vescovi di trasferire all'Avvento
questi digiuni, fissandoli cioè stabilmente nella quarta e sesta feria
di ciascuna settimana dell'Avvento.
97. Ma se noi abbiamo creduto vantaggiosa al bene dei nostri popoli
questa determinazione riguardo alle feste, vogliamo però che i vescovi
ed i parrochi si diano tutta la premura perchè quelle che restano siano
santificate con maggiore esattezza ed impegno. _Seguono norme per
l'osservanza delle feste._
§. VIII. _Patrimonj ecclesiastici, Benefizj._
104. È troppo importante che i beni dati alle chiese siano distribuiti
secondo lo spirito dei donatori, e servano a mantenere utili ministri,
non a fomentare l'ozio e la vanità di cherici indisciplinati. È un abuso
troppo frequentemente osservato, che, mentre un buono e zelante
ecclesiastico, che si confina nelle solitudini e nell'orrore d'un bosco
per servizio di una cura, appena ha con che vivere meschinamente, privo
talvolta della necessaria abitazione, un benefiziato inutile alla Chiesa
e gravoso alla società vive agiatamente e con lusso, senza darsi alcun
pensiero degli obblighi che ha radicalmente contratti nell'investitura
del benefizio. I beni che si danno agli ecclesiastici debbono servire a
mantenere i ministri operosi, e non sono un temporale stabilimento per
chi non ha nè capacità nè zelo nè vocazione.
Fissata dunque la massima che sieno tolti affatto i così detti benefizj
semplici che non prestano alcun servizio alla Chiesa, e fissata
parimente la massima che tutti coloro che saranno promossi
all'ordinazione debbano essere incardinati al servizio di qualche
chiesa, i vescovi, a misura che anderanno vacando detti benefizj,
faranno a Noi le opportune proposizioni, in conformità di quello che
vogliamo Noi costantemente osservato.
105. Tutti i benefizj semplici di libera collazione o di padronato
ecclesiastico saranno alla prima vacanza aggregati ai respettivi
patrimonj ecclesiastici.
106. Saranno parimente abolite tutte le collegiate, dovendo restare le
sole cattedrali, e le rendite dei canonicati saranno aggregate ai
patrimonj suddetti, a misura che anderanno vacando.
107. Le rendite dei canonicati in tal guisa soppressi resteranno agli
attuali possessori, finchè vivono, e sarà premura del vescovo impiegare
i predetti canonici in servizio della diocesi.
108. Lo stesso dovrà farsi di tutte le uffiziature o cappellanie, pii
legati di messe ecc., che non potessero per mancanza di ministri essere
adempite, o per giuste ragioni dovessero essere abolite.
109. Tutti i beni dei conventi dei Regolari soppressi, o che sarà
creduto espediente sopprimere in avvenire, saranno aggregati ai
patrimonj rispettivi come sopra.
110. Siccome non è conveniente che il parroco debba fare l'esattore,
specialmente sopra i suoi popolani, così vogliamo che i canoni, i censi
o simili altri diritti di appartenenza delle cure siano uniti ai
patrimonj, i quali passeranno al parroco simili frutti e canoni.
111. La distribuzione delle rendite ecclesiastiche, secondo l'antica
disciplina e gli esempj apostolici, fu riservata ai vescovi;
nell'istessa guisa colle rendite dei patrimonj stabiliti, si penserà dai
vescovi, colla reale nostra approvazione, a provvedere all'onesto
mantenimento dei parrochi, accrescendone la congrua dove sia necessario,
fissando un assegnamento a quei cappellani, curati o ecclesiastici
inferiori e cherici, che saranno creduti necessarj al servizio delle
chiese, dovendo togliersi l'abuso che fa credere necessaria la
celebrazione della messa per vivere coi beni delle chiese, ai quali si
serve attualmente. I diaconi ed i ministri inferiori partecipavano
egualmente nei primi secoli delle distribuzioni ecclesiastiche come i
preti, perchè come i preti essendo addetti al servizio della Chiesa
hanno l'istesso diritto di essere mantenuti. L'avere alterato questa
disciplina ha moltiplicato eccessivamente i sacerdoti, e non ha fatto
considerare gli ordini inferiori se non come gradi per giungere al
sacerdozio, che solo dava la sussistenza.
112. Quanto ai soccorsi straordinarj che in casi particolari potessero
occorrere nelle respettive diocesi, i vescovi, di concerto coi regj
amministratori, ne faranno l'assegnazione compatibilmente alle forze del
patrimonio, con obbligo agli stessi amministratori di darcene ogni anno
uno speciale ragguaglio.
113. L'erezione di nuove cure, dove saranno credute necessarie, e la
restaurazione delle chiese già esistenti o delle abitazioni dei parrochi
saranno parimente a carico dei patrimonj, quando non siano di padronato
privato.
114. Sistemate in tal guisa le cose, tutti i benefizj si avranno come
risedenziali, e tutti i benefiziati dovranno servire alla chiesa a cui
saranno aggregati.
115. I canonici saranno soggetti alla stessa legge, siano di libera
collazione, siano di padronato anche laico; eccettuato soltanto quegli
individui che fossero impiegati attualmente in servizio di qualche
parrocchia per commissione del vescovo o nel servizio generale della
diocesi, o nelle pubbliche lezioni nei seminari, o accademie
ecclesiastiche o nelle università del Granducato.
116. Ridotti così i benefizj a risedenziali, nessuno potrà avere più
d'un benefizio; sarà però a carico dei patrimonj ecclesiastici aumentare
la prebenda, quando non fosse sufficiente ad un onesto e respettivo
mantenimento.
117. Non sarà ammessa alcuna sostituzione o coadjutoria colla speranza
della successione, dovendo sempre essere nella scelta dei ministri
ecclesiastici una pienissima libertà.
118. Se alcuno per malattia o per l'età o per qualunque altra giusta
cagione non potrà più servire alla chiesa, quando la cagione sia
permanente, sarà sostituito un altro da chi spetta, lasciando
all'impotente benefiziato il titolo e il congruo sostentamento: se la
cagione sarà passeggera, quando sia necessario, sarà supplito in qualche
maniera, di commissione del vescovo.
119. Quanto ai benefizj di padronato laico, Noi vogliamo che sieno
soggetti alle istesse leggi, escluso ciò che interessa il diritto dei
patroni.
120. Gradiremmo per altro che i patroni si prestassero a qualche
conveniente concordato, per cui, rintegrati in quei temporali diritti ed
interessi che potessero avere sul patronato, restasse poi il rimanente
al servizio libero della chiesa. Quando qualche patrono si presterà a
quell'accomodamento, i vescovi unitamente al patrono ne fisseranno la
condizioni per farne in seguito a Noi la proposizione.
121. Questo concordato dovrà però farsi assolutamente quando il
benefizio di padronato non darà al benefiziato la congrua sussistenza.
122. Attesi gli sconcerti, i partiti, le simonie che troppo spesso
nascono nella collazione di benefizj di data di popolo, e corrispondendo
ai desiderj concordi dei nostri arcivescovi e vescovi, aboliamo tutte
affatto simili date o nomine, volendo che tutte le parrocchie o cure
siano conferite liberamente dai vescovi secondo le forme canoniche e
secondo gli ordini veglianti in Toscana, derogando a quest'effetto a
tutti gli usi e consuetudini in contrario, e lusingandoci che la
prudenza e la vigilanza de vescovi potrà meglio provvedere allo
spirituale e temporale vantaggio dei popoli alla loro cura affidati,
giacchè i popoli stessi, oltre al non potere avere le necessarie
cognizioni, possono troppo facilmente lasciarsi prevenire da mire o
interessi particolari.
§ IX. — _Sponsali e Matrimonj._
123. Niuna cosa interessa maggiormente la società e lo Stato che il
contratto del matrimonio. La pace e la prosperità delle famiglie, la
educazione dei figli costituiscono il vero fondamento della pubblica
felicità perchè formano i sudditi tranquilli, i cittadini fedeli, gli
uomini onesti. Ma d'ordinario non si ottiene nè l'uno nè l'altro fino
quando nel matrimonio non si ascolta che la passione, il trasporto, il
capriccio. Il divino nostro Redentore, nell'aggiungere la grazia del
sacramento al contratto, non solo volle darci una pruova della immensa
sua carità, ma volle ancora ammonirci dell'importanza di questo
esattamente, non accordava privilegi, ma imponeva obbligazioni. Lo
spirito di Dio gli avea destinati a pascere e a governare i fedeli, e le
facoltà loro accordate in questa missione non erano che i mezzi
necessarj a soddisfare ai doveri di un tal ministero. Nulla dunque
s'accordava ad essi in suo vantaggio, ma tutto si accordava ai fedeli, i
quali perciò entravano in diritto di profittare di queste facoltà.
Quando si fissarono le diocesi per togliere la confusione non si potè
pregiudicare a questi diritti: solo si volle stabilire un ordine per
evitare la confusione. Ma i popoli, al governo dei quali furono
particolarmente incardinati i vescovi, mantennero sempre i diritti
medesimi, come ai vescovi restarono sempre gli stessi doveri.
L'obbligazione rigorosa che hanno tutti i sovrani d'invigilare perchè si
custodiscano i canoni della Chiesa, e la essenziale incombenza di
conservare ai sudditi i respettivi diritti, non ci permettono di
trascurare un punto così importante e tanto strettamente legato col buon
ordine e colla tranquillità degli Stati.
Senza fermarci a cercare i gradi o le ragioni per le quali si
disimpegnarono nei secoli a noi più vicini dall'esercizio di una parte
del loro ministero, egli è certo che questa trascuratezza non poteva
dare un diritto stabile a chi suppliva in lor nome. I diritti originari
e per costituzione annessi ad una dignità non possono mai alienarsi,
specialmente allorquando l'alienazione pregiudica al terzo. I popoli che
aveano diritto ad esser governati e diretti dall'immediato e vicino loro
pastore, non potevano senza ingiuria esser rimandati ad un pastore
lontano, che non poteva conoscere colla esattezza medesima i loro
bisogni: anzi eglino stessi non poteano cedervi in pregiudizio de' loro
discendenti. Se la infelicità dei secoli rese meno sensibile questo
inconveniente, deve allora assolutamente arrestarsi, quando i mali che
quindi ne nascono, divengono eccessivi.
Ella è dunque assoluta nostra volontà che venga ristabilita la
disciplina sempre venerabile dei primi secoli, e che i vescovi rientrino
nell'esercizio degli originarj ed inalienabili loro diritti, che per le
circostanze dei tempi furono ad essi usurpati, e che per connivenza dei
vescovi trapassarono nella Corte di Roma [È difficile combinar in poche
linee tanti errori di fatto e tante falsità di diritto come in queste
dell'austriaco].
46. Spetteranno quindi ai vescovi esclusivamente tutte le dispense che
si sogliono accordare già da qualche tempo dalla Curia romana...
47. I vescovi permuteranno o trasferiranno gli obblighi che riguardano
legati pii, derogando Noi nei casi, ove bisogno sia, alle ultime
volontà.
48. Dispenseranno gli ordinandi dai difetti dei natali e vizj corporali,
quanto lo richieda il vantaggio della Chiesa ecc.
49. Tutte queste dispense e le altre che potessero occorrere (escluse le
matrimoniali, delle quali si parlerà in appresso) saranno dai vescovi,
secondo la loro prudenza, date liberamente, in nome proprio, e senza far
menzione di avere ottenuta facoltà da chicchessia, avendola essi
immediatamente da Cristo e dai canoni.
50. Quindi dichiariamo che non sarà mai accordato il _regio exequatur_ a
qualunque siasi bolla o dispensa che non sia fatta dal vescovo in nome
proprio e per propria originaria autorità...
52. Una delle canoniche ordinazioni, che l'esperienza mostrò sempre
vantaggiosa alla Chiesa, si è la frequenza dei sinodi. Noi vogliamo che
anche questa sì lodevole costumanza sia ristabilita in tutto il
Granducato; ed ogni vescovo dovrà assolutamente tenere il suo sinodo
diocesano almeno ogni due anni, per discutere quivi col suo clero e
stabilire concordemente, sull'esempio degli apostoli, quello che sarà
creduto espediente per la purità della Fede, per la riforma della
disciplina, per la correzione degli abusi.
53. Uniformandoci a quello che hanno stabilito nell'assemblea gli
arcivescovi e vescovi, ordiniamo che i parrochi, siccome quelli che più
di tutti gli altri ecclesiastici vi hanno diritto, debbano tutti esservi
chiamati: ma quando la necessaria assistenza alle cure non permetterà a
tutti singolarmente l'intervenirvi, possano sostituire altro sacerdote
che intervenga per essi.
54. Tutti gli ecclesiastici che volessero intervenirvi saranno ammessi,
essendo troppo conveniente, secondo la massima canonica, che da tutti si
tratti in comune quello che tutti interessa [Egli intanto disponeva
dispoticamente delle cose ecclesiastiche, senza sentire tutto il clero,
e tanto meno tutti i fedeli].
55. Nei sinodi dovrà sempre intervenire un nostro regio commissario; nè
saranno pubblicati gli atti, se prima non ne sia accordato il _regio
exequatur_.
56. Nel modo e nelle materie che si tratteranno nel sinodo, avranno più
riguardo alle circostanze attuali e ai bisogni delle loro diocesi, che a
seguire materialmente le ordinanze e il metodo dei sinodi procedenti.
57. Nè si dipartiranno in quello che interessa la ecclesiastica
disciplina da ciò che, come capo sovrano della società e come protettore
dei canoni, abbiamo stabilito in questa nostra Normale, che sarà sempre
inviolabilmente osservata.
§ V. — _Chiese, Funzioni ecclesiastiche ed Oratorj._
61. Il cristiano deve mostrarsi tale in ogni tempo, in ogni luogo, in
tutte le sue operazioni, ma in special modo nella chiesa, che
propriamente si chiama la casa di Dio. La riflessione, che in essa abita
stabilmente il Figliuolo di Dio come in suo trono, dee tutti riempire di
un santo orrore e rispetto. Quando la pietà era più fervorosa ed
illuminata, quando i fedeli erano più vivamente penetrati dalla filiale
apprensione della divina Maestà, non avevano bisogno di alcuno
eccitamento sensibile. Le caverne, le prigioni, le solitudini, i
cimiteri, tutto egualmente inspirava ad essi sentimenti di religione
perchè a tutto suppliva la fermezza della loro fede. Nella tiepidezza
dei nostri secoli non si può mai essere abbastanza solleciti intorno a
questo gravissimo oggetto.
Importa dunque moltissimo che i vescovi e i parrochi si diano tutta la
premura di far concepire ai loro popoli una sincera venerazione alla
casa di Dio, ed inspirino in essi una giusta idea della santità degli
uffizj che in essa si praticano. Ad ottenere questo fine contribuirà
grandemente il mantenere nelle chiese l'ordine, la gravità, la decenza,
la semplicità. La confusione distrae; la sordidezza ributta ed il lusso
soverchio non fa che richiamare la curiosità, la dissipazione e le idee
profane del mondo. Lasciando ai vescovi il pensare alle più minute
provvidenze, che possono esigere le particolari circostanze, Noi
fisseremo alcune massime generali che dovranno essere esattamente
osservate in tutto il Granducato.
62. In conformità della risoluzione degli arcivescovi e vescovi, nella
chiesa gli uomini saranno sempre separati dalle donne.
63. Nè sarà a queste permesso l'intervenire alle sacre funzioni con
abito e abbigliamenti indecenti, e presentandosi in maniera non
conveniente alla santità del luogo, dovranno esser mandate fuori dai
sagrestani, senza riguardo alla condizione di persone.
64. E ad effetto che i fedeli non siano importunamente disturbati nei
loro atti di religione, sarà proibito assolutamente ai poveri di
questuare dentro le chiese; ma solo sarà permesso fuori della porta.
65. La incongrua celebrazione simultanea di molte messe, singolarmente
nelle chiese piccole, genera disturbo e confusione e forma una idea poco
analoga alla gravità di quel terribile ed augusto mistero e all'unità di
quel divino sacrifizio. Quindi non sarà celebrata che una messa per
volta, e i parrochi ed i sagrestani avranno tutta l'attenzione perchè le
messe sieno distribuite in maniera che possano servire al maggior comodo
del popolo, e ve ne siano a tutte l'ore.
66. Attesa la separazione degli uomini dalle donne, sarà necessario che
l'altare a cui si celebra sia nel mezzo della chiesa, quando qualche
grave ragione non esigesse diversamente. Avranno però i vescovi tutta la
premura di togliere dalle chiese gli altari indecenti o superflui...
67. Le immagini sono il libro degl'ignoranti che serve ad eccitare in
essi la memoria delle azioni virtuose dei santi che rappresentano. Egli
è adunque assolutamente necessario che tutte, niuna eccettuata, si
tengano scoperte, fuori del tempo della Passione.
68. Non sarà parimenti lecito tenere nella stessa chiesa più
d'un'immagine dell'istesso santo e particolarmente della Vergine
Santissima. Le diverse immagini e i diversi titoli hanno suscitato e
nudrito mille inconvenienti e mille strane idee nel popolo, come se
fosse una diversa persona Maria Santissima, perchè è invocata sotto
diversi titoli.
69. Saranno tolti tutti i piccoli quadri, che una interessata e male
intesa pietà avea introdotto di tenere esposti sotto la tavola o quadro
dell'altare.
70. Tutte le immagini o reliquie che sono sotto la custodia di
magistrature o di altri corpi o di qualunque persona privata o
costituita in dignità dovranno consegnarsi, unitamente alle chiavi delle
medesime, ai vescovi...
71. E dovendo alcuna di esse esporsi solennemente alla venerazione dei
fedeli, si farà con tutta la decenza, ma senza apparato straordinario di
rogito, contratto ecc.
72. Le reliquie che non hanno una morale certezza di loro autenticità, o
sono fondate soltanto sopra vaghe tradizioni popolari, o che per una
mal'intesa pietà servono di occasione alla superstizione del popolo,
saranno assolutamente tolte via. Non può piacere a Dio un culto che non
è fondato sulla verità e non mantiene i giusti confini di una regolata
devozione.
73. Sarà nelle chiese proibita assolutamente ogni musica strepitosa,
come atta soltanto a fomentare la curiosità e non conveniente alla
gravità dei divini misteri. Non sarà permesso che il canto gregoriano, o
al più una musica semplicissima, o come si dice comunemente, a cappella.
74. Saranno parimente proibiti nelle chiese sia dei secolari sia dei
regolari tutti i panegirici che l'abuso moderno ha ridotto a una profana
gara di eloquenza inintelligibile, priva d'alcun vero vantaggio
spirituale dei fedeli. Sarà solo permessa una sugosa istruzione morale
sopra quelle cristiane virtù, nelle quali più risplendette il santo di
cui si abbia la festa da farsi secondo il consueto dal parroco o da chi
fa le sue veci essendo esso impedito.
75. Nelle solennità o feste di qualunque santo protettore o titolare
ec., si osserverà il decoro e la dignità; ma sarà assolutamente vietato
il lusso e la pompa superflua, fuochi artificiali, spettacoli, fiere,
corse, le quali cose saranno sempre proibite in occasione di feste di
chiese, ma solo potranno permettersi nei giorni susseguenti alle feste,
non mai nel giorno festivo per non distrarre il popolo dalle sacre
funzioni che devono unicamente occuparlo.
76. Tutte le sacre funzioni saranno terminate prima dell'_Avemaria_
della sera, dovendo in tal tempo assolutamente esser serrate le chiese.
77. E siccome abbiamo osservato che negli anniversarj solenni spesse
volte ha più luogo una certa vanità che un vero spirito di religione, e
che dall'altra parte le funzioni ecclesiastiche e singolarmente le messe
solenni debbono riguardare tutto il cristianesimo, così siamo venuti
nella determinazione di abolire, come aboliamo di fatto, tutti i così
detti mortori e gli anniversarj particolari, ferma stante la messa di
_Requiem_ e le solite preci prescritte secondo il Rituale per ciaschedun
defunto in _die obitus_, e quelle stabilite nel giorno della
commemorazione solenne di tutti i defunti, e nel primo di ciascun mese,
a tenore delle costituzioni della compagnia di Carità; lasciando a
ciascuno la libertà di procurarsi tutti i suffragi che inspirerà loro
una soda pietà, eccitando novamente lo zelo dei vescovi e dei parrochi
ad istruire i fedeli sulla comunione dei santi e dei modi per suffragare
i defunti.
78. Il divin sacrifizio della messa è il mistero più augusto della
nostra religione, ed è un pubblico sacrifizio, a cui tutti i fedeli
hanno parte. Quando le persecuzioni dei primi secoli o il furore degli
eretici non permetteva che si celebrasse pubblicamente nelle chiese,
furono permesse le cappelle o sia oratorj privati. Se fuori di queste
occasioni si praticò ancora nelle corti dei principi, ciò fu perchè il
gran numero dei familiari costituiva quasi un'estesa parrocchia. In
tutte le altre circostanze la celebrazione negli oratorj privati fu
sempre considerata come un abuso.
I nostri arcivescovi e vescovi credettero di potervi provvedere, se si
vietasse la celebrazione in detti oratorj in tutti i giorni festivi.
Noi, considerando che questi oratorj, oltre la indecenza della maggior
parte, non servono che a distogliere le famiglie dall'intervenire alle
funzioni parrocchiali, e che per lo più esistono nelle città e nelle
case di persone che hanno tutto il comodo di andare in qualunque tempo o
stagione alla chiesa, vogliamo che sia assolutamente vietato il
celebrarvi la messa in qualunque giorno, nonostante qualunque breve,
privilegio o licenza.
79. Quanto agli oratorj pubblici della campagna, i vescovi, previa la
visita dei medesimi, potranno lasciar sussistere quelli solamente che,
per essere in qualche lontananza dalla cura, facessero comodo al popolo
rendendogli per altro filiali e dipendenti al parroco.
80. Tutti gli altri indecenti o inutili saranno immediatamente tolti e
convertiti in altro uso.
81. Gli oratorj delle ville particolari dovran considerarsi come
privati, quand'anche avessero il pubblico accesso, e resteranno
egualmente compresi nella generale abolizione.
82. Negli altri oratorj che servono unicamente a comodo dei proprietarj
ed abitanti delle ville potrà dai vescovi permettersi che vi si celebri
la messa, nel tempo che vi stanno i padroni, purchè però non vi si
facciano alcune altre funzioni.
83. Finalmente quanto ai sacerdoti di Stati esteri, che non siano
impiegati al servizio di qualche chiesa delle diocesi del Granducato, si
continuerà l'uso del _celebret_ e di non accordarlo se non colle dovute
cautele e per pochi giorni, quando non facessero costare del bisogno di
trattenersi in tempo più lungo, nel qual caso assegneranno loro la
chiesa, rimettendoli sotto la dipendenza del parroco, acciò debba
invigilare sopra la loro condotta.
84. Non intendiamo però che questo abbia luogo per i sudditi conosciuti
del Granducato o altri attualmente impiegati nelle diocesi di esso,
quando della loro esemplarità non si abbia fondamento di dubitare,
essendo la celebrazione della messa un diritto ordinario dei sacerdoti.
§ VI. — _Pubbliche preghiere, processioni ecc._
85. Nelle pubbliche preghiere si conserverà, per quanto è possibile, una
morale uniformità; ma importa anche più che non vi sia niente di falso,
di superstizioso ed erroneo.
86. Abbiamo sentito con particolare soddisfazione il pensiero che si
sono dati i nostri arcivescovi e vescovi della riforma del Breviario,
appoggiandone l'incombenza ai tre arcivescovi del Granducato. Siamo
persuasi che si daranno tutta la premura di corrispondere ad un'impresa
così degna e nobile. E perchè colla maggiore celerità ed esattezza possa
ridursi al desiderato fine un lavoro sì vasto, sapendo Noi le immense
occupazioni dell'episcopato, abbiamo creduto necessario aggiungere ad
essi tre teologi che ci riserviamo a nominare, col parere e consiglio
dei quali potranno con più facilità corrispondere all'espettazione
nostra e di tutta la Chiesa toscana [Fin per la riforma de' breviari
volea mettere suoi affidati. E proibiva uffizj ecclesiastici, costui].
87. Fino a tanto però che si aspetta questo lavoro, Noi, sull'esempio di
altri governi, proibiamo espressamente in tutto il nostro dominio
l'officio di Gregorio VII come contenente massime sediziose ed
erronee...
88. Si daranno eguale premura, coll'ajuto degli stessi tre teologi da
nominarsi come sopra, di terminare la traduzione del Pontificale e del
Rituale in lingua italiana e la compilazione di un manuale, in cui si
abbiano gli uffizi tradotti in volgare delle principali feste dell'anno,
l'ordinario della messa ecc., onde serva al popolo per farlo entrare
nello spirito delle preghiere e dei riti ecclesiastici.
89. Quanto alle pubbliche preghiere da farsi nelle parrocchie, Noi ci
rimettiamo fino a nuovo ordine ai Regolamenti già veglianti,
raccomandando solo a tutti i vescovi e parrochi di procurare che il
popolo entri nello spirito della preghiera e non sia come un tronco
arido, proferendo ciò che non può intendere.
90. Mantenendo pertanto quello che riguarda il rito universale della
Chiesa nei publici uffizj, procureranno almeno di far sempre recitare al
popolo fervorose orazioni, inni o litanie in lingua toscana; e faranno
egualmente recitare gli _Atti di Fede, Speranza e Carità_, il _Credo_,
il _Pater noster_, e l'_Ave Maria_ in lingua volgare.
91. Le funzioni parrocchiali del dopo pranzo saranno terminate dalla
benedizione del Venerabile colla pisside, incaricando i vescovi
d'invigilare perchè sia tolto l'abuso dell'eccessiva frequenza
nell'esporre solennemente il divin sacramento, specialmente nelle novene
o tridui de' Santi o per private ragioni, come di malattie, di
particolari ecc.
92. Le funzioni parrocchiali non saranno mai tralasciate e interrotte
per qualunque solennità o festa di santo che possa occorrere; e perciò i
parrochi non si assenteranno mai nei giorni festivi dalla cura,
specialmente in campagna sotto qualsivoglia pretesto senza una vera
necessità e molto meno per andare ad altre feste, ville e altrove.
93. Gli sconcerti e i disordini che nascono dagli straordinari concorsi
a chiese o santuari lontani e gli altri che nascono dalle processioni e
pellegrinaggi sono grandissimi. Per toglierne adunque ogni occasione,
Noi proibiamo assolutamente tutti i pellegrinaggi pubblici e in corpo, e
specialmente tutte le processioni, escluse quelle di rito universale
della Chiesa, come della Purificazione, delle Palme, del Giovedì e
Venerdì santo, delle Rogazioni e del Corpus Domini.
94. Nelle processioni interverranno i fratelli della compagnia di Carità
della parrocchia; e sarà proibito assolutamente qualunque invito o
ammissione dei fratelli delle altre cure anche nella processione del
_Corpus Domini_, eccettuatane quella solenne che si fa nella mattina
alle respettive cattedrali. Sarà però sempre vietato l'intervento di
persone colla cappa, minori della età prescritta dalle costituzioni.
§ VII. — _Feste, digiuni ecc._
95. La soverchia ed incomoda moltiplicazione delle feste ha prima d'ora
determinato l'augusto nostro genitore a stabilirne una moderata
riduzione, contentandosi di togliere la proibizione delle opere servili,
restando in alcune il solo obbligo della messa.
L'esperienza ha fatto conoscere che questo rimedio non è stato bastante.
Essendo rimasta una idea di festività a questi giorni, che diconsi di
non intiero precetto, si considerano ancora da molti come giorni
festivi; e col togliere al popolo l'obbligo della intera santificazione
non si è conseguito, quanto bisognava, l'intento di renderlo applicato
al lavoro. Spesse volte la necessità di aspettare o di andare in cerca
della messa in specie nella campagna somministra il pretesto di passare
nell'oziosità tutto il rimanente del giorno. Quindi è che vari sovrani
han creduto necessario che fosse tolto affatto questo obbligo della
messa, per ottenere così la troppo necessaria applicazione al lavoro.
Entrando Noi nei medesimi sentimenti, e persuasi delle troppo giuste
ragioni che vi sono, determiniamo che dai vescovi sia tolta affatto
l'obbligazione della messa dai giorni di non intero precetto, restando
in piedi le altre feste come sono attualmente [Determina, egli granduca,
l'obbligo o no di sentir la messa e di digiunare!].
96. E siccome, tolta la solennità, sembrerebbe fuor di luogo il digiuno
che alcune di esse aveano annesso alla vigilia, così seguendo l'esempio
di altri sovrani, incarichiamo i vescovi di trasferire all'Avvento
questi digiuni, fissandoli cioè stabilmente nella quarta e sesta feria
di ciascuna settimana dell'Avvento.
97. Ma se noi abbiamo creduto vantaggiosa al bene dei nostri popoli
questa determinazione riguardo alle feste, vogliamo però che i vescovi
ed i parrochi si diano tutta la premura perchè quelle che restano siano
santificate con maggiore esattezza ed impegno. _Seguono norme per
l'osservanza delle feste._
§. VIII. _Patrimonj ecclesiastici, Benefizj._
104. È troppo importante che i beni dati alle chiese siano distribuiti
secondo lo spirito dei donatori, e servano a mantenere utili ministri,
non a fomentare l'ozio e la vanità di cherici indisciplinati. È un abuso
troppo frequentemente osservato, che, mentre un buono e zelante
ecclesiastico, che si confina nelle solitudini e nell'orrore d'un bosco
per servizio di una cura, appena ha con che vivere meschinamente, privo
talvolta della necessaria abitazione, un benefiziato inutile alla Chiesa
e gravoso alla società vive agiatamente e con lusso, senza darsi alcun
pensiero degli obblighi che ha radicalmente contratti nell'investitura
del benefizio. I beni che si danno agli ecclesiastici debbono servire a
mantenere i ministri operosi, e non sono un temporale stabilimento per
chi non ha nè capacità nè zelo nè vocazione.
Fissata dunque la massima che sieno tolti affatto i così detti benefizj
semplici che non prestano alcun servizio alla Chiesa, e fissata
parimente la massima che tutti coloro che saranno promossi
all'ordinazione debbano essere incardinati al servizio di qualche
chiesa, i vescovi, a misura che anderanno vacando detti benefizj,
faranno a Noi le opportune proposizioni, in conformità di quello che
vogliamo Noi costantemente osservato.
105. Tutti i benefizj semplici di libera collazione o di padronato
ecclesiastico saranno alla prima vacanza aggregati ai respettivi
patrimonj ecclesiastici.
106. Saranno parimente abolite tutte le collegiate, dovendo restare le
sole cattedrali, e le rendite dei canonicati saranno aggregate ai
patrimonj suddetti, a misura che anderanno vacando.
107. Le rendite dei canonicati in tal guisa soppressi resteranno agli
attuali possessori, finchè vivono, e sarà premura del vescovo impiegare
i predetti canonici in servizio della diocesi.
108. Lo stesso dovrà farsi di tutte le uffiziature o cappellanie, pii
legati di messe ecc., che non potessero per mancanza di ministri essere
adempite, o per giuste ragioni dovessero essere abolite.
109. Tutti i beni dei conventi dei Regolari soppressi, o che sarà
creduto espediente sopprimere in avvenire, saranno aggregati ai
patrimonj rispettivi come sopra.
110. Siccome non è conveniente che il parroco debba fare l'esattore,
specialmente sopra i suoi popolani, così vogliamo che i canoni, i censi
o simili altri diritti di appartenenza delle cure siano uniti ai
patrimonj, i quali passeranno al parroco simili frutti e canoni.
111. La distribuzione delle rendite ecclesiastiche, secondo l'antica
disciplina e gli esempj apostolici, fu riservata ai vescovi;
nell'istessa guisa colle rendite dei patrimonj stabiliti, si penserà dai
vescovi, colla reale nostra approvazione, a provvedere all'onesto
mantenimento dei parrochi, accrescendone la congrua dove sia necessario,
fissando un assegnamento a quei cappellani, curati o ecclesiastici
inferiori e cherici, che saranno creduti necessarj al servizio delle
chiese, dovendo togliersi l'abuso che fa credere necessaria la
celebrazione della messa per vivere coi beni delle chiese, ai quali si
serve attualmente. I diaconi ed i ministri inferiori partecipavano
egualmente nei primi secoli delle distribuzioni ecclesiastiche come i
preti, perchè come i preti essendo addetti al servizio della Chiesa
hanno l'istesso diritto di essere mantenuti. L'avere alterato questa
disciplina ha moltiplicato eccessivamente i sacerdoti, e non ha fatto
considerare gli ordini inferiori se non come gradi per giungere al
sacerdozio, che solo dava la sussistenza.
112. Quanto ai soccorsi straordinarj che in casi particolari potessero
occorrere nelle respettive diocesi, i vescovi, di concerto coi regj
amministratori, ne faranno l'assegnazione compatibilmente alle forze del
patrimonio, con obbligo agli stessi amministratori di darcene ogni anno
uno speciale ragguaglio.
113. L'erezione di nuove cure, dove saranno credute necessarie, e la
restaurazione delle chiese già esistenti o delle abitazioni dei parrochi
saranno parimente a carico dei patrimonj, quando non siano di padronato
privato.
114. Sistemate in tal guisa le cose, tutti i benefizj si avranno come
risedenziali, e tutti i benefiziati dovranno servire alla chiesa a cui
saranno aggregati.
115. I canonici saranno soggetti alla stessa legge, siano di libera
collazione, siano di padronato anche laico; eccettuato soltanto quegli
individui che fossero impiegati attualmente in servizio di qualche
parrocchia per commissione del vescovo o nel servizio generale della
diocesi, o nelle pubbliche lezioni nei seminari, o accademie
ecclesiastiche o nelle università del Granducato.
116. Ridotti così i benefizj a risedenziali, nessuno potrà avere più
d'un benefizio; sarà però a carico dei patrimonj ecclesiastici aumentare
la prebenda, quando non fosse sufficiente ad un onesto e respettivo
mantenimento.
117. Non sarà ammessa alcuna sostituzione o coadjutoria colla speranza
della successione, dovendo sempre essere nella scelta dei ministri
ecclesiastici una pienissima libertà.
118. Se alcuno per malattia o per l'età o per qualunque altra giusta
cagione non potrà più servire alla chiesa, quando la cagione sia
permanente, sarà sostituito un altro da chi spetta, lasciando
all'impotente benefiziato il titolo e il congruo sostentamento: se la
cagione sarà passeggera, quando sia necessario, sarà supplito in qualche
maniera, di commissione del vescovo.
119. Quanto ai benefizj di padronato laico, Noi vogliamo che sieno
soggetti alle istesse leggi, escluso ciò che interessa il diritto dei
patroni.
120. Gradiremmo per altro che i patroni si prestassero a qualche
conveniente concordato, per cui, rintegrati in quei temporali diritti ed
interessi che potessero avere sul patronato, restasse poi il rimanente
al servizio libero della chiesa. Quando qualche patrono si presterà a
quell'accomodamento, i vescovi unitamente al patrono ne fisseranno la
condizioni per farne in seguito a Noi la proposizione.
121. Questo concordato dovrà però farsi assolutamente quando il
benefizio di padronato non darà al benefiziato la congrua sussistenza.
122. Attesi gli sconcerti, i partiti, le simonie che troppo spesso
nascono nella collazione di benefizj di data di popolo, e corrispondendo
ai desiderj concordi dei nostri arcivescovi e vescovi, aboliamo tutte
affatto simili date o nomine, volendo che tutte le parrocchie o cure
siano conferite liberamente dai vescovi secondo le forme canoniche e
secondo gli ordini veglianti in Toscana, derogando a quest'effetto a
tutti gli usi e consuetudini in contrario, e lusingandoci che la
prudenza e la vigilanza de vescovi potrà meglio provvedere allo
spirituale e temporale vantaggio dei popoli alla loro cura affidati,
giacchè i popoli stessi, oltre al non potere avere le necessarie
cognizioni, possono troppo facilmente lasciarsi prevenire da mire o
interessi particolari.
§ IX. — _Sponsali e Matrimonj._
123. Niuna cosa interessa maggiormente la società e lo Stato che il
contratto del matrimonio. La pace e la prosperità delle famiglie, la
educazione dei figli costituiscono il vero fondamento della pubblica
felicità perchè formano i sudditi tranquilli, i cittadini fedeli, gli
uomini onesti. Ma d'ordinario non si ottiene nè l'uno nè l'altro fino
quando nel matrimonio non si ascolta che la passione, il trasporto, il
capriccio. Il divino nostro Redentore, nell'aggiungere la grazia del
sacramento al contratto, non solo volle darci una pruova della immensa
sua carità, ma volle ancora ammonirci dell'importanza di questo
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Çirattagı - Gli eretici d'Italia, vol. III - 59
- Büleklär
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 01Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4243Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196233.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 02Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4434Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198935.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 03Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4227Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185034.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 04Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4286Unikal süzlärneñ gomumi sanı 168334.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 05Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4387Unikal süzlärneñ gomumi sanı 187834.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 06Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4097Unikal süzlärneñ gomumi sanı 206928.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 07Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4421Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189532.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 08Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4371Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199432.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 09Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4161Unikal süzlärneñ gomumi sanı 226723.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.33.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 10Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4210Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199132.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 11Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4406Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198434.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 12Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4183Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194130.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.42.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 13Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4170Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196930.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 14Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4227Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193931.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 15Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4294Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194234.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 16Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4342Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186833.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 17Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4364Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193934.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 18Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4241Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189531.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 19Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4125Unikal süzlärneñ gomumi sanı 213224.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.32.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.36.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 20Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4136Unikal süzlärneñ gomumi sanı 218524.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.33.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 21Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4296Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189433.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 22Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4288Unikal süzlärneñ gomumi sanı 188433.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 23Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4354Unikal süzlärneñ gomumi sanı 197933.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 24Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4351Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191234.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 25Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4326Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192933.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 26Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4338Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189334.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 27Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4339Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189233.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 28Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4385Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190834.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 29Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4241Unikal süzlärneñ gomumi sanı 203634.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 30Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4217Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189935.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 31Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4235Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198531.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 32Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4357Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200232.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 33Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4393Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186435.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 34Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4436Unikal süzlärneñ gomumi sanı 165437.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.58.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 35Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4182Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200828.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 36Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4425Unikal süzlärneñ gomumi sanı 170834.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 37Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4332Unikal süzlärneñ gomumi sanı 183832.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 38Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4275Unikal süzlärneñ gomumi sanı 195833.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 39Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4292Unikal süzlärneñ gomumi sanı 208531.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 40Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4264Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196834.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 41Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4314Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192132.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 42Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4323Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191333.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 43Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4218Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199630.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 44Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4261Unikal süzlärneñ gomumi sanı 173631.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 45Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4301Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196133.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 46Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4235Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199830.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 47Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4299Unikal süzlärneñ gomumi sanı 205430.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 48Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4191Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198830.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 49Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4289Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193933.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 50Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4291Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 51Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4291Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193132.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 52Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4168Unikal süzlärneñ gomumi sanı 176838.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.60.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 53Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4371Unikal süzlärneñ gomumi sanı 197035.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 54Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4105Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186030.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 55Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4367Unikal süzlärneñ gomumi sanı 182733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 56Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4112Unikal süzlärneñ gomumi sanı 195033.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 57Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4108Unikal süzlärneñ gomumi sanı 169135.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.58.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 58Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4152Unikal süzlärneñ gomumi sanı 146633.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 59Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4180Unikal süzlärneñ gomumi sanı 156533.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 60Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4233Unikal süzlärneñ gomumi sanı 184933.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 61Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4254Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196031.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 62Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4256Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185830.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 63Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4363Unikal süzlärneñ gomumi sanı 176634.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 64Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4318Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185035.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 65Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4310Unikal süzlärneñ gomumi sanı 188935.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 66Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4244Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186734.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 67Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4310Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191333.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 68Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4224Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190332.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 69Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4289Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186932.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 70Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4295Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196031.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 71Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4304Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185531.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 72Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4317Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194930.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 73Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4247Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 74Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4229Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192330.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 75Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4299Unikal süzlärneñ gomumi sanı 184930.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 76Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4382Unikal süzlärneñ gomumi sanı 181231.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 77Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4213Unikal süzlärneñ gomumi sanı 180223.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.32.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.37.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 78Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4163Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198629.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 79Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4309Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186831.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 80Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4149Unikal süzlärneñ gomumi sanı 183934.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 81Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4109Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200230.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 82Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4441Unikal süzlärneñ gomumi sanı 159639.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.62.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 83Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4098Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194433.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 84Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4118Unikal süzlärneñ gomumi sanı 202130.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.41.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 85Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4192Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190134.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 86Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 3172Unikal süzlärneñ gomumi sanı 141933.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 87Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 2726Unikal süzlärneñ gomumi sanı 104427.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.38.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 88Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 66Unikal süzlärneñ gomumi sanı 6033.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.