Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 4 - 15

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guerra, ora fatti più arrisicati facevano, che altri lo temesse. Rese il
congresso immortali, e pubbliche grazie ai combattitori della giornata
di Eutaw-springs, e presentò con uno stendardo conquistato, ed una
medaglia d'oro il generale Greene. Poco tempo dopo, ricevuti alcuni
rinforzi, seguendo con molto ardore la fortuna vincitrice, scendè nelle
parti più basse incontro agl'Inglesi, e mostratosi nelle vicinanze di
Monk's-corner e di Dorchester fece di modo, ch'eglino, impotenti al
resistere, si rintanarono del tutto dentro la città di Charlestown. Solo
facevano correre la contrada intorno dai loro speculatori, e foraggieri;
ma però non si allargavano molto, perchè Greene prevalendo soprattutto
di soldati leggieri gli frenava, e, correndo pel paese, disturbava le
vettovaglie. In questo modo fu posto fine alla meridional guerra, e
Greene dopo una lunga ed aspra contesa, e con molta maestria di guerra
ricuperò alla lega tutte le due Caroline e la Giorgia, solo eccettuate
le due città capitali dell'una e dell'altra provincia, le quali tuttavia
obbedivano agl'Inglesi in un coi territorj più vicini alle mura. Tali
furono i frutti della risoluzione presa da lord Cornwallis a Wilmington
di portar le armi sue contro la Virginia. Ma molta lode si debbe a
Greene, il quale venuto, scambiando Gates, al governo dell'esercito del
mezzodì, quando le cose vi erano non solamente in declinazione, ma quasi
disperate, le ristorò di modo coll'attività sua, coll'ingegno e
coll'ardire, che i suoi, da vinti diventarono vincitori, i popoli
sfiduciati confidentissimi, e la fortuna inglese testè sì promettente
non trovò altro scampo, se non dentro le mura di Charlestown. E se fu
valoroso capitano, si mostrò del pari integro cittadino, uomo gentile e
cortese, amorevole amico. Ei fu tale che superò l'invidia colle sue
virtù, e giovando alla patria sua, ed ogni cosa governando, e massime sè
stesso, con mirabile modestia, fu degno che la fama trasmettesse
immaculato il suo nome alla posterità.
Ma nella Virginia iva Arnold mettendo a sacco, ed a ruba sì le cose del
pubblico, come quelle dei privati, quasi che volesse al tradimento
accoppiare la crudeltà. La qual cosa, siccome da noi già si è notato, ad
altro fine non era stata dai Capi britannici ordinata, se non se per
cooperare coll'armi di Cornwallis nelle Caroline, e per turbare e
dividere i disegni, e le armi del nemico. Imperocchè lo stabilire alla
divozione del Re la Virginia con sì poche genti, non era cosa che si
potesse non che eseguire, sperare. Ma intanto la fortuna dimostratasi
contraria a Cornwallis, posto avea Arnold in un grandissimo pericolo, e
già le milizie virginiane levandosi a romore tutto all'intorno lo
avevano costretto ad abbandonare la campagna, ed a ritirarsi di tutta
carriera a Portsmouth, dove attendeva a fortificarsi. Da un altro canto
Washington, che stava continuamente in orecchie, conoscendo, quanto gli
Americani desiderassero il sangue del traditore, aveva fatto il pensiero
di serrarlo per terra e per mare, dimodochè non gli potesse sfuggire
dalle mani. A questo fine aveva speditamente mandato alla volta della
Virginia il marchese de La-Fayette con dodici centinaia di fanti
leggieri; ed anche operò di modo coi Capi delle forze francesi
nell'Isola di Rodi, che questi fecero uscire un'armata di otto navi di
fila, perchè andassero a serrare il passo ad Arnold nel Chesapeack. Ma
gl'Inglesi avendo avuto pronto avviso della cosa, salparono dalla
Nuova-Jork con otto somiglianti navi sotto la condotta dell'ammiraglio
Arbuthnot, ed incontrarono i Francesi presso il capo Enrico. Ne seguì
una grossa affrontata, in cui le due armate ricevettero a un dipresso
uguale danno. Questi ultimi però ne furono costretti ad abbandonar
l'impresa loro, e di ritornarsene all'Isola di Rodi. Il che uditosi da
La-Fayette, il quale già era giunto in Annapoli di Marilandia, se ne
andò di là a capo d'Elk. Così scampò Arnold da un grave pericolo. A
questi dì i capitani del congresso avevano mandato un trombetto, o
caporale, o sergente, ch'ei si fosse, al mastro padiglione d'Arnold per
ivi fornirvi alcuna bisogna appartenente all'esercizio della guerra.
Porta la fama, che avendogli il traditore chiesto, che cosa avrebbero di
lui fatto, se preso l'avessero, colui gli desse questa subita risposta:
_Se t'avessimo pigliato quella gamba, che ti fu guasta, quando stavi ai
soldi della repubblica, l'avremmo seppellita con ogni dimostrazione
d'onore; il rimanente del corpo tuo l'avremmo impiccato._ Clinton,
conosciuto il pericolo, che aveva portato Arnold, e dubitando, che i
confederati non ottenessero un'altra volta quello, che ora avevano
tentato invano, mandò tosto in soccorso suo il generale Phillips con due
migliaia di soldati. Accozzatisi insieme Phillips e Arnold, di nuovo
corsero la provincia, depredando ed ardendo ogni cosa. A Osborn
distrussero un numeroso navilio con molti ricchi arnesi, e merci,
massime tabacco. Il Barone di Steuben, il quale governava i
repubblicani, avendo poche genti, non era abile al resistere. In fine
arrivava il marchese co' suoi, e colla presenza sua ebbe preservato la
ricca città di Richmond. Quivi però gli fu forza prospettar l'incendio
della città di Manchester, posta sulla destra riva del fiume James,
rimpetto a Richmond, alla quale i regj a bello studio avevano appiccato
il fuoco. Ma la guerra, finora vaga e sparsa, già si volgeva ad un solo
e determinato fine. Aveva Phillips ricevuto le novelle, che Cornwallis
si avvicinava, e già era presso ad arrivar a Pietroburgo. La-Fayette
anch'egli aveva avuto fumo di quello, che succedeva. Per la qual cosa
l'uno e l'altro capitano si affrettavano per arrivare, prima delle genti
ritornate dalla Carolina, a Pietroburgo; il primo per ivi congiungersi
con Cornwallis, il secondo per questa congiunzione impedire. Prevalsero
gl'Inglesi, e posto piede dentro la Terra vi si alloggiarono. Quivi
Phillips assalito da mortal febbre passò di questa vita con infinito
desiderio de' suoi, che molto per la perizia nelle cose militari il
riputavano. Arrivò Cornwallis, dopo d'aver corso con infinito disagio
trecento miglia, a Pietroburgo, e si recò in mano il governo di tutte le
genti. L'esser la Virginia fatta sede della guerra molto rinvergava coi
disegni, che i ministri britannici avevano fatto sopra di questa
provincia. Tostochè pervennero in Inghilterra le novelle della vittoria
di Guilford si erano i ministri fatti a credere, che le due Caroline
fossero intieramente ridotte nella potestà del Re, e che poco più vi
rimanesse a fare altro, che ordinarvi il consueto reggimento civile. Non
dubitavano, che quello a che le armi di Cornwallis avevano aperta la
strada, non fossero i buoni ordini per compire. Soprattutto un
grandissimo fondamento facevano sui leali, siccome quelli, che malgrado
tant'infelici sperimenti, e tante false speranze molto tuttavia se ne
stavano alle baie, ed alle novelle dei fuorusciti soliti sempre a
confortarsi cogli aglietti. Pertanto coll'opera di questi leali, col
romore delle vittorie di Cornwallis, e con pochi presidj, che
intendevano di lasciare qua e là ne' luoghi più acconci, avevano
speranza, che i libertini delle Caroline sarebbero stati impediti dal
tentar cose nuove, e che queste due province sarebbero nella pristina
obbedienza raffermate. Rispetto poi alla Virginia, siccome dall'un de'
lati ella è molto frequente di grossi e profondi fiumi, e di golfi
mediterranei, e dall'altro credevano, che colle navi mandate nell'acque
d'America dall'ammiraglio Rodney dalle Antille, avrebbero potuto la
navale superiorità in quelle medesime acque conservare, così dubbio
alcuno non avevano, ch'ella si potesse, se non intieramente conquistare
e soggiogare dall'armi del Re, almeno sì fattamente molestare, e nelle
sue viscere stesse percuotere, che molto ne increscesse agli Americani,
ed affatto inutile diventasse alla lega. A questo fine avevano
disegnato, che i capitani da terra scegliessero un luogo comodo sulle
spiagge virginiane, e con ogni maggior diligenza lo affortificassero,
perchè potesse diventare un posto sicurissimo contro le offese del
nemico. Con questo, e colle prepotenti armi marittime stimavano di
diventare del tutto padroni della Virginia; e da un'altra parte per le
sopra narrate cagioni erano confidentissimi dell'intiera possessione
delle Caroline, siccome pure della Giorgia. Nè temevano per queste
ultime gl'insulti delle armi navali nemiche, essendo le spiagge loro
importuose, e quei pochi porti più comodi che vi sono, trovandosi in
mano dei soldati del Re. In questo stato di cose, essendo padroni delle
quattro ricche province poste a mezzodì, siccome anche di quell'altra
non meno ricca, che opportuna pei porti, della Nuova-Jork, opinavano,
che gli Americani si sarebbero finalmente dati vinti per istracca, o che
anche si sarebbe potuto la guerra offensiva proseguire. Così
argomentavano, non sapendo ancora, che le armate inglesi sulle spiagge
dell'America erano non che al di sopra, al di sotto: che le Caroline in
luogo di essere in balìa del Re, erano tornate quasi intieramente
all'obbedienza del congresso; e che se veramente Cornwallis era arrivato
nella Virginia, là era giunto piuttosto, nonostante il fatto di
Guilford, in sembianza di vinto, che di vincitore.
Intanto Cornwallis, avendo soprasseduto alcuni giorni a Pietroburgo, e
ricevuto un rinforzo di parecchie centinaia di soldati mandatigli dalla
Nuova-Jork da Clinton, deliberò di passare il fiume James, e di correre
le parti più interne della Virginia. Poco timore aveva, che a quei dì i
confederati se gli potessero opporre, essendo le forze loro parte
deboli, parte disgiunte. Poichè il Barone di Steuben alloggiava nelle
parti superiori della provincia, il marchese nelle inferiori, ed il
generale Wayne, il quale era in via cogli stanziali della Pensilvania,
era tuttavia ancor lontano. Per la qual cosa il capitano britannico
varcò facilmente il fiume a Westover, essendosi il marchese ritirato
dietro il Chickahomini. Di là mandò una banda a pigliar possessione di
Portsmouth, dove venivano i leali, e quei, che volevano parer tali, a
promettere obbedienza al Re. Egli poi foraggiava largamente nella contea
di Hannover. Ivi ebbe avviso, che molti fra i più riputati uomini del
paese avevano fatto un convento a Charlotteville per ivi accordare tra
di loro alcune bisogne dello Stato; e che il Barone di Steuben si era
posto alla punta di Fork, che è un luogo situato presso la diramazione
del fiume James tra la Fluviana e la Rivana, e che vi aveva in custodia
buona quantità di armi e di munizioni. Queste cose lo mossero, oltrechè
la contrada per non avere ancor sentito le armi inglesi era abbondante
di ogni cosa, prima che tentasse altre fazioni, di fare quelle di
Charlotteville, e della punta di Fork. Commetteva la prima a Tarleton,
la seconda a Simcoe. L'una e l'altra ebbero felice fine. Arrivò il
primo, per aver marciato senza resta, e di buono andar di galoppo, sì
improvviso in quella città, che pose le mani addosso a molti deputati, e
s'impadronì di una notabile quantità di fornimenti sì da guerra che da
bocca. Ma quello, che più gli premeva di avere in poter suo, non potè
arrestare, e questi fu Tommaso Jefferson, il quale veduto dalle sue case
venir gli uomini d'armi inglesi, si pose in salvo, non senza però aver
fatto prima sgomberare, con molta fatica e propria e de' suoi, a luoghi
sicuri buona copia d'armi e di munizioni. E se Tarleton si era della
benignità degli altri suoi commilitoni doluto, nissuno potè dolersi
della sua; imperciocchè da rapace ed insolente, rapacissimo ed
insolentissimo diventato, niuna cosa avendo nè santa, nè sicura, le
rapiva e profanava tutte quante. Dall'altro canto Simcoe si era,
camminando più che di passo, approssimato a Steuben. Questi non so per
quale ubbìa, perciocchè avrebbe potuto difendersi agevolmente, ma certo
con precipitoso consiglio si ritirò prestamente. Non potè però fare in
modo, che l'Inglese nol sopraggiungesse, e tagliasse a pezzi una parte
del suo retroguardo. Quando Tarleton e Simcoe furono ritornati al campo,
Cornwallis, camminando in una contrada fertile e ricca, mosse l'esercito
a Richmond, e poco poscia a Williamsburgo, città capitale della
Virginia. I suoi corridori però non potevano più foraggiare e buscar
alla libera; perciocchè La-Fayette congiuntosi con Steuben, e cogli
stanziali pensilvanesi condottigli da Wayne, era diventato sì grosso,
che gl'incalzava vicino, e gli opprimeva, se si sbrancavano. In questo
tempo pervennero a Cornwallis ordini da Clinton, perchè gli mandasse
alla Nuova-Jork una parte delle sue genti, sepperò non avesse allora per
le mani alcuna impresa d'importanza. Aveva Clinton avuto lingua
dell'approssimarsi dei confederati, e dubitava di qualche gran nembo,
che gli venisse scoccare addosso. Perciò temeva della Nuova-Jork,
dell'Isole degli Stati, e Lunga, per difender le quali egli era troppo
debole. Cornwallis, per mandare ad effetto le commissioni del capitano
generale, avviò le sue genti verso le rive del fiume James, per poscia,
varcato che lo avesse, recarsi a Portsmouth, dove avrebbe i richiesti
soldati imbarcato per alla Nuova-Jork. Ma siccome instava ferocemente
alle spalle il marchese de La-Fayette, gli fu mestiero fare un po' di
fermata sulla sinistra riva del fiume, e pigliar ivi un forte luogo,
affine di arrestar l'impeto del marchese, e dar tempo a' suoi,
trasportassero sull'altra riva le armi, le munizioni e le bagaglie. Pose
adunque gli alloggiamenti poco lungi dal fiume in luogo forte, avendo
sulla dritta uno stagno e nel mezzo, e sulla stanca paludi. Intanto la
vanguardia americana guidata da Wayne si era avvicinata. Gl'Inglesi
mandarono avanti spie, perchè facessero credere agli Americani, che già
il grosso delle genti del Re avevano passato il fiume, e che solo
rimaneva sulla sinistra un debole retroguardo consistente nella legione
britannica, ed alcuni fanti. Ossiachè i repubblicani si lasciassero
pigliare a questo tranello, ovvero che si lasciassero troppo trasportare
al valor loro, diedero dentro, ed assalirono con molta furia i reali.
Già gli stanziali della Pensilvania guidati da Wayne avevano passato la
palude, e fieramente incalzavano l'ala sinistra dei reali; e nonostante
che questi fossero assai più numerosi, sostenevano però i primi la
battaglia con molto valore. Ma intanto si erano gl'Inglesi, oltrepassato
lo stagno, spinti contro l'ala sinistra, e, fugatala facilmente,
perciocchè erano milizie, si mostrarono sul fianco sinistro di Wayne.
Nel medesimo tempo, distendendosi sulla sinistra loro oltre la palude,
avevano spuntato il suo fianco destro, e facevano le viste di volerlo
accerchiare da ogni banda. La qual cosa, vedutasi dal marchese, ordinò
tosto a Wayne, si tirasse indietro. Il che fece egli, lasciando però due
bocche da fuoco in poter del nemico. La-Fayette soprastette buona pezza
a Green-springs per raccorre i suoi. Cornwallis se ne tornò a' suoi
alloggiamenti. Non potè perseguitare il nemico, perchè era sopraggiunta
la notte, ed il paese era difficile pei luoghi boscati e paludosi.
L'indomani prima del far del dì ordinò a' suoi cavalli, seguitassero il
marchese, e, noiandolo alla coda, gli facessero tutto quel male, che
potessero. Il che eseguirono con niun altro effetto, che quello
d'intraprendere alcuni de' suoi soldati, ch'erano rimasti indietro.
Forsechè, se Cornwallis avesse spinto il giorno seguente alla battaglia
tutto il suo esercito contro i repubblicani, gli avrebbe condotti ad un
totale sterminio. Ma molto gli stava a cuore il recarsi prestamente a
Portsmouth, per ivi, giusta i comandamenti di Clinton, imbarcar le genti
per alla Nuova-Jork. Varcato con tutte le sue genti il fiume, giunse
Cornwallis a Portsmouth, e fatta una diligente considerazione dei
luoghi, trovò, che a patto nessuno non vi si poteva fare un
alloggiamento, che forte fosse, e tutti quei disegni riempisse, che vi
aveva fatto sopra il generale Clinton. Intanto si adoperava
diligentemente ad imbarcar le genti. Gli pervennero in quel mentre nuove
commissioni da Clinton, che recavano, ritornasse a Williamsburgo,
ritenesse le genti, fortificasse invece di Portsmouth il posto di
Old-point-comfort, perchè avesse in qualunque caso un sicuro ricetto.
Della quale novella risoluzione del capitano generale fu cagione dall'un
canto l'aver ricevuto dall'Europa un rinforzo di tremila Tedeschi,
dall'altro il desiderio, che aveva di aver la via aperta per mezzo della
strada di Hampton e del fiume James verso di quella fertile e popolosa
parte della Virginia, ch'è posta tra i due fiumi James e Jork. Ma fatto
esaminare attentissimamente la positura de' luoghi a Old-point-comfort
si trovò, che anche questo era un luogo impertinente a porvi il campo, e
che non poteva meglio di Portsmouth rispondere a quei fini, che si
sarebbero voluti ottenere. Laonde abbandonossi del tutto il pensiero di
porvi le stanze. Ma siccome per le future operazioni della guerra si
voleva ad ogni modo avere un alloggiamento fermo nella contrada mezzana
tra i due fiumi soprannominati, così Cornwallis, ripassato con tutto il
suo esercito il James, se ne iva a mettere il campo a Jork-town. Non
potè il marchese noiare il nemico, mentre s'imbarcava, perchè gli
Americani, ch'erano nel suo campo, non vollero consentire a correre più
sotto sin verso Portsmouth. Egli è Jork-town un borgo posto sulla destra
riva del fiume Jork rimpetto ad un altro più piccolo chiamato
Glowcester, il qual è fondato sull'opposta riva sopra una punta di
terra, che sporgendo indentro, molto ivi restringe il letto del fiume
assai profondo, e capace di ricevere anche le più grosse navi da guerra.
Scorre a dritta di Jork-town un rivo paludoso; da fronte, sino alla
distanza di un miglio, il paese è largo e piano; oltre di questo
s'incontra un bosco bagnato a stanca dal fiume, a dritta da un rivo.
Oltrepassato il bosco, la campagna è aperta e coltivata. In questo luogo
Cornwallis attendeva con grandissima diligenza a fortificarsi. Il
marchese, il quale dopo il fatto di James-town si era riparato tra i due
fiumi Mattapony e Pamunckey, i quali altro non sono, che i due rami, che
poscia insieme uniti compongono il fiume Jork, udito delle nuove stanze
prese da Cornwallis, passava un'altra volta il Pamunckey, ed iva a porsi
nella contea di New-Kent; non che avesse in animo di assaltar l'Inglese,
perciocchè a ciò fare era troppo debole, ma per tenerlo a bada, ed
impedirgli l'andare in busca, ed il foraggiare. In tal modo de
La-Fayette, al quale Washington aveva commesso la cura di difendere la
Virginia, con mirabile industria volteggiandosi e tenne a bada
Cornwallis, e lo combattè virilmente, e finalmente lo condusse in luogo,
dove potesse trovar accesso il poderoso navilio di Francia, che fra
breve si aspettava.
Ma se sin qui si era la guerra di Virginia travagliata con varj, ma
deboli accidenti, ora però quel disegno, il quale doveva con un gran
fatto por fine a tutta l'americana guerra, diventava ogni dì, ed ogni
ora più vicino al suo adempimento. Erano i Capi della lega in America
informati, che il conte di Grasse colla sua armata, e con un rinforzo di
genti da terra era prossimo ad arrivare, e non s'indugiarono a far tutti
quei preparamenti, che necessarj credettero al poter trar profitto della
prepotente forza, ch'erano per acquistare sì per terra, che per mare. Si
abboccarono a questo effetto a Wither-field Washington e Rochambeau, al
quale abboccamento doveva, secondo l'ordine preso, trovarsi anche
presente il conte di Barras, che governava il navilio francese sorto a
Nuovo-Porto nell'Isola di Rodi; ma quest'ultimo per alcune sue altre
bisogne non potè intervenire. Si accordarono i due capitani di far
l'impresa della Nuova-Jork, e rituffando quel presidio nel mare tor del
tutto agl'Inglesi quel principal nido, che di tanta utilità era stato
loro cagione in tutto il corso della guerra, ed era tuttavia. Le mosse,
che poscia fecero, furono tutte consentanee a questa deliberazione, e sì
appropriate, che, allorquando fosse giunto in quelle spiagge
l'ammiraglio francese, si potesse subito por mano all'assedio della
città. Ne entrò Clinton in tanto sospetto, che per questa sola cagione
aveva, siccome si è detto, voluto rivocare una parte delle genti di
Cornwallis, primachè avesse ricevuto quell'aiuto di Tedeschi. Sperava
Washington di poter condur a buon fine l'impresa della Nuova-Jork,
perchè era confidentissimo, che gli Stati, massime i settentrionali,
soddisfatto avrebbero pienamente alle richieste, che loro erano state
fatte, di fornir ciascuno un determinato numero di soldati. Ma sebbene
avessero in parte adempiuti i desiderj del capitano generale, non
avevano però mandato al campo tutte quelle genti, che avrebbero dovuto
mandare, in guisa ch'egli, che aveva sperato di aver in questo gran
bisogno un esercito di dodici in quindicimila soldati del paese, non si
trovò ad aver altro, che quattro, o cinquemila stanziali, ed altrettanti
soldati di milizia, od in quel torno. La fazione poi della Nuova-Jork
doveva riuscire assai difficile, avendovi dentro Clinton un forte
presidio di più di diecimila soldati; e non si poteva ragionevolmente
credere di poterla fornire con sì poca gente. Oltreacciò aveva de Grasse
fatto intendere, che stante gli ordini del suo Re, e gli accordi da lui
fatti cogli Spagnuoli nelle Antille, non avrebbe potuto sulle coste
dell'America rimanere oltre la metà di ottobre; e certamente sì breve
intervallo di tempo non avrebbe bastato ad operare la conquista della
Nuova-Jork. Finalmente si conosceva la ripugnanza, che gli uffiziali di
mare, specialmente francesi, avevano a superar lo scanno per entrar nel
porto di questa città. Tutti questi pensieri turbarono la deliberazione
di Washington di assaltar la Nuova-Jork; e considerato, che sebbene a
questa impresa per la pochezza delle sue genti non fosse capace, poteva
però facilmente, e con molta speranza di prospero successo recarsi
contro Cornwallis nella Virginia, a quest'ultimo partito si appigliò. Ma
però siccome colle mosse già fatte aveva fatto nascere nella mente di
Clinton il sospetto, ch'ei volesse recarsi contro la Nuova-Jork, così,
malgrado che avesse volto l'animo ad un'altra impresa, volle continuare
a nudrir in quello con altre, e più vive dimostrazioni il sospetto
medesimo, e ciò a fine, che il capitano inglese non potesse apporsi, e
penetrar nel suo segreto. Per la qual cosa, per condurlo più
coloratamente nella trappola, scrisse lettere a parecchj de' suoi
capitani, od agli uffiziali civili, nelle quali ei palesava il suo
disegno di voler correre contro la Nuova-Jork, e poi artatamente le ebbe
mandate per quelle vie, dove sapeva, che sarebbero dal nemico
intraprese. La cosa allignava, e Clinton entrava ogni dì più in gelosia
per quella sua città principale, e vi moltiplicava dentro le difese. Nel
medesimo tempo era partito dall'Isola di Rodi il conte di Rochambeau con
cinquemila Francesi, è già era giunto vicino al fiume del Nort. Si
levava Washington dal suo campo di New-Windsor, ed andava ad incontrarlo
sulla sinistra riva. Accozzatisi insieme ivano i confederati a campo a
Philisburgo, come se correr volessero a Kingsbridge, ed entrar
nell'isola stessa della Nuova-Jork. Vennero poscia a porsi
effettualmente a Kingsbridge, ed andavano bezzicando i posti britannici
or qua, or là tutto all'intorno dell'isola medesima. Nè contenti a
questo gli uffiziali dei due eserciti accompagnati dagl'ingegneri
andavano continuamente sopravvedendo dai due lati l'isola, raggiustando
carte dei luoghi particolari, e formando piante di diversi posti, e
perfino delle fortificazioni stesse, alle quali si accostarono a tiro
d'artiglieria. Diedero anche voce, che fosse tosto per arrivar al
Sandy-hook il conte di Grasse, e per far parere la cosa più verosimile,
si erano i Francesi recati verso il Sandy-hook, e verso le coste
prospettanti l'Isola degli Stati, come se avessero disegno di aiutar
l'armata di Grasse a varcar quel passo, e ad entrar nel porto della
Nuova-Jork. Tanto abbondarono con questi tranelli, che piantarono
perfino una batteria alle bocche del fiume Rariton all'indentro del
Sandy-hook. Raccolti tutti questi andari degli alleati, fece Clinton
avviso, che volessero far impeto contro la Nuova-Jork, ed aspettava un
vicinissimo assalto. Ma già era vicino il tempo, che doveva schiarire
questa posta, e quella benda, che con tant'arte era stata avvolta
intorno agli occhi del capitano britannico, pronta a sciorsi, ed a
cadere. Quando ebbe Washington i certi avvisi, che il conte di Grasse
non era più lontano dal Chesapeack, alle bocche del qual golfo ei
sapeva, che questi aveva rivolto il cammino, passava improvvisamente il
fiume Crotone, poscia quello del Nort, e traversata a gran passi la
Cesarea, iva ad accamparsi a Trenton sopra la Delawara. Diè però voce, e
fe' certe finte, che diedero a credere a Clinton, che questo motivo
aveva fatto soltanto per trarlo dalla Nuova-Jork, e combatterlo con
forze prepotenti alla campagna. Clinton, credendosi d'ingannar
l'ingannatore, non uscì. Finalmente avendo il capitano della lega
inteso, già essere le prue francesi vicine ad afferrare le americane
spiagge, varcata con grandissima celerità la Delawara, ed una parte
della Pensilvania, comparì improvvisamente a capo d'Elk, che è la testa
del golfo Chesapeack. Un'ora dopo, e ciò se non fu destino espresso del
cielo, fu certamente un maraviglioso appuntamento di bene ordita e
concertatissima impresa, arrivò a piene vele alle bocche del golfo il dì
28 agosto il conte di Grasse con venticinque navi di allo bordo; e non
sì tosto arrivato pose mano ad eseguire quella parte del disegno, che
gli era stata commessa. Bloccava le bocche dei due fiumi James e Jork
colle sue navi armate; questo per tagliare ogni corrispondenza per la
via del mare a Cornwallis colla Nuova-Jork, quello per aprirne una al
marchese de La-Fayette, il quale già si era recato agli alloggiamenti di
Williamsburgo. A questo ultimo fine dubitando i confederati, che lord
Cornwallis, accortosi di quell'agguato, che gli si andava tendendo tutto
all'intorno, non corresse contro il marchese, ed oppressolo colla
prepotente forza che aveva, non si salvasse verso le Caroline, per non
corrompere la opportunità con la tardità, posti in sui legni minori da
tremila soldati, molto buona e forbita gente, sotto la condotta del
marchese di San Simone, fecero loro salire il fiume James, sicchè tosto
si congiunsero coi soldati di La-Fayette. Così tutte le genti furono
ridotte insieme a Williamsburgo. Ma siccome gl'Inglesi avevano molto
fortificato Jork-town, e tuttavia lo fortificavano, così a volersene
impadronire era necessaria una regolare oppugnazione, e perciò
abbisognavasi di molte grosse artiglierie. Per questo era partito tre
giorni prima dell'arrivo del conte di Grasse al Chesapeack dall'Isola di
Rodi il conte di Barras con quattro navi di alto bordo, ed alcune altre
minori, colle quali aveva levato tutti gli stromenti più necessarj
all'oppugnazione delle piazze. E siccome non gli era nascoso, che
gl'Inglesi stavano con una gagliarda armata nel porto della Nuova-Jork,
così per non correr pericolo di esser intrapreso, il che avrebbe rotti
tutti i disegni, e guaste tutte le speranze, si era molto allargato
nell'alto mare, e segando le acque delle isole Bahame aveva il corso del
suo viaggio dirizzato verso il Chesapeack. Intanto era arrivato alle
bocche di questo golfo lo stesso giorno dei 25 agosto colle sue
quattordici navi l'ammiraglio Hood, e non avendovi trovato, fuori
dell'aspettazione sua, l'ammiraglio Graves, gli mandò tosto per una
veloce fregata annunziando il suo arrivo, e senza por tempo in mezzo
andò a congiungersi con lui con tutta la sua flotta nel porto di
Sandy-hook il giorno vent'otto. Non aveva Graves, siccome da noi fu
accennato, nissun avviso ricevuto del futuro arrivo di Hood, ed oltre di
ciò erano state le navi sue con grave danno travagliate dai tristissimi
tempi durante la crociata nelle acque di Boston, e perciò non erano a
modo niuno pronte ad uscire. Nondimeno avendo egli, il quale come
anziano si era recato in mano il governo di tutta l'armata, avuto
tempestiva notizia della partenza del conte di Barras dall'Isola di
Rodi, aveva con tanta sollecitudine fatto lavorare al risarcimento delle
navi, che si trovò apparecchiato a salpare l'ultimo dì d'agosto. Uscì
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