Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 4 - 13

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nel conflitto. Si dolevano, che Rodney invece di pigliar questo
consiglio, il quale, secondo che avvisavano era il solo che buono fosse
a seguitarsi in quella occorrenza, abbia, recandosi in Inghilterra con
parecchie delle più grosse navi, ed abbandonato il campo di battaglia,
ed infievolito l'armata già non troppo gagliarda ad un tanto bisogno.
Aggiungevano, che fu grand'errore il suo, di aver l'armata medesima in
parecchie piccole squadre spartita, lasciando alcune navi nelle isole di
sottovento, dove i Francesi non ne avevano lasciato nissuna, mandandone
altre tre alla Giamaica, che niuno allora aveva in animo di assaltare,
ed inviando finalmente Samuele Hood con una ineguale ed insufficiente
forza in America. Da ciò concludevano, esser ben da maravigliare, che
mentre i nemici tutte le forze loro in un solo luogo adunavano,
l'ammiraglio inglese le sue spartisse in diversi. Quali effetti ne siano
nati, dicevano, da questa deliberazione, averlo poscia veduto il mondo,
rammaricarsene con incessabili lagrime l'Inghilterra. Da un altro canto
redarguivano coloro, che la sentenza di Rodney mantenevano, che
l'essersi egli recato in Inghilterra era stato, rispetto alla sua
sanità, piuttosto necessità che elezione; che le navi, le quali aveva
condotte seco, erano sì fattamente malconce, che non si sarebbero potute
riparar in quei porti; che siccome de Grasse aveva sotto la sua tutela
una numerosa e ricca conserva, così si doveva credere, che non l'avrebbe
avviata sola e senza convoglio alla volta dell'Europa; la qual cosa se
avesse, come ragion voleva, fatto, ne sarebbe stato il numero delle sue
navi da guerra scemato; che quando anche nissuna stima si volesse fare
delle cose sin qui dette, la forza che condusse seco in America Samuele
Hood, se congiunta si fosse con quella di Graves, sarebbe stata
bastevolissima ad affrontare tutta l'armata dell'ammiraglio francese; ma
che bene aveva errato l'ammiraglio Graves, il quale invece di tener
raccolta ed intiera la sua flotta nel porto della Nuova-Jork se n'era
ito inutilmente aggirando nell'acque di Boston sino a tanto che
sopravvenuti essendo i tempi fortunali, ne furono le navi sue rotte e
fracassate; il che fu causa, che anche dopo l'arrivo dell'Hood alla
Nuova-Jork si trovarono le forze inglesi inferiori alle francesi; che se
Graves non ebbe nissun tempestivo avviso dell'arrivo del conte di Grasse
e di quello dell'ammiraglio Hood, ciò alla malvagia fortuna, e non a
colpa di Rodney doversi riputare, il quale non tralasciò di spacciar
verso l'America saettìe a recar le novelle, le quali furono nel viaggio
loro dal nemico intraprese; che in fine non si poteva il capitano
generale biasimare dell'aver mandato Samuele Hood in America, piuttosto
che l'esservi andato egli stesso; perciocchè fosse Hood un uomo il quale
nella scienza delle cose navali molti avanzava, a nissuno cedeva. Noi
non saremo per definire quale delle due parti s'accostasse alla ragione.
Imperciocchè negli accidenti della guerra, se non si dee giudicar dagli
eventi, non si dee nemmeno pretermettere la considerazione delle cause;
e certo è bene, che dalla presente risoluzione di Rodney dipendettero
tutte le future cose nella terra-ferma americana, la fortuna
dell'America stessa e quella vicinamente di tutta la guerra.
Narrati gli accidenti, che nel presente anno intervennero tanto in
Europa, quanto nelle isole delle Indie occidentali, ci conviene ora
raccontar quelli, che accaddero sul continente d'America, dove
principalmente si contendeva della somma delle cose, e si doveva con
tutte le forze sì da terra, che da mare definire, a quale delle due
parti dovesse rimanere la finale vittoria. Negli altri luoghi si
combatteva per gli accidenti della presente guerra, e della futura pace;
ma là si quistionava di tutta la fortuna, e per così dire della sostanza
stessa dell'una e dell'altra. Ma priachè ci facciamo a descrivere i
successi dell'armi, necessario è, che favelliamo di quelle cose, le
quali sebbene non siano altrettanto come quelli, appariscenti e
gloriose, sono però ai medesimi il principale, ed il più sodo
fondamento. Queste sono quelle, che appartengono al reggimento interno
dello Stato. Era la condizione degli Stati Uniti sul principiar del
presente anno non che prosperevole, calamitosissima, e dava maggiori
motivi di timore, che di speranza. Quantunque gli sforzi fatti dagli
Americani nel varcato anno, ed il nuovo ardire nato nei medesimi per
cagione dei disastri delle Caroline avessero alcuni buoni effetti
operato, tuttavia essendo essi fondati solamente sulla fugace ardenza
dei particolari uomini, e non su d'alcun buon ordine pubblico, ne
nacque, che incominciarono tosto ad andare in declinazione, sicchè non
s'indugiò molto a ritornare in eguali, e forse in maggiori angustie di
prima. L'erario pubblico era voto, o pieno soltanto di biglietti di
credito, che più non avevano nissun valore. Le provvisioni per
l'esercito non si facevano, o si facevano per forza con dar all'incontro
polizze del ricevuto, le quali perduto avevano ogni sorta di
riputazione. Quindi era, che e le derrate si nascondevano, ed i popoli
si disgustavano. Quando poi si era riuscito a ragranellare qualche poca
provvisione, questa non si poteva a luoghi comodi trasportare, perchè
non si aveva denaro per pagar le some ai vetturali; ed in alcuni paesi,
dove si aveva voluto far forza, ne erano nate cattive parole, e peggiori
fatti. Non si avevano magazzini in pronto; ma bene soltanto qualche
riposte qua e là, nelle quali spesso nè vettovaglie, nè vestimenta di
sorta alcuna si ritrovavano. Le armerie stesse mancavano d'armi. I
soldati laceri, nudi, privi di ogni bene vivente, invano chiedevano
aiuto a quella patria, che difendevano. Gli antichi disertavano, i nuovi
non volevano andar all'esercito; e sebbene il congresso avesse
decretato, che il primo gennaio vi dovessero essere trentasettemila
uomini in armi, appena che la ottava parte fossero arrivati sotto
l'insegne nel mese di maggio. Brevemente e' pareva, che l'America
venisse meno al suo più gran bisogno, e volesse tornar indietro,
allorquando già più era vicina ad arrivar alla meta. Ognuno credeva che
non sarebbero stati gli Americani capaci ad esercitar la guerra
difensiva, non che far la offensiva; ed invece di cooperare coi Francesi
nel cacciar via da quelle terre i soldati del Re Giorgio, si temeva che
non bastassero a far di modo, che questi non cacciassero quelli. Tanto
era il cambiamento di fortuna prodotto dalla povertà dell'erario, e
dalla mancanza di quegli ordini pubblici, che sarebbero stati necessarj
per fornirlo. Queste cose non isfuggivano la mente dei Capi americani, e
facevano ben essi ogni sforzo per rimediarvi. Ma di ciò avevano meglio
la volontà, che il potere. Il solo mezzo, che avesse il congresso per
soddisfare ai bisogni dello Stato erano o le nuove gittate di biglietti
di credito, o le gravezze da porsi sui popoli. Ma quelli avevano perduto
ogni sorta di valore, ed il congresso medesimo tratto da una inevitabile
necessità aveva richiesto gli Stati, acciocchè le leggi rivocassero da
essi fatte, le quali avevano prescritto, che i biglietti dovessero
servire e riceversi in luogo di moneta effettiva nei pagamenti. Inoltre
aveva ordinato che nei contratti che in nome dello Stato si andavano
facendo per le provvisioni dei soldati, si stipulasse il prezzo
specificamente in moneta. Il ch'era l'istesso che stabilire, che lo
Stato medesimo non riconosceva più i biglietti come moneta, e che questi
non solo non avevano più, ma ancora non potevano più avere nissun
valore. Il congresso poi non aveva la facoltà di por tasse, la quale
risiedeva tuttavia nei particolari Stati. Ma questi andavano molto più a
rilento, che non sarebbe stato il bisogno, nel porne; della quale
freddezza molte erano le cagioni. I reggitori degli Stati particolari
erano per lo più uomini popolari, i quali temevano di venire in
disgrazia dell'universale, se prestanziato avessero i popoli in un paese
massimamente, in cui per quella, non so se mi debba dire fausta od
infausta, utile o perniziosa agevolezza di gittar biglietti per
sopperire ai pubblici bisogni, erano usi a pagar nissuna tassa, o poche.
Inoltre, quantunque i biglietti del congresso fossero mancati, gli Stati
particolari però ne avevano dei loro, i quali, comechè non di sì gran
posta scapitassero quanto i primi, erano peraltro andati soggetti a non
leggier disavanzo; e ripugnavano i reggitori al por tasse in moneta
perchè credevano, e non senza ragione, che ciò gli avrebbe fatti
disavanzare di vantaggio. Nè si dee passar sotto silenzio, che, siccome
nissuna testa di reggimento vi era, la quale definisse, qual fosse la
rata di tassa, che secondo le abilità singolari dovesse a ciascuno Stato
spettare, così gli uni per gelosia degli altri si peritavano alle tasse
per paura di gravar sè stessi più degli altri. Tanto erano quei popoli
sospettosi e restii, quando si doveva venire al toccar dei cofani. Così
mentre gli uni stavano osservando gli altri, e nissuno incominciava, non
si forniva il nervo dell'entrate pubbliche allo Stato, e la repubblica
si disfaceva. Nè alcuna speranza si poteva avere, che gli Stati mossi da
tanta necessità fossero per investir il congresso dell'autorità di por
le tasse, sia perchè gli uomini non si spogliano volentieri
dell'autorità che hanno, sia perchè in quelle opinioni intorno la
libertà, che avevano gli Americani, stavano in sospetto che il congresso
potesse abusare. Finalmente egli è da far considerazione, che a quel
tempo molto confidavano gli Americani al poter ottenere soccorsi di
denaro esterni, massime da parte della Francia, e si erano dati a
credere, che solo, che un ministro del congresso si appresentasse a
domandar denaro presso alcuna Corte d'Europa, tosto ne otterrebbe quella
quantità che vorrebbe egli stesso, come se i forestieri avessero dovuto
esser più teneri degli Americani della prosperità e degl'interessi
dell'America. In cotal modo si era la fonte della pecunia pubblica, che
dai biglietti di credito derivava, seccata, e quella delle tasse non si
apriva. Si debbe ancora avvertire, che quand'anche le tasse si fossero
stabilite e sino a quell'estremo punto che si sarebbero potute
sopportare, era evidente, che quello che gittassero, non avrebbe potuto
a gran pezza supplire alla voragine della guerra, e per conseguente la
spesa avrebbe sempre vinto l'entrata. Conciossiachè si era quella
nutrita con tanta spesa, che vi si erano consumati dentro venti milioni
di dollari all'anno, e le più gravi tasse che si sarebbero potute porre
in quelle occorrenze degli Stati Uniti, non avrebbero potuto
fruttificare più di otto milioni di dollari. E sebbene si potesse
sperare, che con un buon maneggio del denaro pubblico l'enorme costo
della guerra si potesse diminuire, non è però, che non avesse il
medesimo sempre di gran lunga la rendita avanzato. Considerate tutte
queste cose, aveva il congresso molto per tempo commesso al Dottor
Franklin, che quelle maggior'istanze che potesse, facesse presso il
signor di Vergennes, per mano del quale passava allora principalmente
tutto il governo delle cose d'America, per ottener dalla Francia un
accatto di alcuni milioni di tornesi per far le spese della guerra. Gli
comandò ancora, ponesse ogn'industria per impetrar dal Re Cristianissimo
la facoltà di far un altro accatto a favor degli Stati Uniti presso gli
uomini pecuniosi di Francia e che fossero all'America affezionati. Le
medesime instruzioni mandò a Giovanni Adams e Giovanni Jay, il primo
ministro plenipotenziario degli Stati Uniti presso le Province Unite
d'Olanda, il secondo presso la Corte di Spagna, e ciò al fine stesso di
ottener da questi due Stati un conveniente accatto. Esponessero alla
Spagna, che sarebbero sul voler rinunziare (tanto erano spiritati a
questi tempi gli Americani) alla navigazione del Mississipì, ed all'aver
un porto su di questo fiume; all'Olanda, che le avrebbero procurato
vantaggi commerciali d'importanza; alla Francia, che senza di questo
aiuto di pecunia ne sarebbe la impresa loro spacciata; a tutti, che
l'America era di tal risponsivo, che nissun dubbio si poteva avere
intorno all'essere al convenuto termine rimborsati. Siccome poi la cosa
era di tanto momento, così non contenti all'aver queste nuove
commissioni inviate ai ministri loro, mandarono ancora in Francia il
colonnello Laurens, acciò presenzialmente i ministri francesi
confortasse al medesimo cammino, e l'accatto sollecitasse. La Spagna non
si lasciò piegare; perchè Jay non volle quella rinunziazione offerire;
l'Olanda nemmeno, perchè dubitava del risponsivo di quel nuovo Stato. La
Francia sola, la quale vedeva benissimo che l'aiutar la vittoria degli
Stati Uniti, e mantenergli in vita era un esser pagata meglio, che di
pecunia, concesse sei milioni di tornesi, non però come prestito, ma
come dono, e non senza qualche mal motto sulla freddezza degli Stati nel
fornire ai loro bisogni, allegando, che quando si vogliono compire
onorate imprese, non bisogna essere tanto rispettivi allo spendere.
Aggiunse molte protestazioni delle angustie proprie per far parere
migliore la cosa. Ma essendo questa somma troppo inferiore ai bisogni,
consentì la Francia ad entrare mallevadrice in Olanda per un accatto di
dieci milioni tornesi da farvisi dagli Stati Uniti d'America. E siccome
malgrado della mallevadoria l'accatto si forniva lentamente, così il Re
Cristianissimo fu contento ad anticiparne il sommato, cavandolo dal
proprio erario. Rispetto poi all'accatto da farsi presso i privati
uomini della Francia, non volle il Re acconsentire. In tal modo vennero
gli Americani ad ottenere dalla Francia un sussidio di sedici milioni di
tornesi, dei quali però una parte già era stata consumata nel pagamento
delle precedenti tratte del congresso sopra il Dottor Franklin pei
bisogni anteriori dello Stato mandate. Il rimanente o fu imbarcato in
altrettanta moneta per essere in America trasportato, o convertito dal
colonnello Laurens in valore di vestimenta, d'armi e di munizioni da
guerra in servigio degli Stati Uniti. L'intenzione del donatore de' sei
milioni era, che siccome il dono era destinato all'uso dell'esercito
d'America, così fosse o tenuto in serbanza all'ordine, o rimesso nelle
mani del generale Washington, acciocchè non venisse in quelle d'altri
maestrati, i quali, siccome dubitava, si sarebbero per avventura creduti
in necessità di divertirlo in altri usi dello Stato. Questa condizione
non solo non piacque, ma dispiacque molto al congresso; perciocchè si
pensò, che in tal modo i suoi soldati sarebbero, come se fosse,
diventati pensionati dalla Francia, e temette, che molto ne rimettessero
della dependenza loro verso di sè stesso. Perciò ordinò, che i
fornimenti compri con parte della donata pecunia, quando in America
arrivassero, fossero consegnati al maestrato sopra la guerra, e che in
ordine alla pecunia effettiva, foss'ella posta in mano del camerlingo,
il quale se ne desse carico e la spendesse poscia, secondochè gli
sarebbe dal congresso comandato in servigio dello Stato.
Fu questo soccorso della Francia opportunissimo agli Stati Uniti; e se
ne accrebbero grandemente gli obblighi della repubblica verso quella
Corona. Ma prima che i negoziati, che tendevano ad ottenerlo, fossero al
termine loro condotti, o che il denaro e le provvisioni arrivassero, era
stato richiesto un lungo tratto di tempo, sicchè riuscivano al presente
bisogno dell'America di tardo rimedio. Nè il sussidio stesso era
bastevole a soddisfare a tante necessità. Nè quando il fosse stato, si
poteva credere che fosse per bastare effettivamente, quando non si
riformassero gli ordini relativi allo spendere la pecunia pubblica.
Imperciocchè se povera era l'entrata, nissuno non dubiti, che maggiore
prodigalità non vi fosse nell'uscita. Le quali cose molto bene
considerate dal congresso, pensò di strigarsi finalmente da questo nodo,
che tanto lo aveva tenuto impacciato fin dal principio della
rivoluzione; e si risolvette ad introdurre una buona economia nella
Camera del Comune. A questo fine il giorno 20 di febbraio trasse a
camerlingo Roberto Morris, uno dei deputati dello Stato di Pensilvania
al congresso, uomo di grandissimo credito, sapere e pratica nelle
faccende mercantili, di larghe facoltà dotato, di costumi integerrimi e
nella impresa del nuovo Stato zelantissimo. Gli diè facoltà di
sopravvedere e soprantendere l'entrata e l'uscita pubblica, investigare
il debito dello Stato, immaginare e proporre nuovi ordini di pubblica
amministrazione. Se grave fu il carico imposto al Morris, non fu minore
l'ingegno e la fedeltà co' quali ei lo sostenne. Non tardò egli ad
introdurre la regolarità, dov'era il disordine, la buona fede, dov'era
l'inganno; e siccome la principale e più utile prerogativa di un
amministratore si è la esattezza nell'adempimento delle obbligazioni,
così in questo fu puntualissimo. Dal che ne procedette, che là, dov'era
una sfidanza universale, nacque appoco appoco una universale fidanza.
Una delle prime operazioni del camerlingo si fu di appresentare al
congresso un modello di un Banco nazionale per tutti gli Stati Uniti
d'America. Avesse il Banco un capitale di quattrocentomila dollari
diviso in altrettanti luoghi di quattrocento dollari ciascuno in monete
d'oro e d'argento da procacciarsi per mezzo delle soscrizioni; che
questo capitale potesse al bisogno, e giusta certe restrizioni e
limitazioni, essere accresciuto pure per mezzo delle soscrizioni;
fosservi dodici direttori del Banco; fosse questo riconosciuto dal
congresso sotto il nome del presidente, direttori e Compagnia del Banco
dell'America Settentrionale; il camerlingo avesse la facoltà di
sopravvedere tutte le operazioni del Banco. Questi erano gli ordini ed i
principali lineamenti della instituzione. L'uso poi si era questo, che
le scritte del Banco pagabili a richiesta, dichiarate fossero moneta
legale pel pagamento di tutte le imposizioni e tasse in ciascuno degli
Stati Uniti, e si ricevessero altresì nelle casse del pubblico erario,
come se oro, od argento fossero. Diè il congresso con solenne decreto
pubblico ratificamento all'ordinazione. Nè si penò molto a trovare i
soscrittori, e tutte le poste furono in breve tempo riempite. Riuscì il
Banco di grandissima utilità agli Stati. Perciocchè per mezzo delle sue
scritte ne fu abilitato il camerlingo ad anticipare i proventi delle
imposizioni. Nè contento allo aver per mezzo del Banco fatto servir i
capitali, ed il credito dei particolari soscrittori a sostegno del
credito pubblico, volle lo stesso effetto operare coll'autorità del suo
proprio credito e nome. Perciò gettò nel pubblico una non leggier somma
di obbligazioni sottoscritte di sua mano, e pagabili a differenti tempi
coi sussidj forestieri, o colle rendite interne degli Stati Uniti. E
quantunque col tempo queste sue obbligazioni abbiano sommato a meglio di
cinquecento ottant'un migliaio di dollari, ciò non di manco non è stato
mai, che scemassero di riputazione, se non forse un poco negli ultimi
tempi. Tanta era la confidenza, che avevano i popoli nella fede, e nella
puntualità del camerlingo. Così nell'istesso tempo, in cui il credito
dello Stato era presso che spento, e che le carte di lui poco o nulla
valevano, quello di un solo uomo era fermo, ed universale. Gli effetti
prodotti a vantaggio degli Stati Uniti da queste obbligazioni del
camerlingo pel mezzo, ch'elleno somministrarono, di poter usar
anticipatamente le imposizioni ad un tempo, in cui quest'anticipazione
era non che necessaria, indispensabile, furono inestimabili. Per esse ne
fu fatto abilità ai maestrati di far le provvisioni per l'esercito non
più per mezzo delle tolte, ma sibbene per contratti regolari. La qual
cosa fu d'infinito benefizio cagione e pel risparmio che si ottenne, e
per la esattezza dei fornimenti medesimi, e per la contentezza dei
popoli, i quali a quelle richieste forzate fieramente si corrucciavano.
E sebbene questo usare per anticipamento i proventi delle imposizioni
non sia esempio buono ad imitarsi, nè senza pericolo, tanta però fu la
prudenza di Morris in questo maneggio, e sì grandi l'ordine e l'economia
da lui introdotti in tutte le parti dell'uscita del denaro pubblico, che
non ne risultò danno di sorta alcuna. Ma un fondamento era necessario a
tutte queste nuove ordinazioni del camerlingo, e quest'erano le tasse.
Per la qual cosa il congresso decretò, si richiedessero gli Stati a
fornire per via d'imposizione all'erario otto milioni di dollari, e nel
medesimo tempo determinò, quale dovesse essere in questa somma la rata
di ciascuno Stato. Tal era la necessità delle occorrenze della
repubblica e tale la confidenza, che nel camerlingo aveva ognuno
collocata, che gli Stati a questo nuovo decreto del congresso volentieri
si accomodarono; e con ciò si pose un rimedio efficace alla strettezza
dell'erario. Nè qui si ristettero le cose fatte dal Morris in benefizio
degli Stati. La provincia della Pensilvania era quella dalla quale,
siccome frumentosa, si cavavano principalmente le somministrazioni delle
farine ad uso degli eserciti. Queste somministrazioni per mancanza della
moneta procedevano, sull'entrar del presente anno, molto lentamente. Ma
non così tosto Morris fu creato camerlingo, che prima col suo credito
privato procurò le incette delle farine pei soldati, poscia si offerì,
ed ottenne di soddisfar esso stesso alle richieste da farsi di tali
derrate alla Pensilvania durante tutto il presente anno, solo che gli
fosse concesso il rimborsarsi sul provento della rata del sovrannominato
balzello, che a quella provincia era toccata, la quale sommava a meglio
di un milione e centoventi migliaia di dollari. Così per opera del
camerlingo furono ristorati il credito e l'erario pubblico, e questo da
una estrema votezza ad una sufficiente pienezza condotto. Per lui stette
principalmente, che gli eserciti dell'America non si disbandassero, e
che il congresso, invece di cedere ad una inevitabile necessità, abbia
nel presente anno potuto non solo con vigore, ma ancora con prosperità
di fortuna la guerra offensiva esercitare. Certamente dovettero, e
debbono gli Americani altrettanto saper il buon grado e restare
obbligati alle camerali ordinazioni di Roberto Morris, quanto ai
negoziati di Beniamino Franklin, ed alle armi di Giorgio Washington.
Prima però che questi nuovi e salutevoli ordini avessero corroborato lo
Stato, ed in sul bell'entrar dall'anno era succeduto un caso, il quale
aveva fatto temere di prossima rovina tutta l'America; e se non fu la
prima causa, fu certamente il più possente sprone, perchè gli ordini
medesimi si facessero. Erano a questo tempo, siccome abbiam notato, i
soldati privi di ogni cosa non solo al militare, ma ancora al vivere
necessaria; il che gli faceva stare molto di mala voglia. A queste
cagioni di scontentezza se ne venne a congiungere per gli stanziali
della Pensilvania un'altra speciale, e questa fu, che siccome avevano
preso le ferme o per tre anni, o per tutto il tempo della guerra, così
per l'ambiguità dei termini delle condotte loro si credettero sul finir
di quei tre anni essere sciolti ed aver la facoltà di ritornarsene alle
case loro, mentre dal canto suo lo Stato pretendeva che militar
dovessero sino al fine della guerra. Queste due cause operando insieme
nelle menti loro fecero di modo, che la notte del primo gennaio
tumultuarono di mala sorte e si ammotinarono dicendo, che volevano
armata mano ire alla sede del congresso, e quivi ottenere ai torti, che
sofferivano, ammenda e ristoramento. Erano nel torno di quindici
centinaia di soldati. Fecero gli uffiziali ad ogni poter loro per sedar
il tumulto ma tutto fu in vano, e nel contrasto che ne seguì, alcuni fra
gli ammotinati da una parte, ed un uffiziale dall'altra, vi perdettero
la vita. Si presentò il generale Wayne, uomo pel valor suo di grande
autorità presso i soldati, ed avendo alzato la pistola contro i
sediziosi, gli fu detto, badasse bene a quello che si facesse, che ne
sarebbe anch'egli tagliato a pezzi; e già gli avevano posto le baionette
al petto. Quindi, fatto massa delle artiglierie, delle bagaglie e del
carreggio, che alla schiera loro appartenevano, si avviarono in bella
ordinanza verso Middlebrook. La notte ponevano gli alloggiamenti con
trincee e ripari molto cautamente, come se fossero in paese nemico.
Avevano eletto a capo dell'impresa un certo Williams, disertore inglese,
e gli avevano dato per arroti, con chi potesse consultare, tutti i
sergenti delle compagnie. Da Middlebrook procedettero a Princetown, e vi
si accamparono. Uffiziali non vollero in mezzo di loro, e già cacciato
avevano da Princetown il marchese de La-Fayette, il generale
Saint-Clair, ed il colonnello Laurens, che vi erano venuti per quietar
gli strepiti. Intesasi la cosa in Filadelfia, e parendo ai Capi della
lega di quella importanza ch'ella era, si mandarono delegati, tra i
quali i generali Reed e Sullivan, per iscoprire a che termine dovesse
arrivare quel moto, e coll'autorità loro porvi, se possibil fosse,
rimedio. Arrivati nelle vicinanze di Princetown mandaron dicendo agli
ammotinati, che cosa volesse dir questo, e che si volessero. Risposero,
che questo voleva dire, che non s'intendevano di star più oltre alle
baje, ed alle promesse che loro si facevano; che pretendevano, che tutti
coloro i quali avevano militato lo spazio di tre anni, avessero congedo;
che sia quelli che se n'andassero, sia quelli che rimanessero, avessero
ad avere immediatamente tutte le paghe decorse e tutte le vestimenta,
che avrebbero dovuto avere sino a quel dì; che fossero loro pagati i
residui dei caposoldi; e che finalmente volevano per l'avvenire, senza
lasciare scattar pure un giorno, essere pagati tutti appuntatamente.
Intanto era la nuova dell'ammotinamento nella Nuova-Jork a Clinton
pervenuta, il quale tosto deliberò di giovarsi della occasione. Mandò al
campo de' sollevati tre uomini a posta, tutti e tre leali americani,
perchè in nome suo proferissero loro le seguenti condizioni; sarebbero
ricevuti sotto la protezione del governo inglese; sarebbero loro
perdonate tutte le passate offese; sarebbero fedelmente di tutte le
paghe soddisfatti dovute loro dal congresso senza niuna obbligazione di
militar sotto le insegne del Re, quantunque volentieri si sarebbero
accettate le buone voglie; che solo si esigeva, ponessero giù le armi,
ed alla leanza loro ritornassero; mandassero deputati in Ambuosa per
praticare, ed accordar con coloro, che là sarebbero venuti da parte di
Clinton. Gli agenti poi di questi, oltre le narrate condizioni, andavano
mettendo male biette, con vivi colori dipingendo il ben essere dei
soldati del Re, le miserie loro proprie, l'ingratitudine del congresso.
Ma Clinton non contento a questo, per dare di luogo vicino favore agli
ammotinati, e facilità al venire, quando il volessero, a congiungersi
con esso lui, era varcato con non poca parte delle sue genti dalla
Nuova-Jork nell'Isola degli Stati. Non volle però andar più oltre, e por
piede sulla Cesarea per non far levar i popoli a romore, e non irritare
con troppo vicina dimostrazione quelle genti, e far loro di nuovo dar la
volta in favor del congresso. Risposero alle proposte di Clinton nè del
sì, nè del no. Gl'inviati ritennero. In questo frattempo si erano
appiccate, e bollivano le pratiche tra i deputati del congresso, e quei
de' sollevati, e siccome gli animi erano gonfj, così vi fu che fare e
che dire assai, prima che si volessero udire gli uni gli altri, non che
far le viste di volersi accordare. Offerivano i primi di dar congedo a
tutti coloro, che avevano pigliato le ferme indeterminatamente per tre
anni, o per la durata di tutta la guerra, e che nei casi, in cui le
scritte del tempo delle ferme non si potessero avere, si ammettessero
per pruova i giuramenti dei soldati; che darebbero polizze, o sia
promesse di rifacimento delle somme, che i soldati perdute avevano a
cagione del disavanzo dei biglietti; che i soldi corsi si sarebbero
assestati il più presto, che far si potesse; che somministrerebbero loro
sul fatto certi capi di vestimenta, dei quali stavano in maggior
bisogno; si perdonerebbero e dimenticherebbero le offese. Per queste
proposte le cose si domesticarono; fu fatto l'accordo, e si posarono gli
animi. Marciarono poscia da Princetown a Trenton, dove furono le
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