Gli eretici d'Italia, vol. III - 47

Süzlärneñ gomumi sanı 4299
Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2054
30.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
44.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
coll'iscrizione _Divo Cagliostro_: gran personaggi facevangli visita: in
Curlandia esibirongli il trono: Bordes nelle _lettere sulla Svizzera_
non rifina d'ammirarlo: «Il suo aspetto rivela il genio: i suoi occhi di
fuoco leggono in fondo alle anime. Sa quasi tutte le lingue d'Europa e
d'Asia; la sua eloquenza stordisce; strascina anche in quelle che meno
conosce». Eppur sappiamo che ebbe guardatura torva e spaventata e corpo
deforme, carattere collerico, superbo, prepotente; senza civiltà di modi
nè grazia o correzione di favella.
«Iniziato nell'arte cabalistica (dice un altro contemporaneo), in quella
parte che fa comunicare coi popoli elementari, coi morti e gli assenti,
è Rosacroce; possiede tutte le scienze umane; è esperto a trasmutare i
metalli, e principalmente in oro; è un silfo benefico, che medica i
poveri gratuitamente, vende per poco l'immortalità ai ricchi; con corse
vagabonde racchiude immensi spazj nel giro di poche ore»[428].
E di fatto ci appare or ventriloquo, or alchimista come gli antichi, or
elettricista come i magnetizzatori del suo tempo, or come quelli del
nostro; muove le tavole, comunica coi medium, produce il sonnambolismo e
l'ipnotismo; valeasi pure della necromanzia, tanto che Figuier lo
considera come «una prodigiosa personificazione della taumaturgia
moderna, nel quale splendeva congiunta la magia orientale colla
occidentale»[429]. Certo egli interveniva a convegni nella via della
Sourdrière, ove martinisti e swedenburgiani evocavano morti: tanto,
allora come oggi, il sincretismo irreligioso accumula tutte le
superstizioni onde combattere la fede. E quando, per conciliare allo
stesso fine le varie sette dei rosacroce, dei necromanti, dei cabalisti,
degli illuminati, degli umanitarj si raccolse il gran congresso a
Wilhelmsbade, poi nelle loggie degli _Amici riuniti_, col Saint Martin,
col Mesmer, col Saint Germain vi figurava Cagliostro[430].
Simili ciarlatanerie ci farebbero compassione, se altro sentimento non
eccitasse il vederle riprodotte con pochi cambiamenti dalla nostra età,
che alla precedente disputa il titolo d'illuminata. Anche sua moglie
esercitavasi attorno al vassojo mesmeriano, e propose dare un corso di
magia naturale se trovasse tre dozzine di discepole, che contribuissero
cento luigi ciascuna: e prima di sera le ebbe; tutte gran dame, e
doveano giurare fede e secreto. Crebbe Cagliostro di fama per avere
guarito il duca di Soubise: e più per aver tenuto mano nella tanto
famosa baratteria della collana. Per chi nol ricordasse basti accennare
come al cardinale di Rohan, invaghito della regina Antonietta, fu fatto
credere che essa gli accondiscenderebbe se le donasse una ricca collana
di diamanti, che Luigi XVI avea ricusato comprarle. Una finta lettera e
un notturno convegno con una donna che le somigliava alquanto,
ingannarono il principe; la collana fu compra, ma sparve nelle mani di
truffatori. Erettosi processo contro costoro, si sospettò complice
Cagliostro, ma egli riuscì a camparne: e poichè quella società corrotta
e gaudente applaudiva allo scandalo, l'accolse in trionfo quando uscì di
prigione, per fare izza alla Corte.
Ebbe però lo sfratto; ma ecco la popolazione affollarsi alla sua casa ed
a Passy, disposta fino ad un'insurrezione per difenderlo e trattenerlo:
personaggi di Corte fecero alternata guardia alla sua porta sinchè
partì: alla nave a Boulogne più di cinquemila persone l'accompagnarono,
alle quali diede, come soleva, la sua benedizione.
Passato a Londra, gridò a voce e a stampa contro i soprusi usatigli alla
Bastiglia, e le preziosità involategli: pubblicò un libello violento
contro il re e il governo francese, esortando a scuoterne il giogo, e a
valersi per ciò della massoneria (20 giugno 1786); stampò anche una
memoria stesa da un abilissimo avvocato, ove ripulsa l'asserzione della
La Motte, rivela alcun che delle sue avventure, invoca la testimonianza
de' personaggi più illustri che dice aver praticati, e de' banchieri che
gli somministrarono denari, non indicando però donde li traesse. Vi era
anteposta la sua vita, preceduta da magnifico ritratto coll'epigrafe:
«Ecco le fattezze dell'amico degli uomini. Tutti i suoi giorni son
segnati da nuovi benefizj. Egli prolunga la vita, soccorre l'indigenza;
unica ricompensa sua è l'esser utile».
Ma se vi era accolto in trionfo dalla ciurma, la buona società ne fu
presto stomacata, viepiù dacchè, Morand, redattore della _Gazzetta
d'Europa_ tolse implacabilmente a smascherarlo e deriderlo, tanto che
dovette andarsene. Neppure in Svizzera fece fortuna; la tentò a Torino,
ma il re gli intimò di partire, come fece il vescovo principe di Trento,
dove fu pubblicato un _Liber Memorialis de Caleostro dum esset Roboreti_
ove con frasi scritturali Clementino Vannetti raccontava le costui
ciurmerie. A Venezia ingannò un mercante promettendogli cambiare la
canapa in seta e il mercurio in oro. Respinto ormai d'ogni parte,
lusingossi trovare più gonzi a Roma, spintovi anche dalla moglie,
desiderosa di rimpatriare e cambiare vita. Egli stesso si finse
convertito, ma ivi trovò pochissima adesione, neppure fra quelli che già
erano ascritti alla massoneria ordinaria, e per quanto moltiplicasse
segni, tocchi, parole, gerghi, e brandire la spada, e battere tre volte
la terra col piede, e applicare le dita al fronte, e alitare in faccia.
Egli, che aveva sì bene illuso la giustizia di Parigi, qui, sebbene
prevenuto, lasciossi cogliere dal Sant'Uffizio il 27 dicembre 1789 con
tutte le carte e i simboli e i libri: e avendo giudici e carcerieri
incorruttibili, si trovò isolato dall'immensa sua dipendenza: sicchè non
credette restargli altro partito che svelare ogni cosa, mescolandovi
certamente vanterie, degne di Benvenuto Cellini o di Pietro Aretino, e
fingendo circostanze, che ad un tribunale ecclesiastico attenuassero le
sue colpe. Nel lungo processo confessò che molte v'ha sette massoniche,
ma le più frequenti sono quella della pretta osservanza a cui
appartengono gl'Illuminati, e quella dell'alta osservanza: la prima col
titolo di vendicare il granmaestro de' Templari, mira alla distruzione
della religione cattolica e delle monarchie: l'altra cerca la pietra
filosofale e gli arcani ermetici. A quest'ultima fu egli ascritto a
Londra, passando pei gradi di alunno, compagno e maestro, e n'ebbe le
insegne: e sua moglie un nastro, su cui era recamato _Unione, Silenzio,
Virtù_, e quella notte dovea tenerlo cinto alla coscia. Avuti poi certi
manuscritti, su quelli confezionò il nuovo rito della massoneria
egiziana, eliminandone le superstizioni e la magia, dirigendola a
ottenere la perfezione mediante la rigenerazione fisica e morale. I riti
e le cerimonie sono i soliti; un giocoliere aveva suggerite a Cagliostro
i sacri nomi di Helion, Melion, Tetragrammaton; ma il gran cofto, cioè
il fondatore, pareggiavasi a Dio, gli si faceano adorazioni, gli si
cantavano parodie del _Te Deum_, del _Veni Creator_, dei salmi, e
credeasi comandasse agli angeli. Ogni religione v'è ammessa, e il grado
supremo è per gli uomini quel di profeta, di sibille per le donne. Nelle
massonerie ordinarie, all'iniziato si danno due paja di guanti, uno per
sè, l'altro per la donna che più stima: qui vi s'univa una ciocca di
capelli, che la donna dovea regalare all'uomo che predilige. Oltre la
festa del Battista, comune a tutti, questo rito avea quella di san
Giovanni evangelista, per la somiglianza che l'Apocalissi ha coi lavori
d'esso rito. Fra questi citeremo come, nell'ammettere una alunna, la
maestra le soffia dalla fronte al mento, proferendo: «Questo soffio farà
germogliare nel vostro cuore le verità che noi possediamo: e fortificare
in voi la parte spirituale, e confermare nella fede dei vostri fratelli.
D'ora in poi voi siete per sempre femmina massona e libera».
Quando uno è elevato a maestro, prendesi una fanciulla, a cui dal
venerabile è comunicato il potere che avrebbe avuto prima del peccato
originale, e particolarmente quello di comandare ai puri spiriti.
Pregasi Dio che permetta l'esercizio del potere che ha concesso al gran
cofto, e alla pupilla o colomba di servire di medio fra lui e gli
spiriti. Vestita di bianco con fascia turchina e rossa, vien chiusa in
un tabernacolo, in cui stanno uno sgabello e una tavola con tre candele
accese. Allora il venerabile evoca gli spiriti a comparire alla pupilla,
dalla quale fa domandare a un di essi se il candidato sia degno. Più
complicata è l'iniziazione delle maestre, con serti e vesti benedette
dagli spiriti e da Mosè.
Per ottenere la perfezione morale e la fisica si prescrive un ritiro di
quaranta giorni, e una cura corporea. Il primo si fa sopra un monte che
s'intitola Sinai, con un padiglione a tre piani, e camere ritualmente
formate e con nomi biblici, e sono prescritti indeclinabilmente i lavori
di ciascun'ora. I primi sei giorni si occupano al riposo e alla
riflessione; poi tre alla preghiera e all'offrire se stesso all'Eterno;
nove alle sacre operazioni del preparare carta vergine e consacrare
altri istromenti: gli ultimi alla conversazione e a restaurare le forze.
Dopo il trentesimoterzo giorno, i rinchiusi cominciano a comunicare
cogli angeli primitivi, e ne conoscono gli emblemi e la cifra, che da
quelli vengono impressi su carta vergine. Compiti i quaranta giorni,
ognuno ne gode il frutto col ricevere per sè il pentagono, cioè quella
carta impressa, per cui il suo spirito è riempito di fuoco divino, il
suo corpo diviene puro quanto quel d'un fanciullo, smisurata
l'intelligenza e la potenza; nè ad altro aspirerà che al perfetto riposo
per giungere all'immortalità e a dire _Sum qui sum_. Di sette altri
pentagoni, ove è impresso il sigillo di un solo spirito, possono
disporre a favore di chi vogliono; e chi li possiede comanda a un angelo
solo, e in nome del maestro.
La perfezione fisica, per cui uno può o prolungare la sanità finchè a
Dio piaccia trarlo a sè, o giungere alla spiritualità di cinquemila
cinquecencinquantacinque anni, s'ottiene ritirandosi ogni cinquant'anni,
nel plenilunio di maggio, in campagna con un amico, e per quaranta
giorni serbare dieta rigorosa, cacciar sangue, prendere certe goccie
bianche, e infine il grano di materia prima, che è quella che Dio creò
per rendere immortale l'uomo, e di cui questi perdette la cognizione per
lo peccato, nè può recuperarla che per grazia speciale e pe' lavori
massonici. Resta allora in sopore e convulsione per tre ore, dopo di che
viene ristorato con buon manzo; nei dì seguenti altri grani gli
producono febbre e delirio, perdita della pelle, de' capelli, dei denti:
poi mediante nuovi cibi, tutto rinasce e rigermoglia, e buoni bagni e
balsami lo rendono ringiovanito alla società.
La visione beatificante la spiegava per un'assistenza spirituale,
angelica, che Dio concede a chi gli piace, o facendosegli visibile come
ai patriarchi; o coll'apparizione degli angeli, o con impulsi interni.
Tale grazia si ottiene stando sempre unito a Dio, alla Chiesa, alla fede
cattolica, e avendo la carità e la fede. Con queste premesse, basta
domandarla a Dio con fervore; e se non oggi, vien giorno che la concede.
Fu con tali operazioni che ottenne il maggior numero de' suoi adepti.
Cagliostro andò egli propagando queste pratiche nell'intento (dic'egli)
di provare l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, e distruggere
quanto han di superstizioso gli altri sistemi massonici. Dall'Olanda
passò a Venezia, poi a Pietroburgo, traversando le varie città di
Germania, accolto dapertutto dai Franchimuratori, e dapertutto
predicando, profetizzando, guarendo, procurando visioni or di vivi or di
morti, e istituendo loggie. A Francoforte sul Meno gli fu mostrato il
codice gelosamente custodito, contenente i nomi di tutti i capi e il
giuramento di distruggere il presente ordine sociale, prima in Francia,
poi in Italia e particolarmente a Roma: e seppe esservi ventimila
loggie: e che centottantamila massoni pagavano ogni anno cinque luigi
l'uno; col qual denaro manteneansi i capi e gli emissarj, e
soddisfaceasi ai bisogni e agli intenti della società.
A Lione istituì la loggia primaria, col titolo di Sapienza Trionfante,
consacrandola con riti simili agli ecclesiastici e v'ammise anche
personaggi d'alto stato[431], che stordì coi portentosi apparimenti e
colle visioni del pupillo. Una volta però invece di angeli apparvero
scimmie: un'altra fu veduto egli nelle nuvole fra Enoch ed Elia. Sperò
fino, coll'ajuto della Corte, far approvare questo rito dal pontefice,
come già il teutonico, ai soliti voti aggiungendo quello di convertire i
Protestanti senza violenza.
Quanto ai principi, or suggeriva la subordinazione, or la rivolta,
secondo il genio degli uditori; del pontefice e della gerarchia
ecclesiastica sempre diceva il peggio; molti testimonj, e principalmente
la moglie confermarono o smentirono le sue asserzioni, e che non riuscì
mai se non convertire i cattolici in miscredenti, gli atei in deisti con
quelle ridicole sue prediche sui dogmi, in un gergo fra siciliano e
francese, senz'ordine nè scienza. Gl'inquisitori vollero averne qualche
saggio, onde escussolo sopra una temeraria allocuzione di lui sulla
redenzione, scrissero fedelmente la sua difesa che diceva: «Rispondo che
tutto è falso, perchè nel mio sistema primitivo, in tutte le mie
operazioni fo gran caso del serpe col pomo in bocca, che è la mia cifra,
che denota la causa del peccato originale e di tutte le nostre disgrazie
per cotesto: e che la redenzione di nostro signor Gesù Cristo è stata
quella che l'ha traffitto, come noi dobbiamo sempre avere avanti agli
occhi e nel cuore costui, come gli occhi ed il cuore sono lo specchio
dell'anima; e che tutt'uomo deve essere sempre in guardia contro tutte
le tentazioni diaboliche, ed in conseguenza credo tutto questo, e la
redenzione di nostro signor Gesù Cristo ed avendo sempre fatto osservare
questa, non è possibile che io abbia parlato come sopra, perchè sarei
andato a disdire tutto quello che ho detto dapertutto».
Interrogato sul catechismo, se ne palesò affatto ignaro. Chiesto se
l'uomo abbia potenza sugli spiriti celesti, rispose: «Io credo che,
colla permissione di Dio, l'uomo può comandarli, perchè Dio benedetto
avanti la sua morte ha lasciata a noi la visione beatificante e
divina[432], e perchè l'uomo è stato creato a similitudine di Dio, e gli
angeli non sono stati creati come l'uomo, ma divinamente».
Eppure molti andavano inebbriati de' suoi discorsi: li conservavano a
mente, li ripetevano: lo considerarono come qualcosa più che umana:
nelle lettere era chiamato coi titoli che si profondono oggi a
Garibaldi; baciargli la mano, prostrarsegli chiedendo la benedizione.
_Mio maestro; dopo l'Eterno, mio tutto — Mi getto ai vostri piedi
consegnandovi il mio cuore. — Qualunque possano essere li vostri ordini
sovrani, o mio maestro, gli adempirò collo zelo che dovete aspettarvi da
un suddito che vi ha giurato l'obbedienza più cieca. — Nessuna cosa
uguaglia i vostri benefizj, se non la felicità che ci procurano_, son
frasi delle lettere trovategli, ed egli sapeva colla condiscendenza o
col rigore coltivare quell'entusiasmo, asserendo gli atti suoi esser
effetto d'ispirazione superna. Lasciamo via i suoi miracoli e le
profezie; le rivelazioni delle pupille talvolta erano artificiosamente
preparate; d'altre neppure la moglie dava altra ragione se non l'arte
diabolica; e il gazzettiere Morand, suo implacabile nemico, non volle
vedervi che maestria da giocoliere. Cagliostro protestava non aver mai
operato coi diavoli, ma «non ne ho mai capito nè capisco il costrutto».
E davvero que' dialoghi delle pupille ci pareano da pazzi quando le
leggevamo in nostra gioventù, lontanissimi dal supporre che, come
tant'altri errori e scelleraggini e ridicolezze, che credevamo cadute
per sempre, dovessero rinascere a mortificazione della nostra
vanità[433].
Roma che avea svelato le imposture del Gabrielli e dell'Oliva, di
Cordano e di Gabrino di Pietro d'Abano, del Borri, dissipò le costui.
Stretto da argomenti, rimandava di non capire più se stesso; non sapere
più cosa dire: «compiango il mio stato infelice: domando solo soccorso
per l'anima» e chiedeva di ritrattarsi «in faccia a un milione di suoi
seguaci». Poi ricadeva negli errori, e ad inveire contro gli
esaminatori, contro la corte di Francia che, dopo il processo della
collana, per rovinarlo avea corrotto fin sua moglie.
Finita l'inquisizione, accettò per suo difensore il conte Bernardini
avvocato de' rei al Sant'Uffizio, al quale volle aggiungersi monsignor
Costantini avvocato de' poveri. Udito a che punto si trovasse, chiese
ajuti e istruzioni spirituali, e mostrossi ravveduto e pentito. Atteso
ciò, gli venne risparmiato d'essere consegnato al braccio secolare, che
volea dire alla morte; e fu condannato a carcere perpetuo in fortezza:
fatta abjura delle sue eresie, venga assolto dalle censure; resti
solennemente riprovato il suo manuscritto _Maçonnerie Egyptienne_, e
bruciato pubblicamente cogli arnesi della setta; si proibirà di nuovo la
società de' Liberi Muratori, con particolare menzione del rito egiziano
e di quella degli Illuminati, comminandovi le più gravi pene temporali
(7 aprile 1791).
Chiuso nel forte di San Leo, posto in cima d'un monte isolato, entro una
camera scarpellata nel sasso, dove si scende per una scala a piuoli, e
illuminata solo poche ore da un pertugio, non potè più fare miracoli;
chiese di confessarsi, e tentò strozzare il Cappuccino per ciò
mandatogli, sperando uscire colla tonaca di questo: onde custodito a
maggior rigore, più non se ne intese parlare. I Giacobini lo contarono
fra i martiri dell'Inquisizione, e m'aspetto che da oggi a domani venga
santificato tra le vittime della tirannide romana[434].
A tale irruzione d'errori e di superstizioni in nome della ragione e dei
lumi, esclamavano gli spiriti retti. Il buon latinista Jacopo Facciolati
dice che al tempo suo, delle cose religiose disputavasi fin nei caffè
(_viatica_): molti preti professavano quel che non credevano: duolsi che
gli studj teologici fosser poco coltivati in Italia, nessun orientalista
in Venezia, e che i principi lascino migrare da noi ai Sarmati il sapere
(_Lettere_). E per verità il secolo XVIII fu compassionevole anche
perchè, fra tanti attacchi così funestamente frivoli, non comparivano
difese abbastanza efficaci: alcuni non faceano che scomunicare, sempre
in aria dell'angelo Michele che schiaccia il perverso; altri declamavano
retoricamente, come il vescovo Adeodato Turchi; passioncelle da
sacristia e l'abbaruffata giansenistica di cui parleremo, occupavano o
distraevano il clero, per non dir nulla degli abati galanti, come il
Frugoni, il Parini e purtroppo il Casti. Ma non v'è forse scrittore
italiano di grido che non movesse querela di tal corruzione. A tacere il
buon Metastasio[435], il Parini rinfacciava ai giovani signori suoi
contemporanei, di trar a quella malsana bevanda[436]. Lo Zola cantava:
Zendrin, quanti del Nord empi e superbi
Dottor sorser ben vedi
Ch'han di vana scïenza un nome vano;
Vedi quanti il bell'italo terreno
Senza schermo o riparo
Di dolce metafisico veleno
Libri sparsi inondaro,
Che a poco a poco nelle menti inferme
Fan sì profonda piaga
Onde ancor muoja della fede il germe;
Nè si bella più in lor splenda e riluca,
Nè più di vita i bei frutti produca.
Ah, se non che, pur frema
Il superbo aquilon, l'urti e la scuote
Qual rupe in mar, fino agli estremi giorni
Fia di Cristo la fe salda ed immota.
Ahi quanto a lei sovrasta
Grave danno e periglio!
Non pare che le orrende
Tenebre ricondotte
Sien dell'antica notte,
E il nero antico caos non ancor torni?
Persin Vittorio Alfieri lanciava una satira all'_antireligioneria_:
Or di Cristo vediam se la severa
Dottrina, a lato all'indottrina tua
Debba, o Voltero, dirsi una chimera.
In poppa ha il vento, e spinta pur la prua
Non ha della tua frale nave al lido
Colui che più ne' dogmi tuoi s'intua.
Ci vuol altro a cacciar Cristo di nido,
Che dir che ella è una favola; fa duopo
Favola ordir di non minore grido.
Sani precetti ed a sublime scopo
Dà norma l'evangelica morale,
Nè meglio mai fu detto, nè anzi nè dopo.
Stanco il mondo d'un culto irrazionale
E stomacato da schifosi altari,
Su cui sempre scorrea sangue animale:
Di un sol Dio maestoso e appien dispari
Da' suoi fin là mal inventati Dei,
I non fetidi templi ebbe più cari.
Certo in un Dio fatt'uom creder vorrei
A salvar l'uman genere, piuttosto
Che in Giove fatt'un tauro a furti rei.
Non mancarono serj campioni della verità, ma poco letti. Francesco
Manzoni pubblicò «Cinquanta motivi per indur gli eretici a venir alla
Chiesa» ed ebbero l'onore d'essere bruciati a Londra. Era milanese, come
Taddeo Caloschi, che fece un _Esame del protestantismo_, e Nicola
Gavardi, che confutò la _Concordia del sacerdozio e l'impero_ di Pier
Della Marca, Giovanni Trombelli ( — 1784) bolognese scrisse
sapientemente _De Cultu sanctorum_, e lo difese contro il Kiesling di
Lipsia con tale urbanità, che questi il chiese amico. Contro lo
Schœlhorn campeggiò il cardinale Quirini, valendosi di molti documenti,
non accessibili ad altri, per difendere i cardinali Contarini e Morone,
Paolo IV ed altri.
Costantino Roncaglia (1677-1737), oltre una teologia, descrisse le
variazioni delle chiese protestanti e gli effetti delle riforme di
Lutero e Calvino e del giansenismo. Vincenzo Lodovico Gotti bolognese
domenicano (1674-1742), dappoi cardinale, nell'opera _De vera Christi
ecclesia_ confutò Jacobo Picenino ministro a Coira, che nell'_Apologia
della religione riformata_ e nel _Trionfo della vera religione_ avea
malmenato la Chiesa nostra; come confutò un trattatello di Le Clerc
sulla religione cattolica.
Contro il Picenino stesso difese il culto delle immagini Luigi Andruzzi
ciprioto, e l'infallibilità del papa nelle decisioni di fede. Cesare
Amedeo Bonaventura calabrese diede una voluminosa confutazione di tutte
le eresie. Monsignor Giovanni Marchetti da Empoli confutò il Fleury, e
scrisse _La Religione vittoriosa_ e _Interesse della religione
cattolica_. Aggiungiamo i lavori del Mansi sui Concilj, dell'Orsi sulla
storia ecclesiastica; Gaetano Travasa bassanese che diè la storia
critica della vita degli eresiarchi; il Massini da Cesena che fece le
_Vite dei santi_, Antonio Sandini vicentino quelle di varj papi; Vito
Coco dei Siciliani: Mittarelli e Costadoni veneti gli Annali de'
Camaldolesi; Benedetto Trombini quelli di Certosini, Mamachi le origini
e antichità cristiane; Flaminio Corner la storia ecclesiastica di
Venezia. Giuseppe Bianchini veronese diede molte edizioni de' santi
padri, e nelle _Vindiciæ canonicarum scripturarum vulgatæ latinæ
editionis_ porge la storia de' codici più rari e delle versioni della
Bibbia e l'evangelario nella traduzione italica.
Il pio prevosto Lodovico Muratori, nelle opere per le quali è detto
padre della storia italiana, ebbe frequenti occasioni di difendere la
Chiesa, ma non favorì le pretensioni temporali del papato, anzi sostenne
l'imperatore e i principi d'Este nelle ragioni che allegavano sopra
Cervia e il Ferrarese ed altri possessi, contro la santa sede. Varie
delle opere sue sono specialmente religiose. Nella _Liturgia romana
antica_, stampando tre sacramentarj di san Leone, Gelasio papa e
l'antico Gregoriano, pose in chiaro i riti primitivi di Roma a confronto
di quelli d'altre chiese. Nel libro _De ingeniorum moderatione in
religionis negotio_ porge buoni canoni di critica in fatto di
controversie religiose e sul contegno de' censori. Contro Giovanni Le
Clerc difese sant'Agostino; opera molto difusa e ristampata, ma in
un'edizione parigina essendosi alterate alcune frasi, in modo da far
parere che l'autore aderisse alle opinioni gallicane, egli se ne dolse,
protestando ammettere assolutamente l'infallibilità del papa.
L'immacolata concezione di Maria era già asserita dai più; anzi in
Sicilia una compagnia professava il voto sanguinario, cioè di sostenere
quell'opinione anche col sangue. Il Muratori disapprovò tale eccesso;
del che gli si sollevarono incontro molti, e principalmente il siciliano
gesuita Francesco Burgio, col nome di Candido Partenotimo. Il Muratori
si difese nel libro _De superstitione vitanda_ col pseudonimo di Antonio
Lampridio, ma non che sopire, invelenì la quistione. Anche il libro
_Della regolata devozione_ gli suscitò molti oppositori, tra' quali il
cardinale Quirini: fin dal pulpito si predicò contro di esso, e fu
denunziato alla Congregazione dell'Indice: ma questa, dopo morto
l'autore, lo dichiarò immune da censura, e la dottrina di esso _pia e
cattolica_[437].
La morale cristiana (_De actibus humanis_) di Giovanni Antonio Ghio,
professore a Torino, fu forse la sola che gl'Inglesi traducessero in
loro lingua dopo separati da noi.
Alfonso De Liguori napoletano, da avvocato messosi prete, predicava
semplice e chiaro; e austero a sè, mansueto ai peccatori, tutto opere di
santificazione e carità, tornò in credito l'educazione popolare, che
aveano cessato di dare gli Oratoriani, ed ajutato dal cardinale Sersale,
arcivescovo, estese le _cappelle serotine_ sicchè da cento n'avea la
sola Napoli con forse trecento uditori ciascuna, ove, terminate le opere
del giorno, ai giovinetti impartivasi istruzione morale da maestri
laici, secondo un antichissima consuetudine napoletana[438], che il
secolo nostro osteggia inesorabilmente. Il Liguori lasciò un corso di
teologia morale, che divenne classico, procurando l'esatta osservanza
de' precetti della Chiesa e di Dio, senz'aggiungere altri obblighi. Fu
esaltata forse di là dal merito perchè venne opportunissima a
contrapporsi al rigorismo dei Giansenisti, e perchè raccoglie e coordina
tutte le leggi ecclesiastiche positive, riuscendo comodissima a quelli
che non vogliano faticarsi nel trovare, contentandosi d'applicare.
Realmente copia affatto il Busembaum, aggiungendovi qualche erudizione e
molte nozioni pratiche per la guida delle coscienze. L'appuntano poi di
mancare di chiarezza, di deduzione logica e di sistematica coerenza;
nelle controversie non coglie il nodo della quistione, nè sempre
mostrarsi esattissimo, p. e. intorno alle restrizioni mentali,
all'intenzione morale, al giuramento. Ha pure una storia delle eresie,
ma piuttosto a edificazione che ad istruzione; e meglio giova l'_Opera
dogmatica contro gli eretici pretesi riformati_, dove espone ciò che,
sovra i singoli punti, fu definito dal sinodo tridentino.
Giuseppe Guerrieri di Cremona, essendogli proibito di amministrare
frequentissimo la comunione ad alcune devote durante la messa, ostinasi
che questo fosse _inviolabile diritto_ de' fedeli; il vescovo gli impone
perpetuo silenzio, ed egli tergiversa, cerca adesioni, fa firmare
ricorsi: in fine il papa lo trasferì canonico a Busseto, ma nella
enciclica _Certiores_ dichiarò che all'integrazione della messa non era
necessario comunicar i fedeli, bensì lodevole lo facciano qualora non si
sturbino altri atti di pietà. Altri ci verranno nominati parlando de'
Giansenisti.
Tra i filosofi poco abbiamo a gloriarci, lo Scarella bresciano combattè
e gli scolastici e gli scettici, conciliando i principj della
contraddizione e della ragion sufficiente. Ermenegildo Pino milanese
professò rivelata la parola. Antonio Genovesi napoletano (1712-69) aderì
alle dottrine materiali, ma dagli eccessi lo rattenne l'esser abate; e
la Corte vietò di recargli disturbi, benchè un consesso di teologi
l'appuntasse di proposizioni eterodosse. Prevedeva che, «andando tanti
beni a ingrassar le budella de' frati, ben tosto questi ingojerebbero
tutti i possessi, e ridurrebbero i baroni a servi della gleba!»
Il padre somasco Francesco Soave di Lugano colle migliori intenzioni del
mondo appestò le scuole di vulgare sensismo, parte traducendo, parte
rimpastando le miserie di Locke e di Condillac.
Appiano Bonafede, non abbastanza ponderato autore della _Storia ed
indole d'ogni filosofia_, batte sempre le dottrine machiavelliche e
irreligiose, e i moralisti della materia organizzata, recalcitranti
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Çirattagı - Gli eretici d'Italia, vol. III - 48
  • Büleklär
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 01
    Süzlärneñ gomumi sanı 4243
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1962
    33.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 02
    Süzlärneñ gomumi sanı 4434
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1989
    35.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 03
    Süzlärneñ gomumi sanı 4227
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1850
    34.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    49.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 04
    Süzlärneñ gomumi sanı 4286
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1683
    34.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 05
    Süzlärneñ gomumi sanı 4387
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1878
    34.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    49.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 06
    Süzlärneñ gomumi sanı 4097
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2069
    28.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    39.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 07
    Süzlärneñ gomumi sanı 4421
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1895
    32.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 08
    Süzlärneñ gomumi sanı 4371
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1994
    32.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 09
    Süzlärneñ gomumi sanı 4161
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2267
    23.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    33.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    39.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 10
    Süzlärneñ gomumi sanı 4210
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1991
    32.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 11
    Süzlärneñ gomumi sanı 4406
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1984
    34.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 12
    Süzlärneñ gomumi sanı 4183
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1941
    30.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    42.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 13
    Süzlärneñ gomumi sanı 4170
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1969
    30.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 14
    Süzlärneñ gomumi sanı 4227
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1939
    31.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 15
    Süzlärneñ gomumi sanı 4294
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1942
    34.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    49.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 16
    Süzlärneñ gomumi sanı 4342
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1868
    33.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    46.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 17
    Süzlärneñ gomumi sanı 4364
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1939
    34.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 18
    Süzlärneñ gomumi sanı 4241
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1895
    31.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 19
    Süzlärneñ gomumi sanı 4125
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2132
    24.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    32.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    36.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 20
    Süzlärneñ gomumi sanı 4136
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2185
    24.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    33.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    39.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 21
    Süzlärneñ gomumi sanı 4296
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1894
    33.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 22
    Süzlärneñ gomumi sanı 4288
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1884
    33.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    56.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 23
    Süzlärneñ gomumi sanı 4354
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1979
    33.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    46.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 24
    Süzlärneñ gomumi sanı 4351
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1912
    34.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 25
    Süzlärneñ gomumi sanı 4326
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1929
    33.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 26
    Süzlärneñ gomumi sanı 4338
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1893
    34.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 27
    Süzlärneñ gomumi sanı 4339
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1892
    33.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 28
    Süzlärneñ gomumi sanı 4385
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1908
    34.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    49.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 29
    Süzlärneñ gomumi sanı 4241
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2036
    34.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 30
    Süzlärneñ gomumi sanı 4217
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1899
    35.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 31
    Süzlärneñ gomumi sanı 4235
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1985
    31.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 32
    Süzlärneñ gomumi sanı 4357
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2002
    32.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 33
    Süzlärneñ gomumi sanı 4393
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1864
    35.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    49.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 34
    Süzlärneñ gomumi sanı 4436
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1654
    37.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    51.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    58.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 35
    Süzlärneñ gomumi sanı 4182
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2008
    28.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    39.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 36
    Süzlärneñ gomumi sanı 4425
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1708
    34.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 37
    Süzlärneñ gomumi sanı 4332
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1838
    32.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.
  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 38
    Süzlärneñ gomumi sanı 4275
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1958
    33.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 40
    Süzlärneñ gomumi sanı 4264
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    Süzlärneñ gomumi sanı 4152
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1466
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    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1565
    33.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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    Süzlärneñ gomumi sanı 4233
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1849
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    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1850
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    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1889
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    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1869
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 77
    Süzlärneñ gomumi sanı 4213
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1802
    23.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    32.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    37.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 78
    Süzlärneñ gomumi sanı 4163
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1986
    29.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 79
    Süzlärneñ gomumi sanı 4309
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1868
    31.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    45.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 80
    Süzlärneñ gomumi sanı 4149
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1839
    34.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 81
    Süzlärneñ gomumi sanı 4109
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2002
    30.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    50.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 82
    Süzlärneñ gomumi sanı 4441
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1596
    39.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    62.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 83
    Süzlärneñ gomumi sanı 4098
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1944
    33.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 84
    Süzlärneñ gomumi sanı 4118
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 2021
    30.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    41.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    48.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 85
    Süzlärneñ gomumi sanı 4192
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1901
    34.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 86
    Süzlärneñ gomumi sanı 3172
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1419
    33.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 87
    Süzlärneñ gomumi sanı 2726
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1044
    27.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    38.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    43.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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  • Gli eretici d'Italia, vol. III - 88
    Süzlärneñ gomumi sanı 66
    Unikal süzlärneñ gomumi sanı 60
    33.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
    51.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
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