Storia della Repubblica di Firenze v. 2/3 - 44
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[460] GUICCIARDINI, _Opere inedite_, tomo III, pag. 29. — A guerra
finita il Malipiero scriveva: «Questo successo ha dispiaciuto alla
Signoria (di Venezia), perchè continuando la guerra tra Volterra e
Firenze se podeva solevar qualche novità in quella terra, e’ fuorusciti
aiutati da Volterra saria entrati in Fiorenza.»
[461] «Ricordovi quando fu el sacco di Volterra, che ogni uomo
pubblicamente, massime e’ Venti, mostravano buona disposizione; ma
se noi non trovavam modo a trarre e’ cento mila fiorini dal Monte, se
avessimo avuto a far prova di più difficil cosa, credo l’aremo veduta
cattiva.» (Lettera di Lorenzo. Vedi FABRONI, pag. 62 e seg.)
[462] VESPASIANO, _Vita di Federigo_. — MACHIAVELLI, lib. VII. —
AMMIRATO, lib. XXIII. — Lettera di un Inghirami a Lorenzo; vedi
FABRONI, pag. 63. — Antonio Ivani scrisse in latino un Commentario
di quella guerra. (_Rerum Ital. Script._, tomo XXIII.) — Comprò la
Repubblica e donò a Federigo il bel palagio di Rusciano in pian di
Ripoli, cominciato da Luca Pitti: questi si trova essere stato uno dei
Venti.
[463] I Diari Rinuccini descrivono questo e l’altro Capitolo Generale
di tutto l’Ordine Francescano in Santa Croce di Firenze, al quale
convennero l’anno 1449 milledugento frati; e la Repubblica stanziava a
sussidio del detto Capitolo mille fiorini d’oro.
[464] «Del mese di settembre 1471 fui eletto ambasciatore a Roma
per l’incoronazione di papa Sisto, dove fui molto onorato, e di
quindi portai le due teste di marmo antiche delle immagini d’Augusto
e d’Agrippa, le quali mi donò detto papa Sisto, e poi portai la
Scodella nostra di calcedonio, intagliata, con molti altri cammei,
che si comperarono allora ec.» (_Ricordi di Lorenzo de’ Medici._) —
«Lorenzo, tra gli altri benefizi che ha ricevuti da Sua Beatitudine,
ha guadagnato con quella un tesoro.» (Istruzione in nome di Sisto IV ad
Antonio Crivelli); vedi _Appendice_ Nº X. — Vedi anche NICCOLÒ VALORI,
_Vita_ ec.
[465] Il Fabroni pubblicava una lettera che Lorenzo scriveva al Papa,
il dì 21 novembre 1472, chiedendogli il cardinalato per Giuliano; e
due a Lorenzo, del buono ed illustre, ma insieme prudente e un po’
cortigiano cardinale Iacopo Ammannati detto il Cardinale di Pavia, del
quale abbiamo in latino un brano di storia e gran numero di lettere a
principi, a grandi personaggi e a letterati.
[466] CORIO, _Storia di Milano_.
[467] NICCOLÒ VALORI, _Vita_ ec.
[468] Vedi _Appendice_ Nº VIII.
[469] Abbiamo le due lettere pubblicate dal Fabroni (pag. 67, 68).
Luigi XI proponeva a Lorenzo di tenere in Francia un suo Oratore,
il quale dovesse conferire col Re solo, nè mai co’ magnati, nè co’
principi del sangue. Gli chiede poi dei cani in dono, ed anche uno
solo, purchè fosse bello e grande, volendo tenerlo in camera e presso
la persona sua.
[470] GUICCIARDINI, cap. III.
[471] VESPASIANO, _Vita di Donato Acciaioli_.
[472] RINUCCINI, pag. 117.
[473] Abbiamo la data 28 gennaio 1475 nei _Ricordi_ del Morelli, gli
altri tacendo quella Giostra ed i moderni scrittori avendo confusa
questa col Tornèo più grande e solenne che aveva tenuto Lorenzo l’anno
1469. Quindi affermarono che il Poliziano fosse in età di soli quindici
anni quando cominciava il Poemetto: ne aveva ben venti nel principio
del 75, e ventiquattro ne avrebbe avuti quando il Poema fosse scritto
un poco prima della congiura de’ Pazzi e interrotto quindi per la morte
di Giuliano; il che a noi sembra essere congettura fra tutte probabile.
Dove il Poeta nella quarta Stanza dice che all’ombra di Lorenzo
«Fiorenza lieta in pace si riposa
Nè teme i venti, o ’l minacciar del cielo,
Nè Giove irato in vista più crucciosa,»
allude manifestamente alle ire di Sisto IV, le quali precessero al caso
dei Pazzi.
[474] _Ricordi_ d’ALAMANNO RINUCCINI, pag. 125 e seg.
[475] La formula delle sentenze diceva: «Magnifici Octoviri Custodiæ
et Baliæ Civitatis Florentiæ in numero sufficienti collegialiter
congregati, intellecto et recepto qualiter etc. — Et idcirco habito
super prædictis omnibus et singulis sano et maturo consilio etc.;
deliberaverunt, scribunt, commictunt, imponunt et mandant vobis
Præsenti Domino Potestati dictæ Civitatis Florentiæ quatenus vigore
præsentis deliberationis, ac commissionis et bullettini, per vestram
sententiam declaretis, pronuntietis et sententietis dictos etc. —
Nota che sempre al Potestà dicevano _Voi_, «quel Voi che prima Roma
sofferìe» e che era dato alla Sovranità. (Sentenze pubblicate tra i
Documenti di corredo all’edizione del Commentario della Congiura de’
Pazzi per Angiolo Poliziano. Napoli, 1769.)
[476] L’ALLEGRETTI nel _Diario Senese_ (_R. I. S._, tomo XXIII, e.
782), e il MALAVOLTI, _Istoria di Siena_, accusano apertamente i
Fiorentini che dessero mano al conte Carlo ed ingannassero i Senesi
con belle parole: «ci mandavano ogni dì una buona lettera, e il Conte
Carlo ogni dì una cavalcata.» (Cronica citata.) — La corrispondenza di
Lorenzo de’ Medici con la Signoria di Siena, che abbiamo in copia, si
trova interrotta dall’anno 1476 all’anno 1482.
[477] L’attentato del Porcari non giunse all’effetto, i Pazzi ed
il Fieschi riuscirono a mezzo, gli uccisori di Galeazzo e quei
d’Alessandro de’ Medici e di Pier Luigi Farnese compierono il fatto;
ma tuttavia gli Sforza regnarono a Milano, e a Firenze i Medici, e i
Farnesi a Parma; nessuno mai degli uccisori scampava la vita.
[478] Tra questi è da porre Alamanno Rinuccini, che poi si mostra
benevolo ai Pazzi: ed egli era stato compagno al Medici nelle
ambascerie e negli uffici di maggior conto.
[479] VESPASIANO, _Vita di Piero de’ Pazzi_.
[480] Ebbe egli il secondo premio nella Giostra, della quale il primo
fu dato a Lorenzo.
[481] MACHIAVELLI, _Storie_, lib. VIII.
[482] _Confessione di Giovan Battista da Montesecco_, stampata tra i
documenti che fanno seguito al Poliziano, _Congiura de’ Pazzi_, e dal
Fabroni e dal Roscoe, _Vita di Lorenzo_. Il Machiavelli trasse molto da
quel documento; così l’Ammirato. Noi lo riproduciamo nell’_Appendice_
Nº IX.
[483] Nelle lettere citate di Piero de’ Medici si vede Guglielmo dieci
anni prima essere tenuto fra i più intrinseci della Casa.
[484] Abbiamo lettera di Girolamo Riario a Lorenzo da Roma a’ 15
gennaio 1478, con la quale lo invita ad andare colà, promettendogli
molto adoprarsi «a levare di mezzo ogni dubitazione che fosse nata tra
esso e il Pontefice.» (FABRONI, _Doc._, pag. 105.)
[485] Istruzione di Lorenzo a Piero suo figlio che andava in Roma nel
novembre del 1484. (FABRONI, pag. 268.)
[486] VASARI, _Vita d’Andrea Verrocchio_: ma quella pittura fu indi a
poco cancellata.
[487] _Congiura de’ Pazzi_ scritta da Filippo Strozzi che v’era
presente. — ANGELI POLITIANI, _Coniurationis Pactianæ Commentarium_;
Napoli, 1769, in-4º. — _Cronichetta di Carlo Giannini da Firenzuola_
(si trova in quello stesso volume). — _Cronichetta di Belfredello
Strinati Alfieri_ (ivi). — _Condanne dei Pazzi e dei loro complici_
(ivi). — _Documenti_ pubblicati dal FABRONI. — _Ricordi_ di ALAMANNO
RINUCCINI. — VALORI, _Vita di Lorenzo de’ Medici_. — GUICCIARDINI,
_Stor. Fior._, cap. IV. — MACHIAVELLI, lib. VIII. — AMMIRATO, lib. XXV.
[488] VESPASIANO, _Vita dell’Acciaioli_.
[489] FABRONI, _Documenti_, pag. 116. — E la Repubblica di Venezia
mandava a quella dei Fiorentini savie parole, che a noi giova qui
riferire: «Pare a noi che dal frappor dimora alla liberazione del
Cardinale non possa quella eccellentissima Signoria conseguire alcun
comodo, quando invece la liberazione del Cardinale toglie ad ognuno
ogni occasione di straparlare, e di giustificare sè stessi d’ogni non
buona operazione, ed anche recida ed amputi ogni offensione d’animo
che i Cardinali potessero per una più lunga ritenzione concepire.
Per questi rispetti adunque l’opinion nostra sarìa che al Vescovo di
Modrussa si rispondesse: che quella eccellentissima Signoria, avendo
per riverenzia del Sommo Pontefice e di quel Santissimo Collegio
riservata la persona del Cardinale dal pericolo di tanta furia quanta
era in quel popolo, delibera anche ed è contenta di liberamente
lasciarlo.» (ROMANIN, _Storia di Venezia_, tomo IV, pag. 389, 90.)
[490] Nella Commissione, manoscritta appresso di noi, di Sisto IV
al Cardinale di Mantova legato a Bologna, il Papa dichiara non fare
colpa a’ Bolognesi dell’avere al primo annunzio della congiura mandato
soccorsi a Firenze: _cum nihil adhuc Florentini in ecclesiasticam
dignitatem moliti essent_. Aggiugne dipoi: _nos quoque casum ipsum
primum indoluimus, et commiserationis nostræ testimonium per literas
nostras ad Florentinos dedimus_. Di queste lettere gli scrittori
fiorentini non fanno menzione.
[491] RAYNALDI, _Annales Ecclesiast._, anno 1478. — Il Mansi
nell’edizione delle _Miscellanee_ del Baluzio, tomo I, diede alcuni
brani di niuna importanza che il Rainaldo aveva omessi o abbreviati.
[492] Documenti aggiunti all’edizione napoletana del _Commentario_ del
POLIZIANO ec. — FABRONI, _Documenti_.
[493] Cronichetta antica (FABRONI, pag. 115).
[494] Il FABRONI pubblicò questo (pag. 131) con altri molti documenti
intorno a quel fatto; il MANSI, nell’appendice alle _Miscellanee_ del
Baluzio, alcune lettere della Duchessa di Milano e del re Ferrando e
dei Veneziani, e due Invettive del Filelfo contro Sisto IV: pag. 503 e
seg.
[495] In fine allo scritto si legge: «datum in Ecclesia nostra
Cathedrali Sanctæ Reparatæ, 23 Julii 1478.» — V è dentro una lettera
del Cardinale di San Giorgio al Papa, tutta dolcezze di encomi alla
Repubblica ed a Lorenzo; ma noi temiamo essere questa una impostura;
e che il Sinodo fosse veramente celebrato, a noi non consta, e non lo
crediamo. (Vedi FABRONI, _Docum._, ec.)
[496] Abbiamo qui tratto dall’Ammirato ogni cosa, perch’egli ne sembra
in questo come in altri luoghi avere attinto a documenti o memorie di
chi era presente. L’orazione che il Machiavelli pone in bocca a Lorenzo
è meno calzante, avendo in sè molto minori caratteri di convenienza e
di verità.
[497] MALIPIERI, pag. 246.
[498] Lettera familiare di Sisto IV al Duca d’Urbino. (FABRONI, pag.
130.)
[499] _Ricordi_ d’ALAMANNO RINUCCINI, pag. 130. — Per le Condotte
d’Ercole d’Este e d’altri, vedi _Archiv. Stor._, tomo XV.
[500] Vedi l’amplissima Provvigione della Repubblica (FABRONI, pag.
191); dove è statuito, tra le altre cose, che la figlia Margherita,
la quale era scritta al Monte delle Doti creditrice di fiorini 290
al primo gennaio 1486 (quando ella entrava nella età nubile), avesse
un’aggiunta di altri 500 fiorini di dote. E che la famiglia di Donato,
ch’era segnata per quattro fiorini a ciascun _sesto_ di gravezza,
venisse gravata per quindici anni d’un solo fiorino ec.
[501] _Memoires de Comines_; lib. VI, cap. 5. — Vedi una lettera
molto risoluta di Luigi XI a Sisto IV, nella _Cronaca_ del MALIPIERI;
_Archiv. Stor._, tomo VII, parte I, pag. 247.
[502] _Epist. Iacobi Ammannati Cardinalis Papiensis; 16 luglio 1478._
Segue una lettera a lui di Iacopo Antiquario letterato Perugino, e
tutto devoto alla causa di Lorenzo.
[503] RAYNALDI _Annales Ecclesiast._; il quale è da consultare
con fiducia per tutto quel fatto narrato da lui con diligenza ed
ischiettezza. Oltre al Breve di Sisto IV, riferisce assai documenti;
e tra gli altri la risposta che diede il Papa agli Oratori francesi
conforme ai consigli del Cardinale di Pavia. È tratta dai Diari di
Iacopo Volterrano scrittore apostolico (_Rer. Ital._, tomo XXIII),
il quale non vuolsi confondere con Raffaele Maffei Volterrano, autore
anch’egli più volte allegato dallo stesso Rainaldo. — Iacopo, ch’era
stato segretario e grande amico all’Ammannati, continuava ne’ suoi
Diari, pei tredici anni di Sisto IV, i Commentari del Cardinale.
[504] Diceva il Senato all’oratore pontificio: «e perchè la Santità
Sua, a petizione d’altri e per satisfare a dishoneste voglie e
appetiti di chi si sia, offende quelli (i Fiorentini) e spiritual e
temporalmente, volemo che la Beatitudine Sua sapia che nui insieme
cum loro, et cum el Stato de Milan unitissimi, et temporal et
spiritualmente defenderemo i stati, honor et dignità della nostra
confederation ec. Et non si speri la Beatitudine Sua nè altri poter
cuoprire e’ fini de no’ buoni pensieri soi, cum ch’el non offende
la città di Fiorenza, ma Lorenzo in ispecie: perchè ben intendemo
tutti nui, questa offesa no’ esser fatta più alla particularità de
Lorenzo, innocentissimo da tutte quelle calunnie li sono apposte, che
al presente stato e forma de governo de la città di Fiorenza, ec.»
(ROMANIN, _Storia di Venezia_, tomo XIV, pag. 390.)
[505] Il Fabroni vidde, d’antica stampa, una invettiva molto virulenta
di Cola Montano contro a Lorenzo de’ Medici. Cola era stato col Conte
Girolamo Riario, e poi nell’anno 1482 pare insidiasse alla vita di
Lorenzo, quando nel recarsi da Genova a Roma fu nelle Maremme preso da
certi che ne seguivano le traccie, ed a Firenze condotto. L’Oratore
d’Ercole da Este racconta il caso e infine aggiugne: «Credo capiterà
male.» (_Atti e Memorie delle Deputazioni di storia patria delle
provincie Modenesi e Parmensi_, vol. I, fasc. III, pag. 259.) — La
Legazione di Piero Capponi, che abbiamo in copia, non contiene altro
che le lettere d’ufficio a lui dei Dieci; le sue da Lucca non si
rinvengono.
[506] GUICCIARDINI, _Opere_, tomo III. — MACHIAVELLI, lib. VIII. —
AMMIRATO, lib. XXIV.
[507] _Narrazione della Congiura dei Pazzi_, scritta da FILIPPO STROZZI
Seniore.
[508] Il MALAVOLTI, nell’_Istoria di Siena_, pubblicava l’accennata
lettera di Lorenzo de’ Medici ai Duchi d’Urbino e di Calabria.
[509] GUICCIARDINI, _Opere inedite_, tomo III, 56.
[510] GUICCIARDINI, _Storia di Firenze_, cap. VI e IX.
[511] Vedi una leggiadra lettera a Lorenzo d’Ippolita d’Aragona nuora
del Re. (FABRONI, pag. 223.)
[512] Queste cose abbiamo cavate da una Commissione di Sisto IV a
messer Antonio Crivelli mandato da lui a Napoli. È manoscritta presso
di noi e molto bene dichiara l’animo di Sisto ed il contegno del Re: la
pubblichiamo, _Appendice_ Nº X.
[513] FABRONI, Documenti, pag. 213, e sono anche ivi da vedere le
private lettere scritte a Lorenzo da Bartolommeo Scala e da altri de’
più confidenti.
[514] GUICCIARDINI, loc. cit. — MACHIAVELLI, lib. VIII. — AMMIRATO,
lib. XXIV.
[515] Questo punto è ora dilucidato abbastanza dal ROMANIN, _Storia di
Venezia_, lib. XI, cap. 3.
[516] Lettere manoscritte ai Dieci, di Piero Capponi, da Napoli 18
aprile 1483.
[517] CAMMILLO PORZIO (_Congiura de’ Baroni_) attribuisce ai Fiorentini
la discesa dei Turchi in Italia; ma è scrittore in quanto ai fatti
poco diligente. — Lorenzo mantenne con Alfonso durante la guerra molto
amichevoli relazioni, usando parole strabocchevolmente sviscerate.
(Vedi FABRONI, pag. 216.)
[518] ALLEGRETTI, _Cronaca Senese_ (_Rer. Ital. Script._, tomo XXIII).
— MALAVOLTI, _Storia di Siena_.
[519] FABRONI, pag. 219 e 20.
[520] Diarii Latini di Iacopo Volterrano, che fu presente
all’assoluzione. (_Rer. Ital. Script._, tomo XXIII.)
[521] GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. V.
[522] Ordine dei _Settanta_: Provvisioni dei 10 e 19 aprile 1480.
(_Archiv. Stor. Ital._, tomo I, pag. 321.)
[523] CANESTRINI, _Sulle Imposte della Repubblica di Firenze_, cap.
III, sez. 4 e seg. Trovò egli scritto nell’Archivio in calce d’un
antico libro: «Quisquis es, quia dives es et plurimum lucraris, non es
amicus pauperum tametsi simulas amicissimum; quoniam vero paucos filios
habes, Catastum damnas atque explodis, et cervicibus inopum grave
onus imponis.» Secondo l’antico Catasto, per ogni figlio o parente da
sostentare si faceva detrazione di duecento fiorini, ond’era grande il
benefizio di chi aveva molti figli.
[524] Nel Proemio della Provvisione per l’Ordine dei _Settanta_
si mettono innanzi le spese e i danni della peste, forse cercando
attenuare quelle che aveva prodotto la guerra fatta per Lorenzo. In
seguito aggiugne i danni maggiori essere «per il Monte, perchè non s’è
renduto le paghe, nè valutosi senza gran danno del credito; per che è
diminuito di pregio non rendendo, et però non se n’è molto contractato.
Et è questo membro del Monte in tanto disordine, che se presto e
saviamente non vi si provvede, nè dote nè paghe render si potranno.»
[525] RINUCCINI, pag. 135 e 137.
[526] In Bruggia si trova che avesse perduto per cento mila ducati,
e in altre Banche forse altri cento. — In quella città falliva pure
una Compagnia col nome dei Da Rabatta e dei Cambi per avere servito
di grande somma di danaro la duchessa Maria di Borgogna moglie
dell’imperatore Massimiliano, che s’era morta, e il danaro non venne
mai restituito. (RINUCCINI, anno 1483.) Questa Compagnia non credo
però che andasse per conto dei Medici. — Lorenzo accattava spesso
danari anche dagli amici: avendogli i suoi cugini del ramo di Pier
Francesco prestato nel 1478, sessantamila ducati, Lorenzo cedeva ad
essi in pagamento la villa di Cafaggiolo colle possessioni che aveva
in Mugello. Vendeva allo Sforza per quattromila ducati la casa che il
padre di quello gli aveva donata in Milano. (VALORI, _Vita di Lorenzo_.
— _Istorie_ di GIO. CAMBI, in _Deliz. Erud._, tomo XXI in principio.
— GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. IX. — Lettera d’Antonio Pucci a
Lorenzo, FABRONI, pag. 212.)
[527] AMMIRATO, 1481. — RINUCCINI, pag. 134. — VALORI, _Vit. Laur._
[528] Lettera a Lorenzo dei Medici di Matteo Arcidiacono di Forlì.
(FABRONI, pag. 226.)
[529] _Diari Romani_ di IACOPO VOLTERRANO (MURATORI, _Rer. Ital.
Script._, tomo XXIII, cap. 147 e seg.)
[530] MACHIAVELLI, lib. VIII. — AMMIRATO, lib. XXV.
[531] Sappiamo queste cose da una lettera di Lorenzo stesso, che
scriveva in nome dei Dieci di guerra. Contiene, tra le altre, queste
parole: «.... per essere la nostra religione in mancamento assai della
sua reputazione per questi Governi tanto alieni dagli antichi e da
quelli che si convengono a un pastore cristiano. Abbiamo grandissima
speranza che questa santa opera si condurrà ad effetto, perchè Dio non
abbandonerà la sua causa. E movendo la Sua Maestà Spagna e Ungheria,
già la cosa arà sortito sufficiente effetto. Tieni confortata in questo
la Sua Maestà, e ogni dì sollecita; e noi avvisa continuamente delle
deliberazioni e pareri suoi, co’ quali desideriamo convenire in ogni
cosa.» — Legazione manoscritta di Piero Capponi a Napoli; lettere dei
21 settembre e 14 ottobre 1482.
[532] Vedi _Archiv. Stor._, Nuova Serie, vol. II.
[533] FABRONI, _Docum._, pag. 227 e seg. — Vedi RAYNALDO, anno 1482,
pag. 25, 26, ediz. di Lucca. — _Diari di Stefano Infessura_ (MURATORI,
_Scrip. Rer. Ital._, tomo III, col. 1153). — Nella Dieta che Pio
II tenne a Mantova, i Potentati d’Italia s’erano obbligati di non
appellarsi mai _ad futurum Concilium_, e lo stesso Ferrando aveva
rinnovato la promessa a papa Sisto. (_Atti ec. della Deputazione di
storia patria_, Modena, 1863, pag. 296.)
[534] Legazione sopraccitata.
[535] «Sua Beatitudine volentieri vorrebbe ogni accordo, ma e’ crede
più ad altri che a sè; e il Conte (Girolamo Riario) credo che si muova
per la sua mala natura, la quale è vendicativa,... e per tenere sempre
il Papa in imprese e appiccato, perchè per questa via egli si mantiene
in reputazione et poppa tutte le entrate della Chiesa. Il Papa ha gran
desiderio di pace; e oggi a tutti noi Oratori ha confessato le pratiche
tenute a Venezia ec.» Lettera a Lorenzo di Guid’Antonio Vespucci,
ambasciatore a Roma, 23 ottobre 1483. (FABRONI, _Docum._, pag. 251.)
— Vedi negli _Annali_ del MALIPIERO i danni sofferti dai Veneziani per
questa guerra, e le pratiche per la pace molto avanzate da Sisto IV, ma
delle quali il Senato di Venezia poco si fidava.
[536] CORIO, _Storia di Milano_. — GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap.
VII. — Quando vennero a Sisto IV gli Ambasciatori con la pace, il
giorno che fu penultimo della sua vita, si doleva egli affannosamente
delle inique condizioni, dicendo che i Veneziani, l’anno innanzi, a
lui ne offrivano delle migliori. (_Diario di_ IACOPO VOLTERRANO in
MURATORI, _Script. Rer. Ital._, tomo XXIII, col. 199.)
[537] MALAVOLTI, _Storia di Siena_, lib. VI. — Lettere manoscritte di
Lorenzo dei Medici alla Signoria di Siena.
[538] _Istorie_ di GIO. CAMBI. — MACHIAVELLI, lib. VIII.
[539] AMMIRATO, _Storie_. — Lettere ai Dieci di Piero Capponi
Commissario in Pisa per la guerra.
[540] Circa l’elezione d’Innocenzio VIII sono da vedere le lettere
scritte da Roma a Lorenzo e pubblicate dal FABRONI, pag. 256 e seg.
[541] Lorenzo aveva consigliato al Re «d’avere gli occhi a tutto, e
mostrare in alcuna cosa non intendere.» Anche scriveva: Dispiacemi sino
all’anima che lo signor Duca (Alfonso) abbia questo nome di crudele,
e falsamente le sia imposto; pure Sua Eccellenza tuttavia si sforzi
toglierlo con ogni arte, che certo li metterà buon conto. Et così se
le Gabelle si tollerano mal volentieri dalli popoli, levile via, et
torni alli soliti pagamenti; che vale più avere un carlino con piacere
e amore, che dieci con dispiacere e isdegno; che certamente, indurre
usanza nuova ad ogni popolo pare forte.» (FABRONI, pag. 269.)
[542] GUICCIARDINI, _Stor. di Fir._, cap. VIII. — MACHIAVELLI, lib.
VIII. — AMMIRATO, lib. XXV. — PORZIO, _Congiura dei Baroni_.
[543] Legazione Modenese sopraccitata (pag. 285).
[544] Il Re minacciava comparire a Roma con la lancia sulla coscia.
(Legazione Modenese sopraccitata, anno 1490.)
[545] GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. VIII. — MACHIAVELLI, lib. VIII.
— AMMIRATO, lib. XXVI.
[546] FABRONI, _Docum._, pag. 334 e altrove.
[547] _Ricordi di Lorenzo._ (FABRONI, _Docum._, pag. 299 e seg.)
[548] Le cerimonie per la promozione al Cardinalato di Giovanni de’
Medici, sono descritte lungamente nel _Diario del Burcardo_, all’anno
1492. Firenze, 1854; pag. 162-77.
[549] _Appendice_, Nº XI. — (Vedi i Documenti pubblicati dal FABRONI.)
[550] GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. VIII. — CAMBI. — RINUCCINI.
[551] FABRONI, Documenti, pag. 337.
[552] Fra le Istruzioni al figlio adolescente che andava in Roma con
gli Ambasciatori a papa Innocenzio ponea: «Nei tempi e luoghi dove
concorreranno gli altri giovani degli Imbasciatori pòrtati gravemente e
costumatamente e con umanità verso gli altri pari tuoi, guardandoti di
non preceder loro, se fossino di più età di te; poichè per essere mio
figliolo, non sei però altro che cittadino di Firenze, come sono ancor
loro.» (FABRONI, Docum., pag. 264.) Ma nelle nozze a Milano di Giovanni
Galeazzo con Isabella d’Aragona, Piero andava sempre del pari col Duca.
(Idem, pag. 296.)
[553] Discorso di Alessandro de’ Pazzi (_Arch. Stor. Ital._, tomo
I, pag. 42), che riferisce parole della sua madre Bianca, sorella a
Lorenzo.
[554] Giovanni Cambi, ch’era figliolo del Gonfaloniere così avvilito,
narra distesamente quel fatto: il Rinuccini vitupera il Gonfaloniere e
accusa Lorenzo.
[555] Alamanno Rinuccini (loc. cit.), e Guicciardini, cap. IX; il primo
fu acerbo giudice di Lorenzo, il Guicciardini severo in quella Istoria
Fiorentina ch’egli scriveva giovane appena di venticinque anni.
[556] Oratore Modenese sopraccitato, anno 1489.
[557] FABRONI, Docum., pag. 72-90.
[558] Lettere manoscritte di Lorenzo de’ Medici alla Signoria di Siena:
copia appresso di noi.
[559] L’Oratore Modenese più volte citato, chiama lui vivo «bilancia
d’Italia.»
[560] MACHIAVELLI, fine dell’_Istoria_. — GUICCIARDINI, _Storia di
Firenze_, cap. VIII e IX, e _Istoria d’Italia_, lib. I. — RINUCCINI
ALAMANNO, anno 1492. — _Istoria_ di GIOVANNI CAMBI. — VALORI, _Vita di
Lorenzo de’ Medici_. — FABRONI, Documenti. — ROSCOE, _Vita di Lorenzo_,
vers. ital., Pisa, 1799. — AMMIRATO, lib. XXV, XXVI. — MICHELE BRUTO,
ultimi quattro Libri dell’_Istoria Fiorentina_.
Mentre si stampava la Storia nostra, una Vita del Magnifico Lorenzo si
pubblicava in Germania dall’insigne e a noi tutti caro Barone Alfredo
di Reumont. È in due volumi, e vi si comprende l’intera istoria di
quel tempo e la politica cercata dentro agli Archivi delle maggiori
città d’Italia e quanto risguardi le arti e le lettere e i costumi.
Di questa opera noi ci peritiamo a dare un giudizio per l’amicizia che
da lunghi anni ci stringe all’autore e perchè in essa egli ci onorava
molto al di là d’ogni ambizione nostra. Solamente, come Italiani, lo
preghiamo a fare italiana egli medesimo una Storia dove noi possiamo
tanto imparare. Scrive egli come un Italiano; e degli antichi fatti
nostri e degli uomini ha una conoscenza tanto familiare che a noi è un
miracolo. Finito il libro, gli venne a mano un Registro di Lettere di
Lorenzo, che prima d’ora si credè perduto (Ved. _Archiv. Stor. Ital._,
tomo XIX della Serie III). Di quelle lettere molte aveva prima lette in
questo Archivio di Stato, e usate scrivendo: sono in numero grandissimo
perchè il Registro comprende quindici anni della Vita di Lorenzo, che
ne dettava o scriveva di sua mano fino a dieci e venti in un giorno.
Pubblicarle tutte sarebbe cosa intempestiva, tanto vi abbondano, per
esempio, le commendatizie, e i minuti affari, che senza fatica Lorenzo
sapeva mandare di fronte. Ma tolte anche via le cose che a noi sono
inutili, raccomandiamo una ben fatta pubblicazione delle Lettere di
quest’uomo, che sempre saranno assai grande numero: l’uomo e i tempi
ne sono degni, e in esse Lorenzo è grande esemplare, perchè niuno
ebbe delle cose una intelligenza tanto vasta, nè le giudicò in modo sì
netto e preciso; la quale ultima condizione basterebbe a rendere il suo
scrivere elegantissimo, quando anche in lui non si fosse aggiunta la
grande coltura. A queste potrebbero fare riscontro anche altre lettere
scritte da uomini di quel tempo.
[561] FILIPPO VILLANI nel Proemio.
[562] LEONARDI ARETINI _Dialog. I ad Petrum Histrium_. Fu già stampato
in Basilea, ed è manoscritto nella Laurenziana.
[563] _Orazione di Cristoforo Landino_; Firenze, 1853.
[564] Prefazione alla _Sporta_; Firenze, 1550.
[565] LANDINO, Proemio al _Commento sulla Divina Commedia_.
[566] Lettera stampata nel _Propugnatore_; Bologna, 1869.
[567] Proemio al _Commento sulle Canzoni_.
[568] BERNHARDI, _Dissertazione_ ec.; Berlino, 1868.
[569] _Commissioni di Rinaldo degli Albizzi, per il Comune di Firenze_,
volumi tre; 1867-73.
[570] _Documenti di storia italiana_, copiati in Parigi da G. Molini,
tomo I, in fine.
[571] CAMBI, _Storia di Firenze_, anno 1498; sta nelle _Delizie_ ec.
del P. ILDEFONSO.
[572] Estratti del signor Rawdon Brown, tomo III, pag. 318.
[573] Nel 1559 il Trattato di Castel Cambrese aveva finito le guerre
d’Italia; ma in quell’anno stesso da piè delle Alpi si preparava il
1859: tre secoli tondi, e date che importano alla storia della lingua.
[574] VARCHI, _Ercolano_; Padova, 1744, in-4º; pag. 84 e seg., 357 e
seg., 446 e seg., 508 e in molti luoghi.
[575] Questa e le successive, sino a quella de’ 27 febbraio inclusive,
vengono da un Libro di provvisioni e deliberazioni di due Balie create
il 20 di gennaio e il 5 di febbraio di quell’anno; il qual Libro esiste
nel predetto Archivio di Stato di Firenze.
[576] Questa è anche trascritta nel Codice dell’Archivio dei Capitani
di Parte altrove citato.
[577] Manca della data, ma sta nel Registro tra una del 3 e un’altra
del 13 marzo 1406 (stil. fior.).
[578] Così nell’originale.
[579] Spazio bianco nell’originale qui ed appresso dove saranno questi
punti.
[580] Così chiaramente l’originale.
[581] Intendasi messer Iacopo, con cui egli parlava.
finita il Malipiero scriveva: «Questo successo ha dispiaciuto alla
Signoria (di Venezia), perchè continuando la guerra tra Volterra e
Firenze se podeva solevar qualche novità in quella terra, e’ fuorusciti
aiutati da Volterra saria entrati in Fiorenza.»
[461] «Ricordovi quando fu el sacco di Volterra, che ogni uomo
pubblicamente, massime e’ Venti, mostravano buona disposizione; ma
se noi non trovavam modo a trarre e’ cento mila fiorini dal Monte, se
avessimo avuto a far prova di più difficil cosa, credo l’aremo veduta
cattiva.» (Lettera di Lorenzo. Vedi FABRONI, pag. 62 e seg.)
[462] VESPASIANO, _Vita di Federigo_. — MACHIAVELLI, lib. VII. —
AMMIRATO, lib. XXIII. — Lettera di un Inghirami a Lorenzo; vedi
FABRONI, pag. 63. — Antonio Ivani scrisse in latino un Commentario
di quella guerra. (_Rerum Ital. Script._, tomo XXIII.) — Comprò la
Repubblica e donò a Federigo il bel palagio di Rusciano in pian di
Ripoli, cominciato da Luca Pitti: questi si trova essere stato uno dei
Venti.
[463] I Diari Rinuccini descrivono questo e l’altro Capitolo Generale
di tutto l’Ordine Francescano in Santa Croce di Firenze, al quale
convennero l’anno 1449 milledugento frati; e la Repubblica stanziava a
sussidio del detto Capitolo mille fiorini d’oro.
[464] «Del mese di settembre 1471 fui eletto ambasciatore a Roma
per l’incoronazione di papa Sisto, dove fui molto onorato, e di
quindi portai le due teste di marmo antiche delle immagini d’Augusto
e d’Agrippa, le quali mi donò detto papa Sisto, e poi portai la
Scodella nostra di calcedonio, intagliata, con molti altri cammei,
che si comperarono allora ec.» (_Ricordi di Lorenzo de’ Medici._) —
«Lorenzo, tra gli altri benefizi che ha ricevuti da Sua Beatitudine,
ha guadagnato con quella un tesoro.» (Istruzione in nome di Sisto IV ad
Antonio Crivelli); vedi _Appendice_ Nº X. — Vedi anche NICCOLÒ VALORI,
_Vita_ ec.
[465] Il Fabroni pubblicava una lettera che Lorenzo scriveva al Papa,
il dì 21 novembre 1472, chiedendogli il cardinalato per Giuliano; e
due a Lorenzo, del buono ed illustre, ma insieme prudente e un po’
cortigiano cardinale Iacopo Ammannati detto il Cardinale di Pavia, del
quale abbiamo in latino un brano di storia e gran numero di lettere a
principi, a grandi personaggi e a letterati.
[466] CORIO, _Storia di Milano_.
[467] NICCOLÒ VALORI, _Vita_ ec.
[468] Vedi _Appendice_ Nº VIII.
[469] Abbiamo le due lettere pubblicate dal Fabroni (pag. 67, 68).
Luigi XI proponeva a Lorenzo di tenere in Francia un suo Oratore,
il quale dovesse conferire col Re solo, nè mai co’ magnati, nè co’
principi del sangue. Gli chiede poi dei cani in dono, ed anche uno
solo, purchè fosse bello e grande, volendo tenerlo in camera e presso
la persona sua.
[470] GUICCIARDINI, cap. III.
[471] VESPASIANO, _Vita di Donato Acciaioli_.
[472] RINUCCINI, pag. 117.
[473] Abbiamo la data 28 gennaio 1475 nei _Ricordi_ del Morelli, gli
altri tacendo quella Giostra ed i moderni scrittori avendo confusa
questa col Tornèo più grande e solenne che aveva tenuto Lorenzo l’anno
1469. Quindi affermarono che il Poliziano fosse in età di soli quindici
anni quando cominciava il Poemetto: ne aveva ben venti nel principio
del 75, e ventiquattro ne avrebbe avuti quando il Poema fosse scritto
un poco prima della congiura de’ Pazzi e interrotto quindi per la morte
di Giuliano; il che a noi sembra essere congettura fra tutte probabile.
Dove il Poeta nella quarta Stanza dice che all’ombra di Lorenzo
«Fiorenza lieta in pace si riposa
Nè teme i venti, o ’l minacciar del cielo,
Nè Giove irato in vista più crucciosa,»
allude manifestamente alle ire di Sisto IV, le quali precessero al caso
dei Pazzi.
[474] _Ricordi_ d’ALAMANNO RINUCCINI, pag. 125 e seg.
[475] La formula delle sentenze diceva: «Magnifici Octoviri Custodiæ
et Baliæ Civitatis Florentiæ in numero sufficienti collegialiter
congregati, intellecto et recepto qualiter etc. — Et idcirco habito
super prædictis omnibus et singulis sano et maturo consilio etc.;
deliberaverunt, scribunt, commictunt, imponunt et mandant vobis
Præsenti Domino Potestati dictæ Civitatis Florentiæ quatenus vigore
præsentis deliberationis, ac commissionis et bullettini, per vestram
sententiam declaretis, pronuntietis et sententietis dictos etc. —
Nota che sempre al Potestà dicevano _Voi_, «quel Voi che prima Roma
sofferìe» e che era dato alla Sovranità. (Sentenze pubblicate tra i
Documenti di corredo all’edizione del Commentario della Congiura de’
Pazzi per Angiolo Poliziano. Napoli, 1769.)
[476] L’ALLEGRETTI nel _Diario Senese_ (_R. I. S._, tomo XXIII, e.
782), e il MALAVOLTI, _Istoria di Siena_, accusano apertamente i
Fiorentini che dessero mano al conte Carlo ed ingannassero i Senesi
con belle parole: «ci mandavano ogni dì una buona lettera, e il Conte
Carlo ogni dì una cavalcata.» (Cronica citata.) — La corrispondenza di
Lorenzo de’ Medici con la Signoria di Siena, che abbiamo in copia, si
trova interrotta dall’anno 1476 all’anno 1482.
[477] L’attentato del Porcari non giunse all’effetto, i Pazzi ed
il Fieschi riuscirono a mezzo, gli uccisori di Galeazzo e quei
d’Alessandro de’ Medici e di Pier Luigi Farnese compierono il fatto;
ma tuttavia gli Sforza regnarono a Milano, e a Firenze i Medici, e i
Farnesi a Parma; nessuno mai degli uccisori scampava la vita.
[478] Tra questi è da porre Alamanno Rinuccini, che poi si mostra
benevolo ai Pazzi: ed egli era stato compagno al Medici nelle
ambascerie e negli uffici di maggior conto.
[479] VESPASIANO, _Vita di Piero de’ Pazzi_.
[480] Ebbe egli il secondo premio nella Giostra, della quale il primo
fu dato a Lorenzo.
[481] MACHIAVELLI, _Storie_, lib. VIII.
[482] _Confessione di Giovan Battista da Montesecco_, stampata tra i
documenti che fanno seguito al Poliziano, _Congiura de’ Pazzi_, e dal
Fabroni e dal Roscoe, _Vita di Lorenzo_. Il Machiavelli trasse molto da
quel documento; così l’Ammirato. Noi lo riproduciamo nell’_Appendice_
Nº IX.
[483] Nelle lettere citate di Piero de’ Medici si vede Guglielmo dieci
anni prima essere tenuto fra i più intrinseci della Casa.
[484] Abbiamo lettera di Girolamo Riario a Lorenzo da Roma a’ 15
gennaio 1478, con la quale lo invita ad andare colà, promettendogli
molto adoprarsi «a levare di mezzo ogni dubitazione che fosse nata tra
esso e il Pontefice.» (FABRONI, _Doc._, pag. 105.)
[485] Istruzione di Lorenzo a Piero suo figlio che andava in Roma nel
novembre del 1484. (FABRONI, pag. 268.)
[486] VASARI, _Vita d’Andrea Verrocchio_: ma quella pittura fu indi a
poco cancellata.
[487] _Congiura de’ Pazzi_ scritta da Filippo Strozzi che v’era
presente. — ANGELI POLITIANI, _Coniurationis Pactianæ Commentarium_;
Napoli, 1769, in-4º. — _Cronichetta di Carlo Giannini da Firenzuola_
(si trova in quello stesso volume). — _Cronichetta di Belfredello
Strinati Alfieri_ (ivi). — _Condanne dei Pazzi e dei loro complici_
(ivi). — _Documenti_ pubblicati dal FABRONI. — _Ricordi_ di ALAMANNO
RINUCCINI. — VALORI, _Vita di Lorenzo de’ Medici_. — GUICCIARDINI,
_Stor. Fior._, cap. IV. — MACHIAVELLI, lib. VIII. — AMMIRATO, lib. XXV.
[488] VESPASIANO, _Vita dell’Acciaioli_.
[489] FABRONI, _Documenti_, pag. 116. — E la Repubblica di Venezia
mandava a quella dei Fiorentini savie parole, che a noi giova qui
riferire: «Pare a noi che dal frappor dimora alla liberazione del
Cardinale non possa quella eccellentissima Signoria conseguire alcun
comodo, quando invece la liberazione del Cardinale toglie ad ognuno
ogni occasione di straparlare, e di giustificare sè stessi d’ogni non
buona operazione, ed anche recida ed amputi ogni offensione d’animo
che i Cardinali potessero per una più lunga ritenzione concepire.
Per questi rispetti adunque l’opinion nostra sarìa che al Vescovo di
Modrussa si rispondesse: che quella eccellentissima Signoria, avendo
per riverenzia del Sommo Pontefice e di quel Santissimo Collegio
riservata la persona del Cardinale dal pericolo di tanta furia quanta
era in quel popolo, delibera anche ed è contenta di liberamente
lasciarlo.» (ROMANIN, _Storia di Venezia_, tomo IV, pag. 389, 90.)
[490] Nella Commissione, manoscritta appresso di noi, di Sisto IV
al Cardinale di Mantova legato a Bologna, il Papa dichiara non fare
colpa a’ Bolognesi dell’avere al primo annunzio della congiura mandato
soccorsi a Firenze: _cum nihil adhuc Florentini in ecclesiasticam
dignitatem moliti essent_. Aggiugne dipoi: _nos quoque casum ipsum
primum indoluimus, et commiserationis nostræ testimonium per literas
nostras ad Florentinos dedimus_. Di queste lettere gli scrittori
fiorentini non fanno menzione.
[491] RAYNALDI, _Annales Ecclesiast._, anno 1478. — Il Mansi
nell’edizione delle _Miscellanee_ del Baluzio, tomo I, diede alcuni
brani di niuna importanza che il Rainaldo aveva omessi o abbreviati.
[492] Documenti aggiunti all’edizione napoletana del _Commentario_ del
POLIZIANO ec. — FABRONI, _Documenti_.
[493] Cronichetta antica (FABRONI, pag. 115).
[494] Il FABRONI pubblicò questo (pag. 131) con altri molti documenti
intorno a quel fatto; il MANSI, nell’appendice alle _Miscellanee_ del
Baluzio, alcune lettere della Duchessa di Milano e del re Ferrando e
dei Veneziani, e due Invettive del Filelfo contro Sisto IV: pag. 503 e
seg.
[495] In fine allo scritto si legge: «datum in Ecclesia nostra
Cathedrali Sanctæ Reparatæ, 23 Julii 1478.» — V è dentro una lettera
del Cardinale di San Giorgio al Papa, tutta dolcezze di encomi alla
Repubblica ed a Lorenzo; ma noi temiamo essere questa una impostura;
e che il Sinodo fosse veramente celebrato, a noi non consta, e non lo
crediamo. (Vedi FABRONI, _Docum._, ec.)
[496] Abbiamo qui tratto dall’Ammirato ogni cosa, perch’egli ne sembra
in questo come in altri luoghi avere attinto a documenti o memorie di
chi era presente. L’orazione che il Machiavelli pone in bocca a Lorenzo
è meno calzante, avendo in sè molto minori caratteri di convenienza e
di verità.
[497] MALIPIERI, pag. 246.
[498] Lettera familiare di Sisto IV al Duca d’Urbino. (FABRONI, pag.
130.)
[499] _Ricordi_ d’ALAMANNO RINUCCINI, pag. 130. — Per le Condotte
d’Ercole d’Este e d’altri, vedi _Archiv. Stor._, tomo XV.
[500] Vedi l’amplissima Provvigione della Repubblica (FABRONI, pag.
191); dove è statuito, tra le altre cose, che la figlia Margherita,
la quale era scritta al Monte delle Doti creditrice di fiorini 290
al primo gennaio 1486 (quando ella entrava nella età nubile), avesse
un’aggiunta di altri 500 fiorini di dote. E che la famiglia di Donato,
ch’era segnata per quattro fiorini a ciascun _sesto_ di gravezza,
venisse gravata per quindici anni d’un solo fiorino ec.
[501] _Memoires de Comines_; lib. VI, cap. 5. — Vedi una lettera
molto risoluta di Luigi XI a Sisto IV, nella _Cronaca_ del MALIPIERI;
_Archiv. Stor._, tomo VII, parte I, pag. 247.
[502] _Epist. Iacobi Ammannati Cardinalis Papiensis; 16 luglio 1478._
Segue una lettera a lui di Iacopo Antiquario letterato Perugino, e
tutto devoto alla causa di Lorenzo.
[503] RAYNALDI _Annales Ecclesiast._; il quale è da consultare
con fiducia per tutto quel fatto narrato da lui con diligenza ed
ischiettezza. Oltre al Breve di Sisto IV, riferisce assai documenti;
e tra gli altri la risposta che diede il Papa agli Oratori francesi
conforme ai consigli del Cardinale di Pavia. È tratta dai Diari di
Iacopo Volterrano scrittore apostolico (_Rer. Ital._, tomo XXIII),
il quale non vuolsi confondere con Raffaele Maffei Volterrano, autore
anch’egli più volte allegato dallo stesso Rainaldo. — Iacopo, ch’era
stato segretario e grande amico all’Ammannati, continuava ne’ suoi
Diari, pei tredici anni di Sisto IV, i Commentari del Cardinale.
[504] Diceva il Senato all’oratore pontificio: «e perchè la Santità
Sua, a petizione d’altri e per satisfare a dishoneste voglie e
appetiti di chi si sia, offende quelli (i Fiorentini) e spiritual e
temporalmente, volemo che la Beatitudine Sua sapia che nui insieme
cum loro, et cum el Stato de Milan unitissimi, et temporal et
spiritualmente defenderemo i stati, honor et dignità della nostra
confederation ec. Et non si speri la Beatitudine Sua nè altri poter
cuoprire e’ fini de no’ buoni pensieri soi, cum ch’el non offende
la città di Fiorenza, ma Lorenzo in ispecie: perchè ben intendemo
tutti nui, questa offesa no’ esser fatta più alla particularità de
Lorenzo, innocentissimo da tutte quelle calunnie li sono apposte, che
al presente stato e forma de governo de la città di Fiorenza, ec.»
(ROMANIN, _Storia di Venezia_, tomo XIV, pag. 390.)
[505] Il Fabroni vidde, d’antica stampa, una invettiva molto virulenta
di Cola Montano contro a Lorenzo de’ Medici. Cola era stato col Conte
Girolamo Riario, e poi nell’anno 1482 pare insidiasse alla vita di
Lorenzo, quando nel recarsi da Genova a Roma fu nelle Maremme preso da
certi che ne seguivano le traccie, ed a Firenze condotto. L’Oratore
d’Ercole da Este racconta il caso e infine aggiugne: «Credo capiterà
male.» (_Atti e Memorie delle Deputazioni di storia patria delle
provincie Modenesi e Parmensi_, vol. I, fasc. III, pag. 259.) — La
Legazione di Piero Capponi, che abbiamo in copia, non contiene altro
che le lettere d’ufficio a lui dei Dieci; le sue da Lucca non si
rinvengono.
[506] GUICCIARDINI, _Opere_, tomo III. — MACHIAVELLI, lib. VIII. —
AMMIRATO, lib. XXIV.
[507] _Narrazione della Congiura dei Pazzi_, scritta da FILIPPO STROZZI
Seniore.
[508] Il MALAVOLTI, nell’_Istoria di Siena_, pubblicava l’accennata
lettera di Lorenzo de’ Medici ai Duchi d’Urbino e di Calabria.
[509] GUICCIARDINI, _Opere inedite_, tomo III, 56.
[510] GUICCIARDINI, _Storia di Firenze_, cap. VI e IX.
[511] Vedi una leggiadra lettera a Lorenzo d’Ippolita d’Aragona nuora
del Re. (FABRONI, pag. 223.)
[512] Queste cose abbiamo cavate da una Commissione di Sisto IV a
messer Antonio Crivelli mandato da lui a Napoli. È manoscritta presso
di noi e molto bene dichiara l’animo di Sisto ed il contegno del Re: la
pubblichiamo, _Appendice_ Nº X.
[513] FABRONI, Documenti, pag. 213, e sono anche ivi da vedere le
private lettere scritte a Lorenzo da Bartolommeo Scala e da altri de’
più confidenti.
[514] GUICCIARDINI, loc. cit. — MACHIAVELLI, lib. VIII. — AMMIRATO,
lib. XXIV.
[515] Questo punto è ora dilucidato abbastanza dal ROMANIN, _Storia di
Venezia_, lib. XI, cap. 3.
[516] Lettere manoscritte ai Dieci, di Piero Capponi, da Napoli 18
aprile 1483.
[517] CAMMILLO PORZIO (_Congiura de’ Baroni_) attribuisce ai Fiorentini
la discesa dei Turchi in Italia; ma è scrittore in quanto ai fatti
poco diligente. — Lorenzo mantenne con Alfonso durante la guerra molto
amichevoli relazioni, usando parole strabocchevolmente sviscerate.
(Vedi FABRONI, pag. 216.)
[518] ALLEGRETTI, _Cronaca Senese_ (_Rer. Ital. Script._, tomo XXIII).
— MALAVOLTI, _Storia di Siena_.
[519] FABRONI, pag. 219 e 20.
[520] Diarii Latini di Iacopo Volterrano, che fu presente
all’assoluzione. (_Rer. Ital. Script._, tomo XXIII.)
[521] GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. V.
[522] Ordine dei _Settanta_: Provvisioni dei 10 e 19 aprile 1480.
(_Archiv. Stor. Ital._, tomo I, pag. 321.)
[523] CANESTRINI, _Sulle Imposte della Repubblica di Firenze_, cap.
III, sez. 4 e seg. Trovò egli scritto nell’Archivio in calce d’un
antico libro: «Quisquis es, quia dives es et plurimum lucraris, non es
amicus pauperum tametsi simulas amicissimum; quoniam vero paucos filios
habes, Catastum damnas atque explodis, et cervicibus inopum grave
onus imponis.» Secondo l’antico Catasto, per ogni figlio o parente da
sostentare si faceva detrazione di duecento fiorini, ond’era grande il
benefizio di chi aveva molti figli.
[524] Nel Proemio della Provvisione per l’Ordine dei _Settanta_
si mettono innanzi le spese e i danni della peste, forse cercando
attenuare quelle che aveva prodotto la guerra fatta per Lorenzo. In
seguito aggiugne i danni maggiori essere «per il Monte, perchè non s’è
renduto le paghe, nè valutosi senza gran danno del credito; per che è
diminuito di pregio non rendendo, et però non se n’è molto contractato.
Et è questo membro del Monte in tanto disordine, che se presto e
saviamente non vi si provvede, nè dote nè paghe render si potranno.»
[525] RINUCCINI, pag. 135 e 137.
[526] In Bruggia si trova che avesse perduto per cento mila ducati,
e in altre Banche forse altri cento. — In quella città falliva pure
una Compagnia col nome dei Da Rabatta e dei Cambi per avere servito
di grande somma di danaro la duchessa Maria di Borgogna moglie
dell’imperatore Massimiliano, che s’era morta, e il danaro non venne
mai restituito. (RINUCCINI, anno 1483.) Questa Compagnia non credo
però che andasse per conto dei Medici. — Lorenzo accattava spesso
danari anche dagli amici: avendogli i suoi cugini del ramo di Pier
Francesco prestato nel 1478, sessantamila ducati, Lorenzo cedeva ad
essi in pagamento la villa di Cafaggiolo colle possessioni che aveva
in Mugello. Vendeva allo Sforza per quattromila ducati la casa che il
padre di quello gli aveva donata in Milano. (VALORI, _Vita di Lorenzo_.
— _Istorie_ di GIO. CAMBI, in _Deliz. Erud._, tomo XXI in principio.
— GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. IX. — Lettera d’Antonio Pucci a
Lorenzo, FABRONI, pag. 212.)
[527] AMMIRATO, 1481. — RINUCCINI, pag. 134. — VALORI, _Vit. Laur._
[528] Lettera a Lorenzo dei Medici di Matteo Arcidiacono di Forlì.
(FABRONI, pag. 226.)
[529] _Diari Romani_ di IACOPO VOLTERRANO (MURATORI, _Rer. Ital.
Script._, tomo XXIII, cap. 147 e seg.)
[530] MACHIAVELLI, lib. VIII. — AMMIRATO, lib. XXV.
[531] Sappiamo queste cose da una lettera di Lorenzo stesso, che
scriveva in nome dei Dieci di guerra. Contiene, tra le altre, queste
parole: «.... per essere la nostra religione in mancamento assai della
sua reputazione per questi Governi tanto alieni dagli antichi e da
quelli che si convengono a un pastore cristiano. Abbiamo grandissima
speranza che questa santa opera si condurrà ad effetto, perchè Dio non
abbandonerà la sua causa. E movendo la Sua Maestà Spagna e Ungheria,
già la cosa arà sortito sufficiente effetto. Tieni confortata in questo
la Sua Maestà, e ogni dì sollecita; e noi avvisa continuamente delle
deliberazioni e pareri suoi, co’ quali desideriamo convenire in ogni
cosa.» — Legazione manoscritta di Piero Capponi a Napoli; lettere dei
21 settembre e 14 ottobre 1482.
[532] Vedi _Archiv. Stor._, Nuova Serie, vol. II.
[533] FABRONI, _Docum._, pag. 227 e seg. — Vedi RAYNALDO, anno 1482,
pag. 25, 26, ediz. di Lucca. — _Diari di Stefano Infessura_ (MURATORI,
_Scrip. Rer. Ital._, tomo III, col. 1153). — Nella Dieta che Pio
II tenne a Mantova, i Potentati d’Italia s’erano obbligati di non
appellarsi mai _ad futurum Concilium_, e lo stesso Ferrando aveva
rinnovato la promessa a papa Sisto. (_Atti ec. della Deputazione di
storia patria_, Modena, 1863, pag. 296.)
[534] Legazione sopraccitata.
[535] «Sua Beatitudine volentieri vorrebbe ogni accordo, ma e’ crede
più ad altri che a sè; e il Conte (Girolamo Riario) credo che si muova
per la sua mala natura, la quale è vendicativa,... e per tenere sempre
il Papa in imprese e appiccato, perchè per questa via egli si mantiene
in reputazione et poppa tutte le entrate della Chiesa. Il Papa ha gran
desiderio di pace; e oggi a tutti noi Oratori ha confessato le pratiche
tenute a Venezia ec.» Lettera a Lorenzo di Guid’Antonio Vespucci,
ambasciatore a Roma, 23 ottobre 1483. (FABRONI, _Docum._, pag. 251.)
— Vedi negli _Annali_ del MALIPIERO i danni sofferti dai Veneziani per
questa guerra, e le pratiche per la pace molto avanzate da Sisto IV, ma
delle quali il Senato di Venezia poco si fidava.
[536] CORIO, _Storia di Milano_. — GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap.
VII. — Quando vennero a Sisto IV gli Ambasciatori con la pace, il
giorno che fu penultimo della sua vita, si doleva egli affannosamente
delle inique condizioni, dicendo che i Veneziani, l’anno innanzi, a
lui ne offrivano delle migliori. (_Diario di_ IACOPO VOLTERRANO in
MURATORI, _Script. Rer. Ital._, tomo XXIII, col. 199.)
[537] MALAVOLTI, _Storia di Siena_, lib. VI. — Lettere manoscritte di
Lorenzo dei Medici alla Signoria di Siena.
[538] _Istorie_ di GIO. CAMBI. — MACHIAVELLI, lib. VIII.
[539] AMMIRATO, _Storie_. — Lettere ai Dieci di Piero Capponi
Commissario in Pisa per la guerra.
[540] Circa l’elezione d’Innocenzio VIII sono da vedere le lettere
scritte da Roma a Lorenzo e pubblicate dal FABRONI, pag. 256 e seg.
[541] Lorenzo aveva consigliato al Re «d’avere gli occhi a tutto, e
mostrare in alcuna cosa non intendere.» Anche scriveva: Dispiacemi sino
all’anima che lo signor Duca (Alfonso) abbia questo nome di crudele,
e falsamente le sia imposto; pure Sua Eccellenza tuttavia si sforzi
toglierlo con ogni arte, che certo li metterà buon conto. Et così se
le Gabelle si tollerano mal volentieri dalli popoli, levile via, et
torni alli soliti pagamenti; che vale più avere un carlino con piacere
e amore, che dieci con dispiacere e isdegno; che certamente, indurre
usanza nuova ad ogni popolo pare forte.» (FABRONI, pag. 269.)
[542] GUICCIARDINI, _Stor. di Fir._, cap. VIII. — MACHIAVELLI, lib.
VIII. — AMMIRATO, lib. XXV. — PORZIO, _Congiura dei Baroni_.
[543] Legazione Modenese sopraccitata (pag. 285).
[544] Il Re minacciava comparire a Roma con la lancia sulla coscia.
(Legazione Modenese sopraccitata, anno 1490.)
[545] GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. VIII. — MACHIAVELLI, lib. VIII.
— AMMIRATO, lib. XXVI.
[546] FABRONI, _Docum._, pag. 334 e altrove.
[547] _Ricordi di Lorenzo._ (FABRONI, _Docum._, pag. 299 e seg.)
[548] Le cerimonie per la promozione al Cardinalato di Giovanni de’
Medici, sono descritte lungamente nel _Diario del Burcardo_, all’anno
1492. Firenze, 1854; pag. 162-77.
[549] _Appendice_, Nº XI. — (Vedi i Documenti pubblicati dal FABRONI.)
[550] GUICCIARDINI, _Stor. Fior._, cap. VIII. — CAMBI. — RINUCCINI.
[551] FABRONI, Documenti, pag. 337.
[552] Fra le Istruzioni al figlio adolescente che andava in Roma con
gli Ambasciatori a papa Innocenzio ponea: «Nei tempi e luoghi dove
concorreranno gli altri giovani degli Imbasciatori pòrtati gravemente e
costumatamente e con umanità verso gli altri pari tuoi, guardandoti di
non preceder loro, se fossino di più età di te; poichè per essere mio
figliolo, non sei però altro che cittadino di Firenze, come sono ancor
loro.» (FABRONI, Docum., pag. 264.) Ma nelle nozze a Milano di Giovanni
Galeazzo con Isabella d’Aragona, Piero andava sempre del pari col Duca.
(Idem, pag. 296.)
[553] Discorso di Alessandro de’ Pazzi (_Arch. Stor. Ital._, tomo
I, pag. 42), che riferisce parole della sua madre Bianca, sorella a
Lorenzo.
[554] Giovanni Cambi, ch’era figliolo del Gonfaloniere così avvilito,
narra distesamente quel fatto: il Rinuccini vitupera il Gonfaloniere e
accusa Lorenzo.
[555] Alamanno Rinuccini (loc. cit.), e Guicciardini, cap. IX; il primo
fu acerbo giudice di Lorenzo, il Guicciardini severo in quella Istoria
Fiorentina ch’egli scriveva giovane appena di venticinque anni.
[556] Oratore Modenese sopraccitato, anno 1489.
[557] FABRONI, Docum., pag. 72-90.
[558] Lettere manoscritte di Lorenzo de’ Medici alla Signoria di Siena:
copia appresso di noi.
[559] L’Oratore Modenese più volte citato, chiama lui vivo «bilancia
d’Italia.»
[560] MACHIAVELLI, fine dell’_Istoria_. — GUICCIARDINI, _Storia di
Firenze_, cap. VIII e IX, e _Istoria d’Italia_, lib. I. — RINUCCINI
ALAMANNO, anno 1492. — _Istoria_ di GIOVANNI CAMBI. — VALORI, _Vita di
Lorenzo de’ Medici_. — FABRONI, Documenti. — ROSCOE, _Vita di Lorenzo_,
vers. ital., Pisa, 1799. — AMMIRATO, lib. XXV, XXVI. — MICHELE BRUTO,
ultimi quattro Libri dell’_Istoria Fiorentina_.
Mentre si stampava la Storia nostra, una Vita del Magnifico Lorenzo si
pubblicava in Germania dall’insigne e a noi tutti caro Barone Alfredo
di Reumont. È in due volumi, e vi si comprende l’intera istoria di
quel tempo e la politica cercata dentro agli Archivi delle maggiori
città d’Italia e quanto risguardi le arti e le lettere e i costumi.
Di questa opera noi ci peritiamo a dare un giudizio per l’amicizia che
da lunghi anni ci stringe all’autore e perchè in essa egli ci onorava
molto al di là d’ogni ambizione nostra. Solamente, come Italiani, lo
preghiamo a fare italiana egli medesimo una Storia dove noi possiamo
tanto imparare. Scrive egli come un Italiano; e degli antichi fatti
nostri e degli uomini ha una conoscenza tanto familiare che a noi è un
miracolo. Finito il libro, gli venne a mano un Registro di Lettere di
Lorenzo, che prima d’ora si credè perduto (Ved. _Archiv. Stor. Ital._,
tomo XIX della Serie III). Di quelle lettere molte aveva prima lette in
questo Archivio di Stato, e usate scrivendo: sono in numero grandissimo
perchè il Registro comprende quindici anni della Vita di Lorenzo, che
ne dettava o scriveva di sua mano fino a dieci e venti in un giorno.
Pubblicarle tutte sarebbe cosa intempestiva, tanto vi abbondano, per
esempio, le commendatizie, e i minuti affari, che senza fatica Lorenzo
sapeva mandare di fronte. Ma tolte anche via le cose che a noi sono
inutili, raccomandiamo una ben fatta pubblicazione delle Lettere di
quest’uomo, che sempre saranno assai grande numero: l’uomo e i tempi
ne sono degni, e in esse Lorenzo è grande esemplare, perchè niuno
ebbe delle cose una intelligenza tanto vasta, nè le giudicò in modo sì
netto e preciso; la quale ultima condizione basterebbe a rendere il suo
scrivere elegantissimo, quando anche in lui non si fosse aggiunta la
grande coltura. A queste potrebbero fare riscontro anche altre lettere
scritte da uomini di quel tempo.
[561] FILIPPO VILLANI nel Proemio.
[562] LEONARDI ARETINI _Dialog. I ad Petrum Histrium_. Fu già stampato
in Basilea, ed è manoscritto nella Laurenziana.
[563] _Orazione di Cristoforo Landino_; Firenze, 1853.
[564] Prefazione alla _Sporta_; Firenze, 1550.
[565] LANDINO, Proemio al _Commento sulla Divina Commedia_.
[566] Lettera stampata nel _Propugnatore_; Bologna, 1869.
[567] Proemio al _Commento sulle Canzoni_.
[568] BERNHARDI, _Dissertazione_ ec.; Berlino, 1868.
[569] _Commissioni di Rinaldo degli Albizzi, per il Comune di Firenze_,
volumi tre; 1867-73.
[570] _Documenti di storia italiana_, copiati in Parigi da G. Molini,
tomo I, in fine.
[571] CAMBI, _Storia di Firenze_, anno 1498; sta nelle _Delizie_ ec.
del P. ILDEFONSO.
[572] Estratti del signor Rawdon Brown, tomo III, pag. 318.
[573] Nel 1559 il Trattato di Castel Cambrese aveva finito le guerre
d’Italia; ma in quell’anno stesso da piè delle Alpi si preparava il
1859: tre secoli tondi, e date che importano alla storia della lingua.
[574] VARCHI, _Ercolano_; Padova, 1744, in-4º; pag. 84 e seg., 357 e
seg., 446 e seg., 508 e in molti luoghi.
[575] Questa e le successive, sino a quella de’ 27 febbraio inclusive,
vengono da un Libro di provvisioni e deliberazioni di due Balie create
il 20 di gennaio e il 5 di febbraio di quell’anno; il qual Libro esiste
nel predetto Archivio di Stato di Firenze.
[576] Questa è anche trascritta nel Codice dell’Archivio dei Capitani
di Parte altrove citato.
[577] Manca della data, ma sta nel Registro tra una del 3 e un’altra
del 13 marzo 1406 (stil. fior.).
[578] Così nell’originale.
[579] Spazio bianco nell’originale qui ed appresso dove saranno questi
punti.
[580] Così chiaramente l’originale.
[581] Intendasi messer Iacopo, con cui egli parlava.
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