Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2 - 12

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temperati nel desiderar le Realtà, o le repubbliche; si debbono bensì
detestare ed esecrare gli ambiziosi, i quali fanno cambiar le Realtà in
dispotismo tirannico, e le repubbliche in anarchia anch'essa tirannica.
Vivendosi pertanto in Inghilterra fra questi umori si divulgava; che il
lord Darmouth, uno dei segretarj di Stato, aveva fatto intendere a Penn
e Lee, i quali da parte del congresso gli avevano presentato la
petizione indiritta al Re, che non le si sarebbe data nissuna risposta.
Del che quei che seguivano le parti americane, si commossero a
grandissimo sdegno, ed andavano facendo gran querimonie, che i ministri
mostrassero troppo maggior ostinazione, che i tempi non comportavano.
Ma i ministeriali dal canto loro redarguivano gli avversarj, ed
instavano dicendo; ora che ogni cosa è in pronto; che il popolo ha
concetto grandi speranze; che l'Europa tutta sta in aspettazione per
vedere, quale abbia ad essere il frutto della rotta pazienza, e delle
apprestate armi, si dee dar dentro, e gagliardamente usar quella guerra,
che la Gran-Brettagna con inudito esempio di longanimità ha voluto
evitare, ed alla quale gl'insolenti e caparbj sudditi l'hanno e
chiamata, e provocata con tanti oltraggi.
Queste insinuazioni dei ministeriali facevano grand'effetto presso una
nazione di propria natura e valorosa ed orgogliosa; e gli animi si
disponevano gradatamente alla guerra. Ciò nonostante le petizioni contro
di questa eran frequenti.
In questo mezzo arrivarono infelici novelle delle pescagioni di
Terra-nuova; poichè avendo il congresso proibito ogni trasporto di
viveri a que' scanni, quei che vi erano iti per la bisogna del pescare,
dovettero, per non morir di fame, abbandonarla, e prestissimamente
ripararsi ad altri lidi. A questo s'aggiunse una fortuna di mare, che
con furore insolito desolò quelle spiagge. Gonfiò molto terribilmente, e
si alzò oltre trenta piedi sopra l'usato livello. Fu sì improvviso
l'impeto suo, che prevenne ogni scampo; più di settecento barche
pescherecce colle intiere ciurme perirono. Alcune più grosse navi
affondarono del pari colle genti. Nè minore fu la devastazione sulle
terre. Imperciocchè, dilagando il mare, pose ogni cosa in rovina. A tale
calamità molto si sgomentarono gli uomini in Inghilterra, e parve a
tutti una cosa malaugurosa. Pareva, che la fortuna fosse corrucciata in
ogni luogo contro il britannico Impero.
I popoli superstiziosi si ristavano. Conguagliavano la fortuna americana
colla loro. Dal canto dei coloni il cielo propizio, l'abbondanza delle
vettovaglie, la sanità degli eserciti, la prosperità delle armi, la
moltitudine pronta a correre sotto le insegne. Dal canto loro un
esercito assediato, malattie mortalissime, ferite incurabili, lo stento,
la fame, ogni sorta patimenti; un cielo irato, un mare infuriato,
naufragi frequentissimi; molta ritrosia nell'andar soldati, ogni cosa in
declinazione. Gli oppositori politici per ambizione o per amor della
libertà; i mercatanti per interesse proprio o per amore della pubblica
prosperità della smarrigione universale approfittavano. Le petizioni
contro la guerra non furon poche; le città di Londra e di Bristol furono
tra le prime. Favellarono del sangue da spargersi, delle spese da
sopportarsi, dei nuovi nemici da incontrarsi. Vista l'ostinazione dei
coloni, la vittoria stessa sarebbe esiziale. Il vincitore e il vinto
sarebbero accomunati nella fatale sventura. Esortavano, pregavano,
scongiuravano, si desistesse da inimichevoli consiglj, che nissun bene
annunziavano, che tanta rovina presagivano.
Ma i ministri non si lasciavano svolgere dal proposito loro. Accrebbe in
questo stesso tempo il mal animo dell'universale, e la voglia di
contrapporsi ai disegni ministeriali, il rifiuto del Conte d'Effingham,
uomo assai ricco, ed uffiziale molto riputato negli eserciti britannici.
Aveva egli in ogni occorrenza difeso con molto calore l'impresa dei
coloni. E non volendo esser diverso da sè stesso rassegnò l'uffizio. Fu
lodato da molti. Le città di Londra, di Dublino e di Middlesex con
lettere pubbliche molto lo commendarono e ringraziarono. Parecchj altri
uffiziali imitarono l'esempio, ed era diventato uso il rinunziare. Nel
che coloro, i quali si dilettano delle cose politiche, potranno
osservare, con quanta facilità si potesse in Inghilterra seguire diversa
via da quella del governo; poichè gli oppositori, in luogo di riportarne
vergogna o danno, ne riportavano lode e favore. E fatta considerazione
delle imprese in varj tempi eseguite dalla nazione britannica, e con
quanta lena abbia essa esercitate le guerre contro nazioni potentissime,
non potranno non conchiudere, esser falsa l'opinione di coloro, i quali
credono, che un governo largo indebolisca le nazioni, e che la forza
loro non possa consistere, se non col dispotismo.
Ma tornando alla nostra narrazione, le vociferazioni degli opponenti, e
le licenze degli uffiziali avevano fatto di modo, che la bisogna dello
arruolare andasse molto lentamente. Quindi potevan bene a posta loro gli
uffiziali far dar nei tamburi per le città più popolose, rizzar le
insegne reali, prometter premj e caposoldi molto ingordi, che non
pertanto pochi si accostavano al voler pigliar soldo. In ciò si
dimostravano renitenti i cattolici egualmente che i protestanti. Solo
gli abitatori delle parti settentrionali della Gran-Brettagna pigliavano
le armi molto volentieri, e si facevano descrivere nei reggimenti. Ma
l'aiuto loro non poteva esser sufficiente in tanto bisogno. Perciò i
ministri si trovavano in grandissime difficoltà; per isbrigarsi dalle
quali si determinarono di rivolgersi agli aiuti esterni, sperando
coll'oro, del quale abbondavano, accattar gli uomini, dei quali
difettavano. A questo fine fecero i maneggi loro presso la Corte di
Pietroburgo per ottenere ventimila Russi, i quali dovessero essere
inviati in America la vicina primavera. Molto fondamento facevano su
questi soldati, siccome quelli, che nella precedente guerra contro i
Turchi avevano molta lode di disciplina e di valor militare riportato.
Ma le speranze riuscirono vane. Quel governo non volle acconsentire, che
i suoi soldati andassero a condursi ai soldi esterni, ed in quella
guerra entrassero per una poca di pecunia, nella quale interesse di
sorta alcuna non avevano. Allora i ministri applicarono l'animo a
tentare le Province Unite dell'Olanda. Avevano gli Stati Generali al
soldo loro alcuni battaglioni di soldati scozzesi, e questi domandò il
governo inglese per adoperargli nella guerra americana. Sperava, che per
l'antica lega, e per altri interessi comuni avrebbe facilmente dagli
Stati Generali ottenuto l'intento. Ma essendo la cosa di grandissimo
momento essi Stati non vollero di per sè stessi definirla, e
determinarono, si consultassero sopra di ciò le assemblee provinciali.
La Zelanda ed Utrecht consentirono; l'Olanda e le altre ricusarono.
Giovanni Derk, della Capella, orò molto opportunamente contro la
provvisione nell'assemblea degli Stati dell'Overissel. Disse, che il
tramescolarsi nelle intestine gare di una nazione esterna era cosa
troppo indegna della dignità della Repubblica; ch'essi si stavano troppo
deboli in sull'armi, e troppo prosperi in sul commercio per potersi
intromettere così di leggieri nelle brighe altrui; che se si soccorreva
all'Inghilterra contro l'America, altri Stati assai potenti, intendendo
della Francia, avrebbero soccorso l'America contro l'Inghilterra, e che
l'Olanda tratta sarebbe necessariamente a parte della pericolosa guerra.
Ricordò la tirannide inglese in sui mari, le visite fatte sulle navi
olandesi, e le confiscate merci sotto il pretesto del contrabbando.
Parlò dell'indole efferata di questa guerra, e toccò peranche i crudeli
Indiani condotti ai soldi dei capitani britannici. Favellò finalmente
dell'imprudenza, che sarebbe grandissima, nel dar le mani a quel costume
testè introdotto generalmente in Europa dei grossi eserciti stanziali,
peste esiziale di ogni buon governo, e principale sostentamento del
servaggio dei popoli. Il partito non si ottenne. Del che non debbe
alcuno pigliar maraviglia; stantechè appariva generalmente agli Olandesi
la causa americana molto simile a quella degli antenati loro; e pareva
ad essi strana cosa, che avessero a concorrere nel punir coloro, che il
proprio esempio imitavano. In questa sentenza concorrevano e quelli fra
gli Olandesi, che seguivano le parti inglesi, e quelli ancora, che
setteggiavano pei Francesi, i primi, perchè credevano, che il voler
colla forza soggiogar gli Americani, sforzati gli avrebbe alla fine di
gettarsi nelle braccia della Francia, ed i secondi, perchè desideravano,
che fossero rintuzzati l'orgoglio e la potenza della nazione britannica.
Certo è, che a que' tempi la prosperità e la ricchezza dell'Inghilterra
facevano invidia a tutti; e che i suoi modi pieni di superbia
inasprivano, e gli animi generalmente di secreto odio e di nimistà
riempivano.
Ma i ministri, fatto avendo un gran dimenare in Germania, sortirono
miglior effetto presso i principi d'Assia, di Brunswich ed alcuni altri
minori sovrani di quella contrada. Si fece l'accordo con grande
allegrezza e speranza dei ministri, i quali molto si rallegravano, che
la prontezza germanica avesse ad un sì gran bisogno alla lentezza
inglese sopperito. Nel che tanto maggior contento provarono, che,
siccome questi uomini tedeschi poco s'intendono di libertà, o di non
libertà, e parlando eziandio una diversa lingua, poco si poteva temere,
che potessero essere svolti dalle dicerìe e dagl'incentivi degli
Americani. Della qual cosa non istavano senza qualche dubitazione
rispetto ai soldati inglesi, siccome quelli, che avevano la medesima
favella che gli Americani, e che contro coloro andavano a combattere, i
quali difendevano o parevano difendere una causa ai sudditi più
favorevole che al governo.
Divulgatesi in Inghilterra le novelle dei soldati limosinati dai
principi di Germania non si potrebbe facilmente dire, a quanta rabbia si
commovessero coloro, i quali ai disegni ministeriali si opponevano.
Molti eziandio di quelli, che per essi parteggiavano, se ne alterarono
grandemente. Andavano dicendo, ch'era una cosa da non potersi tollerare,
che i soldati mercenarj dei principi forestieri venissero ad
intromettersi nelle domestiche discordie; ch'era questo un mettere una
mala cannella, un porre un pernizioso esempio, del quale audaci ed
artifiziosi ministri si avrebbero potuto prevalere per sovvertir gli
ordini civili, e spegnere ogni libertà nell'Inghilterra medesima; che
questi soldati, compiuta che avessero la bisogna loro in quelle lontane
contrade, potevano sotto varie coperte venir condotti ne' più vicini
luoghi, e fors'anche nel cuore stesso del Regno; che quest'era un caso
di Stato, un crimenlese l'aver voluto senza il consenso del Parlamento
introdurre soldati stranieri nei dominj britannici. Certamente nissuna
risoluzione dei ministri aveva sin qui tanto disgusto, e tanta
perturbazione prodotto nei popoli, come questa. Accese ella
viemmaggiormente la rabbia degli uni, e molto raffreddò gli altri, e
parve a tutti illegale nel principio, pericolosa nel fine, ed ingiuriosa
al nome britannico, come se non fosse bastata la vista agl'Inglesi soli
di condur a buon fine la contesa. Ognuno stava di mala voglia, ed
incominciavasi generalmente a condannare la cagione della guerra e
l'ostinazione dei ministri.
In mezzo a tutti questi sospetti e travagli fu convocato il Parlamento.
Ma prima di entrare a descrivere le discussioni ch'ebbero luogo in
questa sessione, ci par cosa conveniente il raccontare, quali fossero a
questo tempo i disegni dei ministri intorno la guerra americana.
Essendosi accorti, in quanta disgrazia fossero venuti dell'universale
per non aver mai voluto dar luogo ad alcuna proposta d'accordo, e per
non avere o saputo o voluto esercitar la guerra cogli opportuni
provvedimenti, si risolvettero finalmente a mostrarsi vivi, e ad
adoperare tanta forza contro gli Americani, che poca speranza potessero
avere di poter resistere. Vedevano benissimo a quanta diminuzione già
fosse andata soggetta la riputazione delle armi inglesi, la quale, se
non vi si poneva un pronto rimedio, sarebbe divenuta di gravissimi danni
cagione, ed avrebbe in fine dato origine alla guerra esterna.
Imperciocchè, quantunque andassero spesso affermando, che i principi
europei non cessavano di dar segni di voler continuare nell'amicizia,
sapevano tuttavia, che questa era cosa impossibile a dover riuscire,
quando la lunga contesa durasse più oltre, e che le armi inglesi
continuassero ad esser perdenti. Egli era facile il pensare, che la
Francia non dormiva, ed avrebbe molto volentieri pigliato le prime
occasioni per mostrarsi. Quantunque fossero i ministri inglesi di quel
tempo d'animo piuttosto gretto, che no, e piuttosto taccagni, che
prudenti, non eran però sì dolci, che si lasciassero pigliare al boccone
delle amichevoli protestazioni, le quali più efficacemente si fanno,
quando si ha in mente di non osservarle. Sapevasi, che negli arsenali
della Francia si lavorava indefessamente nell'allestir i navilj, e nel
procacciar le munizioni navali, e che quel governo in ciò con
grandissima costanza si travagliava, perchè i recenti danni si
riparassero, e la forza e lo splendore delle armate francesi si
ristorassero. Nel che la nazione tutta si dimostrava consenziente, e
prontissima a secondar il governo. Di più non era nascosto, che dai
porti francesi partivano ogni dì munizioni da guerra alla volta
dell'America; la qual cosa, se non si faceva immediatamente dal governo,
era però molto pazientemente tollerata. Osservavasi non senza molta
gelosia, che i Francesi avevano testè mandato nelle Indie occidentali
una flotta molto bene numerosa, e che anche i soldati da terra vi
s'ingrossavano di maniera, che già avevan la sembianza di un esercito
giusto. Dava ancora qualche sospetto, che alcuni gentiluomini francesi
si erano per lo spazio di molti giorni abboccati col generale Washington
nel suo campo presso Boston, e che quindi si eran recati a conferir col
congresso. Il passato ammoniva i ministri inglesi del futuro; e giacchè
in niun tempo si era alzata una insegna di guerra in America, che le due
nazioni francese e inglese non entrassero a parte della controversia
l'una contro l'altra, così si doveva ragionevolmente pensare, che
l'istessa cosa sarebbe avvenuta questa volta; e tanto più facilmente,
che ora d'interessi di molto maggior momento si trattava, che quelli non
erano, i quali erano venuti in contesa ai tempi andati. La Francia in
questa bisogna molto accortamente usava quelle arti, che le si
convenivano. Ella non si voleva discoprire in su quei primi principj,
sia perchè temeva, che il governo inglese, quando avesse innanzi tempo
intrapreso apertamente la difesa degli Americani, avrebbe a questi tali
condizioni d'accordo proposte, che le due parti si sarebbero
rappacificate, e colle forze unite avrebbero contro di sè medesima volte
le armi; e sia massimamente perchè non era ancora alla guerra navale
apparecchiata. Voleva temporeggiare, finchè fossero pronte le armi, e
che per la continuazione delle offese fosse la ferita tra le due parti
diventata del tutto incurabile; ed altresì finchè vedendosi da ognuno la
inclinazion delle cose, gli Americani, perduta ogni speranza d'accordo,
e preso nuovo ardire dai prosperi successi dell'armi, si risolvessero a
dichiarar l'independenza. Allora sarebbe pressochè impossibile diventata
la riconciliazione, sia per la maggiore esacerbazione degli animi, sia
per la gravità delle offese, sia finalmente per l'assoluta contrarietà
dello scopo, al quale le due parti tendevano. Perciocchè in tal caso non
si tratterebbe più di voler venire sotto certe condizioni ad un
amichevole componimento, ma sibbene di andarne ad una totale
separazione. Tali erano i pensieri del governo francese rispetto al
tempo, in cui dovesse discoprirsi; ma però per non far disperare del
tutto gli Americani, si era determinato a conceder loro sottovia tutti
quegli aiuti, e di far loro tutte quelle promesse, che atte fossero a
mantener viva in essi la speranza di una efficace cooperazione a tempi
più opportuni. Non si dubitava poi, che allorquando la Francia si fosse
risoluta a sostentar a viso scoperto gli Americani, anche la Spagna
sarebbe venuta a parte della guerra per la consanguinità delle due
famiglie reali, per l'identità degl'interessi, e perchè ardeva di
desiderio di levarsi dal viso la fresca vergogna della spedizione contro
Algeri. Tutti questi pericoli stavano molto fissi nelle menti dei
ministri britannici, e perciò disegnarono di volergli prevenire con un
repentino e gagliardo sforzo.
Oltre le armi e le munizioni, le quali abbondantissimamente si
preparavano in tutti gli arsenali, ed armerie dell'Inghilterra,
determinarono che avessero ad aver le stanze sulle coste d'America
ottanta navi da guerra per favorir i trasporti dei soldati e delle
munizioni là, dove bisogno ne sarebbe, per impedire quei del nemico, per
guastar le sue navi, e per secondare in ogni più conveniente modo le
imprese dell'esercito. Dovevano oltre quelle genti, le quali già si
ritrovavano in America, esser inviate meglio, che quarantadue migliaia
di soldati stanziali tra Inglesi e Tedeschi; cioè venticinque migliaia
d'Inglesi, e un poco più di diciassette migliaia degli altri. Queste
genti tedesche eran così fatte che vi avevano 4,300 Brunsvicchesi,
12,394 Essiani del Landgravio, e 668 del principe ereditario di Assia,
conte di Hanau. Si sarebbero aggiunte a queste tutte le reclute
canadesi, le forze dei reali d'America, ed i guerrieri indiani,
dimodochè si sperava, che quando fossero tutte le compagnie riempite, si
avrebbe un esercito di cinquantacinque migliaia di soldati, il quale,
salvate tutte le paghe morte, avrebbe in ogni caso sommato a meglio, che
a quaranta; forza, che credevasi più che sufficiente per soggiogar tutta
l'America. Se qualcuno poi desiderasse d'intendere quali fossero le
condizioni della condotta dei Tedeschi, sappia, che un Brunsvicchese si
aveva per centosessanta franchi di levata, e quattro soldi e mezzo di
soldo quotidiano. Un Essiano del Landgravio costava centosessanta
franchi di levata, e sotto sopra undici soldi di paga quotidiana; ed un
Essiano del principe ereditario medesimamente si comperava con
centosessanta franchi di levata, e circa dodici soldi di paga
quotidiana. Vollero ancora i ministri accompagnare i preparamenti della
guerra con alcune provvisioni, le quali dovevano, secondo la mente loro,
gli effetti di quelli molto efficacemente secondare. E siccome
conoscevano in quanto bisogno di pecunia si trovassero gli Americani, la
quale a sè stessi procacciare non potevano, se non col mezzo del
commercio, così determinarono di volerlo interrompere, sperando in tal
modo, che l'interesse privato avrebbe vinto l'ostinazione politica, e
che i biglietti stessi di credito, mancando affatto la pecunia numerata,
sarebbero andati soggetti ad una fatale bassanza. Ma per altro, per non
togliere agli Americani ogni speranza, e per non fargli ostinati per
disperazione, si consigliarono di dar la facoltà di perdonare ad alcuni
commissarj del Re, sperando, che molti, vinti dalla benignità,
tornassero al grembo dell'Inghilterra. Speravano, che questa
mansuetudine avrebbe inclinato i meno audaci a posar le armi, ed a
ricomporsi nell'antica quiete. La qual cosa, se si fosse, come
credevano, ottenuta, gli altri, che rimanessero armati, sarebbero stati
di leggieri oppressi. Questi erano i consiglj che i ministri avevano
presi, e che si proponevano di sottomettere alle deliberazioni del
Parlamento.
Orò il Re gravissimamente, rammentando le male arti usate in America per
sedurre i popoli, ed in certe opinioni, contrarie alla costituzione ed
alla subordinazione verso la Gran-Brettagna, infatuargli; che già erano
corsi ad un'aperta resistenza, e s'avevan recato in mano ogni potestà
del governo; che per ingannare facevano bene speciose protestazioni di
lealtà, ma che in fatti miravano all'independenza; che sperava però, che
il coraggio e la forza della nazione britannica comportato non
avrebbero, che vilmente si abbandonasse ciò, che con tanta cura e tanta
fatica si era acquistato; ch'era ormai tempo di levarsi in piè e di
usare tutte le forze del Regno; ma che però essendo sempre da anteporsi
la clemenza al rigore, l'animo suo era di concedere i perdoni, e far
cessar tosto le calamità della guerra a quegli uomini ed in que' luoghi,
che fedeli si dimostrassero. I ministri posero il partito, si rendessero
le solite grazie al Re, e si approvassero le cose proposte.
Ma lord Giovanni Cavendish con grandissima veemenza arringando disse,
che si maravigliava bene, che si volesse ostinatamente continuare in
quelle risoluzioni, che già sì perniziosi frutti partorito avevano; una
metà dell'Impero perduta; l'altra malcontenta e parteggiante; un Regno
altre volte felicissimo, ora infelicissimo; una nazione già
virtuosissima, ora corrottissima; ogni pubblica virtù guasta e
contaminata; e con ogni vizio entrate le perdite e le sconfitte. Si
taccian gli Americani delle mire d'independenza. Certo per l'Inghilterra
non istette, che un tale partito non pigliassero, giacchè i ministri
ogni opera hanno fatto per a ciò sforzargli; si taccian di
dissimulazione i coloni; ma hanno essi costantemente asseverato, che i
termini della concordia eran quelli di ritornare allo stato dell'anno
1763. Forti eserciti e poderose armate si voglion contro gli Americani
mandare. Ma son essi in casa loro, circondati dagli amici, abbondanti di
ogni cosa; gl'Inglesi lontanissimi, scarsi di vettovaglie; han per
nemici gli uomini, i venti, il cielo. E quali ricchezze, quali tesori,
necessarj non saranno per procurare fin là ai soldati le provvisioni? Le
selve impenetrabili, le montagne inaccessibili serviran nei casi
sinistri d'asilo, ove si ricoverino, di nido donde sbocchino di nuovo,
agli Americani. Ma agl'Inglesi converrà vincere o morire, od incontrar
la vergogna, peggiore assai della morte, del fuggir alle navi. Gli
Americani useranno le opportunità de' luoghi da essi soli conosciute per
tribolar le genti britanniche, per mozzar le vie, per sorprendere le
munizioni, per opprimer con fazioni improvvise gli stracorridori, per
istancare, per consumare, per temporeggiare, per protrarre l'esito
finale della guerra. Non si metteranno al rischio delle battaglie,
esclamava l'oratore, ma ci piglieranno alla stracca, noi, che lontani
siamo a tremila miglia. Sarà loro facil cosa il riempir le compagnie, a
noi impossibile. Sapranno usar le occasioni delle temporali superiorità
per riportarne qualche rilevata vittoria, sicchè i tardi soccorsi per
mezzo dell'Atlantico non arriveranno in tempo. Eglino impareranno alla
scuola nostra l'uso dell'armi e l'arti della guerra; e tal riscontro
daranno di lor medesimi ai maestri loro, che a questi ne increscerà
grandemente. Ma, suppongasi la vittoria; sarà ella certamente molto
sanguinosa, ed il frutto ne saranno Terre distrutte, campi abbruciati,
sudditi da odio irreconciliabile inveleniti, la prosperità del commercio
guastata, e sospetti continui di futuri motivi di guerra. Sono molto
antiche le querele intorno i pericoli alla libertà dei grossi eserciti
stanziali; ma la lunga e difficil guerra americana gli accrescerà
viemmaggiormente, e per ristoro del male ci comperano i ministri quei
malandati Tedeschi, buona gente al postutto, ma per isgabelli di
dispotismo maestri di coloro che sanno. Ma se per lo contrario sarem
perdenti, i tesori perduti rifar non si potranno, il commercio non potrà
risorgere, la nazionale gloria, prima sorgente della virtù e della
generosità degli animi, ne sarà oscurata, il nome britannico macchiato,
il valore spento; e non potrem nelle disgrazie nostre avere il conforto
di avere operato con maturità di consiglio, nè quello di non essere
stati avvertiti. La querela americana diventerà tosto querela europea, e
se questa patria non ne sarà sobbissata, sarà piuttosto da ascriversi
alla fortuna sua, che alla prudenza de' suoi reggitori. Tale è la
grandezza, tale l'importanza del soggetto, che dee far maraviglia, che
nella considerazione di questo sorgano passioni ed animosità, quandochè
converrebbe invece, che tutti si recassero nella quieta mente la
difficoltà della condizion nostra, e ponderatamente esaminassero, quali
avessero ad essere i più pronti, i più efficaci, i più conducevoli
rimedj. Si preghi adunque, concludeva, si supplichi Sua Maestà, perchè
si sospendano le ire, e non si corra sì tosto a versare colle mani
inglesi il sangue inglese. E che intanto con diligenza e con pacatezza
d'animi si avvisino le cause della presente discordia, e gli opportuni
mezzi si ritrovino per ricongiungere le lacerate parti del britannico
Impero; per ristorar in maestà del governo, l'obbedienza alle leggi,
l'autorità del Parlamento, il contento e la felicità di tutto questo
inclito e nobilissimo popolo.
Gli ascoltanti si trovavano in tempera, e la veemente orazione del lord
Cavendish aveva una mirabile impressione fatta sulle menti di tutti. Ma
replicarono con non minor calore i ministeriali, che non si poteva
restar capace, come questi acconci oratori, i quali tanta pompa facevano
d'amor della patria, tante lunghiere spendevano per provare, che quei
che si trovavano in ribellione contro l'autorità della Gran-Brettagna,
avessero la ragione; e come sembrassero voler recarsi a diletto il
perturbar nell'opere sue il governo a tempi di sì grave frangente. Nè
meglio si poteva comprendere, come si fossero risoluti a voler
dimostrare, che di necessità gli Americani ne sarebbero andati colla
vittoria; che nei decreti del congresso, che nei bandi di Washington si
mettano innanzi tali dottrine, ciò si potrebbe comportare; ma che da
uomini inglesi, da padri stessi della patria siano con tanta certezza
affermate, e tanto studiosamente propagate, non potersi a patto nessuno,
nè osservar senza maraviglia, nè tollerar senza sdegno. Affermasi, gli
Americani non mirar all'independenza. La qual cosa si concederà
facilmente, se si voglia contendere, che non vogliono avere, ma che di
già hanno ed usano la independenza, giacchè di già sonsi recato in mano
tutta l'autorità del governo col batter moneta, col gittar biglietti di
credito, coll'impor tasse, col far leve, col dichiarar le guerre,
coll'esercitarle, col concedere lettere di marca e di rappresaglia. Ma
le dolci e corrive persone, che qui stanno all'intorno, rispondono, che
i coloni protestano la leanza, e contraddicono alla independenza. Cosa
nuova invero, che si debba più fede prestare alle parole, che ai fatti;
e mentrechè questi uomini agevoli al credere loicano fra queste mura,
gli Americani immaginano, e ad effetto mandano nuove costituzioni di
governo, certamente per conservar gli ordini antichi, ed alla
Gran-Brettagna riunirsi. Ma quali sono le condizioni d'accordo, che sin
qui offerto hanno gli Americani? Di consentire a riconoscere il medesimo
sovrano. Certo il riconosceranno eglino, purchè possano far ogni voler
loro, e prestar niuna obbedienza alle ingiunzioni sue. E si vorrebbe,
che calasse l'Inghilterra a simili condizioni, le quali se non sono
oltraggiose, sono certamente ridicole? Il Parlamento ha aperto un adito
di concordia, col quale s'ei non rinunziava del tutto al diritto della
tassazione, fuori di dubbio poco ne conservava, e gli Americani medesimi
potevano di per sè stessi tassarsi. Ma si ha da far con uomini, che non
possono essere piegati nè da benefizio, nè da misericordia. Con quali
parole, con qual istile l'abbian essi ricevuto, il Mondo tutto, ed i
segreti nemici nostri stessi, che ne restaron maravigliati, il sanno. Se
l'Inghilterra s'ha da piegar ad un tanto bassamento, se si ha da
abbandonar l'onore cotanto alle monarchie necessario; se in luogo di
pigliar le armi contro un nemico che ci disfida, che disprezza il
governo e gli uomini della Gran-Brettagna, si ha ad inclinar la volontà
alle sue dimande ognor crescenti, si pigli pure il partito posto in
mezzo dagli avversarj. Che il costringere all'obbedienza i coloni sia
impresa difficile, nissuno lo nega. Ma dove non è difficoltà, non è
gloria. Poco conoscono la perizia degl'Inglesi capitani, ed il valor di
questi soldati coloro, che ci vogliono far disperare. I potentissimi
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