Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2 - 26

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acquistare la occasione di combattere. Per la qual cosa la notte dei 19,
lasciati gli alloggiamenti, in cui già aveva incominciato ad
affortificarsi, si ritirava con grandissima celerità a Brunswick, e
quindi colla celerità medesima ad Ambuosa. Durante questa mossa andaron
gl'Inglesi ardendo le case, o per furor soldatesco, o forse per vieppiù
infiammar il nemico a seguitargli. In Ambuosa, gettato il ponte, che
apparecchiato avevano pel passaggio della Delawara, sul canale che
divide la terra-ferma dall'Isola degli Stati, traghettarono tosto in
questa le salmerìe, e tutti gl'impedimenti più gravi. Poscia le genti
stesse cominciarono a varcare, sicchè pareva che tutto l'esercito
sarebbe in poco d'ora dentro di quell'isola ridotto, come se avesse
perduto ogni speranza, ed abbandonato del tutto il disegno di annasar
più oltre la Cesarea. A questo scaltrimento dell'Howe si lasciò
Washington, nonostante la sua natura molto circospetta, ingannare.
Ordinò pertanto prima ai generali Greene, Sullivan e Maxwell,
seguitassero con grosse bande il nemico che indietreggiava; ma i due
ultimi arrivarono troppo tardi. Morgan però co' suoi cavalleggieri lo
andò infestando alla coda; e lord Stirling col colonnello Conway, lo
noiarono sul sinistro fianco. Tuttavia potettero far poco frutto,
marciando l'Inglese con grande circospezione, e molto grosso in sul
retroguardo. Poi Washington istesso con tutto l'esercito, lasciato il
suo sicuro alloggiamento de' colli di Middlebrook, volendo difendere da
ogni insulto le bande mandate avanti, andò a porre il campo a
Quibbletown, Terra situata sei o sette miglia più prossimamente ad
Ambuosa. Lord Stirling occupò con una forte squadra il luogo detto
Metuckin più sotto verso questa città. Si determinò Howe ad usar
prontamente quella occasione, che astutamente aveva aperto a sè stesso.
Incontanente la notte dei 25 richiamò le sue genti dall'Isola degli
Stati sulla terra-ferma della Cesarea, e la mattina de' 26 marciò
minaccevolmente contro gli Americani, avendo diviso il suo esercito in
due schiere. Tre eran le parti del suo disegno; quello di tagliare il
ritorno ai corridori dei nemici; l'altro di combattere il grosso
dell'esercito loro; e finalmente l'ultimo, facendo marciare una grossa
banda sulla sinistra molto celeremente, andar ad impadronirsi dei passi
delle montagne, pei quali si ha la via al campo di Middlebrook, acciochè
Washington non potesse più andarvi a cercar rifugio. La destra schiera
guidata da Cornwallis era destinata a compir quest'ultimo fine, e perciò
ella si avviava a gran passi per la via di Woodbridge alle Pianure
Scozzesi. La sinistra condotta dall'Howe in persona camminava per la
strada di Metuckin. Era l'intento dei capitani inglesi, che queste due
schiere si congiungessero l'una coll'altra al di là di Metuckin sulla
strada, che da questo luogo conduce alle Pianure Scozzesi; e che quindi
di nuovo separatesi, la sinistra si voltasse rattamente contro il fianco
sinistro dell'esercito americano alloggiato a Quibbletown, e la dritta
nel medesimo tempo andasse ad occupar i colli posti sulla sinistra del
campo di Middlebrook. Quattro battaglioni con sei bocche da fuoco
alloggiavano a Bonhamtown per assicurar Ambuosa da ogni assalto
improvviso. Ordinato in tal modo l'esercito inglese camminava molto
celeremente non senza grande speranza della vittoria. Ma la fortuna, che
voleva serbar gli Americani a miglior destino, disordinò ad un tratto il
ben composto disegno dei capitani britannici. Lord Cornwallis, varcato
che ebbe Woodbridge, s'incontrò in una masnada di settecento veliti, o
sia corridori americani. Ne seguì un abboccamento, nel quale non
indugiaron molto i repubblicani a voltar le spalle. Ma intanto il romor
dell'armi, poscia le certe novelle recate dai fuggiaschi fecero
avvertito Washington, che stava molto ritenuto, del vicino e gravissimo
pericolo, nel quale si trovava. Si risolvette tostamente a ricuperare
con celerità quello, che forse con imprudenza aveva abbandonato.
Lasciato adunque tosto l'alloggiamento di Quibbletown se ne andò
difilato a ripiantar di nuovo il campo a Middlebrook, dove giunto mandò
senza metter tempo in mezzo grosse guardie ad assicurarsi i passi sulla
sinistra, pei quali intendeva Cornwallis di penetrare sino sulle alture.
Quest'intanto, sbaragliate senza fatica le prime bande di corridori che
battevano le strade, s'incontrò finalmente nella schiera del Lord
Stirling grossa di tre migliaia di combattenti, la quale fe' le viste di
volergli contendere il passo. Aveva il capitano americano molto
acconciamente ordinato le sue genti in mezzo alle selve, e protettele
con molte artiglierie. Ma gl'Inglesi e gli Essiani, eccitati gli uni e
gli altri da emulazione, diedero dentro con tanta furia, che ne furono
tosto gli Americani disordinati, e costretti a dar luogo. Perdettero in
questo fatto molti morti, feriti e prigionieri, con tre pezzi di
artiglierie. Gl'Inglesi gli seguitarono sino dentro Westfield, sebbene
con poco frutto per le selve, e per l'intenso calore della giornata.
Lord Cornwallis, conosciuto che i passi erano diligentemente guardati, e
disperatosi di poter ottenere l'intento suo, ritornò per la via di Raway
ad Ambuosa. Howe medesimamente, veduto rotto, e guasto affatto il suo
disegno per la subita ritirata di Washington al sicuro nido di
Middlebrook, se ne tornò anch'esso in quella città. Le brigate di Scot e
di Conway gli seguitarono alla seconda, e gli accompagnarono sino in sui
confini, senza però offendergli in alcuna parte, perchè camminarono
rannodati e cauti.
Ora i capitani britannici andavano considerando, che il voler seguitare
ad osteggiar nella Cesarea, e per questa penetrare sino alla Delawara
sarebbe non solo cosa inutile per l'ostinazione del nemico a non voler
venirne ad una battaglia giusta, ma ancora per la fortezza de' luoghi, e
per la nimistà degli abitatori, perniziosa oltre modo; perciocchè già la
stagione s'inoltrava, e non v'era più tempo da perdere in ispedizioni
infruttuose. Si risolvettero adunque di andar per la via del mare ad
assaltar la Pensilvania (seguendo sempre quel pensiero loro di voler
operare da sè, e non in congiunzione dell'esercito canadese, del quale
già si avevano gli avvisi certi, avesse investito Ticonderoga; ed
incerti, ma probabili, se ne fosse fatto padrone). Perciò tutto
l'esercito, varcato il canale, passò nell'Isola degli Stati; e poco
stante gli Americani entrarono in Ambuosa.
I grandi apparecchiamenti che si facevano dagl'Inglesi nell'Isola degli
Stati, ed in tutta la provincia della Nuova-Jork pel trasporto
dell'esercito per la via del mare, e l'incertezza del luogo, nel quale
dovesse andare a ferire una sì grande tempesta, teneva sollevate tutte
le province americane. Si temeva di Boston, del fiume del Nort, della
Delawara, del Chesapeak, e perfino di Charlestown nella Carolina, dove
era una considerabile canova di viveri e di munizioni. Il generale
Washington stava vigilantissimo, e teneva continue e segrete pratiche
coi repubblicani della Nuova-Jork, i quali giornalmente lo
ragguagliavano di quanto vi si diceva e faceva; e secondochè gli avvisi
o la fama portavano, che questo o quell'altro luogo avesse ad essere la
meta della spedizione, mandava tostani procacci, perchè si ordinassero
alle difese. Ma in questo avevano gl'Inglesi il vantaggio; perchè
procedendo per la via del mare, potevano riuscir improvvisi nel proposto
luogo innanzi che si fossero gli abitanti apparecchiati, od avessero le
soldatesche potuto marciare in soccorso. Potevano gl'Inglesi già aver
fatti notabili progressi prima, che questi arrivassero.
Ma fra tutti gli oggetti, ai quali potesse Howe tener la mira,
avvisavano benissimo gli Americani, che due, siccome i principali,
fossero anco i più probabili. Questi erano, o la conquista di
Filadelfia, o la cooperazione pel fiume del Nort coll'esercito canadese.
Quale però de' due avesse ad anteporre, non era facil cosa il definire.
Perciò si stava Washington molto perplesso, e non si moveva dal suo
campo di Middlebrook, dal quale poteva e sicuramente temporeggiar con
gli accidenti, ed all'uopo correre con eguale prestezza a Filadelfia, od
alle parti superiori dell'Hudson. In questo stato di cose una mossa
dell'Howe lo persuadeva, che quest'intendesse di far la fazione
d'Albania. Il navilio inglese da Princesbay, luogo poco lontano da
Ambuosa, fu ridotto più in su verso la Nuova-Jork a Watering-place, e
tutto l'esercito colle munizioni e le bagaglie, lasciata la costa vicina
ad Ambuosa, se ne era ito ad alloggiar nella punta settentrionale
dell'Isola degli Stati. Sopra che Washington, ordinato che due
reggimenti di fanti ed uno di cavalleggieri rimanessero nella contrada
tra Newark ed Ambuosa per difenderla contro le improvvise correrìe, se
ne tornava col grosso del suo esercito nel suo campo di Morristown.
Quivi era più vicino all'Hudson, e non tanto lontano da Middlebrook, che
non potesse subitamente di nuovo occuparlo, quando il nemico facesse
un'altra volta un impensato motivo sulla Cesarea. Spediva altresì
Sullivan con una forte schiera sino a Prompton sulla via di Peek's-hill,
acciocchè secondo il bisogno potesse spacciatamente recarsi a
quest'ultimo luogo, o ritornare a Morristown. In questo mezzo si
rinfrescava vieppiù la fama, che Burgoyne, capitano generale
dell'esercito britannico sui laghi, era comparso molto grosso sotto le
mura di Ticonderoga. Per la qual cosa il generale americano, sospettando
viemmaggiormente della cooperazione dei due eserciti dell'Howe e del
Burgoyne sulle rive dell'Hudson, ordinò tosto a Sullivan, si recasse a
Peek's-hill, ed egli stesso andò ad alloggiare a Prompton, e poscia
anche a Clove. Si ebbero poco poi le novelle della resa di Ticonderoga;
e nel medesimo punto s'intese, che il navilio dell'Howe era venuto sino
alla città della Nuova-Jork, e che anzi molti legni passeggieri già
erano entrati nel fiume del Nort, e andati su sino a Dobbsferry, dove il
fiume dopo di essersi notabilmente allargato, come quasi in un lago, che
chiamano mare Tappan, di nuovo si ristringe. Questi tentativi giunti
alla evidente opportunità dell'impresa, cancellarono quasi ogni dubbio
nella mente di Washington, che l'intendimento del nemico quello fosse di
far forza su per le rive dell'Hudson, e di levar i difensori di sopra
quei passi per cooperar poscia coll'esercito canadese. Perciò comandava
a Sullivan, che, immantinente varcato il fiume, andasse ad accamparsi
dietro Peek's-hill sulla sinistra sponda di questo. Istessamente commise
a lord Stirling di passare, e d'andar a congiungersi con Putnam, il
quale era alla guardia delle alture, delle quali si stava in tanta
gelosia. Ma, siccome le navi più grosse, ed una parte delle sottili si
erano ridotte da Watering-place a Sandy-Hook verso l'aperto mare, e per
alla volta della Delawara, e che il grosso dell'esercito inglese
stanziava tutt'ora nell'Isola degli Stati, non istava del tutto
Washington senza sospetto, che Howe fosse per imbarcarsi, ed andar sopra
a Filadelfia.
In mezzo a queste incertezze, e mentre il capitano americano s'ingegnava
ad ogni modo di penetrare nell'intento dell'Inglese, e questi si
sforzava d'ingannarlo con vane dimostrazioni sulle rive del fiume del
Nort, ecco, che pervennero le novelle di un caso, il quale, quantunque
in sè stesso di poca importanza, molto però rallegrò da una parte gli
Americani, e dall'altra molto rattristò gl'Inglesi. Comandava alle genti
britanniche, che alloggiavano nell'Isola di Rodi, il maggior generale
Prescott, il quale trovandosi dentro di un'isola, e le acque all'intorno
tutte essendo corse da frequenti navilj del Re, ed avendo una soldatesca
molto superiore a quella, che ne' vicini luoghi avrebbero i nemici
potuto adunare, se ne viveva molto confidentemente a mala guardia. Gli
Americani, che ardentemente desideravano di rappigliare pel generale
Lee, deliberarono di sorprendere Prescott, e condurlo prigione sul
continente. Pertanto la notte dei dieci luglio il luogotenente
colonnello Barton con una masnada di quaranta soldati delle milizie
rodiane molto pratiche dei luoghi, s'imbarcò sui battelli atti a pescar
balene, e dopo d'aver navigato per ben dieci miglia, e schivato con
mirabile destrezza le navi nemiche, che non eran poche, sbarcò sulla
costa occidentale dell'Isola tra Newport e Bristol-Ferry. Di là
s'avviarono rattamente, e con grandissimo silenzio all'alloggiamento di
Prescott. Quivi si assicurarono con somma accortezza delle sentinelle,
che custodivano la porta, ed un ajutante di campo entrato a gitto nella
camera, dove il generale dormiva quietamente, lo arrestò. Poscia senza
nemmen dargli tempo si vestisse, lo condussero con eguali segretezza e
felicità a salvamento alle terre loro. Gli Americani ne fecero gran
festa, perchè speravano di poterlo scambiare con Lee. Prescott ne sentì
grandissimo cordoglio; poichè da poco tempo era stato liberato dalle
mani degli Americani per mezzo degli scambj, dacch'era venuto in potestà
loro nella guerra canadese. Oltreacciò aveva egli poco tempo prima con
insolenza barbara posto un taglione addosso al generale Arnold, come se
questi stato fosse un ladro od un assassino. Del che Arnold, si era
rappigliato col porre addosso a Prescott un taglione minore del suo. Il
congresso rendè molte grazie a Barton, e lo presentò con una spada.
Intanto la grandezza degli apparati, che si facevano dall'Howe per
fornir l'armata, ed alcune mosse di questa accrescevano nella mente del
generale americano il sospetto, che quello che dapprima aveva creduto,
fosse il primo scopo dell'Inglese, cioè il campeggiar le contrade
dell'Hudson, non fosse altro che una vana dimostrazione. Grado grado si
accostava vieppiù all'opinione, che il vero intento suo fosse
d'imbarcarsi, e d'andare per la via del mare a percuotere la città di
Filadelfia, sedia e capo di tutta la lega. Perciò si ritirava appoco
appoco da Clove, e spartiva il suo esercito in molte bande spedite,
acciocchè potessero con più facilità correre in aiuto dei luoghi
assaltati. Pregava il congresso, adunasse spacciatamente le milizie
della Pensilvania, e quelle delle basse contee della Delawara, le prime
a Chester e le seconde a Wilmington. Instava, che si ponessero le
vedette sopra i capi della Delawara per sopravvedere i mari, spiare e
prontamente avvisare l'arrivo del nemico. Ricercava il governatore della
Nuova-Cesarea, facesse correre alle insegne le milizie dei distretti
vicini a quel fiume; e che facessero capo grosso a Gloucester, piccola
Terra situata sulla sinistra riva poco sotto a Filadelfia.
Nonostante tutta la diligenza che usavano i fratelli Howe nei
preparamenti del tragitto, e l'opera assidua delle ciurme di più di
trecento navi, si penò molto a fornire le cose necessarie, sicchè
l'armata coll'esercito a bordo non potette salpare da Sandy-Hook, se non
il giorno 23 di luglio. S'imbarcarono a questa spedizione trentasei
battaglioni tra Inglesi ed Essiani, inclusi i fanti leggieri, i
granatieri, una banda di Jorchesi nominata i corridori della Regina, ed
un colonnello di cavalleggieri. Seguiva un acconcio fornimento di
artiglierie. Sette battaglioni con un colonnello di cavalleggieri, e le
rimanenti bande paesane continuarono a stanziare nella Nuova-Jork per la
difesa della provincia. Altrettanti ne furono lasciati nell'Isola di
Rodi. Fu scritto, che Howe avesse in animo d'imbarcar più genti; ma che
avendo Clinton, che, partito Howe, doveva rimanere in grado supremo di
dignità, dimostrato il pericolo, che si correva per la debolezza delle
guernigioni, per la vastità dei luoghi, e per la frequenza dei porti,
abbia consentito a lasciar indietro sì gran numero di soldati. Così
l'Inghilterra per errore o dei ministri o dei capitani, invece di una
grossa e poderosa oste, aveva in America tre eserciti minori, da
ciascuno dei quali non si poteva sperare la vittoria certa; uno nel
Canadà, un altro nell'Isole della Nuova-Jork, e di Rodi, ed un terzo,
che viaggiava sulle navi alla volta di Filadelfia. Ma forse credettero
essi, che in un paese, come quello era in cui si guerreggiava,
interrotto sì frequentemente da laghi, da fiumi, da selve e da ogni
sorta di luoghi difficili e forti, dovesse riuscir più efficace l'opera
di tre eserciti pronti e spediti, che non quella di un più grosso, e per
conseguente più impedito dalla moltitudine delle salmerìe. La quale
escusazione sarebbe per avventura accettabile, se i capitani britannici
invece di giocare, come si suol dire, allo sbaraglino, ed operar, come
fecero, alla spartita, avessero, congiungendo i consiglj loro, l'uno
aiutato l'altro, ed unitamente a qualche grande e comune impresa fossero
concorsi. Quale di questo sia la verità, i progressi che faceva grandi
verso le fonti dell'Hudson l'esercito del Burgoyne, il timore dei futuri
assalti dell'Howe, e l'incertezza del luogo, dov'egli avesse a ferire,
tenevano sospesi ed in grandissima apprensione gli animi di tutti sul
continente americano. Si aspettavano le battaglie, che ognuno riputava,
dovessero riuscire altrettanto aspre e sanguinose, quanto importanti e
decisive.

FINE DEL VOLUME SECONDO


TAVOLA DELLE COSE CONTENUTE NEL TOMO SECONDO

LIBRO QUINTO _pag._ 3
_Sommario._ — Sito di Boston. Condizione dei due eserciti.
Le province fanno apparecchj di guerra. Presa di Ticonderoga.
Guerra di Boston. Battaglia di Breed's-hill. Nuovo congresso
in Filadelfia. Giorgio Washington eletto capitano generale.
Si conduce al campo di Boston. Il congresso fa nuovi ordini
pell'esercito. Elogio patetico del dottor Warren. Il
congresso fa provvisioni di pecunia. Assicura gl'Indiani.
Suo manifesto. Solennità religiose per muovere i popoli.
Dicerìa del congresso al popolo inglese. Altra al Re della
Gran-Brettagna. Altra al popolo irlandese. Sua lettera ai
Canadesi. Vicende nel Canadà. Risoluzione del congresso
intorno gli accordi proposti da lord North. Articoli di lega
tra le province proposti dal congresso. I governatori regj
si oppongono ai disegni dei popolari, e notabili effetti,
che ne seguono. Il Massacciusset incomincia a tentar
l'independenza. Ma le altre province vanno a rilento. Guerra
guerriata presso Boston. Gravi difficoltà, in cui si trova
Washington. Gage ha lo scambio nell'Howe pel capitanato
generale delle genti inglesi. Ardire degli Americani in sul
mare. Strettezze di Howe. Invasione del Canadà. Magnanimità
di Montgommery. Presa di Monreale. Mirabile impresa condotta
a fine da Arnold. Assalto di Quebec. Morte di Montgommery.
LIBRO SESTO » 168
_Sommario._ — Condizione delle Sette in Inghilterra. Mala
contentezza dei popoli. I ministri accattano soldati in
Germania. Parlamento convocato. Disegni della Francia.
Disegni dei ministri inglesi. Dicerìa del Re al Parlamento.
Gravi battoste, che ne seguono. Prevalgono i ministri.
Commissarj in sui perdoni. Guerra di Boston. Gl'Inglesi
sforzati a votarlo. Nuovi romori nella Carolina
Settentrionale. Successi prosperi del congresso sul mare.
Guerra canadese. Lodi di Montgommery. Disegni degl'Inglesi
contro la Carolina Meridionale, e feroce assalto dato da essi
al Forte Moultrie. Strana condizione dell'America. I popoli
vi si dispongono all'independenza, e per quali cagioni. Il
congresso pone il partito dell'independenza. Orazione di
Riccardo Enrico Lee in favor dell'independenza. Orazione di
Giovanni Dickinson contro la medesima. Il congresso chiarisce
l'independenza. Esultazioni dei popoli.
LIBRO SETTIMO » 276
_Sommario._ — I regj assaltano con grand'apparato di
guerra l'America. Abboccamento per gli accordi. Rotta di
Brooklin. Nuovo abboccamento per gli accordi. I regj
s'impadroniscono della città di Nuova-Jork. I Forti
Washington e Lee vengono in poter loro. Corrono vittoriosi
la Cesarea. Pericolo di Filadelfia. I regj s'arrestano sulla
Delawara. Lee fatto prigione. Guerra indiana. Guerra
canadese. Virtù del congresso, e di Washington nell'avversa
fortuna, e deliberazioni loro per ristorarla. Facoltà
dittatoria conceduta a Washington; ed in qual modo la usa.
Maneggi del congresso presso il governo di Francia. Vi manda
Franklin. Qualità di quest'uomo. La fortuna d'America
risorge a Trenton, e come. Prudenza, e valore maraviglioso
di Washington. Howe dopo varie mosse abbandona la Cesarea.
S'imbarca alla Nuova-Jork per portar la guerra altrove.
FINE DELLA TAVOLA
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