Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2 - 20

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rincontro alle bocche del Sound, e dodicimila a Kingsbridge, Terra posta
all'estremità dell'isola, dove si era molto affortificato, per conservar
libera la comunicazione colla terra-ferma, ed impedire che il nemico,
fatta una improvvisa correria in quel luogo, non lo rinserrasse del
tutto dentro l'isola medesima. Ma stava in grandissima apprensione per
la città, ed incominciava a dubitare di non poterla conservare nella
divozione della lega. Essendosi il nemico fatto forte nelle parti
settentrionali dell'Isola Lunga, ed avendo la signoria del Sound, era da
temersi, ch'egli, o sbarcasse molto grosso sul mezzo fianco dell'isola
della Nuova-Jork, appunto verso le bocche del Sound, nel qual caso il
presidio della città, e tutte le vicine bande, non avendo più scampo
alcuno, avrebber dovuto arrendersi; ovverochè, traversato il Sound e la
Morrissonia, andasse a pigliar porto colla più gran parte del suo
esercito alle spalle di Kingsbridge. Nel qual caso avrebbe mozzato
affatto la comunicazione agli Americani dall'isola alla terra-ferma, e
sarebbero stati obbligati, o di arrendersi a patti, o di combattere una
battaglia, nella quale avendo gli Inglesi la elezione del luogo e del
tempo, ed essendo gli Americani ancora sbigottiti dalla recente
sconfitta, sarebbero questi secondo ogni probabilità stati perdenti. Nel
quale evento la fortuna americana non avrebbe più potuto risorgere,
tanto per lo scoraggiamento, che ne sarebbe nato degli uomini, quanto
per la perdita delle armi, della munizioni e delle bagaglie. Aveva
perciò Washington fatto consapevole de' suoi timori il congresso,
pregandolo, fosse contento d'informarlo, quale intendesse, avesse ad
essere il destino della città, quando fosse obbligato ad abbandonarla.
Al che rispose il congresso umanamente, si conservasse intiera e salva.
Fatta poscia una Dieta dei primarj capitani, pose il partito, se si
dovesse senz'altro indugio votar la città; e si vedeva chiaramente,
ch'egli inclinava al sì. Molti portavano la medesima opinione per le
ragioni sopraddette, e meglio ancora, perchè il ritirarsi più indentro
nelle terre sarebbe un privar il nemico del vantaggio, ch'egli aveva
grandissimo, delle sue flotte. Altri si opponevano, perchè credevano,
che il difender la Nuova-Jork avrebbe fatto consumar il tempo al nemico,
e che intanto sarebbe trascorsa la stagione del guerreggiare. Pensavano
ancora, che il votarla sarebbe stato segno di troppa viltà; cosa, che
sarebbe riuscita di troppo gran pregiudizi sulle opinioni dei soldati e
dei cittadini. Prevalse la sentenza di questi, e fu vinto il no. Ma
finalmente, ingrossandosi vieppiù gl'Inglesi alle bocche del Sound, ed
essendosi fatti molto forti nell'isola di Montesoro e di Buchanan, fatta
un'altra consulta, si determinò, che non solo era prudente, ma ancora
necessario di votar la Nuova-Jork. Si diè pertanto tostamente mano al
rimover di là per la via del fiume del Nort i malati, le bagaglie e le
munizioni, le quali si portarono molto in su sopra le coste della
Nuova-Cesarea. Dopo alcuni dì anche il presidio avrebbe abbandonata la
città, lasciandola del tutto in balìa del nemico.
Mentre queste cose si facevano con molto ordine dai soldati, e con molto
terrore dei cittadini della Nuova-Jork, ecco, che si levava un gran
romore per le ricevute novelle, che l'inimico sbarcasse nell'isola. I
soldati a molta fretta correvano a riunirsi coi loro nelle pianure di
Harlem. Nel mentre che le navi inglesi entrate nella riviera del Nort
per rivolgere a quella parte l'attenzione dei generali americani, ed
interrompere il trasporto delle bagaglie e munizioni, la prima schiera
dell'esercito inglese condotta da Clinton si era imbarcata in capo al
golfo di Newtown, e procedendo pel Sound, ed entrando nella riviera di
Levante per la Porta d'Inferno, navigato prima un poco all'ingiù, era
andata a sbarcare a Kippsbay a tre miglia distante dalla Nuova-Jork
verso tramontana. Erano in questo luogo più, che in qualsivoglia altro
deboli le difese, e le genti britanniche protette dalle artiglierie
delle navi pigliaron tutte terra senza quasi incontrar nissuna
resistenza. Non aveva tralasciato il generale americano, tostochè ebbe
avviso dello sbarcar degl'Inglesi, di mandar loro incontro le brigate
dei generali Parsons e Fellows, acciocchè riunite a quelle che
difendevano Kippsbay, sostenessero l'impeto del nemico. Ma quelle prima,
e poscia queste ancora si diedero vergognosamente alla fuga, nonostante
tutti gli sforzi dei capitani per ritenerle. Arrivato poi Washington
istesso le incorava e rannodava; ma, comparsa una banda di nemici, di
nuovo si scompigliarono e voltaron le spalle. Se gl'Inglesi senza metter
più lunga dimora al loro cammino si fossero spinti innanzi, avrebbero
senz'alcun dubbio intrapreso il presidio della Nuova-Jork, che si
ritirava. Ma ossiachè i generali inglesi non potessero restar capaci di
tanta viltà negli Americani, e temessero di cacciarsi in mezzo a due
schiere nemiche, ossiachè, come scrivono alcuni, gonfiati dal prospero
successo, si trattenessero a diporto per ben due ore in casa di una
gentildonna, certo è, che fu lasciato luogo a Putnam, che guidava il
presidio, di difilare, e d'andarsi a congiungere col rimanente
dell'esercito. Lasciarono però gli Americani in poter dei nemici le più
grosse artiglierie, molte bagaglie e munizioni, e massimamente le tende,
delle quali stavano in grandissimo bisogno. Dei soldati pochi mancarono,
e questi in una scaramuccia presso Bloomingdale.
L'esercito inglese, mandato una grossa banda a pigliar possesso della
città della Nuova-Jork, la quale può dare in ogni caso di fortuna
recapito ad un buon esercito, s'accampò presso il centro dell'isola,
avendo l'ala sua dritta posta a Horens-Hook sulla riviera di Levante,
mentre la sinistra toccava Bloomingdale presso quella del Nort,
occupando esso in tal modo tutta la larghezza dell'isola da una parte
all'altra, la qual è, di circa un miglio. Gli Americani poi si erano
molto affortificati a tramontana dell'isola, e massimamente a
Kingsbridge. Avevano anche un alloggiamento sulle alture di Harlem,
distante ad un miglio e mezzo dalle guardie inglesi. Un altro forte
passo occupavano tra Harlem e Kingsbridge, siccome pure una Fortezza
chiamata il Forte Washington sul fiume del Nort. In questo stato di cose
seguivano frequenti avvisaglie, nelle quali appoco appoco andavano gli
Americani ricuperando il coraggio, e s'avvezzavan di bel nuovo a
guardare in viso l'inimico. Washington molto desiderava, che i suoi si
mescolassero cogl'Inglesi in questi fatti. Uno fra gli altri ne seguì
molto grosso nelle pianure di Harlem, dove, spintesi troppo avanti pel
troppo ardore alcune bande d'Inglesi e di Essiani, furono prese alla
tratta in un agguato apparecchiato loro dagli Americani, e ne andarono
colla peggio. Washington molto commendò per lettere pubbliche il valor
de' suoi.
Pochi giorni dopo che la città della Nuova-Jork, tanto opportuna alle
cose d'America, era venuta in poter dei regj, arse per un fuoco acceso,
chi scrive da alcuni cittadini a bella posta, perchè gl'Inglesi non si
potessero prevalere delle stanze di tanta città, e chi a caso. Fu
scritto, che il fuoco si appiccasse in varj luoghi nel medesimo tempo, e
per mezzo di esche ingegnosamente preparate; il che negano gli
Americani. Poco mancò, tutta la città non fosse consumata dalle fiamme,
soffiando il vento forte, ed essendo l'aria secca. I soldati del
presidio guidati dal generale Robertson molto si adoperarono per
arrestar l'incendio; ed infuriati, com'erano, presi alcuni fra
gl'incendiarj, o che tali credevano, gli precipitavano a trabocco in
quelle fiamme, che accese avevano.
Il generale inglese accorgendosi, che tal era la fortezza degli
alloggiamenti del nemico, che il cacciarnelo per una battaglia era una
cosa piena di grandissimo pericolo, e molto incerta nell'evento, fece
quella risoluzione, la quale per avventura avrebbe dovuto fare da bel
principio, cioè di andar a campeggiare alle spalle degli Americani posti
a Kingsbridge, ed obbligargli in tal modo a combattere con isvantaggio,
o a ritirarsi con perdita, o a rimanere con pericolo. A questo fine,
lasciato lord Percy con due brigate inglesi, ed una di Essiani negli
alloggiamenti di Harlem, acciò difendessero la Nuova-Jork, egli col
rimanente esercito imbarcatosi sui battelli e sulle piatte, ed entrato
prosperamente nel Sound per la Porta d'Inferno, andò a sbarcare a
Frogsneck vicino alla Terra di West-Chester situata sui confini delle
due province della Nuova-Jork e del Connecticut. Fu da alcuni biasimata
questa mossa dell'Howe; perciocchè il generale americano avrebbe potuto
con un improvviso assalto opprimere le genti lasciate a Harlem, ed
impadronirsi di nuovo della città di Nuova-Jork. Ma forse fece egli
fondamento sullo sbigottimento, in cui tuttavia si trovavano i
provinciali, e sulla presenza delle navi, le quali in ogni caso
avrebbero porto un sicuro asilo alle pericolanti schiere. Aveva anche
Howe molto fortificato il posto di Gowans-hill per proteggere la città.
Per impedire poi che il nemico non potesse valersi della navigazione del
fiume del Nort, e per mezzo di questo trar le vettovaglie dalla
Nuova-Cesarea, aveva ordinato, che tre fregate montassero su oltre i
Forti Washington e Lee, il primo posto sulla sinistra, ed il secondo
sulla destra riva del fiume. Il che eseguiron esse con molta destrezza,
nonostanti le artiglierie dei due Forti, ed i triboli, coi quali avevano
gli Americani cercato d'interrompere la navigazione. Il generale inglese
soprastò alcuni giorni a Frogsneck, sia per rifar i ponti, che dal
nemico stati erano disfatti, sia per aspettare un grosso rinforzo, che
gli doveva venire dall'Isola degli Stati. La strada da Frogsneck a
Kingsbridge è molto difficile per le continue macìe, e gli Americani
l'avevano anche rotta in molti luoghi. Washington, il quale aveva
adunato tutto il suo esercito a Kingsbridge, mandò avanti i soldati
leggieri per tribolar nel suo viaggio l'esercito nemico.
Ricevuti i rinforzi, l'Inglese si moveva da Frogspoint con tutto
l'esercito, e traversato alcuni luoghi detti Pelham-manor, andava ad
alloggiare nella Nuova-Roccella. Là si congiungeva con lui la seconda
schiera dei lanzi essiani, e waldecchesi guidati dal generale
Knyphausen, ed un reggimento di cavalli testè arrivato dall'Irlanda alla
Nuova-Jork. Siccome il principal fine della spedizione quello era di
tagliar a Washington la comunicazione colle province orientali, e se ciò
ottenuto, non volesse combattere, chiuderlo dentro l'isola della
Nuova-Jork, così bisognava occupar le due strade, l'una inferiore più
verso il Sound, e l'altra superiore, che l'una e l'altra guidano nel
Connecticut. La prima già occupavano gl'Inglesi; ma per intraprender la
seconda faceva mestiero traversar quella contrada difficile, che già
detto abbiamo, a fine di andar a pigliar il posto di White-plains, o sia
delle Pianure Bianche alle spalle di Kingsbridge. Al qual partito si
risolvette Howe, marciando però lentamente e con molta precauzione, dopo
di aver lasciato alla Nuova-Roccella i lanzi venuti ultimamente, per
tener le vie aperte, e sicurar le vettovaglie e le munizioni, che ogni
dì vi arrivavano.
Washington stava attento al pericolo che correva; e, conosciuta
ottimamente l'intenzion del nemico, determinò di abbandonar col grosso
del suo esercito l'alloggiamento di Kingsbridge. Perciò girando col
sinistro corno, andò con questo ad occupar le Pianure Bianche, mentre il
diritto alloggiava sulle alture di Valentine's-hill presso Kingsbridge,
e la battaglia di mezzo senza interrompimento guerniva le alture, che si
distendono da Valentine's-hill alle Pianure Bianche. Quivi attendeva a
fortificarsi sollecitamente. In tal modo si trovò l'esercito americano
attelato paralellamente al fiume Brunx, che lo fasciava da fronte, e lo
separava dall'inglese, il quale marciava all'insù sopra la sinistra riva
di questo fiume. Aveva di dietro il grosso fiume del Nort, per mezzo del
quale dalle parti superiori, non avendo sin là potuto penetrar le
fregate inglesi, riceveva le vettovaglie. Col corno sinistro poi
occupava la superiore via del Connecticut, per la quale anche gli
pervenivano abbondantemente i viveri e le munizioni. Lasciò sufficienti
presidj a Kingsbridge, a Harlem e nel Forte Washington, abbenchè in
questo contro sua voglia. Intanto mandava spesso i corridori sul Brunx
per ritardar le mosse del nemico. Onde seguivano frequenti abboccamenti
tra l'una parte e l'altra, nei quali, sebbene per l'ordinario i reali
rimanessero superiori, servivano però maravigliosamente a cancellar la
paura negli Americani, i quali ogni dì pigliavano più animo addosso ai
nemici. Finalmente, approssimandosi il nemico alle Pianure Bianche,
Washington ristrinse subitamente il suo esercito, e, abbandonati gli
alloggiamenti, che aveva lunghesso il Brunx, tutto lo raunò in un forte
campo su certe alture, presso le Pianure medesime, a fronte
degl'Inglesi. Il suo destro fianco era protetto dal Brunx, il quale co'
suoi rivolgimenti fasciava anche da fronte il destro corno. Il centro
era quasi paralello al fiume, ed il sinistro corno posto quasi ad angolo
retto sul centro, e per conseguente quasi paralello al destro, si
distendeva verso tramontana sulle colline, quanto era necessario per
guardare i passi verso le regioni montagnose superiori, alle quali
l'esercito avrebbe potuto ritirarsi. Ma siccome il destro corno, come
quello che in una regione più piana e meno difficile era posto, si
trovava in maggior pericolo, così giudicò opportuno di mandar ad occupar
un monte, un miglio circa distante dal campo, per una grossa banda di
soldati condotti dal generale Macdougall. Questi vi si afforzarono, come
meglio per la brevità del tempo potettero.
Stando in tal condizione l'esercito americano, arrivarono gl'Inglesi a
sette o otto miglia distante dalle Pianure Bianche, e si apparecchiavano
ad assalirlo. La mattina dei 28 ottobre le genti divise in due schiere,
la dritta guidata da Clinton, e la sinistra da Heister marciavano alla
battaglia. A mezzodì, cacciate e ributtate indietro tutte le scolte e
guardie nemiche dai primi feritori inglesi ed essiani, compariva
l'esercito inglese avanti il campo americano. Incontanente si diè mano
al trarre delle artiglierie, sebbene con poco effetto. Gl'Inglesi
pigliarono tosto gli ordini, e talmente disponevano le genti loro, che
la dritta occupava la strada che conduce a Merrineck, un miglio circa
distante dalla battaglia di mezzo degli Americani; mentre la sinistra,
posta ad egual distanza dall'ala dritta di quelli, toccava il Brunx.
Il generale inglese, veduta l'importanza del posto pigliato da
Macdougall, e persuasosi, che non si sarebbe potuto assalir con frutto
il fianco destro del nemico esercito, il quale solo si poteva assaltare
essendo l'altro situato in luoghi più forti, determinò di sloggiarnelo.
Ordinò ad una squadra di Essiani sotto l'obbedienza del colonnello
Ralle, che guadasse il Brunx, e, fatta una giravolta, andasse a noiar il
fianco del generale Macdougall, mentrechè il brigadier generale Leslie
con una brigata d'Inglesi e di Essiani gli darebbe la battaglia da
fronte. Pervenuto Ralle al luogo indicato, Leslie dopo d'aver traversato
il Brunx assaltò furiosamente gli alloggiamenti di Macdougall. Le
milizie andarono tosto in volta; ma i regolari resistettero
gagliardamente. Anzi un reggimento marilandese condotto dal colonnello
Smallwood, ed un jorchese dal colonnello Ratzemar saltati fuori dalle
trincee animosamente andarono ad affrontar a piè della collina il
nemico. Ma oppressi dal numero cedettero, e si ritirarono. Salivano
quindi con mirabile intrepidità gl'Inglesi e gli Essiani, e, superati a
viva forza i nemici contrastanti, s'impadronirono del monte.
Continuarono però gli Americani a trarre per qualche tempo di dietro le
muricce ed altri luoghi vicini. Il che ritardò il progresso degli
assalitori. Putnam, ch'era stato inviato in aiuto, non arrivò in tempo.
Perdette l'una parte e l'altra in questo fatto assai gente.
Aspettava Washington con grand'animo ne' suoi alloggiamenti il vicino
assalto, e già aveva fatto sgombrar dietro i malati e le bagaglie. Ma,
essendo trascorsa una gran parte del dì, l'Inglese determinò di
aspettare il seguente. Perciò fe' alloggiar i suoi a gittata di cannone
del campo americano. Washington usò l'opportunità della notte per
fortificar vieppiù i suoi alloggiamenti, e per ritirar indietro a luoghi
più forti l'ala sinistra, la quale, per la perdita del monte, era
diventata più esposta alle offese. La mattina, Howe, considerata la
fortezza di quelli, si fermò, prima di dar la battaglia, a voler
aspettar l'arrivo di alcuni battaglioni, ch'erano stati lasciati alla
Nuova-Jork sotto i comandamenti di Percy, e d'alcune altre compagnie da
Merrineck. Essendo questi rinforzi giunti al campo la sera dei trenta,
intendeva di andare all'assalto la mattina seguente. Ma piovve la notte
e pioveva la mattina tuttavia sì fuor di misura, che ne fu rotto il
disegno. Intanto il generale americano, il quale considerava con molta
prudenza i pericoli, ed era alieno di tentare senza grandissima speranza
la fortuna di una battaglia campale, fatto considerazione eziandio, che
gl'Inglesi avevano già piantato quattro o cinque batterie, e che
potevano, girando sul destro fianco di lui, andarsi ad impadronir di
certi colli, che gli stavano a ridosso, la notte del primo novembre mutò
l'alloggiamento, ed andò a porsi in certi luoghi più alti nelle
vicinanze di North-Castle, non senza prima però aver posto il fuoco al
villaggio delle Pianure Bianche, siccome anche a tutte le case ed ai
foraggi, che dentro il campo si ritrovavano. Mandò tostamente una grossa
banda di soldati ad occupare il ponte sul fiume Crotone, pel quale si ha
la via alle parti superiori dell'Hudson. Gl'Inglesi entrarono l'indomani
nel campo americano.
Avendo il generale inglese veduto che l'Americano fuggiva la battaglia,
e che non si poteva in quel luogo urtare per la fortezza degli
alloggiamenti senza evidente pericolo e grave danno de' suoi, si
risolvette a torsi giù del seguitarlo, e si voltò a volersi render
affatto padrone dell'isola della Nuova-Jork. Principalmente gli stava a
cuore il Forte Washington, il qual era il più forte baluardo della
medesima. Tuttavia, quantunque il luogo, dove questa Fortezza era
murata, fosse molto aspro e difficile ad ascendersi, le fortificazioni
sue non erano tali, che potessero resistere ai colpi delle grosse
artiglierie; nè per la strettezza non era capace di più di mille
difensori, abbenchè nell'opere esteriori, dalle quali era circondato,
soprattutto a ostro verso la Nuova-Jork, potesse dar luogo a molti più.
Dubitando Washington di quello, che avvenne, aveva scritto mandando al
generale Greene, che comandava in quei contorni, esaminasse molto bene;
e se trovasse, che il Forte Washington non fosse abile a sostener
l'assalto, il facesse votare incontanente, e la guernigione trasportasse
sulla destra riva dell'Hudson. Ma questi, o sia che giudicasse per la
fortezza del luogo, e pel buon animo della guernigione, si potesse tener
lunga pezza, o che non volesse coll'esempio della ritirata sbigottir di
più i già troppo rimessi animi degli Americani, deliberò di voler
persistere nella difesa. Al qual partito tanto più volentieri
s'appigliò, che credette, sarebbe sempre fatto abilità alla guernigione
di ritirarsi sicuramente al Forte Lee situato sull'altra riva del fiume.
Ma Washington, temendo di qualche sinistro, ed avvisandosi molto bene,
che gl'Inglesi non si sarebbero rimasti alla presura del Forte, ma che,
valicato il fiume, e preso col medesimo impeto il Forte Lee, il quale
non era difendevole lungo tempo, avrebbero corso tutta la provincia
della Nuova-Cesarea, lasciato il generale Lee colle genti appartenenti
alle province orientali sulla sinistra riva dell'Hudson, e pigliati i
luoghi forti verso il fiume Crotone, e particolarmente a Peek's-hill
presso l'Hudson medesimo, valicò questo fiume col grosso dell'esercito,
e andò a congiungersi con Greene negli alloggiamenti del Forte Lee. Il
generale Lee medesimo teneva ordine di venir rattamente a raggiugnerlo,
ove il nemico, superati i Forti, avesse corso sulla destra riva del
fiume. Scrisse poi al governatore della Nuova-Cesarea, facesse sgombrare
ai luoghi più lontani le vettovaglie, e chiamasse sotto le insegne tutte
le milizie. Fatti tutti i preparamenti, che meglio per lui si potevano,
Washington aspettava, e diligentemente spiava, quali avessero ad essere
le mozioni del nemico.
Intanto Howe, fatto marciare dalla Nuova-Roccella il generale
Knyphausen, gli aveva ordinato, s'impadronisse di Kingsbridge. Il che
eseguì egli senz'avere incontrato resistenza alcuna, essendosi gli
Americani, che guardavano quel luogo, ritirati al Forte Washington. Per
la qual cosa le genti di Knyphausen entrarono nell'isola della
Nuova-Jork, ed andarono ad osteggiare il Forte dalla banda di
tramontana. Poco stante l'istesso generale inglese, lasciati gli
alloggiamenti delle Pianure Bianche, e costeggiando l'Hudson menava il
rimanente dell'esercito a Kingsbridge, e poneva il campo sui colli di
Fordham con aver l'ala sua dritta prossima a questo fiume, e la sinistra
al Brunx. Così stando le cose, si apparecchiarono i regj a dar la
batteria al Forte Washington, nel quale, ed in tutte le sue
appartenenze, si trovavan bene da tre migliaia di soldati sotto i
comandamenti del colonnello Macgow, esperto, animoso e prudente
capitano. Fattagli la chiamata, rispose, volersi difendere. I soldati
regj ivano all'assalto divisi in quattro schiere. La prima da tramontana
guidata da Knyphausen, e composta di Essiani e Waldecchesi, la seconda
da levante condotta dal brigadier generale Matthew, nel quale vi erano i
fanti leggieri inglesi, e due battaglioni delle guardie. Questi dovevano
assalir le trincee, che dal Forte Washington si distendevano sin presso
questo fiume. La terza, la quale doveva passare il fiume più sotto, che
la seconda, ed era capitanata dal colonnello Stirling, doveva, sbarcata
che fosse, assaltar il Forte più verso ostro. Ma quest'era un assalto
simulato. La quarta finalmente, che obbediva agli ordini di lord Percy,
molto grossa, era ordinata a far il suo sforzo contro il fianco australe
del Forte. Tutte erano fornite di buone ed ottimamente ministrate
artiglierie.
Gli Essiani condotti da Knyphausen dovevano traversare un bosco assai
folto, in cui alloggiava il colonnello Rawlings col suo reggimento di
corridori. Seguiva tra gli uni e gli altri un ferocissimo affronto, nel
quale i primi provarono un danno assai grave. Perciocchè gli Americani
appiattati dietro gli alberi e le rocche, traevano alla celata, e
sicuramente. Ma infine, fatto un grande sforzo, riuscirono gli Essiani
su d'una difficile, e molto erta cresta, dalla quale di forza cacciarono
i nemici, di modo che fu fatta facoltà alle schiere, che venivan dietro,
di sbarcar alla libera. Il colonnello Rawlings co' suoi si ritirò a tiro
del cannone del Forte. Dal canto suo Percy si era impadronito di un
puntone esteriore, sicchè diè facoltà alle genti di Stirling di poter
isbarcare. Il che fatto, con mirabil costanza montando per l'erta,
pervenne alla sommità di un monte, dove fece molti prigionieri,
nonostante l'ostinata difesa loro. Il colonello Cadwallader, che stava
alle difese in questa parte, si ritrasse anch'esso al Forte. In questo
mezzo Ralle, il quale guidava la destra squadra della schiera di
Knyphausen, superati con valore incredibile tutti gli ostacoli, si era
sì fattamente approssimato al cassero, che piantò il suo alloggiamento a
cento passi del medesimo. Quivi venne poco stante a congiungersi con
esso lui Knyphausen medesimo colla sinistra squadra, sbrigatosi
dagl'impedimenti incontrati nel bosco. Così, perduti, non però senza
gloria, tutti i gironi esteriori, si trovava la guernigione tutta
incastellata. In tale stato di cose gli assalitori intimarono a Macgow,
dovesse arrendersi. Avendo egli già quasi logoro tutte le munizioni, e
nuocendo alla difesa l'istessa moltitudine dei difensori in un luogo
così stretto, si accorgeva benissimo, che non avrebbe potuto sostenere
l'assalto. Perciò si arrese a patti. Il presidio, che sommava a duemila
seicento soldati, incluse le bande paesane, rimase prigioniero di
guerra. Morirono dal canto dei provinciali pochi; circa ottocento da
quello dei reali; la maggior parte tedeschi. Così coll'acquisto del
Forte Washington venne in potere delle genti del Re tutta l'isola della
Nuova-Jork.
Volendo Howe usar pienamente questa sbattuta degli Americani, ed
impedirgli, che non rifacessero testa, raunata una grossa banda di circa
sei migliaia di soldati sotto la guida di Cornwallis, le fe' valicar il
fiume del Nort a Dobbsferry, e correre contro il Forte Lee, sperando
d'intraprendere tutta la guernigione, che entro vi si trovava.
Consisteva essa in duemila soldati. A mala pena si potettero salvare,
abbandonato il Forte, tostochè intesero il caso del Forte Washington, ed
ebbero i primi avvisi del passare e della forza del nemico. Le
artiglierie, le munizioni, le bagaglie, e massimamente le tende, perdita
gravissima, vennero in mano dei vincitori. I vinti si ritirarono al di
là dell'Hackensack. I vincitori potevano andare a percuotere nelle parti
più interne della Cesarea.
Da questa avversa fortuna dell'esercito americano, e massimamente dalla
perdita dei due Forti Washington e Lee, e dall'assalto così feroce dato
al primo, ne nacque subito grandissima mutazione di cose. Si
manifestarono quegli effetti, che la stessa battaglia così infelice
dell'Isola-Lunga non aveva potuto operare, vale a dire la dissoluzione
dell'esercito. Le milizie correvano difilate ed alla sfuggiasca alle
case loro; i soldati stessi d'ordinanza, quasi disperati delle cose, si
sfilavano anch'essi, e disertavano alla giornata. In questo periodo
della guerra pareva la fortuna americana affatto disperata. L'esercito
di Washington restò si dimagrato, che, se arrivava, più non passava i
tremila combattenti, e questi sconfortati, e quasi affatto perduti
d'animo in una contrada piana e sfogata senza istrumenti da trincerarsi,
senza tende in una stagione sì rigorosa, ed in mezzo a popoli poco
zelanti, anzi avversi alla repubblica. Doveva il capitano del congresso
fronteggiare un esercito vittorioso e grosso di più di ventimila
soldati, tutti gente disciplinata, ed usa alle guerre, il quale condotto
da capitani eccellenti, e volendo usare la caldezza della vittoria lo
perseguitava alla distesa; ed intendeva di por fine, spegnendo le
reliquie dell'esercito repubblicano, quei dì medesimi alla guerra. Si
aggiungeva a queste difficoltà, che, quantunque gli Inglesi non
abbondassero, non mancavano però di alcune torme di cavalleggieri, i
quali correvano la contrada; mentrechè Washington non aveva altri
cavalli fuori di alcune piccole e cattive bande del Connecticut guidate
dal maggiore Shelden. Il quale difetto, in quelle campagne piane e
cavalcherecce, di quanto danno e pericolo fosse per riuscire, nissuno è,
che non lo veda. Nè meglio era fornito di artiglierie, che di cavalli;
che anzi di coteste armi tanto necessarie si trovava in grandissimo
bisogno. Queste genti poi erano la più parte milizie, quasi tutte della
Nuova-Cesarea, le quali, o nella fede balenavano, od eran disiose di
ritornarsene, in tanto pericolo, alle case loro, desiderando di campare,
se possibil fosse, le sostanze ed i parenti dalle imminenti calamità.
Quei pochi soldati stanziali, che pure continuavano sotto le insegne, la
maggior parte compivano le ferme col finir dell'anno; e si temeva, che
anche questo rimasuglio d'esercito avesse fra pochi dì intieramente a
risolversi. Nè in tanta depressione di fortuna poteva il generale
americano sperare di ricevere pronti o sufficienti rinforzi, essendo nei
vicini luoghi sbigottite fuori di misura le popolazioni, dimodochè
ciascuno temendo per sè, non voleva andare a soccorrer gli altri. Quei
pochi reggimenti di ordinanza, i quali ancora si trovavano nei luoghi
vicini al Canadà o erano là necessarj per arrestar i progressi del
nemico, o erano anch'essi soggetti ad una vicina dissoluzione pel finir
delle ferme. A tanti mali veniva ad arrogersi il pericolo delle
sedizioni da parte dei mali affetti, i quali in varj luoghi chiamavano
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