Gli eretici d'Italia, vol. III - 13
Süzlärneñ gomumi sanı 4170
Unikal süzlärneñ gomumi sanı 1969
30.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
multis vulneribus confectus Zuinglius, qui primus ad Helvetios attulit
pestifera Lutheranorum dogmata, eisque, ob singularem qua maxime inter
Helveticos florebat opinionem virtutis, doctrinæ et sapientiæ, assidue
imperitorum animos imbuebat_. J. SADOLETI Ep. lib. VII.
[104] JO. TONIOLAE _Cœtus italici qui Basileæ colligitur_. Basilea 1661.
Del Toniola abbiamo pure _Basilea sepulta, retecta, continuata, hoc est
tam urbis quam agri basileensis monumenta sepulchralia_.
[105] Nel 1860 fu pubblicato a Parigi _Mathieu Zell, le premier pasteur
évangélique de Strasbourg_ (1477-1548) _et sa femme Catherine Schutz:
étude biografique et historique par_ ERNEST LEHR. E ad Erbelfeld in
tedesco: _Capiton e Butzer, riformatori di Strasburgo, secondo le loro
lettere inedite, gli scritti stampati ed altre fonti contemporanee_, per
J. G. BAUM.
[106] Eccone la lista:
Muralto nobile signor Martino e Lucia Orella sua moglie con quattro
figliuole.
Duni nobile Taddeo, Elisabetta sua moglie e due figliuole, e Giangiacomo
fratello.
Ronco nobile Lodovico, Maria sua moglie e tre figli.
Appiano Francesco Michele con una figlia.
Cozolo Battista e Bernardino suo figlio.
Postcollonia Protaso, Franceschina sua moglie e una figlia, e Bartolomeo
suo fratello.
Zareto (o Cereto) Giovan Giacomo, Caterina sua moglie con tre figliuoli,
e Caterina madre di lui.
Orelli Luigi di Gioaneto; Apollonia sua moglie e tre figli.
Rossalino Giovan Antonio, Elisabetta sua moglie, Girolamo, Lorenzo e tre
altri figli.
Toma Pietro di Giovan Maria: Franceschina sua moglie e cinque figli.
Toma Sebastiano, Clara sua moglie con due figlie, Marta sorella:
Giovanni.
Raffagno Zannino e Caterina sua moglie.
Raffagno Evangelista, Margherita sua moglie e una figlia.
Raffagno maestro Francesco, e Caterina madre dei Raffagni.
Riva Giovanni Antonio, Maddalena sua moglie, maestro Nicolò, Bernardino
e Anna lor figli con tre altri.
Lucia, moglie del signor Francesco di Gavirate.
Cereto Maestro Battista.
Verzasca Francesco, Caterina sua moglie e una figlia.
Verzasca Giovan Antonio e Bartolomeo, due sorelle e tre figlie di
queste.
Appiano Filippo con tre figli: Parisio con moglie e quattro figli:
Caterina con tre figli: Sebastiano con moglie o due figli.
Appiano Francesco di Nicola con moglie e due figlie. Carlo Appiano suo
fratello con moglie.
Fasolo Andrea.
Muralto Giovanni: Barbara sua moglie: Giangiacomo loro figlio e tre
figliuole. Andreolo Andreoli con moglie e due figli.
Giambattista de' Baddi con moglie, e Tommaso.
Trovano Alberto con moglie, e Albertino; e Pietro Paolo con moglie e tre
figli.
Pairano maestro Giovanni Antonio, Bernardina sua moglie e due figli.
Orello Bartolomeo e Filippo; Francesco di Guffrino Orelli: Margarita sua
moglie e una figlia: Francesca sorella.
Orelli Battista di Alessandro con moglie e quattro figli.
Cattaneo Bartolomeo di Orello.
Albrizzi Battista, Giovannina sua moglie e due figli.
Muralto Giovan Antonio, Lucia moglie e Maddalena figlia: Catarina: Anna
moglie di Paolo Orelli.
Riva Giovanni di Franceschino.
Francioso Giovanni Luigi e figlio.
Lancelotto Giovanni Angelo: Susanna sua moglie con cinque figli.
Romerio Francesco e sua madre.
Rozzolli Francesco di Antonio.
Gordulino Giovanni.
Taddei Maestro Giovanni Pietro di Giovan Antonio.
Porcio Damiano.
Mercazio Filippo con moglie e figli.
Giovannina moglie di Giovan Battista Rabazotini.
Pebbia Stefano con moglie e tre figli.
Giacobina moglie di Pietro Ragazzi con un figlio.
Albertini maestro Francesco con moglie e quattro figli.
Antonia di Bernardo Benada di Gavirate.
Margherita moglie di Luigino Ronchi, e Lodovica sorella di questo.
[107] Dagli annali di Gregorio XIII pubblicati dal p. Theiner, raccolgo
che, al congresso dei signori Svizzeri tenuto a Lugano nel 1584,
l'arciprete di San Lorenzo pregava esso papa di concedere a que' preti
di dire due messe ne' luoghi di più difficile accesso, siccome già
n'aveano avuta la concessione dai vescovi di Como, allora tolta dal
visitatore Bonomo.
[108] _Ep. apud_ OLTROCCHI, _notæ ad vitam sancti Caroli_, lib. VII, c.
4.
[109] _Compertum est nullum ferme ex quingentis et amplius, qui labes
apud nos suas deposuerunt, lethalis culpæ reum fuisse auditum._ Lettera
del padre Gagliardo, da cui togliamo la descrizione di questo viaggio.
[110] Samuele, figlio del Trontano, ed un Brocca con tutta la sua
famiglia si resero cattolici nel 1584, come abbiamo dai manuscritti del
Borromeo.
[111] Vedi OLTROCCHI, ib. 684-694. RIPAMONTI, _Hist. Patr._, Dec. IV,
lib. V, e qui sopra vol. II, pag. 386.
[112] Tobia Eglino racconta con gran dolore questi atti del Borromeo
nella Mesolcina, e che colà un frate che da tre anni vi dicea messa,
annunziò di farsi evangelico. E narra d'aver lungamente in Roma servito
il cardinale Araceli genovese, che venuto a morte, si pentì d'avere
scritto molto contro il Vangelo, e confidar della misericordia di Dio;
assai cose favellò con lui sulla giustificazione e sul purgatorio,
contro le opinioni papistiche, ond'egli pensò uscir da quelle tenebre.
Venuto a Milano, cacciò un ghiro nel tabernacolo, acciocchè rodesse il
sacro pane, e così corbellare i frati che lo credeano Dio. Quinci
pericolo, ma coll'ajuto d'amici cremonesi campato, fuggì in Mesolcina.
Ora voler consacrarsi a Cristo, ed esservi molti desiderosi di lasciar
la messa ecc. La lettera del 9 giugno 1571 è in HOTTINGER, _Helv. Kirch.
Gesch._, tom. III, pag. 900.
[113] GIUSSANO, _Vita ecc._
[114] Erano l'Adorno, il Grattarola, il Boverio. Il Grattarola in una
lettera descrive il processo fattogli in un'osteria, presenti quindici
giudici insigniti della collana d'oro, i quali alfine dovendogli impor
una multa, s'accontentarono che pagasse da cena a tutti.
[115] Il passaggio del Sangotardo era allora une de' più formidabili,
pure fin dal 1374 l'abate di Dissentis vi avea posto un piccolo ospizio.
Nel suo viaggio san Carlo determinò porvi una fabbrica solida; ma morì
prima d'eseguirla, e Federico Borromeo vi collocò nel 1602 un prete con
casa. L'ospizio fu poi eretto nel 1683 dall'arcivescovo Visconti, con
due frati cappuccini per assistere i viandanti. Si sa come soccombette
nella guerra contro il Sunderbund.
[116] Appartiene a quel tempo l'avventura del prigioniero di Chillon,
che nei fasti della Casa di Savoja figura come quella del Giannone.
Francesco di Bonivard, priore di San Vincenzo a Ginevra, di gran nobiltà
savojarda e coltissimo, inchinava a' Riformati, e molto cooperò a
spinger Ginevra nell'alleanza con Berna. Perciò dal duca di Savoja era
odiato. Volendo egli andar a trovare sua madre ammalata a Seyssel,
domandò un salvocondotto, ma nel ritorno fu côlto e gettato nel castello
di Chillon, ove stette quattro anni finchè i Bernesi lo liberarono.
[117] Le ultime opere che conosciamo intorno a Calvino sono:
BUNGENER, _Calvin, sa vie, ses œuvres et ses écrits_. Ginevra 1862.
_Geschichte des französichen Calvinismus bis zur national Versammlung in
Jahre_ 1789 _von_ GOTTLOB VON POLENZ. Gotha 1857 e seg.
MAGNIN, _Hist. de l'établissement de la réforme à Genève_.
CH. CHARRONNET, _Les guerres de réligion et la société protestante dans
les Hautes Alpes_ (1560-1789). Gap 1861.
P. CHARPENNE, _Hist. de la réforme et des réformateurs de Genève, suivie
de la lettre du cardinal Sadolet et de la réponse de Calvin_. Avignone
1860: è in senso cattolico.
J. GABEREL, _Hist. de l'Eglise de Genève depuis le comencement de la
reformation jusqu'en 1815_. Ginevra 1855, 1858 e 1862.
[118] Non facea che dar aspetto legale a queste dottrine Rousseau,
allorchè sosteneva che tocca al Governo stabilir la religione civile:
che il sovrano, senza poter obbligare nessuno a creder gli articoli
della fede civile, può bandire chiunque non li crede. Se alcuno, dopo
riconosciuti pubblicamente questi dogmi, si conduce come se non li
credesse, sia punito di morte. _Contrat Social_, liv. IV, c. 8.
Giudicando l'opera di Bonnet sopra Calvino, Ernesto Renan parlò
lungamente di questo, trovando affatto naturale la sua intolleranza. Ne
leviamo alcune linee: «Quella inflessibilità che forma il carattere
dell'uomo d'azione, Calvino l'ebbe più d'ogni altro. Non so se si
troverebbe un tipo più compiuto dell'ambizioso, geloso di far trionfare
il suo pensiero perchè lo crede vero. Niuna cura di ricchezze, di
titoli, d'onori: non fasto: vita modesta: apparente umiltà; tutto
sagrificato al proposito di formar gli altri a sua similitudine. Solo
Ignazio di Lojola potrebbe disputargli la palma: ma il Lojola vi metteva
un ardore spagnuolo e un impeto d'immaginazione che hanno la loro
bellezza: restò sempre un vecchio leggitor dell'_Amadigi_, che dopo la
cavalleria mondana, seguiva la cavalleria spirituale, mentre Calvino ha
tutte le durezze della passione, senza averne l'entusiasmo... Fa
meraviglia che un uomo sì poco simpatico, sia stato al suo tempo il
centro d'un movimento immenso... e che una delle donne più illustri del
suo tempo, la Renata di Francia, nella sua Corte di Ferrara circondata
dal fior de' letterati, s'invaghisse di questo maestro austero, e
s'avviluppasse per lui in una strada così spinosa...
«Conseguenza inevitabile del carattere e della posizione di Calvino fu
l'intolleranza... Pare una contraddizione che Calvino, reclamando
focosamente la libertà per sè e suoi, la ricusasse poi agli altri.
Eppure ciò va di suo piede: credea diverso dai Cattolici, ma assoluto
quant'essi. La libertà di credere, il diritto di formarsi un simbolo da
sè, non era apparso ai Protestanti del XVI secolo... Quello zelo
violento che trae l'uomo convinto a procurar la salute delle anime con
mezzi poderosi e senza badare alla libertà, traspira da tutte le lettere
di Calvino... Come i Cattolici, reclama la tolleranza non a nome della
libertà, ma della verità. — Le violenze sue contro Serveto, Bossec,
Gruet, Gentile ed altri non faceano meraviglia; erano di diritto comune.
«La moderazione e la tolleranza, virtù supreme d'età critiche come la
nostra, non istarebbero in un secolo dominato da convinzioni ardenti e
assolute. Era la fede che in Ispagna e ne' Paesi Bassi accendeva i
roghi, e alzava patiboli: quelle ecatombe offerte alla verità (cioè a
quel che credeasi tale) hanno la loro grandezza, e non s'ha da esagerare
nel compianger coloro che soccombettero in questa lotta grandiosa, dove
ciascuno combatteva pel suo Dio: la fede gli immolò, siccome la fede li
sostenne... Come creder a mezzo quello per cui si è perseguitati? Qual
fede vacillante non diverrebbe fanatica colla tortura? La gioja di
soffrir per la sua fede è talmente grande, che più d'una volta si videro
nature passionate abbracciar opinioni pel gusto di sacrificarvisi».
[119] _Monumenta Vaticana_ LXXXIV.
[120] Delle buone relazioni del Sadoleto con Melantone e delle speranze
della costui conversione è curioso testimonio una lettera del nunzio
Girolamo Rorario al cardinal Verulano, da Pordenone il 21 febbrajo 1539:
«Scrissi alli 17 del presente al reverendo Sadoleto e a vostra signoria
illustrissima significandole come don Michele Brazetto mio compatriota,
già mesi tre, partì da qui per Vittemberga, dove si è con gran
familiarità intrinsecato con Filippo Melantone, di modo che gli ha
aperto tutto il cor suo, ed ha fatto conoscere la bona mente sua verso
la sede apostolica: e di ciò etiam ne porta testimonio con una sua,
scritta al reverendo Sadoleto in risposta d'una di sua santità
reverendissima. Ed io ne tengo fermezza grande, fondata sopra un natural
presupposito, che essendo lui il più dotto di Germania; e in altri
luoghi ancora avendo pochi pari, è da giudicare che lui conosce la via
della verità: la qual conoscendo, e ritrovandosi in povertà grande, ed
aver un figlio, non è da credere che lui voglia viver povero e dannato,
e lasciar il suo figlio in la medesima e maggior dopo lui povertà e
dannazione, possendo provveder all'uno e all'altro. E tanto più quanto
da chi l'ha conosciuto è stato conosciuto per modestissima persona: e
Dio volesse gli altri arrabbiati d'Alemagna fossero stati simili a lui!
E io mi ricordo in Augusta all'ultima Dieta, Melanton cercando poner
pace e riconciliar la Germania alla sede apostolica, scrisse una sua,
ancorchè fosse presente a M. Luca Bonfilio, allor secretario del
reverendissimo Campeggio, ricercando gli fosse concesso tre cose:
comunicare _sub utraque specie_; matrimonio de' sacerdoti; del terzo non
mi ricordo, ma mi par era cosa più leggiera di ciascuna di queste due: e
prometteva che del resto s'aquieteriano, ed io parlandone col reverendo
Campeggio, mi rispose in conclusione che conosceva le domande non esser
tali che la sede apostolica gliele potesse senza scandalo concedere: ma
che li conosceva ghiotti, e che quando avesse concesso questo, non
stariano contenti, e domanderiano etiam delle altre cose, persuadendo
alli popoli che, così come erano stati gabbati in queste, non altrimenti
erano nel resto....» (_Archivio vaticano, Nuntiatura Germaniæ_, VIII).
[121] _Comme ainsi soit que par ton excellente doctrine et grace
merveilleuse en parler tu ayes (et à bon droit) mérité qu'entre les gens
savans de nostre temps tu sois tenu comme en grande admiration et
estime, et principalement des vrais sectateurs des bonnes lettres, il me
desplait merveilleusement qu'il faille que, par cette mienne
expostulation et complainte qu'à présent pourras ouir, soye contraint
publiquement toucher et aucunement blesser icelle tienne bonne renommée
et opinion._
Vedasi il nostro vol. III, p. 153, e JOLY, _Étude sur Sadolet_. Caen
1856.
[122] Registro della Chiesa italiana.
«Bernardino di Seswar, uomo dotto, desidera predicar pubblicamente la
parola di Dio in italiano, si risolve di dargli posto nella cappella del
cardinale a San Pietro per un po' di tempo, poi potrà esser messo a San
Gervaso». _Registri_, 13 ottobre 1542. Troviamo questo passo in Picot,
_Istoria di Ginevra_, ma noi, alla nota 17 del Discorso XXIII,
supponemmo deva dire Bernardino di Siena. L'errore stesso tornerebbe ove
Calvino dice: _Bernardinus de Seswar, primus pastor ecclesiæ; italicæ,
quæ Genevæ, mense octobris_ 1542, _erecta est in gratiam Italorum qui se
huc, evangelii causa, receperant_; e lo loda per la vigorosa guerra che
moveva all'anticristo. _Epistola Calvini Vireto._
[123] Amsterdam 1686, parte III, lib. III.
[124] Parte III, lib. I.
[125] Dai registri di Stato copiati da Galiffe, _Notices généalogiques_.
[126] Fra i tanti libri di colà conosciamo _Antithesis Christi et
Antichristi, videlicet papæ, versibus ac figuris venustissimis
illustrata_. Genevæ 1578, in-8º piccolo con 36 figure in legno.
[127] Bolla _Dilectum filium_, 14 giugno 1560.
[128] Nel 1865 a Uster, canton di Zurigo, il pastore Vögelin scandalizzò
gli ortodossi co' suoi ardimenti, sicchè sessanta ministri zuricani gli
opposero una dichiarazione pubblica, dove lo accusano di non aver nè
predicazione, nè dottrina cristiana evangelica; di scalzare l'autorità
della sacra scrittura e il rispetto dei popoli pei documenti sacri della
rivelazione; di negar la divinità e santità assoluta di Gesù Cristo e i
miracoli; di indegnamente abbassar gli apostoli; di far uso arbitrario
delle dichiarazioni del Salvatore; di caratterizzare la dottrina in un
modo leggero e irriflessivo, ecc., e invocavano i superiori della Chiesa
a frenarne la parola.
Questi superiori sono il Consiglio comunale di Uster, il quale rispose
che essi pastori non aveano autorità di dichiarar false le dottrine di
Vögelin; usar esso della libertà sua, com'essi della loro: badassero ai
doveri del loro ministero, e non a dar consigli.
[129] La lista è stampata, ma con moltissimi errori, nell'opera del
Gaberel, vol. I, p, 211 delle note, e va sino al 1612, in cui è notato
Giovanni Lodovico Calandrini figlio di Giovanni. Per dire d'alcuni, al
1563 abbiamo Battista Curti del lago di Como, Pietro Casale e Andrea
Casale di Gravedona, Giovanni Andrea Rocca di Brescia, Stefano Barbieri
di Soncino, Antonio Capellaro di Modena. Nel 1564 molti di Montacuto di
Calabria, e varj Piemontesi. Nel 1565 Evangelista Offredi di Cremona,
nel 1567 e 68 Pietro Duca d'Alba, Francesco Micheli di Cremona, Gotardo
Canale di Conegliano: nel 1573 Nicolò Tiene di Vicenza, Galeazzo Ponzone
cremonese: nel 1577 Giacomo Puerari di Cremona: nel 1580 Giuseppe
Giussani milanese: nel 1582 Giulio Paravicino pur milanese: nel 1587
Giacomo Antonio di Gardone bresciano: nel 1589 Giovanni Giorgio
Pallavicino, Ippolito e Lodovico Sadoleto di Valtellina.
DISCORSO XLIV.
CONFLITTI GIURISDIZIONALI. POLITICA CATTOLICA. IL BELLARMINO. ERESIA
SOCIALE.
Oltre i canoni fondamentali, quali la trasmissione del carattere
sacerdotale mediante una cerimonia sacra in cui è l'azione divina; la
subordinazione a un capo infallibile; l'indissolubilità del matrimonio,
e tutto quanto concerne la vita eterna, dove la Chiesa non bada a tempi
o a luoghi, sempre identica nell'evangelizzare Cristo e il regno de'
Cieli, essa ha una legislazione in ordine alla ragione civile, che
tempera all'indole dei popoli e alla loro età morale.
Fra tanta divergenza d'accidenti e di dogmi, unico proposito conforme
dei dissidenti era l'abolire le centralità pontifizia, opponendo le
nazionalità alla cattolicità, le opinioni individuali alla unità della
fede, subordinando la potestà ecclesiastica alla civile, cioè la
coscienza al decreto, il diritto al fatto, la libertà alla permissione,
il fòro interno all'esteriore.
Aveano tutto il torto?
Che l'autorità deva governare le opere, non già possedere i popoli, di
modo che rimangano indipendenti i due poteri nell'ordine della propria
competenza, l'aveva mal compreso il medioevo quando il potere, che unico
sopravvisse della società, e che unico potea frenare la prepotenza de'
Barbari e proteggere il popolo era l'ecclesiastico: onde ne nacque un
diritto, assentito anche da quelli cui ponea limiti, e che difendeva i
deboli o per podestà immediata e diretta, o per derivata dal
pontefice[130]. Questo elevarsi de' pontefici sopra i sovrani anche pel
temporale parve trascendesse il precetto del «Rendete a Cesare quel ch'è
di Cesare»; i cesaristi non negavano il diritto canonico, bensì
discutevano se dovesse essergli subordinato il diritto pubblico: e
Dante, un de' monarchici più assoluti, prescriveva che _illa reverentia
Cæsar utatur ad Petrum, qua primogenitus filius debet uti ad patrem_.
Via via però che i governi ripigliarono ordine e vigore, andavasi
ritogliendo alla Chiesa quel che la necessità dei tempi v'aveva aggiunto
di là dalla sua competenza essenziale divina: ma l'atto effettivo della
Riforma consistette nel fare l'opposto, sovrapponendo il temporale allo
spirituale fin a dimenticare di render a Dio quel che è di Dio. Le
nazioni, cioè quei pochi che arrogansi di parlar in nome d'esse, non
volevano più l'unità teocratica; volevano costruire lo Stato
indipendentemente dalla Chiesa; e la protesta sembrò un legittimo sforzo
per isvolgere l'inviolabilità della coscienza dal diritto ancora oscuro
dalla società moderna. L'errore consistette non nell'emanciparsi dai
vincoli curiali, bensì nell'istituire Chiese distinte, nazionali,
foggiate secondo il bisogno civile. Era un frantendere la gran lite fra
la Chiesa e lo Stato; tanto più che non trattavasi d'affrancar l'anima
del cittadino, bensì di ridurlo più servo, retrocedendo fin al
paganesimo.
Di primo acchito i principi s'accorsero qual partito potessero trarre
dalla Riforma, concentrando in sè i poteri della Chiesa, e incamerandone
i beni; fra i Luterani restò convenuto dover un paese avere la religione
che volesse il principe; Grozio assegna come primario diritto maestatico
l'imporla: _in arbitrio est summi imperii quænam religio publice
exerceatur; idque præcipuum inter majestatis jura ponunt omnes qui
politica scripserunt_. Ciò importa, secondo il Böhmer, il diritto di
costituire i dottori, di prescrivere i riti, di riformar le cose sacre e
la disciplina, di dirigere l'insegnamento e la predicazione, di usar
nelle cose sacre la giurisdizione criminale e civile e penale, di
decider le controversie religiose, di convocare i concilj, di designar
le diocesi e le parrocchie. Tirannide la più completa se mai fosse stata
applicata nella pienezza delle sue conclusioni e non ristretta dalle
costituzioni scritte, alle quali fu duopo ricoverarsi dopo tolto quel
supremo custode della verità, della giustizia, del diritto. Così alla
monarchia cattolica del medioevo sostituivasi la monarchia politica
moderna, coll'unità e universalità del pubblico potere.
Quel che i Protestanti avevano conseguito di colpo coll'aperta
ribellione, i Cattolici s'ingegnarono ottenere con mezzi termini,
accordando la coscienza coll'ambita onnipotenza. Principi che avevano
declamato contro gli abusi non sapeano acconciarsi ai rimedj, e contro
le decisioni tridentine accampavano le ragioni del principato: onde
nuovi dissensi vennero a turbare il seno della Chiesa romana.
Quanto ai dogmi, nessun Cattolico poteva impugnare l'autorità
irrefragabile del Concilio; ma v'aveva articoli che toccavano la società
secolare. Perocchè i prelati tridentini poco si curarono della parte
legittima spettante alla politica, e presero per ribellione a Dio ciò
ch'era una riscossa contro l'arbitrio dei poteri umani. Sbigottiti
dall'attacco recato all'attribuzione loro più sublime, i papi non
pensarono più che a difendersi, tantochè, invece di continuare a capo
del progresso come erano stati fin allora, parve si atteggiassero in
opposizione o almeno in sospetto di esso, dacchè vedevanlo staccarsi da
loro; severità affatto precarie, e volute dalle circostanze, presero
l'aria d'una missione sacra e durevole: e l'Italia, nel punto che
cessava di essere il centro dell'unità religiosa, scadde da maestra
delle civili dottrine.
Ma al primo momento, tratti a sè tutti gli elementi della vita morale e
intellettuale, e rifattasi vigorosa col precisare il dogma ed emendare
la pratica, e posar come assolute le sue verità, e negando che fuori di
queste si dia salute [131], Roma non solo represse nelle genti latine la
propensione alla Riforma, ma volle ricondurre alla sua obbedienza i
traviati; e ripigliata l'offensiva, parve resuscitare i tempi della sua
prevalenza. Anche in questo punto correggendo il paganizzamento della
società, avrebbe voluto togliere ogni diversità interna di chiese
distinte, di riti nazionali, credendo prova di forza l'esigere di bel
nuovo quell'unità assoluta, che dapprincipio aveva salvato la civiltà.
Come le reliquie d'un esercito scompigliato si rannodano allo stato
maggiore, così i Cattolici sentirono la necessità di stringersi al papa:
e principalmente i Gesuiti, animati dall'alito del ringiovanito
cattolicismo, si applicarono a sostenere il solo pastore, attorno a cui
dovea formarsi un solo ovile.
La stampa avea mostrato un'inaspettata potenza facendosi aggressiva e
dissolvente sotto la bandiera della Riforma per iscassinare i poteri
stabiliti, le sovranità riconosciute, e ridurre all'intelligenza comune,
le objezioni accumulate da quindici secoli contro il cattolicismo; e
mentre prima o morivano coll'uomo che aveale inventate, o restavano fra
teologi ed eruditi, allora ottenne che la religione non fosse più
sovrana dell'opinione, ma le contraddizioni e gli attacchi, giusti o
ingiusti, venissero accreditati ed estesi. I Cattolici vollero da un
lato porre un argine a' suoi eccessi, dall'altro adoprarla ad assodare e
ricostruire; e stupendi scrittori comparvero anche nel campo nostro, non
solo profondi di dottrina, ma anche abili a spiegarla e diffonderla, e
nuovo grandioso campo s'aperse alla letteratura teologica e storica nel
propugnare l'autorità e le ragioni di Roma. Ma poichè il protestantismo
aveva implacabilmente osteggiato la santa sede, gli apologisti si
volgevano di preferenza a difenderla. Melchior Cano che pel primo fece
un trattato _De' luoghi teologici_, sostenendo i diritti del
sopranaturale e della rivelazione, appoggia la fede sulle profezie e i
miracoli: pure anche in esso e nei seguaci suoi trattasi della Chiesa e
del papato, più che delle prove e de' caratteri della rivelazione.
Le Decretali si diceano il codice della tirannia papale, a scapito
dell'autorità dei vescovi [132]. La severa critica dell'età nostra fe
ragione delle tante baje spacciate in proposito delle false,
riconoscendo che in fondo esse non istabilirono verun punto il quale già
non fosse convenuto; e che dirigevansi a sostenere l'indipendenza de'
vescovi, a fronte de' metropoliti; e ciò, non coll'inventare documenti,
bensì col raccogliere brani di costituzioni, e di lettere, o regie, o
pontificie, che già aveano vigore, e darvi forma di legge.
Pio IV elesse una congregazione che le coreggesse, rintegrando ciò
ch'era mutilato, sceverando lo spurio dal sincero, e riassettando la
cronologia. Dissipate le false Decretali, l'autorità pontifizia si trovò
più solida perchè più misurata, e venne rigenerato il diritto
ecclesiastico, il cui corpo si potè pubblicare sotto Gregorio XIII.
La baldanza d'un recente trionfo, o lo sforzo di chi dissimula la
sconfitta apparve nel ridestare, in un secolo di dubbio e di negazione,
le pretensioni che, in una età organica, aveano accampate Gregorio VII e
Innocenzo III, e asserire di nuovo il predominio illimitato della Chiesa
sopra lo Stato; il papa superiore a qualunque giudizio, e decaduto il re
che uscisse dal grembo cattolico. L'atto formale di queste pretensioni
fu la bolla, detta in _Cœna Domini_ perchè doveasi leggere solennemente
ogni giovedì santo. Antica e più volte aumentata, ebbe l'ultima mano da
Paolo V, e suole citarsi come il massimo dell'arroganza papale.
Tralasciando i punti di minor rilievo, e spogliandola delle frasi adatte
al tempo e alla curia, essa in ventiquattro paragrafi scomunica gli
eretici di qualsia nome, e chi li difende, o legge libri loro, o ne
tiene, ne stampa, ne diffonde;
chi appella dal papa al Concilio, o dalle ordinanze del papa o de'
commissarj suoi a' tribunali laici;
i pirati e corsari nel Mediterraneo, e chi depreda navi di Cristiani
naufragate in qualunque siasi mare;
chi impone nuovi o rincarisce antichi balzelli o tasse o pedaggi a' suoi
popoli;
chi somministra ai Turchi cavalli, arme, metalli, o altre munizioni da
guerra, o vi dà consigli;
chi offende nella persona i cardinali, patriarchi, vescovi, nunzj, o li
caccia dalle proprie terre; o giudici e procuratori deputati sopra cause
ecclesiastiche, o vieta di pubblicar le lettere apostoliche o i
monitorj;
chi le cause o le persone ecclesiastiche trae al fôro secolare, e fa
leggi contro la libertà ecclesiastica, o turba i vescovi nell'esercizio
di loro giurisdizione, o mette la mano sopra le entrate della Chiesa e i
benefizj, o impone tasse al clero;
chi turba i pellegrini diretti a Roma, o che ivi dimorano o ne tornano;
chi occupa o molesta il territorio della Chiesa, compresevi Sicilia,
Corsica, Sardegna; e così le Marche, l'Umbria, il principato di
Benevento, Avignone, il contado Venesino, e insomma quanto alla Chiesa
spetta _di fatto_. Estendesi la scomunica ai vasi d'oro e d'argento,
vesti, suppellettili, scritture, beni del palazzo apostolico; e non se
ne darà l'assoluzione se prima non siasi desistito dal fatto, o cassati
gli atti contrarj alla libertà ecclesiastica, distruggendoli dagli
archivj e dai libri; nè qualsivoglia privilegio o grazia valga perchè
possa uno venirne assolto che in articolo di morte, e anche allora deve
dar garanzia di pentimento e soddisfazione. La condanna colpisce pure
chi impedisse di pubblicare o attuare la bolla.
Le riazioni trascendono sempre, e in guerra armata o inerme il miglior
difendersi è l'attaccare. Se non che a condiscendere trovavansi poco
disposti i principi, i quali reluttarono contro il sinodo tridentino, e
pestifera Lutheranorum dogmata, eisque, ob singularem qua maxime inter
Helveticos florebat opinionem virtutis, doctrinæ et sapientiæ, assidue
imperitorum animos imbuebat_. J. SADOLETI Ep. lib. VII.
[104] JO. TONIOLAE _Cœtus italici qui Basileæ colligitur_. Basilea 1661.
Del Toniola abbiamo pure _Basilea sepulta, retecta, continuata, hoc est
tam urbis quam agri basileensis monumenta sepulchralia_.
[105] Nel 1860 fu pubblicato a Parigi _Mathieu Zell, le premier pasteur
évangélique de Strasbourg_ (1477-1548) _et sa femme Catherine Schutz:
étude biografique et historique par_ ERNEST LEHR. E ad Erbelfeld in
tedesco: _Capiton e Butzer, riformatori di Strasburgo, secondo le loro
lettere inedite, gli scritti stampati ed altre fonti contemporanee_, per
J. G. BAUM.
[106] Eccone la lista:
Muralto nobile signor Martino e Lucia Orella sua moglie con quattro
figliuole.
Duni nobile Taddeo, Elisabetta sua moglie e due figliuole, e Giangiacomo
fratello.
Ronco nobile Lodovico, Maria sua moglie e tre figli.
Appiano Francesco Michele con una figlia.
Cozolo Battista e Bernardino suo figlio.
Postcollonia Protaso, Franceschina sua moglie e una figlia, e Bartolomeo
suo fratello.
Zareto (o Cereto) Giovan Giacomo, Caterina sua moglie con tre figliuoli,
e Caterina madre di lui.
Orelli Luigi di Gioaneto; Apollonia sua moglie e tre figli.
Rossalino Giovan Antonio, Elisabetta sua moglie, Girolamo, Lorenzo e tre
altri figli.
Toma Pietro di Giovan Maria: Franceschina sua moglie e cinque figli.
Toma Sebastiano, Clara sua moglie con due figlie, Marta sorella:
Giovanni.
Raffagno Zannino e Caterina sua moglie.
Raffagno Evangelista, Margherita sua moglie e una figlia.
Raffagno maestro Francesco, e Caterina madre dei Raffagni.
Riva Giovanni Antonio, Maddalena sua moglie, maestro Nicolò, Bernardino
e Anna lor figli con tre altri.
Lucia, moglie del signor Francesco di Gavirate.
Cereto Maestro Battista.
Verzasca Francesco, Caterina sua moglie e una figlia.
Verzasca Giovan Antonio e Bartolomeo, due sorelle e tre figlie di
queste.
Appiano Filippo con tre figli: Parisio con moglie e quattro figli:
Caterina con tre figli: Sebastiano con moglie o due figli.
Appiano Francesco di Nicola con moglie e due figlie. Carlo Appiano suo
fratello con moglie.
Fasolo Andrea.
Muralto Giovanni: Barbara sua moglie: Giangiacomo loro figlio e tre
figliuole. Andreolo Andreoli con moglie e due figli.
Giambattista de' Baddi con moglie, e Tommaso.
Trovano Alberto con moglie, e Albertino; e Pietro Paolo con moglie e tre
figli.
Pairano maestro Giovanni Antonio, Bernardina sua moglie e due figli.
Orello Bartolomeo e Filippo; Francesco di Guffrino Orelli: Margarita sua
moglie e una figlia: Francesca sorella.
Orelli Battista di Alessandro con moglie e quattro figli.
Cattaneo Bartolomeo di Orello.
Albrizzi Battista, Giovannina sua moglie e due figli.
Muralto Giovan Antonio, Lucia moglie e Maddalena figlia: Catarina: Anna
moglie di Paolo Orelli.
Riva Giovanni di Franceschino.
Francioso Giovanni Luigi e figlio.
Lancelotto Giovanni Angelo: Susanna sua moglie con cinque figli.
Romerio Francesco e sua madre.
Rozzolli Francesco di Antonio.
Gordulino Giovanni.
Taddei Maestro Giovanni Pietro di Giovan Antonio.
Porcio Damiano.
Mercazio Filippo con moglie e figli.
Giovannina moglie di Giovan Battista Rabazotini.
Pebbia Stefano con moglie e tre figli.
Giacobina moglie di Pietro Ragazzi con un figlio.
Albertini maestro Francesco con moglie e quattro figli.
Antonia di Bernardo Benada di Gavirate.
Margherita moglie di Luigino Ronchi, e Lodovica sorella di questo.
[107] Dagli annali di Gregorio XIII pubblicati dal p. Theiner, raccolgo
che, al congresso dei signori Svizzeri tenuto a Lugano nel 1584,
l'arciprete di San Lorenzo pregava esso papa di concedere a que' preti
di dire due messe ne' luoghi di più difficile accesso, siccome già
n'aveano avuta la concessione dai vescovi di Como, allora tolta dal
visitatore Bonomo.
[108] _Ep. apud_ OLTROCCHI, _notæ ad vitam sancti Caroli_, lib. VII, c.
4.
[109] _Compertum est nullum ferme ex quingentis et amplius, qui labes
apud nos suas deposuerunt, lethalis culpæ reum fuisse auditum._ Lettera
del padre Gagliardo, da cui togliamo la descrizione di questo viaggio.
[110] Samuele, figlio del Trontano, ed un Brocca con tutta la sua
famiglia si resero cattolici nel 1584, come abbiamo dai manuscritti del
Borromeo.
[111] Vedi OLTROCCHI, ib. 684-694. RIPAMONTI, _Hist. Patr._, Dec. IV,
lib. V, e qui sopra vol. II, pag. 386.
[112] Tobia Eglino racconta con gran dolore questi atti del Borromeo
nella Mesolcina, e che colà un frate che da tre anni vi dicea messa,
annunziò di farsi evangelico. E narra d'aver lungamente in Roma servito
il cardinale Araceli genovese, che venuto a morte, si pentì d'avere
scritto molto contro il Vangelo, e confidar della misericordia di Dio;
assai cose favellò con lui sulla giustificazione e sul purgatorio,
contro le opinioni papistiche, ond'egli pensò uscir da quelle tenebre.
Venuto a Milano, cacciò un ghiro nel tabernacolo, acciocchè rodesse il
sacro pane, e così corbellare i frati che lo credeano Dio. Quinci
pericolo, ma coll'ajuto d'amici cremonesi campato, fuggì in Mesolcina.
Ora voler consacrarsi a Cristo, ed esservi molti desiderosi di lasciar
la messa ecc. La lettera del 9 giugno 1571 è in HOTTINGER, _Helv. Kirch.
Gesch._, tom. III, pag. 900.
[113] GIUSSANO, _Vita ecc._
[114] Erano l'Adorno, il Grattarola, il Boverio. Il Grattarola in una
lettera descrive il processo fattogli in un'osteria, presenti quindici
giudici insigniti della collana d'oro, i quali alfine dovendogli impor
una multa, s'accontentarono che pagasse da cena a tutti.
[115] Il passaggio del Sangotardo era allora une de' più formidabili,
pure fin dal 1374 l'abate di Dissentis vi avea posto un piccolo ospizio.
Nel suo viaggio san Carlo determinò porvi una fabbrica solida; ma morì
prima d'eseguirla, e Federico Borromeo vi collocò nel 1602 un prete con
casa. L'ospizio fu poi eretto nel 1683 dall'arcivescovo Visconti, con
due frati cappuccini per assistere i viandanti. Si sa come soccombette
nella guerra contro il Sunderbund.
[116] Appartiene a quel tempo l'avventura del prigioniero di Chillon,
che nei fasti della Casa di Savoja figura come quella del Giannone.
Francesco di Bonivard, priore di San Vincenzo a Ginevra, di gran nobiltà
savojarda e coltissimo, inchinava a' Riformati, e molto cooperò a
spinger Ginevra nell'alleanza con Berna. Perciò dal duca di Savoja era
odiato. Volendo egli andar a trovare sua madre ammalata a Seyssel,
domandò un salvocondotto, ma nel ritorno fu côlto e gettato nel castello
di Chillon, ove stette quattro anni finchè i Bernesi lo liberarono.
[117] Le ultime opere che conosciamo intorno a Calvino sono:
BUNGENER, _Calvin, sa vie, ses œuvres et ses écrits_. Ginevra 1862.
_Geschichte des französichen Calvinismus bis zur national Versammlung in
Jahre_ 1789 _von_ GOTTLOB VON POLENZ. Gotha 1857 e seg.
MAGNIN, _Hist. de l'établissement de la réforme à Genève_.
CH. CHARRONNET, _Les guerres de réligion et la société protestante dans
les Hautes Alpes_ (1560-1789). Gap 1861.
P. CHARPENNE, _Hist. de la réforme et des réformateurs de Genève, suivie
de la lettre du cardinal Sadolet et de la réponse de Calvin_. Avignone
1860: è in senso cattolico.
J. GABEREL, _Hist. de l'Eglise de Genève depuis le comencement de la
reformation jusqu'en 1815_. Ginevra 1855, 1858 e 1862.
[118] Non facea che dar aspetto legale a queste dottrine Rousseau,
allorchè sosteneva che tocca al Governo stabilir la religione civile:
che il sovrano, senza poter obbligare nessuno a creder gli articoli
della fede civile, può bandire chiunque non li crede. Se alcuno, dopo
riconosciuti pubblicamente questi dogmi, si conduce come se non li
credesse, sia punito di morte. _Contrat Social_, liv. IV, c. 8.
Giudicando l'opera di Bonnet sopra Calvino, Ernesto Renan parlò
lungamente di questo, trovando affatto naturale la sua intolleranza. Ne
leviamo alcune linee: «Quella inflessibilità che forma il carattere
dell'uomo d'azione, Calvino l'ebbe più d'ogni altro. Non so se si
troverebbe un tipo più compiuto dell'ambizioso, geloso di far trionfare
il suo pensiero perchè lo crede vero. Niuna cura di ricchezze, di
titoli, d'onori: non fasto: vita modesta: apparente umiltà; tutto
sagrificato al proposito di formar gli altri a sua similitudine. Solo
Ignazio di Lojola potrebbe disputargli la palma: ma il Lojola vi metteva
un ardore spagnuolo e un impeto d'immaginazione che hanno la loro
bellezza: restò sempre un vecchio leggitor dell'_Amadigi_, che dopo la
cavalleria mondana, seguiva la cavalleria spirituale, mentre Calvino ha
tutte le durezze della passione, senza averne l'entusiasmo... Fa
meraviglia che un uomo sì poco simpatico, sia stato al suo tempo il
centro d'un movimento immenso... e che una delle donne più illustri del
suo tempo, la Renata di Francia, nella sua Corte di Ferrara circondata
dal fior de' letterati, s'invaghisse di questo maestro austero, e
s'avviluppasse per lui in una strada così spinosa...
«Conseguenza inevitabile del carattere e della posizione di Calvino fu
l'intolleranza... Pare una contraddizione che Calvino, reclamando
focosamente la libertà per sè e suoi, la ricusasse poi agli altri.
Eppure ciò va di suo piede: credea diverso dai Cattolici, ma assoluto
quant'essi. La libertà di credere, il diritto di formarsi un simbolo da
sè, non era apparso ai Protestanti del XVI secolo... Quello zelo
violento che trae l'uomo convinto a procurar la salute delle anime con
mezzi poderosi e senza badare alla libertà, traspira da tutte le lettere
di Calvino... Come i Cattolici, reclama la tolleranza non a nome della
libertà, ma della verità. — Le violenze sue contro Serveto, Bossec,
Gruet, Gentile ed altri non faceano meraviglia; erano di diritto comune.
«La moderazione e la tolleranza, virtù supreme d'età critiche come la
nostra, non istarebbero in un secolo dominato da convinzioni ardenti e
assolute. Era la fede che in Ispagna e ne' Paesi Bassi accendeva i
roghi, e alzava patiboli: quelle ecatombe offerte alla verità (cioè a
quel che credeasi tale) hanno la loro grandezza, e non s'ha da esagerare
nel compianger coloro che soccombettero in questa lotta grandiosa, dove
ciascuno combatteva pel suo Dio: la fede gli immolò, siccome la fede li
sostenne... Come creder a mezzo quello per cui si è perseguitati? Qual
fede vacillante non diverrebbe fanatica colla tortura? La gioja di
soffrir per la sua fede è talmente grande, che più d'una volta si videro
nature passionate abbracciar opinioni pel gusto di sacrificarvisi».
[119] _Monumenta Vaticana_ LXXXIV.
[120] Delle buone relazioni del Sadoleto con Melantone e delle speranze
della costui conversione è curioso testimonio una lettera del nunzio
Girolamo Rorario al cardinal Verulano, da Pordenone il 21 febbrajo 1539:
«Scrissi alli 17 del presente al reverendo Sadoleto e a vostra signoria
illustrissima significandole come don Michele Brazetto mio compatriota,
già mesi tre, partì da qui per Vittemberga, dove si è con gran
familiarità intrinsecato con Filippo Melantone, di modo che gli ha
aperto tutto il cor suo, ed ha fatto conoscere la bona mente sua verso
la sede apostolica: e di ciò etiam ne porta testimonio con una sua,
scritta al reverendo Sadoleto in risposta d'una di sua santità
reverendissima. Ed io ne tengo fermezza grande, fondata sopra un natural
presupposito, che essendo lui il più dotto di Germania; e in altri
luoghi ancora avendo pochi pari, è da giudicare che lui conosce la via
della verità: la qual conoscendo, e ritrovandosi in povertà grande, ed
aver un figlio, non è da credere che lui voglia viver povero e dannato,
e lasciar il suo figlio in la medesima e maggior dopo lui povertà e
dannazione, possendo provveder all'uno e all'altro. E tanto più quanto
da chi l'ha conosciuto è stato conosciuto per modestissima persona: e
Dio volesse gli altri arrabbiati d'Alemagna fossero stati simili a lui!
E io mi ricordo in Augusta all'ultima Dieta, Melanton cercando poner
pace e riconciliar la Germania alla sede apostolica, scrisse una sua,
ancorchè fosse presente a M. Luca Bonfilio, allor secretario del
reverendissimo Campeggio, ricercando gli fosse concesso tre cose:
comunicare _sub utraque specie_; matrimonio de' sacerdoti; del terzo non
mi ricordo, ma mi par era cosa più leggiera di ciascuna di queste due: e
prometteva che del resto s'aquieteriano, ed io parlandone col reverendo
Campeggio, mi rispose in conclusione che conosceva le domande non esser
tali che la sede apostolica gliele potesse senza scandalo concedere: ma
che li conosceva ghiotti, e che quando avesse concesso questo, non
stariano contenti, e domanderiano etiam delle altre cose, persuadendo
alli popoli che, così come erano stati gabbati in queste, non altrimenti
erano nel resto....» (_Archivio vaticano, Nuntiatura Germaniæ_, VIII).
[121] _Comme ainsi soit que par ton excellente doctrine et grace
merveilleuse en parler tu ayes (et à bon droit) mérité qu'entre les gens
savans de nostre temps tu sois tenu comme en grande admiration et
estime, et principalement des vrais sectateurs des bonnes lettres, il me
desplait merveilleusement qu'il faille que, par cette mienne
expostulation et complainte qu'à présent pourras ouir, soye contraint
publiquement toucher et aucunement blesser icelle tienne bonne renommée
et opinion._
Vedasi il nostro vol. III, p. 153, e JOLY, _Étude sur Sadolet_. Caen
1856.
[122] Registro della Chiesa italiana.
«Bernardino di Seswar, uomo dotto, desidera predicar pubblicamente la
parola di Dio in italiano, si risolve di dargli posto nella cappella del
cardinale a San Pietro per un po' di tempo, poi potrà esser messo a San
Gervaso». _Registri_, 13 ottobre 1542. Troviamo questo passo in Picot,
_Istoria di Ginevra_, ma noi, alla nota 17 del Discorso XXIII,
supponemmo deva dire Bernardino di Siena. L'errore stesso tornerebbe ove
Calvino dice: _Bernardinus de Seswar, primus pastor ecclesiæ; italicæ,
quæ Genevæ, mense octobris_ 1542, _erecta est in gratiam Italorum qui se
huc, evangelii causa, receperant_; e lo loda per la vigorosa guerra che
moveva all'anticristo. _Epistola Calvini Vireto._
[123] Amsterdam 1686, parte III, lib. III.
[124] Parte III, lib. I.
[125] Dai registri di Stato copiati da Galiffe, _Notices généalogiques_.
[126] Fra i tanti libri di colà conosciamo _Antithesis Christi et
Antichristi, videlicet papæ, versibus ac figuris venustissimis
illustrata_. Genevæ 1578, in-8º piccolo con 36 figure in legno.
[127] Bolla _Dilectum filium_, 14 giugno 1560.
[128] Nel 1865 a Uster, canton di Zurigo, il pastore Vögelin scandalizzò
gli ortodossi co' suoi ardimenti, sicchè sessanta ministri zuricani gli
opposero una dichiarazione pubblica, dove lo accusano di non aver nè
predicazione, nè dottrina cristiana evangelica; di scalzare l'autorità
della sacra scrittura e il rispetto dei popoli pei documenti sacri della
rivelazione; di negar la divinità e santità assoluta di Gesù Cristo e i
miracoli; di indegnamente abbassar gli apostoli; di far uso arbitrario
delle dichiarazioni del Salvatore; di caratterizzare la dottrina in un
modo leggero e irriflessivo, ecc., e invocavano i superiori della Chiesa
a frenarne la parola.
Questi superiori sono il Consiglio comunale di Uster, il quale rispose
che essi pastori non aveano autorità di dichiarar false le dottrine di
Vögelin; usar esso della libertà sua, com'essi della loro: badassero ai
doveri del loro ministero, e non a dar consigli.
[129] La lista è stampata, ma con moltissimi errori, nell'opera del
Gaberel, vol. I, p, 211 delle note, e va sino al 1612, in cui è notato
Giovanni Lodovico Calandrini figlio di Giovanni. Per dire d'alcuni, al
1563 abbiamo Battista Curti del lago di Como, Pietro Casale e Andrea
Casale di Gravedona, Giovanni Andrea Rocca di Brescia, Stefano Barbieri
di Soncino, Antonio Capellaro di Modena. Nel 1564 molti di Montacuto di
Calabria, e varj Piemontesi. Nel 1565 Evangelista Offredi di Cremona,
nel 1567 e 68 Pietro Duca d'Alba, Francesco Micheli di Cremona, Gotardo
Canale di Conegliano: nel 1573 Nicolò Tiene di Vicenza, Galeazzo Ponzone
cremonese: nel 1577 Giacomo Puerari di Cremona: nel 1580 Giuseppe
Giussani milanese: nel 1582 Giulio Paravicino pur milanese: nel 1587
Giacomo Antonio di Gardone bresciano: nel 1589 Giovanni Giorgio
Pallavicino, Ippolito e Lodovico Sadoleto di Valtellina.
DISCORSO XLIV.
CONFLITTI GIURISDIZIONALI. POLITICA CATTOLICA. IL BELLARMINO. ERESIA
SOCIALE.
Oltre i canoni fondamentali, quali la trasmissione del carattere
sacerdotale mediante una cerimonia sacra in cui è l'azione divina; la
subordinazione a un capo infallibile; l'indissolubilità del matrimonio,
e tutto quanto concerne la vita eterna, dove la Chiesa non bada a tempi
o a luoghi, sempre identica nell'evangelizzare Cristo e il regno de'
Cieli, essa ha una legislazione in ordine alla ragione civile, che
tempera all'indole dei popoli e alla loro età morale.
Fra tanta divergenza d'accidenti e di dogmi, unico proposito conforme
dei dissidenti era l'abolire le centralità pontifizia, opponendo le
nazionalità alla cattolicità, le opinioni individuali alla unità della
fede, subordinando la potestà ecclesiastica alla civile, cioè la
coscienza al decreto, il diritto al fatto, la libertà alla permissione,
il fòro interno all'esteriore.
Aveano tutto il torto?
Che l'autorità deva governare le opere, non già possedere i popoli, di
modo che rimangano indipendenti i due poteri nell'ordine della propria
competenza, l'aveva mal compreso il medioevo quando il potere, che unico
sopravvisse della società, e che unico potea frenare la prepotenza de'
Barbari e proteggere il popolo era l'ecclesiastico: onde ne nacque un
diritto, assentito anche da quelli cui ponea limiti, e che difendeva i
deboli o per podestà immediata e diretta, o per derivata dal
pontefice[130]. Questo elevarsi de' pontefici sopra i sovrani anche pel
temporale parve trascendesse il precetto del «Rendete a Cesare quel ch'è
di Cesare»; i cesaristi non negavano il diritto canonico, bensì
discutevano se dovesse essergli subordinato il diritto pubblico: e
Dante, un de' monarchici più assoluti, prescriveva che _illa reverentia
Cæsar utatur ad Petrum, qua primogenitus filius debet uti ad patrem_.
Via via però che i governi ripigliarono ordine e vigore, andavasi
ritogliendo alla Chiesa quel che la necessità dei tempi v'aveva aggiunto
di là dalla sua competenza essenziale divina: ma l'atto effettivo della
Riforma consistette nel fare l'opposto, sovrapponendo il temporale allo
spirituale fin a dimenticare di render a Dio quel che è di Dio. Le
nazioni, cioè quei pochi che arrogansi di parlar in nome d'esse, non
volevano più l'unità teocratica; volevano costruire lo Stato
indipendentemente dalla Chiesa; e la protesta sembrò un legittimo sforzo
per isvolgere l'inviolabilità della coscienza dal diritto ancora oscuro
dalla società moderna. L'errore consistette non nell'emanciparsi dai
vincoli curiali, bensì nell'istituire Chiese distinte, nazionali,
foggiate secondo il bisogno civile. Era un frantendere la gran lite fra
la Chiesa e lo Stato; tanto più che non trattavasi d'affrancar l'anima
del cittadino, bensì di ridurlo più servo, retrocedendo fin al
paganesimo.
Di primo acchito i principi s'accorsero qual partito potessero trarre
dalla Riforma, concentrando in sè i poteri della Chiesa, e incamerandone
i beni; fra i Luterani restò convenuto dover un paese avere la religione
che volesse il principe; Grozio assegna come primario diritto maestatico
l'imporla: _in arbitrio est summi imperii quænam religio publice
exerceatur; idque præcipuum inter majestatis jura ponunt omnes qui
politica scripserunt_. Ciò importa, secondo il Böhmer, il diritto di
costituire i dottori, di prescrivere i riti, di riformar le cose sacre e
la disciplina, di dirigere l'insegnamento e la predicazione, di usar
nelle cose sacre la giurisdizione criminale e civile e penale, di
decider le controversie religiose, di convocare i concilj, di designar
le diocesi e le parrocchie. Tirannide la più completa se mai fosse stata
applicata nella pienezza delle sue conclusioni e non ristretta dalle
costituzioni scritte, alle quali fu duopo ricoverarsi dopo tolto quel
supremo custode della verità, della giustizia, del diritto. Così alla
monarchia cattolica del medioevo sostituivasi la monarchia politica
moderna, coll'unità e universalità del pubblico potere.
Quel che i Protestanti avevano conseguito di colpo coll'aperta
ribellione, i Cattolici s'ingegnarono ottenere con mezzi termini,
accordando la coscienza coll'ambita onnipotenza. Principi che avevano
declamato contro gli abusi non sapeano acconciarsi ai rimedj, e contro
le decisioni tridentine accampavano le ragioni del principato: onde
nuovi dissensi vennero a turbare il seno della Chiesa romana.
Quanto ai dogmi, nessun Cattolico poteva impugnare l'autorità
irrefragabile del Concilio; ma v'aveva articoli che toccavano la società
secolare. Perocchè i prelati tridentini poco si curarono della parte
legittima spettante alla politica, e presero per ribellione a Dio ciò
ch'era una riscossa contro l'arbitrio dei poteri umani. Sbigottiti
dall'attacco recato all'attribuzione loro più sublime, i papi non
pensarono più che a difendersi, tantochè, invece di continuare a capo
del progresso come erano stati fin allora, parve si atteggiassero in
opposizione o almeno in sospetto di esso, dacchè vedevanlo staccarsi da
loro; severità affatto precarie, e volute dalle circostanze, presero
l'aria d'una missione sacra e durevole: e l'Italia, nel punto che
cessava di essere il centro dell'unità religiosa, scadde da maestra
delle civili dottrine.
Ma al primo momento, tratti a sè tutti gli elementi della vita morale e
intellettuale, e rifattasi vigorosa col precisare il dogma ed emendare
la pratica, e posar come assolute le sue verità, e negando che fuori di
queste si dia salute [131], Roma non solo represse nelle genti latine la
propensione alla Riforma, ma volle ricondurre alla sua obbedienza i
traviati; e ripigliata l'offensiva, parve resuscitare i tempi della sua
prevalenza. Anche in questo punto correggendo il paganizzamento della
società, avrebbe voluto togliere ogni diversità interna di chiese
distinte, di riti nazionali, credendo prova di forza l'esigere di bel
nuovo quell'unità assoluta, che dapprincipio aveva salvato la civiltà.
Come le reliquie d'un esercito scompigliato si rannodano allo stato
maggiore, così i Cattolici sentirono la necessità di stringersi al papa:
e principalmente i Gesuiti, animati dall'alito del ringiovanito
cattolicismo, si applicarono a sostenere il solo pastore, attorno a cui
dovea formarsi un solo ovile.
La stampa avea mostrato un'inaspettata potenza facendosi aggressiva e
dissolvente sotto la bandiera della Riforma per iscassinare i poteri
stabiliti, le sovranità riconosciute, e ridurre all'intelligenza comune,
le objezioni accumulate da quindici secoli contro il cattolicismo; e
mentre prima o morivano coll'uomo che aveale inventate, o restavano fra
teologi ed eruditi, allora ottenne che la religione non fosse più
sovrana dell'opinione, ma le contraddizioni e gli attacchi, giusti o
ingiusti, venissero accreditati ed estesi. I Cattolici vollero da un
lato porre un argine a' suoi eccessi, dall'altro adoprarla ad assodare e
ricostruire; e stupendi scrittori comparvero anche nel campo nostro, non
solo profondi di dottrina, ma anche abili a spiegarla e diffonderla, e
nuovo grandioso campo s'aperse alla letteratura teologica e storica nel
propugnare l'autorità e le ragioni di Roma. Ma poichè il protestantismo
aveva implacabilmente osteggiato la santa sede, gli apologisti si
volgevano di preferenza a difenderla. Melchior Cano che pel primo fece
un trattato _De' luoghi teologici_, sostenendo i diritti del
sopranaturale e della rivelazione, appoggia la fede sulle profezie e i
miracoli: pure anche in esso e nei seguaci suoi trattasi della Chiesa e
del papato, più che delle prove e de' caratteri della rivelazione.
Le Decretali si diceano il codice della tirannia papale, a scapito
dell'autorità dei vescovi [132]. La severa critica dell'età nostra fe
ragione delle tante baje spacciate in proposito delle false,
riconoscendo che in fondo esse non istabilirono verun punto il quale già
non fosse convenuto; e che dirigevansi a sostenere l'indipendenza de'
vescovi, a fronte de' metropoliti; e ciò, non coll'inventare documenti,
bensì col raccogliere brani di costituzioni, e di lettere, o regie, o
pontificie, che già aveano vigore, e darvi forma di legge.
Pio IV elesse una congregazione che le coreggesse, rintegrando ciò
ch'era mutilato, sceverando lo spurio dal sincero, e riassettando la
cronologia. Dissipate le false Decretali, l'autorità pontifizia si trovò
più solida perchè più misurata, e venne rigenerato il diritto
ecclesiastico, il cui corpo si potè pubblicare sotto Gregorio XIII.
La baldanza d'un recente trionfo, o lo sforzo di chi dissimula la
sconfitta apparve nel ridestare, in un secolo di dubbio e di negazione,
le pretensioni che, in una età organica, aveano accampate Gregorio VII e
Innocenzo III, e asserire di nuovo il predominio illimitato della Chiesa
sopra lo Stato; il papa superiore a qualunque giudizio, e decaduto il re
che uscisse dal grembo cattolico. L'atto formale di queste pretensioni
fu la bolla, detta in _Cœna Domini_ perchè doveasi leggere solennemente
ogni giovedì santo. Antica e più volte aumentata, ebbe l'ultima mano da
Paolo V, e suole citarsi come il massimo dell'arroganza papale.
Tralasciando i punti di minor rilievo, e spogliandola delle frasi adatte
al tempo e alla curia, essa in ventiquattro paragrafi scomunica gli
eretici di qualsia nome, e chi li difende, o legge libri loro, o ne
tiene, ne stampa, ne diffonde;
chi appella dal papa al Concilio, o dalle ordinanze del papa o de'
commissarj suoi a' tribunali laici;
i pirati e corsari nel Mediterraneo, e chi depreda navi di Cristiani
naufragate in qualunque siasi mare;
chi impone nuovi o rincarisce antichi balzelli o tasse o pedaggi a' suoi
popoli;
chi somministra ai Turchi cavalli, arme, metalli, o altre munizioni da
guerra, o vi dà consigli;
chi offende nella persona i cardinali, patriarchi, vescovi, nunzj, o li
caccia dalle proprie terre; o giudici e procuratori deputati sopra cause
ecclesiastiche, o vieta di pubblicar le lettere apostoliche o i
monitorj;
chi le cause o le persone ecclesiastiche trae al fôro secolare, e fa
leggi contro la libertà ecclesiastica, o turba i vescovi nell'esercizio
di loro giurisdizione, o mette la mano sopra le entrate della Chiesa e i
benefizj, o impone tasse al clero;
chi turba i pellegrini diretti a Roma, o che ivi dimorano o ne tornano;
chi occupa o molesta il territorio della Chiesa, compresevi Sicilia,
Corsica, Sardegna; e così le Marche, l'Umbria, il principato di
Benevento, Avignone, il contado Venesino, e insomma quanto alla Chiesa
spetta _di fatto_. Estendesi la scomunica ai vasi d'oro e d'argento,
vesti, suppellettili, scritture, beni del palazzo apostolico; e non se
ne darà l'assoluzione se prima non siasi desistito dal fatto, o cassati
gli atti contrarj alla libertà ecclesiastica, distruggendoli dagli
archivj e dai libri; nè qualsivoglia privilegio o grazia valga perchè
possa uno venirne assolto che in articolo di morte, e anche allora deve
dar garanzia di pentimento e soddisfazione. La condanna colpisce pure
chi impedisse di pubblicare o attuare la bolla.
Le riazioni trascendono sempre, e in guerra armata o inerme il miglior
difendersi è l'attaccare. Se non che a condiscendere trovavansi poco
disposti i principi, i quali reluttarono contro il sinodo tridentino, e
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Çirattagı - Gli eretici d'Italia, vol. III - 14
- Büleklär
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 01Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4243Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196233.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 02Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4434Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198935.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 03Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4227Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185034.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 04Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4286Unikal süzlärneñ gomumi sanı 168334.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 05Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4387Unikal süzlärneñ gomumi sanı 187834.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 06Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4097Unikal süzlärneñ gomumi sanı 206928.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 07Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4421Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189532.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 08Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4371Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199432.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 09Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4161Unikal süzlärneñ gomumi sanı 226723.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.33.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 10Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4210Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199132.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 11Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4406Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198434.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 12Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4183Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194130.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.42.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 13Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4170Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196930.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 14Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4227Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193931.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 15Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4294Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194234.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 16Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4342Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186833.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 17Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4364Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193934.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 18Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4241Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189531.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 19Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4125Unikal süzlärneñ gomumi sanı 213224.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.32.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.36.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 20Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4136Unikal süzlärneñ gomumi sanı 218524.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.33.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 21Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4296Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189433.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 22Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4288Unikal süzlärneñ gomumi sanı 188433.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 23Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4354Unikal süzlärneñ gomumi sanı 197933.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 24Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4351Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191234.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 25Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4326Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192933.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 26Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4338Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189334.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 27Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4339Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189233.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 28Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4385Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190834.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 29Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4241Unikal süzlärneñ gomumi sanı 203634.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 30Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4217Unikal süzlärneñ gomumi sanı 189935.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 31Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4235Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198531.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 32Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4357Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200232.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 33Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4393Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186435.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 34Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4436Unikal süzlärneñ gomumi sanı 165437.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.58.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 35Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4182Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200828.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.39.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 36Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4425Unikal süzlärneñ gomumi sanı 170834.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 37Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4332Unikal süzlärneñ gomumi sanı 183832.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 38Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4275Unikal süzlärneñ gomumi sanı 195833.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 39Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4292Unikal süzlärneñ gomumi sanı 208531.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 40Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4264Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196834.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 41Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4314Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192132.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 42Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4323Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191333.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 43Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4218Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199630.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 44Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4261Unikal süzlärneñ gomumi sanı 173631.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 45Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4301Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196133.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 46Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4235Unikal süzlärneñ gomumi sanı 199830.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 47Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4299Unikal süzlärneñ gomumi sanı 205430.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 48Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4191Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198830.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 49Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4289Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193933.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 50Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4291Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 51Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4291Unikal süzlärneñ gomumi sanı 193132.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 52Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4168Unikal süzlärneñ gomumi sanı 176838.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.60.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 53Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4371Unikal süzlärneñ gomumi sanı 197035.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 54Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4105Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186030.1 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 55Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4367Unikal süzlärneñ gomumi sanı 182733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 56Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4112Unikal süzlärneñ gomumi sanı 195033.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 57Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4108Unikal süzlärneñ gomumi sanı 169135.6 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.7 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.58.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 58Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4152Unikal süzlärneñ gomumi sanı 146633.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 59Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4180Unikal süzlärneñ gomumi sanı 156533.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.7 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 60Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4233Unikal süzlärneñ gomumi sanı 184933.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.56.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 61Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4254Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196031.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 62Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4256Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185830.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 63Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4363Unikal süzlärneñ gomumi sanı 176634.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 64Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4318Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185035.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 65Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4310Unikal süzlärneñ gomumi sanı 188935.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 66Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4244Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186734.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.57.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 67Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4310Unikal süzlärneñ gomumi sanı 191333.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 68Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4224Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190332.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 69Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4289Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186932.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 70Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4295Unikal süzlärneñ gomumi sanı 196031.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 71Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4304Unikal süzlärneñ gomumi sanı 185531.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 72Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4317Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194930.9 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.49.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 73Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4247Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190733.0 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.2 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 74Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4229Unikal süzlärneñ gomumi sanı 192330.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 75Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4299Unikal süzlärneñ gomumi sanı 184930.4 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 76Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4382Unikal süzlärneñ gomumi sanı 181231.3 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.0 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 77Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4213Unikal süzlärneñ gomumi sanı 180223.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.32.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.37.9 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 78Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4163Unikal süzlärneñ gomumi sanı 198629.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.5 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 79Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4309Unikal süzlärneñ gomumi sanı 186831.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.45.0 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.52.6 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 80Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4149Unikal süzlärneñ gomumi sanı 183934.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.54.8 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 81Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4109Unikal süzlärneñ gomumi sanı 200230.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.44.3 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.50.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 82Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4441Unikal süzlärneñ gomumi sanı 159639.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.6 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.62.4 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 83Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4098Unikal süzlärneñ gomumi sanı 194433.5 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 84Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4118Unikal süzlärneñ gomumi sanı 202130.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.41.9 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.48.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 85Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 4192Unikal süzlärneñ gomumi sanı 190134.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.8 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.55.3 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 86Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 3172Unikal süzlärneñ gomumi sanı 141933.7 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.47.1 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.53.5 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 87Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 2726Unikal süzlärneñ gomumi sanı 104427.8 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.38.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.43.1 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.
- Gli eretici d'Italia, vol. III - 88Härber sızık iñ yış oçrıy torgan 1000 süzlärneñ protsentnı kürsätä.Süzlärneñ gomumi sanı 66Unikal süzlärneñ gomumi sanı 6033.2 süzlär 2000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.46.4 süzlär 5000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.51.2 süzlär 8000 iñ yış oçrıy torgan süzlärgä kerä.