Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 12

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siccome diceva, gli faceva far le maraviglie, si era, che a costoro si
fossero accozzati diaconi ed altra gente di chiesa, i quali facevan
professione di scrupolosità e di divozione. Questo nuovo ordine
politico, e quasi principato di pochi, fu da tutta la provincia
abbracciato, ed ogni città, borgo, o Terra aveva la sua congregazione,
la qual teneva carteggio colle altre; e le deliberazioni e dichiarazioni
loro eran considerate come la volontà e la voce del popolo. Dal che
s'infiammavano grandemente gli animi, e ad una unanime conspirazione si
disponevano. Le altre province imitarono l'esempio.
La prima opportunità di operare venne offerta alla congregazione di
Boston dalla determinazione del governo di salariar esso stesso i
giudici. Fecero risoluzioni molto vive, e largamente le distribuirono
per le province. Le accompagnarono con una lettera patetica, per cui si
esortavano gli abitanti a risvegliarsi dal lungo sonno, a rizzarsi in
piè, a mettere giù l'indolenza, _ora che_, per servirmi delle stesse
parole loro gonfie com'esse furono, e proprie di quei tempi, _la mano
ferrea della oppressione invola ogni dì dal bell'albero della libertà i
più cari frutti, ch'ei si abbia_. La concitazione degli animi divenne
somma ed universale.
[1773]
In questo mezzo nacque un accidente, che apportò nuova esca ad un fuoco,
che già minacciava di distendersi in manifesto incendio. Il Dottor
Franklin, agente in Londra di parecchie colonie, e particolarmente di
quella di Massacciusset aveva trovato modo, e non si sa come, di
sottrarre dall'uffizio di Stato le lettere del governatore Hutchinson,
del vice-governatore Oliver, e di alcuni altri, che in America
seguitavano le parti del governo, colle quali eglino delle cose
colonarie i ministri ragguagliavano; ed in ciò parlavano assai
liberamente; essere gli opponenti americani in generale gente di poco
conto, e sebbene audaci e turbolenti, pochi però in numero; non essere i
medesimi in grazia dell'universale; la mollezza e sofferenza sole del
governo esser dell'ardire loro causa state; facesse il governo gagliarde
risoluzioni, e tutti rientrerebbero nel debito loro; soprattutto gli
uffiziali principali in America pagassersi dalla Corona. Inviò Franklin
queste lettere in Massacciusset. Furon fatte stampare, e spargere in
gran copia in ogni parte della provincia, dove se vi fu che fare, e che
dire, nissuno il domandi.
Mentre si trovavano in cotal modo impressionati i popoli delle colonie
americane, che non che alle grandi cose, ma anche alle più piccole, che
a ferire andassero ciò, ch'eglino riputavano i diritti loro, vivamente
si risentivano, si abbracciò in Inghilterra un consiglio, il quale, se
avesse la sua esecuzione avuta, avrebbe data la causa vinta al governo,
e ridotti gli Americani a quella condizione, alla quale sì grandemente
ripugnavano. Per l'ostinazione loro a non voler la tassa sul tè posta
pagare, il che un frequente contrabbando generava, e per la risoluzione
di non volere più farne uso, quantunque quest'ultima fosse da molti poco
fedelmente osservata, l'introduzione di questa merce nelle colonie, era
stata assai diminuita; ed una molto grande quantità se ne trovava in
Inghilterra nei fondachi della Compagnia dell'Indie. Supplicò questa al
Re, levasse i tre pensi per libbra sull'introduzion sua in America, e
ritenesse i sei pensi sulla estrazione dai porti dell'Inghilterra. Nel
che, e lo Stato avrebbe vantaggiato di tre pensi per libbra, e gli
Americani sarebbero stati dall'odiosa legge sollevati. Il governo, che
riguardava più al diritto, che all'entrata, non volle acconsentire.
Perciò la Compagnia fu autorizzata a trasportare franco da ogni diritto
dall'Inghilterra il tè per alla volta dell'America, ed in questa
introdurlo, pagando i tre pensi di gabella. Qui non eran più piccole
barchette di particolari mercatanti, i quali pel traffico loro privato
andassero a portare il tè nei porti delle colonie; ma per lo contrario
navi grosse, che ne arrecavano quantità smisurate, e dalle quali, avendo
l'ajuto dell'autorità dello Stato, poteva agevolmente mettersi a terra,
e negli opportuni fondachi ammassare. Perciò la Compagnia inviò ai suoi
agenti in Boston, Nuova-Jork e Filadelfia secento casse di tè, ed un
certo numero a Charlestown, ed altre città marittime del continente
americano. Ora gli Americani eran tratti a quel passo, in cui avevano a
gettare, o non gettare il dado, e doveva la causa loro in riguardo alla
tassazione per l'autorità del Parlamento determinare. Perciocchè se si
lasciava sbarcar il tè, sarebbesi venduto, e perciò pagata la gabella.
Per la qual cosa si risolvettero a fare ogni opera per impedir lo
sbarco. Nell'Inghilterra stessa non mancaron di quelli, che soffiarono
su di questo fuoco, dei quali alcuni ciò facevano per l'ambizione di
contrariare il governo, gli altri per proprio interesse, e per gelosia
della opportunità offerta alla Compagnia dell'Indie di fare in
pregiudizio loro grossi guadagni. Perlochè avevano scritto in America;
resistessero coraggiosamente, pensassero essere questa l'estrema prova,
la quale vinta, avrebbero la libertà loro conservata; perduta, sarebbero
sotto il giogo della schiavitù entrati. La materia era troppo ben
disposta, perchè non si accendesse. In Filadelfia coloro, ai quali i tè
della Compagnia dovevan consegnarsi, furono sforzati, parte con
esortazioni, parte con minacce, a promettere di non accettare in nissuna
maniera il tè. Nella Nuova-Jork i capitani Sears, Macdougall, uomini
audaci, ed arrisicati molto, riunirono in una sola volontà e
contrabbandieri, e mercanti, e figliuoli della libertà. Libelli
appropriati all'uopo andavano attorno ogni dì, e nulla d'intentato si
lasciava dai caporali del popolo per ottenere il fine loro. Anche qui i
faccendieri della Compagnia furono obbligati di rinunziare, e di
ritornarsene in Inghilterra. In Boston si sentiva dir in ogni luogo,
«esser questo il tempo di mostrar il viso; non doversi più tardare,
giacchè tardi, o tosto s'aveva a venire colla Gran-Brettagna a contesa;
centinaja d'anni dover trascorrere prima, che i ministri tante
violazioni dei diritti loro abbian mandate ad effetto, come da pochi
anni in qua; ora che l'opposizione era viva ed universale, doversene
profittare; ora che il ferro era caldo, doversi battere; più si tardava,
e più i ministri acquistavan forza. Non vedete voi, dicevano, quanti
garzonetti impertinenti e' ci mandan qua a far l'uffizio di pubblicani,
a sciuparsi i grossi stipendj, ed a portar tra di noi il lusso e la
corruzione? E' piglieranno mogli americane, e diventeranno potenti
stromenti della tirannide ministeriale. Ora si deve tentare qual cosa,
mentre si era ancora nei principj; ora osare se non vogliamo presso i
nostri fratelli delle altre colonie esser disgraziati, i quali, hanno
gli occhi rivolti in noi, e saranno dell'assistenza loro liberali, se
noi ci mostrerem fedeli e risoluti». Si fecero le instanze ai
faccendieri, acciocchè rinunziassero, i quali ricusarono, e si
ripararono nella fortezza. In questo mezzo arrivò in porto il capitano
Hall colla sua nave, che portava più di cento casse di tè. Tosto si fece
a furia un'adunata di popolo, e mandaron dicendo al signor Rotch, al
quale il carico doveva essere consegnato, non istesse per quanto gli era
cara la sicurezza e l'interesse suo, a ricevere il tè, ed al capitano
Hall di non isbarcarlo. Mandarono anche una guardia al molo di Griffin,
dove la nave era sorta. Determinarono, si facessero diligenti guardie;
che se queste venissero in alcun modo ingiuriate la notte, si suonasse
la campana a martello; che alcune persone fossero sempre in pronto a
portar gli avvisi alle Terre circonvicine di ciò, che potrebbe
occorrere, e si chiamasse in ajuto la gente del contado. Le
congregazioni di corrispondenza facevano diligentemente l'opera loro.
Arrivarono i capitani Bruce e Coffin con altri carichi di tè, e si
ordinò loro, andassero a mettere l'ancora vicino allo Hall. Concorreva
il popolo in gran numero dal contado, e si fece una frequentissima
adunata. Si mandava a dire al Rotch, domandasse una bolletta d'uscita,
acciò il capitano Hall colla sua nave se ne potesse andar con Dio.
L'esattore non la voleva concedere, se prima non erano pagate le
gabelle. Le cose s'avvicinavano ad un esito fortunoso. In tal
congiuntura Giosia Quincy, uomo di gran caldo nella colonia, d'ingegno
colto e svegliato, ed alle intraprese ministeriali avversissimo, volendo
i suoi concittadini avvertire dell'importanza del frangente, perchè
avessero cura all'infornare, fatto far silenzio, ed alzatosi disse.
«Quell'ardenza, e quell'impeto, che in mezzo a queste mura si
manifestano, quelli non sono, che ci abbiano alla proposta meta a
condurre. E' possono raffreddarsi; e' possono quetarsi; e' posson come
un'ombra leggiera svanire. Ben altri spiriti, ben altri conati ci
abbisognano per ridurci a salvazione. S'ingannerebbe a gran partito
colui, che credesse colle grida, colle esclamazioni, colle risoluzioni
popolari potersi vincer la pruova, potersi i nemici nostri superare. La
malizia loro è inveterata; il desiderio di vendetta insaziabile. Eglino
hanno gli alleati, i complici loro perfino fra di noi, perfin nel seno
più interno di questa innocente patria; e chi non conosce la potenza di
coloro, che a nostri danni congiurati sono? Le arti loro a chi non son
note? Perciò non crediate poter da questa controversia a buon esito
riuscire senza il più duro, il più aspro, il più terribil conflitto.
Considerate molto bene la difficoltà dell'impresa, l'incertezza del
fine. Riflettete e ponderate assai, prima di abbracciar quei partiti, i
quali questa patria trarranno al più pericoloso cimento, che si sia
veduto mai».
Posto il partito, se si dovesse proibire ad ogni modo lo sbarco del tè,
si vinse con tutti i voti favorevoli. Si ricercò Rotch, domandasse
licenza d'uscita dal governatore. Ostinatosi questi, rispose, per onor
delle leggi, per debito verso il Re, non poter la licenza concedere, se
prima non si mostrava la bulletta della dogana. Or qui la concitazione
ed il trambusto furono grandi. Una persona mascherata ad uso
degl'Indiani, la quale stava nel ballatojo, diè in questo punto il
fischio di guerra. Si risolvette in un batter d'occhio l'adunanza, e si
corse a calca al molo di Griffin. Giugnevano in sul fatto intorno a
venti persone, anch'esse mascherate all'indiana, tutte, o padroni di
nave o legnajuoli o calafaj, e montarono ne' navilj del tè. In meno di
due ore ruppero 342 casse di tè, e questo buttarono in mare. Furon
lasciati fare. Una folla di popolo sulla riviera serviva come quasi di
salvaguardia. La bisogna fu condotta con poco tumulto, e nissun danno fu
fatto nè alle navi, nè ad altra roba qualunque. Ciò eseguito si ridusse
ognuno alle case sue o in città o in contado.
Nella Nuova-Jork ed a Filadelfia trovandosi nissuno, che s'ardisse
ricevere il tè, le navi della Compagnia, che erano arrivate in
quell'acque, se ne tornarono cariche in Inghilterra. Solo nella prima
città il capitano Chamber avendo per conto di un privato portate nella
sua nave alcune casse di tè, queste furono gettate in mare. A
Charlestown si lasciò sbarcare; ma essendo stato per lungo tempo in
certe volte umide rinchiuso, si guastò.
[1774]
Giunte queste cose alle orecchie dei ministri dell'Inghilterra
deliberarono di por mano a più risoluti consiglj; e stantechè la
provincia di Massacciusset, e specialmente la città di Boston, s'erano,
più di tutte le altre, vive dimostrate nella resistenza; ch'eran ai più
grandi eccessi trascorse, e parevano la principal sede essere della
sedizione, così si risolvettero di far loro portar le pene prima di
tutte le altre. Speravano in questo modo, che, raffrenati i primi
motori, gli altri si sarebbero nella quiete accomodati. Considerando
poi, che la città di Boston era fioritissima, e tra le più trafficanti
del continente annoverata, anzi la prima scala creduta di tutte le
province della Nuova-Inghilterra, non è da far maraviglia, se siasi
preso il consiglio di privarla affatto del suo commercio per via di un
interdetto severissimo, e tutto volgerlo a qualche altra città marittima
di quella costa. Si credette eziandio, che i civili magistrati, i quali
secondo gli statuti della provincia erano eletti dal popolo, il dovesser
essere per l'avvenire dal governo, acciocchè in balìa di questo posti
intieramente, non solo non fossero più propensi a dar le mani ai tumulti
popolari, ma ancora fossero, e per debito e per volontà, inclinati ad
opporvisi, ed a far a tal uopo quelle requisizioni ai maestrati
militari, le quali fossero del caso. Poichè si era veduto, che i passati
tumulti erano, e nati, ed in sì fatta guisa cresciuti, perchè i
maestrati militari, secondo le leggi consuete, non potettero senza le
requisizioni dei maestrati civili operare, dalle quali questi eransi a
bella posta astenuti. Si pensò anche di fare una legge, perchè i
soldati, nell'esecuzione degli ordini per quetare i tumulti, potessero
con ogni sicurezza e senz'alcun timore adoperarsi. In tal modo i
ministri sperarono, che sarebbersi divisi gli animi, i maestrati civili
posti affatto in facoltà del governo, ed i soldati restituiti a quella
independenza, dalla quale deriva tutta, quanta ella possa essere, la
forza ed efficacia dell'opera loro. Ma chiunque abbia fior d'ingegno, e
sia delle cose di Stato intendente, potrà da per sè stesso agevolmente
conoscere, quanto lontani dalla gravità del caso fossero questi nuovi
provvedimenti del ministero britannico. Ei non potrà non maravigliarsi,
che un governo, quale l'inglese si era, che in ogni tempo aveva dato
segni di somma perizia, e di non poco ardire, avendo anche avanti gli
occhi suoi gli esempj delle rivoluzioni della Svizzera e dell'Olanda, e
conoscendo benissimo la caparbietà tanto naturale al popolo americano, e
l'insolito consenso d'animi, che presso di quello si era in questi suoi
moti manifestato, abbia potuto persuadersi, che col bloccare un porto, e
col cambiare qualche vecchio statuto, cose tutte, che più ad irritare,
che a costringere tendevano, si dovesse tanto impeto frenare, tanta
ostinazione vincere, tanta unione dissolversi, e l'obbedienza ristorarsi
là, dove già si correva con tanta pertinacia alla ribellione. Le armi
sufficienti, e non le riforme degli statuti eran quelle, che sole
potevan terminare prontamente la lite, tener fermo lo Stato, e l'antico
ordine e quiete in America restituire. Le quali armi tanto più dovevano
i Ministri apprestare, quanto che non doveva essere loro nascosto, che
la Francia faceva, come si suol dire, fuoco nell'orcio, ed era in questa
matassa. Le armi non che mancassero, abbondavano. Mancaron bene nei
Consiglj britannici, o la debita preveggenza, od il necessario
ardimento. Venti o trentamila soldati, mandati colà subito dopo nati i
moti americani, avrebbero senz'alcun dubbio superata la resistenza e
procurata la obbedienza, cose che invano potevansi dal ritoccarsi le
scritture aspettare. Non conobbe bene l'Inghilterra in questo fatto
quella trita regola, che le guerre, perchè riescano corte, hanno a farsi
grosse. Nè si potrebbe dire, gli ordini della costituzione britannica
non aver consentito, che si mandasse in una provincia inglese, ed in
tempo di pace, un gagliardo esercito stanziale; imperciocchè, se il
Parlamento pervertiva gli statuti fundamentali della provincia di
Massacciusset, anzi vi distruggeva gli ordini primitivi e più essenziali
della costituzione medesima, per mezzo delle provvisioni che era in
procinto di fare, poteva eziandio la presenza di un esercito stanziale
sufficiente autorizzarvi. Ma allora lord Bute, consigliere molto
adoperato dal Re, ed autore per lo più delle deliberazioni segrete, era
più appassionata persona, che sagace; e lord North, primo ministro, più
laborioso ed accurato pubblicano, che uomo di Stato. Di più,
quest'ultimo aveva presso di sè formata una consulta dei più celebrati
legisti del regno, per averne il parer loro intorno gli affari che
correvano; e si sa per molti esempj, che quando questi dottori si danno
a volere con quei loro arzigogoli e sofisticherie governar gli Stati, ed
indirigere le rivoluzioni dei popoli, fan mala pruova. Le buone armi, ed
i larghi e generosi consiglj sono quelli, che soli possono tali effetti
partorire; e ne' casi pericolosi si deve far capo agli uomini risoluti,
non a coloro, che, peritosi essendo, giocolan di mezzo, e non sanno
impresa veruna onorata accollarsi.
Adunque lord North nel giorno quattordici di marzo propose nella Camera
dei Comuni una sì fatta provvisione, che facendo tempo dal primo giugno
1774 fosse proibito lo scaricare, sbarcare, levare e imbarcare alcuna
grascia, derrata o mercanzia qualsivoglia a Boston, o dentro il suo
porto; e che gli uffiziali della dogana fossero immediatamente rimossi,
e nel porto di Salem trasferiti. Soggiunse il ministro, che questa
provvisione non era meno necessaria, che giusta, poichè di quella città
era uscito tutto il male che turbava le colonie, e tutto il veleno che
infettava l'America; che là, già per tre volte, gli uffiziali della
dogana erano dal fare il debito loro stati impediti; che ai tempi dei
disordini gli abitanti non s'erano in nissuna maniera interposti per
quietargli; che anzi avevan fatte le regolari guardie di dì e di notte,
per impedire lo sbarco del tè e di altre mercatanzie inglesi; che di
più, temendo quello fosse sbarcato, con inudito esempio d'insolenza
popolare l'avevan gettato in mare; che la proposta provvisione era più
in nome, che in essere severa, giacchè il farla cessare era del tutto in
facoltà dei Bostoniani col prestar la debita obbedienza alle leggi; che
poche fregate, che stanziassero alla bocca del porto, bastavano per
metterla ad effetto senz'altro più grande apparato di forza militare;
che era ormai tempo di rizzarsi in piè, e di pigliare quelle gagliarde
risoluzioni, che potessero far accorgere gli Americani, che
l'Inghilterra aveva colla forza anche la volontà di mantenergli nella
obbedienza; e ch'ella s'era fortemente determinata a protegger le sue
leggi, il suo commercio, i suoi maestrati, e la propria dignità.
All'incontro si disputò dal signor Bollan, agente di Massacciusset, e da
parecchj oratori della Camera, tra i quali si mostrarono più vivi Burke
e Dowdeswel, dicendo, che questo era un condannare una parte, senza
prima averla udita; che era un punire gli innocenti coi colpevoli; che
questo avrebbe irrevocabilmente, e per sempre, allontanati gli animi
degli Americani dalla comune madre; che prima di venirne ad una sì grave
deliberazione, dovrebbe il parere richiedersi dei primi negozianti del
regno; che la provvisione era ingiusta, perciocchè andava solo a ferire
la città di Boston, mentre si sapeva, che tutta l'America ardeva, e che
le città di Filadelfia, della Nuova-Jork, e tutte le Terre poste in
sulla marina erano ai medesimi disordini trascorse; che i Bostoniani non
si sarebbero perciò alle voglie dei ministri accomodati, anzi sarebbero
in maggior disdegno ed ostinazione entrati; che nei tumulti di Boston,
non la gentaglia sola aveva avuto parte, ma uomini liberali, e per
autorità presso il popolo risplendenti; che una città proscritta, e le
altre ribellate erano miserabili rimedj ad una generale commozione; si
considerasse bene prima, se si avessero eserciti idonei, armate
sufficienti per ridurre a divozione quei popoli; non essere stato debito
della gente disarmata di quetare i tumulti, ma sibbene del governatore;
e se questi non aveva i comandanti militari ricerchi per gli opportuni
ajuti, come potersi punire gl'innocenti della colpa e della negligenza
dei maestrati della Corona? Che certi potentati esterni aspettavan
l'occasione per muoversi contro l'Inghilterra, e l'Inghilterra questa
occasione voler ora somministrare; la resistenza essere universale in
tutte le parti dell'America; doversi perciò, o dar loro vinta la causa,
rinunziando alla tassazione, ovvero muover loro guerra con tutte le
forze del regno; questi parziali consiglj buoni, essere ad irritare, non
a soggiogare.
Nonostanti tutti questi argomenti, i ministeriali restarono superiori;
essendosi vinta la provvisione con quasi tutti i voti favorevoli.
Pochi giorni dopo questa, lord North propose un'altra provvisione, per
la quale venivano a sovvertirsi intieramente i fondamentali statuti di
Massacciusset, con investir la Corona della facoltà di eleggere i
consiglieri, i giudici, ed ogni magistrato qualsivoglia, e con
determinare, che tutti questi magistrati dovessero tener l'uffizio loro
tanto quanto piacesse al Re, e non di vantaggio. In tal modo il popolo
di Massacciusset, nè per sè stesso, nè per mezzo de' suoi rappresentanti
non aveva più veruna facoltà d'intromettersi nell'amministrazione della
provincia, la quale per l'opposto doveva tutta trovarsi in balìa del
governo ridotta; essendo questo padrone delle risoluzioni di tutti i
maestrati.
I ministeriali allegarono, che questo non era altro, che metter la
provincia di Massacciusset in quella condizione, in cui già si trovavano
parecchie altre; che il governo non vi aveva di presente autorità
sufficiente, per avervene il popolo troppa; che se un tale stato di cose
continuasse tuttavia, non era possibile frenare i sediziosi, e prevenire
i disordini; che i maestrati, continuando ad esser eletti dal popolo,
non si attenteranno mai di resistergli, anzi s'ingegneranno di andargli
ognora a' versi, del che niente si può immaginare di più dannoso, ed
alla quiete pubblica più contrario; che in quella provincia tutto era
rovina e confusione; che nei casi disperati e' bisogna por mano a rimedj
gagliardi; che tale era il frangente d'oggidì, che o bisognava ad ogni
maggioranza sopra l'America rinunziare, ovvero coi mezzi più efficaci
imbrigliare quegl'ingegni sfrenati; ed in somiglianti casi,
aggiungevano, che cosa montano le cavillazioni e le sottigliezze?
Ma dalla parte contraria insistevano gli opponenti, e gli agenti di
Massacciusset, che questa era una tenta del tutto tirannica; che questa
sola, senza l'affare della tassazione, era piucchè bastante a far levare
i più gran romori in America. Che crederanno gli Americani, volesse
l'Inghilterra spogliargli affatto di ogni libertà e di ogni franchigia,
e, distruggendo tutti i diplomi loro, nello stato della più dura servitù
ridurgli; che era cosa pericolosa l'intrigarsi in riformar diplomi;
saperlo i principi di Casa Stuarda, i quali per un tal pizzicore avevan
perduta la Corona; che la Gran-Brettagna aveva sempre simili
procedimenti avuto in orrore, e come ora essa stessa volergli usare? Che
finora non si dolevano gli Americani che della perdita di una sola
immunità, ma che adesso tutte si volevano usurpare; e siccome le altre
colonie crederanno, che quel che s'incomincia in Massacciusset, s'abbia
una volta in ciascuna di esse a terminare, così non potersi dubitare,
che tutte si riuniscano per ostare ad un tal principio; e che essendo
gli Americani altrettanto amanti della libertà, quanto gl'Inglesi
medesimi, non si poteva sperare, avessero quietamente a sì esorbitanti
usurpazioni, a sì malaugurose deliberazioni accomodarsi. Queste ed altre
cose allegarono quei che stavano dalla parte degli Americani. Ma tutto
fu indarno. La provvisione fu vinta con un consentimento pressochè
universale.
Allora lord North propose una terza provvisione, per la quale si
statuiva, che in caso, che qualcuno fosse querelato nella provincia di
Massacciusset per omicidio o altro delitto capitale, e paresse al
governatore, che il fatto stato fosse commesso nell'esercizio di qualche
uffizio, od in ajuto di qualche magistrato a fine di frenare i tumulti,
e non si potesse sperare un giusto ed indifferente giudizio nella
provincia, fosse in facoltà del governatore medesimo mandar la persona
querelata a subir il suo processo o in un'altra colonia, od all'uopo
anche nella Gran-Brettagna. Questa provvisione doveva bastare quattro
anni.
Lord North andò discorrendo, che senza la proposta legge, quegli, il cui
uffizio era di procurare colla forza l'esecuzione delle leggi, sarebbero
in ciò fare andati molto a rilento, non avendo la speranza di trovare
all'uopo maestrati indifferenti a giudicargli; che non si poteva
convenevolmente commettere il giudizio di tali persone a quelli, contro
i quali, obbediendo alla legge, avrebbero operato; che la provvisione
era per coronare l'opera dei consiglj presi in riguardo alle colonie, la
quale senza di ciò rimarrebbe manca e difettosa; che non si doveva
esitare; che si trattava ora della somma delle cose, se gli Americani
avessero a continuare ad esser sudditi della Corona d'Inghilterra, o no;
e che non dubitava di un prospero evento, quando tutte queste novelle
provvisioni fossero opportunamente recate ad esecuzione.
Ma il colonnello Baré, ed Edmundo Burke ripresero le parole, e con molta
caldezza parlarono in contrario: che questa era bene la più strana
risoluzione, che si fosse udita mai; che questo era un aggiungere nuovi
stimoli all'insolenza militare, già tanto incomoda; la qual cosa era
tanto più da detestarsi nel presente caso, che la soldatesca contro i
proprj concittadini aveva il suo uffizio ad esercitare; che questo era
un privare gli Americani di quel diritto, che ogni uomo ha, quello di
trovar giustizia presso di un tribunale di giudici indifferenti; che
pure il capitano Preston, il quale aveva nella propria città di Boston
sparso il sangue cittadino, aveva quivi trovato giusti ed indifferenti
giudici; ch'era una cosa tanto enorme il far venire il reo e tutti i
testimonj, che ei può a suo piacere chiamare in giudizio, tremila miglia
distante dal luogo, ove ha il delitto commesso, che non si sa restar
capace, come ella abbia in una mente sana potuto cadere; che invece di
dar tanto animo alla soldatesca stanziale, si dovevan per lo contrario
le milizie provinciali incoraggiare, perchè queste servivano come di
scudo e di freno contro di quella in favore della civile libertà; che
con questa provvisione si rompeva affatto la guerra colle colonie.
«Che cosa voler significare, aggiungevano, questo insolito rigore? La
Spagna c'insulta, e noi negoziamo; i nostri fratelli d'America
gareggiano con essi noi, noi tosto corriamo all'estreme offese; e
mandiamo là per opprimergli navi ed armi; in questa Camera si passa il
Rubicone, nell'altra si grida, doversi spegner Cartagine. Ma tutto è
inumanità, crudeltà, ingiustizia; e temiamo ben noi, che la mano di Dio
non si aggravi su di questa misera terra, e vibri sulle nostre teste
quella vendetta, che noi vogliamo sopra i nostri fratelli d'America
esercitare. Di qual gran misfatto finalmente sonsi resi gli Americani
colpevoli? Di nissun altro, fuori di quello di non aver voluto
acconsentir ad una provvisione, che era alle leggi scritte, ed alle
massime inalterabili della costituzione britannica contraria. E se
l'Inghilterra ne' tempi andati non avesse quella resistenza opposta, che
ora hanno gli Americani, noi di questo felicissimo libero governo non
goderemmo, nè in questa Camera conveniremmo per delle cose appartenenti
alla patria insiememente deliberare».
Lord Germaine alzatosi parlò in favore dei ministri.
«Se io portassi opinione, che la risoluzione, di cui si tratta, potesse
ingiusta e tirannica riputarsi, certamente non imprenderei a volerla dai
presenti romori difendere; ma credendola io non che giusta, opportuna e
necessaria, così non rimarrò dal dirne liberamente quel, ch'io ne sento,
quantunque avessi, in ciò facendo, le leziose orecchie degli oratori
dell'altra parte in qualche modo ad offendere. Furono biasimati i
processi da farsi al di qua dell'Oceano. Ma che altro è questo, se non
protegger l'innocenza? E non è questa la più desiderabil cosa agli animi
generosi? L'America non è altro adesso, che anarchia e confusione. Non è
quivi tutto in balìa ad una furibonda moltitudine? Dove sono le Corti di
giustizia? Elleno son chiuse. Dove sono i vostri Consiglj, dove il
governatore? Tutti intimoriti dalla sfrenata bordaglia. Sperate voi, che
in mezzo a tanti tumulti, in mezzo a sì feroce anarchia si possano
indifferenti giudizj ritrovare? Certo, mai no. Si dice, che noi negoziam
pure colla Spagna. Ma la Spagna disdice il fatto, e ci dà vinta la causa
intorno le isole di Falclandia; mentrechè i caparbj Americani non
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