Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 03 (of 16) - 22

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prendevano parte alla festa ed alla processione. Questi per altro aveva
pubblicato un'ordinanza, che vietava ai Siciliani di portar armi per
esercitarsi nel maneggio delle medesime ne' giorni festivi, secondo
l'antica usanza[402]. I Palermitani erano dispersi pei prati
raccogliendo fiori, e salutando con grida di gioja il ritorno di
primavera, quando una giovanetta, non meno distinta per la sua bellezza
che pei suoi natali, s'avviò al tempio, accompagnata dallo sposo, cui
era promessa dai suoi parenti e da' suoi fratelli. Un Francese per nome
Drovet s'avanzò con insolenza verso la giovane, e sotto pretesto di
assicurarsi che non avesse armi nascoste, le pose sfrontatamente la mano
in seno: la fanciulla cadde svenuta tra le braccia del suo sposo, ed un
grido di furore si alza tutto ad un tratto, _muojano, muojano i
Francesi_! e Drovet, ferito colla propria spada, fu la prima vittima
della rabbia popolare. Un solo non si sottrasse alla morte di quanti
Francesi assistevano alla festa. I Siciliani, quantunque disarmati, ne
uccisero duecento in campagna, mentre le campane di Monreale suonavano i
vesperi. Dalla campagna il popolo furibondo rientrò in città gridando
sempre, _muojano i Francesi_, e qui la carnificina ricominciò più feroce
che mai. Una terribile rappresaglia fa questa del massacro di Benevento
e di Augusta, benchè esercitata sopra un minor numero di Francesi:
uomini, donne, fanciulli, tutto quanto apparteneva a questa detestata
nazione fu messo a morte, ed il ferro andò fino a cercare nel seno d'una
sposa siciliana l'abborrito frutto della sua unione con un Francese.
Quattro mila persone perirono in questa prima notte[403].
[402] _Bartholom. de Neocastro c. 14, p. 1027._
[403] Velly nella sua storia di Francia _ad an._ aggiugne a questo
racconto molte circostanze ed aneddoti intorno alla morte di varj
cavalieri francesi. Non so dove gli abbia presi, non certo negli
autori da lui citati. Forse furono conservati dalla tradizione. È
sopra tal sorta d'autorità che raccontasi che i Siciliani
riconoscevano i Francesi alla pronuncia di due vocaboli _ceci_ e
_ciceri._ I Francesi non riuscivano quasi mai a pronunciare il _c_
italiano, e l'accentazione loro riesce ancora più difficile.
Per grande che fosse l'odio de' Siciliani, mal sapevano risolversi ad
imitare l'esempio di Palermo; tutto il mese d'aprile si consumò in vani
attacchi de' Francesi contro Palermo ed in trattati di quegli abitanti
cogli altri Siciliani. Ma pareva che il furore de' Palermitani fosse
contagioso; e la loro resistenza e l'impunità di cui godevano, erano
d'incoraggiamento a coloro che volevano imitarli. Gli abitanti di Bicaro
ed in seguito quelli di Corleone unironsi a quelli di Palermo,
suggellando la loro alleanza col sangue de' Francesi che trovarono nel
loro paese, mentre che quelli di Calatafino, governati dal rispettabile
Guglielmo de' Porcelets, nobile provenzale, che solo di tutti i Francesi
non aveva offesa l'umanità, nè tradita la giustizia, mandavano
onoratamente al di là del Faro quest'uomo virtuoso colla sua famiglia.
Tutte le borgate e le città dell'isola si andavano una dopo l'altra
associando alla ribellione. Messina fu l'ultima ad entrare nella
congiura: tutti i soldati francesi eransi rifugiati in questa città; e
vi si trovava il vicario reale alla testa di seicento cavalli; ma il 28
aprile i cittadini atterrarono gli stemmi di Carlo d'Angiò, cacciarono
il suo vicario ed i soldati al di là del Faro e giurarono di voler
essere partecipi della sorte degli abitanti di Palermo. Nel precedente
giorno i Palermitani avevano spedita una deputazione a Pietro d'Arragona
per invitarlo a venire a prendere possesso del regno di Sicilia e a dare
soccorso a' suoi sudditi che si ponevano tra le sue braccia.
La notizia dei Vesperi Siciliani era stata più sollecitamente recata a
Carlo d'Angiò; l'arcivescovo di Monreale erasi affrettato di
spedirgliela alla corte di Roma, ove allora dimorava. «Sire Dio, gridò
Carlo nel riceverla, poichè ti piacque di mandarmi un infortunio, ti
piaccia almeno di ordinare che il mio abbassamento si faccia
lentamente[404].»
[404] _Giovanni Villani l. VII, c. 61. p. 278._

FINE DEL TOMO III.


TAVOLA CRONOLOGICA DEL TOMO III.

CAPITOLO XVI. _Continuazione del regno di
Federico II. — Guerra della lega lombarda
contro questo imperatore. — Viene dal papa
deposto nel concilio di Lione._ 1234=1245 _pag._ 3
Conformità e differenze tra i due Federici
e le due leghe lombarde _ivi_
Pericolosa situazione di papa Gregorio IX 5
1234 Gregorio IX accusato d'aver fatto ribellare
Enrico figliuolo dell'imperatore contro il padre 7
1235 Federico fa prigioniero a Worms suo figliuolo,
e lo manda in Puglia, ove muore 9
Ezelino III da Romano richiama Federico
in Lombardia 10
Ezelino III e suo fratello Alberico eransi
tra di loro divisi gli stati paterni
l'anno 1232 in seguito all'abdicazione
fattane dal padre per divozione 11
Alberico da Romano signore di Treviso 12
Ezelino III fatto podestà di Verona l'anno 1226 13
1236 Ezelino introduce in Verona una guarnigione
imperiale, che rende più ferma la
sua autorità _ivi_
Cremona, Parma, Modena e Reggio fedeli alla
parte ghibellina _ivi_
Opposto carattere delle aristocrazie e delle
oligarchie 14
Oligarchie sediziose della Marca Trivigiana 16
Federico II entra in Verona il 16 agosto con
un'armata tedesca 17
Sorprende Vicenza, che abbandona al saccheggio 18
Padova affida a sedici gentiluomini la cura
della sua difesa 19
1237 Tradimento dei nobili; sforzi del podestà per
salvare la repubblica 20
Padova data in mano d'Ezelino 21
Questi prende con astuzia alcuni ostaggi che
fa custodire nelle sue fortezze 23
Fa arrestare il priore di san Benedetto, di
cui teme l'influenza 24
Federico II riunisce presso Verona un'armata 28
Invade lo stato di Brescia 29
Batte i Milanesi a Cortenova il 27 di novembre 30
I Milanesi fuggiaschi accolti da Pagano della
Torre signore della Valsassina 31
1238 Federico si avanza nel Piemonte staccando
dalla lega quelle città 33
Assedia Brescia senza riuscita 34
Guerra tra Ezelino ed il marchese d'Este
appaciata da Federico 36
1239 Federico viene scomunicato da Gregorio IX 37
Pietro dalle Vigne, cancelliere dell'imperatore
giustifica il suo padrone innanzi al popolo
di Padova _ivi_
Il marchese d'Este, il conte di san Bonifacio
ed Alberico da Romano si staccano
dall'imperatore 39
Principio delle crudeltà d'Ezelino 40
Federico si porta in Toscana 41
Guerre civili in Sardegna tra i gentiluomini
pisani 43
I Visconti di Pisa stabiliti in Sardegna si
dichiarano per la parte guelfa _ivi_
Le fazioni di Pisa assumono i nomi di Conti
e di Visconti 44
Federico accorda il titolo di re di Sardegna
ad Enzio suo figlio naturale _ivi_
1240 Federico s'avvicina a Roma ove Gregorio
predica contro di lui la crociata 45
I Guelfi prendono Ferrara e lasciano morire
in prigione il vecchio Salinguerra 47
Gregorio IX convoca un concilio in Laterano
pel susseguente anno 48
1241 I Pisani armano una flotta per prendere i
prelati francesi 51
I prelati s'imbarcano sopra una flotta
genovese e sono attaccati e fatti prigionieri
il 3 maggio in faccia a Meloria da Ugolino
Buzzacherino dei Sismondi _ivi_
Costanza de' Genovesi dopo la disfatta 52
Morte di Gregorio IX accaduta il 21 agosto 53
1242 Vacanza della santa sede. Lettera di Federico
ai cardinali 55
Discordia nelle città cagionata dall'ambizione
de' gentiluomini 56
Pagano della Torre capo in Milano del partito
democratico 57
Fra Leone da Perego arcivescovo di Milano
alla testa dei nobili 58
Guerre tra le città Lombarde 59
1243 Sinibaldo del Fiesco eletto papa il 24 giugno
col nome d'Innocenzo IV _ivi_
Negoziazioni di Federico col nuovo pontefice 61
1244 Il 27 giugno il papa fugge travestito dallo
stato della chiesa e s'imbarca 63
Viene condotto a Genova dal podestà 65
Cospirazione de' Francescani contro Federico,
nella quale è complicato il papa 66
1245 Il papa giugne a Lione e vi aduna un concilio 67
Il 28 giugno si fa l'apertura del concilio.
Disgrazie della Cristianità _ivi_
L'imperatore accusato da Innocenzo viene
difeso da Tadeo di Suessa 70
Seconda sessione del concilio nella quale è
citato l'imperatore _ivi_
Terza sessione tenuta il 17 luglio 71
L'imperatore è condannato dal concilio,
e deposto dal papa 74
CAPITOLO XVII. _Fine del regno di Federico II. — Assedio
di Parma. — Rivoluzioni di Toscana. — Tirannide
d'Ezelino._ 1245=1250 75
1245 Accanimento dei papi contro la casa di Svevia _ivi_
Aperta opposizione alla chiesa dei
gentiluomini, e dei letterati 76
Attaccamento al papa de' Francescani e de'
Domenicani 77
Rapide conversioni da loro operate, seguite
da subite rivoluzioni 79
Molti nobili di Parma abbracciano il partito
della chiesa _ivi_
1246 Il papa tenta di sollevare contro Federico
le due Sicilie 80
Congiura dei San Severini contro Federico 82
Congiura di Pietro delle Vigne 84
Tenta d'avvelenare l'imperatore 87
Volontaria morte di Pietro delle Vigne _ivi_
Sforzi fatti da Federico per riconciliarsi
colla Chiesa 90
1247 Domanda di passare in Oriente per far la
guerra agl'infedeli 91
Va fino a Torino per recarsi alla corte del papa 92
È richiamato a dietro dalla rivoluzione di
Parma scoppiata il 16 giugno 93
Importanza della città di Parma per Federico 94
I capi de' Guelfi vi si chiudono dentro
per difenderla 95
I Ghibellini si portano al campo
dell'imperatore sotto Parma 96
Federico fa prova di spaventare i Parmigiani
coi supplicj 97
I soldati di Pavia fanno cessare queste
crudeltà 98
Federico fonda presso Parma una città, cui
dà il nome di Vittoria 98
1248 L'armata di Federico viene sorpresa il 18 di
febbrajo, e distrutta la sua città della
Vittoria 100
Federico fa nuove istanze al re di Francia
per essere rappacificato colla Chiesa 101
I grandi signori Francesi irritati dalla
durezza del papa 102
Preponderanza del partito ghibellino
in Toscana 103
Firenze inclina a favore dei Guelfi _ivi_
L'imperatore manda a Firenze suo figlio,
Federico d'Antiochia 105
I Guelfi cacciati fuori di Firenze la notte
della candelora 107
1249 L'imperatore insegue i Guelfi ne' castelli
di Toscana che assedia 108
1248 Ottaviano degli Ubaldini legato del papa
a Bologna 109
I Bolognesi costringono le città della Romagna
ad abbracciare il partito guelfo 110
1249 L'armata Bolognese va contro Enzio sul Panaro 111
Battaglia di Fossalta del 16 maggio 1249 112
Rotta dei Ghibellini, Enzio fatto prigioniere 114
1249 Enzio condotto in trionfo nelle prigioni
di Bologna 115
Vi è tenuto fino alla morte, 1271 116
I Modenesi insultati dai Bolognesi sono
costretti di battersi 117
Trattato tra Bologna e Modena
del 19 gennajo 1250 118
1239-1250 Progressi e crudeltà d'Ezelino da Romano 119
Fa morire di fame i quattro signori
di Vado nel 1240 122
Fa morire suo nipote Guglielmo di Campo
Sampiero, e tutti i suoi parenti 123
1250 Coraggio di Raineri di Bonello, e di Giovanni
di Scanarola 124
Accusati che muojono sotto la tortura 125
Fabbrica di nuove prigioni più orribili che
le antiche _ivi_
Crudeltà d'Ansedisio de' Guidotti podestà
d'Ezelino a Padova 126
Strage dei Delesmanini amici e parenti d'Ezelino 127
Nuovi tentativi di Federico presso san Luigi
per la pace della Chiesa 128
Morte di Federico II a Fiorentino nella
Capitanata accaduta il 13 dicembre 130
Ritratto di Federico fatto da Giovan Villani _ivi_
Ritratto di Federico fatto da Nicola
di Jamsilla 131
CAPITOLO XVIII. _Innocenzo IV torna in Italia. — Sue
guerre con Corrado e Manfredi. — Sua
morte. — Roma sotto il suo pontificato;
il senatore Brancaleone. — La Toscana:
il governo popolare si stabilisce in
Firenze._ 1251=1255 134
1250-1273 Interregno di 23 anni senza re de' Romani _ivi_
1250-1310 Interregno di 60 anni senza imperatore
riconosciuto in Italia 135
Gl'interessi della Germania si dividono per
qualche tempo da quelli dell'Italia 136
1251 Gioja d'Innocenzo IV per la morte di Federico II 137
Unisce la città di Napoli allo stato della
Chiesa _ivi_
Innocenzo torna a Genova, e vi trova i
deputati di quasi tutta l'Italia 138
Le città ghibelline cercano di riconciliarsi
con lui 139
Sua andata, ed ingresso trionfale in Milano 140
Esaurimento delle finanze de' Milanesi 141
Ingratitudine del papa verso i Milanesi 143
I Milanesi si accostano alla parte ghibellina _ivi_
Doppia discordia dei Guelfi e dei Ghibellini,
dei plebei e dei nobili 145
La scelta fra le parti dipendeva
dall'inclinazione non dal calcolo
dell'egoismo _ivi_
Fedeltà dei grandi ai loro principj,
entusiasmo passaggere della moltitudine 148
Viaggio del papa da Milano a Perugia _ivi_
Divisione degli stati di Federico
tra i suoi figliuoli 149
Corrado IV scende d'ottobre in Italia _ivi_
1252 Il regno delle due Sicilie amministrato
da Manfredi figliuol naturale di Federico 150
Corrado giugne nel regno e ne assume
l'amministrazione 151
Corrado cerca di riconciliarsi colla Chiesa 153
Corrado assedia Napoli 154
1253 Punisce crudelmente i Napoletani della loro
resistenza _ivi_
Innocenzo IV offre la corona di Napoli a
Riccardo, conte di Cornovaglia 156
Riccardo rifiuta l'offerta, che viene
accettata da suo nipote Edmondo 158
1254 Corrado muore inaspettatamente il 21 maggio
a Lavello _ivi_
La morte di tutti i principi svevi attribuita
dai Guelfi a veleno 159
I tutori di Corradino, figlio di Corrado,
lo pongono sotto la protezione del papa 160
1254 Il papa rompe ogni trattato cogl'Inglesi,
e vuole sottomettere la Sicilia alla santa
sede 158
Insurrezioni nelle Sicilie contro i Saraceni
ed i Tedeschi 161
Manfredi si porta in persona al campo del papa
per sottomettersi a lui 163
Orgoglio degli esiliati che rientrano col papa
nel regno di Napoli 164
Zuffa tra Borello d'Anglone e Manfredi 165
Borello ucciso dalle genti di Manfredi, che
viene accusato d'omicidio _ivi_
Fuga di Manfredi a traverso le montagne 166
Attraversa la Capitanata per avvicinarsi
a Luceria 167
I Saraceni di Luceria, malgrado del loro
governatore, si dichiarano a suo favore 170
Ajuti che Manfredi trova in Luceria 172
Rompe il marchese d'Oemburgo, ed il cardinale
di sant'Eustachio 173
Morte d'Innocenzo IV, il 7 dicembre,
elezione d'Alessandro IV 174
1254 Carattere d'Innocenzo IV 175
La sola Roma non riconosce la sua autorità 176
Anarchia cagionata dai nobili romani 178
1253-1256 Brancaleone d'Andalo, nobile bolognese
senatore di Roma _ivi_
Sua severità contro i nobili romani 179
Minaccia il papa, e lo sforza a rientrare
in Roma 180
Sedizione contro Brancaleone, che viene
imprigionato 182
È posto in libertà per l'intromissione dei
Bolognesi, indi ripristinato nella sua carica 183
1258 Muore compianto da tutto il popolo 184
1250 Costumi e semplicità dei Fiorentini 185
Governo aristocratico stabilito in Firenze
da Federico II 186
Il popolo si rivolta contro i nobili
il 20 ottobre del 1250 187
Organizzazione civile e militare che si
danno i Fiorentini 188
1251 Il 7 gennajo vengono richiamati gli esiliati
guelfi 190
1252 Vittorie de' Fiorentini sopra il partito
ghibellino e sopra i Pisani 191
Il fiorino d'oro, moneta non mai alterata,
battuta in Firenze per la prima volta 192
1253 Pistoja si sottomette al partito guelfo,
e riceve guarnigione da Fiorenza 193
1254 L'anno delle vittorie dei Fiorentini 194
I Sienesi sottomessi al partito guelfo 194
Volterra presa e sottomessa al partito guelfo 195
I Pisani costretti a chiedere pace 196
1255 Arezzo sorpreso per tradimento d'un generale,
viene rimesso in libertà 197
Grandi uomini di Firenze in quest'epoca 199
Disinteressamento d'Aldobrandino Ottobuoni 200
CAPITOLO XIX. _Pontificato d'Alessandro IV. — Crociata
contro Ezelino; disfatta e morte
di questo tiranno. — Manfredi re di Sicilia
soccorre i Ghibellini toscani; battaglia di
Monteaperto o dell'Arbia._ 1255=1260 202
Carattere d'Alessandro IV _ivi_
1255 Fa predicare la crociata contro Ezelino
da Romano 203
Orribile crudeltà e gelosia universale
d'Ezelino 205
Coraggio dei due fratelli Monte ed Araldo
di Monselice 207
1256 Il legato del papa arcivescovo di Ravenna
aduna i crociati a Venezia 208
Il marchese d'Este ed il conte di san
Bonifacio, signore di Mantova, del numero
de' crociati 210
Ezelino padrone di Verona, Vicenza, Padova,
Feltre e Belluno _ivi_
1256 Ezelino minaccia Mantova e Brescia 211
Pusillanimità del suo luogotenente a Padova 212
I crociati s'impadroniscono di Padova
il 19 giugno 214
Orribili prigioni d'Ezelino in Padova _ivi_
Ezelino si fa dare successivamente in mano
undici mila padovani, che aveva nella sua
armata, e li fa quasi tutti perire 215
Viltà ed indisciplina dell'armata crociata 217
Alberico da Romano viene all'armata crociata
per tradirla 218
I crociati respingono Ezelino che attaccava
Padova 219
1257 Ezelino cerca di fare nuove alleanze 220
1258 I Bresciani che s'uniscono ai crociati sono
battuti da Ezelino 221
Brescia apre le porte ad Ezelino 222
Ezelino cerca di perdere i suoi alleati
Oberto Pelavicino e Buoso di Dovara 223
1259 Questi due signori si uniscono coi Guelfi 224
Atrocità commesse da Ezelino a Friola 226
S'inoltra in sul finir d'agosto verso Milano 227
1259 Trovasi avviluppato dai nemici al di là
dell'Adda 228
Rimane ferito il 16 settembre al ponte di
Cassano 230
È fatto prigioniere; lacera le sue piaghe,
e si lascia morire il 27 settembre 231
Tutte le città a lui soggette ricuperano
la libertà 232
1260 Alberico da Romano suo fratello condannato
a morte coi suoi figliuoli 233
Pochi talenti d'Alessandro IV 235
Rifiuta di trattare con Manfredi, e fomenta
le ribellioni in Calabria 236
1258 Manfredi prende la corona di Sicilia
l'undici agosto, sull'avviso della morte
di Corradino 238
Quando sa che vive ancora promette di
nominarlo suo successore 239
1260 I Ghibellini toscani ricorrono a Manfredi 240
Erano stati cacciati da Firenze in luglio
del 1258 _ivi_
La repubblica di Siena li proteggeva 242
Giordano d'Anglone spedito da Manfredi a Siena _ivi_
Farinata degli Uberti sollecita nuovi soccorsi 244
Farinata espone un corpo di cavalleria tedesca
agli attacchi de' Fiorentini, che abusano
della loro vittoria 245
1260 Manfredi irritato manda nuove truppe
contro i Fiorentini 246
Farinata attira i Fiorentini nel territorio
di Siena 247
Opposizione dei gentiluomini guelfi a questa
pericolosa spedizione 248
I Fiorentini con tre mila cavalli e trenta
mila fanti s'accampano a Monte aperto in
riva all'Arbia 249
Battaglia d'Arbia il giorno 4 settembre e
rotta totale dei Fiorentini 251
Spavento della città di Firenze dopo tale
disfatta 252
I Guelfi abbandonano volontariamente
Firenze il 15 settembre, e si ritirano
a Lucca 253
Il 27 settembre i Ghibellini occupano
Firenze 255
I Ghibellini trattano in un congresso se
debbasi distruggere Firenze 256
Farinata degli Uberti prende la difesa
di Firenze 257
Farinata nell'inferno di Dante 264
CAPITOLO XX. _Decadimento e servitù delle
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