Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2 - 25

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una mossa, i repubblicani n'erano informati, e si apparecchiavano a
sturbarla. Questo tanto cambiamento nell'animo dei Cesariani, i quali,
subito dopo le fazioni della Nuova-Jork, dimostrati si erano favorevoli
alle armi del Re, debbesi alla barbara ferità, colla quale i soldati del
Re la guerra esercitavano, intieramente riputare. Si levò in America un
romor universale contro le crudeltà, gli ammazzamenti, i ratti, le
rapine del distruggitore esercito; le quali se convien credere, siano
state esagerate, forza è pur confessare, siano state la gran parte vere.
Questi Essiani naturalmente feroci, per niente avvisantisi nè di
umanità, nè di non umanità, nissun modo conoscendo, che violento non
fosse, nè altra sorta di guerra, che quella di ridur tosto col maggior
possibil danno sì pubblico che privato il nemico a divozione, non
mettevano nissun freno alle voglie loro, nè nissun fine alle
devastazioni. Fu scritto da alcuni, che fosse nata tra questa gente
zotica una opinione, che quelle terre che in America conquistassero,
avessero a diventar loro proprie, e perciò riputassero i possessori di
queste, come naturali nemici loro, che bisognasse spegnere ad ogni modo.
Ma che trovandosi poscia ingannati della opinione loro, venissero in sul
saccheggiare ed abbottinare a guerra rotta le cose mobili. E si disse
ancora, che questi uomini trauzeschi con tanta ingordigia in ciò si
adoperassero, che finalmente ne diventasser sì ingombri di preda, che
fossero male atti alle fazioni militari. Questo desiderio del predare
accrescevano vieppiù gli Americani cogl'improperj contro gli Essiani.
Avvezzi alla libertà detestavano, ed abborrivano quest'imbestiati
mercenarj, i quali non contenti, dicevano, di sopportare il dispotismo
in casa loro, si facevano ancora per pochi denari gl'istromenti della
tirannide in casa altrui, venivano a tramescolarsi in una domestica
querela, dove non avevano interesse di sorta alcuna; che avevan lasciate
le case loro nel vecchio mondo per venir a far beccheria nel nuovo di un
popolo innocente e generoso, il quale non aveva fatto loro ingiuria
alcuna; che anzi aveva ricevuto in luogo di asilo, e confortato
ospitalmente una moltitudine degli antenati loro, che fuggivano una
tirannide simile a quella, che ora vorrebbon essi nell'America
stabilire. A queste parole i Tedeschi si accanivano vieppiù, e
dimostravan coi fatti la rabbia loro. Era un aspetto terribilissimo e
crudelissimo a vedere quella campagna fertilissima abbruciata e
danneggiata in ogni suo bene. Amici e nemici, repubblicani e reali,
tutti erano vittime di tanto furore. Sverginate le donzelle, svergognate
le spose nelle case, e sotto gli occhi dei padri e dei mariti loro.
Molte fuggivano spaventate nelle selve. Ma nemmen là potevan trovare
rifugio contro la bestiale lussuria dei barbari imperversati, che con
ogni diligenza le ricercavano. Le case arse o distrutte, i bestiami o
rapiti, o uccisi; ogni cosa disterminata. Il generale essiano de Heister
non che comportasse tant'enormità a' suoi soldati, dava loro la briglia
in sul collo; ed il generale inglese avrebbe voluto, ma non poteva
frenarle. Erano questi Essiani altrettanto numerosi, quanto gl'Inglesi
medesimi, e non si volevan disgustare. Quindi questa peste pel malo
esempio, e per l'impunità si appiccò alle genti britanniche, sicchè
facevano a gara colle tedesche nel rubare, rapire, violare, ardere, e
guastare. La Nuova-Cesarea ne fu sperperata in fondo. L'America fu
riempita di querele, e la fama di tante ingiurie si sparse per tutta
l'Europa con gran carico dell'Inghilterra. I popoli si raccapricciarono;
particolarmente i Francesi mansueti di natura, nemici agl'Inglesi,
favorevoli agli Americani. Dappertutto si diceva, essere rinati in
America per opera del governo inglese il gotico furore e la
settentrionale barbarie. Ma tanta immanità ritornò in capo, e riuscì
ancor più pregiudiziale agli autori, che non ai sofferitori. Gli amici
in America diventaron nemici, ed i nemici di maggior odio e desiderio di
vendetta si riempirono. I popoli correvano all'armi più unitamente, e
più volonterosamente per cacciar dalle terre loro, come dicevano, quegli
efferati ladroni. Così l'enormità dell'esercito del Re egual danno, e
forse maggiore arrecarono alla causa britannica, che non le armi stesse
di Washington e le risoluzioni del congresso.
Ma questa smania del far suo quello d'altrui aveva anche contaminato
l'esercito americano. Mandavansi a ruba le case, e le proprietà dei
miseri Cesariani sotto pretesto, che fossero leali. Soldati ed uffiziali
in questa brutta usanza si esercitavano. Così gli saccheggiavano gli
Essiani e gl'Inglesi, allegando, fossero ribelli; gli depredavano gli
Americani affermando, fossero leali. Sì oltre procedette la cosa, che
Washington, al quale queste cose infinitamente cuocevano, fu costretto
per raffrenare l'insolenza de' suoi e temperare un tanto furore, a
pubblicar un bando, le più severe pene minacciando ai commettitori di
tante mostruosità.
In questo mezzo i leali facevano vista di voler far novità nelle Contee
di Sommerset, e Worcester in su quel della Marilandia, ed in quella di
Sussex nello Stato della Delawara, siccome pure in su quel d'Albania e
nella contrada dei Moacchi. Vi si mandaron le soldatesche per fargli
stare in cervello. Il congresso decretò, si sostenessero, e si
confinassero a luoghi sicuri i sospetti. In questo tempo il generale
Heath, il quale stava alla guardia delle alture della Nuova-Jork, tentò
il Forte Independenza situato nelle vicinanze di Kingsbridge. Ma quei
che lo guardavano, risposero audacemente, e si preparavano alle difese.
Gli Americani disperando di far frutto per assalto, abbandonata
l'impresa, se ne ritornarono a luoghi alti e forti.
Non facendo sul principio di quest'anno Howe nissun moto, che potesse
dar sospetto agli Americani, ch'ei volesse di breve uscir a campo,
deliberò Washington di usar la presente quiete per liberar dal vaiuolo i
suoi, peste sì terribile a quei popoli. Era stato di questo malore
talmente afflitto l'esercito settentrionale nel varcato anno, che non
altro, se non se gli ostacoli incontrati sui laghi avevano impedito, che
l'esercito inglese non venisse sopra il fiume del Nort. Temevasi nel
presente di una simile calamità per l'esercito del mezzo. Deliberò
Washington di sottomettere tutte le sue genti, e tutti quegli aiuti, che
da varie parti gli pervenivano, ad un generale annestamento del vaiuolo.
La cosa fu con tanta prudenza condotta nel campo, che niuna occasione fu
offerta al nemico di poter far danno. Si ordinò nel medesimo tempo ai
medici dell'ospedale di Filadelfia, innestassero grado grado tutti quei
soldati, che dalle province meridionali erano inviati al campo, e che
venivano a far capo grosso in quella città. Negli altri luoghi di posata
le istesse cautele si usavano, in guisa che si ebbe ottenuto per le
vicine fazioni un esercito esente da un male, che di gravissimi pericoli
poteva diventar cagione. Da quest'esempio delle soldatesche nacque un
insigne benefizio a tutte quelle popolazioni; perchè imitandolo
generalmente, pochi furono coloro, che non usassero l'innesto, e appoco
appoco i popoli diventarono esenti da tal malattia.
Frattanto essendo già trascorsa la stagione sino più oltre di mezzo
marzo, e non potendo Howe uscir ancora a guerra campale per la mancanza
delle tende, e di altre bagaglie, che aspettava dall'Inghilterra,
deliberò di tentare almeno qualche spedizione, che potesse riuscire di
notabil danno al nemico. Avevano gli Americani durante l'inverno fatto
una molto considerabil massa di vettovaglie, di strami e di munizioni di
ogni sorta in quell'alta e montagnosa contrada chiamata Courtland-Manor.
La fortezza del luogo, la vicinità del fiume del Nort, l'opportunità di
poter ricevere dalle occidentali province tutte quelle cose, che là
inviate si sarebbero, e la facilità di farle pervenire all'esercito
cesariano, avevano persuaso ai Capi americani a fare su di quelle alture
la generale riposta. Giace poi più sotto sul fiume del Nort, distante a
cinquanta miglia dalla Nuova-Jork, una piccola Terra chiamata
Peek's-hill, la quale serviva di porto per ricevere le provvisioni, e
rimandarle all'esercito. Ma siccome assalire ad un tratto tutto il
Courtland-Manor era impresa, se non impossibile, molto difficile,
essendo il luogo fortissimo e ben custodito, così il Capitano britannico
si determinò a fare soltanto la fazione di Peek's-hill. Si avviarono
gl'Inglesi a quella volta per la via del fiume. Tostochè ebbero gli
Americani le novelle dell'avvicinarsi del nemico, stimandosi inabili al
resistere, e non isperando per la brevità del tempo rimuover le
munizioni, posto fuoco alle baracche ed ai magazzini, si ritirarono.
Giunti gl'Inglesi sbarcarono. Il danno fu grande; ma non tanto, quanto
se l'erano gl'Inglesi dati a credere, maggiore però di quanto
pubblicassero gli avversarj.
Un'altra somigliante fazione fu fatta dagl'Inglesi alcuni giorni dopo
sulle terre del Connecticut. Avevan gli Americani una gran riposta di
bagaglie e di munizioni a Danbury, grosso borgo del Connecticut nella
contea di Fairfield. Fu commessa la cura di andar a guastarle al
generale Tryon. Oltre la distruzione delle provvisioni, speravasi che i
leali sarebbero accorsi a congiungersi coi soldati del Re. In questo era
Tryon confidentissimo, siccome quegli, che prestava gran fede alle
parole dei fuorusciti, pronti sempre a credere quello, che desiderano.
La sera dei venzette aprile una banda di duemila soldati, passato il
Sound, sbarcò, dopo tramontato il sole, sulla costa del Connecticut tra
Fairfield e Norwalk. E senza metter tempo in mezzo, s'avviò a Danbury,
dove arrivò l'indomani. Il colonnello Huntingdon, che vi era di presidio
con pochi soldati, veduto il nemico vicino, si ritirò in su ai luoghi
forti. Gl'Inglesi non avendo carreggio da trasportar le munizioni, le
guastarono. Fu gravissimo il danno, massimamente per la perdita di
parecchie centinaia di tende, delle quali stava l'esercito americano in
gran bisogno, perdita tanto più grave, che mancavano negli Stati Uniti
le materie atte a poterle rifare. I leali non fiatarono.
Ma intanto la contrada si era levata a romore. Già le milizie,
dimostrando volontà e fede verso la repubblica, si erano aggreggiate a
Reading sotto le insegne del congresso. Arnold, che per caso si trovava
nelle vicinanze occupato nella bisogna dell'arrolare, udito il romore
dell'armi, del quale tanto si dilettava, seguendo quel suo smisurato
ardire, era corso a congiungersi coi compagni a Reading. Il generale
Wooster, il quale dagli stipendj del congresso si era condotto, come
brigadier generale delle milizie, a quei dello Stato del Connecticut,
arrivò da un'altra parte con molte genti. Tutti ardevano di desiderio di
venirne alle mani col nemico. Gl'Inglesi, veduto il pericolo, si
ritirarono a gran passo per la via di Ridgefield. Gli Americani
determinarono di opprimergli, prima che nuovi rinforzi ricevessero.
Wooster molestava agramente, usando l'opportunità dei luoghi, il
retroguardo inglese, quantunque i capitani colle minute artiglierie si
difendessero valorosamente, e si fiancheggiassero con numerose torme di
corridori. Ma finalmente l'Americano, combattendo, piuttosto con
temerità giovanile, che con senil prudenza (era egli nell'età di
settant'anni) fu ferito mortalmente, e portato fuori del campo, dove
poco distante morì con quella costanza istessa, colla quale era vissuto.
I suoi, conosciuto il caso del capitano, si disbandarono. Ma in questo
mezzo era arrivato Arnold a Ridgefield, dove affortificatosi con
barricate e terrapieni ordinava i suoi alla battaglia. Arrivarono
gl'Inglesi, e ne seguì un feroce affronto, che durò assai tempo. I regj
saliti di forza sui dirupi fulminavano gli Americani per fianco. Si
disordinarono questi, e mal grado tutti gli sforzi di Arnold per
rannodargli, si ritirarono alla spezzata a Pangatuck, distante a tre
miglia da Norwalk. Gl'Inglesi impadronitisi di Ridgefield vi
pernottarono, e l'indomani mattina, arse prima alcune case,
ricominciarono a ritrarsi, camminando verso il Sound. Furono di nuovo
incontrati dall'Arnold, il quale aveva raccozzate nuove genti con alcune
artiglierie. Succedevano leggieri e continue avvisaglie dall'una
all'altra riva, ed una più grossa al ponte del fiume Sagatuck. Ma
finalmente gl'Inglesi superiori di numero e di disciplina, superati gli
ostacoli, arrivarono al luogo dove le navi gli aspettavano, ed ivi non
senza però gravi difficoltà e nuove battaglie s'imbarcarono. Il
congresso fece rizzare un monumento a Wooster, e presentò a molto onore
Arnold con un cavallo acconciamente bardato.
Questa spedizione con tanto apparato fatta non francò la spesa. Le
provvisioni distrutte, se si eccettuano le tende, non importarono gran
cosa; e l'arsione delle case di Danbury e di Ridgefield in un coll'altre
bestialità commesse dai regj eccitò a maggior rabbia quei popoli già di
per sè stessi molto ostinati ed ardenti. Si conobbe eziandio, quanto
fossero vane le speranze, che Tryon aveva poste negli aiuti dei leali.
Poichè da parte nissuna si romoreggiò a favor degli Inglesi; per lo
contrario i popoli si levarono a calca, e corsero contro gli assalitori.
Questa medesima fazione degli Inglesi diè origine ad un'altra piena di
molta audacia posta ad effetto dai Connecticuttesi. Avevano questi avuto
notizia, che un abbondanziere inglese, aveva fatto accolta di munizioni
sì da guerra, che da bocca, e specialmente di biade in un piccolo porto
chiamato Sagg-Harbour nell'Isola-Lunga, dove stavano a guardia pochi
fanti, ed un giunco armato di dodici cannoni. Ma ciò nonostante gli
Inglesi stavano a molta sicurezza, perchè tenendo un frequente navilio
nel Sound, non avrebbero potuto recarsi nell'animo, che gli Americani
sarebbero stati sì arditi a volerlo varcare per andar sopra
all'Isola-Lunga. Ma la difficoltà dell'impresa non potè tanto raffrenare
quegli uomini arrisicati, che non tentassero di sorprendere a
Sagg-Harbour con un'improvvisa e subita correria il nemico. A questo
fine il colonnello Meigs, uno degli audaci compagni d'Arnold nella
spedizione del Canadà, superati con incredibile prestezza tutti gli
ostacoli del tragitto, arrivò prima del dì nel luogo delle canove; e,
nonostante la resistenza della guardia e delle ciurme, arse molti legni,
ed ogni cosa distrusse di quelle che stavano sulla marina. Ottenuto
l'intento se ne ritornò a man salva a Guilford nel Connecticut,
conducendo seco non pochi prigioni. Si portarono gli Americani in questo
fatto molto umanamente, astenendosi dal sacco delle proprietà private,
ed avendo anzi ai prigionieri tutte le robe restituite.
Mentre queste cose si facevano, cominciando omai il verno a indolcire,
si avvicinava la stagione del poter osteggiar alla campagna, e nissuno
dubitava, nel presente anno non avrebbero gl'Inglesi lasciato indietro
cosa alcuna per ridur la guerra ad una finale conclusione. Un grosso
esercito stava pronto ad assalire le province americane dalla parte del
Canadà, ed un altro ancor più grosso instava contro quelle del miluogo.
Tutti stavano in grandissima aspettazione delle future cose. Se i
capitani inglesi avessero potuto uscir a campo, tostochè la stagione
avesse svernato, certo è, che avrebbero fatto grandissimo frutto.
L'esercito di Washington si trovava nella primavera tuttavia molto
debole; poichè, quantunque alcuni fra coloro, i quali avevano compiute
le ferme, pregati dai generali, e temendo della totale rovina della
patria, quando l'esercito già debole abbandonassero, fossero rimasti, i
più, inabili a sopportare in mezzo ai campi i rigori del verno, se
n'erano alle case loro ritornati. La bisogna poi dell'arrolare per tutto
il termine della guerra, od almeno per tre anni, procedeva molto
lentamente, nonostanti i promessi vantaggi, ostandovi la natura di quei
popoli, nemici naturalmente di ogni soggezione, ed amantissimi della
personale libertà. Il trarre poi per sorte dalle bande paesane i soldati
d'ordinanza, il che era l'ultimo rimedio, era riputata cosa, siccome
nuova, così piena di molto pericolo. Nè si poteva l'esercito della
Nuova-Cesarea rinforzare col far venir dalle province della
Nuova-Inghilterra, le quali abbondavano d'uomini valorosi e pugnaci,
nuovi aiuti, temendosi di Ticonderoga, del fiume del Nort, e della città
stessa di Boston, dove una moltitudine di armatori americani ridotta si
era colle prede, e contro la quale l'antico odio conservavano
gl'Inglesi. Davano anche sospetto le genti britanniche, che stanziavano
nell'Isola di Rodi, le quali potevano assalire il Massacciusset di
fianco, e correre vittoriosamente le vicine province. Tanta era la
necessità e la difficoltà, in cui si trovavano a quei dì gli Americani
di far gente, che diedero la libertà a servi, cosa, alla quale prima
grandemente ripugnate avevano, e pigliarono ai soldi i novizj dei
mestieri. In tal modo si travagliava nell'inverno e nell'entrante
primavera. Cominciando poi a spirare verso il finir di maggio l'aria più
propizia, correvano gli Americani all'armi volonterosamente, e
Washington ogni dì acquistava nuove forze. Perdettero adunque gl'Inglesi
l'occasione di una facile vittoria, forse, come fu scritto, pel ritardo
delle tende, ed allora ricominciarono la guerra, quando dovevano trovare
più duro incontro. Ignorava Washington; quali avessero ad essere i
disegni di Howe sul modo di fare la vicina guerra, e stava in molta
apprensione, a quali parti fosse il suo avversario per volger le armi.
Temevasi, che, rinnovata la guerra nella Nuova-Cesarea, si avviasse alla
volta della Delawara; la quale valicata su di un ponte, che sapevasi
essere stato a quest'uopo costrutto, s'impadronisse della città di
Filadelfia. Dubitavasi eziandio molto, e quest'era la credenza di
Washington, che il generale inglese si avvierebbe verso le parti
superiori della provincia della Nuova-Jork, montando a ritroso pel fiume
del Nort a fine di cooperar coll'esercito inglese del Canadà, il quale
doveva nel medesimo tempo far impeto contro Ticonderoga; e, superata
questa, venire a congiungersi nelle vicinanze di Albanìa con quello
dell'Howe. Di questa mossa altrettanto più si doveva temere, che, oltre
l'opportunità sua, sapevasi di certo, che già fin dall'anno passato
aveva Howe ricevute istruzioni dai ministri di doverla eseguire; dalla
quale però le sue vittorie dal canto della Nuova-Cesarea, ed il
desiderio nato colla speranza di poter da sè solo porre un pronto fine
alla guerra, l'avevano distratto. In tanta incertezza sulle operazioni
future dell'inimico, Washington, avendo ricevuto i rinforzi, si
determinò a pigliar tali posti, che fossero egualmente opportuni per
potergli contrastare, sia che quegli s'incamminasse ad Albanìa, ossiachè
si volgesse per la Cesarea alla volta di Filadelfia. Adunque le bande,
che appartenevano alle province settentrionali, furon fatte alloggiare
parte a Ticonderoga, e parte a Peek's-hill, quelle delle province di
mezzo, e delle meridionali sino alla Carolina del Nort, nella
Nuova-Cesarea, lasciandone alcune poche per la guardia delle province
più occidentali. In tal modo, se l'Howe si avviava a Filadelfia, avrebbe
trovato da fronte tutte le forze adunate nella Cesarea, e di più quelle
di Peek's-hill, le quali sarebbero scese a tribolarlo sul destro suo
fianco. Se quegli poi si fosse volto ad Albanìa, le genti di Peek's-hill
avrebbero difeso i passi da fronte, e sarebbero rattamente venute in
soccorso loro quelle della Cesarea, le quali avrebbero anche potuto
molestare sul suo fianco sinistro il nemico sulle rive del fiume del
Nort. Se per lo contrario l'esercito inglese del Canadà fosse venuto per
la via del mare a congiungersi con quello dell'Howe sulle spiagge della
Cesarea, potevano le genti di Peek's-hill ad un tratto congiungersi
colle restanti in questa stessa provincia, e fare in tal modo un'oste
gagliarda per difendere Filadelfia. Ma finalmente, se l'esercito del
Canadà puntasse contro Ticonderoga, le bande di Peek's-hill avrebbero
potuto correre in aiuto di quelle, che già avevano in cura di difendere
quella Fortezza. Ma siccome troppo più grande, di quanto si sarebbe
potuto pensare, si era l'importanza di conservare in poter della lega la
città di Filadelfia, così determinò il congresso, si ponesse un campo
sulla riva occidentale della Delawara, sia perchè là andassero a
rannodarsi tutte le leve, che venivano dalle province australi ed
occidentali, e sia perchè servir potesse alle riscosse. Quivi anche
dovevano concorrere tutte le bande paesane della Pensilvania, confortate
da alcuni reggimenti di stanziali. Si fece Capo di quest'esercito
Arnold, il quale si trovava a quei dì in Filadelfia. Fatte tutte queste
cose, Washington levatosi dal campo di Morristown andò il dì 28 maggio a
pigliar con tutto l'esercito gli alloggiamenti a Middlebrook a poche
miglia distante da Brunswick sulla sinistra riva del Rariton in una
contrada difficile e montagnosa, dove non poteva essere sforzato. Quivi
attendeva a fortificarsi maggiormente, ed in pochi dì questo nuovo campo
diventò non che forte, pressochè inespugnabile. Aveva da fronte alcune
creste di monti ed il fiume Rariton, che colle sue giravolte lo
proteggeva. Alle spalle poi, e da fianco luoghi alpestri e sicuri.
Signoreggiava ancora tutto il paese da Brunswick sino ad Ambuosa,
dimodochè potevano gli Americani discoprir tosto qualunque mossa, che
gl'Inglesi si facessero. Erano in questo mentre nell'esercito americano,
inclusi i Caroliniani del Nort e le milizie della Cesarea, quindici
migliaia di soldati, od in quel torno, tra i quali però si contavano
molto servidorame, ed alcune bande indisciplinate.
Spinto Howe sempre da quella fatale necessità, la quale fu la cagione
manifesta della perdita di tutta l'impresa, e per cui non avendo mai
voluto volgersi su pel fiume del Nort verso il Canadà per cooperare, e
congiungersi con quell'esercito, si era ostinato a portar l'armi nella
Cesarea e nella Pensilvania, aveva fatto il disegno di penetrare per la
prima di queste province sino alla Delawara, cacciandone del tutto
Washington, e riducendo la contrada a tale stato di divozione, che la
comunicazione tra l'esercito e la Nuova-Jork ne fosse libera, ed esente
da ogni pericolo. Pensava egli, che o Washington avrebbe accettata la
battaglia, nel qual caso nissun dubbio aveva di non rimanerne colla
vittoria; ovvero si sarebbe grado grado ritirato, il che pareva più
probabile; ed allora, posate le cose della Cesarea con assicurarla alle
spalle, e diminuito il numero ed il coraggio dei nemici per la
prosperità della vittoria, si sarebbe, sperava, ad un tratto sul ponte,
che si era a questo uopo apparecchiato, potuto valicar la Delawara, ed
insignorirsi affatto di Filadelfia. Il generale americano non avrebbe
potuto preservar questa città senza mettersi al pericolo di una
battaglia, che l'Inglese molto desiderava. Ma se gl'impedimenti da
incontrarsi nella Nuova-Cesarea non si fossero potuti superare senza
molto o sangue o perdita di tempo, intendeva di usar l'opera
dell'armata, e di quel numero grandissimo di navi passeggiere, che si
avevano in pronto alla Nuova-Jork. Per mezzo di questo navilio potevasi
l'esercito trasportar per la via del mare, od alle bocche della
Delawara, e di là per a Filadelfia, ovvero a quelle del golfo di
Chesapeak, pel quale si aveva l'adito facile alle parti più interne
della Pensilvania, e più vicine alla città stessa di Filadelfia.
Nell'uno e nell'altro caso sarebbe questa venuta in poter degli Inglesi.
Il che ottenutosi, si sarebbe quivi fatto la massa generale, e potuto
portar la guerra nel cuore stesso delle nimichevoli province della
Pensilvania, della Virginia, e della Marilandia; le quali, e per i
grossi fiumi che vi corrono, e pei profondi bracci di mare, che vi
penetrano, si trovavano molto esposte alle offese di un nemico tanto
potente sull'armi marittime. Ma egli è evidente, che il primo scopo, al
quale doveva attendere il generale inglese, quello era della distruzione
dei Washingtoniani, e perciò prima di venirne al mezzo del trasporto per
la via del mare volle tentar la fortuna nella Cesarea, proponendosi di
usar ogni arte per astringere il nemico alla battaglia. Per la qualcosa,
avendo ricevuto d'Europa le tende, ed altri arnesi necessarj al
campeggiare, con alcuni aiuti, principalmente di lanzi, sul cominciar di
giugno, passò egli stesso in persona sulle rive della Nuova-Cesarea, e
fe' marciare tutto l'esercito a Brunswick, lasciata però una sufficiente
guardia in Ambuosa. Quivi, considerata molto bene la fortezza del campo,
nel quale si era Washington riparato, non si ardì assaltarlo; e perciò,
dimorato ivi prima alcuni dì, e così avendo appresentato la giornata al
nemico, ed avendola questo rifiutata, deliberò di far le viste di
volersi incamminare alla volta della Delawara. Pensava, che l'Americano,
veduto il pericolo di Filadelfia, avrebbe per seguitarlo abbandonato
quel posto inespugnabile. Ma Washington, che non voleva mettersi alla
stretta dei fatti d'arme, se non al sicuro, non si muoveva. Ordinava
intanto, avendo veduto da queste dimostrazioni del nemico, che il
disegno suo era, di continuar la guerra non contro i passi, che guidano
verso il Canadà, ma sibbene nella Cesarea, venissero in suo aiuto le
genti di Peek's-hill. Metteva insieme una torma di cavalleggieri sotto
gli ordini del colonnello Morgan, quello stesso, che con sì smisurato
valore aveva combattuto nell'assalto di Quebec, acciò pizzicasse alla
sfuggita il sinistro fianco dell'esercito inglese, e gli scorrazzanti
frenasse ed opprimesse Sullivan; il quale con una grossa schiera stava
alle stanze di Princetown, ebbe ordine di ritirarsi a luogo più sicuro
sul Rocky-hill. Ma Howe, veduto, che Washington non si lasciava pigliare
a queste dimostrazioni, determinò di avviarsi in fatti, ed avvicinarsi
vieppiù alla Delawara. Perciò, la mattina dei 14 di giugno, molto per
tempo, tutto l'esercito britannico, lasciati duemila soldati di guardia
a Brunswick, si moveva diviso in due colonne verso quel fiume. La testa
della prima condotta dal Conte di Cornwallis, e che seguitava la via a
dritta, arrivava allo spuntar del giorno a Sommerset-Court-House a nove
miglia distante da Brunswick. La sinistra guidata dal generale de
Heister giungeva nel medesimo tempo a Middlebush, Terra situata più
sotto sulla strada per a Princetown. Ma Washington, che pur persisteva
nel voler temporeggiare la guerra, non si lasciava aggirare.
Considerava, che il nemico non si sarebbe attentato, seppure non si
determinasse temerariamente, il che dell'Howe prudente e circospetto
capitano non si poteva sospettare, di recarsi sino sulle rive della
Delawara, e passar questo fiume, avendo un esercito nemico a combattere
sull'opposta riva, ed un altro più grosso alle spalle. Era altresì cosa
evidente, che se l'intendimento del generale inglese fosse stato di
varcar già fin d'allora la Delawara, là sarebbe corso velocemente senza
fare alcuna ristata, e non avrebbe indugiato, come fece, a mezza strada.
Nè era nascoso all'Americano, che l'Inglese era camminato sin là,
sciolto e spedito, lasciando a Brunswick tutta la salmerìa, i battelli
ed i ponti. Bene adunque ponderate tutte queste cose, molto
prudentemente giudicò Washington, che l'intenzione del nemico non era
già di correre alla Delawara, ma sibbene di cavarlo dal forte campo di
Middlebrook, ed in tal modo trovar occasione, od anche indurlo alla
necessità di una battaglia. Laonde non fece alcun motivo, ma continuò a
starsene quietamente dentro il suo alloggiamento. Solo, essendo così
vicino il nemico, arringò le sue genti in ordine di battaglia sui poggi
che difendevano gli alloggiamenti da fronte, e così continuaron esse
tutta la seguente notte. Intanto le milizie cesariane correvano all'armi
da ogni parte; e Sullivan colla sua schiera si era, marciando sulla
sinistra riva del Millstone-river, avvicinato al Rariton, di maniera che
e potesse ritardare con frequenti badalucchi il nemico da fronte, ed
accozzarsi all'uopo col generale Washington.
Conosciuto Howe, che l'avversario non si lasciava pigliare a quei
tranelli, e che le minacce a voler correre alla Delawara erano state
infruttuose, volle provare, se la sembianza della paura, e della
precipitosa ritirata verso Ambuosa lo potessero adescare, ed in tal modo
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