Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 14

Total number of words is 4335
Total number of unique words is 1584
37.2 of words are in the 2000 most common words
52.5 of words are in the 5000 most common words
60.1 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
erano manifestati, e che ora per la prima volta minacciavano una
evidente e prossima rovina. Imperciocchè il congresso d'Albania non
aveva avuto nulla d'illecito, essendo anzi dalle autorità legittime
convocato, nè nissuna tendenza prossima a cose nuove, quantunque in
ultimo i consiglj segreti di coloro, che v'intervennero, fossero forse
volti alla independenza; ma in fatto non vi si regolarono, che gli
interessi delle colonie inglesi colle vicine nazioni indiane. Il
congresso poi della Nuova-Jork, non essendo ancora a tanta caldezza
concitati gli animi, quando ei fu convocato, nè sì oltre trascorsi i
disordini popolari, nè il governo fatte avendo tante deliberazioni
rigorose, nè distrutti tanti statuti colonarj; nè essendo da un altro
canto i delegati a quel congresso, sebbene di molta, non però di tanta
estimazione presso i popoli americani, come quelli del congresso di
Filadelfia, non aveva gli animi così disiosi delle future cose tenuti,
come questo. I coloni riguardavano sopra di esso, come sopra un convento
d'uomini, i quali dovessero ad ogni modo liberar la patria dai pericoli,
che le sovrastavano; molti credendo, che coll'industria e prudenza loro,
e coll'autorità, che avevano presso i popoli grandissima, avessero ad
ottenere dal governo sollievo a quei mali, che gli opprimevano, e
l'antico ordine di cose ristorare. Alcuni altri si erano dati a credere,
che avrebbero la nazione americana a quella independenza condotta,
ch'era il primo e sommo desiderio loro, e sto per dire quell'agonia,
dalla quale essi erano notte e dì travagliati e punti. La fede che
avevano nel congresso collocata, era eguale all'odio, che avevano contro
le nuove leggi conceputo; ed ignorando per l'ordinario l'universale dei
popoli gli ostacoli, che nelle grandi imprese s'incontrano, e trovandosi
alleviati coll'avere scaricato addosso a pochi la briga di tutti,
attribuendo anche, siccome soglion fare, più efficacia di quel, che aver
possono veramente, ai nuovi maestrati, s'erano generalmente elevati a
grandissima speranza. E siccome l'unione degli animi è il più efficace
mezzo per riuscire nelle opere che s'intraprendono, così questa era
maravigliosa, e tutti volevano metterci la vita e le facoltà loro per
condurla a buon fine. Non che non vi fossero dissenzienti, i quali
avrebber voluto tutt'altra via tenere, che questa; ma essi erano pochi
in quel primo impeto, ed isbigottiti dal consenso e calore universale
degli altri. Nissun si pensi, che un altro governo, comunque dalla
diuturnità del tempo confermato e di forti armi munito, abbia mai tanta
volontà e prontezza all'obbedire provate, quante il congresso americano.
Volevansi ricevere le deliberazioni sue non solo come leggi utili ed
acconce da un buon governo derivanti; ma come dettami e quasi oracoli
d'uomini consegrati e votatisi generosamente al bene ed alla utilità
della patria.
In tal condizione si trovavan le cose in America al tempo della
convocazione del congresso. Ma in Europa la novità del caso aveva
grandemente ed universalmente sollevati gli animi; ed in alcuni indotto
il timore; in molti la speranza; in tutti la maraviglia. In Inghilterra
i ministeriali gridavano a testa contro l'ardimento, ch'essi chiamavano
ribelle, dei sudditi americani, e già si proponevano di venirne alle più
rigorose determinazioni. Ei non potevano restare capaci, come un popolo,
quale l'americano si trovava, ch'era stato sempre dall'amore delle Sette
in varie e diverse parti distratto, ora potesse in un solo animo, ed in
una sola volontà convenire; che deposti quei rancori, che tra gli uni e
gli altri correvano per causa di diversi interessi ed opinioni, ora in
ciò tutti concorressero a volere quello, ch'essi credevano i diritti
loro contro l'Inghilterra difendere e mantenere. Non potevano recarsi in
mente, come una nazione, la quale viveva in sul commercio, che non aveva
navilio guerresco, che aveva le principali città sue esposte ai danni di
un nemico armato in mare; che non era provveduta di un esercito
stanziale ed esercitato in guerra, avesse l'ardimento di contrapporsi
alle voglie della nazione britannica potente in sull'armi, gloriosa pei
recenti fatti, abbondante di pecunia pubblica e privata, avente un
governo costituito da lungo tempo, fornitissima di navi da guerra e di
munizioni di ogni sorta, e copiosa di capitani espertissimi nelle
battaglie tanto di terra, che di mare. Da un'altra parte si discorreva,
che non si doveva prendere maraviglia dell'ardire degli Americani,
stantechè, quand'anche fosse vero, essere i medesimi in peggiori
termini, quanto alla facoltà di esercitar la guerra, posti, che la
Gran-Brettagna non era, gli uomini, cui il fervore delle opinioni
politiche agita e muove, non la guardano così nel sottile, e non istanno
sulle probabilità delle cose avvenire; che, del rimanente, non era
l'Inghilterra medesima esente da molte e gravi difficoltà, essendo in
questo stesso soggetto della causa americana divisa dall'amor delle
parti, sicchè sia forza, che una porzione di essa debba molto suo
malgrado recarsi a' danni dell'America; essendovi un immenso mare
frapposto tra di essa e le terre, dove si dovrebbe la guerra esercitare;
il che debbe necessariamente produrre una spesa senza fine, un guasto di
munizioni enorme, una perdita d'uomini non poca, ed una gran tardità, e
spesso anche una inopportunità di deliberazioni. Si considerava inoltre,
che il tesoro pubblico dell'Inghilterra era a molto stretti termini
ridotto per l'esorbitante debito contratto ne' tempi andati, e
massimamente a quei dell'ultima guerra; che non era l'entrata a gran
pezza eguale all'uscita; e che un incremento sì grave di spesa, che si
avrebbe in questa nuova guerra ad incontrare, avrebbe del tutto messo in
fondo le finanze dello Stato. Aggiungasi, che l'America era una contrada
molto accomodata alle difese, essendo essa piena di selve senza via,
frequente di laghi, di fiumi e di montagne; scarsa di strade passatoje,
e abbondante di passi stretti e forti, e di tragetti, i quali sono dai
soli abitanti conosciuti. Nè si deve passar sotto silenzio, che la
ricordanza delle passate cose doveva di necessità molto effetto generare
nella mente di quei che dirigevano lo Stato in Inghilterra, inducendovi
molta dubitazione ed incertezza; imperciocchè quest'era quella causa
istessa, che un secolo addietro si era disputata in Inghilterra, e che
dopo tante contese e tanto sangue, aveva finalmente una totale
rivoluzione prodotta, e trasportato lo scettro britannico nelle mani di
una nuova famiglia di regnanti. Questo doveva eziandio nei Capi del
governo un certo disdegno partorire molto accomodato a pervertire
gl'intelletti loro, e ad allontanargli dai temperati e prudenti
consiglj. Certamente, da quella rivoluzione in poi, non ebbe il governo
di Inghilterra impresa più difficile a maneggiare, che questa, nè che
più funesto augurio avesse, nè che sì imminente pericolo arrecasse, nè
che tanta rovina nel cuore stesso del regno minacciasse. Si teneva anche
per sicuro, che non sarebbero mancati agli Americani i soccorsi esterni.
Imperciocchè quantunque i potentati europei, i quali possedevano colonie
in America, non potessero, se non se con una certa gelosia, riguardare
questi moti delle province inglesi, credendo, fosse questo un cattivo
esempio posto avanti agli occhi dei sudditi proprj, e dubitando, se
quello riuscivano nei disegni loro, che anche questi potessero per
avventura far pensieri perniziosi, ed alla lealtà contrarj, tuttavia si
assicuravano molto, pensando, che molto mancava che i coloni loro
fossero impressi di que' concetti in fatto di cose appartenenti allo
Stato, i quali presso gli abitatori delle colonie inglesi si
osservavano. E dall'altro canto il desiderio, che nutrivano, di vedere
abbassata la potenza dell'Inghilterra, era cagione, che, o quel pericolo
non vedevano, o veduto lo dispregiavano; perchè questo pericolo era
lontano ed incerto, mentre il benefizio dell'infievolimento della
Gran-Brettagna, che doveva probabilmente dalla guerra americana origine
avere, era vicino, e, se non sicuro, almeno assai verisimile.
Ma fra le altre nazioni dell'Europa, le quali tutte più o meno erano
alla causa degli Americani favorevoli, essendo tutte contro quello,
ch'esse chiamavano la tirannide inglese, piene di mala voglia, nissuna
si dimostrò in questo più viva della francese. Il desiderio di vendetta,
le brame della riscossa, la rimembranza dell'antico splendore, ed il
dolore delle recenti ferite non bene ancora racconce facevano sì, che il
governo francese fosse all'impresa degli Americani propenso. Ei non
aspettava altro, che gli estremi casi, e l'occasione propizia per
discoprirsi. Non ignoravasi fra la gente questo intendimento dei
ministri di Francia; e perciò, siccome nissun popolo è più tenero a
lasciarsi andare alle impressioni di chi il governa, che il francese, le
parti degli Americani erano in questa contrada con somma contenzione, e
con molto ingegno difese e sostenute. Del che se ne avevano anche altre,
e molto manifeste cagioni. I popoli di Francia, sebbene siano per lo più
vissuti sotto una maniera di governo molto stretta, hanno però sempre
tenuto in gran pregio quegli uomini e quei popoli, che le proprie
libertà con coraggio e con ardire difeso hanno contro le usurpazioni
della tirannide. Imperciocchè essendo essi, quando da quella loro
esorbitante immaginativa stravolti non sono, e fuori di loro medesimi
trasportati, generalmente di natura amorevole e dolce, così sono anche
molto inclinati a favorir coloro, i quali si trovano, o paiono oppressi,
massimamente quando questi, e con costanza sopportano l'avversità della
fortuna, e con coraggio si ingegnano di vincerla, e ad ogni modo
l'impresa loro ha in sè stessa qualche cosa d'animoso, di onorevole e di
grande. Tale si era, o tal pareva la causa degli Americani, e tale si
era in Francia la propensione generale verso i medesimi. A ciò si deve
aggiungere, che in questi tempi appunto gli scrittori, i quali avevano
delle cose appartenenti allo Stato ragionato, in ogni paese, ma
principalmente in Francia, si erano alle maniere di un governo più largo
favorevoli dimostrati; ed erano perciò nate negli uomini d'allora assai
generalmente opinioni, che molto inclinavano alla civile libertà. Questi
libri con maggior attenzione e desiderio si leggevano, e queste opinioni
più vi si propagarono, e più profonde radici gettarono, quando si ebbero
le nuove della querela americana. Quest'era in vero lo sperimento,
questa la pruova attuale di quelle opinioni, che già tanto si erano
dilatate, e che tanto lusingavano le menti degli uomini di quei tempi.
Sì nelle compagnevoli brigate, come nelle scritture, che in gran numero
in Francia si pubblicavano ogni dì, gli Americani erano con sommissime
lodi esaltati, e la causa loro con ogni sorta di argomentazioni e di
onorevoli esempj difesa e mantenuta. E se a' tempi, in cui la Francia
aveva, dopo la cessione fatta dalla repubblica di Genova, intrapresa la
conquista dell'isola di Corsica, vi erano molti fra i Francesi, i quali
la determinazione dei Corsi a volersi difendere, e lodavano ed
ammiravano, e da una altra parte la risoluzione del proprio governo a
volergli soggiogare detestavano ed apertamente condannavano, nissuno non
dubiti, che nel presente caso i parziali degli Americani non fossero
molti più, e che più vivi e più risentiti non si dimostrassero. Quando
vennero poi le novelle dell'adunata del congresso, non si può dire con
quant'allegrezza, e con quanto accrescimento di speranze nuove elleno
siano state ricevute. I nomi dei deputati erano portati a cielo. Si
diceva in ogni luogo: gettasser via dal collo il giogo della superiorità
inglese; si sottraessero a quella servitù; stabilissero nella patria
loro la civile libertà, e questo esempio ponessero, che i principi non
possono senza pericolo loro gli ordini e le leggi pubbliche violare, nè
intraprendere i privilegi e le immunità dei popoli soggetti. Così
andavano continuamente i Francesi con nuovi trovati, e con varie maniere
di argomenti provocando gli animi già molto esacerbati degli Americani,
e viemaggiormente irritando quelle piaghe, che già facevano vista di
volersi inciprignire, per farle del tutto incurabili diventare. In tal
modo il congresso aveva in suo favore volte, non solo le opinioni dei
popoli americani, ma quelle ancora generalmente dei popoli europei, e
dei loro governi medesimi, siccome anche non poca parte degli abitanti
della Gran-Brettagna stessa. Tanto era in quei tempi, o il desiderio di
cose nuove, o l'amore della libertà, o la propensione a scuotere dalla
bocca quel freno, che dall'autorità di chi governa fosse stato, o
venisse imposto. Ognuno intanto stava coll'animo sospeso aspettando qual
fosse per esser l'esito di una sì importante contesa, e quali le prime
deliberazioni, che il convento americano fosse, in una cosa di tanto
momento, per abbracciare.
Ei non v'ha dubbio, che i primi pensieri del congresso dovevano
rivolgersi alla provincia di Massacciusset ed alla città di Boston. E
siccome le determinazioni dell'assemblea di Suffolk erano fra le altre
state le più vive e le più importanti, così esso statuì di confermarle.
Risolvettero adunque, che grandissimo dolore sentivano all'infortunio
dei concittadini loro della provincia di Massacciusset, originato dagli
ultimi ingiusti e crudeli atti del Parlamento britannico; che molto
approvavano la sapienza e la fortezza, che si erano contro sì malvage
determinazioni dei ministri dai Massacciuttesi dimostrate;
raccomandavano, si perseverasse e si mettessero ad effetto le
risoluzioni dell'assemblea di Suffolk; che si doveva ottima speranza
avere, che gli sforzi uniti dell'America settentrionale avrebbero la
nazione britannica persuasa della imprudente, ingiusta e pericolosa
condotta dei presenti ministri, sicchè presto avessero i Consiglj
britannici a commettersi a uomini di miglior animo; e finalmente, che
quelle contribuzioni, che in tutte le colonie si erano incominciate a
raccogliere, dovesser continuarsi in sollievo e sostentamento dei
Bostoniani. E siccome quando si vuole la guerra, si suol sempre
dimostrar più vivo il desiderio della pace, così scrissero una lettera
al generale Gage, pregandolo, cessasse i preparamenti ostili, i quali un
popolo pacifico provocavano a nimichevoli procedimenti; il che avrebbe
impedito, che gli sforzi del congresso ristorar potessero la buona
intelligenza colla comune patria, ed avrebbe in mezzo di loro indotte
tutte le calamità della civil guerra. Sopra tutto, discontinuasse le
fortificazioni di Boston, proteggesse le proprietà, frenasse la licenza
militare, e la libera comunicazione ristorasse tra la città ed il
contado. Alla qual lettera Gage, quantunque il congresso non fosse,
giusta gli statuti pubblici, un maestrato legittimo, volendo egli dar
del buono per la pace, rispose: che nissuna soldatesca aveva mai minori
motivi dato di doglienze di quella, che allora stanziava in Boston,
malgrado gli insulti e provocazioni giornaliere fatte dagli abitanti
tanto agli uffiziali, quanto ai soldati; che la comunicazione tra la
città ed il contado era sempre libera stata, e sarebbe tuttavia, se gli
abitatori non gli dessero cagione di pigliar altre deliberazioni.
Decretò ancora il congresso, che, se si tentasse di mettere ad
esecuzione colla forza gli ultimi atti del Parlamento, in tal caso tutta
l'America dovesse nella opposizione loro gli abitanti di Massacciusset
ajutare; che se fossesi creduto necessario di rimuovere i cittadini da
Boston nel contado, tutti dovessero contribuire a ristorargli de' danni,
che avessero a sopportare; e che ogni qualsivoglia persona, la quale
qualche commissione o autorità secondo le nuove leggi accettasse, fosse
da tutti in abborrimento avuta.
Ei credette ancora fosse utile e necessaria cosa il ricorrere alle
solite leghe contro il commercio inglese; e perciò ricercò i mercatanti
delle colonie, sospendessero ogni incetta di merci dall'Inghilterra,
finchè fossero pubblicate le intenzioni sue intorno i modi da seguirsi
per preservare la libertà dell'America. Tosto si contrasse
universalmente la lega secondo la mente del congresso; e di più si
stabilì, che ogni trasporto di merci verso la Gran-Brettagna, l'Irlanda
e le isole dell'Indie occidentali cessasse il primo settembre 1775, se
prima di questo tempo non si fosse delle americane querele fatto
ragione. Fu questa volta la lega osservata con maraviglioso
consentimento.
Ma una cosa di somma importanza era quella di determinare, quali fossero
le pretensioni dell'America, e quali i termini, in cui ella avrebbe
acconsentito a ritornarne all'antica amicizia e congiunzione. A questo
fine il congresso pubblicò una dichiarazione, che intitolò:
_Dichiarazione dei diritti_, la quale fu con molto studio elaborata. In
questa incominciò il congresso con parole gravissime a lamentarsi, che
il Parlamento abbia in questi ultimi anni voluto tassar le colonie,
stabilire un insolito maestrato sopra le dogane, ampliare la
giurisdizione delle Corti dell'Ammiragliato; che abbia conceduti salarj
ai giudici independentemente dalle assemblee colonarie, mantenuti
eserciti stanziali in America a' tempi di pace; ordinato, siano gli
accusati di delitti concernenti lo Stato tradotti e giudicati in
Inghilterra; distrutti gli ordini del governo di Massacciusset rispetto
ai processi da farsi a coloro, che fossero querelati per atti da loro
commessi nell'esecuzione delle leggi, od in opposizione ai tumulti; ed
abolite le leggi inglesi nel Canadà, e datovi favore straordinario alla
cattolica religione. I quali atti del Parlamento ei chiamò impolitici,
ingiusti, crudeli, contrarj alle costituzioni, pericolosi, e
distruggitivi degli americani diritti. Egli continuò con dire, che
siccome le legali assemblee dell'America, le quali pacificamente si
tenevano per dimandare di esser sollevate dalle ingiuste ed insolite
leggi, erano state disciolte, e le rimostranze e suppliche loro avute in
dispregio dai ministri del Re, perciò avere gli Americani determinato di
convocar questo congresso, a fine di vendicare ed assicurare i diritti e
la libertà loro. Ei procedè quindi alla enumerazione di questi diritti,
affermando, esser questi la vita, la libertà, la proprietà, delle quali
nissun'autorità può disporre senza il consenso loro. Aggiunse a questi
tutti quei diritti, che ai sudditi inglesi si appartengono, cioè a dir
quello di avere parte nel Consiglio legislativo; e siccome gli abitanti
delle colonie non erano, e per alcune circostanze di luoghi, e per altre
cause non potevano essere nel Parlamento britannico rappresentati, così
aver gli Americani il diritto di legislazione nelle rispettive
assemblee, consentendo però essi di buon grado a sottomettersi a quegli
atti del Parlamento, i quali siano di buona fede diretti a regolar il
commercio, escluso ogni pensiero di tassazione tanto interna, quanto
esterna: il diritto di esser giudicato dai Pari del vicinato, e quello
di pacificamente raunarsi, e le petizioni loro indirigere al Re; e che
il tenere un esercito stanziale nelle colonie a tempi di pace, senza il
consenso delle rispettive assemblee colonarie, era cosa del tutto
contraria alla legge. Finalmente si fece il congresso ad annoverare gli
atti del Parlamento, che i diritti sin qui menzionati violati avevano,
ai quali affermò, non poter gli Americani prestare obbedienza, nè
potersi a niun modo al primiero stato di cose ritornare senza la
rivocazione loro. Terminò con dire, che si sperava, che i concittadini
loro dell'Inghilterra, riandando le rammentate leggi, annullate le
avrebbero, e restituiti gli Americani a quei termini di felicità e di
prosperità, che a' tempi andati avevano godute. Che intanto, e per ora
essi s'eran risoluti a non introdurre, a non logorare, ed a non
trasportar merci dall'Inghilterra, o verso la medesima. Determinarono
eziandio di preparare una dicerìa da indirigersi al popolo della
Gran-Brettagna, ed un memoriale agli abitanti dell'America inglese,
siccome pure un altro al Re in conformità delle prese risoluzioni. Il
pensiero loro era di procacciarsi colla prima favore presso i popoli
inglesi, e gli animi di questi mitigare, i quali, siccome credevano,
sarebbero stati grandemente alterati ai danni ricevuti nel commercio per
causa delle leghe americane. Il che eseguiron essi con molta sagacità,
lusingando dall'un de' lati l'orgoglio britannico, e dall'altro
allegando, che, contro lor voglia, e come sforzati da una insuperabile
necessità, si erano condotti ad abbracciare le pregiudiziali leghe.
Aggiunsero, ch'essi eran pronti a risolverle, tosto che il governo gli
avesse alle primitive condizioni ritornati.
Noi trascriveremo una parte di questa dicerìa del congresso americano
indiritta al popolo inglese, siccome quella, che dimostra acconciamente,
quali fossero in America le opinioni di quei tempi; con quanto ardore ed
ostinazione avessero gli Americani la causa loro abbracciata, e quanto
già innoltrati si fossero nella carriera dell'accomodatamente scrivere,
e quella eloquenza acquistata avessero, che ha tanta forza sulla mente
dei popoli. I tre membri del congresso che la composero, furono Lee,
Livinsgton e Jay. Generalmente si tenne, ne sia stato quest'ultimo
l'autore. Pertanto ella stava nei seguenti termini:
«Allorquando una nazione stata condotta alla grandezza per le mani della
libertà e di tutta quella gloria risplendente, che dall'eroismo, dalla
munificenza e dalla umanità esser può in dono data, si acchina alla
ingrata opera di fabbricar catene pe' suoi amici e figliuoli, ed invece
di dar favore alla libertà, si fa la difenditrice della servitù e
dell'oppressione, deesi a giusto titolo sospettare, abbia ella cessato
di seguir la virtù, ovvero che assai poca cura prenda della elezione de'
suoi amministratori.
«Quasi in ogni età, in molti e reiterati combattimenti, in lunghe e
sanguinose guerre tanto cittadine, ch'esterne contro molte e potenti
nazioni, contro gli assalti dei nemici discoperti, contro le più
perniziose tradigioni degli amici, hanno gli abitanti della isola
vostra, i vostri grandi e gloriosi antenati, la independenza loro
mantenuta, e tramandati a voi posteri loro i diritti dell'uomo, e le
benedizioni della libertà.
«Non vi maravigliate adunque, se noi, che del medesimo ceppo originati
siamo, i cui antenati sono partecipi stati di quei diritti, di tutte
quelle libertà, e di quella costituzione, di cui voi sì meritamente vi
gloriate, ed i quali hanno studiosamente a noi trasmessa sì bella
eredità, guarentita dalla giurata fede del governo, e dal più solenne
patto coi britannici sovrani, non vogliamo risolverci a dispogliarcene,
ed a quegli uomini arrenderla, che non per nissuna giusta ragione sono
tanto in ciò solleciti, ma a fine solamente, dopo essersi delle nostre
vite e delle nostre proprietà insignoriti, possano con maggior facilità
voi medesimi ridurre in ischiavitù.
«La causa dell'America sì grave, diventata è ora l'oggetto, che tien
sospesi ed attenti tutti gli uomini della presente età. Questa infelice
patria è stata non solo oppressa, ma oltraggiata ed accalognata. Il
debito nostro verso di voi, verso i nostri posteri, verso l'interesse
vostro, verso il bene generale dell'Impero britannico c'invita e spinge
ad indirigerci a voi per favellarvi intorno ad una cosa di sì gran
momento.
«Sappiate adunque, che noi ci crediamo altrettanto liberi, quanto voi
siete; che mantegniamo, dover noi godere della medesima franchezza, di
cui godono i nostri consudditi della Gran-Brettagna, e che niuna potestà
su di questa terra ha il diritto di torci la roba nostra senza il nostro
consentimento; che noi intendiam di goder dei medesimi vantaggi, che la
costituzione inglese assicura ai sudditi, e particolarmente quello, che
abbastanza non si può stimare del giudizio per Giurì; che noi pensiamo
appartenere all'essenza della libertà inglese, che niuno possa essere
condannato senza esser ascoltato, nè punito per offese imputategli senza
aver la facoltà delle difese; che noi opiniamo, che la costituzione non
dia autorità alla potestà legislativa della Gran-Brettagna di ordinare
in veruna parte del globo una forma di governo arbitrario.
«Questi diritti sono sacri, e voi stessi vel credete. Eppure essi, e
molti altri stati sono empiamente e replicatamente violati. I
posseditori delle terre della Gran-Brettagna non sono eglino i padroni
della loro proprietà? Alcuno potrebbe forse rapirla loro senza il
proprio consenso loro? Certo no; perchè dunque i posseditori delle terre
d'America saranno eglino meno padroni delle terre loro, che voi delle
vostre, o perchè le darebbon essi in poter del Parlamento vostro, o
d'alcun altro Parlamento o Consiglio del mondo, che di elezione loro non
fossero? Forse il mare, che ci separa, qualche differenza arreca esso
nei nostri diritti, o si può ragionevolmente credere, che quei sudditi
inglesi, i quali a mille leghe lontano dal palazzo del sovrano abitano,
meno godano di libertà, che quelli, che di cento leghe solamente lontani
ne sono? La ragione ripugna a queste distinzioni, e gli uomini liberi
non ne potrebbero restar capaci. Eppure quantunque ingiuste e vane esse
siano, il Parlamento pretende di aver il diritto di obbligarci in
qualsivoglia caso; consentiamo o no, vuol egli nelle nostre proprietà
por mano, usarle quando, e come gli aggrada. Ei si pensa insomma, esser
noi suoi pensionarj, che tegniamo dalla generosità sua l'usufrutto delle
nostre possessioni. Ma pensiamo bene noi, esser queste eresie nella
politica inglese, le quali meglio privarci non possono di quello che ci
appartiene, che gl'interdetti del Papa non potrebbero i Re privare de'
scettri, che le leggi del paese e la voce del popolo hanno nelle mani
loro posti.
«In sul fine dell'ultima guerra, di quella guerra tanto gloriosa, fatta
dall'ingegno e dall'integrità di un ministro, all'opera del quale
l'Impero britannico il presente suo splendore e sicurezza riferir debbe;
di quella guerra, alla quale tenne dietro una poco onorevol pace fermata
sotto gli auspicj di un ministro, le massime e la famiglia del quale
erano alla causa protestante ed alla libertà nemiche, allora, e sotto i
consiglj di costui, fu fatto il disegno di ridurre i vostri concittadini
d'America in servitù; il qual disegno sono andati dipoi appoco appoco, e
costantemente colorendo.
«Prima di questo tempo voi stavate contenti al trarre a voi quelle
ricchezze, che i frutti erano del nostro commercio, al quale voi
imponevate tutte quelle restrizioni, che più credevate all'interesse
vostro profittevoli. Voi eravate i signori assoluti del mare; voi
c'indicavate i porti, voi le nazioni ci assegnavate, nei quali e colle
quali ci permettevate il nostro commercio esercitare; e noi, tuttochè
dure, tuttochè aspre fossero le narrate condizioni, a queste ci
uniformavamo senza querela; noi vi riguardavamo come i padri nostri; noi
credevamo essere a voi congiunti coi vincoli i più forti; noi ci
stimavamo felici di esser gl'istrumenti della vostra grandezza e della
prosperità vostra. Della lealtà nostra, del nostro amore verso
gl'interessi comuni dell'Impero britannico, noi ne chiamiamo voi stessi
in testimonio. Non accozzammo noi tutte le forze di questo vasto
continente a quelle, che l'inimico ributtarono? Non lasciammo noi le
rive della patria nostra per andar lungi ad affrontar le malattie e la
morte, a fine di dare all'armi britanniche in estremi lidi ajuto? Non
avete voi rese grazie immortali allo zelo nostro? Non ci avete voi
rimborsati delle grosse somme di pecunia, che oltre la rata e le facoltà
nostre, e ciò voi confessaste, avevamo noi anticipate? Certo sì; che
voglion dunque significare questo subito cambiamento, e queste voglie di
servitù preparata per noi al ritorno della pace?»
Dopo di aver narrata la storia delle presenti disturbanze, e tutte
quelle nuove leggi annoverate, delle quali si querelavano, eglino
continuaron così:
«Tale è lo stato delle cose; or mirate a qual fine esse tendano. Ponete,
che il ministero colla possanza della Gran-Brettagna, e coll'ajuto dei
cattolici nostri vicini vinca la pruova in fatto della tassazione, e che
ad una totale umiliazione ci riduca a schiavitù, una tale impresa
accrescerebbe senza dubbio il vostro nazional debito, che già sì
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 15