Trasfigurazione: Novella - 2

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per le vie del mondo? I giovani hanno bisogno soltanto di sapersi
nati da creature valide, che abbiano sorriso sulla loro culla. Tutta
l'esistenza, quando ci sia questa certezza, essi possono conquistarsela
da soli con la propria volontà, e sarà loro più preziosa.
Non le bambine hanno necessità di lui, è lui che non può privarsi per
sempre di loro.
Dimmi: dovevo tacere, poichè egli vi ama?
Ma egli ama anche me.
Ci sono anch'io, adesso, nella sua vita. Anche se non ci rivediamo,
anche se non ci parliamo.
Ci sono anch'io. Ed egli non può dimenticarmi, e soffre, più di quanto
aveva mai sofferto.
S'egli non può fare a meno di voi, non può neppure far a meno di
me, comprendi? O nulla o tutto, nella vita. Io peso quanto voi sulla
bilancia. Non c'è ragione — per noi che riconosciamo solamente leggi
interne — non c'è ragione perch'egli, se non sa rinunciare al bene che
voi gli siete, riesca a rinunciare a quest'altro bene che sono io.
Ah, ma io sto per parlarti con labbra insidiate dal freddo e
dall'amaro! Non voglio, non voglio.
Anche se il diritto è dalla mia parte, non è per dimostrarti questo che
t'ho cercata.
Io voglio che tu pensi solo al suo dolore. Io voglio che tu lo ami,
mentre ti dico del suo dolore. Voglio che sia il tuo amore a farmi
continuare a parlare, adesso che sai.
Egli non ti dice nulla. Puoi vederlo in ogni minuto della giornata;
puoi spiarlo — io so che tu lo fai, povera creatura, e anche lui lo
sa — per sorprendere se egli pieghi la testa sul tavolino con atto
di troppa stanchezza, se gli esca dal petto un gemito involontario, o
se mi mandi qualche parola delirante: nulla egli ti rivela, in nulla
si tradisce e ti si mostra cambiato. A me non ha più scritto, te lo
ripeto. Non ha più avuto mie lettere. Ti è vicino, non tornerà in città
che con te. Ha il suo solito timbro di voce velato e calmo. Giuoca con
le bimbe, corregge il suo ultimo lavoro. Dalla falce della luna, la
sera quando egli riposa sul prato, scende il vento a rinfrescargli gli
occhi.
Tu puoi pensare d'aver fatto un tristo sogno. Io non esisto, nessuno ha
mai sentito parlare di me.
Ci sono sere che il cielo ha ombre più profonde, sere che sembra
ritornino sul mondo dopo millenni, e l'anima si chiede se già non ne
vide una uguale millenni innanzi. Ci sono sere che il mondo si avvolge
nell'ombra cantando di nostalgia, e l'anima non sa se ascolta la sera
o se ascolta se stessa.
Egli scruta coi suoi occhi di sogno il prato oscuro accanto a sè,
allunga il braccio sull'erba dolce. Non mi trova. Richiude gli occhi,
affonda la fronte tra i fili sino a sentire il duro della terra, un
attimo, poi si stende di nuovo, la faccia contro il cielo, e resta
immobile ad aspettare la notte.
Perchè non sono io lì?
Tra le sue palpebre chiuse e il cielo passano fantasmi. Un viaggio
era cominciato sulla terra, appena cominciato, fra lui e una che con
lui coglieva i più secreti ritmi delle ore.... Perchè si è interrotto?
Nessuno dei due che s'erano avviati è morto. Perchè egli è solo? Quando
lo raggiungerò? Vede il mio volto com'era quand'egli mi parlava. Mi
parlava, con labbra che non avevan mai potuto prima aprirsi, mi parlava
ancora esitante, ed era come se piangesse d'un pianto che solleva il
cuore dopo un tempo infinito. Ha tutto da dirmi, ancora. Ogni giorno
che passa è una parola ch'egli mette in serbo per me, per cercarne con
me il senso più vero. Perchè tardo tanto a tornare?
E s'illude, mentre la notte giunge e la silenziosa febbre lo consuma e
tu lo chiami per il riposo. S'illude che quest'inverno ci rivedremo, ci
rivedremo come amici, e tu non avrai più timori, e potremo, mentendo a
te e a noi stessi, vivere con forza e con dignità....
Rivederlo!
Ma se noi ritorniamo l'uno dinanzi all'altra, io gli prendo come quel
giorno il capo fra le mani, lo poso sul mio petto, ed egli ascolta
battere il mio cuore, come quel giorno, e nonostante tutto il sangue
che ho versato nel frattempo egli trova ancora che il mio cuore batte
con impeto meraviglioso, egli ascolta incantato, e se la morte giunge
ci trova beati.
Se noi ci rivediamo, sarà vana ogni volontà di mentire. Noi ci amiamo.
E se anche rinunciassimo a dirci il nostro amore, tu lo indovineresti
ugualmente su le nostre fronti. Tu che già hai sospettato, non potrai
più ingannarti. S'io non ti mando questi fogli tu ci giudicherai
traditori, e sarà vero, anche se noi staremo crudelmente fermi nel
patto di silenzio. Esigerai, minacciando altrimenti di ucciderti, che
noi si rinunci anche a vederci come amici, esigerai un distacco totale.
Ma questi fogli, eccoteli, tu li leggi. Da ore tu mi ascolti. Tu
sai tutto, adesso. E non puoi più accusarci di nulla, nè di ciò che
è stato, nè di ciò che potrà avvenire. Io ti ho chiamata fra noi,
perchè tu ci veda in fondo agli occhi, perchè tu veda ch'egli ti ama
tanto da voler sacrificarti ciò che di più alto ha raggiunto la sua
vita, e ch'io ti stimo nostra uguale, un'anima degna di non essere
ingannata, un'anima alla quale possiamo confidare la nostra angoscia,
ecco. Guardaci. Nessuno ti tradisce, nessuno ti umilia. Davanti a te
c'è soltanto la verità. C'è il suo amore per me, ma c'è anche il suo
dolore per te. Ci sono io, già sacrificata, ma che prima di rinunciare
per sempre a dargli quel ch'è in mio potere per fargli più grande
l'esistenza, il mio amore attivo, la mia fede vigile, la mia forza
appassionata, ho voluto tentare l'impossibile, ho chiamato qui, davanti
a noi, il miracolo a presentarsi.
Per l'amore che tu ed io portiamo a quest'uomo. Per la vita che in lui
amiamo.
Non hai nulla tu da gettare nel fuoco?
Non sono io che te lo chiedo, è la vita.
Io non ho altro da dirti. Mi sento stanca io, adesso. E mi pare,
strano, che se il miracolo non si produrrà non ne soffrirò, soltanto mi
addormenterò, immediatamente e profondamente.
Tutto è rimesso nelle tue mani.
C'è il sole, oggi, sui vostri prati?
Quassù la luce ferve intorno alle rupi.
Tu cerchi di lui, lo prendi per mano, vi avviate sulla collina. I
tuoi occhi si sono fatti più larghi, ma tu li tieni volti a terra, e
così andando gli parli. Non gli dici ancora di questa mia lettera.
Gli chiedi se io ho più scritto, e la tua voce la senti tu stessa
mutata. Egli si china per vedere il tuo sguardo, ma tu continui a
nasconderglielo. Gli dici che la notte scorsa hai fatto un sogno, che
non ti vuol uscir di mente. In quel sogno c'ero io, con qualche anno
di più, e parlavo a te, e parlavo a lui, e davo del tu ad entrambi, e
sorridevamo tutti, un po' gravi.
Egli ti alza con moto brusco il mento. La tua fronte, il fondo delle
tue pupille, tutto il tuo volto ha un chiarore nuovo. Somigli, adesso,
alla tua figliuola maggiore, a quella che lei sarà quando diverrà
donna. La vostra prima figlia, che ha lo sguardo di lui....
E tu gli accenni di sì, che sei la sua creatura, che è stato lui a
farti così.
Gli dici che sei forte, che non tema per te, che parta, che dovunque
vada, con chiunque si trovi, tu gli farai sempre sapere di te e delle
bimbe. Gli dici che anche da lontano lo amerai e lo farai amare dalle
bimbe: che vuoi intanto continuare a crescere anche tu, che la tua
anima ha bisogno di prepararsi per quando egli ritornerà.
Egli ti piange sul cuore.
Tu non mi invidii più, una pace alta ti ha invasa.

Guardami ancora una volta, vienmi più vicino, ti parlo piano.
Senti. Io non so che cosa tu farai, come non lo sai neppur tu in
questo istante. Ma ti devo dire ancora qualcosa, ti devo dire che se
nell'anima tua non potesse compiersi il prodigio, io m'inchinerei al
destino, in silenzio. Quando tutto s'è tentato, e il destino non muta,
non c'è luogo per l'imprecazione amara, non c'è più che da inchinarsi
e tacere. Ma senti: se un giorno egli mi chiamasse, io verrei; se un
giorno egli mi raggiungesse, io non lo respingerei. O forse potresti
esser tu a chiamarmi nel tempo.... Verrei. Metti ancora un momento la
tua mano nella mia. D'or innanzi, qualunque cosa accada, vedrai la vita
come ti si è mostrata in fondo ai miei occhi. Addio.

1912.


Opere di Sibilla Aleramo
(ed. Bemporad, Firenze)

Una Donna, romanzo, 3ª ediz. Lire 7,50
Il Passaggio, romanzo, 2ª ediz. Lire 7,00
Andando e stando, prose, 2ª ediz. Lire 7,00
Momenti, liriche, 2ª ediz. L. 6,00
Trasfigurazione, novella, L. 5,00
_In corso di stampa:_
Endimione, poema drammatico.


Nota del Trascrittore
Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo
senza annotazione minimi errori tipografici.
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