Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 02 (of 16) - 22

Total number of words is 2964
Total number of unique words is 1249
42.8 of words are in the 2000 most common words
58.8 of words are in the 5000 most common words
66.2 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
ad esprimere i sentimenti del cuore e le sottigliezze dell'ingegno; ed
in quest'epoca i primi poeti siciliani prepararono colle loro rime e
canzoni quella dotta lingua di cui Dante doveva bentosto usar sì
nobilmente. Fino nella prima sua gioventù, Federico II, gli andava
incoraggiando; era poeta egli medesimo, ed i pochi versi ch'egli scrisse
probabilmente avanti il 1212, sono forse i più antichi che siansi
conservati in lingua italiana. I suoi figli, il suo ministro Pietro
delle Vigne[531], e tutti i più riputati personaggi della sua corte,
nutrivano lo stesso amore per la poesia, e l'incoraggiavano non meno col
loro esempio, che colla loro splendida munificenza[532]. E per tal modo
questa nuova poesia fu trattata soltanto dai sudditi del regno di
Napoli, ed anche vivente Dante, la lingua volgare, ed in particolare
quella de' poeti, chiamavasi siciliana[533].
[531] Lodovico Castelvetro in una sua erudita lettera, che sarà in
breve pubblicata con molte altre tuttavia inedite, prova che Pietro
delle Vigne, ed il giudice Colonna di Messina ec. scrissero poesie
in provenzale ed in siciliano, niente in lingua italiana. _N. d. T._
[532] _Tiraboschi p. IV, l. III, c. 3, § 5, p. 360._
[533] _Dantes Aligh. de vulgari eloquio c. 12._
La poesia italiana deve perciò in qualche modo la sua origine ai re
siciliani ed ai loro sudditi. Conviene ascrivere questo vantaggio
ch'ebbero sopra le repubbliche italiane, in gran parte all'amore dei
piaceri e della effeminatezza pur troppo comune ai poeti, e che fece
loro quasi sempre preferire il lusso e l'adulazione delle corti alla
severità ed all'eguaglianza repubblicana: pure un'altra ragione
giustifica i Lombardi assai meglio, vale a dire il gusto che a
quest'epoca avevano preso per la lingua provenzale, che coltivavasi già
da oltre due secoli da diversi gentili poeti, e che perciò furon quasi
tentati di adottare come lingua nazionale[534].
[534] Scrisse Dante che a' suoi tempi, cioè verso il 1300, non erano
ancora passati 150 anni da che si era incominciato a scrivere in
lingua italiana _In vita nova_. L'anno 1158 regnava ancora Ruggeri
I, re di Sicilia. Pare che a' suoi tempi e ne' suoi stati si
tentasse per la prima volta di far versi italiani. Suo nipote,
Guglielmo II, accordò la sua protezione ai poeti: la sola azione che
gli procurò il soprannome di _buono_.
La Lombardia non ebbe mai, e nè pure ha presentemente una lingua
scritta[535]; e vi si parlano informi dialetti diversi in ogni città, in
ogni villaggio. Il dialetto lombardo era egualmente lontano dal
provenzale e dal siciliano; e prima che Dante facesse adottare la lingua
cortigiana, com'egli la chiama, di cui può risguardarsi come il
creatore, era ancora indecisa la scelta tra le due lingue, egualmente
poetiche, egualmente coltivate, egualmente prossime al dialetto del
popolo. I marchesi d'Este, ed in ispecial modo Azzo VII[536], il
marchese di Monferrato, i signori da Romano e da Camino, intrattenevano
alle piccole loro corti molti trovatori (Troubadours) della Provenza; i
quali eran contenti di tenervi il rango di adulatori ed anche di
buffoni, ed il nome che davansi spesse volte di _giullari_, ossia uomini
festosi, non è atto ad indicare più alte pretensioni. Pure perchè le
invenzioni cavalleresche erano allora di moda, più assai che i costumi
della cavalleria, fingevano sempre ne' loro versi amori romanzeschi,
pericoli, battaglie, unione in somma di valore e di galanteria. Devonsi
riconoscere da questo gusto del secolo le stravaganti avventure che si
raccontarono come parte della loro storia, ma che vengono smentite dalle
deposizioni di tutti gli autori contemporanei.
[535] Anche questo è detto poco cautamente perchè molti dialetti
lombardi possono mostrare diverse opere stampate da qualche secolo,
ed assai ne' tempi a noi più vicini. _N. d. T._
[536] Azzo VII regnò dal 1215 al 1264. — Rimangono tuttavia molti
poemi de' trovatori italiani e provenzali fatti in onore delle dame
di casa d'Este in principio del secolo XIII. — _Tirab. l. III, c. 3.
Muratori Ant. Est. t. II, p. 20. — Millot Hist. des Troubadours t.
I, p. 278. t. III, p. 431_, ec.
Fra i Trovatori si resero famosi molti Italiani colle loro poesie
provenzali. Nicoletto di Torino, Bonifacio Calvi di Genova, Bartolomeo
Giorgi di Venezia, quantunque adesso affatto dimenticati, formarono
allora le delizie delle società. Due uomini pel loro carattere superiori
a questi adulatori delle corti, acquistavansi in pari tempo somma
riputazione tra le repubbliche lombarde coi loro canti provenzali. Ugo
Catola consacrò i suoi poetici talenti contro la tirannia e la
corruzione de' principi[537]; ma non ci rimase un solo de' suoi versi: e
Sordello di Mantova giace nascosto entro una misteriosa oscurità. Gli
scrittori del susseguente secolo ne parlano con profondo rispetto, senza
entrare ne' particolari della sua vita: quelli che vennero più tardi, lo
encomiarono quale generoso guerriero, qual difensore della sua patria:
nè mancò chi lo facesse principe di Mantova[538]. La nobiltà de' suoi
natali, il suo matrimonio, le sue galanterie con una sorella d'Ezzelino
da Romano, sono attestate dagli scrittori coetanei[539]; la violenta sua
morte viene oscuramente indicata da Dante, e ciò che rende soltanto
Sordello immortale è quanto di lui ne scrisse il poeta fiorentino, che
dice d'averlo veduto nell'atto che con Virgilio stava per entrare nel
purgatorio[540].
[537] _Tiraboschi t. IV, l. III, c. 2. p. 334._
[538] _Historia Urbis Mant. a Batt. Platina l. I, p. 680. Scr. Rer.
It. t. XX. — Tirab, loc. cit. § 15, p. 342._
[539] _Roland. de factis in Marchia l. I, c. 3, p. 173._
[540] _Purgat. c. 6. v. 61._ Nel libro _de vulgari eloquio_ così
parla di Sordello: _ut Sordellus de Mantua qui tantus eloquentiæ vir
existens non solum in poetando s sed quomodolibet loquendo patrium
vulgare deseruit. c. 15._
Venimmo a lei: o anima lombarda
Come ti stavi altera e disdegnosa,
E nel muover degli occhi onesta e tarda.
Ella non ci diceva alcuna cosa:
Ma lasciavane gir, solo guardando
A guisa di leon quando si posa.
Pure quando Sordello seppe che il compagno di Dante era di Mantova,
senza ancor sapere che fosse Virgilio;
Surse ver lui del luogo ove pria stava,
Dicendo, o Mantovano, Io son Sordello
Della tua terra: e l'un l'altro abbracciava.
Ed all'occasione di questo tenero amore che avevano altra volta tutti
gli uomini generosi pei loro compatriotti, Dante rimprovera alle
repubbliche italiane le loro discordie con tanta eloquenza, che questo
pezzo viene tenuto uno de' più belli del poema[541].
[541] Non si può non desiderare di conoscere qualche saggio delle
poesie di Sordello, non fosse altro che per confrontare il
provenzale coll'italiano. Molti pezzi da me non veduti si
conservarono in un MS. dell'anno 1254 nella libreria di Modena, ove
dimenticai di farne ricerca. Eccone uno assai breve riportato dal
Lambeccio nelle sue note alla storia di Platina, _t. XX. Rer. It.
681_. È intitolato: _Tensa de Sordel et de Peyre Guilhem_; ossia
sfida di Sordello e di Pietro Gulielmo.
GUILHEM.
_En Sordel que vas en semblan_
_De la pros contessa preysan?_
_Car tout dison et van parlan_
_Que per s'amar etz ia vengnutz,_
_E quen cujatz esser sos drutz_
_En blanchatz etz por ley canutz._
SORDEL.
_Peyre Guilhem, tot sot son affan_
_Mist Dieu in ley far per mon dan._
_Les beautatz que las autraz an_
_En menz, et el pres son menutz._
_Ans fos ab emblanchatz perdutz_
_Che esso non fos advegnutz._
GUGLIELMO.
E ben, Sordello, che ve ne pare di quest'amabile contessa sì
pregiata? perchè tutti dicono che il suo amore vi tien qui, che voi
credeste poter essere il suo amante, e che per lei vi s'imbiancano i
capelli e vi abbandonano le forze.
SORDELLO.
Pietro Guglielmo, Dio pose in lei ogni suo studio per farne il mio
tormento. Le beltà delle altre non sono nulla, piccolo ne è il
prezzo. Foss'io piuttosto sorpreso dalla vecchiaja, che provar quel
ch'io provo.

Il rimanente del poema manca: ma basta questo per dare un saggio
della lingua, e delle prime regole che adottarono i poeti per la
forma delle stroffe, e per la struttura dei versi. Ne feci la
traduzione in grazia di coloro che non hanno troppa pratica de'
nostri antichi autori.

FINE DEL TOMO II.


TAVOLA CRONOLOGICA DEL TOMO II

CAPITOLO VII. _Ambizione dei Milanesi; loro
conquiste in Lombardia nella prima metà
del secolo XII. — Regni di Lottario III e
di Corrado II. — Rivoluzione di Roma._
1110-1152 _pag._ 3
_Anno_
Stanchezza dei due partiti dell'impero
e della Chiesa. _ivi_
Il governo municipale della città si
rinforza sotto il regno d'Enrico IV 4
Rivalità di Milano e di Pavia 5
1100-1107 Guerre tra le città alleate delle due
metropoli _ivi_
1107-1111 I Milanesi attaccano e distruggono Lodi 8
1118 I Milanesi attaccano Como 9
Motivi religiosi e politici di tale guerra 10
Battaglia sul monte Baradello 12
1119 Lega formata dai Milanesi contro i Comaschi 15
Descrizione della città di Como _ivi_
1118-1127 Assedio di Como che dura dieci anni 16
1125-1126 I Comaschi oppressi dal numero de' loro nemici 18
1127 I Milanesi attaccano le mura di Como 20
Disperata difesa dei Comaschi _ivi_
Si ritirano nel castello di Vico 21
Capitolano 22
1129 Guerra de' Milanesi contro Cremona 23
1125 Enrico V muore senza figli _ivi_
Rivalità tra le due case guelfa e
ghibellina in Germania _ivi_
Lottario II, duca di Sassonia, alleato
de' Guelfi eletto imperatore 25
1127 Corrado III di Franconia della casa di
Hohenstauffen eletto imperatore del
partito opposto de' Ghibellini 26
1128 I Milanesi si dichiarano per Corrado III
che passa in Italia _ivi_
1127-1132 Guerra civile vilmente sostenuta 27
1133 4 giugno. Lottario II coronato dal papa in Roma 28
1130-1139 Scisma d'Innocenzo II, ed Anacleto II _ivi_
1130 Civil guerra in Roma tra i due papi 31
1134 I due fratelli d'Hohenstauffen si
sottomettono a Lottario 32
1136 Seconda spedizione di Lottario in Italia _ivi_
1137 Il 3 dicembre. Morte di Lottario nelle
montagne di Trento 33
1139 Predicazioni repubblicane di Arnaldo da
Brescia _ivi_
Amicizia d'Arnaldo da Brescia e di Abaelardo 34
Arnaldo perseguitato si rifugia nel vescovado
di Costanza 35
1140-1141 Guerra dei Romani contro Tivoli 36
1143 I Romani rivoltati contro Innocenzo II
ristabiliscono il senato 38
1144 Governo di Roma. Un patrizio e cinquantasei
senatori 39
Le torri dei partigiani del papa atterrate 40
Lettere del senato a Corrado III eletto
imperatore 41
L'imperatore rifiuta di rispondere al senato
di Roma 42
1145 Lucio II volendo abolire il senato viene ucciso 43
Eugenio III approva la costituzione del senato 44
Arnaldo da Brescia chiamato a Roma viene
ricevuto trionfante _ivi_
1143-1152 Nuova forma ch'egli dà alla costituzione
romana _ivi_
CAPITOLO VIII. _Federico Barbarossa imperatore. — Sua
prima spedizione contro le città d'Italia._
1152-1155 48
1152 Morte di Corrado III eletto imperatore
il 15 febbrajo 48
Suo nipote Federico Barbarossa eletto suo
successore 49
Severità inflessibile di Federico 50
Federico chiamato dal papa in Italia 52
S'impegna in tale spedizione nella dieta di
Vurtzbourg 53
1153 Presentansi alla dieta di Costanza due
Lodigiani _ivi_
Federico ordina ai Milanesi di rimetterlo
in libertà 54
Sdegno dei Milanesi nell'udire quest'ordine 55
Lagnanze di Pavia e Cremona contro i Milanesi 56
1154 Federico entra in Lombardia, ed apre i Comizj
in Roncaglia nel mese di ottobre 57
Ascolta le accuse contro Chieri, Asti e Milano 58
Conduce la sua armata dalla parte di Novara 59
Saccheggio e distruzione di Rosate 61
I Milanesi puniscono il loro console per la
collera di Federico 62
Cercano invano di calmarlo _ivi_
Federico abbrucia il ponte del Ticino e
distrugge Trecate e Galiate 63
1155 Abbandona all'incendio Chieri ed Asti 65
Intraprende il 13 febbrajo l'assedio di Tortona 65
I Milanesi soccorrono Tortona 66
Federico condanna a morte i prigionieri quali
ribelli 67
Fa corrompere l'acqua degli assediati 68
Tortona s'arrende, e gli abitanti vanno a Milano 69
Federico s'incammina verso Roma 70
Papa Adriano IV aveva posto Roma sotto
l'interdetto, per allontanarne Arnaldo 71
Federico si fa dare Arnaldo, che consegna
al papa, che lo fa morire 72
Federico sforzato a tenere la staffa al papa 73
Rimanda con disprezzo i deputati del senato
di Roma 75
Fa occupare dalla cavalleria la città leonina _ivi_
Vien coronato in Vaticano senz'entrare in Roma 76
Batte le milizie romane poi si ritira a Tivoli 77
Passa nel ducato di Spoleti, e ne abbrucia la
capitale 78
Nulla osa intraprendere contro Guglielmo I
succeduto a Ruggero di Napoli morto in
febbrajo 1153 80
Federico licenzia l'armata in Ancona _ivi_
Si sottrae a stento all'imboscata dei
Veronesi e rientra in Baviera 81
CAPITOLO IX. _Continuazione della guerra di
Federico Barbarossa colle città lombarde. — Primo
assedio di Milano, assedio di Cremona,
presa e ruina di Milano._
1155-1162 83
1155 I Milanesi rifabbricano Tortona _ivi_
1156 Puniscono i loro vicini dichiaratisi per
l'imperatore 84
Il principe Roberto di Capoa perisce in prigione 86
Papa Adriano si riconcilia col re Guglielmo 87
1157 Offende l'imperatore colle sue orgogliose pretese 88
Federico annuncia una seconda discesa in Italia 90
1158 Assemblea dell'armata dell'imperatore ad Ulma 91
I Milanesi vogliono forzare i Lodigiani a
giurar loro fedeltà 92
Questi per non prestarsi lasciano le loro borgate 93
Federico sottomette Brescia _ivi_
Leggi militari intorno alla disciplina
dell'armata 94
Passa l'Adda e s'impadronisce di Cassano,
Trezzo, Melegnano 97
Rifabbrica Lodi quattro miglia distante dal
vecchio 98
Conduce la sua armata sotto Milano 99
Sortite dei Milanesi 100
Assedio e presa dell'Arco dei Romani 101
Barbarie dei soldati pavesi e cremonesi 102
Il conte di Biandrate si offre ai Milanesi
per trattare la pace 103
Vantaggiose condizioni ottenute dall'imperatore 105
Seconda dieta a Roncaglia 108
Il clero ed i legisti d'Italia partigiani
del despotismo 109
Federico si fa attribuire dalla dieta tutte
le regalie 110
La dieta gli dà il diritto di creare i giudici 112
Istituzione dei podestà _ivi_
Il diritto di guerra privata tolto alle città 113
La città di Piacenza condannata 114
Federico domanda la Corsica e la Sardegna _ivi_
1159 Federico viola il trattato conchiuso coi
Milanesi 116
I Milanesi s'impadroniscono di Trezzo 117
Federico mette Milano al bando dell'impero 118
Contese di Federico con papa Adriano _ivi_
Coraggio dei Milanesi 120
Federico guasta il territorio di Milano 121
Intraprende il 4 luglio l'assedio di Crema 122
I Milanesi mandano soccorso ai Cremaschi 123
Crudeltà di Federico contro i Cremaschi _ivi_
Ne attacca gli ostaggi alle macchine 124
Lunga resistenza dei Cremaschi 126
1160 Gli assedianti prendono le mura esteriori
di Crema 128
Capitolazione de' Cremaschi il 22 gennajo 130
1159 Settembre. Morte d'Adriano IV. Scisma
d'Alessandro III e di Vittore III 131
Federico, favorevole a Vittore, è
scomunicato da Alessandro 132
1160 Federico licenzia l'armata e si riduce
alla piccola guerra 134
Combattimento di Cassano favorevole ai Milanesi 135
1161 Combattimento di Bulchignano collo stesso esito 157
Una nuova armata tedesca s'unisce a Federico,
che abbrucia la messe dei Milanesi _ivi_
Intraprende il blocco di Milano 139
1162 I Milanesi forzati dalla fame a capitolare 140
Si rendono a discrezione il primo marzo _ivi_
Portano a Federico tutti i loro stendardi,
e gli danno giuramento di fedeltà 141
Federico fa sortire il 16 marzo tutti gli
abitanti dalla città 143
Ordina il 25 marzo di spianare Milano.
Esecuzione di tale sentenza _ivi_
CAPITOLO X. _Oppressione dell'Italia. — Lega
lombarda e sua resistenza all'imperatore. — Fondazione
d'Alessandria._
1162-1168 145
1162 Federico riceve a Pavia le felicitazioni
dei principi _ivi_
Compassione eccitata dagli emigrati milanesi 147
Le città già rivali gli danno asilo _ivi_
Terrore di tutti gl'Italiani. Sommissione
de' Genovesi 148
Federico riconcilia i Pisani ed i Genovesi 150
1163 I feudatarj pisani in Sardegna ricorrono
all'imperatore 152
1164 Barisone, giudice d'Arborea, accetta il
titolo di re 153
Opposizione dei consoli pisani al nuovo
titolo _ivi_
Barisone viene arrestato per debiti dai
Genovesi 155
La guerra tra Pisa e Genova si rinnova per
le cose della Sardegna 156
1165-1169 Guerre civili a Genova _ivi_
1169 Conciliazione delle parti in un'assemblea 157
1163 Federico fa demolire le mura di Tortona 159
1164 I podestà dell'imperatore opprimono le province 160
I Milanesi domandano grazia all'imperatore 161
Malcontento dei Veronesi _ivi_
Confederazione di Verona, Vicenza, Padova
e Treviso 162
Federico torna in Germania a rifare l'armata 163
Vi è trattenuto da una guerra 164
1165 I Romani si sottomettono ad Alessandro III,
che torna in Roma 165
1166 Morte di Guglielmo il malvagio re di Napoli.
Gli succede Guglielmo il buono 166
L'imperatore rientra in Italia alla fine
d'autunno 167
1167 Marcia verso l'Italia meridionale 168
Dieta dei deputati delle città a Pontida per
trattare della comune difesa _ivi_
27 aprile. I Milanesi ricondotti nella città,
e rifatte le loro mura 170
I Cremonesi vogliono far entrare nella lega
i Lodigiani 172
Vengonvi costretti colle armi 174
Quindici città s'impegnano nella lega lombarda 175
Alleanza di Manuele Comneno con Ancona _ivi_
Il conte di Tuscolo batte le milizie romane 177
Federico si presenta in faccia alla città
leonina 177
I suoi soldati mettono il fuoco alla chiesa di
santa Maria in Campo Santo 178
Papa Alessandro III fugge da Roma 179
I Romani trattano coll'imperatore _ivi_
Un'epidemia si manifesta nell'armata tedesca 180
Federico obbligato di ritirarsi col resto
dell'armata 182
In una dieta a Pavia sfida la lega lombarda 184
La lega s'impegna di scacciar l'imperatore
d'Italia _ivi_
1168 Federico fugge segretamente d'Italia 186
Nuovi confederati ingrossano la lega 187
La lega prende a fabbricare Alessandria _ivi_
CAPITOLO XI. _Natura della lega lombarda. — Guerre
dell'arcivescovo Cristiano luogotenente
dell'imperatore contro le città libere. — Assedio
d'Ancona. — Federico respinto sotto Alessandria,
battuto a Legnano, tregua di Venezia, pace di Costanza._
1168-1183 191
Prosperità della lega lombarda _ivi_
Vero momento per istabilire il governo
federativo 192
I Lombardi non ebbero l'idea di questo governo 195
Condizioni della loro alleanza 196
1168-1171 L'imperatore tenta di disunire gli alleati 198
1171 Manda in Toscana l'arcivescovo Cristiano _ivi_
Alleanze de' Pisani coll'imperatore d'Oriente 199
1172 L'arcivescovo vuol pure il pacificatore di
Toscana 200
1173 Fa imprigionare i consoli di Pisa e Fiorenza 201
Forma un'armata di Sienesi, Pistolesi e Lucchesi 202
Nel primo anno fa la guerra in Toscana _ivi_
1174 Conduce la sua armata sotto Ancona 203
L'assedia di concerto coi Veneziani 204
Gli assediati mancano di viveri 206
Eroismo di Stamura 207
Un vecchio impedisce agli Anconitani
d'arrendersi 209
Gli Anconitani mandano a domandar soccorsi
in Romagna 211
Generosità d'una dama d'Ancona 212
Un'armata romagnola ne fa levare l'assedio 213
Federico rientra in Italia in ottobre 215
Forza Asti a sottomettersi _ivi_
Intraprende l'assedio d'Alessandria 216
Lo continua per quattro mesi d'inverno 217
1175 La dieta de' Lombardi a Modena leva un'armata
per soccorrere Alessandria 218
Federico, durante una tregua, tenta sorprenderla 219
Leva l'assedio e marcia verso Pavia _ivi_
L'incontrano i Lombardi e per rispetto non
lo attaccano 220
Conferenza per la pace e sospensione d'armi 221
L'imperatore eccita sospetti nella lega 222
1175 I legati del papa vanno a Pavia da Federico 223
Romponsi i trattati e ricomincia la guerra 225
Cristiano attacca i Bolognesi _ivi_
1176 Federico riceve il soccorso di una nuova armata 226
Preparativi de' Milanesi per difendersi 227
Vittoria de' Milanesi a Legnano 228
Federico abbandonato cerca di far pace 231
Manda ambasciatori a chiederla ad
Alessandro III _ivi_
Il papa promette di venire al congresso
lombardo 232
L'imperatore trova partigiani tra i Lombardi _ivi_
Cremona e Tortona segnano la pace 233
1177 Il papa e gli ambasciatori di Napoli arrivano
a Venezia 235
Discussioni intorno al luogo delle conferenze 236
Si sceglie Venezia 237
Pretensioni delle città 238
Pretensioni dell'imperatore 239
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 02 (of 16) - 23