Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 07

Total number of words is 4407
Total number of unique words is 1607
36.7 of words are in the 2000 most common words
51.7 of words are in the 5000 most common words
58.6 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
portaron via trenta lire di sterlini di contanti. Nuova gentaglia si
accozza. Briachi, e quasi impazzati traggon alle case del
vice-governatore Hutchinson, essendo già circa le dieci della notte, e
vi pongono l'assedio, sforzandosi ad ogni modo di entrarvi. Ei mandava
prima in salvo i suoi figliuoli ancora in età fanciullesca constituiti;
e poscia abbarrava le porte e le finestre, facendo vista di voler
rimanere. Ma non potendo resistere alla furia di gente tanto sfrenata,
fu obbligato dar luogo, e fuggì da una casa in un'altra, dove e' stette
soffitto sino alle quattro della mattina. Intanto la sua propria, la più
bella, la più fornita magione, che vi fosse nella colonia, fu posta a
sacco ed a ruba. Portaron via le argenterie, i quadri, le fornimenta di
ogni sorta, e per fino le vestimenta del governatore, ed oltre a ciò
novecento lire di sterlini in contanti. Non contenti a questo,
sperdettero o distrussero tutti i manoscritti, che il governatore aveva
bastato ben trent'anni a raccogliere, ed una gran quantità di carte
pubbliche, che là si custodivano; il che fu una perdita gravissima ed
irreparabile. E pare, che l'Hutchinson fosse venuto in tanta disgrazia
dell'universale, perchè s'eran dati a credere, ch'egli avesse esortato
il governo a porre la tassa della marca. La qual cosa però gli fu
falsamente apposta, sapendosi anzi, che l'aveva grandemente
contraddetta. Dal che si vede, quanto siano erronee spesso le opinioni
popolari; e che i maestrati debbono nel fare il debito loro altra più
lodevol mira avere, che quella di piacere all'universale dei popoli;
perciocchè questi più spesso piaggiano quelli, i quali lor nuocono, che
lodino quelli, i quali lor giovano.
La mattina seguente, essendo termine per le tornate della Corte
superiore di giustizia, l'Hutchinson, il quale n'era il presidente,
essendogli state dai riottosi tolte la roba e le divise del suo grado,
vi comparì in abito da privato, mentre gli altri giudici, e quei che
attendevano alla sbarra erano delle robe e divise loro vestiti ed
ornati; il che fu un miserabile spettacolo agli occhi dei riguardanti.
La Corte, per mostrare con quanta indegnazione ricevuto avesse
l'affronto fattole nella persona del suo presidente, e quanto gravemente
ella l'anarchia del dì precedente detestasse, volle da ogni atto
astenersi, e si aggiornò addì 15 d'ottobre. Alcuni, i quali presi
essendo ricusarono di svelare i capi dei disordini, furon posti in
custodia. Ma uno, rotte le carceri, se ne fuggì; e gli altri dopo non
molto tempo furono sprigionati; conciossiachè si vedeva chiaramente, che
il popolo non era in tal tempra, che avesse pazientemente sopportato, si
procedesse più oltre contro i delinquenti.
Intanto i principali cittadini, o che detestassero le mostruosità
commesse dalla plebe, o che considerassero, quanto queste fossero per
nuocere ad una causa, che essi credevano giusta, molto solleciti si
mostrarono in voler far distinguere questo tumultuoso procedere da
quella nobile, come essi la chiamavano, opposizione alla imposizione
delle tasse interne per autorità del Parlamento. E procedendo anche più
oltre, convennero in gran numero a Faneuilhall, luogo destinato alle
pubbliche assemblee, a fine di solennemente testimoniare, quanto
abborrissero gli straordinarj e violenti atti da persone sconosciute
tenutisi la precedente notte; ed unitamente dichiararono: «che gli
uomini eletti ed i maestrati della città fossero richiesti di fare ogni
sforzo, il qual fosse alla legge conforme, per prevenire in futuro
somiglianti disordini, e che i franchi tenitori, ed altri abitanti
ponessero ogni studio per assistergli in tale bisogna». Il giorno dopo
fu pubblicato un bando, col quale si prometteva una ricompensa di
trecento lire a colui, che avesse svelato uno dei capi del tumulto, e
cento per ogni altra persona, che in quello avesse avuto parte. La
quiete ne fu ristorata nella città, e mantenute da' cittadini la notte
scolte e pattuglie nei luoghi più opportuni.
Ma i disordini non si contennero nei limiti della città di Boston, o
della provincia di Massacciusset; che anzi si manifestarono in varj
altri luoghi, e quasi nello stesso tempo, sicchè si possa credere,
essere stati l'effetto di un accordo fra gli abitanti delle varie
province. Martedì venzette agosto, alle nove circa della mattina, la
plebe di Nuovo-Porto nella provincia dell'isola di Rodi, levando il
romore, venne fuori a stormo con tre figure, che intendevano esser
quelle di Martino Hovardo, Tommaso Moffatto ed Agostino Jonston dentro
di una cassetta co' capestri al collo, e le condusse ad un giubbetto
presso il palazzo della città al quale furono appiccate, e così stettero
sino a sera; ed allora spiccatele, e fattone capannuccio le abbruciarono
fra gli evviva e le acclamazioni della moltitudine.
Il giorno seguente, essendo forse già arrivate le novelle delle cose
seguìte a Boston, di nuovo s'assembrarono, e si condussero a por
l'assedio alle case di Martino Hovardo avvocato di rinomea, e scrittore
diligente in favore del diritto del Parlamento. Portata via o distrutta
ogni cosa, vi lasciaron le mura. S'incamminarono alle case di Tommaso
Moffatto medico, il quale andava per le brigate mantenendo il medesimo
diritto; e le diedero, in men che non si dice, la spogliazza. L'uno, e
l'altro si cansarono, e si rifuggirono sopra una nave di guerra inglese,
che stava in porto; anzi non credendo più di poter con sicurezza nella
patria loro rimanere, dopo breve tempo, si condussero in Inghilterra. La
plebaglia corse alle case di Jonston, pronta a commettervi i medesimi
disordini. Ma essendo quivi incontrata, e parlata da un gentiluomo, si
rimase.
A Provvidenza poi, città provinciale dell'isola di Rodi, venne
pubblicata addì ventiquattro agosto una gazzetta straordinaria con
queste parole stampate a lettere da speziale in sul frontispizio: _Vox
populi, vox dei_; e al di sotto con quest'altre di San Paolo: _Dov'è lo
spirito del Signore, ivi è libertà._ Gli autori della gazzetta
scrivevano, congratulandosi delle gloriose novelle, che da ogni parte
pervenivano sulle lodevoli commozioni del popolo per la causa della
libertà, e dei legali mezzi, così chiamavano essi le incomportabili
esorbitanze della plebe, usati per frastornare l'esecuzione della legge
della marca; portavano a cielo il zelo dei Bostoniani, siccome quelli,
che, non punto degeneri dai padri loro, avessero intieri conservati que'
spiriti di libertà, pe' quali andarono già sì famosi al mondo. Ed anche
qui le pasquinate, le farse, le scede e le giullerìe popolari non furono
poche. Anche qui furon trascinate co' capestri al collo, impiccate e
bruciate le immagini di coloro, che erano in voce di popolo.
Nel Connecticut, avendo Ingersoll, principal uffiziale della marca,
eletto un suo delegato della Terra di Windam, gli scrisse dicendo,
venisse a New-Haven per ricevervi la sua commissione; della qual cosa
avendo i Windamesi avuto lingua, dissero al delegato: rimettesse loro la
lettera dell'Ingersoll, ed al nuovo impiego rinunziasse, se non voleva
esser messo per la mala via. Acconsentì egli per lo minor male. Nelle
medesime strette si trovò a New-Haven Ingersoll medesimo, e perciò
scrisse una lettera, che fu poi stampata, affermando che, quando
avessero gli abitanti sì fatta avversione contro la carta marchiata, ei
non gli avrebbe obbligati ad usarla. Solo gli pregava, volessero
riceverla da lui, quando, ravveduti o veramente spinti dal bisogno,
avessero voluto adoperarla. Fu la dichiarazione con segni d'allegrezza
ricevuta. Ma per altro essendo di poi il popolo venuto in qualche
sospetto, trasse a calca alle sue case, e lo interpellò, se volesse, o
no rinunziare l'uffizio. Avendo risposto, ciò non essere in sua facoltà,
gli cantarono, se arrivata che fosse la carta marchiata, ei l'avrebbe in
lor potere data per farne un falò, oppure, se gli piacesse meglio aver
guasta la casa. Allora ei disse loro, e fu ben forza, che l'avrebbe
rimbarcata per essere in Inghilterra ricondotta, o tenute le porte della
casa aperte, perchè il voler loro ne facessero.
E' vi furono anche nella Terra di Norwich somiglianti commozioni, ed in
quella di Libanone parimente; ma in questa si fece di più una specie di
processo derisorio, col quale vennero le effigie condannate secondo le
forme ad essere impiccate ed abbruciate. L'indomani si rinnovarono le
scede, eccettuato però il processo: e brevemente tanto dissero, e tanto
fecero, che il deputato alla stampa, per lo men reo partito, rinunziò
all'uffizio.
Nel Nuovo-Hampshire, Messerve uffiziale della marca fu forzato dalla
moltitudine ad obbligarsi a non esercitare il suo uffizio. E nella
Marilandia, Hood principal distributore della carta marchiata fu
minacciato nella roba, se non rinunziasse: ei si salvò prima alla
Nuova-Jork, e poi nell'Isola Lunga. Ma la moltitudine sollevata,
attraversato improvvisamente lo Stretto, gli venne sopra alla non
pensata, ed obbligollo prima a rinunziare, e poi a confermare con
giuramento avanti il magistrato la sua rinunziazione.
Nella città della Nuova-Jork fu la provvisione della marca in tanto
disprezzo avuta, ch'essa fu stampata, e gridata per le contrade: _la
follìa dell'Inghilterra, e la rovina dell'America._ Onde gl'impiegati
della marca non si fecero pregare, e rinunziarono all'uffizio. Simili
avvenimenti ebber luogo nell'altre parti delle province americane.
E perchè non si raffreddassero gli animi, o si allontanassero
dall'incominciata opposizione, moltiplicavansi per opera de' capi del
popolo i libelli e le pasquinate; i motti, le giullerìe ne' diarj
pubblici erano incessanti. A Boston uno fra gli altri se ne stampò col
seguente titolo: _il corriero constituzionale contenente materie, che
importano alla libertà, e per nulla ripugnano alla lealtà._ Questo aveva
in testa dipinto un serpente tagliato in otto pezzi, sul quale
dalla parte del capo erano scritte le lettere iniziali della
Nuova-Inghilterra, e da quella del corpo le iniziali delle altre colonie
sino alla Carolina Meridionale. La divisa scritta a lettere grosse era
questa: _unirci o morire._
In molti luoghi gli avvocati, procuratori e notaj si adunarono. Fu posto
il partito fra di essi, se, arrivata che fosse la carta marchiata, ed il
giorno prefisso per l'uso della medesima, dovessero per le bisogne loro
legali farne procaccio. Fu vinto il no con un consenso universale,
protestando però con parole gravi contro i tumulti e disordini popolari,
ed obbligandosi a far ogni sforzo per allontanargli; solo volendo, col
non usare la carta marchiata ed altri mezzi quieti, la rivocazione
dell'atto della marca procurare. I giudici di pace del distretto di
Westmorelandia nella Virginia pubblicarono, che per causa dell'atto
della marca avrebbero l'uffizio loro cessato, non volendo essi,
aggiungevano, diventar gl'instrumenti della distruzione dei diritti più
essenziali, e della libertà della patria loro. Così, mentre l'incomposta
plebe correva senza freno ai più detestabili eccessi, gli uomini
riputati, entrati anch'essi nella resistenza, abbracciavan consiglj più
quieti sì, ma non meno di quelli, e forse più efficaci, per far le leggi
abborrite rivocare, e l'americana libertà stabilire. Così questi umori
libertini, nati prima in Virginia e nel Massacciusset, appoco appoco si
propagarono anche nelle altre province, e dall'infima plebe al popolo, e
da questo ai maggiorenti si appiccarono.
Intanto si avvicinava il tempo, in cui la carta marchiata per essere
usata in America doveva dall'Inghilterra arrivare; e già s'approssimava
il giorno prefisso dalla legge, in cui doveva la provvisione della marca
avere il suo effetto, il quale era il dì delle calende di novembre.
Questo chiamavano gli Americani giorno infaustissimo, e principio di
futuri mali alla patria loro. Comparvero il dì 5 ottobre a veduta di
Filadelfia presso Gloucester-Point i vascelli carichi della carta. Tosto
tutte le navi che si trovavano in porto alzarono le bandiere loro a
mezza stacca; con battuffoli s'avvilupparon le campane, e queste
suonarono a scorruccio sino alla sera, ed ogni cosa pareva dinotare un
tristissimo ed universale lutto. Alle quattro dopo mezzo dì parecchie
migliaja di cittadini concorsero al palazzo per consultar tra di loro
sul modo di prevenire l'esecuzione della marca. Determinarono, avendo
per capo dell'impresa Guglielmo Allen, figlio del presidente della Corte
di giustizia, di mandar dicendo a Giovanni Ugo, principal uffiziale
della marca nella provincia, rinunziasse all'uffizio. Alla quale
richiesta, egli, dopo molte lustre e tergiversazioni, malvolentieri, e
contro suo stomaco acconsentì. Il tumulto durò molti giorni; ed in
questo mentre attendeva l'Ugo ad affortificarsi in casa, e chiamava in
ajuto gli amici, temendo, malgrado la rinunziazione, di essere ad ogni
ora manomesso. In mezzo a tanta sommossa, i soli Quaccheri, i quali sono
in gran numero nella città di Filadelfia, si astennero dal tumultuare, e
pareva, fossero a prestare la obbedienza alla legge della marca
inclinati; e così operò pure quella parte del clero anglicano, che là si
trovava; ma questi erano pochi.
In Boston arrivò la carta a' dieci di settembre; e tosto il governatore
scrisse all'assemblea dei rappresentanti ricercandogli del consiglio
loro, stantechè l'Oliver aveva l'uffizio rinunziato. Al quale
l'assemblea rispose: questa cosa non esser di competenza loro, e perciò
fosse contento il governatore di avergli per iscusati, se non potevano
in questo dargli nè consiglio nè assistenza. Così fuggirono la tela, e
lasciarono il governatore solo a spelagarsi da sè. Per la qual cosa le
balle che contenevano la carta marchiata, furono dal governatore
depositate nel castello, perchè ivi fossero guardate, ed all'uopo dalle
artiglierie della fortezza difese.
Ma il dì primo di novembre in sulla diana suonavano in Boston tutte le
campane a lutto. Ritrovaronsi appiccate due figure all'olmo di smisurata
grandezza, il quale, come di sopra s'è detto, era vicino ad una delle
uscite della città, e che fin da quel giorno, in cui incominciarono i
tumulti, aveva ottenuto il nome di _albero della libertà_; conciossiachè
all'ombra sua usavano i zelatori convenire per discorrere in comune
sulle bisogne loro; dalla qual cosa nacque poi, che in tutte le Terre si
piantarono, ed i già piantati si chiamarono, ad esempio di quel di
Boston, _alberi della libertà_. I Bostoniani si levarono a romore, e
fecer popolo. Alle tre dopo mezzo dì le due effigie fra le acclamazioni
universali furon tolte dall'albero, portate attorno la città, ed alle
forche appiccate, poi tagliate a pezzi, e disperse al vento. Ciò fatto,
il popolo si ridusse alle case sue, e le cose passarono assai
quietamente. Ma poco tempo dopo, trascorsero ad una cosa molto
biasimevole; avendo con brutte maniere sforzato l'Oliver, il quale già
molto prima aveva al suo impiego d'uffiziale della marca rinunziato, di
andare all'albero della libertà tra mezzo la moltitudine, e là
pubblicamente, e con giuramento fare una nuova rinunziazione; come se di
questi giuramenti fatti per forza si soglia tenere qualche conto, e
meglio non dimostrassero la violenza di chi costringe, che la volontà di
chi è costretto.
Si leggevano in molti luoghi sulle porte degli uffizj pubblici, e su pei
canti delle contrade queste parole: _il primo che o distribuirà, o userà
carta marchiata abbia cura della sua casa, della sua persona e delle sue
masserizie. Sottoscritto, vox populi._ Le genti armeggiavano; gli amici
alla marca avevano paura.
Nè meno gravi furono i disordini nella città della Nuova-Jork, dove
essendo arrivata la carta marchiata in sull'uscire d'ottobre, ed il
Machever, eletto distributore, avendo rinunziato, il vice-governatore,
il quale era un Colden, personaggio per le sue opinioni politiche poco
accetto all'universale, la fece ridurre nel Forte Giorgio; ed avendo
alcune cautele usato, perchè ivi fosse sicura, il popolo entrò in
sospetto di qualche mala intenzione da parte sua. Perciò il dì delle
calende di novembre verso sera, la plebe concorse in gran numero traendo
a furia alla volta del Forte; fece impeto nelle stalle del
vice-governatore, ne portò via la carrozza, recandosela, come in
trionfo, per le principali vie della città. Itasene in sulla piazza
grande, e rizzatevi le forche, vi appiccò l'effigie del vice-governatore
con nella man ritta un gran pezzo di carta marchiata, e nella sinistra
la figura di un demonio. Poi lo tirò giù, e portò tutto a processione,
la carrozza la prima, alle porte della fortezza, e di là fino alla
scarpa della medesima sotto le bocche dei cannoni, dove le abbruciò,
facendo una gran baldoria tra mezzo gli evviva e l'esultazione generale
di molte migliaja di persone. Ma a questo non si fermò la gente
infuriata; anzi trasse tosto alle case del James Maggiore, le quali
erano gentilmente fornite di ogni cosa, con una libreria di molto
valore, e un giardino bellissimo; ed in un baleno guastarono o
distrussero il tutto; accesero anche il solito falò, dicendo;
_quest'esser le feste, che il popol dava agli amici della marca._
I caffè eran divenuti, come le scuole o palestre pubbliche, dove gli
oratori popolari, montando sulle scranne o sulle tavole, predicavan le
dottrine alla gente che vi concorreva per l'ordinario in gran numero.
Adunque in uno di questi raddotti, frequentissimo di avventori, e nella
città della Nuova-Jork, un buon cittadino, rizzatosi, esortava, si
procedesse pacificamente. Esclamava, questi essere modi da condannarsi.
Pregava poscia gli abitanti a pigliare le armi ed a convenire ad ogni
romore che si levi, per contener i faziosi. Avrebbe ottenuto l'intento.
Ma il capitano Isacco Sears che era stato corsale, e che acerbissimo si
mostrava contro la marca, disse al popolo, non badasse più che niente a
questi uomini peritosi, che adombrerebbon ne' ragnateli; andassero con
lui; doversi avere in mano la carta marchiata. Alcuni Capi popolari lo
seguitarono; gli altri se ne van colla piena. Mandarono al governatore
dicendo: che sarebbe il meglio, consegnasse loro la carta marchiata.
Egli dapprima volle andar per la lunga, allegando, si aspettava di breve
il governatore Enrico Moore, e che questi avrebbe fatto ciò che avrebbe
creduto del caso. Il popolo non se ne contentò. Insistette o di aver
quella di quieto, o se la piglierebbe per forza; e di già v'era pericolo
di sangue. Ma finalmente il vice-governatore, per evitar qualche gran
male, consentì a rimetterla in potestà loro; ed eglino con gran
soddisfazione nel palazzo di città la depositarono. Dieci casse però di
carta, che arrivarono dopo, furon dal popolo pigliate a furia, ed arse.
Malgrado si fossero commessi tanti disordini nella Nuova-Jork
dall'infima plebe, abbondavano però in questa città cittadini di più
quieto animo, i quali se avversi erano dall'un canto alle pretensioni
del Parlamento britannico, e specialmente all'atto della marca, non
detestavano però meno queste insolenze popolari, sapendo benissimo, che
in elle niuna persona ne fa bene, se non i disperati, e che i garbugli
non fanno che pei mali stanti. Credettero perciò, fosse opportuna cosa
di non rilasciar maggiormente la briglia alla sfrenata plebe; ma anzi di
trovar un modo di dirigere ed incamminar al fine, che si proponevano, i
moti di quella. Perciò fecero un convento di tutto il popolo nei campi
vicini alla città, dove fu proposto, si eleggesse una congregazione
d'uomini amici alla libertà, perchè tenessero carteggio con simili
uomini d'altre colonie, avvisassersi diligentemente di tutto quanto
occorreva, acciò si potesse all'uopo muovere ad un tratto, e come un
corpo solo, tutto il popolo delle diverse province. Ma la cosa era piena
di pericolo, avvicinandosi essa, se non era del tutto, all'aperta
ribellione. Epperò molti, i quali erano tra gli altri stati trascelti
per membri della commissione, con varj colori se ne scusarono; ma
finalmente il corsale, e quattro altri dei più animosi offersero sè
stessi, e furon approvati dall'universale. Misero essi tosto la mano
all'opera, e le lettere sottoscrivevano con tutti i nomi loro. Pregarono
i Filadelfiesi, sporgessero le lettere alle colonie più meridionali, ed
i Bostoniani alle settentrionali. E questa fu come una seconda
generazione di figliuoli della libertà, i quali per mezzo di procacci
regolari ebbero determinato di avvisarsi scambievolmente, e contrar lega
per opporsi alla tassazione parlamentare.
Ma se era utile cosa ai loro disegni stimata il carteggiar tra di loro
in una maniera stabilita e comune, non tardarono punto ad accorgersi,
che ciò non bastava per arrivare ai fini loro; ma che bisognava di più,
si determinassero e si accettassero da tutti i capitoli della lega,
acciò ciascun membro di questa conoscesse chiaramente il debito suo, i
consiglj che doveva seguire, e la via che gli era mestiero tenere.
Credevano inoltre i Capi di questo disegno, che siccome essi capitoli si
dovevano solennemente sottoscrivere, così molti eziandio fra gli avversi
medesimi non si sarebbero arditi di contraddire, e posto vi avrebbero i
nomi loro. Il che gli avrebbe fatti intignere, e perciò ne sarebbero
essi assicurati. Furono i capitoli tosto compilati, ed accettati dai
figliuoli della libertà delle due province della Nuova-Jork e del
Connecticut, ai quali poscia si accostarono di mano in mano quelli delle
altre colonie. Nell'esordio della lega, il quale era con molta arte
composto, gli alleati affermarono, che uomini perversi avevan fatto il
pensiero di allontanare gli animi dei fedeli ed affezionati sudditi
dell'America dalla persona e governo di Sua Maestà, e perciò eglino
professavano e dichiaravano la fede loro, e leanza verso il Re essere
immutabili; volere con tutte le forze loro difendere e mantenere la
Corona; con ogni maggior prontezza sottomettersi al suo governo, e ciò
in conformità alla costituzione britannica fondata sugli eterni dettami
dell'equità e della giustizia; ogni tentativo contro la medesima essere
e peccato enorme contro Dio, ed audace disprezzo del popolo, dal quale,
dopo Dio, ogni giusto governo procede; e perciò essersi risoluti a fare
ogni sforzo, a porre ogni industria, ad usare ogni ingegno per questi
rei disegni impedire; e stante che un certo libriciattolo (con tal nome
chiamavan essi una legge vinta nel Parlamento della Gran-Brettagna), che
essi chiamano _Pamphlet_, era comparso in America sotto la forma di un
atto del Parlamento, e col nome di atto della marca, quantunque non
fosse stato legalmente nè pubblicato nè introdotto, nel quale verrebbero
i coloni ad essere dispogliati dei più preziosi diritti loro, e
soprattutto di quello di tassare sè stessi; perciò per conservare quelli
intatti, e difendergli, siccome anche ogni altra parte della
costituzione inglese, obbligarsi e promettere di marciare con tutte le
forze loro ed a proprie spese, ed al primo avviso, in soccorso di
coloro, i quali fossero in un pericolo qualunque, per qualsivoglia cosa
da essi fatta contro l'atto della marca, incorsi; di diligentemente
sopravvedere tutti quelli, i quali, o per l'uffizio loro, o per propria
volontà potrebbero l'uso della carta marchiata introdurre; il che,
soggiungevano, sarebbe il sovvertimento totale della costituzione
inglese e della libertà americana; di avvisar l'un l'altro, ove simili
persone si discoprissero, siano chi esser si vogliano, ed abbian nome
come lor pare, e di procurare con ogni sforzo, ma con ogni giusta via e
maniera, di trarre questi traditori della patria al condegno castigo; di
difender la libertà della stampa da ogni illegale violazione ed
impedimento, i quali dall'atto della marca potrebbero essere frapposti,
essendo questo il solo mezzo, coll'ajuto della divina Provvidenza, di
preservar le vite loro, le libertà e gli averi; e di difendere e
proteggere ancora i giudici, avvocati, procuratori, notaj e simili
persone da ogni pena, multa o molestia, nelle quali eglino potessero
incorrere per non aver nelle bisogne loro voluto al medesimo atto
conformarsi. Questa fu la lega della Nuova-Jork, la qual diede più
calore e più connessione alle parti, che allora in America bollivano.
Intanto andavan propagandosi nella Nuova-Jork i semi di nuove dottrine
in fatto di governo, e nei giornali pubblici alla considerazione
universale si offerivano; che le colonie non dovevano altra congiunzione
avere colla Gran-Brettagna fuori di quella di vivere sotto il medesimo
Re; ma che in quanto all'autorità legislativa, non dovevan più da quella
niuna dependenza avere. Queste nuove opinioni mantenute vivamente e con
molto ingegno, andavano ogni dì mettendo nuove radici, e nelle altre
colonie dilatandosi, e preparavano insensibilmente gli animi dei popoli
al nuovo ordine di cose, verso il quale l'universale correva
senz'accorgersene, i capi d'animo deliberato, ed al quale l'Inghilterra,
volendo ad un contrario fine arrivare, aveva un'opportuna occasione, ed
una più larga strada apparecchiata.
Un altro efficace mezzo di opposizione all'atto della marca, e molto
utile per ottenerne la rivocazione, fu quello, che fu posto innanzi dai
negozianti della Nuova-Jork, il quale fu di contrarre tra di loro una
lega non solo di non più incettar merci nell'Inghilterra, finchè l'atto
non fosse rivocato, e ne seguisse quello che volesse, e di rivocare
tutte le commesse che a questo fine avessero fatte, e che non fossero
state ad effetto recate il primo gennajo del 1766; ma eziandio di non
vendere alcuna di quelle merci inglesi, le quali non fossero state,
prima di quel giorno, imbarcate. Aggiunsero ancora, siccome da una
voglia, quando sono gli animi concitati, si va naturalmente in un'altra
più grande, che queste risoluzioni avrebbero mantenute, finchè non
fossero rivocate le provvisioni sui zuccheri e sulle melate, e quelle
sui biglietti di credito. Queste medesime risoluzioni furono
volonterosamente accettate anche dai mercatanti a minuto, i quali si
obbligarono di non comprare nè vendere merci inglesi, che in
contravvenzione di quelle risoluzioni fossero state in America portate.
I mercatanti e negozianti di Filadelfia fecero anch'essi la loro
adunata, ed entrarono, sebbene non con un consenso sì generale, nella
lega. I Quaccheri non vollero sottoscriversi. Credettero però, fosse
cosa prudente il conformarvisi senza più, e scrissero in Inghilterra,
non mandassero più merci. I Filadelfiesi procedettero anche più oltre, e
stabilirono, che nissun giureconsulto s'ardisse d'intentar azione veruna
per pecunia dovuta da un abitante dell'Inghilterra, e che nessun
Americano avesse verso di questa a far rimesse di niuna somma di denaro,
e ciò medesimamente finchè gli atti non fossero rivocati. In Boston,
quantunque un po' più tardi, si contrassero leghe di somigliante natura;
e l'esempio di queste principali città venne imitato da quasi tutte le
altre e città e terre più trafficanti dell'America inglese.
Da queste determinazioni provò l'Inghilterra nelle manifatture sue un
danno inestimabile, mentre l'Irlanda ne ricevette un grandissimo
benefizio; imperciocchè gli Americani si voltarono a questa ultima
contrada, per far procaccio di quelle merci, che giudicavano ai bisogni
loro indispensabili, e vi portavano in permuta grandissime quantità di
semi di lino e di canapa. Ma anche a questa necessità vollero i coloni
sottrarsi. Epperò fu instituita nella Nuova-Jork una società, che
chiamarono d'arti, manifatture e commercio, ordinata a guisa di quella
di Londra, ed aprironsi qua e là mercati per la vendita delle
manifatture del paese, ai quali furon recati in copia, panni e tele,
lani o lini, lavorii di ferro non contennendi, comechè ancora un poco
rozzi; spirito di orzo, carte dipinte ad uso di tappezzerie, ed altri
oggetti di comune utilità. E perchè le materie prime dei lavori di lana
non potessero venir meno, determinarono di astenersi dal mangiar carni
d'agnello, e di più dal comprar carni di qualunque sorta da quei beccaj,
i quali o macellassero od in vendita esponessero carni di quell'animale.
Ognuno, anche i più ricchi, anche i più pomposi e sfoggiati, ora per
general moda si contentavano di portare vestimenta fatte nel paese, o
logore piuttosto, che di usar merci inglesi. Dal che ne nacque una
opinion generale, potesse l'America bastare a sè medesima, e mestiero
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 08