Gli eretici d'Italia, vol. III - 15
Süzlärneñ gomumi sanı 4294
Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1942
34.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
49.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
religieuses_. Parigi 1842.
[134] Il Dumoulin diceva che i decreti del Concilio di Trento «non
possono menomamente esser ricevuti senza violare la maestà reale e la
sua giustizia senza calpestar l'autorità dei tre Stati di Francia;
l'autorità della Corte e del Parlamento e la libertà del popolo
cristiano». _Conseil sur le fait du Concile._
[135] L'_exequatur_ o _placet_ regio può esser considerato come una
notizia che il principe prende delle mutazioni di uffizj o di cose
pubbliche, che il potere universale pontifizio introduce nel dominio
particolare di esso principe, e fin qui è ispezione modesta e legittima.
Diviene usurpazione quando considera il papa come un principe straniero,
che non ha giurisdizione sul territorio altrui se non col beneplacito
dello Stato. Clemente VIII nel 1596 scriveva all'Olivares vicerè di
Napoli, che «è falsa la immemorabile antichità dell'_exequatur_, anzi ne
son notissime le origini e le cagioni». In fatto nacque essa durante il
grande scisma, quando Urbano VI nel 1378 ordinò ai vescovi di esaminar
le bolle pontifizie prima d'eseguirle, onde accertare se venissero dal
papa legittimo o dall'antipapa Clemente VII. I principi usarono l'eguale
cautela, ma cessata l'occasione, lasciarono ancora la libera autorità.
Chi primo pose restrizione fu il Portogallo verso il 1486, di che fu
avvertito seriamente da Sisto IV e da Innocenzo VIII: e i principi e i
ministri colsero volentieri quest'esempio per esercitare ingerenza sulle
provisioni papali, e legar la Chiesa allo Stato. Benedetto XIV, nel
gennajo 1742 dirigeva in tal proposito una istruzione alla Corte di
Torino, nella quale dicea tollerar la visione delle bolle e dei brevi,
ma senza che vi si apponesse alcun decreto d'esecuzione; e anche dalla
visione eccettuava le bolle dogmatiche in materia di fede, le bolle e i
brevi che regolano il ben vivere e i santi costumi, quelle di giubilei e
indulgenze, della sacra penitenzieria, e le lettere scritte dalle sacre
congregazioni ai vescovi o ad altre persone per informazione.
[136] Alcuni ecclesiastici impedivano di far passare le acque sulle loro
terre: libertà d'acquedotto ch'è uno de' più utili statuti antichi del
Milanese, e causa di tanta prosperità agricola. San Carlo, considerando
_hac in re non de Ecclesiæ ejusve ministrorum damno, sed de utilitate
evidenti agi_, comanda di non opporvisi. Editto 21 agosto 1572.
[137] È questa la più rinomata fra le delegazioni fatte dal pontefice a
secolari. Urbano II al 5 luglio 1098 avrebbe dato a re Roggero e suoi
successori le facoltà di legato a latere, e di eleggere loro vicarj col
titolo di giudici della Monarchia; avendo così giurisdizione sopra i
vescovi, sino a poter annullare interdetti e scomuniche e le sentenze
loro, e sospenderli; annichilar le sentenze e pene pontifizie se non
approvate da esso tribunale. Tanto erano esorbitanti tali concessioni,
che dubitavasi della autenticità. Esaminato bene l'atto, appare che, ne'
diplomi originali con cui Roggero eresse chiese e conventi, esprimeasi
sempre «con intesa e per comando di Urbano II»: il Baronio dimostrò la
falsità dell'atto del 1098, per lo che l'ultimo volume de' suoi _Annali_
fu escluso dalla Spagna, ed egli stesso ebbe l'esclusione da pontefice
nel conclave del 1605. Per quattrocentrenta anni non se ne trova
menzione, fin quando al 1513 l'avvocato Giovan Luca Barberio lo pubblicò
nel _Caput brevium_, collezione dei diplomi delle Due Sicilie, non
indicando donde l'avesse tratto. Nel 1578 dallo Zurita stampavasi
l'_Historia Sicula_ di Gaufrido Malaterra, contemporaneo di Urbano II,
nella quale esso breve era introdotto al lib. IV, c. 29, ma potrebbe
esservi intruso o alterato. Carlo V se ne giovò, e nel 1526 lo facea
sottoscrivere dai consiglieri di Sicilia, e pubblicare nel libro _De
Monarchia_.
Del resto quel breve porta _quod omni vitæ tuæ tempore, vel filii tui
Simonis, aut alterius, qui legitimus tui hæres extiterit, nullum in
terra potestatis vestræ, præter voluntatem aut consilium vestrum,
legatum romanæ Ecclesiæ statuemus: quinimmo, quæ per legatum acturi
sumus, per vestram industriam legati vice exhiberi volumus_, ecc. Valea
dunque soltanto per esso Roggero e pel suo primogenito Simone, o per
l'altro figlio. Eppure di là vennero interminabili contese, tratto
tratto sopite con particolari concessioni di papi; massimamente Clemente
XI colla costituzione del 1715 _Romanus pontifex_ provide a reprimere i
grandi abusi, e meglio Benedetto XIII fissò i limiti de' poteri della
Monarchia. Carlo VI violò subito il concordato, e in appresso i re se ne
fecero appoggio onde pretendere come legali quelle invasioni che in
Toscana e altrove si faceano sopra l'autorità ecclesiastica, e s'andò
via via ampliando, sin a vedersi nel 1860 Garibaldi sedere sul trono, e
ricevere l'incensata. Vedi _La Sicilia e la Santa Sede_. Malta 1865.
[138] Cronaca manuscritta nella biblioteca comunale di Palermo, 2. q. E.
55.
[139] Lo dichiara negli _Uffizi del Cardinale_, lib. I, p. 64.
[140] Questa teorica fu, ai dì nostri, ravvivata dal Gioberti nel
_Primato_ e nei _Prolegomeni_. Il padre Ventura disse che «il potere
politico dev'essere subordinato all'ecclesiastico quanto il domestico al
politico». Vedasi anche AUDISIO, _Diritto pubblico della Chiesa e delle
genti cristiane._ Vol. 3. Roma 1863.
[141] De laicis, lib. III, c. 6: _Certum est politicam potestatem a Deo
esse... Jus divinum nulli homini particulari dedit hanc potestatem; ergo
dedit multitudini... Respublica non potest per se ipsam exercere hanc
potestatem; ergo tenetur eam transferre in aliquem unum, vel aliquos
paucos... Pendet a consensu multitudinis constituere super se regem, vel
consules, vel alios magistratus... Sublato jure positivo, non est major
ratio cur ex multis æqualibus unus potius quam alius dominetur..._
[142] _Summus ponfifex simpliciter et absolute est supra Ecclesiam
universam et supra Concilium generale, ita ut nullum in terris supra se
judicem agnoscat._ De Concilii auctoritate, cap. 17.
[143] _De romano pontifice capite totius militantis Ecclesiæ,_ II, 29.
_Pontifex ut pontifex, etsi non habet ullam mere temporalem potestatem,
tamen in ordine ad bonum spirituale habet summam potestatem disponendi
de temporalibus rebus omnium Christianorum._
[144] _Reges quæ imperent justa facere imperando quæ volent injusta._
HOBBES, De cive 112. L'opinione attribuita al Bellarmino si fonda
principalmente sul _De romano pontifice_, lib. IV, c. 5; ma l'ultimo
punto suole travisarsi.
[145] L'_Antibellarmino_ di Adamo Scherzer; un altro di Samuele Weber,
l'_Antibellarmino contratto_ di Corrado Vorstio; l'_Antibellarmino
biblico_ di Giorgio Albrecht; il _Collegio antibellarminiano_ di Amando
Polano; le _Disputazioni antibellarminiane_ di Lodovico Crell; il
_Bellarmino enervato_ di Guglielmo Amesio; e taciamo altri, fra cui le
confutazioni di re Giacomo Stuart. Anche Duplessis-Mornay scrisse il
_Mistero d'iniquità o storia del papato, per quali progressi salì al
colmo; che opposizione gli fece la gente dabbene di tempo in tempo, dove
si difendono i diritti degli imperatori, re e principi cristiani contro
le asserzioni de cardinali Bellarmino e Baronio_. Saumur, 1611.
[146] Dopo altri, Agostino e Luigi De Backer stamparono a Liège, nel
1853 e seguenti, in sette grossi volumi la _Bibliothéque des écrivains
de la compagnie de Jesus_. Il catalogo delle opere del Bellarmino còlle
traduzioni e le confutazioni occupa quarantasei colonne. Molte volte
furono ristampate le _Disputationes de controversiis fidei adversus
hujus temporis hæreticos_. Il Bellarmino, a istanza del cardinale
Tarugi, compose la _Dottrina cristiana breve_: e per ordine di Clemente
VIII la _Dichiarazione più copiosa della dottrina cristiana_. Fu
approvato dai più insigni teologi e dai papi, e dal Concilio romano del
1725: e attaccato dai Giansenisti, massime da G. B. Guadagnini; contro
del quale Francesco Gusta scrisse la _Difesa del Catechismo del vener.
cardinal Bellarmino_, Venezia 1799.
[147] A questo concetto del deporre i re da un pezzo rinunziarono i
papi. Il 23 giugno 1791 il cardinale Antonelli, prefetto della
Propaganda dirigeva una nota ai vescovi d'Irlanda, ove dice: «Bisogna
ben distinguere fra i veri diritti della sede apostolica e quel che
maliziosamente gl'imputano. La Santa Sede non insegnò mai che si deva
ricusare fedeltà a sovrani eretici, e che un giuramento prestato a re
fuor della comunione cattolica deva esser violato, o che sia permesso al
papa di privarli de' loro diritti temporali».
I vescovi degli Stati Uniti, raccolti nel V concilio di Baltimora,
mandarono al papa un indirizzo ove de' loro avversarj dicono: «Sforzansi
ispirare sospetti contro i loro fratelli cattolici che versarono il
sangue per la libertà di questo paese: pretendono che noi siamo sotto il
dominio del papa per le cose civili e politiche, e che così dipendiamo
da un sovrano straniero... Molti di noi dichiararono vigorosamente e con
giuramento che il papa non esercita verun potere civile; e questa
dichiarazione fu benissimo accetta da Gregorio XVI». Vedasi M. AFFRE,
_Essai sur la suprématie temporelle du pape, 1829_. Questi, contro il
Lamennais, dimostrò che la bolla di Bonifazio VIII è stata abrogata
pochi anni dopo da Clemente V in quanto diceva che la podestà temporale
fosse sottomessa alla correzione della potenza spirituale.
Francesco Suarez, al quale il Grozio non sapea trovar l'eguale per acume
filosofico e teologico, dimostra che sentimento comune de' giureconsulti
e teologi era che il potere dei re vien loro da Dio per mezzo del
popolo, e ne sono responsali non solo a Dio, ma anche al popolo. Un
predicatore davanti a Filippo II a Madrid, avendo pronunziato che «i
sovrani hanno potere assoluto sulla persona e i beni de' sudditi»,
l'Inquisizione lo processò, condannollo a penitenze e a ritrattarsi
dicendo dal pulpito che «i re non hanno sui loro sudditi altri poteri se
non quello accordato loro dal diritto divino e dall'umano, e nessuno che
proceda dalla loro volontà libera e assoluta». Vedi BALMÈS, _Il
Protestantismo paragonato al cattolicismo_.
Talmente si avea gelosia delle pretendenze papali, che la _Gerusalemme
conquistata_ del Tasso fu proibita dal parlamento di Parigi perchè,
descrivendo le turbolenze di Francia, vi si dice nel canto XX, 77 del
papa che
ei solo il re può dare al regno
E 'l regno al re, domi i tiranni e i mostri,
E placargli del cielo il grave sdegno.
[148] Il cardinale Sforza Pallavicini volea che la Corte di Roma fosse
ricchissima, affine di provvedere non solo allo spirito, ma anche alle
utilità secondo la carne, essendo «quell'anima che tiene in unità tanti
regni, e costituisce un corpo politico il più formidabile, il più
virtuoso, il più letterato, il più felice che sia in terra». Perciò
richiede «torrenti di pecunia», e viver pomposo di cardinali, e
proporzionato ne' vescovi; e che a Roma concorrano a servizio uomini
d'ogni natura, e quei che vivono solo dello spirito, e quei che per
soprapiù desiderano i beni mondani, e quei che tali beni antepongono a
quelli dell'anima.
DISCORSO XLV.
ERETICI NEL VENETO. ACCADEMIA DI VICENZA. FRANCESCO NEGRI. GIROLAMO
ZANCHI. ALTRI.
Fin dal 1248 Venezia avea stabilito si punissero quelli che un concilio
di prelati sentenziasse d'empietà; e nella promission ducale di Marino
Morosini nel 1249, per la prima volta si legge: _Ad honorem Dei et
sacrosanctæ matris Ecclesiæ et robur et defensionem fidei catholicæ,
studiosi erimus, cum consilio nostrorum consiliariorum vel majoris
partis, quod probi et discreti et catholici viri eligantur et
constituantur super inquirendis in Veneciis. Et omnes qui illis dati
erunt pro hæreticis per dominum patriarcam Gradensem, episcopum
Castellanum, vel per alios episcopos provinciæ ducatus Veneciarum,_
COMBURI FACIEMUS _de consilio nostrorum consiliariorum vel majoris
partis ipsorum._ Il 4 agosto 1289, ad istanza di Nicola IV s'introdusse
l'Inquisizione, composta di tre giudici, che erano il vescovo, un
domenicano e il nunzio apostolico: però non poteano seder a tribunale
senza commissione sottoscritta dal doge: solo dal doge poteano aver
ajuto nel loro uffizio: si depositerebbe una somma presso un deputato
del Comune, il quale ne farebbe le spese, e ne riceverebbe tutti gli
emolumenti e benefizj: vi assisterebbero tre _savj dell'eresia_,
incaricati dal doge per impedire gli abusi e tener informato il Governo
delle prese deliberazioni. Procedere doveano unicamente contra l'eresia;
non contra Turchi ed Ebrei i quali non sono eretici; non contra Greci,
perchè la loro controversia col papa non era ancora stata decisa; non
contra i bigami, perchè, il secondo matrimonio essendo nullo, aveano
violato le leggi civili, non il sacramento; gli usuraj pure non
intaccavano alcun dogma: i bestemmiatori mancavano di riverenza alla
religione, non la negavano: nè tampoco fatucchieri e stregoni doveano
esser competenza di quel tribunale, salvo che si provasse aveano abusato
de' sacramenti. Le ammende ricadevano all'erario, e agli eredi i beni
de' condannati.
Essendo denunziato un libro favorevole alle opinioni di Giovanni Huss,
la Signoria lo fece ardere, e l'autore mandò attorno colla mitera in
capo, indi sei mesi di prigione e nulla di peggio. Viepiù tollerante era
verso gli Ebrei, come negoziatori. L'ingegnere Alberghetti nel 1490 ideò
un congegno nuovo, e per applicarlo essendosi associato ad alcuni Ebrei,
domandò al collegio se l'ordinanza 19 marzo 1414 relativa ai privilegi
fosse applicabile anche agli Ebrei. Risposto fu che quella concessione
riguardava chiunque inventasse alcuna nobile ed utile opera, non
distinguendo veneti o forestieri, cristiani od ebrei, di qual fossero
città o setta. Anche più tardi vietossi d'inveir dal pulpito contro
gl'Israeliti, nè di obbligarli andar alla predica o portar segni
umilianti.
Da una autobiografia di Giovanni Bembo veneziano, scritta nel 1536 e
dall'erudito Teodoro Mommsen pubblicata nel 1861, raccogliamo che sua
madre Angela Corner, con altre venete matrone, il nome delle quali
scomparve in una laceratura del manuscritto, assistevano alla lettura e
spiegazione del vangelo in lingua vulgare, fatta da Giovanni Maria da
Bologna medico. Questo, denunziato da Francesco Giorgio frate
Mendicante, fu posto in carcere, da cui venne liberato dopo molti anni
da papa Giulio. Ciò dovette dunque accadere ne' primi anni del secolo, e
avanti che di Germania tonassero i riformatori.
Al 26 agosto 1520 presentossi al senato il vicario del patriarca
Contarini, esibendo la bolla pontifizia che condannava le opere e le
proposizioni di Lutero, e minacciava di scomunica chi le tenesse e le
professasse; e domandò di poter mandare i famigli nella libreria del
tedesco Giordano, sita a San Maurizio per sequestrar di tali libri,
venuti di Germania. Avutone licenza, li fece solennemente bruciare, ma
già alcune copie n'erano uscite, e Marin Sanuto, autore di curiosi
Diarj, dice averne avuta una, e tenerla nello studio. Il qual Sanuto
racconta pure come «sul campo [149] san Stefano fo predicato per messer
Andrea da Ferrara, qual ha gran concorso: era il campo pien, e lui stava
sul pozuolo [150] della casa del Pontremolo, scrivan all'officio dei
Dieci; el disse mal del papa e della Corte romana. Questo seguita la
dottrina de frà Martin Lutero, ch'è in Alemagna homo doctissimo, qual
seguita san Paolo, ed è contrario al papa molto, ed è sta per il papa
scomunicato»[151].
Lamentossi il pontefice, per bocca del suo segretario Bembo,
dell'impunità concessa a questo frate, e raccomandò che la Repubblica
non permettesse di stampare un'opera di esso, di sentimento luterano:
del che venne data sicurezza al legato; e il frate fu lasciato o fatto
partire.
Quell'anno stesso Burcardo Scenck, gentiluomo tedesco, scriveva allo
Spalatino, cappellano dell'elettore di Sassonia, che Lutero godeva stima
a Venezia, e ne correano i libri, malgrado il divieto del patriarca; che
il senato penò a permettere vi si pubblicasse la scomunica contro
l'eresiarca, e solo dopo uscito di chiesa il popolo. Lutero stesso per
lettere [152] felicitavasi che tanti di colà avessero accolto la parola
di Dio, e tenea corrispondenza col dotto Giacomo Ziegler che caldamente
vi s'adoperava; come di là giungevano esortazioni a Melantone perchè non
tentennasse nella fede, nè tradisse l'aspettazione degli Italiani.
Al 21 marzo 1521 il consiglio dei Dieci deliberava intorno ad eretici di
Valcamonica, accusati di stregheria, e rammemorando lo zelo sempre
spiegato a favor della Chiesa cattolica, soggiungea doversi però in tal
materia procedere con cautela e giustizia, e affidarne la procedura a
persone di chiara intelligenza, di retto giudizio e superiori a ogni
sospetto. Pertanto ne fossero, insieme col padre inquisitore, incaricati
uno o due vescovi insigni per dottrina, bontà, integrità, e
s'accordassero con due dottori laici nella confezione del processo.
Finito questo senza tortura, i rei sarebbero sottoposti a nuovo
interrogatorio dai due rettori di Brescia colla corte del podestà e
quattro altri dottori, procedendo con ogni diligenza e circospezione
prima di passar alla sentenza, e ponendo mente che la cupidigia di
denaro non fosse causa di condannare o diffamare alcuno senza
colpa[153]. Raccomandavano poi di mandare nella valle predicatori, de'
quali que' semplici e ignoranti montesi aveano maggior bisogno che non
d'inquisitori.
Monsignor Aleandro scrive al Sanga da Ratisbona il 31 marzo 1532 d'un
frà Bartolomeo minorita veneziano, fuggito per sospetto di luterano, e
diceva, per malevolenza particolare contro lui di monsignor Teatino.
Anguillava costui, chiedendo un breve del papa che lo giustificasse in
modo da poter vivere tranquillo in patria, ma al tempo stesso parlava da
luterano, e asseriva d'aver buone offerte dagli eretici se si desse con
loro. L'Aleandro usava seco or dolci modi or aspri, ma non venendone a
capo, gli parea meglio lasciarlo andare fra tante migliaja di Luterani,
che non rimetterlo in Venezia, dove «avendo parenti e, per la tristezza
de' tempi, molti fautori _etiam de summatibus_», potrebbe disseminar
tristi germi.
Più tardi troviamo costui a Norimberga in mezzo a Luterani, «che cantava
di bello contro la Chiesa con parole donde nascea non piccol carico τῶν
ἑνετῶν». Ove l'Aleandro soggiunge: «Da Venezia messer Roberto Magio mi
stimola con lettere che io vadi colà, che è molto necessario, e grande
espettazion di tutti. In una che ebbi jeri mi è scritto, che questi sono
tempi da potersi far per me in quella città di buone opere[154]».
Baldassare Altieri d'Aquila, stabilito in Venezia, e agente di molti
principi tedeschi, ebbe comodità di diffondervi libri e idee nuove; e
tanto crebbero, che nel 1538 Melantone esortava il senato a permettere
vi s'istituisse una chiesa: «Voi dovete conceder, particolarmente ai
dotti, il diritto d'esternar le loro opinioni e insegnarle. La vostra
patria è la sola che posseda un'aristocrazia vera, durata da secoli, e
sempre avversa alla tirannia: assicurate dunque alle persone pie la
libertà di pensare, e non si incontri costà il despotismo che pesa sugli
altri paesi»[155].
La quaresima del 47 predicò in San Barnaba un giovane servita con
maggior concorso che altri mai, e parendo avesse trasgredito i modi
cattolici, fu detenuto, toltigli i libri e le scritture, dal cui esame
apparve «luterano e persona di grande scandalo e degna di castigo»[156].
A Venezia da Enrico di Salz e Tommaso Molk di Königsgratz fu fatta
stampare una Bibbia ussita, che or trovasi nella biblioteca di
Dresda[157]. Vedemmo che il Bruccioli ivi pubblicò la sua Bibbia vulgare
in senso luterano. Nelle case di Giovanni Filadelfo, il 1536 e 37, vi fu
stampato il «Commento sull'epistola di san Paolo, compuesto per Juan
Valdesio, pio y sincer theologo»; nel 46 da Paolo Gherardo il _Beneficio
di Cristo_, e per Filippo Stagnino _Le opinioni di sant'Agostino sulla
Grazia e il libero arbitrio_ nel 1545 da Agostino Fregoso Sostegno. Ivi
predicava l'Ochino; a Padova fece lunga dimora Pietro Martire Vermiglio,
e tenne scuola lo Spiera di Castelfranco (Vol. II pag. 124): a Treviso
si formò un'accolta di novatori; e in una a Venezia tennero conferenze
circa quaranta persone, che spingeansi ben oltre i confini dei
Protestanti. Di ciò prese ombra Melantone, e nel 1539 scriveva al senato
pigliasse precauzioni contro gli Antitrinitarj, nè lui confondesse con
essi; finchè n'è tempo ci proveda, perchè è fama che più di quaranta
persone nella loro città e campagne ne siano infette, persone
nobilissime e d'acuto ingegno[158].
Dicemmo di monsignor Della Casa, ito nunzio papale a Venezia nel 1544, e
della parte sua nel processo del Vergerio. Dalle sue lettere appajono le
guise che quel Governo teneva coll'autorità ecclesiastica. Al cardinale
Farnese il 29 maggio 1546 scrive: «Avendo io fatto mettere prigione un
Francesco Strozzi, eretico marcio, il quale si tiene che traducesse in
vulgare il _Pasquillo in estasi_, libro di pessima condizione e
pestifero, e sendosegli trovato adosso, quando fu preso, uno epitafio
mordacissimo e crudelissimo fatto da lui contro la persona di nostro
signore, ed avendo sua santità a Roma con l'oratore di questi signori
fatta ogni istanza necessaria, ed io qui non mancato di tutte le
diligenze possibili per potere mandare il detto Francesco a Roma, il
quale è prete e stato frate dodici anni, non si è potuto avere, e
finalmente il serenissimo mi ha dato tanto precisa negativa jeri
mattina, che giudico non sia più da tentare questa pratica; fondandosi
sopra la conservazione della giurisdizione, e mostrando quanto ciascuno
Stato debba sforzarsi di mantenerla».
Il 29 giugno: «Sopra Francesco Strozzi la illus. Signoria mi ha promesso
stamattina di darmelo in qualunque prigione io lo vorrò; e come io
l'abbia in loco comodo, farò fare quanto richiede la giustizia in caso
così atroce[159].
Il 25 agosto: «Qui son molti fautori de' Luterani che spesso spesso
levano rumori assai. I quali non avendo modo di ribattere, quantunque
questi signori siano prudentissimi, e non diano orecchio così facilmente
a ogni cosa, crescono però e si dilatano per tutto».
Il 21 maggio seguente: «Io non ho ancora potuto aver risoluzione di
quello ch'io debba fare del frate eretico, del quale io parlai mercoredì
passato in Collegio (_in senato_) bene efficacemente, mostrando a quei
signori che i rimedj ordinarj non bastavano a reprimere la malizia di
questa setta, come l'esperienza dimostra tuttavia. E perchè lor
sublimità furono di varj pareri, non ebbi risoluzione ferma: ed io ho
molto riguardo di non pronunziar cosa che non sia poi eseguita da loro,
che sarebbe poco onor di questo officio, e darebbe animo alli eretici.
Averò la resoluzione lunedì, e sono assai certo che i signori deputati
hanno novamente avuto ancora maggior autorità, e sono stati esortati
alla severità e al rigore. Per il che io spero bene».
Raccogliamo da altro luogo che quel frate fu degradato in San Marco, in
abito secolare condotto nel Forte, condannato in vita; e i suoi libri e
la scritture bruciati[160].
L'11 giugno 1547 lo stesso Della Casa scriveva: «Io credo che quello che
sua santità ha detto al signor ambasciadore abbia fatto bonissimo frutto
nella causa delle eresie, perchè due di quei signori deputati mi hanno
ringraziato molto delle buone relazioni che dicono saper che io ho fatte
a Roma delle persone loro, mostrando di averne infinito piacere: e la
causa in se va molto bene, e spero che, con qualche destrezza
necessaria, in effetto in tutta questa negoziazione di qua si sarà, con
l'ajuto del santo Dio, fatto assai opportuno rimedio a questa fastidiosa
e pericolosa malattia».
E il 3 agosto 1549: «Sopra due eretici di Padova, per aver un poco di
querela fondata contra di loro, si è commesso al vicario che faccia un
poco di esamine secreto, e si vedrà di farli venir qua».
Infine il 9 novembre all'eletto di Pola a Roma: «Facendo io jermattina
instanza in Collegio per aver il braccio secolare per il Grisonio nelle
eresie di Conegliano, il principe m'interruppe dicendo, che aveano fatto
un'esecuzione molto laudabile contra quei di Digiano ecc. e che si
avvertisse che i preti che si poneano in luogo dei contumaci fossero
buoni, e sedessero là per sanar e correggere quanto aveano infettato
questi ecc.»
Nel 1546 Baldassare Archiew inglese domandava al senato licenza di
rimaner in Venezia come residente per la sua nazione, e presentar
lettere di cui lo aveano incaricato i principi di Germania. Sul
consentirglielo si disputò per molti giorni. Michele Barozzi sostenea
che in paese cattolico non poteasi tollerare un residente eretico, per
cui favore l'eresia troverebbe modo d'insinuarsi: ma il Pesaro riflettea
trattarsi di Stato, non di fede: i Protestanti erano grandi principi,
occupavano mezza Europa, si opponevano all'imperatore, di che tornava
vantaggio a Venezia: se poi si volesse aver riguardo alla fede, ben
altri rigori occorrerebbero per reprimere la simonia. Il Barozzi
replicava che la domanda dell'Archiew riguardava appunto la fede, poichè
tendeva a procacciarsi stabile e riconosciuto dominio in Venezia, e
perciò arbitrio di parlar liberamente, spacciare suoi libri, e
scandolezzare i Cattolici coi liberi modi di protestante. Il Trevisan
insisteva, i Protestanti non mandare certo a trattar di fede, bensì di
Stato: i principi tedeschi non cercare che la conservazione della
propria libertà e degli interessi religiosi: solo per questi, dopo
ventinove anni che professavano la nuova fede, essersi ora uniti in lega
spedendo nunzj alle diverse potenze, fra cui anche a Venezia,
dirigendole per mezzo dell'Archiew una lettera alla quale sarebbe
scortesia il non rispondere: come sarebbe improvido il non tenersi amica
una Lega tanto potente. In fatto la lettera fu ricevuta, e datavi
risposta evasiva; e l'Archiew rimase come residente d'Inghilterra. Del
che lagnandosi il papa, gli fu risposto esser ciò necessario per le
continue comunicazioni con quel regno; del resto sua santità non poter
dubitare della devozione della Repubblica.
Nessun però creda che i Veneziani s'allentassero nel perseguitare
l'eresia; sì perchè ve li portava l'indole dei tempi, sì perchè essa
turbava la quiete pubblica, primario intento di quel Governo. Fin dal 22
aprile 1547 erasi data questa commissione agli assistenti del
Sant'Uffizio.
«_Nos Franciscus Donato dux Venetiarum, ecc._ Conoscendo, niuna cosa
esser più degna del Principe Cristiano, che l'essere studioso della
Religione e difensore della Fede Cattolica, il che etiam n'è commesso
per la promissione nostra ducale, e stato sempre istituito dalli
Maggiori nostri; però ad onore della Santa Madre Chiesa avemo eletti in
questi tempi col nostro minor Consiglio voi, dilettissimi nobili nostri,
Nicolò Tiepolo, dottor Francesco Contarini e Marco Antonio Venier
dottore, come quelli che sete probi, discreti e cattolici uomini, e
diligenti in tutte le azioni vostre, e massimamente dove conoscete
trattarsi dell'onore del Signore Iddio. E vi commettemo, che dobbiate
diligentemente inquirere contro gli eretici, che si trovassero in questa
nostra città, e etiam ad mettere querele contro alcuno di loro, che
fossero date; e essere insieme col reverendissimo Legato e Ministri
suoi, col reverendo Patriarca nostro e Ministri suoi, col venerabile
Inquisitore dell'eretica pravità, sollecitando cadauno di loro in ogni
tempo e in ogni caso che occorrerà, alla formazione de' processi: alla
quale etiam sarete _assistenti_, etiam procurando, che siano fatte le
sentenze debite contro quelli, che saranno conosciuti rei. E di tempo in
tempo ne avvisarete tutto quello che occorrerà, perchè non vi mancheremo
d'ogni ajuto e favore, secondo la formola della promozione nostra ecc.».
Il 21 ottobre 1548 fu presa questa _parte_, cioè determinazione nel
Consiglio dei Dieci:
«In esecution della Promission del serenissimo principe nostro e del
capitular di conseglieri, furono da Sua Serenità con il consenso loro
deputati tre delli primarj nobili nostri ad inquirir e accettar denunzie
contra eretici in questa città e ducato solamente. I quali essendosi
[134] Il Dumoulin diceva che i decreti del Concilio di Trento «non
possono menomamente esser ricevuti senza violare la maestà reale e la
sua giustizia senza calpestar l'autorità dei tre Stati di Francia;
l'autorità della Corte e del Parlamento e la libertà del popolo
cristiano». _Conseil sur le fait du Concile._
[135] L'_exequatur_ o _placet_ regio può esser considerato come una
notizia che il principe prende delle mutazioni di uffizj o di cose
pubbliche, che il potere universale pontifizio introduce nel dominio
particolare di esso principe, e fin qui è ispezione modesta e legittima.
Diviene usurpazione quando considera il papa come un principe straniero,
che non ha giurisdizione sul territorio altrui se non col beneplacito
dello Stato. Clemente VIII nel 1596 scriveva all'Olivares vicerè di
Napoli, che «è falsa la immemorabile antichità dell'_exequatur_, anzi ne
son notissime le origini e le cagioni». In fatto nacque essa durante il
grande scisma, quando Urbano VI nel 1378 ordinò ai vescovi di esaminar
le bolle pontifizie prima d'eseguirle, onde accertare se venissero dal
papa legittimo o dall'antipapa Clemente VII. I principi usarono l'eguale
cautela, ma cessata l'occasione, lasciarono ancora la libera autorità.
Chi primo pose restrizione fu il Portogallo verso il 1486, di che fu
avvertito seriamente da Sisto IV e da Innocenzo VIII: e i principi e i
ministri colsero volentieri quest'esempio per esercitare ingerenza sulle
provisioni papali, e legar la Chiesa allo Stato. Benedetto XIV, nel
gennajo 1742 dirigeva in tal proposito una istruzione alla Corte di
Torino, nella quale dicea tollerar la visione delle bolle e dei brevi,
ma senza che vi si apponesse alcun decreto d'esecuzione; e anche dalla
visione eccettuava le bolle dogmatiche in materia di fede, le bolle e i
brevi che regolano il ben vivere e i santi costumi, quelle di giubilei e
indulgenze, della sacra penitenzieria, e le lettere scritte dalle sacre
congregazioni ai vescovi o ad altre persone per informazione.
[136] Alcuni ecclesiastici impedivano di far passare le acque sulle loro
terre: libertà d'acquedotto ch'è uno de' più utili statuti antichi del
Milanese, e causa di tanta prosperità agricola. San Carlo, considerando
_hac in re non de Ecclesiæ ejusve ministrorum damno, sed de utilitate
evidenti agi_, comanda di non opporvisi. Editto 21 agosto 1572.
[137] È questa la più rinomata fra le delegazioni fatte dal pontefice a
secolari. Urbano II al 5 luglio 1098 avrebbe dato a re Roggero e suoi
successori le facoltà di legato a latere, e di eleggere loro vicarj col
titolo di giudici della Monarchia; avendo così giurisdizione sopra i
vescovi, sino a poter annullare interdetti e scomuniche e le sentenze
loro, e sospenderli; annichilar le sentenze e pene pontifizie se non
approvate da esso tribunale. Tanto erano esorbitanti tali concessioni,
che dubitavasi della autenticità. Esaminato bene l'atto, appare che, ne'
diplomi originali con cui Roggero eresse chiese e conventi, esprimeasi
sempre «con intesa e per comando di Urbano II»: il Baronio dimostrò la
falsità dell'atto del 1098, per lo che l'ultimo volume de' suoi _Annali_
fu escluso dalla Spagna, ed egli stesso ebbe l'esclusione da pontefice
nel conclave del 1605. Per quattrocentrenta anni non se ne trova
menzione, fin quando al 1513 l'avvocato Giovan Luca Barberio lo pubblicò
nel _Caput brevium_, collezione dei diplomi delle Due Sicilie, non
indicando donde l'avesse tratto. Nel 1578 dallo Zurita stampavasi
l'_Historia Sicula_ di Gaufrido Malaterra, contemporaneo di Urbano II,
nella quale esso breve era introdotto al lib. IV, c. 29, ma potrebbe
esservi intruso o alterato. Carlo V se ne giovò, e nel 1526 lo facea
sottoscrivere dai consiglieri di Sicilia, e pubblicare nel libro _De
Monarchia_.
Del resto quel breve porta _quod omni vitæ tuæ tempore, vel filii tui
Simonis, aut alterius, qui legitimus tui hæres extiterit, nullum in
terra potestatis vestræ, præter voluntatem aut consilium vestrum,
legatum romanæ Ecclesiæ statuemus: quinimmo, quæ per legatum acturi
sumus, per vestram industriam legati vice exhiberi volumus_, ecc. Valea
dunque soltanto per esso Roggero e pel suo primogenito Simone, o per
l'altro figlio. Eppure di là vennero interminabili contese, tratto
tratto sopite con particolari concessioni di papi; massimamente Clemente
XI colla costituzione del 1715 _Romanus pontifex_ provide a reprimere i
grandi abusi, e meglio Benedetto XIII fissò i limiti de' poteri della
Monarchia. Carlo VI violò subito il concordato, e in appresso i re se ne
fecero appoggio onde pretendere come legali quelle invasioni che in
Toscana e altrove si faceano sopra l'autorità ecclesiastica, e s'andò
via via ampliando, sin a vedersi nel 1860 Garibaldi sedere sul trono, e
ricevere l'incensata. Vedi _La Sicilia e la Santa Sede_. Malta 1865.
[138] Cronaca manuscritta nella biblioteca comunale di Palermo, 2. q. E.
55.
[139] Lo dichiara negli _Uffizi del Cardinale_, lib. I, p. 64.
[140] Questa teorica fu, ai dì nostri, ravvivata dal Gioberti nel
_Primato_ e nei _Prolegomeni_. Il padre Ventura disse che «il potere
politico dev'essere subordinato all'ecclesiastico quanto il domestico al
politico». Vedasi anche AUDISIO, _Diritto pubblico della Chiesa e delle
genti cristiane._ Vol. 3. Roma 1863.
[141] De laicis, lib. III, c. 6: _Certum est politicam potestatem a Deo
esse... Jus divinum nulli homini particulari dedit hanc potestatem; ergo
dedit multitudini... Respublica non potest per se ipsam exercere hanc
potestatem; ergo tenetur eam transferre in aliquem unum, vel aliquos
paucos... Pendet a consensu multitudinis constituere super se regem, vel
consules, vel alios magistratus... Sublato jure positivo, non est major
ratio cur ex multis æqualibus unus potius quam alius dominetur..._
[142] _Summus ponfifex simpliciter et absolute est supra Ecclesiam
universam et supra Concilium generale, ita ut nullum in terris supra se
judicem agnoscat._ De Concilii auctoritate, cap. 17.
[143] _De romano pontifice capite totius militantis Ecclesiæ,_ II, 29.
_Pontifex ut pontifex, etsi non habet ullam mere temporalem potestatem,
tamen in ordine ad bonum spirituale habet summam potestatem disponendi
de temporalibus rebus omnium Christianorum._
[144] _Reges quæ imperent justa facere imperando quæ volent injusta._
HOBBES, De cive 112. L'opinione attribuita al Bellarmino si fonda
principalmente sul _De romano pontifice_, lib. IV, c. 5; ma l'ultimo
punto suole travisarsi.
[145] L'_Antibellarmino_ di Adamo Scherzer; un altro di Samuele Weber,
l'_Antibellarmino contratto_ di Corrado Vorstio; l'_Antibellarmino
biblico_ di Giorgio Albrecht; il _Collegio antibellarminiano_ di Amando
Polano; le _Disputazioni antibellarminiane_ di Lodovico Crell; il
_Bellarmino enervato_ di Guglielmo Amesio; e taciamo altri, fra cui le
confutazioni di re Giacomo Stuart. Anche Duplessis-Mornay scrisse il
_Mistero d'iniquità o storia del papato, per quali progressi salì al
colmo; che opposizione gli fece la gente dabbene di tempo in tempo, dove
si difendono i diritti degli imperatori, re e principi cristiani contro
le asserzioni de cardinali Bellarmino e Baronio_. Saumur, 1611.
[146] Dopo altri, Agostino e Luigi De Backer stamparono a Liège, nel
1853 e seguenti, in sette grossi volumi la _Bibliothéque des écrivains
de la compagnie de Jesus_. Il catalogo delle opere del Bellarmino còlle
traduzioni e le confutazioni occupa quarantasei colonne. Molte volte
furono ristampate le _Disputationes de controversiis fidei adversus
hujus temporis hæreticos_. Il Bellarmino, a istanza del cardinale
Tarugi, compose la _Dottrina cristiana breve_: e per ordine di Clemente
VIII la _Dichiarazione più copiosa della dottrina cristiana_. Fu
approvato dai più insigni teologi e dai papi, e dal Concilio romano del
1725: e attaccato dai Giansenisti, massime da G. B. Guadagnini; contro
del quale Francesco Gusta scrisse la _Difesa del Catechismo del vener.
cardinal Bellarmino_, Venezia 1799.
[147] A questo concetto del deporre i re da un pezzo rinunziarono i
papi. Il 23 giugno 1791 il cardinale Antonelli, prefetto della
Propaganda dirigeva una nota ai vescovi d'Irlanda, ove dice: «Bisogna
ben distinguere fra i veri diritti della sede apostolica e quel che
maliziosamente gl'imputano. La Santa Sede non insegnò mai che si deva
ricusare fedeltà a sovrani eretici, e che un giuramento prestato a re
fuor della comunione cattolica deva esser violato, o che sia permesso al
papa di privarli de' loro diritti temporali».
I vescovi degli Stati Uniti, raccolti nel V concilio di Baltimora,
mandarono al papa un indirizzo ove de' loro avversarj dicono: «Sforzansi
ispirare sospetti contro i loro fratelli cattolici che versarono il
sangue per la libertà di questo paese: pretendono che noi siamo sotto il
dominio del papa per le cose civili e politiche, e che così dipendiamo
da un sovrano straniero... Molti di noi dichiararono vigorosamente e con
giuramento che il papa non esercita verun potere civile; e questa
dichiarazione fu benissimo accetta da Gregorio XVI». Vedasi M. AFFRE,
_Essai sur la suprématie temporelle du pape, 1829_. Questi, contro il
Lamennais, dimostrò che la bolla di Bonifazio VIII è stata abrogata
pochi anni dopo da Clemente V in quanto diceva che la podestà temporale
fosse sottomessa alla correzione della potenza spirituale.
Francesco Suarez, al quale il Grozio non sapea trovar l'eguale per acume
filosofico e teologico, dimostra che sentimento comune de' giureconsulti
e teologi era che il potere dei re vien loro da Dio per mezzo del
popolo, e ne sono responsali non solo a Dio, ma anche al popolo. Un
predicatore davanti a Filippo II a Madrid, avendo pronunziato che «i
sovrani hanno potere assoluto sulla persona e i beni de' sudditi»,
l'Inquisizione lo processò, condannollo a penitenze e a ritrattarsi
dicendo dal pulpito che «i re non hanno sui loro sudditi altri poteri se
non quello accordato loro dal diritto divino e dall'umano, e nessuno che
proceda dalla loro volontà libera e assoluta». Vedi BALMÈS, _Il
Protestantismo paragonato al cattolicismo_.
Talmente si avea gelosia delle pretendenze papali, che la _Gerusalemme
conquistata_ del Tasso fu proibita dal parlamento di Parigi perchè,
descrivendo le turbolenze di Francia, vi si dice nel canto XX, 77 del
papa che
ei solo il re può dare al regno
E 'l regno al re, domi i tiranni e i mostri,
E placargli del cielo il grave sdegno.
[148] Il cardinale Sforza Pallavicini volea che la Corte di Roma fosse
ricchissima, affine di provvedere non solo allo spirito, ma anche alle
utilità secondo la carne, essendo «quell'anima che tiene in unità tanti
regni, e costituisce un corpo politico il più formidabile, il più
virtuoso, il più letterato, il più felice che sia in terra». Perciò
richiede «torrenti di pecunia», e viver pomposo di cardinali, e
proporzionato ne' vescovi; e che a Roma concorrano a servizio uomini
d'ogni natura, e quei che vivono solo dello spirito, e quei che per
soprapiù desiderano i beni mondani, e quei che tali beni antepongono a
quelli dell'anima.
DISCORSO XLV.
ERETICI NEL VENETO. ACCADEMIA DI VICENZA. FRANCESCO NEGRI. GIROLAMO
ZANCHI. ALTRI.
Fin dal 1248 Venezia avea stabilito si punissero quelli che un concilio
di prelati sentenziasse d'empietà; e nella promission ducale di Marino
Morosini nel 1249, per la prima volta si legge: _Ad honorem Dei et
sacrosanctæ matris Ecclesiæ et robur et defensionem fidei catholicæ,
studiosi erimus, cum consilio nostrorum consiliariorum vel majoris
partis, quod probi et discreti et catholici viri eligantur et
constituantur super inquirendis in Veneciis. Et omnes qui illis dati
erunt pro hæreticis per dominum patriarcam Gradensem, episcopum
Castellanum, vel per alios episcopos provinciæ ducatus Veneciarum,_
COMBURI FACIEMUS _de consilio nostrorum consiliariorum vel majoris
partis ipsorum._ Il 4 agosto 1289, ad istanza di Nicola IV s'introdusse
l'Inquisizione, composta di tre giudici, che erano il vescovo, un
domenicano e il nunzio apostolico: però non poteano seder a tribunale
senza commissione sottoscritta dal doge: solo dal doge poteano aver
ajuto nel loro uffizio: si depositerebbe una somma presso un deputato
del Comune, il quale ne farebbe le spese, e ne riceverebbe tutti gli
emolumenti e benefizj: vi assisterebbero tre _savj dell'eresia_,
incaricati dal doge per impedire gli abusi e tener informato il Governo
delle prese deliberazioni. Procedere doveano unicamente contra l'eresia;
non contra Turchi ed Ebrei i quali non sono eretici; non contra Greci,
perchè la loro controversia col papa non era ancora stata decisa; non
contra i bigami, perchè, il secondo matrimonio essendo nullo, aveano
violato le leggi civili, non il sacramento; gli usuraj pure non
intaccavano alcun dogma: i bestemmiatori mancavano di riverenza alla
religione, non la negavano: nè tampoco fatucchieri e stregoni doveano
esser competenza di quel tribunale, salvo che si provasse aveano abusato
de' sacramenti. Le ammende ricadevano all'erario, e agli eredi i beni
de' condannati.
Essendo denunziato un libro favorevole alle opinioni di Giovanni Huss,
la Signoria lo fece ardere, e l'autore mandò attorno colla mitera in
capo, indi sei mesi di prigione e nulla di peggio. Viepiù tollerante era
verso gli Ebrei, come negoziatori. L'ingegnere Alberghetti nel 1490 ideò
un congegno nuovo, e per applicarlo essendosi associato ad alcuni Ebrei,
domandò al collegio se l'ordinanza 19 marzo 1414 relativa ai privilegi
fosse applicabile anche agli Ebrei. Risposto fu che quella concessione
riguardava chiunque inventasse alcuna nobile ed utile opera, non
distinguendo veneti o forestieri, cristiani od ebrei, di qual fossero
città o setta. Anche più tardi vietossi d'inveir dal pulpito contro
gl'Israeliti, nè di obbligarli andar alla predica o portar segni
umilianti.
Da una autobiografia di Giovanni Bembo veneziano, scritta nel 1536 e
dall'erudito Teodoro Mommsen pubblicata nel 1861, raccogliamo che sua
madre Angela Corner, con altre venete matrone, il nome delle quali
scomparve in una laceratura del manuscritto, assistevano alla lettura e
spiegazione del vangelo in lingua vulgare, fatta da Giovanni Maria da
Bologna medico. Questo, denunziato da Francesco Giorgio frate
Mendicante, fu posto in carcere, da cui venne liberato dopo molti anni
da papa Giulio. Ciò dovette dunque accadere ne' primi anni del secolo, e
avanti che di Germania tonassero i riformatori.
Al 26 agosto 1520 presentossi al senato il vicario del patriarca
Contarini, esibendo la bolla pontifizia che condannava le opere e le
proposizioni di Lutero, e minacciava di scomunica chi le tenesse e le
professasse; e domandò di poter mandare i famigli nella libreria del
tedesco Giordano, sita a San Maurizio per sequestrar di tali libri,
venuti di Germania. Avutone licenza, li fece solennemente bruciare, ma
già alcune copie n'erano uscite, e Marin Sanuto, autore di curiosi
Diarj, dice averne avuta una, e tenerla nello studio. Il qual Sanuto
racconta pure come «sul campo [149] san Stefano fo predicato per messer
Andrea da Ferrara, qual ha gran concorso: era il campo pien, e lui stava
sul pozuolo [150] della casa del Pontremolo, scrivan all'officio dei
Dieci; el disse mal del papa e della Corte romana. Questo seguita la
dottrina de frà Martin Lutero, ch'è in Alemagna homo doctissimo, qual
seguita san Paolo, ed è contrario al papa molto, ed è sta per il papa
scomunicato»[151].
Lamentossi il pontefice, per bocca del suo segretario Bembo,
dell'impunità concessa a questo frate, e raccomandò che la Repubblica
non permettesse di stampare un'opera di esso, di sentimento luterano:
del che venne data sicurezza al legato; e il frate fu lasciato o fatto
partire.
Quell'anno stesso Burcardo Scenck, gentiluomo tedesco, scriveva allo
Spalatino, cappellano dell'elettore di Sassonia, che Lutero godeva stima
a Venezia, e ne correano i libri, malgrado il divieto del patriarca; che
il senato penò a permettere vi si pubblicasse la scomunica contro
l'eresiarca, e solo dopo uscito di chiesa il popolo. Lutero stesso per
lettere [152] felicitavasi che tanti di colà avessero accolto la parola
di Dio, e tenea corrispondenza col dotto Giacomo Ziegler che caldamente
vi s'adoperava; come di là giungevano esortazioni a Melantone perchè non
tentennasse nella fede, nè tradisse l'aspettazione degli Italiani.
Al 21 marzo 1521 il consiglio dei Dieci deliberava intorno ad eretici di
Valcamonica, accusati di stregheria, e rammemorando lo zelo sempre
spiegato a favor della Chiesa cattolica, soggiungea doversi però in tal
materia procedere con cautela e giustizia, e affidarne la procedura a
persone di chiara intelligenza, di retto giudizio e superiori a ogni
sospetto. Pertanto ne fossero, insieme col padre inquisitore, incaricati
uno o due vescovi insigni per dottrina, bontà, integrità, e
s'accordassero con due dottori laici nella confezione del processo.
Finito questo senza tortura, i rei sarebbero sottoposti a nuovo
interrogatorio dai due rettori di Brescia colla corte del podestà e
quattro altri dottori, procedendo con ogni diligenza e circospezione
prima di passar alla sentenza, e ponendo mente che la cupidigia di
denaro non fosse causa di condannare o diffamare alcuno senza
colpa[153]. Raccomandavano poi di mandare nella valle predicatori, de'
quali que' semplici e ignoranti montesi aveano maggior bisogno che non
d'inquisitori.
Monsignor Aleandro scrive al Sanga da Ratisbona il 31 marzo 1532 d'un
frà Bartolomeo minorita veneziano, fuggito per sospetto di luterano, e
diceva, per malevolenza particolare contro lui di monsignor Teatino.
Anguillava costui, chiedendo un breve del papa che lo giustificasse in
modo da poter vivere tranquillo in patria, ma al tempo stesso parlava da
luterano, e asseriva d'aver buone offerte dagli eretici se si desse con
loro. L'Aleandro usava seco or dolci modi or aspri, ma non venendone a
capo, gli parea meglio lasciarlo andare fra tante migliaja di Luterani,
che non rimetterlo in Venezia, dove «avendo parenti e, per la tristezza
de' tempi, molti fautori _etiam de summatibus_», potrebbe disseminar
tristi germi.
Più tardi troviamo costui a Norimberga in mezzo a Luterani, «che cantava
di bello contro la Chiesa con parole donde nascea non piccol carico τῶν
ἑνετῶν». Ove l'Aleandro soggiunge: «Da Venezia messer Roberto Magio mi
stimola con lettere che io vadi colà, che è molto necessario, e grande
espettazion di tutti. In una che ebbi jeri mi è scritto, che questi sono
tempi da potersi far per me in quella città di buone opere[154]».
Baldassare Altieri d'Aquila, stabilito in Venezia, e agente di molti
principi tedeschi, ebbe comodità di diffondervi libri e idee nuove; e
tanto crebbero, che nel 1538 Melantone esortava il senato a permettere
vi s'istituisse una chiesa: «Voi dovete conceder, particolarmente ai
dotti, il diritto d'esternar le loro opinioni e insegnarle. La vostra
patria è la sola che posseda un'aristocrazia vera, durata da secoli, e
sempre avversa alla tirannia: assicurate dunque alle persone pie la
libertà di pensare, e non si incontri costà il despotismo che pesa sugli
altri paesi»[155].
La quaresima del 47 predicò in San Barnaba un giovane servita con
maggior concorso che altri mai, e parendo avesse trasgredito i modi
cattolici, fu detenuto, toltigli i libri e le scritture, dal cui esame
apparve «luterano e persona di grande scandalo e degna di castigo»[156].
A Venezia da Enrico di Salz e Tommaso Molk di Königsgratz fu fatta
stampare una Bibbia ussita, che or trovasi nella biblioteca di
Dresda[157]. Vedemmo che il Bruccioli ivi pubblicò la sua Bibbia vulgare
in senso luterano. Nelle case di Giovanni Filadelfo, il 1536 e 37, vi fu
stampato il «Commento sull'epistola di san Paolo, compuesto per Juan
Valdesio, pio y sincer theologo»; nel 46 da Paolo Gherardo il _Beneficio
di Cristo_, e per Filippo Stagnino _Le opinioni di sant'Agostino sulla
Grazia e il libero arbitrio_ nel 1545 da Agostino Fregoso Sostegno. Ivi
predicava l'Ochino; a Padova fece lunga dimora Pietro Martire Vermiglio,
e tenne scuola lo Spiera di Castelfranco (Vol. II pag. 124): a Treviso
si formò un'accolta di novatori; e in una a Venezia tennero conferenze
circa quaranta persone, che spingeansi ben oltre i confini dei
Protestanti. Di ciò prese ombra Melantone, e nel 1539 scriveva al senato
pigliasse precauzioni contro gli Antitrinitarj, nè lui confondesse con
essi; finchè n'è tempo ci proveda, perchè è fama che più di quaranta
persone nella loro città e campagne ne siano infette, persone
nobilissime e d'acuto ingegno[158].
Dicemmo di monsignor Della Casa, ito nunzio papale a Venezia nel 1544, e
della parte sua nel processo del Vergerio. Dalle sue lettere appajono le
guise che quel Governo teneva coll'autorità ecclesiastica. Al cardinale
Farnese il 29 maggio 1546 scrive: «Avendo io fatto mettere prigione un
Francesco Strozzi, eretico marcio, il quale si tiene che traducesse in
vulgare il _Pasquillo in estasi_, libro di pessima condizione e
pestifero, e sendosegli trovato adosso, quando fu preso, uno epitafio
mordacissimo e crudelissimo fatto da lui contro la persona di nostro
signore, ed avendo sua santità a Roma con l'oratore di questi signori
fatta ogni istanza necessaria, ed io qui non mancato di tutte le
diligenze possibili per potere mandare il detto Francesco a Roma, il
quale è prete e stato frate dodici anni, non si è potuto avere, e
finalmente il serenissimo mi ha dato tanto precisa negativa jeri
mattina, che giudico non sia più da tentare questa pratica; fondandosi
sopra la conservazione della giurisdizione, e mostrando quanto ciascuno
Stato debba sforzarsi di mantenerla».
Il 29 giugno: «Sopra Francesco Strozzi la illus. Signoria mi ha promesso
stamattina di darmelo in qualunque prigione io lo vorrò; e come io
l'abbia in loco comodo, farò fare quanto richiede la giustizia in caso
così atroce[159].
Il 25 agosto: «Qui son molti fautori de' Luterani che spesso spesso
levano rumori assai. I quali non avendo modo di ribattere, quantunque
questi signori siano prudentissimi, e non diano orecchio così facilmente
a ogni cosa, crescono però e si dilatano per tutto».
Il 21 maggio seguente: «Io non ho ancora potuto aver risoluzione di
quello ch'io debba fare del frate eretico, del quale io parlai mercoredì
passato in Collegio (_in senato_) bene efficacemente, mostrando a quei
signori che i rimedj ordinarj non bastavano a reprimere la malizia di
questa setta, come l'esperienza dimostra tuttavia. E perchè lor
sublimità furono di varj pareri, non ebbi risoluzione ferma: ed io ho
molto riguardo di non pronunziar cosa che non sia poi eseguita da loro,
che sarebbe poco onor di questo officio, e darebbe animo alli eretici.
Averò la resoluzione lunedì, e sono assai certo che i signori deputati
hanno novamente avuto ancora maggior autorità, e sono stati esortati
alla severità e al rigore. Per il che io spero bene».
Raccogliamo da altro luogo che quel frate fu degradato in San Marco, in
abito secolare condotto nel Forte, condannato in vita; e i suoi libri e
la scritture bruciati[160].
L'11 giugno 1547 lo stesso Della Casa scriveva: «Io credo che quello che
sua santità ha detto al signor ambasciadore abbia fatto bonissimo frutto
nella causa delle eresie, perchè due di quei signori deputati mi hanno
ringraziato molto delle buone relazioni che dicono saper che io ho fatte
a Roma delle persone loro, mostrando di averne infinito piacere: e la
causa in se va molto bene, e spero che, con qualche destrezza
necessaria, in effetto in tutta questa negoziazione di qua si sarà, con
l'ajuto del santo Dio, fatto assai opportuno rimedio a questa fastidiosa
e pericolosa malattia».
E il 3 agosto 1549: «Sopra due eretici di Padova, per aver un poco di
querela fondata contra di loro, si è commesso al vicario che faccia un
poco di esamine secreto, e si vedrà di farli venir qua».
Infine il 9 novembre all'eletto di Pola a Roma: «Facendo io jermattina
instanza in Collegio per aver il braccio secolare per il Grisonio nelle
eresie di Conegliano, il principe m'interruppe dicendo, che aveano fatto
un'esecuzione molto laudabile contra quei di Digiano ecc. e che si
avvertisse che i preti che si poneano in luogo dei contumaci fossero
buoni, e sedessero là per sanar e correggere quanto aveano infettato
questi ecc.»
Nel 1546 Baldassare Archiew inglese domandava al senato licenza di
rimaner in Venezia come residente per la sua nazione, e presentar
lettere di cui lo aveano incaricato i principi di Germania. Sul
consentirglielo si disputò per molti giorni. Michele Barozzi sostenea
che in paese cattolico non poteasi tollerare un residente eretico, per
cui favore l'eresia troverebbe modo d'insinuarsi: ma il Pesaro riflettea
trattarsi di Stato, non di fede: i Protestanti erano grandi principi,
occupavano mezza Europa, si opponevano all'imperatore, di che tornava
vantaggio a Venezia: se poi si volesse aver riguardo alla fede, ben
altri rigori occorrerebbero per reprimere la simonia. Il Barozzi
replicava che la domanda dell'Archiew riguardava appunto la fede, poichè
tendeva a procacciarsi stabile e riconosciuto dominio in Venezia, e
perciò arbitrio di parlar liberamente, spacciare suoi libri, e
scandolezzare i Cattolici coi liberi modi di protestante. Il Trevisan
insisteva, i Protestanti non mandare certo a trattar di fede, bensì di
Stato: i principi tedeschi non cercare che la conservazione della
propria libertà e degli interessi religiosi: solo per questi, dopo
ventinove anni che professavano la nuova fede, essersi ora uniti in lega
spedendo nunzj alle diverse potenze, fra cui anche a Venezia,
dirigendole per mezzo dell'Archiew una lettera alla quale sarebbe
scortesia il non rispondere: come sarebbe improvido il non tenersi amica
una Lega tanto potente. In fatto la lettera fu ricevuta, e datavi
risposta evasiva; e l'Archiew rimase come residente d'Inghilterra. Del
che lagnandosi il papa, gli fu risposto esser ciò necessario per le
continue comunicazioni con quel regno; del resto sua santità non poter
dubitare della devozione della Repubblica.
Nessun però creda che i Veneziani s'allentassero nel perseguitare
l'eresia; sì perchè ve li portava l'indole dei tempi, sì perchè essa
turbava la quiete pubblica, primario intento di quel Governo. Fin dal 22
aprile 1547 erasi data questa commissione agli assistenti del
Sant'Uffizio.
«_Nos Franciscus Donato dux Venetiarum, ecc._ Conoscendo, niuna cosa
esser più degna del Principe Cristiano, che l'essere studioso della
Religione e difensore della Fede Cattolica, il che etiam n'è commesso
per la promissione nostra ducale, e stato sempre istituito dalli
Maggiori nostri; però ad onore della Santa Madre Chiesa avemo eletti in
questi tempi col nostro minor Consiglio voi, dilettissimi nobili nostri,
Nicolò Tiepolo, dottor Francesco Contarini e Marco Antonio Venier
dottore, come quelli che sete probi, discreti e cattolici uomini, e
diligenti in tutte le azioni vostre, e massimamente dove conoscete
trattarsi dell'onore del Signore Iddio. E vi commettemo, che dobbiate
diligentemente inquirere contro gli eretici, che si trovassero in questa
nostra città, e etiam ad mettere querele contro alcuno di loro, che
fossero date; e essere insieme col reverendissimo Legato e Ministri
suoi, col reverendo Patriarca nostro e Ministri suoi, col venerabile
Inquisitore dell'eretica pravità, sollecitando cadauno di loro in ogni
tempo e in ogni caso che occorrerà, alla formazione de' processi: alla
quale etiam sarete _assistenti_, etiam procurando, che siano fatte le
sentenze debite contro quelli, che saranno conosciuti rei. E di tempo in
tempo ne avvisarete tutto quello che occorrerà, perchè non vi mancheremo
d'ogni ajuto e favore, secondo la formola della promozione nostra ecc.».
Il 21 ottobre 1548 fu presa questa _parte_, cioè determinazione nel
Consiglio dei Dieci:
«In esecution della Promission del serenissimo principe nostro e del
capitular di conseglieri, furono da Sua Serenità con il consenso loro
deputati tre delli primarj nobili nostri ad inquirir e accettar denunzie
contra eretici in questa città e ducato solamente. I quali essendosi
You have read 1 text from İtalian literature.
Çirattagı - Gli eretici d'Italia, vol. III - 16
- Büleklär
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 01Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4243Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196233.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 02Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4434Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198935.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 03Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4227Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185034.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 04Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4286Unikal süzlärneñ gomumi sanı 168334.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 05Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4387Unikal süzlärneñ gomumi sanı 187834.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 06Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4097Unikal süzlärneñ gomumi sanı 206928.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 07Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4421Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189532.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 08Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4371Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199432.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 09Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4161Unikal süzlärneñ gomumi sanı 226723.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.33.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 10Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4210Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199132.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 11Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4406Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198434.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 12Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4183Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194130.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.42.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 13Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4170Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196930.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 14Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4227Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193931.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 15Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4294Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194234.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 16Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4342Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186833.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 17Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4364Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193934.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 18Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4241Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189531.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 19Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4125Unikal süzlärneñ gomumi sanı 213224.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.32.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.36.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 20Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4136Unikal süzlärneñ gomumi sanı 218524.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.33.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 21Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4296Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189433.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 22Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4288Unikal süzlärneñ gomumi sanı 188433.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 23Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4354Unikal süzlärneñ gomumi sanı 197933.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 24Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4351Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191234.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 25Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4326Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192933.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 26Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4338Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189334.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 27Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4339Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189233.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 28Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4385Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190834.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 29Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4241Unikal süzlärneñ gomumi sanı 203634.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 30Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4217Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189935.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 31Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4235Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198531.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 32Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4357Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200232.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 33Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4393Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186435.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 34Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4436Unikal süzlärneñ gomumi sanı 165437.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.58.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 35Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4182Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200828.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 36Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4425Unikal süzlärneñ gomumi sanı 170834.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 37Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4332Unikal süzlärneñ gomumi sanı 183832.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 38Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4275Unikal süzlärneñ gomumi sanı 195833.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 39Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4292Unikal süzlärneñ gomumi sanı 208531.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 40Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4264Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196834.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 41Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4314Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192132.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 42Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4323Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191333.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 43Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4218Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199630.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 44Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4261Unikal süzlärneñ gomumi sanı 173631.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 45Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4301Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196133.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 46Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4235Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199830.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 47Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4299Unikal süzlärneñ gomumi sanı 205430.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 48Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4191Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198830.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 49Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4289Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193933.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 50Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4291Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 51Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4291Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193132.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 52Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4168Unikal süzlärneñ gomumi sanı 176838.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.60.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 53Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4371Unikal süzlärneñ gomumi sanı 197035.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 54Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4105Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186030.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 55Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4367Unikal süzlärneñ gomumi sanı 182733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 56Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4112Unikal süzlärneñ gomumi sanı 195033.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 57Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4108Unikal süzlärneñ gomumi sanı 169135.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.58.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 58Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4152Unikal süzlärneñ gomumi sanı 146633.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 59Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4180Unikal süzlärneñ gomumi sanı 156533.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 60Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4233Unikal süzlärneñ gomumi sanı 184933.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 61Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4254Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196031.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 62Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4256Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185830.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 63Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4363Unikal süzlärneñ gomumi sanı 176634.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 64Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4318Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185035.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 65Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4310Unikal süzlärneñ gomumi sanı 188935.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 66Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4244Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186734.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 67Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4310Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191333.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 68Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4224Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190332.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 69Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4289Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186932.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 70Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4295Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196031.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 71Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4304Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185531.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 72Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4317Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194930.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 73Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4247Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 74Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4229Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192330.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 75Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4299Unikal süzlärneñ gomumi sanı 184930.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 76Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4382Unikal süzlärneñ gomumi sanı 181231.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 77Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4213Unikal süzlärneñ gomumi sanı 180223.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.32.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.37.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 78Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4163Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198629.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 79Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4309Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186831.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 80Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4149Unikal süzlärneñ gomumi sanı 183934.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 81Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4109Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200230.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 82Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4441Unikal süzlärneñ gomumi sanı 159639.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.62.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 83Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4098Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194433.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 84Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4118Unikal süzlärneñ gomumi sanı 202130.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.41.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 85Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4192Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190134.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 86Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 3172Unikal süzlärneñ gomumi sanı 141933.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 87Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 2726Unikal süzlärneñ gomumi sanı 104427.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.38.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 88Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 66Unikal süzlärneñ gomumi sanı 6033.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.